ITMI20010252A1 - Trattamento di substrati vetrosi con composti (per)fluoropolieterei - Google Patents

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ITMI20010252A1
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treatment
glass substrates
compounds
substrates according
weight
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IT2001MI000252A
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Gabriella Carignano
Dominicis Mattia De
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Ausimont Spa
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    • C08ORGANIC MACROMOLECULAR COMPOUNDS; THEIR PREPARATION OR CHEMICAL WORKING-UP; COMPOSITIONS BASED THEREON
    • C08GMACROMOLECULAR COMPOUNDS OBTAINED OTHERWISE THAN BY REACTIONS ONLY INVOLVING UNSATURATED CARBON-TO-CARBON BONDS
    • C08G65/00Macromolecular compounds obtained by reactions forming an ether link in the main chain of the macromolecule
    • C08G65/002Macromolecular compounds obtained by reactions forming an ether link in the main chain of the macromolecule from unsaturated compounds
    • C08G65/005Macromolecular compounds obtained by reactions forming an ether link in the main chain of the macromolecule from unsaturated compounds containing halogens
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    • CCHEMISTRY; METALLURGY
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    • C03CCHEMICAL COMPOSITION OF GLASSES, GLAZES OR VITREOUS ENAMELS; SURFACE TREATMENT OF GLASS; SURFACE TREATMENT OF FIBRES OR FILAMENTS MADE FROM GLASS, MINERALS OR SLAGS; JOINING GLASS TO GLASS OR OTHER MATERIALS
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Description

Descrizione dell'invenzione industriale
La presente invenzione riguarda l'uso di specifici prodotti perfluoropolieterei per conferire a substrati vetrosi una migliorata facilità di lavaggio (easy washing) o migliorata resistenza a cicli di lavaggio (washing durability, i.e. multiple washing cycles resistance). Per resistenza a cicli di lavaggio si intende la capacità dei prodotti perfluoropolieterei di rimanere sulla superficie vetrosa, nonostante l'elevato numero di lavaggi eseguiti.
E' noto utilizzare materiali in vetro per la cottura di alcuni alimenti, ad esempio per gli alimenti a base di latte, zucchero, ecc. Detti materiali in vetro, ad esempio pirofile da forno, sono spesso difficilmente lavabili dopo la fase di cottura degli alimenti. Il problema è ancora più marcato nel caso di cibi bruciati che aderiscono al substrato vetroso.
In genere per la pulizia di dette superfici vetrose si utilizzano acqua calda e/o detersivi. Lo svantaggio di questi sistemi di pulizia è che essi sono poco efficaci, richiedono molto tempo, e soprattutto richiedono, per la rimozione totale dei residui di cibo, anche l'utilizzo di spugnette di acciaio che esercitano un'azione meccanica abrasiva. Lo svantaggio di tale azione abrasiva è quello di rovinare la superficie vetrosa in quanto provoca rigature ed anche un effetto ottico di opacizzazione del vetro.
Nel brevetto US 5.286.815 si descrive l'utilizzo di polisilossani idrogenati per ottenere rivestimenti antiaderenti su diversi substrati, tra cui carta, vetro ecc. Non viene data nessuna prova sperimentale relativa a coating con questi prodotti su substrati vetrosi. Pertanto, non ci sono indicazioni per quanto riguarda la facilità di lavaggio e la resistenza ai cicli di lavaggio su substrati di vetro. Prove effettuate dalla Richiedente, utilizzando pirofile di vetro reperibili commercialmente trattate con polisilossani idrogenati, mostrano risultati non soddisfacenti in termini di facile lavabilità della superficie vetrosa. Infatti, per rimuovere i residui di cibo, è necessario impiegare spugnette abrasive, per cui si hanno gli inconvenienti sopra citati (si vedano gli esempi di confronto) .
