ITMI20131464A1 - Attrezzo per lo scivolamento sulla neve, in particolare uno sci da sci alpinismo o sci, ed un metodo per la realizzazione di detto attrezzo - Google Patents

Attrezzo per lo scivolamento sulla neve, in particolare uno sci da sci alpinismo o sci, ed un metodo per la realizzazione di detto attrezzo

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ITMI20131464A1
ITMI20131464A1 IT001464A ITMI20131464A ITMI20131464A1 IT MI20131464 A1 ITMI20131464 A1 IT MI20131464A1 IT 001464 A IT001464 A IT 001464A IT MI20131464 A ITMI20131464 A IT MI20131464A IT MI20131464 A1 ITMI20131464 A1 IT MI20131464A1
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IT
Italy
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ski
boot
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maximum
zone
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Marco Ascheri
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Gaia S R L
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Description

Descrizione di un brevetto per invenzione industriale
Forma oggetto della presente invenzione un attrezzo per lo scivolamento sulla neve, in particolare uno sci da sci alpinismo o sci, ed un metodo per la realizzazione di detto attrezzo.
Gli sci noti pur presentando una buona manovrabilità non sempre risultano ben bilanciati rispetto al peso dello sciatore il che rende non sempre agevole impostare ed effettuare le curve, in particolare su neve dura o ghiacciata.
Scopo della presente invenzione è quello di realizzare un attrezzo per lo scivolamento sulla neve ed un metodo per la realizzazione di detto attrezzo che risulta molto bilanciato sul peso dello sciatore, e che faciliti le manovre necessarie per impostare ed effettuare una curva.
Questo ed altri scopi che appariranno evidenti ad un esperto del ramo vengono raggiunti da uno dispositivo e da un metodo conformi alla parte caratterizzante delle allegate rivendicazioni.
Per una migliore comprensione della presente invenzione si allegano a titolo esemplificativo ma non limitativo, disegni in cui:
La fig. 1 mostra una vista schematica laterale di un attrezzo secondo l’invenzione,
le fig. 2 e 3 ne mostrano rispettivamente una vista dal basso e una dall’alto, in quest’ultima vista essendo state omessi gli attacchi e lo scarpone, ne mostra una vista schematica ingrandita della parte anteriore,
la fig. 4 mostra una vista schematica in sezione longitudinale di un convenzionale scarpone da sci e del piede di uno sciatore, le fig. 5 e 6 mostrano rispettivamente, viste schematiche laterali dello sci di fig. 1, rappresentate in una scala maggiorata e non corrispondente a quella reale di fig. 1 atta però a visualizzare la diversa curvatura dello sci quando è scarico (fig. 5) e quando è carico (fig.6),
la fig. 7 mostra una vista schematica laterale di un attrezzo secondo l’invenzione quando lo sci è caricato, in cui lo sci è rappresentato in una scala maggiorata non corrispondente a quella reale,
la fig. 8 mostra una vista schematica laterale dell’attrezzo (privo di attacchi e scarpone) rappresentato in una scala maggiorata e non corrispondente a quella reale, dello sci quando è scarico e quando è caricato.
Con riferimento alle citate figure in esse è rappresentato un attrezzo per lo scivolamento sulla neve, in particolare uno sci da sci alpinismo, comprendente uno sci (indicato complessivamente con 20 in fig. 1) presentante: una lunghezza complessiva L (fig. 1) misurata da una estremità anteriore 1 ed una posteriore 2, una larghezza variabile D delimitata da un primo bordo laterale 3 ed un secondo bordo laterale 4 (fig.3), ed uno spessore variabile S (fig.1) delimitato da una faccia superiore di appoggio 5 ed una faccia inferiore di scivolamento 6. Lo sci comprende: una coda Z3 (fig.1), una spatola Z1, e una zona Z2 intermedia tra detta coda e detta spatola, atta a ricevere gli attacchi 13A, 13 B per collegare uno scarpone 14.
