ITMO20090152A1 - Macchina, particolarmente del tipo di benne o polipi per il recupero di materiale - Google Patents

Macchina, particolarmente del tipo di benne o polipi per il recupero di materiale Download PDF

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ITMO20090152A1
ITMO20090152A1 IT000152A ITMO20090152A ITMO20090152A1 IT MO20090152 A1 ITMO20090152 A1 IT MO20090152A1 IT 000152 A IT000152 A IT 000152A IT MO20090152 A ITMO20090152 A IT MO20090152A IT MO20090152 A1 ITMO20090152 A1 IT MO20090152A1
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IT
Italy
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machine
fluid
opening
dynamic
mouth
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IT000152A
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Massimo Negrini
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Negrini Srl
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    • EFIXED CONSTRUCTIONS
    • E02HYDRAULIC ENGINEERING; FOUNDATIONS; SOIL SHIFTING
    • E02FDREDGING; SOIL-SHIFTING
    • E02F3/00Dredgers; Soil-shifting machines
    • E02F3/04Dredgers; Soil-shifting machines mechanically-driven
    • E02F3/28Dredgers; Soil-shifting machines mechanically-driven with digging tools mounted on a dipper- or bucket-arm, i.e. there is either one arm or a pair of arms, e.g. dippers, buckets
    • E02F3/36Component parts
    • E02F3/40Dippers; Buckets ; Grab devices, e.g. manufacturing processes for buckets, form, geometry or material of buckets
    • E02F3/413Dippers; Buckets ; Grab devices, e.g. manufacturing processes for buckets, form, geometry or material of buckets with grabbing device
    • BPERFORMING OPERATIONS; TRANSPORTING
    • B66HOISTING; LIFTING; HAULING
    • B66CCRANES; LOAD-ENGAGING ELEMENTS OR DEVICES FOR CRANES, CAPSTANS, WINCHES, OR TACKLES
    • B66C3/00Load-engaging elements or devices attached to lifting or lowering gear of cranes or adapted for connection therewith and intended primarily for transmitting lifting forces to loose materials; Grabs
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    • B66C3/16Grabs opened or closed by driving motors thereon by fluid motors

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Description

Descrizione di Brevetto per Invenzione Industriale avente per titolo:
“MACCHINA, PARTICOLARMENTE DEL TIPO DI BENNE O POLIPI PER IL RECUPERO DI MATERIALE”.
DESCRIZIONE
La presente invenzione si riferisce ad una macchina, particolarmente del tipo di benne o polipi per il recupero di materiale in acqua ma non solo. Le macchine note utilizzate per il recupero di materiale in acqua, quali benne o polipi, comprendono generalmente un corpo di sostegno di due o più valve mobili tra una configurazione aperta ed una configurazione chiusa e mezzi di movimentazione delle valve stesse.
Tali mezzi di movimentazione, possono essere costituiti da cavi di acciaio associati alla superficie esterna delle valve oppure possono essere di tipo fluidodinamico.
Nel caso in cui i mezzi di movimentazione delle valve siano di tipo fluidodinamico, è necessario prevedere dei mezzi di sicurezza atti ad evitare l’accidentale apertura delle valve e quindi la dispersione del materiale raccolto.
Tali mezzi di sicurezza sono generalmente posizionati sulla gru che movimenta la benna.
Questo posizionamento dei mezzi di sicurezza comporta però alcuni inconvenienti.
Infatti, i mezzi di sicurezza così posizionati non consentono di evitare l’apertura delle valve nel caso in cui si danneggino accidentalmente i condotti di alimentazione dei mezzi fluidodinamici interposti tra la gru e le valve stesse, ovvero disposti a valle dei mezzi di sicurezza.
Ovviamente, maggiore è l’estensione lineare di tali condotti, maggiore è la probabilità che una parte di essi venga danneggiata accidentalmente da fattori esterni.
