ITPD20090335A1 - Elemento edilizio modulare per la realizzazione di intercapedini in genere, ad esempio vespai, pavimenti e tetti areati - Google Patents

Elemento edilizio modulare per la realizzazione di intercapedini in genere, ad esempio vespai, pavimenti e tetti areati Download PDF

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Description

DESCRIZIONE
“Elemento edilizio modulare per la realizzazione di intercapedini in genere, ad esempio vespai, pavimenti e tetti areatiâ€
La presente invenzione si riferisce ad un elemento edilizio modulare per la realizzazione di intercapedini, ad esempio vespai, pavimenti e tetti areati.
Nel settore edilizio, sia civile sia industriale, à ̈ noto l’utilizzo di intercapedini aerate sotto i pavimenti o in corrispondenza di tetti, per l’eliminazione di umidità e gas eventualmente presenti nel terreno, oppure per la distribuzione di impianti e reti tecnologiche.
Una soluzione per la realizzazione di tali strutture à ̈ rappresentata dall’uso di casseforme modulari, come ad esempio quelle descritte nel brevetto italiano n.1253374.
Tali casseforme comprendono tipicamente una calotta con base quadrata o rettangolare che si può appoggiare ad una superficie di supporto, normalmente un solaio o un magrone tramite almeno quattro supporti collegati da almeno altrettante arcate. La posa avviene tramite l’incastro tra le arcate di due elementi contigui, con una loro parziale sovrapposizione, in modo da formare una superficie solida e continua e consentire la rapida realizzazione di una piattaforma pedonabile sopra cui viene eseguito un getto di calcestruzzo.
In questo modo, al di sotto del getto di calcestruzzo, resta definita un’intercapedine che consente di realizzare un’adeguata ventilazione e, più in generale, protezione dall’umidità, oppure il passaggio di impianti di vario tipo.
Questa soluzione realizzativa, che quindi prevede una posa tramite un sistema ad incastro, pur risultando particolarmente semplice e veloce richiede l’utilizzo di una serie di elementi di dimensioni identiche da apporre l’uno di fianco all’altro, con sovrapposizione lungo i bordi.
È pertanto facilmente comprensibile come in tale modo non sia possibile coprire superfici regolari di qualsiasi dimensione, ma solamente superfici che abbiano dimensioni legate ad un multiplo dell’interasse, sempre costante, dell’elemento modulare di base.
Pertanto, nella pratica, in corrispondenza dei bordi della superficie da ricoprire, vengono tagliate le casseforme in maniera da ottenere una copertura completa.
Tuttavia, tale soluzione si rivela poco pratica in quanto le casseforme tagliate dovranno, in alcuni casi, essere adeguatamente supportate, richiedendo quindi un maggiore tempo di posa, sfridi e costi maggiori.
Una soluzione alternativa à ̈ fornita dalla domanda di brevetto WO 2001 088298 che prevede l’utilizzo di un elemento accessorio che consente di collegare due casseforme consecutive posizionandole ad una distanza superiore rispetto a quella consentita dall’incastro o riempiendo lo spazio rimanente al bordo se le casseforme vengono poste in opera in continuo.
In pratica, tale accessorio à ̈ realizzato come un condotto ad arco che può essere incastrato in corrispondenza delle arcate presenti nelle casseforme. È tuttavia facile comprendere come tale soluzione si riveli scarsamente pratica ed economica nell’utilizzo richiedendo l’uso di ulteriori elementi - oltre alle casseforme - per la realizzazione dell’intercapedine. Inoltre, gli accessori descritti nella domanda di brevetto sopra menzionata presentano una parete laterale chiusa, che in alcuni casi, deve essere opportunamente aperta durante l’installazione per evitare di creare delle discontinuità nell’intercapedine, richiedendo quindi anche l’uso di utensili e manodopera aggiuntiva per l’installazione.
