ITFI20130112A1 - Rullo goffratore, gruppo goffratore comprendente tale rullo, metodo di goffratura e prodotto ottenuto - Google Patents

Rullo goffratore, gruppo goffratore comprendente tale rullo, metodo di goffratura e prodotto ottenuto

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ITFI20130112A1
ITFI20130112A1 IT000112A ITFI20130112A ITFI20130112A1 IT FI20130112 A1 ITFI20130112 A1 IT FI20130112A1 IT 000112 A IT000112 A IT 000112A IT FI20130112 A ITFI20130112 A IT FI20130112A IT FI20130112 A1 ITFI20130112 A1 IT FI20130112A1
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IT
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embossing
embossed
protuberances
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Mauro Gelli
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Perini Engraving S R L
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Description

RULLO GOFFRATORE, GRUPPO GOFFRATORE COMPRENDENTE TALE
RULLO, METODO DI GOFFRATURA E PRODOTTO OTTENUTO
DESCRIZIONE
Campo Tecnico
La presente invenzione riguarda il settore delle macchine per la trasformazione di materiali continui, in particolare per la trasformazione di carta, ad esempio ma non esclusivamente cosiddetta carta tissue per la produzione di carta igienica, carta asciugatutto e prodotti analoghi.
Stato della Tecnica
Nel settore della produzione di articoli in carta o cellulosa, riveste un’importanza rilevante la produzione di manufatti per l'igiene e per uso domestico, a base di cosiddetta carta tissue. In particolare, con questo tipo di carta vengono prodotti tovaglioli, rotoli di carta igienica, rotoli di carta asciugatutto e simili.
Una delle lavorazioni cui più frequentemente viene sottoposta la carta tissue per ottenere particolari effetti sia estetici sia tecnici, à ̈ la goffratura. Per goffratura si intende una lavorazione di deformazione permanente di uno o più dei veli cellulosici che formano il materiale finito. La goffratura può essere eseguita utilizzando rulli di goffratura e contro-rulli o rulli di pressione. Il rullo di goffratura à ̈ comunemente provvisto di protuberanze di goffratura che vengono premute contro il rullo di pressione. Il rullo di pressione può presentare una superficie lavorata con un disegno complementare rispetto a quello delle protuberanze di goffratura del rullo goffratore. In questo caso sia il rullo di pressione sia il rullo goffratore sono realizzati in materiale relativamente duro e ingranano l'uno con l'altro sostanzialmente senza deformazione. Il velo di materiale cellulosico da goffrare viene passato attraverso la gola fra il rullo di pressione ed il rullo goffratore e subisce una deformazione permanente per effetto dell’ingranamento delle protuberanze di goffratura del rullo goffratore nelle corrispondenti cavità del rullo di pressione.
Più frequentemente la goffratura dei veli cellulosici à ̈ ottenuta facendo passare il velo cellulosico fra un rullo goffratore con una superficie laterale sostanzialmente cilindrica e corredata di protuberanze di goffratura, ed un rullo di pressione corredato di una superficie cilindrica sostanzialmente liscia, cioà ̈ priva di cavità, rivestito in materiale elasticamente cedevole, quale gomma, tessuto o carta. Nella gola di goffratura, dove il rullo di pressione ed il rullo goffratore vengono premuti l'uno contro l'altro, le protuberanze di goffratura del rullo goffratore penetrano nel materiale cedevole che riveste il rullo di pressione. Il velo cellulosico che passa attraverso la gola di goffratura viene così premuto dalle protuberanze di goffratura dentro cavità formate per deformazione della superficie cilindrica esterna del rullo di pressione, subendo una deformazione permanente con formazione di protuberanze o sporgenze goffrate sul velo cellulosico.
La goffratura comporta la deformazione e in parte la rottura delle fibre cellulosiche della carta, modificandone la disposizione nello spazio e provocando l'alterazione delle caratteristiche fisiche del velo cellulosico. In particolare la goffratura provoca una modifica dello spessore apparente del velo, della morbidezza, della resistenza meccanica, della capacità di assorbimento.
La goffratura à ̈ impartita ai veli cellulosici per ottenere le caratteristiche fisiche e meccaniche desiderate, ma anche per formare protuberanze o sporgenze del velo cellulosico, sulle quali applicare collante con cui unire il velo cellulosico goffrato ad un altro velo cellulosico, liscio oppure anch'esso goffrato.
Il pattern delle protuberanze di goffratura del rullo goffratore e, conseguentemente il pattern delle protuberanze goffrate sul velo cellulosico, deve essere scelto in base ad un compromesso fra le diverse esigenze tecniche ed anche in funzione di considerazioni estetiche, poiché la goffratura impartisce al prodotto finito un aspetto estetico importante da un punto di vista commerciale.
Pertanto, le dimensioni, la distribuzione ed in particolare la densità, l'altezza ed altre caratteristiche morfologiche delle protuberanze di goffratura e delle protuberanze goffrate ottenute sul velo cellulosico non possono essere scelte a piacere, ma devono rispettare ben precisi vincoli derivanti dalle esigenze fisiche, meccaniche ed estetiche che il prodotto cellulosico finito deve soddisfare.
In particolare la superficie complessiva delle protuberanze di goffratura à ̈ legata alla quantità complessiva di collante che viene applicato sul velo cellulosico. Poiché il collante applicato provoca un irrigidimento del prodotto finito, l’area complessiva e la distribuzione delle protuberanze di goffratura devono essere scelte tenendo conto della necessità di non rendere eccessivamente rigido o ruvido al tatto il prodotto finito. Al tempo stesso, una certa quantità di colla, e quindi di superficie incollata, à ̈ necessaria per assicurare il legame reciproco dei veli.
In US 2007/0122595 à ̈ descritto un metodo per ottenere un foglio di carta assorbente o carta tissue, in cui disegni decorativi ottenuti per goffratura sono incorniciati all’interno di cornici formate da protuberanze di forma geometrica semplice più profonde, cioà ̈ di altezza maggiore, che definiscono le aree di applicazione del collante.
US2005/0034828 descrive un rullo goffratore corredato di una pluralità di protuberanze di goffratura distribuite secondo circonferenze concentriche. Tra le circonferenze concentriche sono disposte porzioni rialzate del rullo goffratore, su cui sono previste ulteriori protuberanze di goffratura. Il collante per unire i veli di carta goffrata viene applicato in corrispondenza di tutte le protuberanze di goffratura. In WO 2010/066285 à ̈ descritto un rullo goffratore per produrre un velo di materiale goffrato, in cui protuberanze di goffratura sono disposte con una densità variabile per generare un effetto decorativo tramite un collante colorato.
Sommario dell’Invenzione
Secondo quanto qui descritto, un primo aspetto dell’invenzione prevede un rullo goffratore comprendente una superficie laterale sostanzialmente cilindrica corredata di una pluralità di protuberanze di goffratura, ciascuna protuberanza di goffratura comprendendo una superficie laterale ed una superficie di testa. Sulle superfici di testa di almeno alcune delle protuberanze di goffratura sono disposte sporgenze di goffratura aventi un fianco ed una superficie frontale.
Questa particolare forma delle protuberanze di goffratura consente di goffrare un’elevata percentuale della superficie di un velo di materiale nastriforme applicando però una quantità di collante limitata. In pratica, la superficie del velo goffrato che viene incollata corrisponde alla somma delle aree delle superfici frontali delle sporgenze di goffratura del rullo goffratore, mentre la superficie goffrata del velo corrisponde alla somma delle superfici delle protuberanze di goffratura e segnatamente delle superfici di testa di tali protuberanze. Si possono allora prevedere configurazioni in cui l’area totale delle superfici frontali delle sporgenze di goffratura à ̈ meno del 50% dell’area totale della rispettiva protuberanza di goffratura su cui sono formate le sporgenze di goffratura. In questo modo, l’area incollata à ̈ il 50% circa dell’area goffrata. Preferibilmente, l’area complessiva delle superfici frontali delle sporgenze di goffratura à ̈ compresa tra il 3% ed il 50%, più preferibilmente fra il 3% ed il 30%, ad esempio tra il 5% ed il 20% dell’area totale della rispettiva superficie frontale della protuberanza di goffratura su cui sono formate le sporgenze di goffratura. Questo corrisponde ad una superficie incollata rispettivamente pari dal 3% al 50%, ovvero tra il 3% ed il 30%, ovvero tra il 5% ed il 20% dell’area goffrata.
Secondo alcuni aspetti, viene previsto un rullo goffratore che presenta una superficie laterale utile, su cui sono distribuite protuberanze di goffratura, in cui: la somma delle aree delle superfici di testa delle protuberanze di goffratura à ̈ compresa tra il 15% ed il 50%, preferibilmente fra il 18% ed il 45%, ancora più preferibilmente fra il 20% ed il 40% dell’area della superficie laterale utile; e la somma delle aree della superfici frontali delle sporgenze di goffratura à ̈ compresa tra il 2% ed il 30%, preferibilmente fra il 2% ed il 14% e più preferibilmente fra il 4% ed il 10% dell’area della superficie laterale utile. Per superficie utile del rullo si intende quella che si trova in contatto con il velo di materiale cellulosico da goffrare e coopera con esso per generare la goffratura.
Sul prodotto finito si possono così ottenere disegni di goffratura che occupano dal 15% al 50%, preferibilmente dal 18% al 45%, ancora più preferibilmente ad esempio dal 20% al 40%, della superficie del materiale goffrato, con una superficie incollata dal 2% al 30%, preferibilmente dal 2% al 14%, più preferibilmente dal 3% al 12%, ancora più preferibilmente ad esempio dal 4% al 10%, della detta superficie del materiale nastriforme goffrato.
Si devono considerare compresi nella presente descrizione tutti i valori intermedi tra i limiti degli intervalli sopra indicati ed anche qualunque sotto-intervallo compreso negli intervalli indicati.
