ITPD20100315A1 - Pinza di sollevamento, in particolare per il sollevamento di elementi con porzioni di trave a t - Google Patents

Pinza di sollevamento, in particolare per il sollevamento di elementi con porzioni di trave a t Download PDF

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ITPD20100315A1
ITPD20100315A1 IT000315A ITPD20100315A ITPD20100315A1 IT PD20100315 A1 ITPD20100315 A1 IT PD20100315A1 IT 000315 A IT000315 A IT 000315A IT PD20100315 A ITPD20100315 A IT PD20100315A IT PD20100315 A1 ITPD20100315 A1 IT PD20100315A1
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IT
Italy
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lifting
gripper according
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lifting element
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IT000315A
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Inventor
Renato Bandiziol
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Fincantieri Cantieri Navali I Taliani S P A
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Description

DESCRIZIONE
Campo di applicazione
Forma oggetto della presente invenzione una pinza di sollevamento, in particolare per il sollevamento di elementi con porzioni di trave a “T†.
La pinza secondo l’invenzione trova particolare applicazione come attrezzatura per il sollevamento di blocchi piani aperti nel settore della cantieristica navale.
Stato della tecnica
Come à ̈ noto, nella cantieristica navale e, in generale in carpenteria, per il sollevamento di elementi di grosse dimensioni sono molto utilizzate pinze con dente mobile di aggancio. Una pinza di questo tipo à ̈ illustrata nella Figura 3 allegata. La pinza A à ̈ dotata di due ganasce fisse G tra le quali agisce un dente mobile di aggancio D. La pinza A comprende inoltre un meccanismo di serraggio per gravità del dente D tale da assicurare automaticamente il bloccaggio del dente in posizione di presa sotto il peso del carico durante il sollevamento.
Uno dei limiti di questo tipo di pinze risiede nella ridotta superficie di presa e nella conseguente concentrazione localizzata degli sforzi che può generare in alcuni casi deformazioni anche molto importanti dell’elemento sollevato. Una altro limite sta nel posizionamento assimetrico del dente rispetto alle ganasce della pinza. Ciò accentua ulteriormente i problemi derivanti dalla distribuzione non omogenea degli sforzi sull’elemento sollevato.
Tipicamente questi problemi si verificano nel sollevamento dei blocchi piani aperti utilizzati nella realizzazione di settori di ponti navali (di cui à ̈ riportato un esempio nelle Figure 1 e 2). Generalmente queste strutture sono costituite da un’intelaiatura di travi a “T†, comprendente (rispetto all’asse principale della nave) travi trasversali (T1; in gergo, bagli) e travi longitudinali (T2; in gergo, anguille), alla quale sono saldate lamiere o pannelli piani. Il sollevamento di tali strutture prevede l’utilizzo di una pluralità di pinze di sollevamento con dente mobile di aggancio opportunamente distribuite in tutta la struttura. Le pinze vengono agganciate in corrispondenza delle piattabande P delle travi T1 e/o T2.
La limitata superficie di presa delle pinze utilizzate e la posizione asimmetrica del dente rispetto alla piattabanda provoca una deformazione sulla piattabanda tale da richiedere un successivo ripristino di assialità longitudinale e la riduzione dell'impronta prodotta dalla presa della pinza. Come à ̈ noto, infatti, la non-planarità delle piattebande aumenterebbe i tempi di montaggio delle sovrastrutture del ponte.
La tendenza a lavorare pannelli di dimensioni sempre maggiori, composti da lamiere sempre più sottili e travi di rinforzo sempre più leggere ha aggravato le problematiche legate alle deformazioni.
In alternativa alle pinze, il sollevamento dei blocchi piani aperti può essere effettuato utilizzando funi d’acciaio che vengono fatte passare attraverso le forature F di alleggerimento delle anime A delle travi T e quindi rinviate “a cappio†sul grillo della gru o sulle brache scorsoio. Questa modalità di sollevamento evita sostanzialmente i problemi di deformazione delle piattebande, ma pone seri problemi di sicurezza. Le funi passanti sono infatti soggette a forti sollecitazioni sulle fibre esterne e a logoramento nelle parti interne a contatto con la trave. Ciò impone di anticipare la manutenzione periodica rispetto a quanto normalmente previsto con l’utilizzo di pinze.