Altra soluzione consiste nel riempire con pezzi di polistirolo lo spazio libero al contorno degli elementi posizionati. Tali pezzi spesso sono sagomati all'uopo preventivamente. Qualora vengano utilizzati al contorno tali elementi, ne consegue comunque un impedimento alla ventilazione delle fondazioni al bordo, limitando così l’espulsione dell’umidità racchiusa nei muri perimetrali, in particolare nel caso delle ristrutturazioni. Pertanto, il problema tecnico che à ̈ alla base della presente invenzione à ̈ quello di fornire un elemento modulare edilizio per la realizzazione di intercapedini che consenta di ovviare agli svantaggi sopra menzionati con riferimento alla tecnica nota.
Tale problema à ̈ risolto dall’elemento edilizio modulare secondo la rivendicazione 1. Caratteristiche secondarie della presente invenzione sono definite nelle corrispondenti rivendicazioni dipendenti.
La presente invenzione presenta alcuni rilevanti vantaggi. Il vantaggio principale consiste nel fatto che, grazie alla variabilità dell’interasse, l’elemento edilizio modulare secondo la presente invenzione consente di ottenere intercapedini, ad esempio vespai, pavimenti e tetti areati, in superfici regolari di dimensioni qualsiasi, senza richiedere l’uso di elementi accessori o di modifiche alla struttura dell’elemento modulare.
Altri vantaggi, caratteristiche e modalità d’impiego della presente invenzione risulteranno evidenti dalla seguente descrizione dettagliata di alcune forme di realizzazione, presentate a scopo esemplificativo e non limitativo. Verrà fatto riferimento alle figure dei disegni allegati, in cui:
la figura 1 Ã ̈ una vista prospettica che illustra un elemento edilizio modulare secondo la presente invenzione;
la figura 2 à ̈ una vista laterale dell’elemento modulare di figura 1;
le figura 3 à ̈ una vista in pianta dell’elemento modulare di figura 1;
la figura 4 à ̈ un’illustrazione laterale schematica che mostra la connessione di due elementi modulari secondo la presente invenzione secondo differenti posizioni operative;
le figure da 5A a 5C sono viste in pianta che illustrano tre differenti esempi di installazione degli elementi modulari secondo la presente invenzione secondo le differenti posizioni operative di figura 4; e
la figure 6A, 6B, 6C e 6D sono illustrazioni laterali schematiche che mostrano la connessione tra due elementi modulari realizzati rispettivamente secondo la forma di realizzazione di figura 1 e secondo altre tre differenti forme di realizzazione.
Con riferimento inizialmente alla figura 1, un elemento edilizio modulare à ̈ indicato genericamente con il numero di riferimento 1. Esso comprende una superficie di copertura a sviluppo sostanzialmente orizzontale 10 che, in particolare, si sviluppa sostanzialmente parallela ad una superficie di posa 100, illustrata schematicamente nella figura 2, al di sopra della quale superficie di posa 100 viene realizzata l’intercapedine secondo modalità che verranno descritte a seguire.
È evidente che il termine orizzontale si riferisce all’orientamento complessivo della superficie 10 rispetto ad una superficie di appoggio, quindi coincidente con la superficie di posa 100, a seguito della posa dell’elemento modulare 1.
Secondo una forma di realizzazione descritta nei disegni allegati, la superficie di copertura 10 ha forma sostanzialmente a cupola, e si estende su una base quadrata, come illustrato in figura 3. È evidente che la superficie di copertura potrebbe avere molte altre forme ed essere a base anche rettangolare. La presente descrizione relativa alla forma a cupola à ̈ quindi fornita solo a titolo esemplificativo e non limitativo-La superficie orizzontale 10 à ̈ supportata da quattro supporti 11, che mantengono la superficie 10 sollevata rispetto ad una superficie di appoggio, analogamente agli elementi modulari per la realizzazione di intercapedini realizzati secondo tecnica nota. L’elemento 1 comprende inoltre, tra due supporti 11 attigui, rispettive prime e seconde porzioni di collegamento 2 e 3, nella presente forma di realizzazione a forma di arcata, le quali, quando l’elemento modulare 1 à ̈ appoggiato sulla superficie di posa 100, sui supporti 11, definiscono quattro rispettive aperture 12 ed un volume al di sotto della superficie 10. In particolare, le porzioni di collegamento 2 e 3, quando l’elemento à ̈ in appoggio sulla superficie di posa 100, si estendono a partire dalla stessa formando le arcate suddette.
