ITMC20130036A1 - Ombrellone a vela perfezionato. - Google Patents

Ombrellone a vela perfezionato.

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ITMC20130036A1
ITMC20130036A1 IT000036A ITMC20130036A ITMC20130036A1 IT MC20130036 A1 ITMC20130036 A1 IT MC20130036A1 IT 000036 A IT000036 A IT 000036A IT MC20130036 A ITMC20130036 A IT MC20130036A IT MC20130036 A1 ITMC20130036 A1 IT MC20130036A1
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Fausto Marcelli
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Teknowind S R L
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    • A45BWALKING STICKS; UMBRELLAS; LADIES' OR LIKE FANS
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    • A45B2011/005Umbrellas characterised by their shape or attachment characterised by their shape

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Description

“OMBRELLONE A VELA PERFEZIONATO”.
TESTO DELLA DESCRIZIONE
La presente domanda di brevetto per invenzione industriale ha per oggetto un ombrellone a vela perfezionato, particolarmente indicato ad essere utilizzato in condizioni di vento forte.
Le peculiarità ed i vantaggi della presente invenzione risulteranno più evidenti a seguito di una breve descrizione dell’arte anteriore più vicina, rappresentata dal brevetto IT1344639.
In tale prospettiva si precisa innanzitutto che l’ombrello rivendicato in tale privativa era stato espressamente concepito per permettergli di resistere ai venti forti.
Sin dall’allora, infatti, si era consapevoli che un ombrellone di struttura tradizionale aveva ben poche speranze di resistere ad un vento di notevole intensità.
Come è noto, infatti, il telo di un ombrellone tradizionale è normalmente fissato ad una serie di stecche metalliche che si diparte radialmente dalla punta di un piantone centrale.
Le stecche medesime sono altresì associate ad una rispettiva serie di bracci di movimentazione, azionati da un collare scorrevole lungo il piantone medesimo.
Ebbene, nel momento in cui questo collare si trovi a stazionare in corrispondenza del suo punto morto inferiore, gli anzidetti bracci impongono alle rispettive stecche metalliche di assumere un assetto sostanzialmente verticale, tutto attorno al rispettivo piantone.
In tale condizione il telo fissato su di esse si “raccoglie” attorno al piantone medesimo, assumendo un profilo sostanzialmente conico.
Allorquando, invece, il medesimo collare viene fatto scorrere verso l’alto, fino al suo punto morto superiore, le stecche medesime si aprono verso la sommità del piantone medesimo, assumendo un assetto spiovente, tale per cui il rispettivo telo si allarga completamente e va ad assumere un profilo a cupola o piramidale.
In entrambi i casi si forma, al di sotto dell’ombrellone, una concavità chiusa perimetralmente dal rispettivo telo, tale dunque da non offrire vie di fuga all’eventuali raffiche di vento forte che penetrino al suo interno, indipendentemente da quale sia la direzione delle stesse.
In tale condizione, dunque, il vento medesimo si trova a sospingere con notevole energia il telo dell’ombrellone dal basso verso l’alto, al punto da piegare incontrollatamente l’intero ombrellone, se non addirittura ad abbatterlo.
Partendo da una simile consapevolezza, il titolare dell’anzidetta anteriorità italiana aveva effettivamente concepito una soluzione che potesse consentire ad un ombrellone di resistere all’azione di un vento forte, senza piegarsi e senza restarne abbattuto.
Per facilitare la comprensione di una simile tecnica anteriore, si ritiene opportuno allegare alla presente descrizione, una tavola di disegno “Prior Art”, in cui:
- la figura 3 mostra l’ombrellone rivendicato nell’anzidetta anteriorità IT1344639 nel suo assetto di chiusura
- la figura 4 mostra tale ombrellone nel suo assetto di apertura, ma senza che si sia ancora prodotta l’inversione della curvatura di una delle sue stecche opportunamente soggetta all’azione dell’apposito attuatore
- la figura 5 mostra l’ombrellone medesimo dopo che si sia prodotta l’inversione della curvatura della sua anzidetta stecca e, conseguentemente, l’apertura di un sovrastante fiocco.
