ITMO20110057A1 - Dispositivo per il riempimento di unita' di contenimento di liquidi biologici - Google Patents

Dispositivo per il riempimento di unita' di contenimento di liquidi biologici Download PDF

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Description

“DISPOSITIVO PER IL RIEMPIMENTO DI UNITA’ DI CONTENIMENTO DI LIQUIDI BIOLOGICI†.
DESCRIZIONE
La presente invenzione si riferisce ad un dispositivo per il riempimento di unità di contenimento di liquidi biologici, ad esempio di cellule staminali, di concentrati piastrinici, di siero collirio, di plasma, etc. ...
Generalmente, per effettuare il riempimento di unità di contenimento di liquidi biologici quali le cellule staminali o i concentrati piastrinici, si utilizzano dei dispositivi di tipo noto provvisti di mezzi di collegamento di una siringa contenente il liquido biologico ad una pluralità di unità di contenimento da riempire.
Più in particolare, questi mezzi di collegamento definiscono un canale di passaggio del liquido biologico provvisto di una luce di ingresso, collegabile alla siringa contenente il liquido biologico, ed una pluralità di luci di uscita, associabili alle unità da riempire.
Alcuni di questi dispositivi di tipo noto sono descritti da DE 19934491 e da EP 1930033.
Questi dispositivi di tipo noto presentano però degli inconvenienti.
Essi, infatti, sono utilizzabili unicamente con unità di contenimento di tipo morbido o flessibile, ovvero le cui pareti sono deformabili fino a combaciare tra loro.
Più in particolare, i dispositivi di tipo noto vengono utilizzati esclusivamente con unità di contenimento di tipo morbide in quanto possono essere agevolmente svuotate dell’aria contenuta al loro interno, facilitandone così il successivo completo riempimento.
I dispositivi di tipo noto non sono quindi utilizzabili con unità di contenimento semirigide, ovvero caratterizzate da pareti di spessore maggiore rispetto a quelle morbide e deformabili elasticamente, sebbene questa tipologia di unità di contenimento sia preferibile a quelle morbide in quanto consente di controllare in modo più preciso ed agevole l’erogazione del liquido biologico verso l’esterno.
Più in dettaglio, le unità semirigide non vengono utilizzate con i dispositivi di tipo noto sopraccitati in quanto non possono essere svuotate completamente dell’aria contenuta al loro interno, impedendone così il completo riempimento. Il liquido biologico introdotto nel canale di passaggio dalla siringa riesce a risalire verso le unità di contenimento semirigide solo lungo un tratto del canale stesso a causa della presenza di aria che ne impedisce l’ulteriore avanzamento.
Ne consegue, quindi, che i dispositivi di tipo noto per il riempimento di unità di contenimento di liquidi biologici, quali cellule staminali e concentrati piastrinici, presentano un campo di applicazione limitato al solo impiego di unità di contenimento morbide, le quali sono però da considerarsi peggiorative rispetto a quelle di tipo semirigido in quanto non consentono l’erogazione controllata del liquido biologico stesso.
II compito principale della presente invenzione à ̈ quello di escogitare un dispositivo per il riempimento di unità di contenimento di liquidi biologici che sia utilizzabile sia per il riempimento di unità morbide che di unità semirigide.
All’intemo di questo compito, uno scopo del presente trovato à ̈ quindi quello di escogitare un dispositivo che presenti un’ampia flessibilità di impiego e che consenta all’operatore di utilizzare la tipologia di unità dì contenimento più adatta alle specifiche condizioni del caso ed al tipo di liquido biologico da conservare.
Altro scopo del presente trovato à ̈ quello di escogitare un dispositivo per il riempimento di unità di contenimento di liquidi biologici che consenta di superare i menzionati inconvenienti della tecnica nota nell’ambito di una soluzione semplice, razionale, di facile ed efficace impiego e dal costo contenuto.