Nella presente forma di realizzazione, la prima porzione di collegamento 2, presenta una pluralità di sedi 22, su ciascuna delle quali può essere sovrapposto un aggetto 31 presente sulla porzione 3. Più precisamente, quando l’aggetto 31 di un elemento 1 viene disposto in una delle sedi 22 di un ulteriore elemento 1 si otterrà una connessione di tipo maschio-femmina tra i due elementi, realizzando quindi una superficie di copertura continua atta quindi a realizzare un’intercapedine continua, come si può vedere in figura 5A. In altre parole, tramite la connessione, le aperture 12 di due elementi modulari 1 vengono messe in comunicazione, ottenendo quindi un unico volume continuo al di sotto delle superfici 10.
Con riferimento quindi alla figura 4, la presenza di una pluralità di sedi 22 consente di connettere due elementi modulari 1 secondo differenti posizioni operative in ciascuna delle quali gli elementi 1 avranno differente interasse i. In particolare, a titolo esemplificativo, in figura viene illustrato il caso in cui la porzione di collegamento 2 presenta tre sedi 22, in maniera da poter effettuare la connessione tra i due elementi modulari 1 rispettivamente secondo gli interessi i, i' ed i''.
Si noti che in questo caso l’interasse à ̈ valutato rispetto ad un’asse di simmetria A della cupola tra elementi contigui e delimitata da due mezze superfici 10 ampliate dalle porzioni di connessione 2 e 3, tuttavia potranno evidentemente essere presi in considerazione anche differenti riferimenti per la valutazione della distanza durante la posa tra due elementi modulari 1 attigui.
Come evidente dal confronto tra le figure da 5A a 5C, la possibilità di connettere gli elementi 1 secondo differenti interassi consente di poter utilizzare la medesima tipologia di elemento 1 per la copertura di superfici di differenti dimensioni anche nelle due direzioni, e la conseguente copertura totale o quasi dell’intercapedine progettata o da realizzare. Ovverosia, la sommatoria delle variazioni degli interassi copre la porzione che rimarrebbe scoperta se l’interasse fosse costante come attualmente à ̈ nella tecnica nota. Più precisamente gli elementi contigui, tramite le variazioni dell’interasse suddette, possono coprire totalmente, o quasi totalmente, il vuoto rimanente tra il continuo degli elementi ed il contorno effettivo da coprire se gli elementi fossero ad interasse costante.
Con riferimento ora alla figura 3, l’elemento modulare 1 presenta preferibilmente una pianta a forma quadrata o quadrangolare, con i supporti 11 disposti in corrispondenza degli spigoli dello stesso e le porzioni di collegamento 2 e 3 disposte in corrispondenza dei lati del quadrato o del rettangolo. Più generalmente l’elemento modulare 1 potrebbe avere più di quattro supporti 11 ed una superficie di copertura 10 indicativamente concava, piana oppure convessa, con la parte superiore organizzata per formare o accettare un chiusino che consenta l’ispezionabilità dell’intercapedine.
Più precisamente, supposto che l’elemento 1 sia caratterizzato da quattro supporti, l’elemento 1 comprende due prime porzioni di connessioni 2, disposte su lati consecutivi e due seconde porzioni di collegamento 3, disposte sugli altri due lati consecutivi.