Grazie a tali figure si può constatare come l’ombrellone rivendicato in tale anteriorità sia dotato di una stecca snodata (20) soggetta all’azione di un attuatore che le consente, una volta che l’intero ombrellone sia stato condotto nel suo normale assetto di apertura, di invertire la curvatura della propria estremità libera.
In effetti mentre le estremità libere di tutte le altre stecche (21) restano usualmente rivolte verso il basso, l’estremità libera della stecca sopra menzionata (20) deve essere rivolta verso l’alto, così da obbligare anche il lembo del telo (22) fissato su di essa ad assumere un’analoga configurazione.
Più precisamente l’attuatore che consente di invertire la curvatura di tale stecca (20) consiste in un cavetto (23), la cui estremità superiore (23a) risulta agganciata al di sopra dell’anzidetta estremità libera della stecca medesima (20).
L’estremità inferiore (23b) di tale cavetto (23), preferibilmente dotata di un occhiello di presa, si posiziona invece lungo il piantone (2) dell’ombrellone medesimo (ma comunque al di sotto del rispettivo telo), grazie all’azione di rinvio esercitata, in favore del cavetto medesimo (23), ad opera di una boccola montata alla sommità del piantone medesimo (e dunque al di sopra del telo).
In questo contesto la trazione verso il basso dell’estremità inferiore dell’anzidetto cavetto consente effettivamente di incurvare verso l’alto la stecca anzidetta (20), insieme con il rispettivo lembo del telo (22).
Peraltro questa stessa trazione del cavetto in questione (23) è suscettibile di produrre un’ulteriore conseguenza, vale a dire l’apertura in verticale, al di sopra del telo anzidetto (22), di una piccola vela (24), sostanzialmente un fiocco, in grado di disporsi in posizione intermedia tra tale cavetto (23) e l’anzidetta stecca incurvabile verso l’alto (20).
Proprio l’acquisizione, da parte di tale ombrellone, di quest’ultimo assetto è ritenuta risolutiva per le finalità perseguite, dato che l’anzidetto fiocco (24), operando alla stregua di un timone, assume spontaneamente un assetto parallelo alla direzione del vento ed orienta correttamente anche l’intero telo (22), indipendentemente dalla direzione del vento.
In tal modo l’ombrellone si trova soggetto a due diverse forze, l’una che lo spinge verso terra e l’altra che lo spinge nella direzione imposta dal vento forte; queste stesse forze gli impongono un’inclinazione e gli permettono di trovare un nuovo stato di equilibrio, senza più subire sollecitazioni incontrollabili in corrispondenza del proprio telo.
L’ulteriore vantaggio assicurato dall’ombrellone rivendicato nell’anteriorità IT1344639 è relativo al fatto che l’anzidetta stecca incurvabile, nel momento in cui orienta verso l’alto un lembo del telo, crea un punto permanente di sfiato per l’aria che il vento forte fa affluire vorticosamente all’interno della concavità a cupola o a piramide formata dal telo medesimo.
Grazie a tale accorgimento, infatti, l’ombrellone risulta sostanzialmente immune dalla possibilità di subire quelle pericolose ed incontrollate oscillazione che altrimenti gli sarebbero imposte dal vento forte.
Tuttavia un’attenta valutazione di una simile tecnica anteriore ha permesso di rilevare alcuni inconvenienti che ne limitano in maniera significativa l’efficacia funzionale.
In primo luogo si è osservato che l’utente che voglia provocare l’anzidetta inversione d’assetto in seno alla stecca incurvabile verso l’alto deve esercitare una notevole forza di trazione sull’apposito cavetto fungente da attuatore, anche al fine di vincere la stessa resistenza opposta dal lembo del telo associato a questa stessa stecca incurvabile.
