ITFI20060245A1

ITFI20060245A1 - Un materiale in carta con elevate caratteristiche detergenti e metodo per la sua produzione

Info

Publication number: ITFI20060245A1
Application number: IT000245A
Authority: IT
Inventors: Emi Stefani
Original assignee: Delicarta Spa
Priority date: 2006-10-11
Filing date: 2006-10-11
Publication date: 2008-04-12
Also published as: SI2228208T1; CY1114758T1; ATE475532T2; EP1911574B2; ES2443142T3; SI1911574T2; DK2228208T3; EP2228208A1; PL2228208T3; CY1110849T1; DK1911574T4; EP1911574B1; DE602007008025D1; ES2348382T5; PL1911574T5; ES2348382T3; PL1911574T3; PT1911574E; EP1911574A1; SI1911574T1

Description

Un materiale in carta con elevate caratteristiche detergenti e metodo per la sua produzione

Descrizione

Campo tecnico

l'invenzione riguarda perfezionamenti ai materiali nastriformi, in specie a base di carta tissue, goffrati del tipo plurivelo, cioè comprendenti almeno due veli tra loro uniti, tipicamente e preferibilmente per incollaggio. l'invenzione riguarda anche perfezionamenti ai metodi di lavorazione per goffratura dei materiali in carta tissue o simili, per ottenére nuove e migliorate caratteristiche funzionali.

l'invenzione riguarda anche un metodo per la produzione di un materiale di questo tipo.

Stato della tecnica

La goffratura è una delle operazioni che vengono normalmente eseguite sui veli o fogli di carta tissue, per la produzione di articoli cartacei per la pulizia e l'igiene personale e della casa, ed anche per impiego professionale e industriale, come ad esempio carta igienica, carta asciugatutto, tovaglioli e fazzoletti di carta e simuli.

La goffratura è un'operazione che viene eseguita al duplice scopo di migliorare le caratteristiche estetiche e di incrementare le caratteristiche funzionali, come in particolare la morbidezza, la levigatezza, la capacità di assorbimento o lo spessore del materiale finito.

Normalmente un materiale in carta tissue, come carta asciugatutto e carta igienica, è prodotto da due o più veli di carta che vengono goffrati separatamente e successivamente uniti tra loro tramite applicazione di collante e laminazione dei veli fra rulli contro-ruotanti definenti una gola di laminazione.

La goffratura viene ad esempio eseguita facendo passare ciascun velo tra un rullo goffratone, corredato di protuberanze, ed un rullo di pressione con una superficie esterna rivestita in materiale cedevole, come gomma o simile. In alcune macchine la goffratura viene eseguita tra due rulli dì acciaio od altro materiale duro, l'uno corredato di protuberanze e l'altro di corrispondenti incavi. Le protuberanze del rullo goffratore generano corrispondenti protuberanze o sporgenze nel velo cartaceo. Le protuberanze formate nei due veli più esterni sono orientate verso l'interno del prodotto finito.

Secondo una possibile tecnica (detta "punta-punta"), i due veli del materiale nastriforme cartaceo vengono uniti portando alcune almeno delle protuberanze di un velo a corrispondere con le protuberanze dell'altro velo, avendo preventivamente applicato un collante sulle protuberanze di uno dei due veli, o su parte almeno di esse. In pratica, nelle macchine di goffratura punta-punta due rulli goffratori che goffrano separatamente due veli di carta per mezzo di rispettivi rulli di pressione, formano tra loro una gola di laminazione, attraverso la quale passano i due veli goffrati, prima di essere staccati dai rulli stessi. Nella gola di laminazione le protuberanze di un rullo coincidono con le protuberanze dell'altro e la distanza reciproca tra i rulli è tale da provocare una compressione localizzata dei veli in corrispondenza di tali protuberanze.

Un goffratore punta-punta per ottenere un prodotto di questo tipo è descritto in US-A-3,414,459. Ulteriori gruppi goffratori punta-punta sono descritti in US-A-5,173,351; US-A-6,032,712; US-A-6,245,414; US-A-6,053,232 e US-A-3,961,119.

Secondo una diversa tecnica, detta "annidata", i due veli vengono goffrati separatamente, ciascuno tra un rullo goffratore ed un contro-rullo o rullo di pressione, e poi accoppiati in modo tale che le protuberanze di un velo si inseriscano tra le protuberanze dell'altro. La laminazione dei due veli per ottenerne l'incollaggio reciproco viene effettuata tra uno dei rulli goffratori ed un rullo laminatore, mentre i due rulli goffratori normalmente non si toccano. Esempi di dispositivi goffratoxilaminatori di questo tipo sono descritti in US-A-3,556,907; US-A-3,867,225; US-A-5,339,730.