Inoltre, le prime porzioni di collegamento 2 presentano una pluralità di creste 21, che definiscono le sedi 22 stesse, e consentono di mantenere bloccati due elementi 1 nella posizione prescelta una volta che sono stati connessi.
Tale caratteristica consente di fornire stabilità alla struttura e renderla calpestabile durante le fasi di posa.
È anche evidente, come si vedrà in dettaglio a seguire in relazione ad altre forme di realizzazione, che possono essere utilizzati anche differenti mezzi atti a realizzare il bloccaggio degli elementi modulari 1 nella posizione operativa prescelta.
La soluzione finora descritta si rivela quindi notevolmente vantaggiosa in quanto l’elemento modulare secondo la presente invenzione può essere realizzato come pezzo unico semplicemente tramite stampaggio, con modalità e costi analoghi alle casseforme tradizionali, potendo tuttavia essere adattabile a superfici di qualsiasi dimensione senza richiedere modifiche o l’uso di elementi accessori. In questo caso, infatti, le porzioni di collegamento 2, 3 ed i mezzi che ne consentono il bloccaggio sono realizzati integrali all’elemento modulare 1, con una notevole semplificazione nella fabbricazione, nello stoccaggio, nel trasporto e nell’installazione.
Con riferimento quindi alle figure da 6A a 6D, viene illustrata la connessione tra due elementi modulari 1 secondo la forma di realizzazione finora descritta e secondo tre ulteriori forme di realizzazione.
Come si può notare in figura 6A, l’aggetto 31 realizzato in corrispondenza della porzione di collegamento 3 viene inserito in una delle sedi 22 presenti nella porzione 2, consentendo quindi di realizzare uno dei tre interassi possibili fra gli elementi.
Tale connessione fornisce quindi continuità alle superfici 10 dei due elementi, definendo una superficie continua, sopra la quale si potrà effettuare una colata di calcestruzzo in maniera da ottenere l’intercapedine desiderata, per realizzare, ad esempio, vespai o pavimenti e tetti areati.
La figura 6B rappresenta una forma di realizzazione alternativa, nella quale la porzione 2 presenta una superficie liscia 23 sulla quale sarà appoggiata la seconda porzione 3, eventualmente in corrispondenza dell’aggetto 31, che potrà volendo essere fissata tramite mezzi di fissaggio qualsiasi, quali viti, chiodi, rivetti o simili, non illustrati in figura, nella posizione prescelta. E’ qui indicato, anche se non necessario, che la porzione 2 presenta un blocco di estremità 24 che consente di mantenere la porzione 3 sulla superficie liscia 23, permettendo di formare uno degli infiniti interassi possibili. Una terza forma di realizzazione à ̈ rappresentata nella figura 6C, nella quale la prima porzione 2 à ̈ provvista di uno o più perni 25, fissabili in differenti posizioni sulla superficie liscia 23. Tale(i) perno(i) viene inserito su un’apposita(e) sede(i) 32 della seconda porzione di collegamento 3, consentendo il fissaggio di un interasse i fra i comunque infiniti possibili non fissati.
Infine, ulteriore forma di realizzazione à ̈ rappresentata dalla figura 6D, nella quale uno o più perni 33 sono invece presenti in corrispondenza della seconda porzione di collegamento 3 e vengono ospitati all’interno di una o più di apposite sedi 26 realizzate in corrispondenza della porzione 2, consentendo quindi la realizzazione di una pluralità di interassi.
Si può comunque notare come in tutti i casi suddetti, l’installazione avvenga tramite la posa successiva di elementi 1 alla distanza desiderata l’uno dall’altro, ottenendone il posizionamento stabile tramite differenti soluzioni realizzative.
La presente invenzione à ̈ stata fin qui descritta con riferimento a forme preferite di realizzazione. È da intendersi che possano esistere altre forme di realizzazione che afferiscono al medesimo nucleo inventivo, tutte rientranti nell’ambito di protezione delle rivendicazioni qui di seguito esposte.

