ITMC20090025A1 - Struttura verticale per mobili a colonna. - Google Patents

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ITMC20090025A1
ITMC20090025A1 IT000025A ITMC20090025A ITMC20090025A1 IT MC20090025 A1 ITMC20090025 A1 IT MC20090025A1 IT 000025 A IT000025 A IT 000025A IT MC20090025 A ITMC20090025 A IT MC20090025A IT MC20090025 A1 ITMC20090025 A1 IT MC20090025A1
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upright
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crosspiece
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IT000025A
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Matteo Galassi
Mauro Galassi
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Sige S P A
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    • A47FURNITURE; DOMESTIC ARTICLES OR APPLIANCES; COFFEE MILLS; SPICE MILLS; SUCTION CLEANERS IN GENERAL
    • A47BTABLES; DESKS; OFFICE FURNITURE; CABINETS; DRAWERS; GENERAL DETAILS OF FURNITURE
    • A47B88/00Drawers for tables, cabinets or like furniture; Guides for drawers
    • A47B88/40Sliding drawers; Slides or guides therefor
    • A47B88/42Vertically-oriented drawers, i.e. drawers where the height exceeds the width

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  • Rod-Shaped Construction Members (AREA)
  • Display Devices Of Pinball Game Machines (AREA)

Description

DESCRIZIONE
a corredo di una domanda di brevetto per invenzione industriale avente per titolo:
“STRUTTURA VERTICALE PER MOBILI A COLONNA”.
TESTO DELLA DESCRIZIONE
La presente domanda di brevetto per invenzione industriale ha per oggetto una struttura verticale per mobili a colonna, atta ad alloggiare suppellettili di vario genere.
Come è noto nell’ambito delle cucine componibili viene fatto largo uso di mobili a colonna, stretti ed alti, destinati ad alloggiare una struttura portante destinata al contenimento di generi alimentari, pentole o simili.
Generalmente queste strutture portanti sono di tipo estraibile, in quanto capaci di scorrere dall’interno all’esterno del rispettivo mobile, al fine di assicurare all’utente condizioni d’impiego più comode ed efficaci, con particolar riferimento alle operazioni di prelievo o di deposito delle anzidette suppellettili.
Fino ad ora le più comuni di tali strutture verticali estraibili utilizzano, quali elementi portanti, una coppia di montanti collegati inferiormente e superiormente da due traverse.
In tal modo si realizza un telaio sostanzialmente “a cornice”, all’interno del quale (in realtà in posizione intermedia tra l’uno e l’altro montante) vengono montati orizzontalmente i ripiani e/o i cestelli destinati al contenimento degli oggetti.
Ebbene una simile tradizione struttura portante estraibile va collocata al centro del vano interno del rispettivo mobile a colonna, in un assetto per cui gli anzidetti montanti del suo anzidetto telaio portante “a cornice” si dispongano, l’uno in direzione della schiena del mobile e l’altro in direzione dell’apertura frontale dello stesso.
Considerando che una simile struttura deve poter essere estratta dal rispettivo mobile, è previsto che quest’ultimo adotti, in corrispondenza della parete orizzontale inferiore e della parete orizzontale superiore, rispettive guide rettilinee di supporto e scorrimento, con le quali possono accoppiarsi le traverse dell’anzidetto telaio portante “a cornice”.
Una semplice forza di trazione esercitata manualmente dall’utente è dunque sufficiente a provocare lo scorrimento di una simile struttura verticale dall’interno verso l’esterno del mobile, così come un’analoga spinta in direzione contraria consente di reinserire la medesima struttura entro il mobile medesimo.
Va detto peraltro che un mobile a colonna destinato ad essere attrezzato con una simile tradizionale struttura portante può essere corredato alternativamente di due differenti tipi di ante di chiusura.
Esso infatti può essere dotato di una classica anta battente, incernierata in corrispondenza di uno dei bordi verticali della propria apertura frontale o, in alternativa, essere dotata di un’anta traslante, in quanto solidale all’anzidetta struttura verticale estraibile.