In US-A-5,686,168 è descritto un metodo di goffratura annidata, in cui i veli vengono uniti per laminazione fra due rulli goffratoti contrapposti.

In U5-A-6,578,617 ed in US-A-6,470,945 sono descritti gruppi goffratori che possono eseguire una goffratura secondo entrambe le tecniche, cioè annidata o puntapunta. Per passare da una goffratura di tipo punta-punta ad una goffratura di tipo annidato è possibile modificare la posizione angolare reciproca e/o la posizione assiale reciproca dei due rulli goffratori.

OS-A-6,261,666 descrive Un analogo dispositivo per eseguire una goffratura alternativamente punta-punta o annidata. Un altro dispositivo simile è descritto in US-A-6,109,326.

Inizialmente la goffratura veniva realizzata secondo disegni geometrici molto semplici, con distribuzioni uniformi di protuberanze di forma tronco-conica o troncopiramidale. Tali goffrature avevano prevalentemente una funzione tecnica, e servivano a realizzare un prodotto di adeguato spessore e con una sufficiente morbidezza nonché capacità di assorbimento.

Attualmente, la goffratura deve assolvere sempre più ad una duplica funzione, sia tecnico-funzionale sia estetica. Sono stati pertanto sviluppati disegni di goffratura e dispositivi goffratami che consentono di ottenere un prodotto estaticamente gradevole ed al tempo stesso adatto a soddisfare i requisiti estetici e le esigenze commerciali sempre più elevati richiesti a questi manufatti. Esempi di goffrature complesse aventi funzione tecnica ed estetica sono descritti in DS-A-6, 136,413; US-A-5,846,636; US-A-6,106,928.

Ona nuova tecnica di goffratura che consente di ottenere decori di particolare pregio e facilmente intercambiabili è descritta in US-A-6,755,928 ed in US-A-6,681,826.

La funzione tecnica della goffratura dei prodotti in carta tissue è stata sempre orientata ad incrementare le caratteristiche di assorbimento dei liquidi e lo spessore apparente del prodotto. La goffratura, infatti, veniva e tutt'oggi viene utilizzata prevalentemente nel settore della carta da cucina, più che non nella carta ad uso igienico.

Scopi e sommario dall'invenzione

Uno scopo dell'invenzione è la realizzazione di un disegno di goffratura che conferisca alla carta tissue una diversa funzione rispetto ai prodotti tradizionali.

Sostanzialmente, secondo un primo aspetto l'invenzione riguarda un metodo per incrementare la capacità detergente di un foglio di carta tissue plurivelo comprendente una prima superficie ed una seconda superficie, in cui almeno una di dette prima e seconda superficie viene goffrata per ottenere porzioni superficiali definenti protuberanze sporgenti all'esterno del foglio, delimitate almeno parzialmente da cavità sostanzialmente lineari estendentisi all'interno del foglio, dette cavità definendo volumi di raccolta di un materiale asportato tramite passaggio di detto foglio su una superficie da detergere e dette protuberanze sporgenti verso l'esterno definendo aree di contatto superficiale con detta superficie da detergere.

Preferibilmente un collante viene applicato in corrispondenza di alcune o di tutte le linee definenti il fondo delle cavità sostanzialmente lineari. In questo modo le zone di velo goffrato formanti le protuberanze sporgenti verso l'esterno risultano più resistenti allo schiacciamento, in quanto la porzione di materiale in velo sporgente verso l'esterno del materiale nastriforme è circondata almeno in parte da linee di collante, che ancorano il materiale del velo al velo sottostante, ostacolando il collassamento del materiale in velo intermedio. Questa maggiore resistenza allo schiacciamento è utile sia per conservare la forma del prodotto avvolto in rotolo, sia per mantenere la tridimensionalità del motivo di goffratura durante l'uso, quando il prodotto viene ad esempio passato su una superficie da pulire esercitando una certa pressione.

Secondo uh diverso aspetto, l'invenzione riguarda un materiale in foglio di carta tissue con una prima superficie ed una seconda superficie, comprendente almeno due veli di carta tissue tra loro uniti per incollaggio, in cui su almeno detta prima superficie di detto materiale in foglio è realizzata una conformazione superficiale (pattern) tridimensionale detergente, per detergere superflui su cui detto materiale in foglio viene passato con detta conformazione superficiale tridimensionale in contatto con la superficie da detergere, ed in cui detta conformazione superficiale tridimensionale comprende porzioni superficiali definenti protuberanze sporgenti verso l'esterno di detto materiale in foglio, almeno parzialmente delimitate da cavità a sviluppo sostanzialmente lineare,est endentisi verso l'interno di detto materiale in foglio, dette cavità definendo volumi di raccolta di materiale asportato tramite passaggio di detto foglio su detta superficie da detergere e dette protuberanze sporgenti verso l' esterno definendo aree di contatto superficiale con detta superficie da detergere.

