ITFI950094A1 - Dispositivo pnneumatico di protezione degli utenti di motoveicoli a due ruote - Google Patents
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Abstract
In caso di incidente stradale, l'utente di un motoveicolo e sbalzato dalla sella del mezzo motorizzato. Per proteggere l'utente, si prevede un indumento (1) comportante: almeno una spessa intercapedine a camera d'aria superficiale (3); un apparecchio (5) per la rapida produzione di gas di gonfiaggio per creare una struttura pneumatica di spessore adeguato attorno alle parti del corpo da proteggere con l'indumento. Un collegamento (7, 9) tra detto apparecchio ed il veicolo provoca l'azionamento dell'apparecchio (5) subito prima del cedimento del collegamento (7) stesso, in occasione di un brusco allontanamento del corpo dal mezzo.(Fig. 1).
Description
"Dispositivo pneumatico di protezione degli utenti di motoveicoli a due ruote"
DESCRIZIONE
In caso di incidenti stradali che coinvolgono un motoveicolo, l'utente viene sbalzato dalla sella del mezzo motorizzato e subisce gravi traumi nell'urto conseguente alla violenta proiezione a distanza dal motoveicolo .
L'invenzione ha lo scopo di realizzare una protezione per gli utenti di motoveicoli, in tali frangenti.
Sono noti sistemi pneumatici ("detti "airbag" o in altro modo) con un cuscino che si gonfia istantaneamente frapponendosi fra un utente di autovettura e la carrozzeria o lo sterzo, in caso di urto violento subito dall'autoveicolo. Il dispositivo in oggetto sfrutta le tecniche di questi sistema per lo scopo sopra indicato.
Sostanzialmente il dispositivo in oggetto comprende:
- un indumento comportante almeno una spessa camera d'aria superficiale;
almeno un apparecchio per la rapida produzione di gas di gonfiaggio per creare una struttura pneumatica di spessore adeguato attorno alle parti del corpo da proteggere con l'indumento;
- ed un collegamento fra detto o detti apparecchi ed il veicolo, per provocare l'azionamento dell'apparecchio - subito prima del cedimento del collegamento stesso -in occasione di un brusco allontanamento del corpo dal mezzo motorizzato.
L'indumento può essere sviluppato almeno a guisa di un giubbotto, che può essere anche prolungato fino nella zona del bacino e della parte aita delle gambe.
Il dispositivo può comprendere anche una camera gonfiabile a protezione della testa. Questa camera può essere disposta all'interno od all'esterno del casco di protezione, o può sostituirlo.
Il dispositivo può comportare un'unica camera d'aria sviluppata nelle varie zone da proteggere, con opportune comunicazioni, oppure può comprendere più camere d'aria indipendenti, combinate con rispettivi apparecchi per il gonfiaggio, e relativi collegamenti per provocare l'azionamento di tali apparecchi.
Il dispositivo può comprendere anche camere d'aria lungo almeno talune zone degli arti; queste camere d'aria possono essere sviluppate anularmente.
Si può prevedere che l'apparecchio di produzione del gas di gonfiaggio venga sistemato, ad esempio alla base posteriore del giubbotto. In ogni caso il funzionamento del detto apparecchio deve essere innescato meccanicamente mediante tiraggio di cordone allungabile che risulti lacerabile al punto di massimo allungamento prestabilito (ad esempio da 0,5 m a 2 m) ma sempre quando il motociclista viene sbalzato dalla sella.
Il giubbotto, di materiale speciale a tenuta d'aria e resistente, sarà confezionato con intercapedine di spessore e volume da gonfiare, in funzione di vari parametri, fra cui: la velocità e tempestività del gonfiaggio; la pressione e quindi il grado di irrigidimento da raggiungere; lo spessore della parete pneumatica, in relazione alle necessità di protezione contro ostacoli di superficie anche relativamente molto ridotta (spigoli, corpi aguzzi, pietre sporgenti ed altro) ; la entità del cedimento elastico istantaneo ai fini dell'attenuazione dell'impatto; ed altri fattori.