Per ovviare a questi inconvenienti, ultimamente, i mezzi di sicurezza vengono posizionati sulle stesse benne in modo tale da ridurre quanto più possibile l’estensione dei condotti che trasportano il fluido di lavoro e che sono interposti tra i mezzi di sicurezza ed i mezzi fluidodinamici.
Per questa ragione, le gru di ultima generazione sono sprovviste dei sopraccitati mezzi di sicurezza i quali, come detto, sono posizionati direttamente sulle benne.
Queste tipologie di benne note, sia quelle provviste dei mezzi di sicurezza che quelle prive di tali mezzi di sicurezza presentano però alcuni inconvenienti.
Infatti, le benne o i polipi di tipo noto escono dalla fabbrica con un allestimento e con delle caratteristiche tecnico-funzionali ben determinate e non modificabili, che ne limitano la flessibilità di impiego e vincolano la macchina a determinati utilizzi.
Queste macchine non sono quindi adattabili alle esigenze dell’utilizzatore, esigenze che possono anche variare durante l’attività lavorativa, sia per motivi tecnici che per motivi economici.
Infatti, le macchine di tipo noto per il recupero di materiale in acqua, ma non solo, sono realizzate con un allestimento definito e non modificabile, che può comportare difficoltà nell’impiego sinergico con altre macchine, quali le gru atte e movimentare le benne ed i polipi stessi.
Più particolarmente, le benne o i polipi privi dei mezzi di sicurezza risultano difficilmente utilizzabili con le gru di nuova generazione, anch’esse prive di tali mezzi, e viceversa.
D’altra parte, le benne provviste dei mezzi di sicurezza integrati risultano essere sensibilmente più costose delle benne prive di tali mezzi, per cui spesso l’ingente investimento economico iniziale che esse richiedono ne limita ulteriormente lo sviluppo commerciale e tecnico.
Π compito principale della presente invenzione è quello di escogitare una macchina, particolarmente del tipo di benne o polipi per il recupero di materiale, che sia caratterizzata da una notevole flessibilità di impiego, ovvero che possa facilmente essere adatta a differenti esigenze tecnicofunzionali ed economiche.
Uno scopo del presente trovato è quello di escogitare una macchina per il recupero di materiale che possa essere facilmente utilizzata sia con la maggior parte delle gru presenti nelle aree portuali, ovvero provviste dei mezzi di sicurezza per i mezzi fluidodinamici che movimentano le valve delle benne o dei polipi, sia con le gru di ultima generazione prive di tali mezzi di sicurezza.
Uno scopo del presente trovato è quello di escogitare una macchina per il recupero di materiale che richieda un costo inferiore rispetto alle benne di tipo noto provviste dei mezzi di sicurezza, ma che al contempo possa essere implementata a piacere sulla base delle esigenze tecniche e delle disponibilità economiche dell’utilizzatore.
Altro scopo del presente trovato è quello di escogitare una macchina, particolarmente del tipo di benne o polipi per il recupero di materiale, che consenta di superare i menzionati inconvenienti della tecnica nota nell’ambito di una soluzione semplice, razionale, di facile ed efficace impiego e dal costo contenuto.
Gli scopi sopra esposti sono raggiunti dalla presente macchina, particolarmente del tipo di benne o polipi, per il recupero di materiale, comprendente almeno un corpo di sostegno di almeno due valve e mezzi fluidodinamici atti a movimentare dette valve, caratterizzata dal fatto di comprendere almeno un pannello di supporto associato solidalmente a detto corpo di sostegno e provvisto di mezzi di connessione amovibili ad almeno un dispositivo accessorio per il passaggio del fluido di lavoro da e verso detti mezzi fluidodinamici.