Ulteriori vantaggiose caratteristiche e forme di realizzazione del metodo e del materiale secondo l'invenzione sono oggetto delle rivendicazioni secondarie che formano parte integrante della presente descrizione e verranno meglio descritte nel seguito con riferimento ad alcuni esempi di realizzazione non limitativi dell'invenzione.

Breve descrizione dei disegni

L'invenzione verrà meglio compresa seguendo la descrizione a l'unito disegno, il quale mostra alcune pratiche forme di realizzazione non limitative dell'invenzione. Più in particolare, nel disegno mostrano: la

Fìg. 1 uno schema di un primo gruppo goffratorelaminatore per l'attuazione della presente invenzione; la Fig. 2 uno schema di un secondo gruppo goffratorelaminatore per l'attuazione della presente invenzione; le Figg.2A, 2B dettagli ingranditi della Fig.2; le Figg.3 a 5 sezioni e viste assonometriche parziali di una porzione di un materiale nastriforme secondo l'invenizione; le

Figg.6 e 7 viste in pianta schematiche di possibili forme di realizzazione del disegno di goffratura secondo l'ivnezione; la

Fig.8 una sezione schematica di un materiale nastriforme secondo una ulteriore forma di realizzazione dell'invenzione; la

Fig.9 una vista in pianta di un frammento di una ulteriore forma di realizzazione dell'invenzione; la

Fig.10 una sezione locale schematica secondo X-X di Fig.9; e le

Fiqg.ll a 13 viste in pianta schematiche di ulteriori disegni di goffratura.

Descrizione dettagliata di forme di attuazione dell'invenzione

In Fig.1 è mostrato uno schema di un gruppo goffratone, detto anche goffratore-laminatore, complessivamente indicato con 2. Il gruppo comprende un primo rullo goffratore 1 ed un secondo rullo goffratore 3, ruotanti attorno a rispettivi assi di rotazione 1A e 3A. Con f1 ed f3 sono indicati i versi di rotazione. Tra i due rulli goffratori è definita una gola G, attraverso la quale passano due veli di carta tissue V1 e V3, separatamente goffrati dai rulli 1 e 3 rispettivamente. La goffratura avviene facendo passare ciascuno dei veli tra il rispettivo rullo goffratore 1 ovvero 3 ed un corrispondente rullo di pressione 5 ovvero 7, di cui con 5A e 7A sono indicati gli assi di rotazione. I rulli 5 e 7 sono rivestiti con uno strato di materiale cedevole, ad esempio gomma o simili, in cui penetrano protuberanze di cui sono corredati i rulli goffratori 1 e 3, le quali sono qui schematicamente e complessivamente indicate con IP e 3P in Fig.1. Possibili configurazioni di queste protuberanze verranno descritte in dettaglio nel seguito.

Secondo una possibile forma di realizzazione, in modo di per sé noto i due rulli 1 e 3 possono essere fasati per portare le protuberanze IP e 3P in assetto puntapunta oppure in assetto annidato. Nella prima condizione, nella gola di laminazione G alcune almeno delle protuberanze del rullo 1 si trovano in corrispondenza di protuberanze del rullo 3 e la distanza tra i rulli 1 e 3 è tale per cui tra le protuberanze si esercita una pressione sufficiente a provocare la laminazione e l'incollaggio dei veli V1 e V3, Nella seconda condizione, le protuberanze IP si trovano intercalate tra le protuberanze 3P. In questo caso l'adesione reciproca tra i due veli V1 e V3 è ottenuta per laminazione tra il rullo goffratore 1 ed un rullo laminatore 13. Con Nn ed Npp sono indicati i due percorsi alternativi del materiale nastriforme N formato dai due veli V1 e V3, percorsi che sono diversi a seconda che il materiale sia lavorato con la tecnica punta-punta (percorso Npp) oppure con la tecnica annidata (percorso Nn). Non si esclude che il gruppo goffratorelaminatore 2 sia idoneo solo alla produzione secondo la tecnica punta-punta, oppure solo secondo la tecnica annidata. Nel primo caso può essere omesso il rullo laminatore 13, mentre in entrambi i casi può essere omessa la caratteristica di poter fasare in modo variabile ì rulli 1, 3, Quando, viceversa, il gruppo è bivalente e può operare sia punta-punta che annidato, i rulli sono posizionabili reciprocamente con un fasamento angolare e/o assiale. Gli organi meccanici ed in particolare i supporti per i rulli 1 e 3 che consentono questa registrazione sono di per sé noti e non verranno qui descritti in dettaglio.