Gli scopi sopra esposti sono raggiunti dal presente dispositivo per il riempimento di unità di contenimento di liquidi biologici, comprendente: - mezzi di collegamento di almeno una siringa contenente un liquido biologico ad una pluralità di unità di contenimento da riempire on il liquido biologico stesso, detti mezzi di collegamento definendo almeno un canale di passaggio del liquido biologico provvisto di almeno una luce di ingresso, collegabile a detta siringa, e di una pluralità di luci di uscita, collegabili a dette unità di contenimento;
caratterizzato dal fatto che detti mezzi di collegamento comprendono almeno una sacca di compensazione definente una camera di compensazione disposta lungo detto canale di passaggio ed interposta tra detta luce di ingresso e dette luci di uscita.
Altre caratteristiche e vantaggi della presente invenzione risulteranno maggiormente evidenti dalla descrizione di una forma di esecuzione preferita, ma non esclusiva, di un dispositivo per il riempimento di unità di contenimento di liquidi biologici, illustrata a titolo indicativo, ma non limitativo, nelle unite tavole di disegni in cui:
la figura 1 à ̈ una vista in alzato frontale di un dispositivo secondo il trovato per il riempimento di unità di contenimento di liquidi biologici in una prima forma di realizzazione;
la figura 2 à ̈ una vista in alzato frontale di un dispositivo secondo il trovato per il riempimento di unità di contenimento di un liquido biologico in una seconda forma di realizzazione.
Con particolare riferimento a tali figure, si à ̈ indicato globalmente con il numero di riferimento 1 un dispositivo per il riempimento di unità di contenimento di un liquido biologico quale, ad esempio, cellule staminali, concentrati piastrinici, siero collirio, plasma, etc. . ..
Si precisa che il termine preparati piastrinici à ̈ utilizzato nella presente trattazione per intendere sia i concentrati piastrinici che i gel piastrinici da essi derivati. Infatti, come noto al tecnico del settore, i gel piastrinici sono ottenuti dall’aggiunta di sostanze di attivazione, quali la trombina, autoioga ed omologa, e la batroxobina, ad un concentrato piastrinico o PRP.
Analogamente, il termine cellule staminali à ̈ utilizzato nella presente descrizione per intendere sia le cellule cordonali che le cellule periferiche. Il dispositivo 1 comprende mezzi di collegamento 2 di almeno una siringa contenente un liquido biologico ad una pluralità di unità 3 di contenimento, da riempire con il liquido biologico stesso.
Le unità 3, ad esempio realizzate in PVC, etivinilacetato, ÈVA, poliuretano, politene, polipropilene, etc..., possono essere sia di tipo flessibile che di tipo semirigido.
Più particolarmente, come già anticipato nell’ introduzione, con il termine “flessibile†o “morbide†usati nella presente trattazione, si intendono le unità di contenimento che, a seguito di una depressione esercitata al loro interno consentono alle proprie pareti esterne di contattarsi rispettivamente, mentre con il termine “semirigide†si intendono le unità di contenimento che, sebbene deformabili, non consentono alle proprie pareti opposte di contattarsi reciprocamente a seguito di una depressione interna. Le unità di contenimento morbide sono quindi deformabili anaelasticamente e le unità di contenimento semirigide sono deformabili elasticamente, ovvero tendono a ritornare nella loro configurazione originaria nel momento in cui termina l’azione di pressione o di depressione esercitata su di esse.
Vantaggiosamente, i mezzi di collegamento 2 definiscono almeno un canale 4 di passaggio del liquido biologico provvisto di almeno una luce di ingresso 5, destinata a ricevere la siringa contenente il liquido biologico, e di una pluralità di luci di uscita 6, collegabili alle unità 3.
Secondo il trovato, i mezzi di collegamento 2 comprendono almeno una sacca di compensazione 7 che definisce una camera di compensazione 8 disposta lungo il canale 4 ed interposta tra la luce di ingresso 5 e le luci di uscita 6.
Vantaggiosamente, la sacca di compensazione 7 à ̈ di tipo flessibile, ovvero esercitando una adeguata depressione al suo interno à ̈ possibile fare combaciare le sue pareti opposte. Inoltre, la sacca di compensazione 7 à ̈ di tipo deformabile anaelasticamente, ovvero a seguito della sua deformazione tende a rimanere nella configurazione deformata.