La zona intermedia Z2 dello sci presenta una prima parte 21 (fig. 1) per il vincolo di un attacco anteriore 13A atto a collegare a detto sci una parte estremale anteriore 14A (fig.4) dello scarpone 14, ed una seconda parte 22 (fig. 1) per il vincolo di un attacco posteriore 13B atto a collegare una parte estremale posteriore 14B dello scarpone. Lo scarpone 14 (fig. 4) è del tipo presentante una parte inferiore 14C, atta ad accogliere il piede 15 dello sciatore, ed una parte superiore 14D atta ad accogliere una porzione inferiore 16 della gamba dello sciatore, in cui la parte superiore dello scarpone presenta, a scarpone a riposo, un asse di inclinazione B rispetto a un piano di appoggio F dello scarpone stesso, e in cui la parte inferiore 14A dello scarpone prevede una porzione frontale 14E atta ad accogliere la parte 15A del piede 15 prevista in corrispondenza dell’articolazione tra le ossa metatarsali e delle falangi. E’ da sottolineare che come è noto all’esperto del ramo, questa porzione frontale 14E dello scarpone è quella su cui il piede dello sciatore esercita la massima pressione durante la sciata.
Questa porzione 14C dello scarpone su cui il piede esercita la massima pressione durante la sciata e in particolare quando si vuole effettuare una curva, è prevista ad una distanza L10 dalla punta 14A dello scarpone, questa distanza per uno scarpone di taglia 42 è ad esempio compresa tra 60mm e 80mm (a seconda del tipo di scarpone) e generalmente è pari a circa 70 mm.
Un attrezzo comprendente uno sci, attacchi ed uno scarpone del tipo sin qui descritto è noto e convenzionale per l’esperto del ramo e non verrà descritto in dettaglio nel seguito.
Lo sci può avere una qualunque forma nota all’esperto del ramo.
Nel seguito l’invenzione verrà descritta con riferimento ad uno sci che quando non è caricato forma un singolo ponte ed in cui, pertanto la zona intermedia Z2, a sci scarico, non ha punti di contatto con un piano di appoggio P dello sci, se non quelli individuati da una linea di contatto anteriore 7, da cui si diparte la spatola Z1, e da una linea di contatto posteriore 8 da cui si diparte la coda Z3, l’invenzione non è però da intendersi limitata solo a questo particolare tipo di sci.
Secondo l’invenzione lo sci 20:
- la prima parte 21 per il vincolo dell’attacco anteriore 13A prevede una porzione P3 avente spessore S1 sostanzialmente costante e massimo per lo sci,
- detta porzione P3 di spessore massimo e sostanzialmente costante si estende almeno a valle dell’attacco anteriore 13A, in modo che quando lo scarpone 14 è collegato a detti attacchi la porzione frontale 14E dello scarpone è prevista sostanzialmente al di sopra di detta porzione P3 dello sci avente spessore massimo e sostanzialmente costante,
- la seconda parte 22 per il vincolo dell’attacco posteriore 13B prevede una porzione S2 in cui i bordi 3, 4 dello sci in cui sono rettilinei e paralleli ad un asse longitudinale K dello sci, ed in cui la distanza D1 dei bordi 3, 4 è la distanza minima tra detti bordi almeno in detta zona intermedia Z2 dello sci,
- detta porzione S2 con bordi rettilinei e distanza minima tra i bordi si estende almeno a monte dell’attacco posteriore in modo che quando lo scarpone e collegato a detti attacchi, l’asse B dello scarpone intersechi detta porzione S2 con bordi rettilinei e distanza minima tra i bordi.
Nel presente contesto con le caratteristiche” almeno a valle dell’attacco anteriore 13A” e “almeno a monte dell’attacco posteriore” si devono, rispettivamente, intendere quelle zone dello sci che si estendono: dall’attacco anteriore 13A verso la coda Z3dello sci e dall’attacco posteriore 13B verso la spatola Z1.
Grazie a questo particolare dimensionamento dello sci ed al particolare posizionamento degli attacchi si è verificato sperimentalmente che lo sci risulta molto bilanciato sul peso dello sciatore, e più facile da mettere e mantenere in curva Preferibilmente, la porzione P3 dello sci di spessore massimo e sostanzialmente costante presenta una lunghezza L3 compresa tra il 10% ed il 30% della lunghezza totale L4 di detta zona intermedia Z2 dello sci, prevista tra la spatola Z1 e la coda Z2, e misurando detta lunghezza L3 tra una linea di contatto anteriore 7 ed una linea di contatto posteriore 8, da cui si dipartono detta spatola e detta coda. Preferibilmente, inoltre la porzione P3 è prevista nella zona dello sci avente maggiore altezza K1 (fig.5) dal piano di appoggio P dello sci, quando lo sci è scarico.