Più precisamente un’anta di questo tipo è destinata ad essere fissata contro l’anzidetto montante “anteriore” dell’anzidetto telaio “a cornice”, in maniera tale da potersi disporre esattamente all’altezza dell’imboccatura del rispettivo mobile a colonna nel momento in cui la retrostante struttura portante si trovi nel suo assetto di riposo, vale a dire nel momento in cui abbia completato il proprio scorrimento verso l’interno del mobile medesimo.
Ebbene nell’ambito di questa consolidata tecnologia è stato individuato un aspetto critico, consistente in particolare in una certa difficoltà che registra l’utente di una struttura estraibile tradizionale nel prelevare (e depositare) gli oggetti dagli anzidetti ripiani frapposti ai montanti dell’anzidetto telaio portante “a cornice”.
Ciò in quanto queste operazioni di prelievo e di deposito possono avvenire soltanto dai lati di ciascun ripiano, dal momento che un più agevole prelievo (o deposito) frontale è impedito dalla presenza del montante frontale del medesimo telaio portante “a cornice”.
Lo scopo specifico della presente invenzione è dunque quello di semplificare la tecnologia sopra riferita allo scopo di ottenere una struttura verticale estraibile che, oltre a poter contare su una notevole semplicità costruttiva, si rivela in grado di garantire modalità di accesso finalmente ottimali ai suoi rispettivi ripiani porta-oggetti.
In presenza del nuovo dispositivo in questione, infatti, il prelievo ed il deposito degli oggetti può avvenire non più soltanto da una direzione laterale, ma anche da una più comoda e vantaggiosa direzione frontale.
L’idea di soluzione che ha consentito di perseguire le sopra denunciate finalità è stata quella di prevedere, per la prima volta, che il telaio verticale destinato al supporto dei ripiani non abbia più la tradizionale anzidetta configurazione “a cornice”, ma si avvalga più semplicemente da un singolo montante che risulta collegato inferiormente all’estremità di una traversa.
Si può dunque affermare che questo telaio portante assuma una configurazione sostanzialmente ad “L”, nell’ambito della quale l’anzidetta traversa inferiore è destinata ad essere accoppiata con una guida rettilinea di supporto e scorrimento montata in corrispondenza delle parete inferiore di fondo del rispettivo mobile a colonna.
Va detto peraltro che l’anzidetto singolo montante è destinato a supportare a sbalzo una serie di ripiani orizzontali, che si dispongono in particolare nello spazio sovrastante all’anzidetta traversa inferiore e che risultano dunque facilmente accessibili sia dai lati, che dal fronte.
È importante sottolineare che la nuova struttura estraibile in questione si rivela idonea ad essere vantaggiosamente utilizzata sia in combinazione con i mobili a colonna dotati di anta battente, sia in combinazione con quelli dotati di anta traslante, dal momento che quest’ultima può comunque essere montata “a bordo” della medesima nuova struttura estraibile.
Occorre altresì precisare che quest’ultimo montante tubolare si presta ad essere eventualmente associato in sommità con una seconda traversa (perfettamente allineata in verticale con l’anzidetta traversa di base) a sua volta accoppiata con una rispettiva guida rettilinea montata sull’interno della parete orizzontale superiore del rispettivo mobile.
Inutile dire che l’adozione di questa seconda traversa serve ad assicurare maggiore stabilità alla struttura verticale in questione nel corso delle sue anzidette corse alterne.
Peraltro la grande versatilità del presente trovato si manifesta anche in virtù della sua capacità di essere montata in assetto “fisso” all’interno del rispettivo mobile di destinazione, vale a dire escludendone l’anzidetta capacità di scorrimento alternativo; tutto ciò con il vantaggio di non dover prevedere fori o altri mezzi di supporto in corrispondenza dei fianchi del rispettivo mobile.
Anche in questa seconda soluzione di montaggio, infatti, l’apertura dell’anta battente del mobile che la ospita consentirebbe comunque di accedere facilmente ai ripiani montati a sbalzo sul suo anzidetto montante.