Più particolarmente, la camera di compensazione 8 che presenta una prima apertura 8 a comunicante con la luce di ingresso 5 ed una seconda apertura 8b comunicante con le luci di uscita 6. Nella forma di realizzazione rappresentata nelle figure, la prima apertura 8a à ̈ disposta sostanzialmente da parte opposta rispetto alla seconda apertura 8b.
Preferibilmente, i mezzi di collegamento 2 comprendono almeno un primo corpo 12a, che definisce la luce di ingresso 5 e che à ̈ associato alla sacca di compensazione 7 in corrispondenza della prima apertura 8a, ed un secondo corpo 12b, che definisce le luci di uscita 6 e che à ̈ associato alla sacca di compensazione 7 in corrispondenza della seconda apertura 8b. Il secondo corpo 12b à ̈ quindi interposto tra le unità 3 e la sacca di compensazione 7. Opportunamente, il primo ed il secondo corpo 12a e 12b sono di tipo rigido.
In una alternativa forma di realizzazione, non rappresentata nelle figure, la camera di compensazione 8 definisce una prima apertura 8a comunicante con la luce di ingresso 5 e definisce, sostanzialmente da parte opposta, le luci di uscita 6. In questa alternativa forma di realizzazione, i mezzi di collegamento 2 comprendono un primo corpo 12a che definisce la luce di ingresso 5 e che à ̈ associato alla sacca di compensazione 7 in corrispondenza della prima apertura 8a.
Preferibilmente, i mezzi di collegamento 2 comprendono uno o più condotti di derivazione 10 che si diramano dal canale 4 in corrispondenza delle luci di uscita 6 e che sono collegabili alle unità 3 di contenimento del liquido biologico.
Più in dettaglio, come rappresentato nelle forme di realizzazione di figura 1 e di figura 2, il secondo corpo 12b definisce almeno in parte i condotti di derivazione 10, ovvero comprende uno o più tratti tubolari che si sviluppano da un tratto comune definente le luci di uscita 6.
Opportunamente, i mezzi di collegamento 2 comprendono anche almeno un elemento tubolare 11 associato al secondo corpo 12b o alla sacca di compensazione 7, ad esempio in modo amovibile, e definente almeno in parte un relativo condotto di derivazione 10. Gli elementi tubolari 11 sono, preferibilmente, di tipo semirigido.
Più in dettaglio, nelle forme di realizzazione rappresentate nelle figure 1 e 2, i mezzi di collegamento 2 comprendono un elemento tubolare 11 associato amovibilmente al secondo corpo 12b in corrispondenza della zona di estremità di ciascun tratto tubolare. I condotti di derivazione 10 sono quindi definiti in parte dai tratti tubolari del secondo corpo 12b ed in parte dagli elementi tubolari 11 associati a tali tratti tubolari.
Gli elementi tubolari 11 possono presentare una o più diramazioni, ciascuna delle quali à ̈ associata ad una corrispondente unità 3.
Nella forma di realizzazione di figura 1, gli elementi tubolari 11 sono realizzati di pezzo con le unità 3 e comprendono un relativo elemento di collegamento lla,llb.
Ciascun elemento di collegamento 1 la, 1 lb à ̈ attraversato dal condotto di derivazione 10 definito dal relativo elemento tubolare 11.
Vantaggiosamente, ciascun elemento di collegamento 1 la,l lb comprende almeno una prima porzione Ila, associata al secondo corpo 12b, ed almeno una seconda porzione llb, associata solidalmente all’unità 3. Preferibilmente, la prima porzione 1 la à ̈ separabile dalla seconda porzione l lb in modo da interrompere il relativo condotto di derivazione 10 e da definire una luce di uscita del liquido biologico contenuto nella corrispondente unità 3.
Opportunamente, l’elemento di collegamento 1 la, llb presenta ima zona di giunzione 14 della prima e della seconda porzione Ila e llb che à ̈ atta a definire, a seguito della rimozione della prima porzione I la la luce di uscita della sostanza contenuta all’ interno dell’unità 3.