La porzione P3 dello sci di spessore massimo e sostanzialmente costante può avere la stessa estensione della prima parte 21 dello sci per il vincolo dell’ attacco anteriore 13A, o avere dimensioni minori o maggiori rispetto a detta prima parte 21
La zona intermedia Z2 dello sci, può ad esempio avere una o più delle seguenti caratteristiche:
- lo spessore S1 (fig. 5) della porzione centrale P3 avente spessore sostanzialmente massimo e costante è compreso tra 9mm e 16 mm, e, preferibilmente, è pari a circa 13 mm,
- detta porzione centrale P3 per uno sci di lunghezza totale pari a 1650 mm ha una lunghezza compresa tra 130 mm e 400 mm e preferibilmente pari a circa 210 mm;
- quando lo sci è scarico il profilo laterale della porzione centrale P3 è quello di un arco di cerchio, ovvero la superficie superiore 5 dello sci e quella inferiore 4 in corrispondenza della porzione centrale P3 hanno in sezione longitudinale un andamento che forma un arco di cerchio superiore ed uno inferiore, con detti due archi di cerchio tra loro concentrici.
Secondo l’invenzione con porzione P3 dello sci avente spessore sostanzialmente costante S1 è da intendersi che lo spessore in detta porzione P3 ha un valore che può variare di /-1,5% rispetto a detto valore di spessore costante S1. Ad esempio se lo spessore della porzione P3 è 13 mm, con spessore costante di detta porzione si intende il fatto che lo spessore in detta porzione P3 è compreso tra 13.195 mm e 12.805 mm.
Preferibilmente la zona intermedia Z2 dello sci si estende per la maggior parte della lunghezza complessiva dello sci (dall’80% al 88% della lunghezza totale dello sci).
Preferibilmente la zona intermedia Z2 forma, quando lo sci è scarico, un unico ponte con una luce o altezza massima K1 (distanza massima tra la superficie inferiore dello sci ed un piano di appoggio P dello sci, evidenziata con una rappresentazione fuori scala in figura 5) avente una altezza ad esempio compresa tra tra 3 e 15 mm e preferibilmente pari a circa 7 mm. Questa altezza massima è preferibilmente prevista in corrispondenza della porzione centrale P3.
Per sci scarico si intende lo sci privo di attacchi e scarponi.
Per ponte si intende che la superficie inferiore dello sci ha un andamento per cui la sua distanza da un piano di appoggio P dello sci varia da un valore pari a zero, in corrispondenza delle linee di contatto anteriore 7 e posteriore 8, ad un valore massimo (o una zona dello sci presentate detto valore massimo) previsto in corrispondenza della porzione centrale P3 dello sci senza zone di contatto intermedie dello sci con il piano di appoggio, tra le linee di contatto anteriore 7 e posteriore 8. L’andamento della superficie a ponte è preferibilmente un andamento arcuato se visto in sezione longitudinale.
Si analizzerà nel seguito il comportamento di una particolare forma di realizzazione dello sci secondo l’invenzione, rappresentato nelle figure, che quando non è caricato presenta la zona intermedia Z2 che forma un singolo ponte e che quando è caricato presenta questa zona Z2 che forma un doppio ponte.
Con sci caricato si intende nel presente contesto la condizione di uno sci che appoggia su un piano orizzontale P e che viene assoggettato alla forza peso data dalla somma del peso degli attacchi, degli scarponi e dello sciatore.
Nel seguito la forza peso agente sullo sci verrà rappresentata schematicamente come una forza F (fig. 6) diretta verticalmente rispetto al piano di appoggio dello sci e concentrata in un parte mediana della porzione P3 a spessore costante e massimo dello sci, individua da una linea di carico 10.
Lo sci si considera carico quando, ad esempio, si applica in corrispondenza di una parte mediana della porzione P3, avente spessore S1 sostanzialmente costante, una forza peso F (fig. 6) perpendicolare al piano di appoggio P dello sci e pari ad almeno 30 KG.