Altre caratteristiche e vantaggi della presente invenzione risulteranno maggiormente evidenti dalla descrizione di una forma di esecuzione preferita, ma non esclusiva, di una macchina, particolarmente del tipo di benne o polipi per il recupero di materiale, illustrata a titolo indicativo, ma non limitativo, nelle unite tavole di disegni in cui:
la figura 1 è ima vista prospettica di una macchina secondo il trovato;
la figura 2 è un ingrandimento di un particolare della macchina di figura 1 ; la figura 3 è una vista in pianta dall’alto del pannello di supporto della macchina secondo il trovato associato alle linee di alimentazione e scarico dei mezzi fluidodinamici;
la figura 4 è una vista in prospettiva del pannello di supporto di figura 3; la figura 5 è una vista in alzato laterale del corpo di sostegno della macchina secondo il trovato;
la figura 6 è una vista in pianta dall’alto del pannello di supporto della macchina secondo il trovato con indicati i canali di passaggio del fluido di lavoro;
la figura 7 è una vista in alzato laterale del pannello di figura 6;
la figura 8 è una vista in alzato frontale del pannello di figura 6;
la figura 9 è una vista in alzato posteriore del pannello di figura 6;
la figura 10 è una vista schematica del circuito idraulico della macchina secondo il trovato.
Con particolare riferimento a tali figure, si è indicato globalmente con il numero di riferimento 1 una macchina, particolarmente del tipo di benne o polipi per il recupero di materiale.
La macchina 1, in particolare, presenta caratteristiche tali da consentirne l’impiego sia per il recupero di materiale in acqua (e.g. sul fondo del mare, di fiumi e di laghi), sia per il recupero di materiale sulla terra ferma.
La macchina 1 comprende un corpo 2 di sostegno di una o più valve 3.
Vantaggiosamente, il corpo 2, internamente cavo, comprende almeno un’apertura 4 passante che, nel caso in cui la macchina 1 venga adoperata in acqua, è atta a ridurre la spinta di galleggiamento che agisce sul corpo stesso.
In una preferita forma di realizzazione, all’interno dell’apertura 4 è alloggiato un corpo pieno, non visibile nelle figure, atto a fungere da zavorra per incrementare il peso del corpo 2 e ridurre al contempo la spinta di galleggiamento che agisce su di esso.
Secondo il trovato, la macchina 1 comprende almeno un pannello 5 di supporto associato solidalmente al corpo 2 e provvisto di mezzi di connessione 6 amovibili ad almeno un dispositivo accessorio 7.
Preferibilmente, il pannello 5 è definito in pezzo unico con il corpo 2 di sostegno.
Nella preferita forma di realizzazione rappresentata nelle figure, il pannello 5 è conformato a parallelepipedo ed i mezzi di connessione sono definiti sulla faccia frontale 5a e sulla faccia posteriore 5b.
Più particolarmente, i mezzi di connessione 6 comprendono almeno un’apertura 8 per Γ inserimento del dispositivo accessorio 7 ed uno o più fori 9 per il bloccaggio del dispositivo accessorio stesso mediante organi filettati non rappresentati nelle figure.
Nella forma di realizzazione rappresentata in figura 1, la macchina 1 comprende mezzi fluidodinamici 10 atti a movimentare le valve 3, ovvero ad aprile e chiuderle alternativamente per prelevare del materiale e per rilasciare il materiale prelevato. Più particolarmente, i mezzi fluidodinamici comprendono uno o più cilindri fluidodinamici, ad esempio di tipo idraulico. Nella particolare forma di realizzazione rappresentata, la macchina 1 comprende due valve 3 e due cilindri 10, uno per ogni valva 3. Vantaggiosamente, i cilindri 10 sono rivolti, in uso, con il loro stelo IOa verso l’alto, ovvero con il loro corpo 10b rivolto dalla parte del materiale da prelevare, in modo tale da mantenere il relativo stelo IOa quanto più possibile al riparo da potenziali fattori di rischio e di danneggiamento.
In questa forma di realizzazione, il pannello 5 è disposto a monte dei cilindri 10 ed è collegato ad essi mediante delle tubazioni Ila, llb di passaggio del fluido di lavoro.
Più particolarmente, il pannello 6 è collegato a ciascun cilindro 10 con una prima tubazione Ila comunicante con una camera del cilindro stesso, ad esempio la camera di sezione maggiore, e con una seconda tubazione 1 lb comunicante con l’altra camera, ad esempio la camera di sezione minore. Sia la prima che la seconda tubazione Ila e 1 lb comunicano con le rispettive camere passando attraverso lo stelo IOa del corrispondente cilindro 10 che a tale scopo è internamente cavo.