Per maggiore chiarezza esplicativa la descrizione del trovato prosegue con riferimento alle tavole di disegno allegate, aventi solo valore illustrativo e non certo limitativo, in cui:
- la figura 1 è una rappresentazione assonometrica che mostra il solo telaio portante della struttura verticale estraibile secondo il trovato, già accoppiato con il rispettivo mobile a colonna; - la figura 2 è analoga alla precedente, ma serve ad illustrare la presenza di alcuni bracci a sbalzo sul fronte dell’anzidetto telaio portante;
- la figura 3 è analoga alla precedente, ma serve ad illustrare la presenza di alcuni cestelli grigliati al di sopra degli anzidetti bracci a sbalzo;
- la figura 4 è analoga alla precedente, ma si riferisce ad una modalità alternativa di accoppiamento della struttura secondo il trovato al rispettivo mobile a colonna;
- la figura 5 è una rappresentazione assonometrica ingrandita di uno degli anzidetti bracci a sbalzo associati alla struttura estraibile in questione;
- la figura 6 è una rappresentazione assonometrica di un particolare ingrandito ed “in esploso” di figura 5;
- la figura 7 è una rappresentazione assonometrica ingrandita di uno degli anzidetti cestelli montati sulla struttura estraibile in questione;
- le figure 8A e 8B sono due sezioni, con un identico piano traversale, dell’inserto adottato nei bracci di supporto della struttura in questione ai fini dell’arresto dei sovrastanti cestelli grigliati;
- la figura 9 è una rappresentazione assonometrica che mostra una soluzione alternativa di montaggio della struttura disposta nell’assetto di cui alle figure 1, 2 e 3;
- la figura 10 è una rappresentazione assonometrica che mostra una soluzione alternativa di montaggio della struttura disposta nell’assetto di cui alla figura 4.
Con riferimento alle figure anzidette, la struttura verticale in questione (1) utilizza, quale elemento portante, un telaio preferibilmente metallico (T), dotato di una forma sostanzialmente ad “L” in quanto formato da un singolo montante tubolare (2) associato inferiormente ad una traversa (3a); detto telaio (T) risulta peraltro destinato ad essere montato al centro di un rispettivo mobile a colonna (B), nel senso della profondità di quest’ultimo.
Con particolare riferimento alla figura 1, è previsto che l’anzidetta traversa di base (3a) sia accoppiata, con possibilità di libero scorrimento, ad una rispettiva guida rettilinea (G1) montata in corrispondenza della parete di fondo del mobile a colonna (M).
In tal modo l’intero telaio ad “L” (T) è in condizione di compiere corse alterne dall’interno all’esterno del mobile (M) e viceversa; in particolare le figure 1, 2 e 3 mostrano il telaio medesimo nella sua condizione di massima estrazione.
In una preferita versione del presente trovato – cui si riferiscono espressamente le medesime figure 1, 2 e 3 – è altresì previsto che il suddetto montante tubolare (2) sia associato in sommità ad una seconda traversa (3b), a sua volta destinata a cooperare con una rispettiva guida rettilinea (G2) montata in corrispondenza della parete orizzontale superiore del mobile a colonna (M).
L’accoppiamento contemporaneo delle due anzidette traverse (3a, 3b) con le rispettive guide rettilinee (G1, G2) serve naturalmente a garantire una maggiore stabilità all’intera struttura verticale (1) in occasione delle sue corse alterne.
Per aumentare la versatilità del trovato e, più precisamente per favorirne l’adattabilità rispetto a mobili a colonna di differenti altezze, è previsto peraltro che l’anzidetta traversa superiore (3b) sia saldata all’estremità di una barra verticale (4) in grado di infilarsi e di scorrere all’interno dell’anzidetto montante tubolare (2).
In questo contesto è evidente come un’opportuna selezione della posizione della barra scorrevole (4) rispetto al montante (2) consenta di regolare, di volta in volta, la distanza tra le due traverse (3a, 3b) e dunque di adattare – seppure per uno scarto nell’ordine dei centimetri – l’altezza del telaio in questione (T) in funzione di quella del mobile a colonna (M) destinato ad ospitarlo esattamente.