Questa linea di carico 10 coincide preferibilmente con la porzione frontale 14E dello scarpone su cui lo sciatore durante la sciata esercita la massima pressione.
Secondo un preferito aspetto dell’invenzione, lo sci quando viene caricato con una forza peso F del tipo sopra descritto, si deforma elasticamente, ed assume una configurazione a doppio ponte, secondo cui la distanza tra la superficie inferiore 4 dello sci ed il piano di appoggio P dello sci stesso, varia da un valore pari a 0 mm in corrispondenza della linea di contatto posteriore 8, aumenta sino ad un valore massimo Y2 (fig. 7) in corrispondenza di una prima linea di massimo 11, poi diminuisce fino alla linea di carico 10 poi aumenta nuovamente sino ad un valore Y3 in corrispondenza di una seconda linea di massimo 12 ed infine torma a zero in corrispondenza della linea di contatto anteriore 7.
I valori Y2, Y3 corrispondenti alla luce massima dei due ponti P4 e P5 sono preferibilmente compreso tra 0,5 mm e 2 mm.
Vantaggiosamente quando lo sci è carico l’intera porzione P3 avente spessore costante e massimo dello sci, o almeno una sua parte pari ad almeno il 30% della lunghezza L3 della porzione P3, è a contatto con il piano P, di modo che tra il primo P4 ed il secondo ponte P5 si venga a creare una zona dello sci avente spessore massimo e sostanzialmente costante a contatto con il piano di appoggio P.
In fig. 8 è rappresentato anche se fortemente in fuori scala rispetto alla situazione reale, uno sci scarico e con un unico ponte (indicato dalla freccia F1) e uno sci caricato e con un doppio ponte P4 P5 (indicato dalla freccia F2).
Grazie al fatto che lo sci quando è carico presenta un doppio ponte e una porzione P3 avente massimo spessore a contatto con il piano di scivolamento P dello sci, ed a cui lo sciatore trasmette la massima pressione, si è verificato sperimentalmente che soprattutto quando lo sci è utilizzato su superfici dure o ghiacciate esso garantisce una ottima tenuta. Inoltre la presenza del doppio ponte garantisce una migliorata manovrabilità dello sci specialmente in curva.
Secondo questo particolar aspetto dell’invenzione dunque, la zona intermedia Z2 dello sci, è elasticamente deformabile in due diverse configurazioni: quando lo sci è scarico, detta zona intermedia Z2 è in una prima configurazione F1 che prevede un singolo ponte, presentante due sole porzioni di contatto con un piano di appoggio P dello sci, previste in corrispondenza delle linee di contatto anteriore 7 e posteriore 8 dello sci, e quando lo sci è carico, detta zona intermedia Z2 dello sci è in una seconda configurazione F2, che prevede un doppio ponte, presentante tre porzioni di contatto con un piano di appoggio P dello sci, dette tre porzioni di contatto essendo previste: in corrispondenza delle linee di contatto anteriore 7 e posteriore 8 dello sci e di almeno una parte della porzione centrale P3 avente spessore massimo.
Il materiale con cui è realizzato lo sci è di tipo convenzionale per l’esperto del ramo e non verrà pertanto descritto in dettaglio nel seguito.
Ad esempio la deformabilità elastica dello sci è del tipo per cui: nel caso di uno sci che quando è scarico presenta un singolo ponte e ampiezza del ponte compresa tra 1200 e 1600 mm e con luce massima compresa tra 5 e 15 mm,
quando detto sci è assoggettato all’usuale carico che grava su uno sci, che può essere schematicamente indicato come una forza peso F, ad esempio pari a 30 KG, diretta perpendicolarmente al piano di appoggio dello sci e applicata nella porzione P3 dello sci avente spessore massimo, e in corrispondenza della porzione frontale 14e dello scarpone.
- lo sci si flette centralmente verso il basso di circa 5mm - 15 mm - e quando detta forza viene eliminata lo sci torna nella sua posizione iniziale in cui lo sci è scarico,
- in modo che lo sci possa passare da un andamento a singolo ponte con luce massima compresa tra 5 e 15 mm ad un andamento a doppio ponte con luci massime comprese tra 0,5 mm e 2 mm e detta porzione dello sci avente massimo spessore in cui viene applicata la forza F, risulti sostanzialmente a contatto con il piano di appoggio dello sci.