E' noto anche l'impiego di silani perfluorocarburici in diverse applicazioni per il trattamento del vetro. Tali prodotti possono essere policondensati con altri silani idrogenati per dare polisilossani e vengono utilizzati in formulazioni a solvente. Ad esempio, nel brevetto US 5.644.014 un fluorosilano viene policondensato con silani idrogenati per ottenere una composizione di coating avente proprietà di trasparenza, anti -aderenza a substrati come vetro, metalli e plastica. Non viene data nessuna prova sperimentale per quanto riguarda le proprietà di rendere le superiici di vetro facilmente lavabili senza utilizzare sistemi abrasivi o detersivi.
Il brevetto US 5.274.159 descrive composizioni di coating che in seguito ad idrolisi e condensazione dei componenti, forniscono al substrato proprietà di idro- ed oleo-repellenza. Le composizioni descritte comprendono silani fluorurati perfluorocarburici e possono essere applicate a diversi substrati, tra cui fibre tessili, vetro, ceramica, metalli. Prove effettuate dalla Richiedente mostrano che utilizzando una formulazione comprendente il composto
descritto in questo brevetto, si ha una scarsa resi¬
stenza a cicli di lavaggio, per cui il prodotto applicato al substrato vetroso mostra prestazioni che decadono dopo 5 cicli di lavaggio. Usi successivi dello stesso substrato mostrano che per ottenere una completa pulizia del vetro si devono utilizzare anche spugnette abrasive con gli inconvenienti sopra indicati.
Nel brevetto US 6.033.738, si descrive un metodo per conferire ad articoli in vetro, ceramica, ecc. proprietà di elevata idro-repellenza ed elevata resistenza all'abrasione ed agli agenti atmosferici. Tale metodo prevede il trattamento degli articoli con una miscela costituita da un clorosilano e da un fluorosilano in concentrazione Si(Cl):Si(F) compresa tra 100:0,05 e 100:50. Non viene data nessuna prova sperimentale per quanto riguarda le proprietà di rendere le superfici di vetro facilmente lavabili senza utilizzare sistemi abrasivi o detersivi .
Era pertanto sentita l'esigenza di conferire a substrati vetrosi, in particolare vetro, una migliorata facilità di lavaggio (easy washing) e/o migliorata resistenza a cicli di lavaggio (washing durability, i.e. multiple washing cycles resistance) .
La Richiedente ha sorprendentemente ed inaspettatamente trovato che il miglioramento delle proprietà sopra citate può essere conseguito utilizzando particolari perf luoropolieteri come di seguito definiti.
Costituisce pertanto un oggetto della presente invenzione l'uso nel trattamento di substrati vetrosi di composti mono- e bifunzionali (per)fluoropolieterei aventi le seguenti strutture :
(I)
(II)
in cui:
L è un gruppo organico di collegamento - con R' = H o alchile q è un intero compreso tra 1 e 8, preferibilmente 1-3;
W è un gruppo a con a = 0, 1, 2, preferibilmente 0, 1;
Rx ed R2 uguali o diversi tra di loro sono gruppi alchilici
eventualmente contenenti uno o più atomi di 0 eterei,
gruppi arilici alchil -arili o arili-alchili C7-C12;
Rf ha un peso molecolare medio numerico compreso tra 350 e 5.000, preferibilmente tra 500 e 3.000 e comprende unità ripetitive aventi almeno una delle seguenti strutture, disposte statisticamente nella catena:
dove X = F, CF3;
In particolare Rf può avere una delle strutture seguenti: 1)
con a'/b' compreso tra 0,5 e 2, estremi inclusi, a' e b' essendo numeri interi tali da dare il peso molecolare sopra indicato;
2)
con r/b = 0,5-2,0; (r+b)/t è compreso fra 10-30,
b, r e t essendo interi tali da dare il peso molecolare sopra indicato, X ha il significato sopra indicato;
3)
t' potendo essere 0;
quando t' è diverso da 0 allora r'/t' = 10-30,
r' e t' essendo interi tali da dare il peso molecolare sopra indicato; X ha il significato sopra indicato.