Con particolare rifermento alla figura 5, è altresì previsto che il montante (2) rechi, in corrispondenza della sua faccia interna, vale a dire quella rivolta nella stessa direzione della traversa (3a), una serie di coppie affiancate di asole verticali (5), disposte su differenti quote.
Ciascuna coppia di tali asole (5) è destinata ad accogliere esattamente una coppia di ganci (6a), rivolti verso il basso, che aggettano sul retro di un braccio (6) destinato ad essere montato a sbalzo sul montante (2), secondo quanto mostrato anche in figura 2.
La figura 7 mostra peraltro come ciascuno degli anzidetti bracci a sbalzo (6) sia a sua volta destinato a fungere da supporto per un rispettivo sovrastante cestello grigliato (7) di pianta sostanzialmente rettangolare, ottenuto in filo metallico e circoscritto da una ringhierina perimetrale (70).
Questa stessa figura permette di verificare come ciascun cestello (7) rechi, al centro del proprio bordo traversale posteriore, una sede verticale di sezione sostanzialmente quadrata (S), atta a coniugarsi esattamente con il rispettivo tratto del montante (2), sì da realizzare una sorta di accoppiamento a maschio e femmina in grado di prevenire qualsiasi indebita oscillazione del cestello medesimo (7) rispetto al montante (2) e/o al sottostante braccio di supporto (6).
Peraltro le figure 5 e 6 mostrano un ulteriore importante accorgimento previsto a questo ultimo scopo.
Ciascuno dei bracci anzidetti (6) è ottenuto con un profilato metallico che reca un’altezza decrescente dall’estremità posteriore a quella anteriore e che presenta una sezione sostanzialmente a “U” capovolta.
Nell’ambito di ciascuno di tali bracci (6) sono ottenuti, per tutta la larghezza della faccia superiore dello stesso, due intagli traversali (6b) atti ad alloggiare esattamente a scrocco rispettivi inserti (IS) stampati in materiali plastici, i quali – a loro volta – sono destinati a realizzare uno stabile aggancio con la sovrastante parete orizzontale del rispettivo cestello grigliato (7).
A tale scopo va detto intanto che ciascuno di tali inserti (IS) consiste in una piattina sostanzialmente rettangolare (8) delimitata da due sponde longitudinali (81, 82) che terminano alle estremità con bordi arrotondati.
Su ciascuna di tali sponde (81, 82) risulta ottenuta una coppia di linguette flessibili (83) terminanti in sommità con rispettivi dentini di ritegno (84), che tendono spontaneamente ad occupare, nell’assetto di riposo delle anzidette rispettive linguette (83), una posizione leggermente sporgente verso l’esterno della rispettiva sponda (81, 82), secondo quanto mostrato espressamente in figura 6.
Nel momento in cui ciascuno di tali inserti (IS) venga insediato, dall’alto verso il basso, all’interno del rispettivo intaglio (6b), i bordi longitudinali di quest’ultimo interferiscono contro gli anzidetti dentini di ritegno (84) provocando una flessione verso l’interno delle rispettive linguette flessibili (83).
Non appena però questa interferenza venga meno – allorquando cioè i dentini (84) si siano portati ad una quota inferiore a quella degli anzidetti bordi longitudinali del rispettivo intaglio (6b) – le rispettivi linguette flessibili (83) tendono istantaneamente a recuperare la loro posizione originaria, facendo sì che ciascuna coppia dei dentini di ritegno (84) si disponga immediatamente al di sotto del rispettivo bordo longitudinale dell’intaglio (6b).
Tale condizione garantisce che l’intero inserto (IS) non possa sfilarsi liberamente dal rispettivo intaglio (6b).
La figura 6 permette anche di verificare come le due sponde (81, 82) di ciascun inserto (IS) siano dotate di due intagli verticali (85) simmetricamente contrapposti.