Presentazione dell'invenzione
Pertanto, scopo della presente invenzione à ̈ quello di eliminare gli inconvenienti della tecnica nota sopra citata, mettendo a disposizione una pinza di sollevamento, in particolare per il sollevamento di elementi con porzioni di trave a “T†, che consenta una migliore distribuzione degli sforzi sull’oggetto da sollevare nel rispetto delle condizioni di sicurezza.
Un ulteriore scopo della presente invenzione à ̈ quello di mettere a disposizione una pinza di sollevamento, in particolare per il sollevamento di elementi con porzioni di trave a “T†, che sia utilizzabile nel settore cantieristico per fare presa nelle piattabande dei bagli o delle anguille che compongono la struttura principale di un blocco piano aperto senza deformarle.
Un ulteriore scopo della presente invenzione à ̈ quello di mettere a disposizione una pinza di sollevamento, in particolare per il sollevamento di elementi con porzioni di trave a “T†, che sia di semplice utilizzo e gestione.
Un ulteriore scopo della presente invenzione à ̈ quello di mettere a disposizione una pinza di sollevamento, in particolare per il sollevamento di elementi con porzioni di trave a “T†, che sia di facile ed economica realizzazione.
Breve descrizione dei disegni
Le caratteristiche tecniche dell'invenzione, secondo i suddetti scopi, sono chiaramente riscontrabili dal contenuto delle rivendicazioni sottoriportate ed i vantaggi della stessa risulteranno maggiormente evidenti nella descrizione dettagliata che segue, fatta con riferimento ai disegni allegati, che ne rappresentano una o più forme di realizzazione puramente esemplificative e non limitative, in cui:
- la Figura 1 mostra un esempio di blocco piano aperto per la realizzazione di una porzione di un ponte di una nave;
- la Figura 2 mostra un dettaglio della Figura 1 relativo all’intelaiatura di bagli e anguille;
- la Figura 3 mostra un esempio di pinza di sollevamento con dente mobile di aggancio;
- la Figura 4 mostra una vista in prospettiva di una pinza di sollevamento secondo una forma realizzativa preferita della presente invenzione, illustrata in posizione di chiusura;
- la Figura 5 mostra una vista in esploso della pinza di Figura 4;
- la Figura 6 mostra la pinza di Figura 4 illustrata in condizione di apertura, in appoggio sulla piattabanda di una trave a T;
- la Figura 7 mostra la pinza di Figura 6 illustrata in condizione di chiusura, in appoggio e presa sulla piattabanda di una trave a T; e
- la Figura 8 mostra una vista laterale della pinza illustrata nella Figura 7.
Descrizione dettagliata
Con riferimento agli uniti disegni à ̈ stata indicata nel suo complesso con 1 una pinza di sollevamento secondo l’invenzione, destinata in particolare al sollevamento di elementi con porzioni di trave a “T†.
In accordo ad una forma realizzativa generale dell’invenzione, la pinza di sollevamento 1 comprende un elemento di sollevamento 2, in corrispondenza del quale la pinza 1 viene sollevata, una base di riscontro 3, che definisce una superficie di appoggio 4 destinata ad andare a contatto con l'elemento da sollevare tramite la pinza stessa, e due ganasce 10 e 20.
Ciascuna ganascia 10, 20 à ̈ provvista di una porzione di presa 11, 21, che à ̈ destinata ad andare a contatto con l’elemento da sollevare in opposizione rispetto alla base di riscontro 3.
Ciascuna ganascia 10, 20 à ̈ imperniata alla base di supporto 3 per basculare attorno ad un asse di imperniamento X1, X2 tra una posizione di apertura, in cui la rispettiva porzione di presa 11, 21 à ̈ allontanata dalla superficie di appoggio 4 (vedi ad esempio Figura 6), ed una posizione di chiusura, in cui la porzione di presa 11, 21 à ̈ avvicinata alla superficie di appoggio 4 per premere l’elemento da sollevare contro la base 3 (vedi ad esempio Figure 7 e 8).