Questa particolare architettura dei cilindri 10 permette di ridurre il più possibile le porzioni di tubazioni Ila, 1 lb accessibili dall’esterno, e quindi potenzialmente danneggiabili, e, nel caso in cui la macchina 1 venga adoperata per scavi in acqua di materiale fangoso, consente di conservarne la pulizia.
Il pannello 5 è poi collegato anche alla linea di alimentazione 12a ed alla linea di scarico 12b del fluido di lavoro verso e da i cilindri 10.
Nelle figure rappresentate, ed in particolare nelle figure da 1 a 4, sono riportate solo le tubazioni che collegano il pannello 5 alle linee di alimentazione e di scarico. Tali tubazioni possono essere selettivamente e alternativamente messe in comunicazione con F alimentazione e con lo scarico mediante ima valvola selettrice non rappresentata nelle figure. Ciascuna di queste tubazioni può quindi costituire la linea di alimentazione o la linea di scarico del fluido di lavoro e saranno quindi identificate, rispettivamente, con i corrispondenti numeri di riferimento 12a, 12b e 12b, 12a.
Il pannello 5 comprende quindi uno o più condotti 13,14 per il passaggio del fluido di lavoro da e verso i cilindri 10.
Più particolarmente, il pannello 5 comprende almeno un primo ed un secondo condotto, rispettivamente 13 e 14, per il passaggio del fluido di lavoro dalla linea di alimentazione 12a, 12b verso i cilindri 10 e dai cilindri 10 verso la linea di scarico 12b, 12a.
Opportunamente, il primo condotto 13 comprende almeno una prima bocca 13a associabile alla linea di alimentazione 12a, 12b o scarico 12b, 12a ed almeno una seconda bocca 13b collegata ai mezzi fluidodinamici 10.
Più particolarmente, il primo condotto 13 comprende almeno una prima bocca 13 a, definita sulla faccia superiore 5c del pannello 5 e collegabile alla linea di alimentazione 12a, 12b o scarico 12b, 12a, e due seconde bocche 13b, definite sulle facce laterali 5d opposte del pannello 5 e collegate alle prime tubazioni I la comunicanti con una delle camere dei cilindri 10, ad esempio le camere di sezione maggiore.
Allo stesso modo, il secondo condotto 14 comprende almeno una prima luce 14a associabile alla linea di alimentazione 12a, 12b o scarico 12b, 12a ed almeno una seconda luce 14b collegata ai mezzi fluidodinamici 10.
Più particolarmente, il secondo condotto 14 comprende almeno una prima luce 14a, definita sulla faccia superiore 5c del pannello 5 e collegabile alla linea di alimentazione 12a, 12b o scarico 12b, 12a, e due seconde luci 14b definite sulle facce laterali 5d opposte del pannello 5 e collegate alle seconde tubazioni 1 lb comunicanti con l’altra delle camere dei cilindri 10, ad esempio le camere di sezione minore.
La prima bocca 13a e la prima luce 14a sono quindi definite sulla faccia superiore 5c del pannello 5 e sono disposte tra loro sostanzialmente affiancate in corrispondenza di un lato della faccia superiore stessa.
Opportunamente, sulla faccia superiore 5c, da parte opposta rispetto alla prima bocca 13a ed alla prima luce 14a, è definita un’ulteriore prima bocca 13c associabile anch’essa alla linea di alimentazione 12a, 12b o alla linea di scarico 12b, 12c e comunicante con il primo condotto 13.
L’ulteriore prima bocca 13c può essere utilizzata in alternativa alla prima bocca 13a a seconda della posizione di normale funzionamento della macchina 1, ovvero a seconda di quale delle due bocche 13a e 13c risulta essere più agevolmente raggiungibile dalla linea di alimentazione o scarico 12a, 12b e 12b, 12a. La bocca 13a o 13c non utilizzata viene opportunamente chiusa.