Va detto altresì che la prima (81) delle due anzidette sponde longitudinali reca superiormente, e per la sua intera lunghezza, un tegolino orizzontale (86) orientato verso la sponda contrapposta (82) e dotato inferiormente di un profilo curvo (86a), con la concavità rivolta verso il basso.
Al di sotto di questo tegolino (86), per l’intera lunghezza della faccia superiore dell’anzidetta piattina (8), è realizzata una canaletta (87) che reca la propria concavità rivolta verso l’alto.
Si può dire, in tal modo, che il profilo inferiore concavo (86a) del tegolino (86) e la sottostante canaletta (87) delimitino, in cooperazione con l’anzidetta prima sponda (81), una sede sostanzialmente a “C” (90).
Sul fronte dell’imboccatura di detta sede (90) è previsto un nasello (88) che rappresenta l’estremità superiore di una sottostante levetta a ritorno elastico (89) che risulta incernierata al di sopra dell’anzidetta piattina (8) per il tramite di un opportuno braccio basculante (89a), fungente in pratica anche da molla di richiamo; essendo previsto altresì che l’estremità inferiore di tale levetta (89) aggetti al di sotto della medesima piattina (8), sì da risultare facilmente raggiungibile dal rispettivo utente.
In particolare la figura 8A mostra la levetta (89) nel suo assetto di riposo, in corrispondenza del quale il suo sovrastante nasello (88) mantiene un assetto verticale, sollevato rispetto alla superficie superiore della piattina (8) ed in posizione antistante all’imboccatura dell’anzidetta sede a “C” (90).
La figura 8B mostra invece la medesima levetta (89) nell’assetto ruotato che assume nel momento in cui sia esercitata su di essa una forza capace di imporre alla sua estremità inferiore una rotazione nella direzione internoesterno indicata dalla freccia (IE).
Allorquando la levetta medesima (89) si porta in quest’ultimo assetto “operativo”, il sovrastante nasello (88) si trova ad essere ruotato verso il basso di circa 90°, tanto da assumere un assetto sostanzialmente orizzontale al di sopra della piattina (8) e da liberare l’imboccatura della sede a “C” (90).
Per quanto riguarda poi le modalità di cooperazione tra ognuno di tali inserti (IS) e la parete di fondo di un cestello grigliato (7), va precisato quanto segue.
Si noti innanzitutto che, nell’ambito di ciascun cestello (7), la parete grigliata di fondo è ottenuta tramite una serie longitudinale, regolarmente distanziata, di sottili tondini metallici (7a) che risultano saldati al di sopra di due tondini metallici trasversali (7b) di maggiore sezione.
Ebbene nel momento in cui un simile cestello (7) venga posizionato al di sopra del rispettivo braccio portante (6), occorre fare in modo che i due anzidetti tondini trasversali (7b) si insedino a forzamento entro gli inserti (IS) già inseriti nel sottostante braccio portante (6).
In particolare un tratto di ciascuno di tali tondini trasversali (7b) è destinato ad insediarsi esattamente nell’anzidetta sede a “C” (90) dell’inserto medesimo (IS), come mostrato nelle anzidette figure 8A e 8B.
Tale inserimento è favorito anche dal fatto che l’interferenza che il tondino (7b) esercita, dall’alto verso il basso, sul nasello (88) favorisce una rotazione verso l’esterno della relativa levetta (89) – nella condizione mostrata in figura 8B – in conseguenza della quale il nasello medesimo (88) si porta in assetto orizzontale e libera l’ingresso dell’anzidetta sede a “C” (90).
Considerando che tale levetta (89) è a ritorno elastico, è facile comprendere come la stessa – una volta cessata l’interferenza del tondino (7b) contro il suo anzidetto nasello di sommità (88) – si riporti spontaneamente ed istantaneamente nella sua posizione di riposo (mostrata in figura 8A) in corrispondenza della quale il nasello (88) torna a disporsi di fronte all’imboccatura della sede a “C” (90).