Lo sci presenta preferibilmente sciancrature uguali sui due bordi 3 e 4 dello sci. Ciascuna sciancratura comprende (fig. 4) a partire dalla linea di contatto posteriore 8: una prima zona G1, una seconda zona intermedia G2 ed una terza zona G3. La prima G1 e terza zona G3 hanno entrambe una forma ad arco che sono però diverse tra loro; la seconda zona G2 ha invece forma rettilinea e parallela all’asse longitudinale dello sci, di modo che i bordi dello sci in corrispondenza di questa seconda porzione sono paralleli tra loro ed all’asse longitudinale K e lo sci presenti la porzione S2 in cui e non si ha una variazione della larghezza dello sci ed in cui i bordi dello sci sono rettilinei e paralleli ed in cui lo sci ha larghezza minima. La forma della prima zona G1 e la terza G3 determinano una forma dello sci per cui la sua larghezza D decresce dalle linee di contatto 8 sino alla seconda porzione S2 dove la larghezza dello sci raggiunge la sua misura minima.
Preferibilmente la porzione S2 con bordi rettilinei ha una lunghezza L7 (fig. 3) compresa tra il 3% e il 6% della lunghezza L4 della zona intermedia Z2 (prevista tra le linee di contatto 7 e 8), e, ad esempio, pari a circa 50 mm in uno sci che tra le linee di contatto ha una lunghezza di 1400 mm.
Si vuole infine ribadire che l’invenzione non è da intendersi limitata al particolare tipo di sci sin qui descritto ed illustrato nelle figure, e che questo tipo di sci rappresenta pertanto una particolare forma di realizzazione dell’invenzione stessa.

Claims (6)

  1. RIVENDICAZIONI 1) Attrezzo per lo scivolamento sulla neve, in particolare uno sci da sci alpinismo, comprendente: uno sci 20 del tipo presentante: - una lunghezza L delimitata da una estremità anteriore 1 ed una posteriore 2, - una larghezza variabile D delimitata da un primo bordo laterale 3 ed un secondo bordo laterale 4, - ed uno spessore variabile S delimitato da una faccia superiore di appoggio 5 ed una faccia inferiore di scivolamento 6, detto sci comprendendo: - una coda Z3, una spatola Z1, e una zona Z2 intermedia tra detta coda e detta spatola atta a ricevere attacchi 13A, 13 B per collegare uno scarpone 14, - detta zona intermedia Z2 dello sci presentando: una prima parte 21 (fig. 3) per il vincolo di un attacco anteriore 13A, atto a collegare a detto sci una parte estremale anteriore 14A (fig. 4) dello scarpone 14, ed una seconda parte 22 prima per il vincolo di un attacco posteriore 13B atto a collegare una parte estremale posteriore 14B dello scarpone, - detto scarpone 14 essendo del tipo presentante una parte inferiore 14C, atta ad accogliere il piede 15 dello sciatore, ed una parte superiore 14D atta ad accogliere una porzione inferiore 16 della gamba dello sciatore, in cui la parte superiore dello scarpone presenta, a scarpone a riposo, un asse di inclinazione B rispetto a un piano di appoggio F dello scarpone stesso, in cui la parte inferiore 14A dello scarpone prevede una porzione frontale 14E, atta ad accogliere la parte 15A del piede 15 prevista sostanzialmente in corrispondenza dell'articolazione tra le ossa metatarsali e delle falangi, caratterizzato dal fatto che: - detta prima parte 21 per il vincolo dell’attacco anteriore 13A prevede una porzione P3 avente spessore S1 sostanzialmente costante e massimo per lo sci, - detta porzione P3 di spessore massimo e sostanzialmente costante estendendosi almeno a valle dell’attacco anteriore 13A, in modo che quando lo scarpone 14 è collegato a detti attacchi la porzione frontale 14E dello scarpone è prevista sostanzialmente al