Preferibilmente, in prossimità della prima bocca 13a, dell’ulteriore prima bocca 13c e della prima luce 14a sono definiti una pluralità di fori 17 atti a consentire il fissaggio, medianti organi filettati 18, della tubazione corrispondente alla linea di alimentazione 12a, 12b e scarico 12b, 12a al pannello 5.
Come si può notare nelle figure, ed in particolare nelle figure da 6 a 10, sia il primo condotto 13 che il secondo condotto 14 non si sviluppano interamente all’ interno del pannello 5 ma presentano entrambi due tratti tra loro separati e distinti, indicati rispettivamente con i numeri di riferimento 13d, 13e e 14d, 14e, ed i dispositivi accessori 7 sono interposti tra ciascun primo tratto 13d, 14d ed il relativo secondo tratto 13e, 14e. Più particolarmente, il primo condotto 13 comprende un primo tratto 13d comunicante con la prima bocca 13a e con l’ulteriore prima bocca 13 c ed un secondo tratto 13e comunicante con le seconde bocche 13b. Sia il primo che il secondo trato, rispettivamente 13d e 13 e, sono anche in comunicazione con una rispetiva apertura 8 nella quale è inseribile il dispositivo accessorio 7.
Analogamente, il secondo condotto 14 comprende un primo tratto 14d comunicante con la prima luce 14a ed un secondo tratto 14e comunicante con le seconde luci 14b. Anche in questo caso, sia il primo che il secondo tratto, rispettivamente 14d e 14e, sono anche in comunicazione con una rispetiva apertura 8 nella quale è inseribile il dispositivo accessorio?.
Nelle figure da 6 a 9 sono inoltre rappresentate una pluralità di aperture, indicate con il numero di riferimento 19, definite allo scopo di consentire la realizzazione, mediante lavorazione meccanica, dei condotti 13 e 14 all’ interno del pannello 5. Tali aperture 19 sono, in uso, opportunamente chiuse in modo ermetico, al fine di evitare uscite indesiderate del fluido di lavoro.
In una prima possibile forma di realizzazione, non rappresentata nelle figure, il dispositivo accessorio 7 comprende almeno un condoto di bypass atto a collegare la prima bocca 13a alle seconde bocche 13b e/o la prima luce 14a alle seconde luci 14b. Opportunamente, la macchina 1 comprende due dispositivi accessori 7 atti a collegare sia la prima bocca 13a alle seconde bocche 13b che la prima luce 14a alle seconde luci 14b. In questa forma di realizzazione, i dispositivi accessori 7 collegano quindi i primi trati 13d e 14d del primo e del secondo condoto 13 e 14 ai rispettivi secondi tratti 13e e 14e.
In una seconda forma di realizzazione, rappresentata nelle figure da 1 a 4, il dispositivo accessorio 7 comprende almeno una valvola 15a, 15b di sicurezza atta ad impedire P accidentale apertura delle valve 3. Vantaggiosamente, la macchina 1 comprende un numero di valvole 15a, 15b di sicurezza pari al numero delle linee di alimentazione e scarico 12a, 12b e 12b, 12a associabili al pannello 5.
Più particolarmente, la macchina 1 comprende almeno una prima valvola 15a associata alle aperture 8 definite sulla faccia frontale 5a del pannello 5 ed interposta tra la prima bocca 13a e la seconda bocca 13b, ed una seconda valvola 15b associata alle aperture 8 definite sulla faccia posteriore 5b ed interposta tra la prima luce 14a e la seconda luce 14b.
Le valvole 15a e 15b comprendono entrambe un condotto, non visibile in dettaglio nelle figure, atto a collegare il rispettivo primo tratto 13d, 14d al rispettivo secondo tratto 13e, 14e ed un otturatore, anch’esso non visibile nelle figure, che ostruisce il corrispondente condotto.