In questo senso è facile comprendere come l’eventuale successiva estrazione del tondino (7b) da quest’ultima sede (90) potrà essere effettuato solo dopo aver riportato la levetta (89) nel suo assetto operativo (mostrato nella figura 8B) cui corrisponde il venir meno della presenza ostativa del nasello (88) di fronte all’imboccatura della medesima sede a “C” (90).
Una simile posa in opera del cestello (7) comporta altresì che un tratto di uno dei tondini longitudinali (7a) si insedi esattamente entro i due intagli (85) realizzati, in posizione simmetricamente contrapposta, sulle anzidette sponde (81, 82) dell’inserto (IS).
Si ritiene opportuno a questo punto richiamare l’attenzione sull’esame comparativo delle figure 3 e 4.
Nella figura 3 è infatti mostrato un mobile a colonna dotato di anta battente (AB), mentre nella figura 4 è mostrato un mobile a colonna dotato di un’anta traslante (AT) atta ad essere montata a bordo della nuova struttura secondo il trovato (1).
In questo senso è facile apprezzare la grande versatilità di quest’ultima, la quale, pur limitandosi ad adottare un semplice telaio portante “a L” (T), si rivela in grado – al pari di una più complessa struttura dotata di un tradizionale telaio “a cornice” – di cooperare vantaggiosamente sia con mobili con anta battente, che con mobili con anta traslante.
Con riferimento alla figura 3, nell’ambito di un mobile (M) dotato di anta battente, la struttura verticale in questione (1) va montata con le proprie traverse (3a, 3b), così come con i propri cestelli (7), orientate verso il fronte del mobile medesimo.
Con riferimento alla figura 4, nell’ambito di un mobile dotato di anta traslante, occorre soltanto invertire l’assetto della medesima struttura verticale (1), in maniera tale che le sue traverse (così come i rispettivi cestelli) siano rivolte verso la schiena del mobile medesimo.
In tal modo il montante (2) di tale struttura verticale (1) si trova ad occupare la posizione più prossima all’imboccatura del mobile a colonna (M); in questo senso la sua faccia esterna (vale a dire quella contrapposta alla faccia destinata all’aggancio dei cestelli) può essere utilizzata per il fissaggio di un’anta traslante (AT).
Ciò alla sola condizione di associare a questa stessa faccia della barra montante (2) alcune opportune staffe di fissaggio (9) di assetto orizzontale.
La figura 9 mostra invece una soluzione alternativa di montaggio dell’anzidetto telaio ad “L” (T) in cui è previsto che la barra verticale (40) infilata entro l’estremità superiore del montante (2) sia collegata, con l’interposizione di un braccio orizzontale (40a), ad una traversa laterale (3c) che risulta accoppiata ad una guida rettilinea (G3) montata sull’interno di uno dei fianchi del mobile a colonna (M).
È evidente come anche questa traversa laterale (3c) sia preposta, grazie alla sua cooperazione con la rispettiva guida rettilinea (G3), ad equilibrare ulteriormente le corse alterne dell’intero telaio ad “L” (T).
La figura 10 mostra infine l’adozione di questa stessa traversa laterale (3c) anche nell’ipotesi in cui la struttura verticale in questione (1) sia disposta in direzione contraria, vale a dire con la traversa di base (3a) rivolta verso la schiena del rispettivo mobile a colonna (M), in presenza della soluzione di montaggio che prevede l’adozione dell’anta traslante (AT).
Si ribadisce peraltro che la struttura verticale secondo il trovato (1) si presta ad essere insediata all’interno del rispettivo mobile (M) anche in un assetto fisso, dunque senza avere l’anzidetta capacità di compiere corse alterne.
In questo caso il suo montante (2) deve essere dislocato e fissato verso la schiena del mobile (M), mentre la sua traversa inferiore (3a), comunque fissata alla parete di fondo del mobile medesimo, deve essere orientata verso l’imboccatura di quest’ultimo.
In tal modo anche i sovrastante cestelli (7) si trovano rivolti verso l’imboccatura del mobile (M), dunque in una posizione in cui possono essere direttamente e comodamente raggiunti dall’utente per il prelievo o il deposito di oggetti.