Nelle formule sopra indicate:
può rappresentare unità di formula
.
Nella struttura (I) in cui il composto è monofunzionale, il terminale di Rf è di tipo T-0-, dove T è un gruppo (per)-fluoroalchilico scelto tra:
opzionalmente uno o due atomi di F, preferibilmente
uno, potendo essere sostituiti da H.
Preferibilmente si utilizzano miscele dei composti (I) e (II) sopra indicati.
Come composti perfluoropolieteri preferiti di formula (II) si utilizzano quelli aventi Rf di struttura (1); come composti peri luoropolieteri preferiti di formula (I) si utilizzano quelli aventi Rf di struttura (3).
E' stato trovato che utilizzando i composti dell'invenzione di formula (I) si ottiene una facilità di lavaggio della superficie vetrosa superiore a quella conferita dai polisilossani idrogenati utilizzati nell'arte per il trattamento del vetro. I composti di formula (I) hanno una buona resistenza ai cicli di lavaggio fino a 8-9 cicli.
E' stato trovato che utilizzando i composti dell'invenzione di formula (II) si ottiene una facilità di lavaggio della superficie vetrosa superiore a quella conferita dai polisilossani idrogenati dell'arte nota, ma leggermente inferiore ai composti di formula (I). Inoltre, i composti di formula (II) danno l'ulteriore vantaggio di non essere rimossi anche dopo un elevato numero di cicli di lavaggio (superiore a 10), per cui risulta prolungato nel tempo l'effetto del trattamento.
La Richiedente ha trovato che utilizzando in miscela i composti di formula (I) e (II), si ottiene una migliore facilità di lavaggio combinata con una maggior resistenza ai cicli di lavaggio. In questo caso si utilizza una miscela avente un rapporto in peso tra il composto di struttura (I) e quello di struttura (II) compreso tra 10:1 e 1:1, preferibilmente tra 5:1 e 2:1.
I fluoropolieteri bifunzionali di formula (II) sono ottenibili con processi ben noti nell'arte, si vedano ad esempio i brevetti seguenti qui incorporati integralmente per riferimento: USP 3.847.978 ed EP 374.740 per la preparazione dei prodotti con terminali acidi di tipo -COF. Il terminale silanico di formula (II) può essere ottenuto per trasformazione del -COF in estere -COOR dove R = alchile, preferibilmente
e successiva reazione dell'estere secondo i procedimenti ad esempio indicati nel brevetto USP 3.810.874. In particolare, si vedano i brevetti US 5.714.637, US 4.094.911, US 4.818.619. Per incrementare il contenuto di bifunzionali acidi si può trattare il cheto-acido descritto nel brevetto US 3.847.978 con basi ottenendo una miscela di acidi carbossilici e polieteri a terminali -CF2H. Se si vuole ottenere il derivato bifunzionale di formula (II) puro, si possono effettuare ulteriori stadi di purificazione, ad esempio distillazione o cromatografia.
I prodotti monofunzionali di formula (I) sono ottenibili secondo i metodi indicati nel brevetto EP 374.740, e successiva trasformazione dei gruppi -COF in terminali silanici secondo gli stessi metodi sopra indicati per i prodotti bifunzionali di formula (II).
Esempi di substrati vetrosi per i quali il trattamento dell'invenzione ha fornito risultati positivi, sono pirofile e pentole in vetro da forno e contenitori da cucina in genere.
I prodotti (per)fluoropolieterei dell'invenzione possono essere applicati tramite spin-coating, dipping, brushing, spraying, padding, preferibilmente spin-coating, dipping.
I composti dell'invenzione sono applicati da formulazioni a solvente, da miscele solvente-acqua o da formulazioni prevalentemente acquose. I solventi possono essere polari o apolari. Tra i solventi apolari, si possono citare, ad esempio, solventi fluorurati o solventi idrocarburici. Esempi di solventi fluorurati sono i solventi perfluoropolieterei, idroperfluoropolieterei e perfluorocarburici. I solventi idrocarburici sono scelti tra quelli alifatici lineari o ramificati.