Operativamente, ciascuna ganascia 10, 20 à ̈ movimentata tra le suddette due posizioni mediante una rispettiva porzione di azionamento 12, 22 disposta da una parte opposta alla porzione di presa 11, 21 rispetto all’asse di imperniamento X1, X2. Tale porzione di azionamento 12, 22 à ̈ collegata all’elemento di sollevamento 2 tramite mezzi 31, 32 di accoppiamento rototraslatorio in modo tale che ad un movimento traslatorio dell’elemento di sollevamento 2 rispetto alla base 3 lungo una direzione Y incidente la superficie di appoggio 4 corrisponda un movimento basculante delle ganasce 10, 20.
Le due ganasce 10, 20 sono imperniate alla base 3 da parti opposte rispetto all’elemento di sollevamento 2.
Grazie alla presente l’invenzione, la porzione dell’elemento da sollevare in corrispondenza della quale viene applicata la pinza non à ̈ sostanzialmente soggetta a deformazioni. Tale porzione risulta, infatti, premuta tra la superficie di appoggio 4 della base 3 e le porzioni di presa 11, 21 delle ganasce. Da un punto di vista meccanico, la base di riscontro 3 assorbe le sollecitazioni trasmesse dalle porzioni di presa 11, 21 all’elemento da sollevare.
Vantaggiosamente il meccanismo di movimentazione (che permette di premere l’elemento da sollevare contro la base di riscontro) à ̈ inoltre strutturato in modo tale che le ganasce siano mantenute nella posizione di chiusura, e quindi in spinta verso la base di riscontro, per gravità.
Infatti, come già messo in evidenza, grazie ai mezzi di accoppiamento roto-traslatorio l’elemento di sollevamento 2 à ̈ libero di traslare (entro i limiti permessi dalla lunghezza e conformazione delle due ganasce 10, 20) rispetto la base di riscontro 3 lungo una direzione Y incidente (preferibilmente ortogonale) alla superficie di appoggio 4 della base 3. Quando le ganasce 10, 20 sono nella posizione di apertura, l’elemento di sollevamento 2 à ̈ avvicinato alla base di riscontro 3; quando le ganasce 10, 20 sono nella posizione di chiusura, l’elemento di sollevamento 2 à ̈ allontanato dalla base di riscontro 3.
Operativamente, quando la pinza 1 à ̈ sotto sforzo, cioà ̈ quando in corrispondenza dell’elemento di sollevamento 2 viene applicata una forza avente almeno una componente ortogonale alla superficie di appoggio 4 opposta alla forza peso, l’elemento di sollevamento 2 viene allontanato dalla base di riscontro 3. Grazie ai mezzi di accoppiamento roto-traslatorio a tale movimento traslatorio dell’elemento di sollevamento corrisponde un movimento rotatorio delle due ganasce che passano così dalla posizione aperta alla posizione chiusa.
Preferibilmente, i mezzi di accoppiamento rototraslatorio comprendono per ciascuna ganascia almeno un perno 31 ed almeno un apertura asolata 32, ricavati rispettivamente sull’elemento di sollevamento 2 e sulla porzione di azionamento 12, 22 o viceversa. Tali mezzi 30 di accoppiamento sono dimensionati in modo da associare il movimento basculante delle due ganasce 10, 20 ad un movimento traslatorio dell’elemento di sollevamento 2.
Preferibilmente, come si può osservare in particolare nelle Figure 4, 5 e 6, la base di riscontro 3 comprende un elemento piano 5 provvisto di una prima faccia 5a, che definisce la suddetta superficie di appoggio 4, e di una seconda faccia 5b, opposta alla prima e rivolta verso l’elemento di sollevamento 2.
Operativamente, la planarità della superficie di appoggio 4 consente una distribuzione omogenea delle sollecitazioni soprattutto nel caso in cui la porzione dell’elemento da sollevare dove à ̈ applicata la pinza sia piana. Ciò si verifica in particolare nel caso in cui l’elemento da sollevare presenti porzioni di travi a T, come ad esempio nei blocchi piani aperti nel settore della cantieristica navale.
In accordo alla soluzione realizzativa preferita illustrata nelle Figure allegate, le due ganasce 10, 20 sono imperniate alla base di riscontro 3 simmetricamente rispetto ad un piano di simmetria S che à ̈ ortogonale alla superficie di appoggio 4 e parallelo agli assi di imperniamento X1, X2 delle ganasce.
