ITTO20030135U1 - Dispositivo di frenatura auto-regolante per alimentatori di trama a telai di tessitura - Google Patents

Dispositivo di frenatura auto-regolante per alimentatori di trama a telai di tessitura Download PDF

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ITTO20030135U1
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Description

Descrizione del Modello Industriale di Utilità dal titolo:
“Dispositivo di frenatura auto-regolante per alimentatori di trama a telai di tessitura”
DESCRIZIONE
Il presente trovato riguarda un perfezionamento ad un dispositivo di frenatura auto-regolante per alimentatori di trama a telai di tessitura o altra macchina simile. Un generico telaio di tessitura include un apparecchio alimentatore di trama comprendente un corpo motore supportante coassialmente un tamburo fisso sul quale un braccio rotante a mulinello, calettato su un albero azionato da un motore, avvolge una pluralità di spire di filato costituenti una riserva di trama. Il filato, nello svolgersi dal tamburo per alimentare il telaio, è frenato da un dispositivo di frenatura auto-regolante del tipo descritto nel Brevetto Italiano No. 1.251.209, costituito da un corpo frenante troncoconico sospinto elasticamente in battuta, con la sua superficie interna, contro il bordo arrotondato d’uscita del tamburo, coassialmente ad esso. L’elemento frenante è sorretto da un supporto traslabile assialmente per regolare la pressione statica di contatto che il corpo frenante troncoconico esercita a riposo sul tamburo.
Il filato scorre tra il tamburo ed il corpo frenante troncoconico sul quale scarica la componente assiale della propria tensione meccanica, la quale è proporzionale alla velocità di scorrimento del filato. Di conseguenza, quando tale velocità aumenta, il corpo frenante è sospinto assialmente in allontanamento dal tamburo, provocando una corrispondente riduzione dell’azione frenante.
Tipicamente, il corpo frenante troncoconico è realizzato in un tessuto impregnato o laminato di fibre sintetiche ad alta resistenza, quali fibre di carbonio o “kevlar”, e presenta, in corrispondenza della zona di contatto col tamburo, un rivestimento metallico anti-usura costituito da un lamierino di acciaio ad elevata resistenza. Tale lamierino presenta un coefficiente d’attrito piuttosto elevato e rapidamente crescente con la velocità di scorrimento del filato cosicché, specialmente nella lavorazione di filati di trama fini, p.es. con titoli compresi tra 5 e 150 denari, è necessario impostare la pressione elastica di contatto tra il corpo troncoconico e il tamburo su valori molto bassi, onde evitare la rottura del filato. Tuttavia, questo provoca una frenatura non uniforme lungo l’arco di svolgimento delle spire a causa delle inevitabili tolleranze di accoppiamento tra il corpo frenante e il tamburo, le quali tolleranze, con pressioni di contatto maggiori, verrebbero invece compensate dalla deformazione elastica del corpo frenante. Di conseguenza, il filato subisce, durante lo svolgimento dal tamburo, continue variazioni di tensione che il sistema auto-regolante non è in grado di controllare in modo soddisfacente.
Per tentare di limitare questo inconveniente, è noto dal precedente Brevetto Italiano No. 1.289.724 di sottoporre il lamierino di acciaio ad un processo di nitrurazione ionica, il quale da origine ad uno strato superficiale di maggiore durezza e coefficiente di attrito ridotto, così da rendere possibili pressioni di contatto lievemente maggiori e limitare di conseguenza le irregolarità della frenata.
Tuttavia, tale soluzione non risulta ancora soddisfacente, né per quanto concerne il coefficiente d’attrito, che resta comunque relativamente elevato (c.ca 0,3) e non permette quindi di incrementare sostanzialmente la pressione statica in modo da fornire frenature uniformi, né per ciò che riguarda la durezza delio strato superficiale della lamina che, sebbene incrementata (c.ca Vickers - 1800), rende comunque necessarie sostituzioni frequenti del corpo frenante.
Pertanto, compito principale del presente trovato è quello di provvedere un dispositivo di frenatura auto-regolante per alimentatori di trama a telai di tessitura, perfezionato in modo da permettere pressioni statiche del corpo frenante contro il tamburo più elevate e compensare quindi le tolleranze di accoppiamento tra il corpo frenante e il tamburo, e da limitare le sostituzioni.
Il suddetto compito ed altri scopi e vantaggi, che meglio appariranno in seguito, vengono raggiunti dal dispositivo di frenatura avente le caratteristiche esposte nella rivendicazione 1, mentre le rivendicazioni subordinate definiscono altre caratteristiche vantaggiose, ancorché non essenziali.
Si descriverà ora più in dettaglio il trovato, illustrato a titolo indicativo e non limitativo negli uniti disegni in cui:
la Fig. 1 è una vista laterale di un alimentatore di trama con dispositivo di frenatura auto-regolante;
la Fig. 2 è una vista prospettica del corpo frenante troncoconico del dispositivo di frenatura auto-regolante, perfezionato secondo il trovato;
la Fig. 3 è una seziona trasversale ingrandita del corpo frenante troncoconico secondo il piano ΙΙΙ-ΠΙ di Fig. 2.