L’esperienza pratica ha dimostrato, infatti, che una simile resistenza può essere vinta efficacemente alla sola condizione che l’utente, nel tempo stesso che eserciti la trazione verso il basso dell’anzidetto cavetto attuatore, utilizzi l’altra mano per imporre una spinta dal basso verso l’alto all’estremità libera dell’anzidetta stecca incurvabile.
Può accadere, pertanto, che non tutti gli utenti, specie quelli dotati di minore prestanza fisica, si rivelino effettivamente capaci di provocare la desiderata variazione di assetto del proprio ombrellone.
Al tempo stesso si è verificato che il tessuto del telo di un tale ombrellone mal sopporta le tensioni che gli vengono ripetutamente trasmesse in occasioni delle variazioni alternative dell’assetto dell’anzidetta stecca incurvabile.
Si è verificato, infatti, che l’anzidetto telo tende facilmente a deformarsi, anche in maniera significativa, finendo per accusare la formazione di bozzi e pieghe e per allentarsi incontrollatamente, al punto da pregiudicare la configurazione del proprio profilo aerodinamico e da accusare un degrado funzionale ed una minore reattività sotto la spinta del vento.
L’ulteriore inconveniente di una simile tecnica anteriore è legato al fatto che l’anzidetta stecca incurvabile deve recare una struttura differenziata – ma soprattutto più sofisticata e costosa – rispetto a quella di tutte le altre; una struttura, cioè, che richiede la presenza di un punto di cerniera (o di snodo) destinato, per l’appunto, a consentire l’inversione non traumatica della curvatura della rispettiva estremità libera.
Partendo da simili presupposti, l’idea alla base del presente trovato è proprio quella di eliminare i due riferiti inconvenienti della tecnica anteriore.
Più precisamente l’ombrellone secondo il trovato è stato concepito per evitare agli utenti quei particolari sforzi che attualmente risultano necessari per invertire l’assetto della singola stecca incurvabile in dotazione agli ombrelloni preesistenti.
Al tempo stesso il nuovo ombrellone in parola risulta anche in grado di assicurare al proprio fiocco la capacità di assumere, in condizione operativa, un assetto verticale perfettamente teso, tale da sfruttare al massimo la spinta del vento che dovesse investirlo.
In questo modo il fiocco medesimo si rivela finalmente in grado di orientare con estrema rapidità e precisione l’intero ombrellone nel desiderato assetto parallelo al vento.
Ebbene simili finalità sono state raggiunte sulla base di due specifiche ed innovative soluzioni tecnico-funzionali introdotte nell’ombrellone secondo il trovato.
La prima di tali soluzioni prevede l’adozione, in sostituzione dell’anzidetta preesistente stecca incurvabile, di una stecca sostanzialmente rigida che risulta sagomata sin dall’origine in maniera tale da rivolgere stabilmente verso l’alto la propria estremità libera.
Si può dire altrimenti che una simile innovativa stecca risulti composta da un primo tratto, quello collegato al piantone, usualmente incurvato verso il basso e da un secondo tratto che presenta un raggio di curvatura opposto e che infatti risulta sensibilmente incurvato verso l’alto.
Grazie a questa previsione, dunque, l’utente non è più chiamato ad eseguire quell’anzidetta faticosa operazione, finora sempre necessaria, finalizzata ad ottenere l’inversione dell’assetto dell’eventuale stecca incurvabile del proprio ombrellone e dunque anche del lembo del telo associato ad essa.
Peraltro il fatto che l’anzidetta stecca risulti incurvata verso l’alto sin dall’origine assicura che anche il rispettivo tratto del telo – così come il fiocco previsto a corredo di quest’ultimo – potrà essere perfettamente adattato, fin dalla fase del suo montaggio, a questo particolare assetto della stecca medesima.
La seconda soluzione innovativa dell’ombrellone secondo il trovato è relativa al fatto di adottare comunque un cavetto destinato a essere tirato verso il basso.