L’asse Y di traslazione dell’elemento di sollevamento 2 giace su tale piano di simmetria S ed à ̈ preferibilmente ortogonale alla superficie di appoggio 4.
Ancora più preferibilmente, le due ganasce 10, 20 sono simmetriche sia nella forma e dimensioni, sia nell’imperniamento alla base 3 rispetto al suddetto piano di simmetria S. In questo caso l’asse Y di traslazione dell’elemento di sollevamento 2 giace su tale piano di simmetria S ed à ̈ necessariamente ortogonale alla superficie di appoggio 4
Come si può osservare in particolare nelle Figure 4 e 7, la base di riscontro 3 comprende almeno una porzione di imperniamento 6 per le ganasce 10, 20. Tale porzione 6 si estende preferibilmente in direzione ortogonale dalla seconda faccia 5b dell’elemento piano 5 ed à ̈ costituita, ad esempio, da una aletta piana.
Preferibilmente, la base di riscontro 3 comprende mezzi 41 per guidare il movimento traslatorio dell’elemento di sollevamento 2 rispetto alla base 3.
In accordo alla soluzione realizzativa illustrata nelle Figure allegate, tali mezzi di guida comprendono almeno una scanalatura 41 lungo la quale à ̈ scorrevolmente impegnato il perno 31 dei mezzi di accoppiamento rototraslatorio. In particolare, tale scanalatura 41 à ̈ ricavata nella suddetta porzione di imperniamento 6.
Preferibilmente, ciascuna porzione di presa 11, 21 à ̈ costituita da un elemento allungato disposto parallelamente all’asse di imperniamento X1, X2, come ad esempio un corpo tubolare. Ciò permette di aumentare la superficie di presa e di conseguenza migliorare la distribuzione delle sollecitazioni. Analogamente à ̈ preferibile che l’asse di imperniamento X1, X2 e quindi l’asse di orientamento longitudinale degli elementi allungati sia parallelo alla superficie di appoggio 4.
Vantaggiosamente, ciascuna ganascia 10, 20 comprende almeno una leva 13 o 23, che porta associata ad una prima estremità 13a o 23a la porzione di presa 11, 21 (costituita in particolare da un elemento allungato) e che definisce con una seconda estremità 13b, 23b la porzione di azionamento 12, 22. La ganascia à ̈ imperniata alla base di riscontro 3 in un punto della leva 13, 23 intermedio tra le suddette due estremità.
In accordo alla soluzione realizzativa preferita illustrata nelle Figure allegate, ciascuna ganascia 10, 20 comprende due leve 13 o 23, solidali tra loro nel movimento basculante tra le posizioni di apertura e di chiusura. Le due leve 13 o 23 sono entrambe imperniate alla base di riscontro 3 e associate all’elemento di sollevamento 2 tramite i suddetti mezzi di accoppiamento roto-traslatorio. Preferibilmente le due leve sono collegate ad estremità opposte dell’elemento allungato che definisce la porzione di presa 11 o 21, in modo da assicurare una migliore distribuzione delle sollecitazioni.
Preferibilmente, i mezzi di accoppiamento rototraslatorio comprendono un singolo perno 31 che à ̈ meccanicamente associato alle porzioni di azionamento 12, 22 di ciascuna ganascia 10, 20 in corrispondenza di rispettive aperture asolate 32. Tale perno singolo 31 à ̈ parallelo agli assi di imperniamento X1, X2 delle ganasce e alla superficie di appoggio 4 della base di riscontro 3.
Più in dettaglio, come illustrato in particolare nelle figure 5 e 8, l’elemento di sollevamento 2 comprende una boccola 51 all’interno della quale à ̈ rotazionalmente inserito il suddetto perno singolo 31. A tale boccola 51 à ̈ associato esternamente almeno un golfare 52 da utilizzare per l’inserimento di funi o catene.
Preferibilmente, la pinza 1 comprende mezzi 60 per bloccare il movimento delle ganasce 10, 20 o nella posizione di chiusura o nella posizione di apertura. In particolare tali mezzi di bloccaggio possono consistere in una o più spine 60 da inserire in opportuni fori passanti 61 ricavati nelle leve e nelle porzioni di imperniamento.