Il rullo goffratore può presentare una superficie laterale utile unica, continua, che si estende da una testata all’altra, salvo eventuali zone anulari terminali. Ciò, tuttavia, non à ̈ necessario né vincolante. In alcune forme di realizzazione, il rullo goffratore può essere suddiviso in due o più zone, ciascuna caratterizzata da una superficie utile. Le varie zone possono essere tra loro separate ad esempio da zone anulari e/o longitudinali prive di protuberanze di goffratura, oppure corredate di protuberanze di goffratura realizzate con criteri differenti da quelli qui descritti. Ad esempio, il rullo goffratore può presentare superfici utili distribuite secondo bande anulari consecutive disposte lungo lo sviluppo assiale del rullo goffratore, per goffrare singole bande longitudinali affiancate di un velo di materiale nastriforme, oppure per goffrare singoli veli affiancati di materiale nastriforme. Su ciascuna banda anulare possono essere previste protuberanze di goffratura e sporgenze di goffratura come sopra definite e con le caratteristiche descritte nella presente descrizione e/o definite nelle allegate rivendicazioni. In generale, le caratteristiche relative alle distribuzioni, dimensioni, densità, etc. delle protuberanze e delle sporgenze di goffratura possono pertanto essere riferite all’intera superficie laterale utile del rullo goffratore, oppure ad una o più porzioni utili della superficie laterale del rullo.
L’altezza delle protuberanze di goffratura e delle sporgenze di goffratura viene vantaggiosamente scelta in modo da ottimizzare le condizioni di lavoro del rullo goffratore, del rullo di pressione e del velo. L’altezza delle sporgenze di goffratura, cioà ̈ la loro dimensione radiale misurata a partire dalla superficie di testa delle rispettive protuberanze di goffratura, à ̈ preferibilmente compresa tra 0,1 e 0,5 mm e preferibilmente fra 0,2 e 0,35 mm. In alcune forme di realizzazione, l’altezza à ̈ compresa fra 0,25 e 0,30 mm. Sono compresi nella presente descrizione anche tutti i valori intermedi e tutti i sotto-intervalli intermedi compresi negli intervalli sopra indicati. Questa dimensione consente di evitare con sicurezza che il velo goffrato venga bagnato di collante su superfici diverse rispetto a quelle che aderiscono alle superfici frontali delle sporgenze di goffratura. In sostanza, un’altezza delle sporgenze di goffratura di questa entità garantisce che il velo riceva il collante solo nelle zone desiderate, cioà ̈ quelle corrispondenti alle superfici frontali delle sporgenze di goffratura. Allo stesso tempo, la dimensione radiale, cioà ̈ l’altezza delle sporgenze di goffratura à ̈ tale da garantire una loro sufficiente resistenza meccanica e da ridurre i problemi derivanti dall’accumulo di detriti (in specie fibre cellulosiche e residui di collante) fra le sporgenze. Un’altezza maggiore di sporgenze di goffratura di piccole dimensioni trasversali potrebbe comportare una resistenza meccanica, sia alle sollecitazioni dinamiche, sia all’usura, troppo limitata. Inoltre, diverrebbe difficile la rimozione dei detriti o residui di lavorazione, dagli spazi eccessivamente stretti e profondi tra le sporgenze.
La particolare conformazione delle protuberanze di goffratura e rispettive sporgenze di goffratura permette di ottenere altri particolari vantaggi, non soltanto in termini di rapporto tra superficie goffrata e superficie incollata del prodotto finito. Infatti, a parità di superficie totale goffrata, lo sforzo necessario per goffrare il velo di materiale nastriforme à ̈ minore rispetto ai sistemi tradizionali. A parità di profondità totale di goffratura (data dalla somma dell’altezza della protuberanza di goffratura e dell’altezza delle rispettive sporgenze di goffratura nel caso di un disegno secondo l’invenzione e dall’altezza delle semplici protuberanze di goffratura in un rullo tradizionale), lo sforzo richiesto per far penetrare le protuberanze e sporgenze di goffratura nel rullo di pressione à ̈ minore.
Come apparirà chiaro nel seguito, la configurazione innovativa di protuberanze di goffratura e sporgenze di goffratura qui descritta consente di ottenere anche la possibilità di ulteriori vantaggi in termini di effetti decorativi ed estetici realizzabili sul prodotto finito. Ciascuna sporgenza di goffratura sul rullo goffratore, infatti, genera sul velo goffrato un punto o pixel dato dal collante applicato in modo pressoché puntuale sulla piccola superficie del velo corrispondente alla superficie frontale della singola sporgenza di goffratura. Se il collante à ̈ colorato, si ottiene in questo modo una distribuzione di pixel di colore sul velo. La densità dei punti o pixel può variare lungo ciascuna protuberanza di goffratura e quindi su ciascuna protuberanza goffrata ottenuta sul velo lavorato. Questo permette di ottenere un effetto di sfumature di colore sul prodotto finito, in maniera analoga a quanto ottenibile in una stampa. Le sfumature di colore, inoltre, possono essere del tutto indipendenti rispetto al disegno o pattern con cui sono disposte le protuberanze di goffratura. Infatti, le sfumature di colore non sono date dalla maggiore o minore densità delle protuberanze di goffratura, bensì dalla maggiore o minore densità delle sporgenze di goffratura, disposte sulle superfici di testa delle protuberanze di goffratura.
Secondo un altro aspetto, viene previsto un gruppo goffratore comprendente: almeno un rullo goffratore come sopra definito; un rullo di pressione, tra il rullo goffratore ed il rullo di pressione essendo definita una gola di goffratura; un applicatore di collante, cooperante con il rullo goffratore; un primo percorso di avanzamento di un velo di materiale da goffrare, detto percorso sviluppandosi attraverso la gola di goffratura e tra il rullo goffratore e l’applicatore di collante, detto applicatore di collante essendo disposto a valle della gola di goffratura rispetto al verso di avanzamento del velo lungo detto percorso di avanzamento; un secondo percorso di avanzamento di un secondo velo, il primo percorso ed il secondo percorso incontrandosi in una zona di incollaggio reciproco del primo velo e del secondo velo.
Secondo ancora un ulteriore aspetto, viene previsto un metodo per goffrare un materiale nastriforme, in specie un velo cellulosico, comprendente le fasi di: alimentare un primo velo, avente una prima superficie ed una seconda superficie, verso una gola di goffratura formata fra un rullo di pressione ed un rullo goffratore corredato di protuberanze di goffratura;
goffrare il primo velo nella gola di goffratura formando una pluralità di protuberanze goffrate su detto primo velo aventi una superficie laterale ed una superficie di testa e sporgenti da una di dette prima superficie e seconda superficie del primo velo;
su ciascuna superficie di testa di almeno alcune di dette protuberanze goffrate, formare per goffratura una pluralità di sporgenze goffrate estendentisi dalle rispettive superfici di testa, ciascuna sporgenza goffrata avendo un fianco ed una superficie di frontale;
applicare un collante sulle superfici frontali di almeno alcune delle sporgenze goffrate;
applicare sul primo velo un secondo velo in contatto con le superfici frontali delle sporgenze goffrate ed incollare tra loro il primo velo ed il secondo velo tramite detto collante.
Viene anche previsto un prodotto nastriforme in materiale cellulosico comprendente almeno un primo velo ed un secondo velo tra loro uniti per incollaggio, in cui almeno il primo velo à ̈ goffrato con protuberanze goffrate sporgenti verso il secondo velo, ciascuna avente una superficie laterale ed una superficie di testa, ed in cui dalle superfici di testa di almeno alcune di dette protuberanze goffrate sporgono verso il secondo velo sporgenze goffrate con fianchi e superfici frontali; ed in cui sulle superfici frontali delle sporgenze goffrate à ̈ applicato un collante che unisce tra loro il primo velo ed il secondo velo
Ulteriori possibili caratteristiche e forme di realizzazione del rullo goffratore, del gruppo goffratore che lo impiega, del metodo di goffratura e del prodotto goffrato sono descritte nel seguito con riferimento agli allegati disegni e sono definite nelle allegate rivendicazioni, che formano parte integrante della presente descrizione. Breve Descrizione dei Disegni
L'invenzione verrà meglio compresa seguendo la descrizione e l'unito disegno, il quale mostra pratiche forme di realizzazione non limitative dell'invenzione. Più in particolare, nel disegno mostrano: le
Figg.1, 2 e 3 tre schemi di gruppi goffratori; la
Fig.4 una vista in pianta in uno sviluppo in piano di una porzione di superficie laterale di un rullo goffratore in una possibile forma di realizzazione; la
Fig.5 un ingrandimento di una porzione della Fig.4; la
Fig.6 una sezione locale secondo VI-VI di Fig.5; la
Fig.7 un ingrandimento di una sezione schematica di un materiale nastriforme comprendente due veli accoppiati, di cui uno goffrato, ad esempio ottenibile con un gruppo goffratore come illustrato in Fig.1; la
Fig.8 una sezione locale ingrandita, secondo un piano ortogonale agli assi di rotazione, del rullo goffratore e di un rullo incollatore, nella zona di applicazione del collante sul velo goffrato; la
Fig.9 una vista in pianta di uno sviluppo in piano di una porzione di superficie laterale di un rullo goffratore in una ulteriore possibile forma di realizzazione; la Fig.10 una sezione locale secondo X-X di Fig.9; la
Fig.11 una sezione locale ingrandita e schematica di un materiale nastriforme goffrato con un rullo goffratore illustrato in Figg.9 e 10.
Descrizione Dettagliata di Forme di Attuazione dell’Invenzione
La descrizione dettagliata che segue di forme di realizzazione esemplificative si riferisce ai disegni allegati. Gli stessi numeri di riferimento in disegni differenti identificano elementi uguali o simili. Inoltre, i disegni non sono necessariamente in scala. La descrizione dettagliata che segue non limita l’invenzione. Piuttosto, l’ambito dell’invenzione à ̈ definito dalle rivendicazioni accluse.
