ITRM20100656A1 - Dispositivo per il bloccaggio automatico nella posizione di massima apertura, dell'anta a battente di un generico infisso - Google Patents

Dispositivo per il bloccaggio automatico nella posizione di massima apertura, dell'anta a battente di un generico infisso Download PDF

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ITRM20100656A1
ITRM20100656A1 IT000656A ITRM20100656A ITRM20100656A1 IT RM20100656 A1 ITRM20100656 A1 IT RM20100656A1 IT 000656 A IT000656 A IT 000656A IT RM20100656 A ITRM20100656 A IT RM20100656A IT RM20100656 A1 ITRM20100656 A1 IT RM20100656A1
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locking lever
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Cosimo Miglietta
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    • E05LOCKS; KEYS; WINDOW OR DOOR FITTINGS; SAFES
    • E05CBOLTS OR FASTENING DEVICES FOR WINGS, SPECIALLY FOR DOORS OR WINDOWS
    • E05C17/00Devices for holding wings open; Devices for limiting opening of wings or for holding wings open by a movable member extending between frame and wing; Braking devices, stops or buffers, combined therewith
    • E05C17/02Devices for holding wings open; Devices for limiting opening of wings or for holding wings open by a movable member extending between frame and wing; Braking devices, stops or buffers, combined therewith by mechanical means
    • E05C17/04Devices for holding wings open; Devices for limiting opening of wings or for holding wings open by a movable member extending between frame and wing; Braking devices, stops or buffers, combined therewith by mechanical means with a movable bar or equivalent member extending between frame and wing
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    • E05C17/28Devices for holding wings open; Devices for limiting opening of wings or for holding wings open by a movable member extending between frame and wing; Braking devices, stops or buffers, combined therewith by mechanical means with a movable bar or equivalent member extending between frame and wing consisting of a single rod pivoted at one end, and with the other end running along a guide member with braking, clamping or securing means at the connection to the guide member

Description

Dispositivo per il bloccaggio automatico nella posizione di massima apertura, dell’anta a battente di un generico infisso.
La presente invenzione consiste in un dispositivo applicabile al telaio di un generico infisso, sia interno che esterno, che consente il bloccaggio automatico dell’anta nella posizione di massima apertura quando questa viene spalancata, senza la necessità di alcun intervento manuale da parte dell’operatore e senza l’applicazione di alcun componente o corpo aggiuntivo esterno all’infisso.
Un generico infisso richiede sovente il bloccaggio dell’anta in posizione di massima apertura: se si tratta di un infisso interno, ad esempio una porta, la necessità può ad esempio scaturire dal dover consentire l’aerazione ed il ricambio d’aria in ambienti con finestre aperte e presenza di forte ventilazione esterna, senza che si verifichi l’immediata e fragorosa chiusura di detta porta di separazione.
Se invece si tratta di infissi esterni, le medesime esigenze di aerazione possono richiedere il bloccaggio della/e anta/e in posizione di apertura.
In ultimo, ed à ̈ questo il caso più frequente, gli infissi esterni dotati di persiane (dette anche comunemente “gelosie†) oppure di “scuri†(ossia di ante piene che vengono chiuse col fine di non far filtrare la luce dall’esterno), necessitano quotidianamente della totale apertura delle suddette ante al mattino, cui segue la chiusura delle stesse ogni sera, allo scopo rispettivamente di far entrare la luce esterna durante il giorno e, viceversa, godere della necessaria privacy durante la sera e la notte, impedendo o limitando il filtraggio della luce esterna.
Anche in quest’ultimo caso, il bloccaggio delle persiane in posizione di massima apertura si rende necessario onde evitare che l’azione del vento ne provochi la continua chiusura e riapertura.
Queste esigenze di bloccaggio delle ante, hanno determinato nel tempo la necessità di mettere a punto dei dispositivi che assolvessero a tale compito e che oggi si differenziano tra loro per una moltitudine di fattori, come ad esempio il fatto di essere indicati per porte o persiane, di essere a vista o a scomparsa, di necessitare di un intervento manuale o essere parzialmente automatici e così via.
Nel caso di un infisso interno, il bloccaggio della porta in posizione di massima apertura avviene solitamente mediate l’applicazione di un corpo opportunamente sagomato, al di sotto della porta fra questa ed il pavimento.
In alternativa, il bloccaggio della porta può avvenire mediante un accoppiamento, di vario tipo, fra un elemento solidale alla porta ed un altro solidale al muro adiacente oppure al pavimento.