di sopra di detta porzione P3 dello sci avente spessore massimo e sostanzialmente costante, - e che detta seconda parte 22 per il vincolo dell’attacco posteriore 13B prevede una porzione S2 in cui i bordi 3, 4 dello sci in cui sono sostanzialmente rettilinei e paralleli ad un asse longitudinale K dello sci, ed in cui la distanza D1 dei bordi 3, 4 è la distanza minima tra detti bordi almeno in detta zona intermedia Z 2 dello sci, - detta porzione S2 con bordi rettilinei e distanza minima tra i bordi estendendosi almeno a monte dell’attacco posteriore in modo che quando lo scarpone e collegato a detti attacchi, l’asse B dello scarpone intersechi detta porzione S2 con bordi rettilinei e distanza minima tra i bordi; - che detti bordi laterali 3 e 4 presentando uguali sciancrature, - ciascuna sciancratura comprendendo a partire da una linea di contatto posteriore 8: una prima zona G1 , una seconda zona intermedia G2 ed una terza zona G3, - la prima G1 e terza zona G3 avendo entrambe una forma ad arco, dette forme ad arco essendo diverse tra loro, - la seconda zona G2 presentando forma rettilinea e parallela all’asse longitudinale dello sci, di modo che detti bordi laterali in corrispondenza di detta seconda zona G2 siano paralleli tra loro ed ad un asse longitudinale K dell’attrezzo, così da formare detta porzione S2 dell’attrezzo, - la forma di detta prima zona G1 e di detta terza zona G3 determinando una forma dell’attrezzo per cui la sua larghezza D decresce dalle linee di contatto 8 sino alla seconda porzione S2 dove la larghezza dello sci raggiunge la sua misura minima.
  2. 2) Attrezzo secondo la rivendicazione 1 caratterizzato dal fatto che la porzione P3 di spessore massimo e sostanzialmente costante la porzione P3 è prevista nella zona dello sci avente altezza massima K1 (fig. 5) rispetto ad un piano di appoggio P dello sci, quando lo sci è scarico.
  3. 3) Attrezzo secondo una o più delle rivendicazioni precedenti caratterizzato dal fatto che che la zona intermedia Z2 quando lo sci è scarico è delimitata da una linea di contatto anteriore 7 e da una linea di contatto posteriore 8 di contatto con il piano di appoggio P dello sci, e che almeno detta zona intermedia Z2 dello sci è elasticamente deformabile in due diverse configurazioni: quando lo sci è scarico, detta zona intermedia Z2 essendo in una prima configurazione F1 che prevede un singolo ponte, presentante due sole porzioni di contatto con un piano di appoggio P dello sci, previste in corrispondenza delle linee di contatto anteriore 7 e posteriore 8 dello sci, e quando lo sci è carico detta zona intermedia Z2 essendo in una seconda configurazione F2 che prevede un doppio ponte, presentante tre porzioni di contatto con un piano di appoggio P dello sci, dette tre porzioni di contatto essendo previste: in corrispondenza delle linee di contatto anteriore 7 e posteriore 8 dello sci e di almeno una parte di detta porzione P3 di spessore massimo per lo sci e sostanzialmente costante.
  4. 4) Attrezzo secondo una o più delle rivendicazioni precedenti caratterizzato dal fatto che nella seconda configurazione a doppio ponte almeno il 30% della porzione P3 di spessore massimo per lo sci e sostanzialmente costante, viene in contatto con il piano di appoggio P dello sci.
  5. 5) Attrezzo secondo una o più delle rivendicazioni precedenti caratterizzato dal fatto che nella prima configurazione il ponte ha una altezza massima compresa tra 5 e 15 mm, e/o nella seconda configurazione ciascuno dei due ponti ha una altezza massima compresa tra 0,5 mm e 2 mm.