Il riferimento in tutta la descrizione a “una forma di realizzazione†o “la forma di realizzazione†o “alcune forme di realizzazione†significa che una particolare caratteristica, struttura o elemento descritto in relazione ad una forma di realizzazione à ̈ compresa in almeno una forma di realizzazione dell’oggetto descritto. Pertanto la frase “in una forma di realizzazione†o “nella forma di realizzazione†o “in alcune forme di realizzazione†in vari punti lungo la descrizione non si riferisce necessariamente alla stessa o alle stesse forme di realizzazione. Inoltre le particolari caratteristiche, strutture od elementi possono essere combinati in qualunque modo idoneo in una o più forme di realizzazione.
In Fig.1 à ̈ mostrato uno schema di un possibile gruppo goffratore. Il gruppo goffratore, complessivamente indicato con 1, comprende un rullo goffratore 3 ruotan te attorno ad un asse 3A. Il rullo goffratore coopera con un rullo di pressione 5 ruotante attorno ad un asse 5A. In alcune forme di realizzazione il rullo di pressione 5 à ̈ rivestito con uno strato di materiale elasticamente cedevole 5R, ad esempio in gomma. Tra il rullo goffratore 3 ed il rullo di pressione 5 à ̈ definita una gola di goffratura 7. Un primo velo di materiale cellulosico V1 viene alimentato lungo un percorso di alimentazione attorno al rullo di pressione 5, attraverso la gola di goffratura 7 ed attorno al rullo goffratore 3. Nella gola di goffratura 7 il velo V1 viene goffrato e rimane aderente al rullo goffratore lungo una parte della superficie cilindrica del rullo medesimo, così da essere alimentato attraverso una zona di incollaggio ed una zona di laminazione o di giunzione con un secondo velo V2, come di seguito descritto in maggiore dettaglio.
Il rullo goffratore 3 presenta una pluralità di protuberanze di goffratura 9. Alcune forme di realizzazione delle protuberanze di goffratura 9 saranno descritte più avanti con specifico riferimento alle Figg.4 a 6.
Lungo il percorso del velo V1 attorno al rullo goffratore 3 può essere disposto un applicatore di collante 11. Vantaggiosamente l'applicatore di collante 11 à ̈ posizionato, rispetto al verso di avanzamento del velo V1 (freccia fV), a valle della gola di goffratura 7 ed a monte di una zona di giunzione 13 fra il velo V1 ed il secondo velo V2. Il secondo velo V2 viene alimentato lungo un secondo percorso di alimentazione attraverso il gruppo goffratore 1.
Vantaggiosamente nella zona di giunzione o di laminazione fra il velo V1 ed il velo V2 può essere definita in una gola formata fra il rullo goffratore 3 ed un rullo di laminazione 15 ruotante attorno ad un asse 15A.
In alcune forme di realizzazione, lungo il percorso di alimentazione del secondo velo V2 può essere disposto un gruppo goffratore ausiliario 17, comprendente un rullo goffratore ausiliario 19 corredato di protuberanze 19P (vedasi ingrandimento del dettaglio di Fig.1), cooperante con un rullo di pressione ausiliario 21. Il rullo di pressione 21 può essere corredato di un rivestimento 21R di materiale elasticamente cedevole. In altre forme di realizzazione il gruppo goffratore ausiliario 17 può essere omesso. Se presente, il gruppo goffratore ausiliario 17 può essere posto alternativamente in lavoro o fuori lavoro, semplicemente avvicinando oppure allontanando tra loro il rullo goffratore ausiliario 19 ed il rullo di pressione ausiliario 21.
In alcune forme di realizzazione le protuberanze 19P del rullo goffratore ausiliario 19 distribuite secondo una densità ed hanno dimensioni tali da generare sul secondo velo V2 una microgoffratura, ad esempio formata da protuberanze goffrate di forma geometrica semplice, ad esempio troncopiramidale o troncoconica.
In possibili forme di realizzazione la densità delle protuberanze di goffratura 19P, e corrispondentemente delle protuberanze goffrate generate dalle protuberanze di goffratura 19P sul velo V2, può essere compresa ad esempio fra 10 e 200 protuberanze/cm<2>, preferibilmente tra 30 e 150 protuberanze/cm<2>, ad esempio fra 40 e 120 protuberanze/cm<2>. Si deve comprendere che questi valori sono esemplificativi e non limitativi. Rientra nell'ambito della presente descrizione anche qualunque valore intermedio e/o qualunque sotto-intervallo definito da due valori qualsiasi scelti all'interno di uno qualsiasi degli intervalli sopra menzionati.
Il rullo di laminazione 15 può essere realizzato in acciaio oppure in altro materiale duro. In altre forme di realizzazione il rullo di laminazione 15 può presentare un rivestimento elasticamente cedevole, ad esempio in gomma o simili, preferibilmente di durezza superiore rispetto alla durezza del materiale che forma il rivestimento 5R del rullo di pressione 5.
Più avanti nella presente descrizione verranno definite in dettaglio possibili forme di realizzazione delle protuberanze di goffratura 9 e conseguentemente delle protuberanze goffrate che vengono formate sul velo V1 lavorato dal gruppo goffratore 1.
In Fig.2 à ̈ mostrata una diversa forma di realizzazione di un gruppo goffratore, indicato con 50. Il gruppo goffratore 50 può comprendere un primo rullo goffratore 51 cooperante con un primo rullo di pressione 53. Il primo rullo goffratore 51 ruota attorno all'asse di rotazione 51A, mentre il primo rullo di pressione 53 ruota attorno ad un asse di rotazione 53A.
In alcune forme di realizzazione il gruppo goffratore 50 può comprendere un secondo rullo goffratore 55 ruotante attorno ad un asse di rotazione 55A, sostanzialmente parallelo all'asse di rotazione 51A ed all'asse di rotazione 53A. Vantaggiosamente, in alcune forme di realizzazione, il secondo rullo goffratore 55 può cooperare con un secondo rullo di pressione 57, ruotante attorno ad un asse di rotazione 57A.
In alcune forme di realizzazione il primo rullo di pressione 53 presenta un rivestimento 53R, in materiale preferibilmente elasticamente cedevole, ad esempio gomma. In alcune forme di realizzazione il secondo rullo di pressione 57 presenta un rivestimento 57R anch'esso realizzato in materiale elasticamente cedevole, ad esempio gomma.
Vantaggiosamente, sulle superfici laterali cilindriche dei rulli goffratori 51 e 55 sono previste protuberanze di goffratura indicate con 51P e 55P rispettivamente.
Fra il primo rullo di pressione 53 ed il primo rullo goffratore 51 Ã ̈ definita una prima gola di goffratura 59. Tra il secondo rullo goffratore 55 ed il secondo rullo di pressione 57 Ã ̈ definita una seconda gola di goffratura 61. Fra i due rulli goffratori 51 e 55 Ã ̈ definita una gola di laminazione 63.
In alcune forme di realizzazione ad uno dei rulli goffratori, nell'esempio illustrato il rullo goffratore 51, Ã ̈ associato un applicatore di collante 65.
Il gruppo goffratore 50 comprende inoltre un primo percorso per un primo velo di materiale cellulosico V1 ed un secondo percorso per un secondo velo di materiale cellulosico V2. Il primo velo V1 viene alimentato attorno al primo rullo di pressione 53, attraverso la gola di goffratura 59, attorno al primo rullo goffratore 51 e nella gola di laminazione 63. Il secondo velo V2 viene alimentato lungo il rispettivo secondo percorso di alimentazione attorno al secondo rullo di pressione 57, attraverso la seconda gola di goffratura 61, attorno al secondo rullo goffratore 55 ed attraverso la gola di laminazione 63.
Il gruppo goffratore 50 può essere un gruppo goffratore del tipo punta-punta, in cui nella gola di laminazione 63 alcune almeno delle protuberanze di goffratura 51P del primo rullo goffratore 51 premono contro protuberanze di goffratura 55P del secondo rullo goffratore 55, provocando la giunzione di due veli goffrati dalle due coppie di rulli 51, 53 e 55, 57, secondo la tecnica di goffratura punta-punta nota agli esperti del ramo.
In questo modo, nella gola di laminazione 63 i veli V1 e V2, goffrati separatamente l'uno rispetto all'altro nelle due gole di goffratura 59 e 61, vengono accoppiati, cioà ̈ incollati tra loro in corrispondenza di protuberanze 51P e 55P tra loro corrispondenti, per effetto del collante applicato dal gruppo applicatore di collante 65.
In Fig.3 à ̈ mostrata un’ulteriore forma di realizzazione di un gruppo goffratore, indicato ancora con 50. Gli stessi numeri di riferimento utilizzati in Fig.2 designano in Fig.3 parti uguali o corrispondenti a quelle sopra descritte con riferimento alla Fig.2. Queste parti non verranno descritte nuovamente in dettaglio.
In questa forma di realizzazione i due veli V1 e V2 non vengono laminati nella gola tra il primo rullo goffratore 51 ed il secondo rullo goffratore 55, bensì in una gola di laminazione, indicata con 64, definita fra il primo rullo goffratore 51 ed un rullo di laminazione 66, per ottenere un prodotto ad esempio del tipo annidato. Nella gola tra i rulli goffratori 51 e 55 non si ha pressione reciproca tra le protuberanze di goffratura.
I gruppi goffratori 1 e 50 descritti con riferimento alle Figg.1, 2 e 3 sono noti nelle loro caratteristiche generali dallo stato della tecnica. Ad esempio un gruppo goffratore 1 Ã ̈ descritto in US-2004/0247836, un gruppo goffratore 50 del tipo illustrato in Fig.2 Ã ̈ descritto nel brevetto USA 6053232 ed un gruppo goffratore 50 del tipo illustrato in Fig.3 Ã ̈ descritto nel brevetto USA 6470945.