In entrambi i casi si riscontrano alcuni inconvenienti consistenti, nel primo caso, nella necessità di un intervento manuale per l’applicazione del corpo sagomato al di sotto della porta e, nel secondo caso, nella necessità di applicare e lasciare stabilmente a vista l’elemento di battuta sul muro oppure sul pavimento.
Nel caso più frequente di persiane esterne da aprire e chiudere quotidianamente, le esigenze sono rappresentate dal bloccaggio dell’anta in posizione di massima apertura, solitamente al mattino, cui segue lo sbloccaggio della stessa al momento della chiusura serale; dette esigenze sono state soddisfatte da diversi tipi di dispositivi ferma-persiana.
Un primo tipo di ferma-persiana noto, consiste in una staffa da fissare alla parete adiacente l’infisso, mediante avvitamento di un idoneo perno oppure murando parzialmente la stessa staffa, lasciando poi che fuoriesca ortogonalmente dal muro in maniera tale da trovarsi immediatamente al di sotto dell’anta della persiana quando questa viene spalancata completamente.
La suddetta staffa à ̈ poi dotata di un elemento mobile, variamente sagomato, incernierato alla sua estremità in maniera tale da poter essere ruotato passando da una posizione di sblocco in cui à ̈ orientato verso il basso (così da consentire il transito della persiana), ad una posizione di blocco in cui viene ruotato di un minimo di 180 gradi andando a contrastare la persiana impedendole di richiudersi accidentalmente (ad esempio per azione del vento).
Detto sistema, per quanto semplice, à ̈ afflitto da una serie di inconvenienti il principale dei quali à ̈ senza dubbio rappresentato dal fatto che sia il blocco che lo sblocco della persiana, avvengono tramite azionamento manuale del dispositivo da parte dell’operatore; à ̈ infatti evidente che l’operatore à ̈ costretto a sporgersi dalla finestra per ruotare l’elemento mobile, portandolo in posizione di blocco o di sblocco della persiana.
Allo scopo di risolvere parzialmente questo inconveniente, sono stati realizzati dei dispositivi che agganciano automaticamente la persiana quando questa viene spalancata, bloccandola ed impedendole di richiudersi.
Detti dispositivi sono anch’essi predisposti per il fissaggio alla parete laterale adiacente l’infisso, e realizzano il bloccaggio della persiana avvalendosi di sistemi meccanici o magnetici; nel caso di sistemi meccanici, il dispositivo ferma-persiana solidale alla parete à ̈ dotato sostanzialmente di una molla interna che nel momento in cui il dispositivo entra in contatto con la persiana, fa scattare automaticamente un fermo variamente sagomato, che aggancia la suddetta persiana impedendole di richiudersi.
Nel caso di sistemi magnetici, il dispositivo à ̈ costituito da due elementi, l’uno di battuta solidale alla parete e l’altro solidale alla persiana, che si accoppiano magneticamente fra loro realizzando il bloccaggio della persiana quando vengono a contatto.
Lo sbloccaggio della persiana per la chiusura della stessa, continua invece ad essere manuale il che costringe l’operatore a dover agire sul dispositivo, dovendosi quindi sporgere dalla finestra.
A quest’ultimo proposito, delle eccezioni sono rappresentate da alcuni dispositivi fermapersiana magnetici o meccanici, in cui lo sbloccaggio avviene agendo su un tirante delle cui due estremità una à ̈ collegata all’elemento solidale alla persiana, mentre l’altra à ̈ libera e facilmente agganciabile dall’operatore senza sporgersi dalla finestra; in questo modo l’operatore si limita ad agire sul tirante il quale provvede a sganciare il fermo e a sbloccare la persiana, che può quindi essere richiusa.
Ulteriori dispositivi di tipo noto, realizzano il bloccaggio della persiana avvalendosi sempre di due elementi, l’uno di battuta fissato alla parete e l’altro solidale alla persiana, laddove l’accoppiamento fra i due detti elementi à ̈ ottenuto mediante agganci meccanici che avvengono in vario modo.
Gli inconvenienti di tutti i dispositivi ferma-persiana sinora citati, sono essenzialmente rappresentati dal fatto che necessitano tutti di almeno un elemento da rendere solidale alla parete laterale adiacente all’infisso.
Quando la persiana à ̈ chiusa, detto elemento rimane a vista ed altera significativamente l’estetica dell’edificio.