Più in dettaglio, il bloccaggio delle ganasce nella posizione di chiusura (i.e. con le ganasce avvicinate alla superficie di appoggio) à ̈ preferibile per ragioni di sicurezza, in particolare per evitare aperture accidentali delle ganasce durante la fase di sollevamento a causa, ad esempio, di tiro obliquo del carico.
Il bloccaggio delle ganasce nella posizione di apertura (i.e. con le ganasce allontanate dalla superficie di appoggio) à ̈ funzionale al posizionamento e alla rimozione della pinza. Senza tale bloccaggio le ganasce per gravità tenderebbero a chiudersi obbligando così l’operatore ad intervenire.
In accordo alla soluzione realizzativa particolarmente preferita della presente invenzione, illustrata nelle Figure allegate, la base di riscontro 3 comprende un lastra piana 5. In prossimità di due bordi opposti della lastra 5 si estendono ortogonalmente due alette 6, parallele tra loro. In corrispondenza della linea di mezzeria della lastra 5 ciascuna aletta 6 à ̈ provvista di una scanalatura ortogonale 41 che definisce l’asse di traslazione Y dell’elemento di sollevamento 2. Quest’ultimo à ̈ costituito da una boccola 51 (dotata esternamente di un golfare 52) che supporta internamente un perno 31 le cui estremità sono scorrevolmente inserite nelle suddette due scanalature.
Ciascuna aletta 6 definisce una porzione di imperniamento per le due ganasce 10 e 20. Le due ganasce sono simmetriche sia nella forma, sia nell’imperniamento alla base 3, rispetto ad un piano di simmetria S che à ̈ ortogonale alla superficie di appoggio 4 e passa per la linea di mezzeria longitudinale della lastra 5. L’asse Y di traslazione dell’elemento di sollevamento 2 giace su tale piano di simmetria S ed à ̈ ortogonale alla superficie di appoggio 4.
Più in dettaglio, ciascuna ganascia 10, 20 comprende due leve 13 o 23 che portano ad una loro prima estremità 13a, 23a un corpo tubolare 11, 21 (i.e. la porzione di presa). Alla seconda estremità di ciascuna leva 13 o 23 à ̈ ricavata un’apertura asolata 32, all’interno della quale à ̈ inserita un’estremità del perno 31. Ciascuna leva à ̈ imperniata ad una delle due alette piane 6 in un punto intermedio tra le due estremità. Gli assi di imperniamento X1, X2 delle due ganasce sono paralleli tra loro e al piano di simmetria S.
Su ciascuna aletta 6 sono imperniate due leve, una per ciascuna ganascia. Le due leve sono disposte su facce opposte dell’aletta. Vantaggiosamente, per eliminare possibili sfregamenti e frizioni tra l’aletta e le leve si possono utilizzare distanziatori, ad esempio in Teflon. Analogamente si possono prevedere elementi distanziatori anche tra le parti a contatto lungo l’asse del perno 31, ad esempio tra le leve e le alette e tra le leve e la boccola.
Come già accennato in precedenza, la pinza 1 sopra descritta à ̈ particolarmente adatta per il sollevamento di elementi dotati di porzioni di trave a T, sulle quali si individuano una piattabanda ed una anima ad essa ortogonale.
Operativamente, la superficie di appoggio 4 della base di riscontro 3 viene appoggiata sulla piattabanda con le due ganasce bloccate aperte tramite le spine di sicurezza 60. Le spine 60 sono quindi estratte per consentire la chiusura delle ganasce (o quantomeno l’avvicinamento alla superficie di appoggio). Una volta estratte le spine, l’operatore solleva l’elemento di sollevamento provocando l’avvicinamento per gravità delle ganasce alla superficie di appoggio. A questo punto le spine sono infilate nuovamente e si può procedere in sicurezza alle operazioni di sollevamento. L’elemento di sollevamento 2 viene allontanato dalla base 3 (ad esempio mettendo in tiro la fune collegata al golfare) fino a portare completamente in chiusura le due ganasce 10 e 20. Si effettuano le operazioni inverse per liberare la pinza. Non appena si estraggono le spine, il peso dell’elemento di sollevamento apre le ganasce. A questo punto le spine sono nuovamente infilate per bloccare le ganasce in posizione di apertura.