Vantaggiosamente, la prima porzione Ila à ̈ provvista di mezzi di chiusura 15 della luce di uscita del liquido biologico definita a seguito della sua rimozione.
Più particolarmente, i mezzi di chiusura 15 comprendono almeno un incavo cieco atto ad essere calzato sul tratto di estremità della seconda porzione llb definito a seguito della rimozione della prima porzione Ila.
Preferibilmente, l’elemento di collegamento 11 a, llb comprende mezzi per la separazione 16 delle due porzioni 1 la e llb.
Nella preferita forma di realizzazione rappresentata in figura 1, i mezzi per la separazione 16 comprendono almeno due coppie di alette di presa disposte da parti opposte rispetto alla zona di giunzione 14.
Più particolarmente, i mezzi per la separazione 16 comprendono almeno una prima coppia di alette di presa associate alla prima porzione Ila ed almeno una seconda coppia di alette di presa associate alla seconda porzione llb.
Vantaggiosamente, l’incavo cieco 15, atto a ricoprire il tratto di estremità della seconda porzione 1 lb, à ̈ definito in corrispondenza di una aletta della prima coppia di alette di presa 16a.
Le coppie di alette di presa 16 sono impugnabili da un operatore e sono destinate ad essere ruotate tra loro in senso opposto in modo tale da snervare il materiale che costituisce l’elemento di collegamento 1 la, 1 lb e strappare sostanzialmente la prima porzione Ila dalla seconda porzione 1 lb.
Vantaggiosamente, il canale 4 comprende almeno una bocca di uscita 17 dell’ aria.
Nella bocca di uscita 17 à ̈ opportunamente inserito, come rappresentato nelle figure 1 e 2, un dispositivo di filtraggio 18 antibatterico dell’ aria in ingresso, atto ad evitare che il liquido biologico trattato venga contaminato con impurità esterne. Opportunamente, il dispositivo di filtraggio 18 à ̈ provvisto di una membrana idrofoba e traspirante, atta quindi a lasciare passare l’aria ma non le sostanze liquide.
Preferibilmente, i mezzi di collegamento 2 comprendono almeno un elemento valvolare 19 disposto lungo il canale 4 ed azionabile per mettere selettivamente in comunicazione la luce di ingresso 5 con la camera di compensazione 8 o con la bocca di uscita 17.
Qualora al liquido biologico inserito all’ interno dell’unità 3 debba essere aggiunta una o più sostanze di attivazione, come nel caso del gel piastrinico dove al concentrato piastrinico (PRP) devono essere aggiunte sostanze quali la trombina e la batroxobina, almeno uno tra il canale 4 ed i condotti di derivazione 10 comprende almeno una bocca aggiuntiva 20 per l’inserimento di tali sostanze di attivazione nelle unità 3.
Vantaggiosamente, nella forma di realizzazione di figura 2, la bocca aggiuntiva 20 Ã ̈ definita in corrispondenza degli elementi tubolari 1 1.
Più in dettaglio, nella forma di realizzazione di figura 2, gli elementi tubolari 11 presentano una diramazione che definisce la bocca aggiuntiva 20, destinata a ricevere dei mezzi di immissione delle sostanze di attivazione non rappresentati nelle figure, e che à ̈ provvista di un corpo valvolare 21.
Il corpo valvolare 21 à ̈ costituito da un materiale elasticamente deformabile, noto al tecnico del settore, atto a consentire Γ inserimento dei mezzi di immissione, ovvero dell’ago di una siringa, ed a richiudersi autonomamente al momento della loro estrazione.
In una alternativa forma di realizzazione, la bocca aggiuntiva 20 à ̈ definita lungo il canale 4, à ̈ distinta dalla bocca di uscita 17 ed à ̈ interposta tra la luce di ingresso 5 e la sacca di compensazione 7.