Inoltre, un ulteriore rilevante inconveniente à ̈ rappresentato dal fatto che le continue sollecitazioni sull’elemento solidale alla parete, causate ad esempio dal vento che agisce sulle persiane, provocano col tempo un inevitabile indebolimento e deterioramento del vincolo tra l’elemento ed il muro, che arriva a causare la definitiva perdita di efficacia dell’elemento stesso.
Nella pratica, questo significa che il foro praticato nel muro per fissare l’elemento ad esso solidale, si deteriora e si allarga progressivamente, fino a determinare il definitivo distacco del dispositivo ferma-persiana o del suo elemento di battuta.
In questi casi à ̈ necessaria la realizzazione di un nuovo foro nel muro per il fissaggio del dispositivo o del suo elemento di battuta, il che implica lo spostamento sulla persiana anche dell’elemento di aggancio (laddove presente), determinando una profonda alterazione estetica dell’infisso dovuta al fatto che gli iniziali fori di fissaggio rimangono vuoti ed a vista.
Inoltre, può risultare decisamente problematico praticare un nuovo foro nel muro, specie laddove à ̈ necessario raggiungere altezze elevate (il che avviene in presenza di un piano alto), costringendo l’operatore a montare un ponteggio o ad avvalersi di un carrello elevatore al solo fine di praticare un foro nel muro.
Una soluzione a questo inconveniente à ̈ stata introdotta dal dispositivo ferma-persiana angolare a maniglia; esso oltre ad evitare all’operatore di sporgersi dalla finestra per bloccare o sbloccare la persiana, non comporta l’applicazione di alcun elemento sulla parete esterna adiacente all’infisso.
Il dispositivo si applica solidalmente sulla superficie interna della persiana, ed à ̈ costituito da una maniglia scorrevole assialmente, opportunamente reazionata da una molla interna; per bloccare la persiana in posizione di apertura dopo averla spalancata, si agisce sulla maniglia tirandola assialmente, poi ruotandola di 90 gradi ed infine contrastandola alla spalletta interna dell’infisso, così da impedire ogni movimento alla persiana.
Lo sbloccaggio della persiana avviene ripetendo all’inverso le operazioni descritte, ossia impugnando la maniglia, poi ruotandola di 90 gradi ed infine lasciando che la molla interna eserciti il richiamo assiale che riporta la maniglia in posizione di riposo.
In questo caso i principali inconvenienti sono rappresentati dal fatto che l’applicazione solidale alla superficie interna di ogni anta della persiana, ne comporta la profonda alterazione estetica.
Un altro inconveniente consiste nel fatto che il bloccaggio dell’anta può avvenire solo quando la sua massima apertura comporta una rotazione di 180 gradi, ovvero quando la persiana può essere spalancata a 180 gradi andando poi ad appoggiarsi sul muro esterno adiacente all’infisso; quando ciò non à ̈ possibile, ovvero quando esistono impedimenti spaziali (ad esempio il muro adiacente all’infisso à ̈ perpendicolare ad esso) che impediscono un’apertura a 180 gradi, il dispositivo ferma-persiana a maniglia non può essere applicato.
Si consideri, infine, che il dispositivo citato conserva l’azionamento manuale sia in fase di bloccaggio che di sbloccaggio della persiana e, per quanto più agevole rispetto ad altri dispositivi, costringe l’operatore ad agire su di esso sia all’apertura che alla chiusura delle persiane.
Un ultimo dispositivo ferma-persiana di tipo noto consiste in un’asticella rigida di cui un’estremità à ̈ vincolata ad uno snodo inglobato in un elemento a sua volta reso solidale alla superficie interna della persiana; il bloccaggio della persiana aperta avviene infilando l’estremità libera dell’asticella (allo scopo ripiegata di 90 gradi) in un foro preventivamente praticato sul davanzale della finestra.
Lo sbloccaggio della persiana avviene sollevando l’asticella e facendo fuoriuscire la sua estremità dal foro.
Anche in quest’ultimo caso si possono rilevare gli stessi inconvenienti evidenziati per il dispositivo precedente, ossia l’alterazione estetica dovuta al fatto che l’intero dispositivo rimane completamente a vista anche quando la persiana à ̈ chiusa, oltre alla permanenza dell’azionamento manuale sia in fase di bloccaggio che di sbloccaggio della persiana; a ciò si aggiunge infine la necessità di dover forare il davanzale (spesso in materiale pregiato) per creare la sede di innesto dell’estremità dell’asticella.