La base di riscontro 3 assorbe tutte le sollecitazioni impresse alla piattabanda dalle porzioni di presa.
L’elevata superficie di presa offerta dai corpi tubolari permette di distribuire su una superficie maggiore le sollecitazioni.
La struttura simmetrica delle due ganasce simmetriche assicura una distribuzione omogenea ed equilibrata delle sollecitazioni su entrambe le ali della piattabanda. Il piano di simmetria S della pinza 1 si trova infatti sostanzialmente allineato con l’anima della trave a T.
Vantaggiosamente, le leve delle ganasce possono essere dimensionate in modo tale che nella posizione di chiusura le porzioni di presa premano non solo contro la piattabanda, ma anche contro l’anima della trave a T. Ciò consente di trasmettere parte delle sollecitazioni all’anima.
L’invenzione permette di ottenere numerosi vantaggi in parte già descritti.
La pinza 1 secondo l’invenzione consente di evitare i problemi di deformazione che si verificano tipicamente nelle piattebande utilizzando pinze con dente mobile di aggancio.
L’azione di compressione esercitata dalla pinza sulla porzione pinzata consente di evitare deformazioni all’elemento da sollevare anche in presenza di carico non perfettamente perpendicolare.
La pinza 1 secondo l’invenzione assicura una superiore superficie di presa rispetto ad una tradizionale pinza di sollevamento. Ciò consente di aumentare il carico per singola pinza e quindi - a parità di peso dell’elemento da sollevare – di ridurre il numero di pinze.
La pinza secondo l’invenzione offre un maggiore numero di soluzioni nelle operazioni di sollevamento, in particolare di pannelli di dimensioni maggiori, spessori delle lamiere più sottili e profili di dimensioni minori.
La pinza secondo l’invenzione permette di migliorare anche le condizioni sicurezza nelle manovre di armamento della pinza. La pinza viene appoggiata sulla piattabanda e l’operatore interviene solo per azionare la spina di sicurezza delle ganasce nelle posizioni aperte o chiuse.
L’invenzione così concepita raggiunge pertanto gli scopi prefissi.
Ovviamente, essa potrà assumere, nella sua realizzazione pratica anche forme e configurazioni diverse da quella sopra illustrata senza che, per questo, si esca dal presente ambito di protezione.
Inoltre tutti i particolari potranno essere sostituiti da elementi tecnicamente equivalenti e le dimensioni, le forme ed i materiali impiegati potranno essere qualsiasi a seconda delle necessità.

Claims (14)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Pinza di sollevamento, in particolare per il sollevamento di elementi con porzioni di trave a “T†, comprendente un elemento di sollevamento (2), in corrispondenza del quale la pinza (1) viene sollevata, una base di riscontro (3), che definisce una superficie di appoggio (4) destinata ad andare a contatto con l'elemento da sollevare tramite detta pinza (1), e due ganasce (10, 20), ciascuna delle quali à ̈ provvista di una porzione di presa (11, 21) ed à ̈ imperniata alla base di supporto (3) per basculare attorno ad un asse di imperniamento (X1, X2) tra una posizione di apertura, in cui la rispettiva porzione di presa (11, 21) à ̈ allontanata dalla superficie di appoggio (4), ed una posizione di chiusura, in cui la porzione di presa (11, 21) à ̈ avvicinata alla superficie di appoggio (4) per premere detto elemento da sollevare contro la base (3), ciascuna ganascia (10, 20) essendo movimentata tra dette due posizioni mediante una rispettiva porzione di azionamento (12, 22) disposta da una parte opposta alla porzione di presa (11, 21) rispetto all’asse di imperniamento (X1, X2), detta porzione di azionamento (12, 22) essendo collegata a detto elemento di sollevamento (2) tramite mezzi (31, 32) di accoppiamento roto-traslatorio in modo tale che ad un movimento traslatorio dell’elemento di sollevamento (2) rispetto alla base (3) lungo una direzione (Y) incidente la superficie di appoggio (4) corrisponda un movimento basculante delle ganasce (10, 20), le due ganasce (10, 20) essendo imperniate a detta base (3) da parti opposte rispetto a detto elemento di sollevamento (2).