I solventi polari sono scelti tra le seguenti classi: alcoli alifatici aventi da 1 a 6 atomi di carbonio; glicoli alifatici aventi da 2 a 8 atomi di carbonio, aventi eventualmente un idrossile esterificato; chetoni od esteri aventi da 3 a 10 atomi di carbonio, ecc.
Nelle formulazioni sopra citate la concentrazione dei (per)fluoropolieteri di formula (I) e (II) è generalmente compresa tra 0,1 e 10% in peso, preferibilmente tra 0,5 e 2,5% in peso. La quantità di prodotto (per)fluoropolietereo applicato alla superficie del substrato vetroso è tale da ottenere rivestimenti sottili di spessore generalmente compreso tra 0,01 ed 1 pm, preferibilmente tra 0,05 e 0,3 pm.
Nella formulazione trattante può essere presente anche un catalizzatore di idrolisi del gruppo silanico, quale un acido o una base. Come acidi si possono utilizzare i fosfati o carbossilati perfluoropolieterei od altri acidi quali ad esempio l'acido acetico, l'acido cloridrico e l'acido nitrico.
Come catalizzatori basici per la reticolazione dei composti dell'invenzione, si possono impiegare ammoniaca e ammine alifatiche o aromatiche. All'interno della formulazione di trattamento, si può introdurre una quantità d'acqua tale da favorire le reazioni di idrolisi e la condensazione dei silani perfluoropolieterei .
Dopo l'applicazione della formulazione trattante contenente i silani perfluoropolieterei dell'invenzione, può seguire un trattamento termico della superficie vetrosa ad una temperatura compresa tra 60 e 250°C, preferibilmente tra 80 e 200°C per un tempo variabile da 1 a 60 minuti, preferibilmente 10-30 minuti. Tale trattamento termico consente una rapida evaporazione del solvente e facilita l'ulteriore policondensazione dei silani perfluoropolieterei . Nel caso in cui si voglia evitare il trattamento termico è necessaria la presenza dei catalizzatori acidi o basici sopra citati nella formulazione di trattamento. Inoltre in questo caso è necessario attendere almeno 24 ore per ottenere la reticolazione dei composti dell'invenzione.
I prodotti dell'invenzione possono essere inoltre applicati anche ai vetri di serramenti (finestre), in particolare per la parte esposta agli agenti atmosferici.
Un'altra possibile applicazione dei prodotti dell'invenzione è quella che riguarda il trattamento di schermi, ad esempio di computer, televisori, ecc. In questo caso è stata osservata una minore sporcabilità dello schermo, in particolare un minor effètto anti-impronta. Questo è particolarmente desiderato, in quanto si preferisce effettuare il minor numero possibile di lavaggi per non danneggiare le parti elettriche del sistema con il solvente utilizzato.
La presente invenzione verrà meglio illustrata dai seguenti esempi, i quali hanno funzione puramente indicativa ma non limitativa della portata dell'invenzione stessa.
ESEMPI
Caratterizzazione
Test di rimozione degli alimenti
Su un vetrino di dimensioni 50X50 mm, precedentemente trattato con una formulazione contenente i composti dell'invenzione, vengono depositati circa 3 mi di latte. Il vetrino viene scaldato su un fornello riscaldante ad una temperatura di 150°C per un tempo pari a 20 minuti; il latte dopo ebollizione prolungata, assume una colorazione bruna e aderisce saldamente alla superficie vetrosa. Successivamente si lascia raffreddare a temperatura ambiente e si procede alla rimozione dell'alimento. La valutazione della facilità di rimozione dell'alimento è effettuata in base al mezzo meccanico impiegato per la rimozione dell'alimento. In tabella 1 sono riportati i mezzi impiegati per avere una rimozione totale dell'alimento dal substrato vetroso e la relativa lettera di riferimento. I risultati desiderati sono quelli identificati con la lettera A e B, che implicano la rimozione degli alimenti impiegando solamente acqua calda o detersivo senza l'utilizzo di spugnette abrasive.