È infine da sottolineare che nessuno dei dispositivi citati ed attualmente noto, può essere impiegato indifferentemente su di un infisso interno o esterno; volendo chiarire, un dispositivo che nasce per il bloccaggio di una persiana, non può essere impiegato per il bloccaggio di una porta interna e viceversa se non, in alcuni casi, con adattamenti che ne pregiudicano pesantemente alcune caratteristiche.
Scopo principale della presente invenzione à ̈ di risolvere tutti i citati inconvenienti, fornendo un dispositivo in grado di bloccare automaticamente l’anta di un generico infisso, sia esso interno che esterno, semplicemente spalancando la stessa anta sino alla posizione di massima apertura, senza l’utilizzo di alcun elemento a vista fissato alla parete adiacente all’infisso oppure sulla superficie interna della generica anta.
Un altro scopo importante à ̈ quello di poter sbloccare l’anta senza che l’operatore si sporga dalla finestra o, in caso di porta interna, senza che l’operatore sia costretto a deviare dalla normale direzione di transito attraverso la porta.
Un ultimo scopo à ̈ quello di fornire un dispositivo di bloccaggio che sia durevole nel tempo, ovvero che mantenga inalterata la sua efficacia funzionale quali che siano le sollecitazioni, e la loro intensità, che agiscono sull’anta dell’infisso.
Questi ed altri scopi, come meglio appariranno dalla descrizione seguente, sono raggiunti dal dispositivo di bloccaggio di cui alla presente invenzione, che viene descritto nel seguito, in un’esecuzione preferita non limitativa di ulteriori sviluppi nell’ambito dell’invenzione, con l’aiuto delle tavole di disegni allegate che illustrano le seguenti figure:
Fig 1) la vista assonometrica del dispositivo;
Fig 2) l’esploso assonometrico del dispositivo in cui sono rappresentati assonometricamente tutti gli elementi che lo compongono;
Fig 3) la sezione trasversale della sola piastra del dispositivo, ottenuta mediante taglio con un piano ad essa perpendicolare, passante per il punto medio della sua scanalatura longitudinale; Fig 4) la vista assonometrica del dispositivo in posizione di bloccaggio, applicato al telaio superiore di un generico infisso esterno in cui la persiana à ̈ completamente spalancata;
Fig 5) la stessa vista precedente durante lo sbloccaggio del dispositivo al fine di chiudere la persiana esterna;
Fig 6) la stessa vista precedente durante la chiusura della persiana;
Il dispositivo di bloccaggio di cui alla presente invenzione à ̈ costituito da una piastra 1 di forma sostanzialmente rettangolare, dotata di una scanalatura longitudinale rettilinea 2 fungente da guida di scorrimento per un perno 3 la cui l’estremità 3.2 funge da cerniera per le estremità di una leva di rimando 4 ed una levetta di blocco 5, che risultano così vincolate ed incernierate e quindi in grado di ruotare planarmente l’una rispetto all’altra.
Una molla a trazione 6 agisce tra la levetta di blocco 5 e la leva di rimando 4, mentre una staffa 7 incernierata all’estremità della leva di rimando 4 opposta a quella incernierata alla levetta di blocco 5, à ̈ vincolata solidalmente al profilo dell’anta del generico infisso.
La piastra rettangolare 1, a sviluppo prevalentemente longitudinale, à ̈ dotata su ciascuna delle sue estremità longitudinali, di un’aletta 8 dotata di un foro 8.1 destinato al transito di una vite per il fissaggio della piastra 1 al telaio superiore od inferiore di un generico infisso.
Il fissaggio della piastra 1 indifferentemente al telaio superiore od inferiore di un generico infisso, comporta due notevoli vantaggi, ossia:
1. il dispositivo può essere applicato a tutti quegli infissi che per motivi estetici o funzionali, sono privi della traversa inferiore del telaio;
2. il dispositivo può essere applicato a qualsiasi tipo di infisso, sia esso interno (ad esempio una porta) od esterno (ad esempio una finestra).
Una delle due estremità trasversali della piastra 1 à ̈ poi dotata di un risvolto 9 che interessa tutto lo sviluppo longitudinale di detta estremità.
Come già anticipato, la piastra 1 à ̈ dotata di una scanalatura longitudinale rettilinea 2 che termina alle sue due estremità opposte in due ulteriori piccole scanalature ad essa perpendicolari rispettivamente 2.1 e 2.2.
Le scanalature 2, 2.1 e 2.2, hanno una larghezza costante ed uniforme, dimensionata per consentire in esse lo scorrimento continuo del perno 3.