Gli esperti del ramo comprenderanno, anche dalla descrizione che segue, che i principi ed i caratteri generali della presente invenzione possono essere incorporati in gruppi goffratori anche di struttura sostanzialmente diversa rispetto a quella sin qui sinteticamente descritta con riferimento alle Figg.1 a 3. Ciò che rileva à ̈ che il gruppo goffratore presenti almeno un rullo goffratore con protuberanze di goffratura, un applicatore di collante, un rullo di pressione cooperante con il rullo goffratore ed organi per unire tra loro un primo velo goffrato tramite il primo rullo goffratore ed un secondo velo. Il secondo velo può essere a sua volta goffrato, micro-goffrato, liscio o lavorato in qualunque altro modo opportuno.
Le seguenti Figg.4 a 6 mostrano dettagli di una possibile forma di realizzazione di protuberanze di goffratura di un rullo goffratore. Il rullo goffratore illustrato nelle Figg.4 a 6 può essere il rullo goffratore 3 della Fig.1, oppure uno dei rulli goffratori 51, 55 delle Figg.2 e 3. Per semplicità, nel seguito si farà riferimento al rullo goffratore 3.
Nella forma di realizzazione illustrata nelle Figg.4 e 5, in particolare, sulla superficie laterale del rullo goffratore 3, sono previste protuberanze di goffratura 9. In alcune forme di realizzazione, le protuberanze di goffratura 9 possono avere una forma allungata. Nella forma di realizzazione illustrata, in una vista in pianta, ortogonale all’asse di rotazione del rullo goffratore 3, le protuberanze di goffratura 9 hanno la forma di un’ampia V con un vertice stondato. Questa forma à ̈ fornita a titolo esemplificativo e non deve considerarsi limitativa.
In altre forme di realizzazione le protuberanze di goffratura 9 possono avere forme diverse, ad esempio rettilinee, cioà ̈ con forma rettangolare allungata in pianta, oppure forme anulari, circolari od ellittiche, o con una qualunque forma di fantasia, anche tali da riprodurre un oggetto od un elemento decorativo come ad esempio animali, fiori, soggetti geometrici o qualunque combinazione di questi od altri soggetti a piacere.
In una vista in pianta le protuberanze di goffratura 9 possono avere dimensioni trasversali e longitudinali sostanzialmente diverse, come mostrato in Fig.4, così da assumere una forma allungata. In altre forme di realizzazione, la dimensione della pianta delle protuberanze può essere sostanzialmente costante o comunque variabile in modo contenuto. Ad esempio le protuberanze possono avere forma circolare, quadrata, poligonale (ad es. esagonale) regolare, o simili.
Quando le protuberanze di goffratura hanno una forma allungata, come in Figg.4 e 5, esse presentano preferibilmente una prima dimensione longitudinale maggiore ed una seconda dimensione trasversale minore. Ad esempio la dimensione longitudinale può essere 2 volte, 5 volte, 10 volte od anche 15 o più volte maggiore della dimensione trasversale. Nella forma di realizzazione delle Figg.4 e 5 la dimensione longitudinale à ̈ data dalla lunghezza della linea mediana che si estende dall'una all'altra di due estremità 9A di ogni singola protuberanza di goffratura 9. La dimensione trasversale à ̈ data dalla larghezza, cioà ̈ dalla dimensione in direzione ortogonale alla linea mediana, della protuberanza 9.
In alcune forme di realizzazione, come quella mostrata in Figg.4 e 5, la dimensione trasversale può essere variabile dall'estremità alla zona centrale della protuberanza di goffratura. In altre forme di realizzazione la dimensione trasversale potrebbe essere costante.
In alcune forme di realizzazione tutte le protuberanze di goffratura 9 possono essere fra loro uguali e disposte secondo orientamenti variabili. In Figg.4 e 5 la disposizione delle protuberanze di goffratura 9 à ̈ a gruppi di cinque protuberanze. Questo non à ̈ vincolante e rappresenta soltanto un modo di realizzazione.
In altre forme di realizzazione le protuberanze di goffratura 9 possono essere disposte diversamente e possono anche occupare soltanto una porzione della superficie cilindrica laterale del rullo goffratore 3. E’ anche possibile prevedere porzioni della superficie laterale del rullo goffratore 3 provviste di protuberanze di goffratura 9, distribuite in modo uniforme o anche non uniforme, separate da zone prive di protuberanze di goffratura.
In alcune forme di realizzazione alcune almeno delle protuberanze di goffratura 9 presentano una superficie laterale 9L ed una superficie di testa 9T. La superficie di testa 9T à ̈ rappresentata dalla superficie più sporgente della protuberanza di goffratura 9 rispetto alla base della protuberanza stessa. Nella forma di realizzazione illustrata la superficie di testa 9T à ̈ vantaggiosamente piana, o più precisamente giace su una superficie cilindrica di raggio molto maggiore rispetto alle dimensioni della protuberanza di goffratura 9, così che la superficie di testa 9T può essere assimilata ad una superficie piana, essendo il suo raggio di curvatura molto maggiore, anche di alcuni ordini di grandezza, rispetto alla dimensione in pianta della superficie di testa T.
La superficie laterale 9L può essere inclinata, formando un angolo α con una direzione radiale (vedasi ingrandimento di Fig.6). L'angolo α può essere compreso fra 1 e 30°, ad esempio fra 3 e 25°, ed in particolare fra 5 e 20°. Questi valori sono esclusivamente indicativi e si deve comprendere che rientrano nella presente descrizione anche valori individuali od intervalli di valori compresi all’interno di uno o più degli intervalli sopra definiti.
Le protuberanze di goffratura 9 possono essere disposte con una densità uniforme su tutta la superficie cilindrica del rullo goffratore 3. In altre forme di realizzazione le protuberanze di goffratura 9 possono essere distribuite secondo densità diverse da zona a zona eventualmente anche soltanto in alcune zone, porzioni o aree della superficie laterale del rullo goffratore 3. In alcune forme di realizzazione la densità delle protuberanze 9 può essere compresa tra 0,1 e 20 protuberanze/cm<2>. In altre forme di realizzazione, le protuberanze 9 possono avere una densità compresa tra 0,2 e 10 protuberanze/cm<2>.
Le protuberanze di goffratura 9 possono essere uguali tra loro su tutta la superficie del rullo goffratore 3. In altre forme di realizzazione si possono prevedere protuberanze di goffratura 9 del tipo qui descritto, in combinazione con altre protuberanze di goffratura di forma diversa, ad esempio più basse cioà ̈ con dimensione radiale minore.
Vantaggiosamente, secondo alcune forme di realizzazione le protuberanze di goffratura 9 sono protuberanze singole, cioà ̈ ciascuna definita da una linea chiusa come indicato in Figg.4 e 5. In altre forme di realizzazione non si esclude la possibilità che le protuberanze di goffratura 9 siano di lunghezza indefinita, cioà ̈ si sviluppino ad esempio come linee chiuse sulla superficie cilindrica del rullo goffratore 3.
In alcune forme di realizzazione le protuberanze di goffratura 9 sono distribuite con una densità compresa fra 0,1 e 20 protuberanze/cm<2>preferibilmente tra 2 e 10 protuberanze/cm<2>.
In alcune forme di realizzazione la superficie di testa 9T delle protuberanze di goffratura 9 presentano dimensione massima compresa tra 0,5 e 15 cm, preferibilmente tra 1 e 10 cm.
In alcune forme di realizzazione le protuberanze di goffratura 9 presentano un’altezza H (vedasi Fig.6) compresa fra 0,3 e 4 mm, ad esempio fra 0,6 e 2 mm, preferibilmente fra 0,8 ed 1,5 mm. Si deve comprendere che questi intervalli dimensionali sono esemplificativi. Inoltre la presente descrizione comprende esplicitamente anche qualunque valore o sotto-intervallo compreso fra i limiti sopra menzionati.
In alcune forme di realizzazione, sulla superficie di testa 9T della protuberanza di goffratura 9 sono disposte sporgenze di goffratura 71. Le sporgenze di goffratura 71 possono avere una forma geometrica semplice. Le sporgenze di goffratura 71 possono essere ad esempio troncoconiche o troncopiramidali. Nell'esempio illustrato nel disegno le sporgenze di goffratura 71 hanno una forma troncoconica; non si escludono tuttavia altre forme semplici o più complesse.
La dimensione in pianta delle sporgenze di goffratura 71 à ̈ molto minore rispetto alla dimensione in pianta delle protuberanze di goffratura 9. Ad esempio le sporgenze di goffratura 71 possono presentare una dimensione massima in pianta di 1,5mm. Nel caso di sporgenze di goffratura troncoconiche a sezione trasversale circolare, questa dimensione si riferisce al diametro di base delle sporgenze di goffratura 71. Nel caso di sporgenze di goffratura 71 di sezione ellittica, la dimensione massima in pianta si riferisce alla lunghezza dell’asse maggiore dell’ellisse di base.
Non si esclude la possibilità di realizzare le sporgenze di goffratura 71 con una forma troncopiramidale, ad esempio a base quadrata, rettangolare, esagonale o simile. In questo caso la dimensione trasversale sopra indicata à ̈ riferita preferibilmente alla diagonale di base della sporgenza di goffratura poligonale.
Le sporgenze di goffratura 71 possono avere una densità media compresa fra 30 e 200 sporgenze/cm<2>su ciascuna superficie di testa 9T della rispettiva protuberanza di goffratura 9. In alcune forme di realizzazione la densità delle sporgenze di goffratura 71 sulla singola superficie di testa 9T della rispettiva protuberanza 9 può essere compresa fra 40 e 180 sporgenze/cm<2>, oppure fra 50 e 150 sporgenze/cm<2>. Questi valori sono da intendersi particolarmente vantaggiosi ma comunque esemplificativi. Essi comprendono esplicitamente anche qualunque valore intermedio fra gli estremi degli intervalli indicati e qualunque sotto-intervallo tra gli estremi degli intervalli indicati. Vantaggiosamente le sporgenze di goffratura 71 possono avere un’altezza h (vedasi Fig.6) compresa fra 0,1 e 0,5 mm, ad esempio fra 0,15 e 0,4 mm e preferibilmente fra 0,2 e 0,35 mm, ancora più preferibilmente fra 0,25 e 0,35 mm. I valori indicati sono esemplificativi. La presente descrizione contiene esplicitamente anche qualunque valore singolo o sotto-intervalli di valori compresi negli intervalli sopra menzionati.