Un simile cavetto, però, non comanda più, come avveniva nella tecnica anteriore, l’inversione di assetto di una stecca incurvabile, ma si limita a generare l’apertura in verticale di un fiocco comunque compreso tra il cavetto medesimo e l’anzidetta stecca incurvata verso l’alto.
Ciò significa che la trazione che deve essere esercitata sull’anzidetto cavetto è certamente di debole entità, tale da essere vantaggiosamente esercitata da chiunque.
A ciò si aggiunga che questa nuova movimentazione indipendente del fiocco – cioè non in contemporanea con l’azionamento di un’eventuale stecca incurvabile – assicura che il fiocco medesimo assuma un assetto perfettamente disteso, tale da ottimizzare le prestazioni aerodinamiche dello stesso.
Per maggiore chiarezza esplicativa la descrizione del trovato prosegue con riferimento all’ulteriore tavola di disegno allegata, avente solo valore illustrativo e non certo limitativo, in cui:
- la figura 1 mostra, con una vista dall’alto, il nuovo ombrellone in parola;
- la figura 2 è una sezione, con un piano verticale, dell’ombrellone medesimo.
Con riferimento a tali figure, si precisa che l’ombrellone secondo il trovato (1) presenta, nelle linee generali, un’impostazione sostanzialmente tradizionale.
Ing. CLAUDIO BALDI S.r.l. – Viale Cavallotti 13 – Jesi (An)
Esso, infatti, adotta usualmente un piantone (2) alla cui sommità sono fulcrate radialmente alcune stecche (3) sulle quali è fissato un telo parasole (4).
Tali stecche (3) sono associate inferiormente – a circa metà della loro lunghezza – a rispettivi braccetti (non mostrati nelle figure allegate) fulcrati alla base ad un collare (anch’esso non mostrato nelle figure allegate) atto a scorrere lungo l’anzidetto piantone (2).
Secondo una logica del tutto tradizionale è altresì previsto che lo scorrimento verso l’alto e verso il basso di detto collare produca rispettivamente, ad opera dei braccetti ad esso associati, l’apertura o la chiusura delle stecche (3).
Ebbene, nell’ambito di questo nuovo ombrello, è previsto normalmente che le anzidette stecche (3) siano sagomate in maniera tale da assumere – nella condizione di apertura dell’ombrellone medesimo – un profilo spiovente (o convesso), vale a dire un assetto per cui la loro rispettiva estremità libera sia rivolta verso il basso.
Ma, come anticipato, una (3a) di tali stecche risulta invece sagomata in maniera da presentare – nella medesima condizione di apertura dell’ombrellone – un profilo concavo in corrispondenza del suo tratto terminale, vale a dire un assetto per cui la sua rispettiva estremità libera (3a’) risulti rivolta verso l’alto, imponendo un analogo assetto anche al lembo del telo (4) fissato ad essa.
Al di sopra del telo medesimo (4), in corrispondenza dell’anzidetta stecca incurvata verso l’alto (3a), è fissato radialmente un fiocco (5), sostanzialmente triangolare.
Il bordo longitudinale inferiore di detto fiocco (5) è cucito direttamente al telo (4), mentre il suo bordo longitudinale superiore, libero, reca una coulisse (5a) entro la quale risulta infilato un rispettivo cavetto di azionamento (6).
A tale scopo un simile cavetto (6) adotta un primo tratto (T1) di andamento sostanzialmente orizzontale ed un secondo tratto (T2) di andamento sostanzialmente verticale; essendo previsto che questi due tratti (T1, T2) siano raccordati ad opera di una boccola di rinvio (7) prevista sostanzialmente alla sommità dell’anzidetto piantone (2).
In effetti l’anzidetto primo tratto (T1) è destinato ad operare al di sopra del telo anzidetto (4) ed è quello che risulta effettivamente infilato nell’anzidetta coulisse (5a) del fiocco (5); essendo altresì previsto che la sua estremità (6a) sia fissata all’anzidetta estremità libera (3a’) della stecca rivolta verso l’alto (3a).