Con riferimento alla Fig. 1, un apparecchio alimentatore di trama 10 comprende un corpo motore MO supportante coassialmente un tamburo fisso 11 sul quale un braccio rotante a mulinello 12, calettato su un albero motore cavo CV azionato da un motore, avvolge una pluralità di spire di filato F costituenti una riserva di trama RT. Su richiesta del telaio, il filato F si svolge dal tamburo 11 passando in un anello guidafilo 15 coassiale al tamburo stesso.
La tensione meccanica del filato F in svolgimento dal tamburo è modulata da un dispositivo di frenatura auto-regolante comprendente un corpo frenante troncoconico 16, disposto con la sua circonferenza maggiore affacciata coassialmente alla testa del tamburo Il e sospinto elasticamente in battuta, con la sua superficie interna, contro il bordo arrotondato d’uscita del tamburo. A tale scopo, l’elemento frenante 16 è sospeso al centro di una raggiera di molle ad elica 18, reagenti a trazione su un supporto anulare 19 supportato da una slitta 20 traslabile assialmente lungo una guida 21, e bloccabile in posizione per regolare la pressione statica di contatto che il corpo frenante troncoconico esercita a riposo sul tamburo. A tale scopo, la slitta 20 è azionata da un meccanismo vite/madrevite (non illustrato) comandabile mediante una manopola 22.
Il corpo frenante troncoconico è realizzato in un tessuto impregnato o laminato di fibre sintetiche ad alta resistenza, quali fibre di carbonio o “kevlar”, e presenta, in corrispondenza della zona anulare di contatto col tamburo in prossimità dell’orlo, un rivestimento metallico anti-usura costituito da un lamierino di acciaio 23. In modo di per sé noto, il filato scorre tra il tamburo ed il corpo frenante troncoconico, sul quale scarica la componente assiale della propria tensione meccanica, la quale è proporzionale alla velocità di scorrimento del filato. Di conseguenza, quando tale velocità aumenta, il corpo frenante è sospinto assialmente in allontanamento dal tamburo, provocando una corrispondente riduzione dell’ azione frenante e realizzando quindi l’auto-regolazione desiderata.
Secondo il trovato, al fine di rendere possibili pressioni di contatto più elevate che compensino le inevitabili tolleranze di accoppiamento tra il corpo frenante troncoconico 16 e il tamburo 11, ed evitare al contempo la rottura del filato per resistenza d’attrito dovuta allo strisciamento sul lamierino 23, la superficie di lavoro del lamierino metallico 23 è foderata con un rivestimento 24 a base di carbone amorfo, noto come DLC (Diamond-Like Coating).
Tali rivestimenti sono caratterizzati da elevatissima durezza (tra 3500 e 6000-HV) e coefficiente d’attrito molto basso (0.05-0.2), e sono stati sviluppati essenzialmente per applicazione a parti meccaniche rigide in scorrimento relativo, quali guide e simili.
Per il deposito del rivestimento DLC può essere impiegata la tecnica nota come CVD (Chemical Vapour Deposition), in cui una miscela di gas viene introdotta in un reattore e portata a pressione e temperature tali da produrre la reazione di condensazione sul substrato da ricoprire. La deposizione avviene per riduzione di un alogenuro o pirolisi di un composto attraverso la reazione chimica catalizzata dal substrato, in una regione di atmosfera reattiva molto vicina al substrato stesso. Poiché il substrato deve essere riscaldato ad una temperatura uguale alla temperatura di reazione dei gas presenti, così da produrre la reazione di condensazione dei gas, la lamina deve sopportare temperature elevate senza deformarsi o reagire. Per favorire la reazione chimica e abbassare la temperatura del substrato, si ricorre pertanto al PECVD (Plasma Enhanced CVD), in cui l’attivazione chimica è fornita da una scarica elettrica nel gas di processo, ad una pressione tra 3 e 10 mbar e a temperature del gas di reazione tra 450 e 600 °C, mentre la temperatura del substrato non supera i 200 °C. A queste pressioni una differenza di potenziale sufficientemente elevata causa una scarica di bagliore nel gas producendo gas ionizzato o plasma. La gran parte del gas viene attivato chimicamente dagli elettroni dissociando le molecole più piccole o radicali che, collidendo sulla superficie, come noto, reagiscono formando un film sottile.
Si è descritta una realizzazione preferita del trovato, ma naturalmente il tecnico del ramo potrà apportare, a seconda delle esigenze, diverse modifiche e varianti, tutte rientranti nell'ambito del medesimo concetto inventivo.

Claims (1)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Dispositivo di frenatura auto-regolante per alimentatori di trama provvisti di un tamburo fisso (11) su cui sono avvolte spire di filato (F) destinate ad alimentare una macchina tessile a valle, comprendente un corpo frenante troncoconico (16), disposto con la sua circonferenza maggiore frontalmente e coassialmente al tamburo (11), sospinto elasticamente contro il tamburo (11), e rivestito lungo una sua area anulare interna destinata ad andare in battuta contro il bordo di uscita del tamburo con un lamierino di acciaio (23) anti-usura, caratterizzato dal fatto che la superficie di contatto (S) del lamierino (23) presenta un rivestimento (24) a base di carbone amorfo, comunemente noto come
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