Ciascuna sporgenza di goffratura 71 presenta una superficie laterale o fianco 71L ed una superficie frontale o di testa 71F. Per fianco 71L si intende in questo contesto tutta la superficie che delimita la sporgenza di goffratura 71, fra la superficie di testa 9T della protuberanza di goffratura 9 e la superficie frontale 71F della sporgenza di goffratura 71. Pertanto, nel caso di sporgenze di goffratura 71F troncopiramidali, ad esempio, per fianco 71L si intende l’insieme delle facce della sporgenza di goffratura 71. Nel caso di sporgenze di goffratura 71 di forma troncoconica, il fianco à ̈ costituito dall'intera superficie troncoconica che delimita lateralmente la sporgenza di goffratura 71.
Le sporgenze di goffratura 71 possono essere distribuite su ciascuna superficie di testa 9T della rispettiva protuberanza di goffratura 9 con una densità costante.
In forme di realizzazione attualmente preferite, su alcune almeno delle protuberanze di goffratura 9 le sporgenze di goffratura 71 sono distribuite con una densità variabile. In Fig.5 à ̈ mostrata ad esempio una forma di realizzazione in cui le sporgenze di goffratura 71 presentano una distribuzione con una densità maggiore in vicinanza delle estremità 9A, 9B della protuberanza di goffratura 9 ed una densità minore nella zona centrale od intermedia 9C della protuberanza di goffratura 9. Ad esempio, la densità può variare da 30 a 200 sporgenze/cm<2>, preferibilmente da 40 a 180 sporgenze/cm<2>, più preferibilmente da 50 a 150 sporgenze/cm<2>. Si devono considerare compresi nella presente descrizione tutti i valori intermedi tra i limiti degli intervalli sopra indicati ed anche qualunque sotto-intervallo compreso negli intervalli indicati.
In pratica si può prevedere che le sporgenze di goffratura 71 siano distribuite con una densità minore nella zona centrale e maggiore nelle zone di estremità di ciascuna protuberanza di goffratura 9. Pertanto, le sporgenze di goffratura 71 hanno una distanza reciproca maggiore nella zona centrale della protuberanza di goffratura 9 ed una distanza reciproca minore nelle zone di estremità o terminali.
Nell’esempio di realizzazione illustrato tutte le sporgenze di goffratura 71 sono tra loro uguali, sia su una singola protuberanza di goffratura 9, sia fra le varie protuberanze di goffratura 9. In altre forme di realizzazione si possono prevedere sporgenze di goffratura di forma variabile. Ad esempio, le sporgenze di goffratura 71 possono avere forma variabile su diverse protuberanze di goffratura 9, cioà ̈ le sporgenze di goffratura 71 di una protuberanza di goffratura 9 possono essere uguali tra loro, ma diverse rispetto alle sporgenze di goffratura 71 trovantisi su un’altra protuberanza di goffratura 9.
In altre forme di realizzazione, si possono prevedere sporgenze di goffratura 71 tra loro diverse sulla stessa superficie di testa 9T della stessa protuberanza di goffratura 9. In alcune forme di realizzazione le sporgenze di goffratura 71 possono avere una dimensione in pianta variabile e/o dimensioni variabili della superficie frontale 71F. In particolare, in alcune forme di realizzazione l’area delle superfici frontali 71F può variare. Ad esempio, in alcune forme di attuazione si possono prevedere sporgenze di goffratura 71 con aree delle superfici di testa 71F maggiori nelle zone di estremità della rispettiva protuberanza di goffratura 9 e con aree delle superfici di testa 71F minori nella zona centrale della rispettiva protuberanza di goffratura 9. Si può anche prevedere di avere, lungo il contorno della punta, una protuberanza 71 ad anello chiuso od a tratti, al cui interno sono previste punte di forma, dimensioni e densità come sopra descritte.
La variazione dimensionale e/o di densità di distribuzione può servire ad ottenere particolari effetti tecnici ed estetici, più avanti descritti.
Secondo alcune forme di realizzazione la dimensione e la densità delle sporgenze di goffratura 71 su ciascuna protuberanza di goffratura 9 sono tali per cui la somma delle aree delle superfici frontali 71F di tutte le sporgenze di goffratura 71 su una singola protuberanza di goffratura 9 à ̈ pari od inferiore al 50% (ad esempio compresa tra il 3% ed il 50%) dell'area della superficie di testa 9T della rispettiva protuberanza di goffratura 9. Nella presente descrizione e nelle allegate rivendicazioni l'area della superficie di testa 9T à ̈ definita come l'area complessiva delimitata dal perimetro 9P che circonda la superficie di testa 9T della protuberanza di goffratura 9. L'area della superficie di testa 9T comprende, quindi, anche la somma delle aree di base delle singole sporgenze di goffratura 71 che si proiettano dalla superficie di testa 9T della rispettiva protuberanza di goffratura 9.
In alcune forme di realizzazione, la somma delle aree delle superfici frontali 71F delle sporgenze di goffratura 71 à ̈ pari od inferiore al 40%, ed in particolare pari o inferiore al 30% dell’area totale della superficie di testa 9T della rispettiva protuberanza di goffratura 9. In forme di realizzazione particolarmente vantaggiose, la somma delle aree delle superfici frontali 71F à ̈ paricompresa fra il 3 ed il 30%, ad esempio inferiore al 20% e vantaggiosamente compresa tra il 5% e il 20% dell’area totale della superficie di testa 9T della rispettiva protuberanza di goffratura 9. I valori indicati sono esemplificativi, in taluni casi preferiti, ma non limitativi. Inoltre, la presente descrizione contiene esplicitamente tutti i valori ed intervalli di valori intermedi compresi in uno o più degli intervalli di valori sopra menzionati.
In alcune forme di realizzazione lungo l’intero perimetro o una parte del perimetro di alcune almeno delle protuberanze di goffratura 9 può essere previsto un bordo sporgente con un’altezza sostanzialmente uguale all’altezza delle sporgenze di goffratura 71. In Fig.5A à ̈ mostrata una porzione di un protuberanza di goffratura 9 con un bordo perimetrale 72 sporgente che circonda la superficie di testa su cui sono realizzate le sporgenze di goffratura 71. In Fig.5A il bordo sporgente 72 à ̈ previsto in una zona limitata del perimetro della protuberanza di goffratura 9.
Con una configurazione di questo tipo à ̈ possibile concentrare l’applicazione di collante lungo il perimetro, ad esempio nelle zone di estremità, delle protuberanze di goffratura 9 ed ottenere un’adesione reciproca più stabile ed efficace dei veli goffrati ed incollati. Infatti, ad una configurazione di questo tipo delle protuberanze di goffratura 9 corrisponderà una forma complementare delle protuberanze goffrate sul velo lavorato con il rullo goffratore. Le protuberanze goffrate su un velo avranno un bordo almeno in parte rialzato rispetto alla superficie di testa e sporgente verso l’interno del materiale nastriforme, cioà ̈ verso il velo opposto. Lungo questo bordo rialzato sarà applicata una quantità di collante che permette di far aderire in modo efficace e stabile i due veli nelle zone più critiche, cioà ̈ ad esempio i vertici od estremità di protuberanze goffrate di forma allungata.
In alcune vantaggiose forme di realizzazione, in almeno alcune porzioni della superficie laterale cilindrica del rullo goffratore 3 le protuberanze di goffratura 9 sono distribuite con una densità e presentano dimensioni tali per cui l'area totale delle superfici di testa 9T di tali protuberanze di goffratura 9 à ̈ compresa tra il 20% ed il 95% dell’area totale della porzione di superficie cilindrica considerata. In alcune forme di realizzazione l’area totale delle superfici di testa 9T delle protuberanze di goffratura 9 comprese in questa porzione di superficie laterale cilindrica del rullo goffratore à ̈ pari o superiore al 25%, ad esempio pari o superiore al 30% e preferibilmente pari o superiore al 35%, in alcuni casi pari o superiore al 40%, e preferibilmente inferiore al 90%, preferibilmente inferiore al 60%, più preferibilmente pari o inferiore al 50% dell'area totale della porzione di superficie cilindrica laterale del rullo goffratore 3 considerata. In alcune forme di realizzazione la distribuzione delle protuberanze di goffratura 9 à ̈ uguale su tutta la superficie utile del rullo goffratore e quindi la porzione di superficie laterale considerata à ̈ l’intera superficie laterale utile del rullo goffratore. I valori percentuali indicati sono attualmente preferiti, ed in alcuni casi particolarmente vantaggiosi, ma non devono considerarsi limitativi. Inoltre la presente descrizione contiene esplicitamente anche tutti i valori e sotto-intervalli di valori compresi in uno qualsiasi degli intervalli sopra indicati.
La superficie cilindrica laterale del rullo goffratore à ̈ intesa come la superficie su cui giacciono le superfici frontali 71F delle sporgenze di goffratura 71.
In esempi di attuazione, le protuberanze di goffratura 9 hanno una densità ed una superficie di testa 9T tale per cui la somma delle aree delle superfici di testa 9T delle protuberanze di goffratura 9 in una porzione di superficie laterale del rullo goffratore (che può anche essere l’intera superficie laterale utile del rullo goffratore) à ̈ compresa fra il 25% e l'80%, preferibilmente fra il 30% ed il 60% ed ancora più preferibilmente fra il 35% ed il 45% dell'area totale della porzione di superficie laterale del rullo considerata.