L’anzidetto secondo tratto (T2) è invece destinato a scorrere all’interno del piantone (2); essendo altresì previsto che l’estremità inferiore di questo secondo tratto (T2), opportunamente dotata di un occhiello di presa (6b), fuoriesca da un foro eseguito su di un lato dell’anzidetto piantone (2), ad un’altezza facilmente raggiungibile dalla mano dell’utente dell’ombrellone.
Una volta completata la descrizione del trovato, non resta che ribadire – con riferimento alle citate figure 1 e 2 – le modalità relative al suo funzionamento.
La normale apertura di tale ombrellone assicura già che un tratto del suo telo (4), quello associato all’anzidetta stecca incurvata verso l’alto (3a), assuma un analogo assetto rivolto verso l’alto, creando una sorta di sezione di sfiato nei confronti del profilo sostanzialmente a cupola definito dai restanti tratti del telo medesimo (4), quelli associati, cioè, alle stecche (3) usualmente rivolte verso il basso.
Inutile dire che la presenza di questa sezione di sfiato favorisce l’evacuazione dell’aria che il vento fa affluire al di sotto del telo medesimo (4) e serve a ridurre in maniera sostanziale il rischio che l’intero ombrellone possa essere piegato o addirittura abbattuto ad opera di un vento particolarmente sostenuto.
Si avverte peraltro che, a seguito della semplice apertura dell’ombrellone (1), l’anzidetto fiocco (5) si mantiene ancora nel suo assetto non operativo, al di sopra del telo (4), mentre il rispettivo cavetto di azionamento (6) si mantiene del tutto privo di tensione, in un assetto, cioè, in cui il suo primo tratto (T1) è sostanzialmente appoggiato, insieme con l’intero fiocco (5), contro il sottostante telo (4), mentre il suo secondo tratto (T2) risulta contenuto, per la maggior parte della sua lunghezza, all’interno del piantone (2), con la sola estremità munita di occhiello (6b) che ne deborda attraverso l’apposito foro.
In tale contesto l’ulteriore operazione da compiere è proprio quella di dispiegare verso l’alto l’anzidetto fiocco (5), in maniera tale che lo stesso si predisponga a funzionare come un timone atto a favorire l’orientamento spontaneo dell’ombrellone (1) in base alla direzione del vento, secondo quanto espressamente mostrato nelle figure 1 e 2.
Naturalmente il dispiegamento in verticale del fiocco anzidetto (5) può essere ottenuto tramite una semplice ed agevole trazione verso il basso esercitata in corrispondenza dell’anzidetta estremità, munita di occhiello di presa (6b), del secondo tratto (T2) del cavetto (6).
In effetti una simile trazione verso il basso del cavetto (6) produce l’effetto di mettere in tensione, tra l’anzidetta estremità (3a’) della stecca rivolta verso l’alto (3a) e la boccola di rinvio (7), l’anzidetto primo tratto (T1) dello stesso e, conseguentemente, a sollevare verso l’alto il fiocco (5).
Quest’ultimo effetto si produce proprio per il fatto che l’anzidetto primo tratto (T1) di detto cavetto (6) risulta infilato all’interno di quella coulisse (5a) prevista in corrispondenza del bordo superiore del fiocco medesimo (5).
È chiaro naturalmente che l’esigenza di dispiegare verso l’alto l’anzidetto fiocco (5) si manifesta soprattutto in presenza di venti forti.
Tuttavia è certamente consigliabile che l’utente dell’ombrellone secondo il trovato (1) provveda sempre a dispiegare in verticale il fiocco medesimo (5), anche in condizioni di scarso vento o persino in assenza di vento.
In effetti la scelta di mantenere il fiocco (5) costantemente nel suo anzidetto assetto operativo costituisce un’efficace precauzione nei confronti dell’eventualità che il vento possa alzarsi improvvisamente e manifestarsi magari con raffiche di notevole potenza che potrebbero facilmente mettere a repentaglio l’assetto e l’incolumità stessa dell’ombrellone (1).