TABELLA 1
Misura dell'angolo di contatto dinamico (DCA)
Per valutare l'aderenza ed il grado di permanenza della formulazione applicata al vetrino prima e dopo la deposizione dell'alimento, si effettua una misura dell'angolo di contatto tramite lo strumento SIGMA70 (KSV). Si misura l'angolo di contatto avanzante (0a) verso acqua, alla temperatura di 20°C.
E' noto che superfici fluorurate presentano bassa energia superficiale e di conseguenza sono scarsamente bagnate dall'acqua (angolo di contatto dinamico superiore a 100°). Nel caso di substrati vetrosi non trattati, si ha una bagnabilità quasi completa da parte dell'acqua (angolo di contatto inferiore a 30°).
Esempio 1
Vetro non trattato
Un vetrino di dimensioni 50x50 mm viene sottoposto al test di rimozione degli alimenti impiegando latte secondo la procedura descritta.
Si verifica che per la rimozione del latte sottoposto a cottura è necessario, come riportato in tabella 2, l'utilizzo della spugnetta in acciaio che comporta la formazione di rigature sulla superficie del vetro.
Esempio 2
Un vetrino di dimensioni 50x50 mm viene trattato tramite dipping ad una velocità di immersione pari a 0,526 mm/sec. con 25 mi di una formulazione costituita da:
- 1% in peso di una miscela di silani perfluoropolieterei di struttura (A) e (B) in rapporto ponderale 3/1:
in cui p = 2-5 (A)
in cui n = 2-4,m = 2-6 (B)
- 94% in peso di alcool isopropilico;
- 4% in peso di acqua;
- 1% in peso di acido acetico come catalizzatore di idrolisi.
Per accelerare l'idrolisi la soluzione viene utilizzata per il trattamento del campione dopo 30 minuti dalla sua preparazione.
Dopo il trattamento, il vetrino viene sottoposto a curing termico in stufa alla temperatura di 170°C per 15 minuti.
Il vetrino trattato viene sottoposto al test di rimozione degli alimenti impiegando latte secondo la procedura descritta.
Si verifica che per la rimozione del latte sottoposto a cottura è sufficente un semplice lavaggio con acqua calda, come riportato in tabella 2. Si ottengono gli stessi risultati anche ripetendo più volte il test di rimozione del latte ed il successivo lavaggio.
TEST DI RESISTENZA AI CICLI DI LAVAGGIO
Si effettua una misura dell'angolo di contatto dinamico sul vetrino dopo il trattamento con la formulazione dell'invenzione ed in seguito alla rimozione dell'alimento. I risultati sono riportati in tabella 3. Si rilevano elevati valori di angolo di contatto dinamico (superiore a 100°C) che indicano una sostanziale permanenza del prodotto fluorurato anche dopo il test di rimozione dell'alimento effettuato più volte (cicli di deposizione e lavaggio successivi).
Esempio 3
Un vetrino di dimensioni 50x50 mm viene trattato tramite dipping ad una velocità di immersione pari a 0,526 mm/sec. con una formulazione costituita da:
- 1% in peso di un silano perfluoropolietereo di struttura:
in cui p = 2-5 (A)
- 94% in peso di alcool isopropilico;
- 4% in peso di acqua;
- 1% in peso di acido acetico come catalizzatore di idrolisi.
Per accelerare l'idrolisi la soluzione viene utilizzata per il trattamento del campione dopo 30 minuti dalla sua preparazione .
Dopo il trattamento, il vetrino viene sottoposto a curing termico in stufa alla temperatura di 170°C per 15 minuti.