Quest’ultimo, di forma preferibilmente cilindrica, à ̈ dotato di un’estremità 3.1 avente forma e dimensioni trasversali superiori alla larghezza della scanalatura 2 al fine di impedirne l’attraversamento, mentre l’estremità opposta 3.2 vincola, incernierandole, le estremità 4.1 e 5.1 rispettivamente della leva di rimando 4 e della levetta di blocco 5.
Quest’ultima si frappone tra la piastra 1 e la leva di rimando 4 ed à ̈ costituita da un elemento di forma vagamente rettangolare, larghezza costante di poco inferiore a quella della piastra 1, altezza trascurabile rispetto alle altre dimensioni (ossia praticamente piatto) ed à ̈ dotato di estremità semicircolari.
L’estremità 5.2 opposta alla 5.1, à ̈ dotata di due forellini passanti 10 e 11 riservati rispettivamente all’aggancio di una cordicella 12 e della molla 6 che agisce tra la levetta di blocco 5 e la leva di rimando 4.
Quest’ultima ha le stesse dimensioni trasversali della levetta di blocco 5, e la sua estremità 4.1 à ̈ anch’essa semicircolare; lo sviluppo longitudinale à ̈ invece maggiore della levetta 5 al fine di avvicinare il dispositivo all’anta sulla quale agire, realizzando il vincolo solidale con essa mediante la staffa 7 la cui estremità 7.1 à ̈ incernierata a quella 4.2 della leva di rimando 4 (ossia l’estremità opposta alla 4.1 incernierata invece alla levetta di blocco 5).
La staffa 7 Ã ̈ infine dotata di molteplici fori 13 che ne consentono il fissaggio al profilo superiore od inferiore della generica anta.
È da evidenziare che la generica anta può essere bloccata a qualunque angolazione, ciò essendo determinato semplicemente dalla posizione a cui si realizza il vincolo tra la piastra 1 ed il telaio dell’infisso.
Questo comporta che laddove gli spazi operativi non consentano di spalancare a 180 gradi la generica anta, à ̈ sufficiente montare la piastra 1 in posizione tale da consentire l’apertura ed il bloccaggio dell’anta nella generica posizione di massima apertura consentita.
Dopo aver descritto i singoli elementi che costituiscono il dispositivo di bloccaggio di cui alla presente invenzione, passiamo ora ad illustrarne il funzionamento.
Come già anticipato, il dispositivo può essere fissato indifferentemente al telaio superiore od inferiore di un generico infisso, potendo scegliere inoltre il lato da cui montarlo (destro o sinistro); entrambe le scanalature estreme 2.1 e 2.2 perpendicolari alla scanalatura 2, corrispondono infatti, come vedremo, alla posizione di bloccaggio della generica anta, e quindi l’utilizzo indifferente dell’una o dell’altra consente di fissare la piastra 1 indifferentemente a destra od a sinistra.
La procedura di montaggio prevede inizialmente il fissaggio della staffa 7 al profilo della generica anta; successivamente si fa scorrere il perno 3 nella scanalatura 2, previo allineamento parallelo fra la levetta di blocco 5 e la piastra 1.
Giunti a fine corsa della scanalatura 2, si ruota di 90 gradi la levetta di blocco 5 rispetto alla piastra 1 e dal contrasto tra la sua estremità arrotondata 5.1 ed il risvolto 9, il perno 3 viene spinto nella scanalatura estrema 2.1 (o 2.2) perpendicolare alla scanalatura 2.
Il contrasto tra l’estremità 5.1 della levetta di blocco 5 ed il risvolto 9, impedisce al perno 3 di uscire dalla scanalatura 2.1 (o 2.2); questa à ̈ la posizione di bloccaggio grazie alla quale il dispositivo, quando à ̈ interamente montato, blocca la generica anta impedendole la chiusura accidentale.
A questo punto si spalanca l’anta alla massima apertura consentita e si provvede al fissaggio solidale della piastra 1 al telaio dell’infisso, mediante delle idonee viti passanti nei due fori estremi 8.1.
Una volta fissato il dispositivo in questo modo, sarà sufficiente allineare nuovamente la levetta di blocco 5 e la piastra 1 rendendole parallele, onde consentire al perno 3 di uscire dalla scanalatura 2.1 o 2.2 (il che viene reso possibile dal cessato contrasto tra l’estremità 5.1 ed il risvolto 9) e scorrere nella scanalatura 2 rendendo possibile la chiusura dell’anta.