In una ulteriore forma di realizzazione alternativa, non rappresentata nelle figure, la bocca aggiuntiva 20 coincide con la bocca di uscita 17 delParia. Più particolarmente, in questa forma di realizzazione, il dispositivo 1 comprende un elemento ausiliario conformato ad Y che si dirama dal canale 4 e che à ̈ provvisto di un primo tratto comune, atto ad inserirsi nella bocca di uscita 17, definita sui mezzi di collegamento 2 e di due secondi tratti atti a ricevere, rispettivamente, il dispositivo di filtraggio 18 dell’aria ed i mezzi di immissione delle sostanze di attivazione. Le sostanze di attivazione entrano quindi nel condotto principale 4 attraverso la medesima apertura che consente l’ingresso e l’uscita dell’aria nel condotto principale stesso.
Il funzionamento del dispositivo secondo il trovato à ̈ il seguente.
Prima di iniettare il liquido biologico all’interno del canale 4, si provvede, mediante la siringa contenente il liquido biologico stesso o mediante una siringa sterile, ad aspirare almeno una parte dell’aria contenuta all’interno dei mezzi di raccordo 2. Più particolarmente, si posiziona l’elemento valvolare 19 in modo tale da collegare tra loro la luce di ingresso 5 e la camera di compensazione 8 e si provvede ad aspirare tutta l’aria contenuta all’intemo della camera di compensazione stessa, fino a far combaciare le pareti che la delimitano.
L’aria così aspirata viene poi erogata verso l’esterno agendo sull’elemento valvolare 19, in modo tale da mettere in comunicazione la luce di ingresso 5 con la bocca di uscita 17 dell’aria.
Successivamente si provvede ad iniettare il liquido biologico all’ interno della camera di compensazione 8 agendo nuovamente sull’elemento valvolare 19.
Una volta riempita la camera di compensazione 8 si orienta il dispositivo 1 con le unità 3 rivolte verso il basso, in modo tale da facilitare l’accumulo delle bolle d’aria verso l’alto.
A questo punto, supponendo che le unità 3 siano di tipo semirigido, che come si à ̈ visto à ̈ la situazione più difficile da trattare, agendo su ciascuna unità 3 si richiama il liquido biologico contenuto all’intemo della camera di compensazione 8. Più particolarmente, premendo e rilasciando le pareti che delimitano ciascuna unità 3 si espelle l’aria contenuta al loro interno e, per effetto del ritorno delle pareti nella posizione originaria, si esercita un’azione di richiamo del liquido biologico contenuto nella camera di compensazione 8. Risulta ovvio per il tecnico del settore che il volume delle unità 3 e quello dei condotti di derivazione 10 e del canale 4 devono essere opportunamente dimensionati per consentire questa azione di richiamo.
Pertanto, l’aria contenuta nelle unità 3 viene trasferita all’interno della camera di compensazione 8 e sostituita con un corrispondente volume di liquido biologico.
Una volta che tutte le unità 3 sono state riempite con il liquido biologico, si provvede a chiudere i condotti di derivazione 10, ad esempio mediante saldatura, ed a separare le unità 3 dai mezzi di collegamento 2.
Il funzionamento del dispositivo secondo il trovato risulta di immediata comprensione per il tecnico del settore nel caso in cui le unità 3 siano di tipo flessibile.
Si à ̈ in pratica constatato come il trovato descritto raggiunga gli scopi proposti e in particolare si sottolinea il fatto che consente di effettuare il riempimento, in modo agevole e pratico, sia di unità di contenimento di tipo flessibile che di tipo semirigido.
Mediante l’utilizzo del dispositivo secondo il trovato, l’operatore può dunque scegliere quale tipologia di unità di contenimento utilizzare a seconda delle circostanze e della destinazione di impiego.
In particolare, il dispositivo secondo il trovato consente di utilizzare le unità di contenimento semirigide per i derivati piastrinici, per siero collirio e simili, dove tale impiego à ̈ particolarmente raccomandato in virtù del migliore dosaggio che tali unità semirigide consentono di ottenere.