Le valvole 15a e 15b sono, preferibilmente, delle valvole unidirezionali, ovvero il loro otturatore si apre automaticamente per effetto di una differenza di pressione ai suoi capi e, più precisamente, per effetto di una maggiore pressione nel relativo primo tratto 13d, 14d rispetto al corrispondente secondo tratto 13 e, 14e, in modo tale da consentire il deflusso del fluido di lavoro verso i cilindri 10.
Vantaggiosamente, il pannello 5 comprende anche un primo canale 16a di pilotaggio comunicante con il primo condotto 13 e con la seconda valvola 15b per comandare l’apertura di quest’ultima ed almeno un secondo canale 16b di pilotaggio comunicante con il secondo condotto 14 e con la prima valvola 15a per comandare l’apertura di quest’ultima.
Sia la prima che la seconda valvola 15a e 15b sono quindi comandate in apertura, ovvero si aprono, indipendentemente dalla pressione che il fluido assume ai capi del relativo otturatore, quando la pressione del fluido, rispettivamente nel secondo e nel primo condotto 13 e 14, raggiunge un predeterminato valore.
Il funzionamento del presente trovato è il seguente.
Prima dell’ utilizzo della macchina 1 occorre opportunamente collegare le prime e le seconde tubazioni Ila e llb al pannello 5, così come le tubazioni che costituiscono le linee di alimentazione e scarico 12a, 12b e 12b, 12a.
La macchina secondo il trovato può inizialmente essere attrezzata con due dispositivi accessori 7 comprendenti semplicemente due rispettivi condotti di by-pass secondo quanto descritto nella prima forma di realizzazione sopraccitata.
In questo caso, quindi, il fluido che arriva dalla linea di alimentazione 12a, 12b passa attraverso uno tra il primo ed il secondo condotto 13 e 14, a seconda di quale dei due è collegato con la linea di alimentazione stessa, e defluisce in una delle camere dei cilindri 10. Allo stesso modo, il fluido di lavoro presente nell’altra camera dei cilindri 10 viene inviato lungo la linea di scarico 12b, 12a passando attraverso uno tra il secondo ed il primo condotto 14 e 13, a seconda di quale dei due è collegato con la linea di scarico stessa.
Nel caso in cui l’utilizzatore desideri modificare l’allestimento della macchina 1, implementandolo con mezzi di sicurezza atti ad evitare che l’accidentale rottura della linea di alimentazione 12a, 12b provochi l’apertura delle valve 3 e quindi il rilascio del materiale recuperato, si provvede a sostituire condotti di by-pass installati con un nuovo dispositivo accessorio 7 costituito da una valvola 15a, 15b di sicurezza.
Più particolarmente, si rimuovono gli organi filettati che fissano il condotto di by-pass al pannello 5 e si provvede a fissare la prima e la seconda valvola 15a e 15b al pannello stesso, esattamente nella medesima posizione in cui si trovavano i precedenti dispositivi accessori 7.
Fissate quindi le valvole 15a e 15b al pannello 5, la macchina 1 può riprendere il proprio funzionamento.
Con il pannello 5 così attrezzato, il fluido di lavoro in arrivo dalla linea di alimentazione 12a, 12b entra nel primo tratto 13d, 14d del corrispondente condotto 13,14, apre per effetto della propria pressione Fotturatore della relativa valvola 15a, 15b e defluisce all’interno di una camera dei cilindri 10 passando attraverso il relativo secondo tratto 13e, 14e. Contemporaneamente, una parte del fluido di lavoro che proviene dalla linea di alimentazione 12a, 12b entra anche nel corrispondente canale 16a, 16b di pilotaggio che comunica con l’altra valvola 15b, 15 a, la quale viene quindi aperta per consentire, attraverso il relativo condotto 14,13, il passaggio del fluido contenuto nella camera dei cilindri 10 opposta a quella alimentata verso la linea di scarico 12b, 12a.
Nel caso in cui le valve 3 siano in configurazione chiusa e la tubazione collegata alla linea di alimentazione 12a, 12b venga accidentalmente danneggiata, il fluido di lavoro contenuto nella camera alimentata dei cilindri 10 non viene scaricato in quanto la valvola 15a, 15b comunicante con il relativo condotto 13,14 rimane chiusa per effetto della bassa pressione presente nell’altro condotto 14,13 il quale è in comunicazione con la linea di scarico 12b, 12a.