È appena il caso di precisare infine che gli anzidetti cestelli (7) destinati ad essere montati a sbalzo rispetto al montante (2) possono essere realizzati anche secondo modalità differenti rispetto a quelle mostrate nelle figure allegate.
Dunque non soltanto in una configurazione grigliata ottenuta con fili (o tondini) metallici, ma anche in vetro, plastica e persino legno, con il solo accorgimento di prevedere, in tali evenienze, opportuni mezzi di arresto e di stabilizzazione sul fronte del suddetto montante (2).

Claims (14)

  1. RIVENDICAZIONI 1) Struttura verticale per mobili caratterizzata per il fatto di comprendere: - un telaio portante ad “L” (T) costituito da un montante (2) collegato alla base con l’estremità di una traversa (3a) - uno o più cestelli (7) sostenuti a sbalzo dall’anzidetto montante (2), in posizione sovrastante all’anzidetta traversa di base (3a).
  2. 2) Struttura verticale secondo la rivendicazione 1, caratterizzata per il fatto che ciascuno dei suoi anzidetti cestelli (7) presenta una struttura grigliata realizzata in filo (o tondino) metallico, nell’ambito della quale la parete di fondo, circoscritta da una ringhierina perimetrale (70), è costituita da una serie longitudinale, regolarmente distanziata di sottili tondini metallici (7a) che risultano saldati al di sopra di due tondini metallici trasversali (7b) di maggiore sezione.
  3. 3) Struttura verticale secondo la rivendicazione 1, caratterizzata per il fatto che gli anzidetti cestelli (7) si dispongono a sbalzo rispetto all’anzidetto montante (2) grazie al supporto di rispettivi sottostanti bracci orizzontali (6) direttamente fissati al montante medesimo (2).
  4. 4) Struttura verticale secondo la rivendicazione 3, caratterizzata per il fatto che ciascuno degli anzidetti bracci orizzontali (6), che risulta dotato di un’altezza decrescente dall’estremità posteriore a quella anteriore e presenta una sezione sostanzialmente ad “U” capovolta, reca posteriormente uno o più ganci (6a), rivolti verso il basso, atti ad insediarsi stabilmente entro corrispondenti asole (5) previste sull’anzidetto montante (2).
  5. 5) Struttura verticale secondo le rivendicazioni precedenti, caratterizzata per il fatto che ciascuno degli anzidetti bracci (6) recano superiormente due intagli trasversali (6b) in grado di alloggiare esattamente e stabilmente rispettivi inserti stampati in materiali plastici (IS) atti a realizzare uno stabile aggancio nei confronti degli anzidetti tondini metallici (7a, 7b) che compongono la parete di fondo degli anzidetti cestelli di struttura grigliata (7).
  6. 6) Struttura verticale secondo la rivendicazione 5, caratterizzata per il fatto che ciascuno degli anzidetti inserti stampati in materiali plastici (IS) comprende: - una piattina sostanzialmente rettangolare (8) delimitata da due sponde longitudinali (81, 82), in corrispondenza delle quali sono ottenute verticalmente rispettive coppie di linguette elasticamente flessibili (83) terminanti in sommità con rispettivi dentini di ritegno (84) atti a mantenere spontaneamente, nell’assetto di riposo della rispettive linguette flessibili (83), una posizione leggermente sporgente verso l’esterno della rispettiva sponda (81, 82) - un tegolino (86) che aggetta orizzontalmente, e verso l’interno, dalla sommità della prima (81) delle due anzidette sponde longitudinali e che risulta dotato inferiormente di un profilo curvo (86a), con la concavità rivolta verso il basso, che si dispone al di sopra di una canaletta (87) estendentesi per l’intera lunghezza dell’anzidetta piattina (8); essendo previsto che il profilo curvo (86a) del suddetto tegolino (86) e l’anzidetto sottostante piccolo canale (87) delimitino, con la cooperazione della stessa prima sponda longitudinale (81), una sede sostanzialmente a “C” (90) atta ad ospitare esattamente un tratto di uno dei tondini trasversali (7b) adottati nella parete di fondo di un cestello di struttura grigliata (7) - un nasello di ritegno (88) dislocato di fronte