Claims (10)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Elemento edilizio modulare (1) per la realizzazione di intercapedini, ad esempio vespai, pavimenti e tetti areati, comprendente una superficie di copertura (10) ed una pluralità di supporti (11) atti a consentirne l’appoggio ad una superficie di appoggio (100) in maniera tale da definire rispettive aperture (12) in corrispondenza di prime (2) e seconde (3) porzioni di collegamento ed un volume al di sotto di detta superficie (10), la prima porzione di collegamento (2) dell’elemento (1) essendo sovrapponibile ad una seconda porzione di collegamento (3) di un ulteriore elemento modulare (1) in maniera da definire una superficie continua atta a realizzare un’intercapedine continua, caratterizzato dal fatto che dette prime e seconde porzioni di collegamento (2, 3) sono tra loro sovrapponibili secondo una pluralità di posizioni operative, ciascuna delle quali à ̈ atta a realizzare il collegamento di due elementi modulari (1) con differenti interassi (i, i', i'') tra elementi (1) contigui.
  2. 2. Elemento modulare (1) secondo la rivendicazione 1, comprendente mezzi atti a realizzare il bloccaggio (21, 22, 31; 25, 32; 26, 33) degli elementi modulari (1) in una posizione operativa prescelta.
  3. 3. Elemento modulare (1) secondo la rivendicazione 1 o 2, in cui detta superficie di copertura (10) presenta una pianta a forma sostanzialmente quadrata o rettangolare e comprende due prime porzioni di collegamento (2), rispettivamente disposte su lati consecutivi del quadrato o del rettangolo e due seconde porzioni di collegamento (3), rispettivamente disposte su altri due lati consecutivi del quadrato o del rettangolo.
  4. 4. Elemento modulare secondo una delle rivendicazioni precedenti, in cui dette prima e seconda porzioni di collegamento (2, 3) sono realizzate assieme all’elemento (1) come corpo unico tramite stampaggio.
  5. 5. Elemento modulare (1) secondo le rivendicazioni da 1 a 4, in cui dette prime porzioni di collegamento (2) comprendono una o più sedi (22) atte ad ospitare uno o più aggetti (31) di detta seconda porzione di collegamento (3).
  6. 6. Elemento modulare (1) secondo la rivendicazione 5, comprendente una pluralità di sedi (22), ed in cui detta prima porzione di collegamento (2) comprende una o più creste (21) tra dette sedi (22), dette creste (21) essendo atte a realizzare il bloccaggio degli elementi modulari (1) in una posizione operativa prescelta, ovverosia un predeterminato interasse.
  7. 7. Elemento modulare (1) secondo la rivendicazione 5 o 6, in cui detta o dette sede/i (22) e/o detto o detti aggetto/i (31) e/o detta o dette cresta/e (21) sono realizzate come corpo unico rispettivamente su dette prima e seconda porzione di collegamento (2, 3).
  8. 8. Elemento modulare (1) secondo una delle rivendicazioni da 1 a 4, in cui detta prima porzione (2) comprende una superficie liscia (23) sulla quale viene sovrapposta detta seconda porzione (3) in una di detta pluralità di posizioni operative.
  9. 9. Elemento modulare (1) secondo una delle rivendicazioni da 1 a 4 e la rivendicazione 8, in cui detta prima porzione (2) comprende uno o più perni (25) su detta superficie liscia (23), atti ad essere ospitati all’interno di una o più rispettive sedi (32) realizzate nella seconda porzione di collegamento (3).
  10. 10. Elemento modulare (1) secondo una delle rivendicazioni da 1 a 4 e la rivendicazione 8, in cui detta prima porzione di collegamento (2) comprende una o più sedi (26) e detta seconda porzione di collegamento (3) comprende uno o più perni (33) atti ad essere inseriti in una di dette sedi (26).
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