Il vetrino trattato viene sottoposto al test di rimozione degli alimenti impiegando latte secondo la procedura descritta.
Si verifica che per la rimozione del latte sottoposto a cottura si utilizza acqua+detersivo , come riportato in tabella 2.
TEST DI RESISTENZA AI CICLI DI LAVAGGIO
Si effettua una misura dell'angolo di contatto dinamico come descritto nell'esempio .2. I risultati sono riportati in tabella 3. Si rilevano elevati valori di angolo di contatto dinamico (superiore a 100°C) per un numero di cicli di lavaggio pari a 5.
Esempio 4
Un vetrino di dimensioni 50x50 mm viene trattato tramite dipping ad una velocità di immersione pari a 0,526 mm/sec. con una formulazione costituita da:
- 1% in peso di un silano perfluoropolietereo di struttura:
in cui n = 2-4, m = 2-6 (B)
- 94% in peso di alcool isopropilico;
- 4% in peso di acqua;
- 1% in peso di acido acetico come catalizzatore di idrolisi.
Per accelerare l'idrolisi la soluzione viene utilizzata per il trattamento del campione dopo 30 minuti dalla sua preparazione .
Dopo il trattamento, il vetrino viene sottoposto a curing termico in stufa alla temperatura di 170°C per 15 minuti.
Il vetrino trattato viene sottoposto al test di rimozione degli alimenti impiegando latte secondo la procedura descritta .
Si verifica che per la rimozione del latte sottoposto a cottura si utilizza acqua+detersivo, come riportato in tabella 2.
TEST DI RESISTENZA AI CICLI DI LAVAGGIO
Si effettua una misura dell'angolo di contatto dinamico come descritto nell'esempio 2. I risultati sono riportati in tabella 3. Si rilevano elevati valori di angolo di contatto dinamico (superiore a 100°C) che indicano una sostanziale permanenza del prodotto fluorurato anche dopo il test di rimozione dell'alimento effettuato più volte (cicli di deposizione e lavaggio successivi).
Esempio 5
Un vetrino di dimensioni 50x50 mm viene trattato tramite dipping ad una velocità di immersione pari a 0,526 mm/sec. con 25 mi di una formulazione costituita da:
- 0,5% in peso di una miscela di silani perfluoropolieterei di struttura (A) e (B) in rapporto ponderale 3/1:
in cui p = 2-5 (A)
in cui n = 2-4,m = 2-6 (B)
- 94,5% in peso di alcool isopropilico;
- 4% in peso di acqua;
- 1% in peso di acido acetico come catalizzatore di idrolisi.
Per accelerare l'idrolisi la soluzione viene utilizzata per il trattamento del campione dopo 30 minuti dalla sua preparazione .
Dopo il trattamento, il vetrino viene sottoposto a curing termico in stufa alla temperatura di 170°C per 15 minuti.
Il vetrino trattato viene sottoposto al test di rimozione degli alimenti impiegando latte secondo la procedura descritta .
Si verifica che per la rimozione del latte sottoposto a cottura è sufficente un semplice lavaggio con acqua calda, come riportato in tabella 2. Si ottengono gli stessi risultati anche ripetendo più volte il test di rimozione del latte ed il successivo lavaggio.
TEST DI RESISTENZA AI CICLI DI LAVAGGIO
Si effettua una misura dell'angolo di contatto dinamico sul vetrino dopo il trattamento con la formulazione dell'invenzione ed in seguito alla rimozione dell'alimento. I risultati sono riportati in tabella 3. Si rilevano elevati valori di angolo di contatto dinamico (superiore a 100°C) che indicano una sostanziale permanenza del prodotto fluorurato anche dopo il test di rimozione dell'alimento effettuato più volte (cicli di deposizione e lavaggio successivi ).