Claims (13)

  1. RIVENDICAZIONI 1) Dispositivo (1) per il riempimento di unità di contenimento di liquidi biologici, comprendente: - mezzi di collegamento (2) di almeno una siringa contenente un liquido biologico ad una pluralità di unità (3) di contenimento da riempire on il liquido biologico stesso, detti mezzi di collegamento (2) definendo almeno un canale (4) di passaggio del liquido biologico provvisto di almeno una luce di ingresso (5), collegabile a detta siringa, e di una pluralità di luci di uscita (6), collegabili a dette unità (3) di contenimento; caratterizzato dal fatto che detti mezzi di collegamento (2) comprendono almeno una sacca di compensazione (7) definente una camera di compensazione (8) disposta lungo detto canale (4) di passaggio ed interposta tra detta luce di ingresso (5) e dette luci di uscita (6).
  2. 2) Dispositivo (1) secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detta sacca di compensazione (7) Ã ̈ di tipo deformabile anaelasticamente.
  3. 3) Dispositivo (1) secondo la rivendicazione 1 o 2, caratterizzato dal fatto che detta sacca di compensazione (7) definisce una camera di compensazione (8) che presenta una prima apertura (8a) comunicante con detta luce di ingresso (5) ed almeno una seconda apertura (8b), disposta sostanzialmente da parte opposta di detta prima apertura (8 a) e comunicante con dette luci di uscita (6).
  4. 4) Dispositivo (1) secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detti mezzi di collegamento (2) comprendono almeno un primo corpo (12a), definente detta luce di ingresso (5) ed associato a detta sacca di compensazione (7) in corrispondenza di detta prima apertura (8a), ed almeno un secondo corpo (12b), associato a detta sacca di compensazione (7) in corrispondenza di detta seconda apertura (8b) e definente dette luci di uscita (6).
  5. 5) Dispositivo (1) secondo la rivendicazione 1 o 2, caratterizzato dal fatto che detti mezzi di collegamento (2) comprendono almeno un primo corpo (12a) definente detta luce di ingresso (5) e dal fatto che detta camera di compensazione (8) presenta una prima apertura (8a) associata a detto primo corpo (12a) e definisce, da parte opposta di detta prima apertura (8a), dette luci di uscita (6).
  6. 6) Dispositivo (1) secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detti mezzi di raccordo (2) definiscono uno o più condotti di derivazione (10) che si diramano da dette luci di uscita (6) e che sono collegabili a dette unità (3) di contenimento.
  7. 7) Dispositivo (1) secondo la rivendicazione 6, caratterizzato dal fatto che detti mezzi di raccordo (2) comprendono almeno un elemento tubolare (11) associato a detto secondo corpo (12b) o a detta sacca di compensazione (7) in corrispondenza di dette luci di uscita (6) e definente almeno in parte un relativo condotto di derivazione (10).
  8. 8) Dispositivo (1) secondo la rivendicazione 7, caratterizzato dal fatto che detto almeno un elemento tubolare (11) à ̈ realizzato di pezzo con una relativa unità (3) di contenimento.
  9. 9) Dispositivo (1) secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detto canale (4) di passaggio comprende almeno una bocca di uscita (17) dell’ aria.
  10. 10) Dispositivo (1) secondo la rivendicazione 9, caratterizzato dal fatto che detta bocca di uscita (17) Ã ̈ interposta tra detta luce di ingresso (5) e detta sacca di compensazione (7).
  11. 11) Dispositivo (1) secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detti mezzi di collegamento (2) comprendono almeno un elemento valvolare (19) azionabile per mettere selettivamente in comunicazione detta luce di ingresso (5) con detta sacca di compensazione (7) o con detta bocca di uscita (17).
  12. 12) Dispositivo (1) secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che almeno uno tra detto canale (4) di passaggio e detti condotti di derivazione (10) comprendono almeno una bocca aggiuntiva (20) per Γ inserimento di almeno una sostanza aggiuntiva in dette unità (3) di contenimento.
  13. 13) Dispositivo (1) secondo la rivendicazione 12, caratterizzato dal fatto che detta bocca aggiuntiva (20) à ̈ definita lungo detto canale (4) di passaggio ed à ̈ interposta tra detta luce di ingresso (5) e detta sacca di compensazione (7).
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