In vantaggiose forme di realizzazione la distribuzione delle protuberanze di goffratura 9 e delle sporgenze di goffratura 71 in almeno una porzione della superficie cilindrica del rullo goffratore 3 à ̈ tale per cui la somma delle aree delle superfici frontali 71F delle sporgenze di goffratura 71 à ̈ pari od inferiore al 35%, preferibilmente pari od inferiore al 30% e più preferibilmente pari od inferiore al 25% dell'area totale della porzione di superficie laterale cilindrica del rullo goffratore 3 presa in esame. In alcune forme di realizzazione, la suddetta somma delle aree delle superfici frontali 7F delle sporgenze di goffratura 71 à ̈ superiore all’1%, preferibilmente superiore al 2%, ad esempio pari o superiore al 5% dell’area totale della porzione di superficie laterale cilindrica considerata. Ad esempio l'area complessiva delle superfici frontali 71F delle sporgenze di goffratura 71 può essere vantaggiosamente compresa fra il 2% ed il 35%, preferibilmente fra il 2% ed il 30%, ancora più preferibilmente fra il 2% ed il 20%, ad esempio fra il 2 e il 14% dell'area totale della porzione di superficie laterale cilindrica del rullo goffratore 3 presa in considerazione.
In pratica, con una disposizione di questo tipo si ottiene il seguente effetto. Quando il velo V1 viene goffrato fra il rullo goffratore (ad esempio il rullo goffratore 3 di Fig.1) ed il rispettivo rullo di pressione (ad esempio il rullo di pressione 5 di Fig.1) le protuberanze di goffratura 9 goffrano il velo V1 su un'ampia superficie. L'area goffrata corrisponde in pratica alla somma delle aree delle superfici di testa 9T delle protuberanze di goffratura 9. In corrispondenza di ciascuna protuberanza di goffratura 9, il velo V1 viene ulteriormente goffrato tramite le sporgenze di goffratura 71 secondo un micro-disegno costituito dall'insieme delle sporgenze di goffratura 71.
In pratica sulla superficie cilindrica del rullo goffratore 3 che presenta la distribuzione di protuberanze di goffratura 9 con sporgenze di goffratura 71 illustrate nelle Figg.4 a 6, il velo V1 subisce una doppia goffratura simultanea tramite penetrazione delle protuberanze di goffratura 9 ed ulteriore penetrazione delle sporgenze di goffratura 71 nel rivestimento elasticamente cedevole 5R del rullo di pressione 5.
L'area complessiva goffrata dalle protuberanze di goffratura 9 Ã ̈ sostanzialmente maggiore rispetto all'area complessiva ulteriormente goffrata dalle sporgenze 71, per effetto della minore dimensione delle sporgenze di goffratura 71 rispetto alle protuberanze di goffratura 9.
Poiché il velo goffrato rimane impegnato alle protuberanze di goffratura 9 ed alle sporgenze di goffratura 71 fino alla gola di laminazione, ad esempio la gola 13 nel gruppo goffratura 1 di Fig.1, quando il velo V1 passa in corrispondenza dell'applicatore di collante 11, quest'ultimo applica il collante soltanto sulle porzioni del velo V1 appoggiate sulle superfici frontali 71F delle sporgenze di goffratura 71, poiché la restante superficie del velo V1 si trova a distanza dalla superficie del cilindro applicatore di collante 11C dell’applicatore 11.
La Fig.8 mostra schematicamente la distribuzione del collante sulle sporgenze formate sul velo V1 dalle sporgenze di goffratura 71. Con riferimento in particolare a Fig.8, si nota che il collante C viene applicato soltanto sulle zone del velo V1 che si trovano sopra le superfici frontali 71F delle sporgenze di goffratura 71, mentre la restante superficie del velo V1 che poggia sulla superficie di testa 9T della protuberanza di goffratura 9 o sui fianchi 71L delle sporgenze 71 rimane priva di collante.
In definitiva, con questa disposizione si ottiene una percentuale di goffratura molto elevata del velo V1 (generata dalle protuberanze di goffratura 9 e dalle sporgenze di goffratura 71) ed una percentuale di superficie incollata molto minore rispetto alla percentuale di velo goffrato.
Ad esempio, se la superficie goffrata à ̈ pari al 40% della superficie totale del velo (tale superficie goffrata totale essendo definita dalla superficie di testa 9T delle protuberanze di goffratura 9 e, se le superfici frontali 71F delle sporgenze di goffratura 71 occupano su ciascuna protuberanza di goffratura 9 soltanto circa il 10-20% della superficie di testa 9T totale, si ha una corrispondente riduzione della superficie incollata rispetto alla superficie goffrata dell'80-90% e quindi in definitiva una percentuale del 4-8% di superficie totale incollata, contro un 40% totale di superficie goffrata.
Si ottiene in conclusione una superficie goffrata molto ampia a fronte di una superficie incollata molto ridotta. La piccola quantità di collante applicato consente di ottenere un materiale fortemente goffrato ma molto morbido. Inoltre, si riduce il consumo di collante e quindi il costo del prodotto finito.
Una minore quantità di collante erogata consente anche di ottenere ulteriori vantaggi, poiché si riduce il trasferimento accidentale di collante sugli organi delle macchine, ad esempio sul rullo goffratore. Infatti, poiché la quantità di collante distribuito sul velo V1 à ̈ molto piccola, si ha una minore tendenza del collante a trafilare attraverso il velo cellulosico ed a raggiungere le protuberanze di goffratura 9 e le sporgenze di goffratura 71 del rullo goffratore.
Quando, come nella forma di realizzazione della Fig.5, le sporgenze di goffratura 71 presentano una densità variabile lungo la superficie di testa 9T di ogni protuberanza di goffratura 9, e se viene utilizzato un collante C colorato, la variazione, preferibilmente graduale, della densità delle sporgenze di goffratura 71, comporta una sfumatura di colore sul prodotto finito. In sostanza, ciascuna sporgenza di goffratura 71 genera sul velo goffrato una rispettiva sporgenza goffrata, la cui superficie frontale riceve il collante colorato, che genera un punto o pixel di colore. Se la densità delle sporgenze di goffratura 71 varia lungo la superficie del rullo goffratore, si ottiene una variazione di densità corrispondente dei punti o pixel di colore sul prodotto finito, e quindi una sfumatura di colore. Questa sfumatura sarà tanto più graduale quanto più dense e di piccole dimensioni saranno le sporgenze di goffratura 71 e più graduale la variazione della loro densità. In forme di realizzazione alternative e meno vantaggiose, un effetto in qualche modo simile può essere ottenuto variando l’area delle superfici di testa 71F delle sporgenze di goffratura 71, come sopra descritto ottenendo anche in questo modo una variazione della densità di colore. Non si esclude la possibilità di combinare una variazione di densità di sporgenze per unità di superficie (e quindi di densità di pixel) ad una variazione dell’area frontale delle sporgenze (e quindi della dimensione dei pixel).
La variazione della densità di sporgenze di goffratura ovvero la variazione dell’area della superficie di testa, in combinazione con un collante colorato, permette di ottenere particolari effetti cromatici con variazione della tonalità di colore sul prodotto finito, in modo simile agli effetti ottenibili con i processi di stampa. Questo effetto può essere combinato a protuberanze di goffratura di varie forme, per produrre decori complessi e di particolare effetto. In pratica, con un collante di un unico colore à ̈ possibile ottenere sul prodotto finito una variazione cromatica giocando sulla maggiore o minore intensità del colore ottenuta variando la densità delle sporgenze e/o la loro superficie di testa.
La previsione di sporgenze di goffratura 71 di dimensioni sostanzialmente più piccole rispetto alle dimensioni della superficie di testa 9T di ciascuna protuberanza di goffratura 9 comporta, quindi, non soltanto un vantaggio in termini di drastica riduzione della quantità di collante applicato su un velo con percentuale di superficie goffrata molto elevata, ma anche un effetto estetico particolarmente pregevole. Addensando, cioà ̈ riducendo la distanza reciproca fra sporgenze di goffratura 71 (e/o aumentandone l’area della superficie di testa 71F) in vicinanza dei bordi e soprattutto delle estremità 9A, 9B di ciascuna protuberanza di goffratura 9, si ottiene un incollaggio più affidabile dei due veli V1 e V2 proprio nelle zone in cui si ha una maggiore tendenza al distacco o delaminazione reciproca dei veli. Nella zona centrale delle protuberanze 9 si ha una quantità minore di collante, corrispondente alla minore densità e/o minore area delle superfici di testa 71F delle sporgenze di goffratura 71, detta quantità essendo comunque sufficiente a garantire l'adesione reciproca dei veli V1 e V2.
In Fig.7 Ã ̈ schematicamente illustrata una sezione corrispondente alla sezione VI-VI di Fig.5, del materiale nastriforme N che si ottiene dall'incollaggio dei due veli V1 e V2 all'uscita della gola di laminazione 13 utilizzando un gruppo goffratore 1 (Fig.1) con un rullo goffratore 3 avente protuberanze di goffratura 9 e sporgenze di goffratura 71 come descritto sopra con riferimento alle Figg.3 a 6.
Il velo V1 presenta una pluralità di protuberanze goffrate P9 generate dalle protuberanze di goffratura 9. Dalle teste delle protuberanze goffrate 9P si estendono verso l'interno del materiale nastriforme N, e quindi verso il velo V2, sporgenze goffrate S71. La forma, la distribuzione e la dimensione delle protuberanze goffrate P9 e delle sporgenze goffrate S71 sono determinate dalle corrispondenti caratteristiche delle protuberanze di goffratura 9 e le sporgenze di goffratura 71.
Sulle superfici frontali delle sporgenze goffrate S71 Ã ̈ applicato il collante C che consente l'adesione reciproca tra il velo goffrato V1 e il velo V2 alimentato nella gola di laminazione 13.
Nella forma di realizzazione illustrata schematicamente in Fig.7 il velo V2 à ̈ liscio. In altre forme di realizzazione, tuttavia, si può prevedere che il velo V2 sia a sua volta goffrato, ad esempio micro goffrato tramite il gruppo goffratore ausiliario 17 menzionato con riferimento alla Fig.1.