Facendo un esempio pratico, nel caso in cui il primo condotto 13 sia posto in comunicazione con la linea di alimentazione 12a, 12b, la prima valvola 15a si apre per effetto della pressione del fluido di lavoro all’ interno del primo tratto 13d, lasciando così defluire il fluido stesso all’interno di una delle camere dei cilindri 10.
Inoltre, il fluido contenuto nel primo condotto 13 apre, attraverso il primo canale 16a di pilotaggio, anche la seconda valvola 15b collegata al secondo condotto 14 a sua volta comunicante con la linea di scarico 12b, 12a.
L’apertura della seconda valvola 15b consente il deflusso del fluido di lavoro contenuto nelle camere dei cilindri 10 opposte a quelle alimentate verso la linea di scarico 12b, 12a.
Nel caso in cui la linea di alimentazione 12a, 12b venga danneggiata e perda pressione, i cilindri 10 rimangono nelle medesime posizioni raggiunte in quel momento.
Questo perché la pressione all’ interno del primo tratto 13d cala e quindi non riesce più ad aprire il corrispondente otturatore, a anche la pressione presente nel secondo condotto 14, comunicante con la linea di scarico 12b, 12a, non è sufficiente a fare aprire la prima valvola 15 a, la quale rimane quindi chiusa e non permette il passaggio del fluido di lavoro.
Nel caso in cui la macchina 1 venga adoperata in immersione, la particolare conformazione del corpo 2 di sostegno delle valve 3 consente di ridurre, rispetto alle benne o polipi di tipo noto, la spinta di galleggiamento che essi ricevono dall’acqua, facilitando così il lavoro in immersione della macchina 1.
Si è in pratica constatato come P invenzione descritta raggiunga gli scopi proposti e in particolare si sottolinea il fatto che la macchina per il recupero di materiale secondo il trovato consente di soddisfare qualsiasi necessità tecnica ed esigenza economica, in quanto la sua flessibilità di impiego consente di variarne a piacere l’allestimento anche nel corso del tempo.

Claims (16)

  1. RIVENDICAZIONI 1) Macchina (1), particolarmente del tipo di benne o polipi, per il recupero di materiale, comprendente almeno un corpo (2) di sostegno di almeno due valve (3) e mezzi fluidodinamici (10) atti a movimentare dette valve (3), caratterizzata dal fatto di comprendere almeno un pannello (5) di supporto associato solidalmente a detto corpo (2) di sostegno e provvisto di mezzi di connessione (6) amovibili ad almeno un dispositivo accessorio (7) per il passaggio del fluido di lavoro da e verso detti mezzi fluidodinamici (10).
  2. 2) Macchina (1) secondo la rivendicazione 1, caratterizzata dal fatto che detto pannello (5) di supporto è definito in pezzo unico con detto corpo (2) di sostegno.
  3. 3) Macchina (1) secondo la rivendicazione 1 o 2, caratterizzata dal fatto che detto pannello (5) di supporto è collegato a detti mezzi fluidodinamici (10) e comprende uno o più condotti (13, 14) per il passaggio del fluido di lavoro.
  4. 4) Macchina (1) secondo la rivendicazione 3, caratterizzata dal fatto che detti mezzi fluidodinamici comprendono almeno un cilindro fluidodinamico (10).
  5. 5) Macchina (1) secondo la rivendicazione 3 o 4, caratterizzata dal fatto che detto pannello (5) di supporto è associabile alle linee di alimentazione (12a, 12b) e scarico (12b, 12a) di detti mezzi fluidodinamici (10) e comprende almeno un primo ed un secondo condotto (13, 14) per il passaggio del fluido di lavoro da detta linea di alimentazione (12a, 12b) verso detti mezzi fluidodinamici (10) e da detti mezzi fluidodinamici (10) verso detta linea di scarico (12b, 12a).