  2. 2. Pinza secondo la rivendicazione 1, in cui detti mezzi di accoppiamento roto-traslatorio comprendono per ciascuna ganascia almeno un perno (31) ed almeno un apertura asolata (32), ricavati rispettivamente su detto elemento di sollevamento (2) e su detta porzione di azionamento (12, 22) o viceversa, detti mezzi (30) di accoppiamento essendo dimensionati in modo da associare il movimento basculante delle due ganasce (10, 20) ad un movimento traslatorio dell’elemento di sollevamento (2).
  3. 3. Pinza secondo la rivendicazione 1 o 2, in cui detta base di riscontro (3) comprende un elemento piano (5) provvisto di una prima faccia (5a), che definisce detta superficie di appoggio (4), e di una seconda faccia (5b), opposta alla prima e rivolta verso l’elemento di sollevamento (2).
  4. 4. Pinza secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, in cui dette due ganasce (10, 20) sono imperniate a detta base di riscontro (3) simmetricamente rispetto ad un piano di simmetria (S) ortogonale a detta superficie di appoggio (4) e parallelo agli assi di imperniamento (X1, X2) delle ganasce, l’asse (Y) di traslazione dell’elemento di sollevamento (2) giacendo su detto piano di simmetria (S) ed essendo preferibilmente ortogonale alla superficie di appoggio (4).
  5. 5. Pinza secondo la rivendicazione 3 o 4, in cui detta base di riscontro (3) comprende almeno una porzione di imperniamento (6) per dette ganasce (10, 20), che si estende dalla seconda faccia (5b) di detto elemento piano (5).
  6. 6. Pinza secondo una più delle rivendicazioni precedenti, in cui detta base di riscontro (3) comprende mezzi (41) per guidare il movimento traslatorio dell’elemento di sollevamento (2).
  7. 7. Pinza secondo le rivendicazioni 2 e 6, in cui detti mezzi di guida comprendono almeno una scanalatura (41) lungo la quale à ̈ scorrevolmente impegnato il perno (31) dei mezzi di accoppiamento roto-traslatorio.
  8. 8. Pinza secondo le rivendicazioni 5 e 7, in cui detta scanalatura (41) Ã ̈ ricavata su detta porzione di imperniamento (6).
  9. 9. Pinza secondo una o più delle rivendicazioni procedenti, in cui ciascuna porzione di presa (11, 21) à ̈ costituita da un elemento allungato disposto parallelamente all’asse di imperniamento (X1, X2), detto asse di imperniamento (X1, X2) essendo preferibilmente parallelo a detta superficie di appoggio (4).
  10. 10. Pinza secondo la rivendicazione 9, in cui ciascuna ganascia (10, 20) comprende almeno una leva (13, 23) che porta associata ad una prima estremità (13a, 23a) detta porzione di presa (11, 21) e che definisce con una seconda estremità (13b, 23b) detta porzione di azionamento (12, 22), la ganascia essendo imperniata a detta base (3) in un punto di detta leva (13, 23) intermedio tra dette due estremità.
  11. 11. Pinza secondo la rivendicazione 10, in cui ciascuna ganascia (10, 20) comprende due leve (13, 23), solidali tra loro nel movimento basculante, entrambe imperniate a detta base di riscontro (3) e associate a detto elemento di sollevamento (2), preferibilmente dette due leve essendo collegate ad estremità opposte dell’elemento allungato che definisce la porzione di presa (11, 21).
  12. 12. Pinza secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, in cui detti mezzi di accoppiamento rototraslatorio comprendono un singolo perno (31) che à ̈ meccanicamente associato alle porzioni di azionamento (12, 22) di ciascuna ganascia (10, 20) in corrispondenza di rispettive aperture asolate (32), detto perno singolo (31) essendo parallelo agli assi di imperniamento (X1, X2) delle ganasce.
  13. 13. Pinza secondo la rivendicazione 12, in cui detto elemento di sollevamento (2) comprende una boccola (51) all’interno della quale à ̈ rotazionalmente inserito detto perno singolo (31), a detta boccola (51) essendo esternamente associato almeno un golfare (52).
  14. 14. Pinza secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, comprendente mezzi (60) per bloccare il movimento delle ganasce (10, 20) nella posizione di chiusura o nella posizione di apertura.
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