all’imboccatura dell’anzidetta sede a “C” (90), sostanzialmente consistente nell’estremità superiore di una levetta a ritorno elastico (89) che attraversa l’anzidetta piattina (8), in maniera che la sua estremità contrapposta possa sporgere al di sotto di quest’ultima; essendo altresì previsto che tale levetta (89) sia incernierata al di sopra della piattina medesima (8) per il tramite di un opportuno braccio basculante (89a) che le consente di ruotare da una posizione di riposo, in corrispondenza della quale il suo anzidetto nasello di sommità (88) si mantiene in un assetto sostanzialmente verticale sul fronte dell’anzidetta sede a “C” (90), ad una posizione operativa, in corrispondenza della quale il suo medesimo nasello di sommità (88) assume un assetto orizzontale, sostanzialmente a filo con la superficie superiore della piattina (8); - due intagli verticali (85) realizzati in posizioni simmetricamente contrapposte sulle due anzidette sponde longitudinali (81, 82), atti ad alloggiare esattamente rispettivi tratti di uno dei tondini longitudinali (7a) che formano la parete di fondo di un cestello di struttura grigliata (7).
  7. 7) Struttura verticale secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzata per il fatto che la sua anzidetta traversa di base (3a) è in grado di cooperare con una guida rettilinea (G1) montata in corrispondenza della parete di fondo del rispettivo mobile (M), sì da consentire all’intera struttura (1) di compiere, rispetto a quest’ultimo, corse alterne dall’interno verso l’esterno e viceversa.
  8. 8) Struttura verticale secondo una o più delle rivendicazioni da 1 a 6, caratterizzata per il fatto che l’anzidetto montante (2) reca in sommità una seconda traversa (3b) disposta in una posizione perfettamente allineata in verticale con l’anzidetta traversa di base (3a) e atta ad essere accoppiata con la parete orizzontale superiore del mobile (M).
  9. 9) Struttura verticale secondo la rivendicazione 8, caratterizzata per il fatto che l’anzidetta seconda traversa (3b) si dispone alla sommità dell’anzidetto montante (2) con l’interposizione di una barra (4) infilata, con possibilità di libero scorrimento, entro l’estremità superiore dello stesso.
  10. 10) Struttura verticale secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzata per il fatto che l’anzidetta traversa (3b) dislocata alla sommità del montante (2) è in grado di cooperare con una rispettiva guida rettilinea (G2) montata in corrispondenza della parete orizzontale superiore del rispettivo mobile (M).
  11. 11) Struttura verticale secondo una o più delle rivendicazioni da 1 a 6, caratterizzata per il fatto che nell’estremità superiore dell’anzidetto montante (2) è infilata una barra (40) collegata, per il tramite di un braccio orizzontale intermedio (40a), ad una traversa laterale (3c) montata sull’interno di uno dei fianchi del mobile (M).
  12. 12) Struttura verticale secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzata per il fatto che l’anzidetta traversa laterale (3c) è in grado di cooperare con una rispettiva guida rettilinea (G3) montata in corrispondenza del rispettivo fianco del mobile (M).
  13. 13) Struttura verticale secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzata per il fatto che l’anzidetto montante (2) reca, sul lato opposto a quello dal quale aggettano gli anzidetti cestelli (7), una o più staffe (9) di assetto orizzontale, atte a consentire il fissaggio di un’anta traslante (AT) nel caso in cui l’intera struttura verticale (1) sia montata con possibilità di scorrimento alternativo all’interno del rispettivo mobile (M) con la traversa di base (3a) rivolta verso la schiena dello stesso.
  14. 14) Struttura verticale secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzata per il fatto che ciascuno dei suoi anzidetti cestelli (7) reca, al centro del proprio bordo posteriore, una sede (S) atta ad accogliere esattamente un tratto del montante (2).
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