Esempio 6
Un vetrino di dimensioni 50x50 mm viene trattato tramite dipping ad una velocità di immersione pari a 0,526 mm/sec. con 25 mi di una formulazione costituita da:
- 2% in peso di una miscela di silani perfluoropolieterei di struttura (A) e (B) in rapporto ponderale 3/1:
in cui p = 2-5 (A)
in cui n = 2-4, m = 2-6 (B)
- 93% in peso di alcool isopropilico;
- 4% in peso di acqua;
- 1% in peso di acido acetico come catalizzatore di idrolisi.
Per accelerare l'idrolisi la soluzione viene utilizzata per il trattamento del campione dopo 30 minuti dalla sua preparazione .
Dopo il trattamento, il vetrino viene sottoposto a curing termico in stufa alla temperatura di 170°C per 15 minuti.
Il vetrino trattato viene sottoposto al test di rimozione degli alimenti impiegando latte secondo la procedura descritta .
Si verifica che per la rimozione del latte sottoposto a cottura è sufficente un semplice lavaggio con acqua calda, come riportato in tabella 2. Si ottengono gli stessi risultati anche ripetendo più volte il test di rimozione del latte ed il successivo lavaggio.
TEST DI RESISTENZA AI CICLI DI LAVAGGIO
Si effettua una misura dell'angolo di contatto dinamico sul vetrino dopo il trattamento con la formulazione dell'invenzione ed in seguito alla rimozione dell'alimento. I risultati sono riportati in tabella 3. Si rilevano elevati valori di angolo di contatto dinamico (superiore a 100°C) che indicano una sostanziale permanenza del prodotto fluorurato anche dopo il test di rimozione dell'alimento effettuato più volte (cicli di deposizione e lavaggio successivi).
Esempio 7 (di confronto)
Un vetrino di dimensioni 50x50 mm viene trattato tramite dipping ad una velocità di immersione pari a 0,526 mm/sec. con 25 ml di una formulazione costituita da:
- 1% in peso di un silano fluorocarburico di formula:
in cui d = 5-7
- 94% in peso di alcool etilico;
- 4% in peso di acqua;
- 1% in peso di acido acetico come catalizzatore di idrolisi.
Per accelerare l'idrolisi la soluzione viene utilizzata per il trattamento del campione dopo 30 minuti dalla sua preparazione .
Dopo il trattamento, il vetrino viene sottoposto a curing termico in stufa alla temperatura di 170°C per 15 minuti.
Il vetrino trattato viene sottoposto al test di rimozione degli alimenti impiegando latte secondo la procedura descritta.
Si verifica che per la rimozione del latte sottoposto a cottura è sufficiente un lavaggio con acqua calda detersivo, come riportato in tabella 2.
TEST DI RESISTENZA AI CICLI DI LAVAGGIO
Si effettua una misura dell'angolo di contatto dinamico sul vetrino dopo il trattamento con la formulazione dell'invenzione ed in seguito alla rimozione dell'alimento. I risultati sono riportati in tabella 3. Si rileva scarsa resistenza ai cicli di lavaggio, quando il numero di cicli è superiore a 5.
Esempio 8 (di confronto)
E' stata utilizzata una pirofila da 0,81 commercialmente disponibile con il marchio ARCUISINE®, costituita da vetro trattato con polisilossani idrogenati.
La pirofila viene riempita con 100 mi di latte e portata all'ebollizione fino ad ottenere la bruciatura del latte.
La pirofila così sporcata dal latte bruciato viene sottoposta al test di rimozione degli alimenti fino alla completa pulizia della pirofila stessa. I risultati sono riportati in tabella 2. I dati mostrano che per la rimozione completa del latte è necessario utilizzare acqua calda detersivo e spugnetta abrasiva .
Esempio 9 (di confronto)
E' stato ripetuto l'esempio 8, ma utilizzando una pirofila da 0,8 1 di vetro non trattato, e sottoponendola al trattamento con il polissilossano idrogenato secondo l'esempio 11 del brevetto US 5.286.815.