Da quanto appena visto, il blocco della generica anta in posizione di massima apertura avviene quando la levetta di blocco 5 viene posizionata perpendicolarmente alla piastra 1 in corrispondenza di una delle due estremità laterali della scanalatura 2, ovvero quando il perno 3 si trova in una delle due scanalature 2.1 o 2.2, spinto in esse dal contrasto tra l’estremità 5.1 ed il risvolto 9, provocato dal posizionamento perpendicolare della levetta di blocco 5 rispetto alla piastra 1.
Al contrario, per consentire il movimento dell’anta, il perno 3 deve poter scorrere liberamente nella scanalatura 2 e ciò à ̈ possibile solo quando la levetta 5 e la piastra 1 sono paralleli tra loro ed il perno 3 esce dalla scanalatura 2.1 (o 2.2).
In definitiva, il movimento di apertura o chiusura dell’anta richiede lo scorrimento del perno 3 nella scanalatura 2 e, quindi, il parallelismo tra la levetta di blocco 5 e la piastra 1, mentre il bloccaggio dell’anta in posizione di massima apertura avviene quando il perno 3 à ̈ giunto a fine corsa nella scanalatura 2 e viene spinto nella scanalatura 2.1 (o 2.2) a seguito del posizionamento perpendicolare della levetta di blocco 5 rispetto alla piastra 1; esiste quindi la necessità di effettuare la rotazione di 90 gradi della levetta di blocco 5 rispetto alla piastra 1, ogniqualvolta si desidera bloccare l’anta in posizione di massima apertura.
Al fine di rendere completamente automatica questa operazione, senza quindi richiedere all’operatore nessun intervento manuale, la levetta di blocco 5 e la leva di rimando 4 sono collegate da una molla a trazione 6 che esercita costantemente il richiamo della levetta 5 rispetto alla leva 4.
In virtù di ciò, quando il perno 3 si trova a scorrere nella scanalatura 2, il richiamo esercitato dalla molla 6 non può concretizzarsi in una rotazione della levetta 5 poiché ciò à ̈ impedito dal contrasto tra l’estremità 5.1 ed il risvolto 9 (si noti infatti che quando il perno 3 scorre nella scanalatura 2, la levetta 5 e la piastra 1 devono necessariamente essere paralleli).
Quando invece il perno 3 giunge a fine corsa nella scanalatura longitudinale 2 (il che corrisponde alla posizione di massima apertura), il richiamo esercitato dalla molla 6 si concretizza nella rotazione di 90 gradi della levetta 5 rispetto alla piastra 1, cui segue l’ingresso del perno 3 in una delle due scanalature 2.1 o 2.2 ed infine nel blocco dell’anta causato dal contrasto tra l’estremità 5.1 della levetta di blocco 5 ed il risvolto 9.
In questo modo il blocco dell’anta in posizione di massima apertura, à ̈ completamente automatico e l’operatore non à ̈ costretto ad effettuare alcun intervento manuale.
Le estremità opposte della molla 6, vengono rispettivamente agganciate al forellino 11 sulla levetta di blocco 5 ed al forellino 14 sulla leva di rimando 4.
Lo sbloccaggio dell’anta per la chiusura totale della stessa, ossia l’uscita del perno 3 da una delle due scanalature 2.1 o 2.2, richiede la rotazione di 90 gradi della levetta di blocco 5 al fine di allinearsi alla piastra 1, consentendo al perno 3 di uscire dalla scanalatura 2.1 (o 2.2) e di scorrere nella scanalatura 2.
Al fine di rendere agevole questa operazione, consentendo all’operatore di sbloccare l’anta senza sporgersi dalla finestra o, in caso di porta interna, senza che sia costretto a deviare dalla normale direzione di transito attraverso la porta, una cordicella 12 viene legata al forellino 10 presente sull’estremità 5.2 della levetta di blocco 5; una volta legata la cordicella 12 al forellino 10, essa viene svolta facendo in modo che risulti facilmente a portata di mano all’interno della luce dell’infisso.
Lo sbloccaggio dell’anta avviene trazionando obliquamente la cordicella 12, facendo cioà ̈ in modo di generare una forza vettoriale la cui componente orizzontale sia non-nulla ed abbia una direzione parallela alla piastra 1; in questo modo il trazionamento della cordicella 12, si ripercuote sull’estremità 5.2 della levetta di blocco 5, provocandone la rotazione e vincendo la forza elastica di richiamo esercitata dalla molla 6.