Giova rilevare che nelle condizioni normali l'indumento è sgonfio e quindi non offre alcun fastidio se non quello del doppio spessore di tessuto impermeabile a1 gas.
Una soluzione ipotizzabile è quella di realizzare il giubbotto come una trapunta o - se questo rende difficile il gonfiaggio - a "cordoni" come i materassini da mare, ed eventualmente - lungo gli arti - ad "anelli". Questo tipo di soluzione, oltre a superare la tendenza a gonfiare in geometria sferica (come un pallone), consente pressioni e volumi di gas contenuti, e spessori limitati in assetto gonfiato. In tale ipotesi, per un diametro dei "cordoni" di circa 6 cm, il volume di gas si dovrebbe aggirare a circa 25 litri, per un giubbotto normale.
Per la realizzazione, un tessuto a base di fibre di "nylon" dovrebbe essere quasi equivalente al tessuto a base del cosiddetto "kevlar" (che è molto più costoso) adottato per i dispositivi gonfiabili attualmente installati sugli autoveicoli.
Il trovato verrà meglio compreso seguendo la descrizione e l'unito disegno, il quale mostra una pratica esemplificazione non limitativa del trovato stesso. Nel disegno: le
Figg. 1 e 2 mostrano un utente che indossa un giubbotto ed il suo assetto su un motoveicolo, l'indumento essendo in assetto normale più o meno sgonfio; le Figg.3 e h mostrano due forme di realizzazione di un giubbotto, che in questo caso è supposto gonfiato; la
Fig.5 mostra una sezione trasversale al busto di un indumento nell'assetto gonfiato.
Secondo quanto è illustrato nel disegno annesso, un utente può indossare un indumento del genere ad esempio di un giubbotto 1 sviluppato per coprire il busto dal collo, cioè dalle spalle fino al bacino, potendo anche essere previsto un prolungamento come indicato a tratteggio con 1A nella Fig.l, opportunamente trattenuto sul corpo. Il giubbotto 1 non è di ostacolo particolare per l'utente nelle condizioni normali di uso del motoveicolo, in quanto il giubbotto risulta sgonfio. Il giubbotto od altro indumento presenta una camera d'aria che in condizioni gonfiate è indicata con 3 nelle Figg.4 e 5 e che è sviluppata con tecniche particolari per ottenere la formazione di uno spessore pneumatico attorno al corpo dell'utente, utilizzando mezzi di collegamento a trapunta o a diaframmi come quelli indicati con 3A nella Fig.6, od a cordoni, in modo comunque tale da creare uno spessore relativamente limitato e relativamente uniforme nel giubbotto od altro indumento quando venga gonfiata la camera d'aria in esso formata. Quando l'indumento presenti parti di camera d'aria a protezione degli arti, queste parti a camera d'aria possono essere sviluppate sotto forma di camere anulari come indicato con 13A nelle Figg.l e 4.
L'indumento viene corredato di almeno un apparecchio sommariamente e dimostrativamente indicato con 5 che è suscettibile di una rapida - quasi istantanea produzione di gas di gonfiaggio , con le stesse tecniche adoperate già per i dispositivi installati sugli autoveicoli e comunemente indicati come "airbag". L'apparecchio 5 è quindi di un tipo di per sè conosciuto e non viene specificatamente descritto in quanto realizzabile con la stessa tecnologia e con gii stessi criteri già conosciuti. L'attivazione dell'apparecchio per provocare il gonfiaggio della camera d'aria 3 o di quella 13A od altro, è affidato ad un cordone 7, il quale con un opportuno mezzo 9 viene collegato ai motoveicolo M (Fig.2), estemporaneamente all'atto in cui l'utente inforca il motoveicolo stesso. Il cordone 7 può essere disposto come l'apparecchio sul davanti o sul dietro o su un lato dell'indumento, in condizioni comunque che non disturbino l'utente durante l'uso normale dell'autoveicolo. Il cordone 7 può essere retraibile ed allungabile per tensionamento fino ad un limite massimo opportuno, che può essere per esempio dell'ordine di 0,5 a 2 m. La funzione del cordone 7 è quella di provocare l'azionamento dell'apparecchio di gonfiaggio 5 quando il corpo dell'utente venga sbalzato o comunque allontanato dal motoveicolo dell'entità massima prevista per l'allungamento del cordone, dopo di che il detto cordone 7 può sganciarsi rispettivamente lacerarsi cioè spezzarsi, essendo già comandato l 'apparecchio.