Va detto ancora che lungo l’anzidetto piantone (2) è previsto un mezzo di aggancio (non mostrato nelle figure allegate) sul quale fissare l’anzidetto occhiello (6b) nel momento in cui il cavetto (6) sia in tiro; inutile dire che con un simile aggancio si impedisce che il cavetto medesimo (6) possa allentarsi fortuitamente, facendo perdere tensione al fiocco (5).
In una preferita forma di realizzazione, l’anzidetto mezzo di aggancio potrebbe essere previsto in corrispondenza del collare scorrevole che abilita l’apertura e la chiusura delle stecche (3) e potrebbe consistere in una particolare sede atta ad alloggiare esattamente e saldamente l’anzidetto occhiello (6b) del cavetto (6).
Si comprende altresì come il fiocco medesimo (5) sia destinato a tornare spontaneamente nel proprio assetto non operativo nel momento stesso cui l’ombrellone secondo il trovato (1) venga richiuso.
In effetti la semplice chiusura delle relative stecche (3), e soprattutto la chiusura dell’anzidetta stecca incurvata verso l’alto (3a), provocherà spontaneamente una trazione verso l’alto del secondo tratto (T2) del cavetto (6) e, di conseguenza, una perdita di tensione del primo tratto (T1) del medesimo cavetto (6) e un nuovo afflosciamento del fiocco (5).

Claims (2)

  1. RIVENDICAZIONI 1) Ombrellone a vela perfezionato, comprendente: - un piantone (2) dalla cui sommità aggettano radialmente alcune stecche di profilo spiovente (3), atte al supporto di un rispettivo telo (4) - un fiocco triangolare (5) dotato di un bordo inferiore fissato radialmente al di sopra dell’anzidetto telo (4) ed altresì atto ad essere dispiegato in verticale - un cavetto (6) per il tensionamento in verticale dell’anzidetto fiocco (5), comprendente un primo tratto (T1), atto ad assumere, in condizione di ombrellone aperto, un assetto orizzontale, ed un secondo tratto (T2), sostanzialmente verticale, raccordato al primo (T1) ad opera di un mezzo di rinvio (7) posto alla sommità dell’anzidetto piantone (2); in cui l’anzidetto primo tratto (T1) di tale cavetto (6) risulta infilato entro una coulisse (5a) realizzata in corrispondenza del bordo longitudinale superiore dell’anzidetto fiocco (5) ed in cui l’anzidetto secondo tratto (T2) del cavetto medesimo (6) scorre parallelamente all’anzidetto piantone (2) e termina inferiormente con un occhiello di presa (6b), ombrellone (1) caratterizzato per il fatto: - di adottare, in combinazione con le anzidette stecche di profilo spiovente (3), un’ulteriore stecca (3a) di supporto per il telo (4) dotata stabilmente di un profilo incurvato tale per cui la rispettiva estremità libera (3a’) si rivolga verso l’alto in condizione di ombrellone aperto - di prevedere che l’anzidetto bordo inferiore del fiocco triangolare (5) risulti fissato all’anzidetto telo (4) in corrispondenza dell’anzidetta stecca incurvata verso l’alto (3a) - di prevedere che l’anzidetto primo tratto (T1) dell’anzidetto cavetto di tensionamento (6) risulti fissato con la propria estremità in corrispondenza dell’estremità libera (3a’) dell’anzidetta stecca incurvata verso l’alto (3a).
  2. 2) Ombrellone secondo la rivendicazione 1, in cui l’anzidetto secondo tratto (T2) del cavetto (6) scorre all’interno dell’anzidetto piantone (2) ed in cui il suo rispettivo occhiello di estremità (6b) fuoriesce dal piantone medesimo (2) in corrispondenza di un rispettivo foro.
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Citations (3)

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