La concentrazione di polisilossano nella soluzione era pari a 2% in peso. I risultati ottenuti sono sostanzialmente
simili a quelli dell'esempio 8.
TABELLA 2
(1) test di rimozione alimenti effettuato 1 volta
(5) test di rimozione alimenti effettuato 5 volte
(10) test di rimozione alimenti effettuato 10 volte
TABELLA 3
(5) test di rimozione alimenti effettuato 5 volte
(10) test di rimozione alimenti effettuato 10 volte

Claims (10)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Uso nel trattamento di substrati vetrosi di composti mono- e bifunzionali (per)fluoropolieterei aventi le seguenti strutture: (I) (II) in cui: L è un gruppo organico di collegamento
    con R' = H o alchile q è un intero compreso tra 1 e 8, preferibilmente 1-3; Y = F, CF3; W è un gruppo con a = 0, 1, 2, preferibilmente 0, 1; R3 ed R2 uguali o diversi tra di loro sono gruppi alchilici , eventualmente contenenti uno o più atomi di 0 eterei, gruppi arilici alchil -arili o arili-alchili
    Rf ha un peso molecolare medio numerico compreso tra 350 e 5.000, preferibilmente tra 500 e 3.000 e comprende unità ripetitive aventi almeno una delle seguenti strutture, disposte statisticamente nella catena:
    dove X = F, CF3.
  2. 2. Uso nel trattamento di substrati vetrosi secondo la rivendicazione 1 in cui Rf è scelto tra una delle strutture seguenti : 1)
    con a'/b' compreso tra 0,5 e 2, estremi inclusi, a' e b' essendo numeri interi tali da dare il peso molecolare sopra indicato; 2)
    con r/b = 0,5-2,0; (r+b)/t è compreso fra 10-30, b, r e t essendo interi tali da dare il peso molecolare sopra indicato, X ha il significato sopra indicato; 3)
    t' potendo essere 0; quando t' è diverso da 0 allora r'/t' = 10-30, r' e t' essendo interi tali da dare il peso molecolare sopra indicato; X ha il significato sopra indicato.
  3. 3. Uso nel trattamento di substrati vetrosi secondo le rivendicazioni 1-2 in cui nella struttura (I) il terminale di Rf è di tipo T-O-, dove T è un gruppo (per)fluoroalchilico scelto tra:
    opzionalmente uno o due atomi di F, preferibilmente uno, potendo essere sostituiti da H.
  4. 4. Uso nel trattamento di substrati vetrosi secondo le rivendicazioni 1-2 in cui i composti di formula (II) hanno Rf di struttura (1).
  5. 5. Uso nel trattamento di substrati vetrosi secondo le rivendicazioni 1-3 in cui i composti di formula (I) hanno Rf di struttura (3).
  6. 6. Uso nel trattamento di substrati vetrosi secondo le rivendicazioni 1-5 in cui si utilizza una miscela dei composti di struttura (I) e (II).
  7. 7. Uso nel trattamento di substrati vetrosi secondo la rivendicazione 6 in cui la miscela ha un rapporto in peso tra il composto di struttura (I) e quello di struttura (II) compreso tra 10:1 e 1:1, preferibilmente tra 5:1 e 2:1.
  8. 8. Uso nel trattamento di substrati vetrosi secondo le rivendicazioni 1-7 in cui i composti di formula (I) e (II) sono applicati tramite spin-coating, dipping, brushing, spraying , padding .
  9. 9. Uso nel trattamento di substrati vetrosi secondo le rivendicazioni 1-8 in cui i composti di formula (I) e (II) sono applicati da formulazioni a solvente, da miscele solvente -acqua o da formulazioni prevalentemente acquose.
  10. 10. Uso nel trattamento di substrati vetrosi secondo la rivendicazione 9 in cui nelle formulazioni la concentrazione dei composti (I) e (II) è compresa tra 0,1 e 10% in peso, preferibilmente tra 0,5 e 2,5% in peso.
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