Come già visto, nel momento in cui la levetta di blocco 5 arriva ad essere parallela alla piastra 1, viene meno il contrasto tra l’estremità 5.1 ed il risvolto 9, il che consente al perno 3 di uscire dalla scanalatura 2.1 (o 2.2) potendo poi scorrere nella scanalatura 2 durante la chiusura dell’anta.
Da quanto visto, si evince chiaramente che il dispositivo di cui alla presente invenzione consente il bloccaggio in posizione di massima apertura di una qualsiasi anta a battente appartenente sia ad infissi interni che esterni, senza necessitare di alcun elemento da fissare ad una delle superfici adiacenti all’infisso oppure sulla superficie interna dell’anta.
Il bloccaggio dell’anta avviene poi in maniera completamente automatica, senza quindi richiedere all’operatore alcun intervento manuale se non quello di spalancare l’anta fino alla sua massima apertura.
L’aspetto da evidenziare à ̈ infine rappresentato dal fatto che l’efficacia funzionale del dispositivo rimane inalterata nel tempo, in virtù della mancanza di elementi o di rispettivi vincoli, che se lungamente sollecitati possano, per le loro caratteristiche, essere soggetti ad un decadimento prestazionale.

Claims (13)

  1. Rivendicazioni 1) “Dispositivo per il bloccaggio automatico nella posizione di massima apertura, dell’anta a battente di un generico infisso†, comprendente una staffa (7) dotata di fori (13) ed una piastra sostanzialmente rettangolare (1) a sviluppo longitudinale dotata su ciascuna delle due estremità longitudinali di un’aletta (8) provvista di un foro (8.1) per il passaggio di una vite di vincolo al telaio di un generico infisso, nonché dotata di una scanalatura longitudinale rettilinea (2) avente una larghezza costante opportunamente dimensionata per consentire lo scorrimento in essa di un perno (3), caratterizzato dal fatto che l’estremità (3.2) del perno (3) vincola ed incerniera l’estremità (4.1) di una leva di rimando (4) e l’estremità (5.1) di una levetta di blocco (5), e dal fatto che la scanalatura longitudinale (2) si prolunga senza soluzione di continuità in due piccole scanalature ad essa perpendicolari, ciascuna posta in corrispondenza di una delle due estremità opposte della scanalatura longitudinale (2), le due dette scanalature opposte essendo rispettivamente (2.1) e (2.2) ed aventi la stessa larghezza della scanalatura longitudinale (2), l’estremità trasversale della piastra rettangolare (1) opposta a quella più prossima alle due scanalature (2.1) e (2.2), essendo poi dotata di un risvolto (9) facente corpo con essa ed interessante tutto lo sviluppo longitudinale di detta estremità, l’estremità (7.1) della staffa (7) essendo infine incernierata all’estremità (4.2) della leva di rimando (4), mentre la restante porzione della staffa (7) à ̈ resa solidale al profilo dell’anta del generico infisso.
  2. 2) Dispositivo per il bloccaggio automatico dell’anta di cui a rivendicazione 1), caratterizzato dal fatto che una molla a trazione (6), opportunamente dimensionata, agisce tra la levetta di blocco (5) e la leva di rimando (4) esercitando un costante richiamo reciproco, allo scopo di far ruotare quando possibile le due dette leve intorno alla cerniera (3.2) che ne vincola le estremità rispettivamente (5.1) e (4.1), le due estremità opposte di detta molla (6) essendo rispettivamente agganciate al foro (11) sulla levetta di blocco (5) ed al foro (14) sulla leva di rimando (4).
  3. 3) Dispositivo per il bloccaggio automatico dell’anta di cui a rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che il posizionamento perpendicolare della levetta di blocco (5) rispetto alla piastra (1) in corrispondenza di una delle due estremità opposte della scanalatura longitudinale (2), fa nascere un contrasto tra l’estremità arrotondata (5.1) della levetta (5) ed il risvolto longitudinale (9) della piastra (1), in virtù del quale il perno (3), alla cui estremità (3.2) sono vincolate le estremità (4.1) e (5.1) rispettivamente delle due leve (4) e (5), viene spinto in una delle due scanalature (2.1) o (2.2) perpendicolari alla scanalatura longitudinale (2), il contrasto tra l’estremità (5.1) ed il risvolto longitudinale (9) quando la levetta di blocco (5) e la piastra rettangolare (1) sono perpendicolari tra loro, impedendo al perno (3) di uscire dall’estremità (2.1) oppure (2.2).