Con gruppi goffratori 50, in cui uno almeno dei rulli goffratori 51, 55 sia realizzato come il rullo goffratore 3 illustrato e descritto con riferimento alle Figg.4 a 6, si possono ottenere materiali nastriformi multivelo con caratteristiche simili, la cui struttura può essere facilmente individuata dagli esperti del ramo. Poiché la configurazione delle protuberanze di goffratura 9 e delle sporgenze di goffratura 71 sopra descritta ha principalmente lo scopo di influenzare la distribuzione di collante, à ̈ sufficiente che tale configurazione sia adottata sul rullo goffratore a cui à ̈ associato il distributore di collante, cioà ̈ il rullo goffratore 51 negli esempi delle Figg.2 e 3.
Nella forma di realizzazione illustrata nelle Figg.9 e 10 à ̈ mostrata un’ulteriore forma di realizzazione di un rullo goffratore secondo l’invenzione. Numeri uguali indicano parti uguali od equivalenti a quelle descritte con riferimento alle Figg.4 a 6. Nella forma di realizzazione delle Figg. 9 e 10 alcune almeno delle protuberanze di goffratura 9 del rullo goffratore 3 sono tra loro unite e formano in sostanza una superficie di testa 9T continua. Almeno una parte della superficie di testa 9T della o delle protuberanze di goffratura 9 à ̈ corredata di sporgenze di goffratura 71. Il rapporto tra area della superficie di testa 9T ed area delle superfici frontali 71F delle rispettive sporgenze di goffratura 71 à ̈ analogo a quello definito negli esempi di realizzazione precedentemente descritti. La disposizione delle protuberanze di goffratura 9 e delle sporgenze di goffratura 71 à ̈ scelta in modo da avere una elevata percentuale di velo goffrato con una ridotta quantità di collante per unità di superficie.
La configurazione delle protuberanze di goffratura 9 in Figg.9 e 10 à ̈ tale per cui una superficie di goffratura, definita dalla o dalle superfici di testa 9T delle protuberanze di goffratura 9, circonda integralmente cavità 10 scavate all’interno del rullo goffratore 3. Nella gola di goffratura (ad esempio la gola 7) definita tra il rullo goffratore 3 ed il corrispondente rullo di pressione 5 il velo V1 di materiale nastriforme viene deformato per effetto delle penetrazione delle protuberanze di goffratura 9 nel rivestimento cedevole 5R del rullo di pressione 5 e quindi per effetto della penetrazione del materiale cedevole formante il rivestimento 5R nelle cavità 10 del rullo goffratore 3. Si formano in questo modo sul velo V1 di materiale nastriforme cuscini o bolle sporgenti verso l’interno del rullo goffratore 3.
L’applicatore di collante 11 applica il collante C sulle porzioni di velo V1 che si trovano sopra le superfici frontali 71F delle sporgenze di goffratura 71. Nel prodotto finito si ottiene una goffratura formata da cuscini o bolle di velo goffrato sporgenti verso l’esterno, circondate da superfici definenti protuberanze goffrate corrispondenti alle superfici di testa 9T delle protuberanze di goffratura 9. Su queste superfici che hanno un’area molto ampia e possono coprire più del 30%, ad esempio dal 15% al 50% dell’area totale del velo goffrato, si ha una distribuzione di collante su una frazione compresa ad esempio tra il 2% ed il 50%, preferibilmente dal 3 al 40%, ad esempio dal 5% al 20% dell’area goffrata.
Le sporgenze goffrate S71 in questo caso si distribuiscono su superfici che circondano integralmente una o più bolle o cuscini B (Fig.11) di materiale in velo goffrato che sporgono verso l’esterno del materiale nastriforme N.
Nella forma di realizzazione delle Figg. 9 a 11 le varie caratteristiche dimensionali, compresi i rapporti reciproci tra dimensioni e/o le densità delle sporgenze e delle protuberanze di goffratura e rispettivamente delle sporgenze e protuberanze goffrate sul prodotto finale, possono essere le stesse come sopra più dettagliatamente descritto con riferimento alla forma di realizzazione delle Figg.4 a 8, ove compatibili. Ad esempio, anche nella forma di realizzazione delle Figg.9 a 11 possono essere previste densità e variazioni di densità delle sporgenze di goffratura 71 e rispettivamente delle sporgenze goffrate S71.
E' inteso che il disegno non mostra che una esemplificazione data solo quale dimostrazione pratica dell'invenzione, la quale può variare nelle forme e disposizioni senza peraltro uscire dall'ambito del concetto alla base dell'invenzione. L'eventuale presenza di numeri di riferimento nelle rivendicazioni accluse ha lo scopo di facilitare la lettura delle rivendicazioni con riferimento alla descrizione ed al disegno, e non limita l'ambito della protezione rappresentata dalle rivendicazioni.

Claims (39)

  1. RULLO GOFFRATORE, GRUPPO GOFFRATORE COMPRENDENTE TALE RULLO, METODO DI GOFFRATURA E PRODOTTO OTTENUTO Rivendicazioni 1. Un rullo goffratore comprendente una superficie laterale sostanzialmente cilindrica corredata di una pluralità di protuberanze di goffratura, ciascuna protuberanza di goffratura comprendendo una superficie laterale ed una superficie di testa; in cui sulle superfici di testa di almeno alcune di dette protuberanze di goffratura sono disposte sporgenze di goffratura aventi un fianco ed una superficie frontale.
  2. 2. Rullo goffratore come da rivendicazione 1, in cui la somma delle aree delle superfici frontali delle sporgenze di goffratura disposte su una protuberanza di goffratura à ̈ pari o inferiore al 50% dell’area totale della superficie di testa della rispettiva protuberanza di goffratura.
  3. 3. Rullo goffratore come da rivendicazione 1, in cui la somma delle aree delle superfici frontali delle sporgenze di goffratura disposte su una protuberanza di goffratura à ̈ pari o inferiore al 30%, e preferibilmente compresa tra il 3% ed il 30% dell’area totale della superficie di testa della rispettiva protuberanza di goffratura.
  4. 4. Rullo goffratore come da rivendicazione 1, in cui la somma delle aree delle superfici frontali delle sporgenze di goffratura disposte su una protuberanza di goffratura à ̈ pari o inferiore al 20% e preferibilmente compresa tra il 5% ed il 18% dell’area totale della superficie di testa della rispettiva protuberanza di goffratura.
  5. 5. Rullo goffratore come da una o più delle rivendicazioni precedenti, in cui le sporgenze di goffratura sono distribuite sulle rispettive superfici di testa delle protuberanze di goffratura con una densità media compresa tra 30 e 200 sporgenze/cm<2>, preferibilmente fra 40 e 180 sporgenze/cm<2>ed ancora più preferibilmente fra 50 e 150 sporgenze/cm<2>.
  6. 6. Rullo goffratore come da una o più delle rivendicazioni precedenti, in cui dette sporgenze di goffratura hanno un’altezza, misurata rispetto alla superficie di testa della rispettiva protuberanza di goffratura, compresa tra 0,10 e 0,50 mm, preferibilmente fra 0,20 e 0,35 mm, e ancora più preferibilmente fra 0,25 e 0,30 mm.
  7. 7. Rullo goffratore come da una o più delle rivendicazioni precedenti, in cui dette protuberanze di goffratura hanno un’altezza compresa tra 0,3 e 4 mm, preferibilmente fra 0,6 e 2 mm ed ancora più preferibilmente fra 0,8 e 1,5 mm.
  8. 8. Rullo goffratore come da una o più delle rivendicazioni precedenti, in cui dette protuberanze di goffratura hanno una densità compresa tra 0,1 e 20 protuberanze/cm<2>, preferibilmente tra 0,2 e 10 protuberanze/cm<2>.
  9. 9. Rullo goffratore come da una o più delle rivendicazioni precedenti, in cui almeno una porzione della superficie laterale del rullo goffratore presenta una distribuzione di dette protuberanze di goffratura tale che la somma delle aree delle superfici di testa delle protuberanze di goffratura in detta porzione di superficie laterale à ̈ almeno pari al 20%, preferibilmente almeno pari al 30%, più preferibilmente almeno pari al 35%, ed ancora più preferibilmente almeno pari al 40% e preferibilmente inferiore al 90% dell’area totale di detta porzione di superficie laterale.
  10. 10. Rullo goffratore come da una o più delle rivendicazioni precedenti, in cui almeno una porzione della superficie laterale del rullo goffratore ha una distribuzione di dette protuberanze di goffratura tale che la somma delle aree delle superfici di testa delle protuberanze di goffratura in detta porzione di superficie laterale à ̈ compresa tra il 15% e il 90%, preferibilmente fra il 25% e l’80%, più preferibilmente tra il 30% ed il 60%, ed ancora più preferibilmente tra il 35% ed il 45% dell’area totale di detta porzione di superficie laterale.
  11. 11. Rullo goffratore come da rivendicazione 9 o 10, in cui la somma delle aree delle superfici frontali delle sporgenze di goffratura in detta porzione di superficie laterale del rullo à ̈ pari o inferiore al 35%, preferibilmente pari o inferiore al 30%, più preferibilmente pari o inferiore al 25%, più preferibilmente compresa fra il 5% ed il 20%, ed ancora più preferibilmente tra il 2% ed il 14% dell’area totale di detta porzione di superficie laterale.
  12. 12. Rullo goffratore come da una o più delle rivendicazioni precedenti, in cui dette sporgenze di goffratura hanno una forma tronco-conica o troncopiramidale.
  13. 13. Rullo goffratore come da una o più delle rivendicazioni precedenti, in cui su almeno alcune delle protuberanze di goffratura le sporgenze di goffratura sono distribuite con una densità variabile.
  14. 14. Rullo goffratore come da una o più delle rivendicazioni precedenti, comprendente una superficie laterale utile, in cui: la somma delle aree delle superfici di testa delle protuberanze di goffratura à ̈ compresa tra il 15% ed il 50%, preferibilmente fra il 18% ed il 45%, ancora più preferibilmente fra il 20% ed il 40% dell’area della superficie laterale utile; e la somma delle aree della superfici frontali delle sporgenze di goffratura à ̈ compresa tra il 2% ed il 30%, preferibilmente fra il 2% ed il 14% e più preferibilmente fra il 4% ed il 10% dell’area della superficie laterale utile.