  6. 6) Attrezzo secondo una o più delle rivendicazioni precedenti caratterizzato dal fatto che la porzione S2 con bordi rettilinei e distanza minima tra i bordi, ha una lunghezza L7 compresa tra il 3% e il 6% della lunghezza L4 della zona intermedia Z2 dello sci 7) Attrezzo secondo una o più delle rivendicazioni precedenti caratterizzato dal fatto che la zona intermedia Z2 ha una lunghezza L4 compresa tra il 80% e il 88% della lunghezza totale L dello sci, 8) Attrezzo secondo una o più delle rivendicazioni precedenti caratterizzato dal fatto che la porzione P3 dello sci di spessore massimo e sostanzialmente costante, presenta una lunghezza L3 compresa tra il 10% ed il 30% della lunghezza totale L4 di detta zona intermedia Z2 dello sci. 9) Metodo per la realizzazione di un attrezzo per lo scivolamento sulla neve, in particolare uno sci da sci alpinismo, comprendente: la realizzazione di uno sci 20 del tipo presentante: una lunghezza L delimitata da una estremità anteriore 1 ed una posteriore 2, una larghezza variabile D delimitata da un primo bordo laterale 3 ed un secondo bordo laterale 4, ed uno spessore variabile S delimitato da una faccia superiore di appoggio 5 ed una faccia inferiore di scivolamento 6, in cui detto sci comprende: - una coda Z3, - una spatola Z1, - -e una zona Z2 intermedia tra detta coda e detta spatola atta a ricevere attacchi 13A 13B per collegare uno scarpone 14, - in cui detta zona intermedia Z2 dello sci presenta una prima parte 21 per il vincolo di un attacco anteriore 13A atto a collegare a detto sci una parte estremale anteriore 14A di uno scarpone 14 ed una seconda parte 22 per il vincolo di un attacco posteriore 13B atto a collegare una parte estremale posteriore 14B dello scarpone, - detto scarpone 14 essendo del tipo presentante una parte inferiore 14C, atta ad accogliere il piede 15 dello sciatore, ed una parte superiore 14D atta ad accogliere una porzione inferiore 16 della gamba dello sciatore, in cui la parte superiore dello scarpone presenta, a scarpone a riposo, un asse di inclinazione B rispetto a un piano di appoggio F dello scarpone stesso, in cui la parte inferiore 14A dello scarpone prevede una porzione frontale 14E atta ad accogliere la parte 15A del piede 15 prevista in corrispondenza dell’articolazione tra le ossa metatarsali e delle falangi, caratterizzato dal fatto di realizzare: in detta prima parte 21 per il vincolo di un attacco anteriore 13A una porzione P3 di spessore S1 sostanzialmente costante e massimo per lo sci, e di dimensionare detta porzione P3 di spessore massimo e sostanzialmente costante in modo che si estenda almeno a valle dell’attacco anteriore 13A , ed in modo che quando lo scarpone è collegato a detti attacchi, la porzione frontale 14E dello scarpone è prevista al di sopra di detta porzione P3 dello sci avente spessore massimo e sostanzialmente costante e di realizzare in detta seconda parte 22 per il vincolo di un attacco posteriore 13B, una porzione S2 in cui i bordi 3, 4 dello sci sono sostanzialmente rettilinei e paralleli ad un asse longitudinale K dello sci, ed in cui la distanza D1 dei bordi 3, 4 è la distanza minima tra detti bordi almeno di detta zona intermedia 72 dello sci, e di dimensionare detta porzione S2 con bordi rettilinei e distanza minima tra i bordi, in modo che si estenda almeno a monte dell’attacco posteriore 13B, ed in modo che quando lo scarpone è collegato a detti attacchi l'asse B dello scarpone interseca detta porzione S2 dello sci con bordi rettilinei e distanza minima tra i bordi. - e di conformare detti bordi laterali 3 e 4 in modo che presentino uguali sciancrature, - ciascuna sciancratura comprendendo a partire da una linea di contatto posteriore 8: una prima zona G1 , una seconda zona intermedia G2 ed una terza zona G3, - la prima G1 e terza zona G3 avendo entrambe una forma ad arco, dette forme ad arco essendo diverse tra loro, - la seconda zona G2 presentando forma rettilinea e parallela all'asse longitudinale dello sci, di modo che detti bordi laterali in corrispondenza di detta seconda zona G2 siano paralleli tra loro ed ad un asse longitudinale K dell’attrezzo, così da formare detta porzione S2 dell’attrezzo, - la forma di detta prima zona G1 e di detta terza zona G3 determinando una forma dell’attrezzo per cui la sua larghezza D decresce dalle linee di contatto 8 sino alla seconda porzione S2 dove la larghezza dello sci raggiunge la sua misura minima. 10) Metodo secondo la rivendicazione 9 caratterizzato dal fatto di realizzare uno sci presentante una o più delle caratteristiche tecniche di cui alla parte caratterizzante delle rivendicazioni 2-8.
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