  4. 4) Dispositivo per il bloccaggio automatico dell’anta di cui a rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che quando il perno (3) si trova all’interno di una delle scanalature (2.1) o (2.2), la rotazione di 90 gradi della levetta di blocco (5) rispetto alla piastra rettangolare (1) al fine di rendere parallele tra loro le due suddette, consente al perno (3) di uscire dall’estremità (2.1) o (2.2) a causa del cessato contrasto tra l’estremità (5.1) della levetta di blocco (5) ed il risvolto longitudinale (9) della piastra rettangolare (1), il perno (3) potendo quindi tornare ad occupare ed a scorrere nella scanalatura longitudinale (2).
  5. 5) Dispositivo per il bloccaggio automatico dell’anta di cui a rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che quando il perno (3) giunge a fine corsa nella scanalatura longitudinale (2), l’azione della molla (6) provoca la rotazione della levetta di blocco (5) che si dispone perpendicolarmente alla piastra rettangolare (1), facendo entrare il perno (3) nella scanalatura (2.1) o (2.2) in virtù del contrasto tra l’estremità (5.1) della levetta di blocco (5) ed il risvolto longitudinale (9) della piastra rettangolare (1).
  6. 6) Dispositivo per il bloccaggio automatico dell’anta di cui a rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che quando il perno (3) scorre nella scanalatura longitudinale (2), l’azione della molla (6) non può provocare alcuna rotazione della levetta di blocco (5) rispetto alla piastra rettangolare (1) a causa del contrasto continuo tra il profilo laterale della levetta di blocco (5), oppure della sua estremità (5.1), ed il risvolto longitudinale (9) della piastra (1).
  7. 7) Dispositivo per il bloccaggio automatico dell’anta di cui a rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che la levetta di blocco (5) à ̈ costituita da un elemento di forma vagamente rettangolare ed estremità semicircolari, avente lunghezza idonea, larghezza costante di poco inferiore a quella della piastra (1) ed altezza trascurabile rispetto alle altre dimensioni, la levetta di blocco (5) essendo preferibilmente frapposta tra la piastra (1) e la leva di rimando (4).
  8. 8) Dispositivo per il bloccaggio automatico dell’anta di cui a rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che la leva di rimando (4), anch’essa dotata di estremità semicircolari, ha le stesse dimensioni trasversali della levetta di blocco (5), lo sviluppo longitudinale potendo invece essere maggiore della levetta (5).
  9. 9) Dispositivo per il bloccaggio automatico dell’anta di cui a rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che l’estremità (3.1) del perno (3) opposta alla (3.2), à ̈ esterna alla scanalatura longitudinale (2) ed ha dimensioni trasversali superiori alla larghezza della suddetta scanalatura longitudinale (2), impedendone quindi l’attraversamento.
  10. 10) Dispositivo per il bloccaggio automatico dell’anta di cui a rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che l’estremità (5.2) della levetta di blocco (5) opposta alla (5.1), à ̈ dotata di due forellini (10) e (11) rispettivamente destinati all’aggancio di una cordicella (12) e della molla (6) che agisce tra la levetta di blocco (5) e la leva di rimando (4), il trazionamento obliquo della cordicella (12) generando una forza vettoriale di componente orizzontale non-nulla che si ripercuote sull’estremità (5.2) della levetta di blocco (5), provocandone la rotazione rispetto alla leva di rimando (4) e vincendo la forza elastica di richiamo esercitata dalla molla (6).
  11. 11) Dispositivo per il bloccaggio automatico dell’anta di cui a rivendicazioni 1), 3), 4), 5), 6), 7), 8), 9), caratterizzato dal fatto che la molla (6) può essere di diverso tipo ed essere diversamente localizzata tra la levetta di blocco (5) e la leva di rimando (4), ad esempio può essere una molla a torsione agente tra le due suddette leve (4) e (5) in corrispondenza della cerniera (3.2) che le vincola.
  12. 12) Dispositivo per il bloccaggio automatico dell’anta di cui a rivendicazioni 1), 3), 4), 5), 6), 7), 8), 9), caratterizzato dal fatto che la molla (6) può agire tra la levetta di blocco (5) e la piastra rettangolare (1), nonché essere di qualunque tipo e comunque posizionata tra le due dette leva (5) e piastra (1).
  13. 13) Dispositivo per il bloccaggio automatico dell’anta di cui a rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che il risvolto (9) facente corpo con la piastra (1) può essere sostituito da un elemento di forma e materiale idonei, da rendere opportunamente solidale alla piastra (1) ed avente la medesima funzione del suddetto risvolto (9).
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