Nell'eventualità che l'utente venga sbalzato, per un incidente, dalla sella su cui egli si trova quando inforca il motomezzo, e proiettato a distanza dal motomezzo stesso, si provoca l'immediato gonfiaggio dell'indumento che diventa così una protezione efficace del corpo dell'utente o di parti del corpo dell'utente, prima ancora che questo subisca un urto contro qualsiasi ostacolo, dalla superficie stradale alle strutture che possono essere incontrate nella proiezione del corpo a distanza dal mezzo e del punto di impatto nel caso di un incidente.
L'indumento può comportare anche una protezione pneumatica per la testa dell'utente, sia che questi indossi il casco tradizionale C, sia che lo sostituisca con tale protezione. In particolare una camera d'aria pneumatica può essere realizzata per gonfiarsi istantaneamente - come già detto per il giubbotto od altro -attorno alla testa dell'utente per consentirne la protezione. Una tale camera d'aria può essere interna al casco C come indicato con 23 nella Fig.A oppure anche esterna al casco C oppure può essere addirittura realizzata per sostituire il casco C, cioè per creare la protezione a guisa di cappuccio 33, come si vede in Fig.3, all'atto e soltanto all'atto del gonfiaggio in conseguenza della proiezione del corpo sbalzato dalla sella. Una camera d'aria per la protezione della testa all'interno del casco od all'esterno del casco o in sostituzione del casco può essere connessa direttamente alla stessa camera d'aria 3 dell'indumento come il giubbotto od altro, oppure può essere anche realizzata indipendente dalla camera d'aria dell'indumento che protegge ad esempio il busto dell'utente e con un proprio apparecchio di gonfiaggio analogo a quello 5 e con un corrispondente cordone di azionamento come quello 7 ed eventualmente combinato a quello 7.
E' inteso che il disegno non mostra che una esemplificazione data solo quale dimostrazione pratica del trovato, potendo esso trovato variare nelle forme e disposizioni senza peraltro uscire dall'ambito del concetto che informa il trovato stesso.
Claims (6)
- RIVENDICAZIONI 1. Dispositivo di protezione degli utenti di motoveicoli a due ruote in caso di incidente in conseguenza del quale l'utente è sbalzato dalla sella del mezzo motorizzato, caratterizzato dal fatto di comprenderei un indumento (1) comportante almeno una spessa camera d'aria superficiale (3); un apparecchio (5) per la rapida produzione di gas di gonfiaggio per creare una struttura pneumatica di spessore adeguato attorno alle parti del corpo da proteggere con l'indumento; ed un collegamento (7) fra detto apparecchio ed il veicolo, atto a provocare l'azionamento dell'apparecchio (5) subito prima del cedimento del collegamento (7) stesso, in occasione di un brusco allontanamento del corpo dal mezzo.
- 2. Dispositivo come da rivendicazione 1, in cui l'indumento è sviluppato almeno a guisa di un giubbotto, che può essere prolungato fino nella zona del bacino e della parte alta delle gambe.
- 3. Dispositivo come da rivendicazione 1 o 2, comprendente anche una camera gonfiabile (23; 33) a protezione della testa, all'interno od all'esterno del casco (C) di protezione od in sostituzione di esso.
- 4. Dispositivo come da una almeno delle rivendicazioni precedenti, comprendente più camere d'aria indipendenti, combinate con rispettivi apparecchi per il gonfiaggio, e relativi collegamenti per provocare l'azionamento di tali apparecchi.
- 5. Dispositivo come da una almeno delle rivendicazioni precedenti, comprendente camere d'aria anche lungo zone degli arti, specialmente sviluppate anularmente (13A) .
- 6. Dispositivo pneumatico di protezione per gli utenti di motoveicoli a due ruote; il tutto come sopra descritto e rappresentato per esemplificazione nell'annesso disegno.
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