  15. 15. Rullo goffratore come da rivendicazione 13 o 14, in cui dette protuberanze di goffratura hanno una superficie di testa allungata, con una dimensione maggiore ed una dimensione minore, ed in cui la densità delle sporgenze di goffratura varia lungo la dimensione maggiore della rispettiva protuberanza di goffratura, detta densità essendo maggiore in prossimità di zone di estremità delle protuberanze di goffratura ed essendo minore in una zona intermedia tra le estremità delle protuberanze di goffratura.
  16. 16. Rullo goffratore come da una o più delle rivendicazioni precedenti, in cui almeno alcune di dette protuberanze di goffratura comprendono sulla propria superficie di testa un bordo sporgente, di altezza sostanzialmente uguale all’altezza delle sporgenze di goffratura.
  17. 17. Un gruppo goffratore comprendente: almeno un rullo goffratore come da una o più delle rivendicazioni precedenti; un rullo di pressione, tra il rullo goffratore ed il rullo di pressione essendo definita una gola di goffratura; un applicatore di collante, cooperante con il rullo goffratore; un primo percorso di avanzamento di un velo di materiale da goffrare, detto percorso sviluppandosi attraverso la gola di goffratura e tra il rullo goffratore e l’applicatore di collante, detto applicatore di collante essendo disposto a valle della gola di goffratura rispetto al verso di avanzamento del velo lungo detto percorso di avanzamento; un secondo percorso di avanzamento di un secondo velo, il primo percorso ed il secondo percorso incontrandosi in una zona di incollaggio reciproco del primo velo e del secondo velo.
  18. 18. Un metodo per goffrare un materiale nastriforme, in specie un velo cellulosico, comprendente le fasi di: alimentare un primo velo, avente una prima superficie ed una seconda superficie, verso una gola di goffratura formata fra un rullo di pressione ed un rullo goffratore corredato di protuberanze di goffratura; goffrare il primo velo nella gola di goffratura formando una pluralità di protuberanze goffrate su detto primo velo aventi una superficie laterale ed una superficie di testa e sporgenti da una di dette prima superficie e seconda superficie del primo velo; su ciascuna superficie di testa di almeno alcune di dette protuberanze goffrate, formare per goffratura una pluralità di sporgenze goffrate estendentisi dalle rispettive superfici di testa, ciascuna sporgenza goffrata avendo un fianco ed una superficie frontale; applicare un collante sulle superfici frontali di almeno alcune delle sporgenze goffrate; applicare sul primo velo un secondo velo in contatto con le superfici frontali delle sporgenze goffrate ed incollare tra loro il primo velo ed il secondo velo tramite detto collante.
  19. 19. Metodo come da rivendicazione 18, in cui detto collante à ̈ colorato.
  20. 20. Metodo come da rivendicazione 19, in cui il collante applicato sulle sporgenze goffrate forma pixel di colore per la decorazione del materiale nastriforme.
  21. 21. Metodo come da una o più delle rivendicazioni 18 a 20, in cui almeno una porzione del primo velo viene goffrato in modo che la somma delle aree delle superfici di testa delle protuberanze goffrate in detta porzione del primo velo à ̈ compresa tra il 15% e l’80%, preferibilmente tra il 15% ed il 50% ed ancora più preferibilmente tra il 18% ed il 45% dell’area totale di detta porzione del primo velo.
  22. 22. Metodo come da rivendicazione 21, in cui la somma delle aree delle superfici frontali delle sporgenze goffrate in detta porzione del primo velo à ̈ pari o inferiore al 35%, preferibilmente pari o inferiore al 30%, più preferibilmente pari o inferiore al 25%, ancora più preferibilmente compresa fra il 5% ed il 20% ed in particolare tra il 2% ed l 14% dell’area totale di detta porzione del primo velo.
  23. 23. Metodo come da una o più delle rivendicazioni 18 a 22, in cui in almeno una porzione del primo velo le protuberanze goffrate vengono formate con una densità ed una dimensione tale che l’area complessiva delle superfici di testa delle protuberanze goffrate à ̈ compresa tra il 15% ed il 50%, preferibilmente fra il 18% e il 45%, ancora più preferibilmente fra il 20% ed il 40% dell’area complessiva di detta porzione.
  24. 24. Metodo come da una o più delle rivendicazioni 18 a 23, in cui la somma delle aree delle superfici frontali delle sporgenze goffrate su una protuberanza goffrata à ̈ pari o inferiore al 50%, preferibilmente pari o inferiore al 30%, più preferibilmente pari o inferiore al 20%, ed ancora più preferibilmente compresa tra il 5% ed il 20 % dell’area totale della superficie di testa della rispettiva protuberanza goffrata.
  25. 25. Metodo come da una o più delle rivendicazioni 18 a 24 in cui la somma delle superfici di testa delle protuberanze goffrate occupa dal 15% al 50%, preferibilmente dal 18% al 45%, ancora più preferibilmente dal 20% al 40%, della superficie velo goffrato, con una superficie incollata dal 2% al 30%, preferibilmente dal 2% al 14%, più preferibilmente dal 3% al 12%, ancora più preferibilmente dal 4% al 10%, della superficie del velo goffrato.
  26. 26. Un prodotto nastriforme in materiale cellulosico comprendente almeno un primo velo ed un secondo velo tra loro uniti per incollaggio, in cui almeno il primo velo à ̈ goffrato con protuberanze goffrate sporgenti verso il secondo velo, ciascuna avente una superficie laterale ed una superficie di testa, ed in cui dalle superfici di testa di almeno alcune di dette protuberanze goffrate sporgono verso il secondo velo sporgenze goffrate con fianchi e superfici frontali; ed in cui sulle superfici frontali delle sporgenze goffrate à ̈ applicato un collante che unisce tra loro il primo velo ed il secondo velo.
  27. 27. Prodotto nastriforme come da rivendicazione 26, in cui le protuberanze goffrate hanno un’altezza maggiore rispetto all’altezza delle sporgenze goffrate.
  28. 28. Prodotto nastriforme come da rivendicazione 26 o 27, in cui le protuberanze goffrate sono distribuite con una densità compresa fra 0,1 e 20 protuberanze/cm<2>e preferibilmente fra 0,2 e 10 protuberanze/cm<2>.
  29. 29. Prodotto nastriforme come da rivendicazione 26, 27 o 28, in cui le sporgenze goffrate su ciascuna superficie di testa di dette protuberanze goffrate hanno una densità media compresa fra 30 e 200 sporgenze/cm<2>, preferibilmente fra 40 e 180 sporgenze/cm<2>ed ancora più preferibilmente fra 50 e 150 sporgenze/cm<2>.
  30. 30. Prodotto come da una o più delle rivendicazioni 26 a 29, in cui le sporgenze goffrate sono distribuite sulle rispettive superfici di testa con una densità variabile.
  31. 31. Prodotto come da una o più delle rivendicazioni 26 a 30, in cui detto collante à ̈ colorato.
  32. 32. Prodotto come da rivendicazione 30 o 31, in cui dette sporgenze goffrate sono distribuite sulla rispettiva superficie di testa delle protuberanze goffrate con una distanza reciproca variabile per generare una sfumatura di colore.
  33. 33. Prodotto come da una o più delle rivendicazioni 26 a 32, in cui in almeno una porzione del primo velo le protuberanze goffrate hanno una densità ed una dimensione tale che l’area complessiva delle superfici di testa delle protuberanze goffrate à ̈ compresa tra il 15% e l’80%, preferibilmente tra il 15% ed il 50% ancora più preferibilmente tra il 18% ed il 45%, ed in particolare tra il 20% ed il 40% dell’area totale di detta porzione del primo velo.
  34. 34. Prodotto come da una o più delle rivendicazioni 26 a 33, in cui la somma delle aree delle superfici frontali delle sporgenze goffrate poste su una protuberanza goffrata à ̈ pari o inferiore al 50% dell’area totale della superficie di testa della rispettiva protuberanza goffrata e preferibilmente pari o superiore al 3% di detta area totale della superficie di testa della rispettiva protuberanza goffrata.
  35. 35. Prodotto come da rivendicazione 34, in cui la somma delle aree delle superfici frontali delle sporgenze goffrate in detta porzione di superficie del primo velo à ̈ pari o inferiore al 35%, preferibilmente pari o inferiore al 30%, più preferibilmente pari o inferiore al 25%, ed ancora più preferibilmente compresa fra il 2% ed il 14% dell’area totale di detta porzione di superficie del primo velo.
  36. 36. Prodotto come da una o più delle rivendicazioni 26 a 35, in cui la somma delle aree delle superfici frontali delle sporgenze goffrate poste su una protuberanza goffrata à ̈ pari o inferiore al 50%, e preferibilmente compresa tra il 5% ed il 50%, più preferibilmente fra il 3% ed il 30% ed ancora più preferibilmente fra il 5% ed il 20% dell’area totale della superficie di testa della rispettiva protuberanza goffrata.
  37. 37. Prodotto come da una o più delle rivendicazioni 26 a 36, in cui le protuberanze goffrate occupano dal 15% al 50%, preferibilmente dal 18% al 45%, ancora più preferibilmente dal 20% al 40%, della superficie del prodotto ed in cui la superficie incollata à ̈ compresa dal 2% al 30%, preferibilmente dal 2% al 14%, più preferibilmente dal 3% al 12%, ancora più preferibilmente dal 4% al 10%, della detta superficie del prodotto.
  38. 38. Prodotto come da una o più delle rivendicazioni 26 a 37, in cui alcune almeno delle protuberanze goffrate presentano un bordo perimetrale sporgente verso il secondo velo e di altezza sostanzialmente uguale all’altezza delle sporgenze goffrate, su detto bordo perimetrale essendo applicato un collante.
  39. 39. Prodotto come da una o più delle rivendicazioni 26 a 38, in cui almeno alcune delle protuberanze goffrate circondano una porzione di detto primo velo formante una bolla o cuscino sporgente verso l’esterno del prodotto nastriforme, da parte opposta rispetto al secondo velo.
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