  6. 6) Macchina (1) secondo la rivendicazione 5, caraterizzata dal fatto che detto primo condoto (13) comprende almeno una prima bocca (13a) associabile a detta linea di alimentazione (12a, 12b) o scarico (12b, 12a) ed almeno una seconda bocca (13b) collegata a detti mezzi fluidodinamici (10) e dal fatto che deto secondo condotto (14) comprende almeno una prima luce (14a) associabile a detta linea di scarico (12b, 12a) o alimentazione (12a, 12b) ed almeno una seconda luce (14b) collegata a deti mezzi fluidodinamici (10).
  7. 7) Macchina (1) secondo la rivendicazione 6, caraterizzata dal fatto che deti mezzi fluidodinamici (10) comprendono almeno due cilindri (10) fluidodinamici e caratterizzata dal fatto che deto primo (13) condotto comprende almeno due di dette seconde bocche (13b), collegate con una delle camere di deti cilindri (10), e che deto secondo condotto (14) comprende almeno due di dette seconde luci (14b), collegate con l’altra delle camere di detti cilindri (10).
  8. 8) Macchina (1) secondo la rivendicazione 6 o 7, caraterizzata dal fato che deto dispositivo accessorio (7) comprende almeno un condoto di bypass atto a collegare deta prima bocca (13a) a detta almeno una seconda bocca (13b) e/o deta prima luce (14a) a deta almeno una seconda luce (14b).
  9. 9) Macchina (1) secondo la rivendicazione 6 o 7, caratterizzata dal fato che deto dispositivo accessorio (7) comprende almeno una valvola (15a, 15b) di sicurezza ata ad impedire Γ accidentale apertura di dette valve (3).
  10. 10) Macchina (1) secondo la rivendicazione 9, caratterizzata dal fato di comprendere un numero di dete valvole (15a, 15b) di sicurezza corrispondente al numero di dette linee di alimentazione (12a, 12b) e scarico (12b, 12a) associabili a detto pannello (5) di supporto.
  11. 11) Macchina (1) secondo la rivendicazione 9 o 10, caratterizzata dal fatto che detto dispositivo accessorio (7) comprende almeno una prima (15a) ed una seconda valvola (15b) di sicurezza interposte, rispettivamente, tra detta prima bocca (13a) e detta almeno una seconda bocca (13b) e tra detta prima luce (14a) e detta almeno una seconda luce (14b).
  12. 12) Macchina (1) secondo la rivendicazione 11, caratterizzata dal fatto che detto pannello (5) di supporto comprende almeno un primo canale (16a) di pilotaggio comunicante con detto primo condotto (13) e con detta seconda valvola (15b) per comandare l’apertura di detta seconda valvola (15b) ed almeno un secondo canale (16b) di pilotaggio comunicante con detto secondo condotto (14) e con detta prima valvola (15a) per comandare l’apertura di detta prima valvola (15a).
  13. 13) Macchina (1) secondo una o più delle rivendicazioni da 8 a 12, caratterizzata dal fatto che ciascuno di detti primo (13) e secondo condotto (14) comprende un rispettivo primo tratto (13d, 14d) ed un rispettivo secondo tratto (13e, 14e) tra loro distinti e separati e caratterizzata dal fatto che detto dispositivo accessorio (7) è interposto tra ciascun primo tratto (13d, 14d) ed il relativo secondo tratto (13e, 14e).
  14. 14) Macchina (1) secondo una o più delle rivendicazioni da 4 a 13, caratterizzata dal fatto che detti cilindri (10) fluidodinamici sono disposti, in uso, con il loro stelo (IOa) rivolto verso l’alto.
  15. 15) Macchina (1) secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che detto corpo (2) di sostegno comprende almeno un’apertura (4) passante atta a ridurre la spinta di galleggiamento.
  16. 16) Macchina (1) secondo la rivendicazione 15, caratterizzata dal fatto dì comprendere almeno un corpo pieno inserito in detta apertura (4) passante.
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