Con 17 è indicato schematicamente un gruppo erogatore di collante, che applica un collante sulle superfici radialmente più sporgenti del velo V1 goffrato dal rullo 1, quando tale velo si trova ancora impegnato alla superficie di detto rullo 1.

In Fig.2 è mostrata schematicamente la conformazione di una diversa possibile macchina o gruppo goffratore, del tipo descritto:ad esempio in WO-A-99/44414. Con V1 e V3 sono ancora indicati due veli di carta tissue alimentati verso un gruppo goffratone o goffratore-laminatore 100 comprendente un rullo goffratore 101 corredato di protuberanze 101P e cooperante con un rullo di laminazione o di accoppiamento 103 che può eventualmente essere rivestito con un materiale più morbido, cioè più cedevole, rispetto a quello di cui è costituita la superficie del rullo goffratore 105, Con il rullo goffratore 105 coopera un erogatore di collante 107 che applica il collante sulle protuberanze generate per goffratura dalle sporgenze 101P nel velo V1 tramite pressione fra il rullo goffratore 101 e un rullo di pressione 109 rivestito in gomma od altro materiale cedevole.

Secondo una possibile forma di attuazione, prima di essere rinviato attorno al rullo di pressione 109 il velo V1 viene fatto passare entro un gruppo goffratore ausiliario 111 con un rullo goffratone 113 cooperante con un rullo di pressione 115. La superficie del rullo goffratore 113 è corredata di protuberanze di micro-goffratura 113P.

Secondo una vantaggiosa forma di esecuzione, il velo V3 viene alimentato attraverso un secondo gruppo di goffratura ausiliario 114, comprendente un rullo goffratore 117, la cui superficie è corredata di sporgenze o protuberanze 117P, cooperante con un rullo di pressione 119 analogo al rullo di pressione 115.

Il gruppo goffratore ausiliario 111 può essere omesso così come anche il gruppo goffratore ausiliario 114 secondo il tipo di disegno e di lavorazione che si desidera realizzare sul materiale cartaceo formato dai due veli V1, V3.

Il collante applicato dal gruppo erogatore 107 sulle sporgenze della carta deformata tra il rullo di pressione 109 ed il rullo goffratore 101 serve ad incollare reciprocamente i due veli i quali a tale scopo vengono laminati nella gola formata dal rullo goffratore 101 e dal rullo di accoppiamento 103 per formare materiale nastriforme N plurivelo in uscita dal gruppo goffratore 100.

Le figg.3 a 8 mostrano schematicamente, in varie viste e sezioni, porzióni di un materiale nastriforme plurivelo realizzato con l'uno o l'altro dei gruppi goffratori delle Figg.1 e 2, od altri gruppi goffratomi equivalenti, sfruttando i concetti alla base dell'invenzione.

In Fig.3 è rappresentata una sezione locale e parziale vista prospettica di una porzione di un materiale nastriforme plurivelo N costituito da due veli V1 e V3 goffrati e laminati in assetto punta-punta con un collante C dì unione dei due veli in corrispondenza di cavità generate sui veli stessi dalle protuberanze 1P e 3P dei rulli goffratore 1, 3 del dispositivo di Fig.1 od altro dispositivo equivalente.

Come si osserva in Fig.3 le cavità, indicate con 201 per il velo V1 e con 203 per il velo V3, hanno uno sviluppo sostanzialmente lineare e fra di esse sono definite porzioni 205, 207 rigonfie del materiale nastriforme formate dai veli V1, V3 che sporgono verso l'esterno del materiale nastriforme definendo sporgenze a sviluppo allungato delimitate da cavità 201, 203 adiacenti. In Fig.6 è mostrata schematicamente in una vista dall'alto una porrione del materiale nastriforme N, ad esempio osservata dal lato del velo V1, goffrata come sopra descritto. In questo esempio le sporgenze 205 e le cavità 201 hanno un andamento lineare leggermente ondulato e le porzioni 205 presentano una larghezza molto maggiore rispetto alla larghezza delle cavità 201.

Passando un materiale nastriforme così conformato su una superficie da pulire, ad esempio quando il materiale nastriforme N costituisce un foglio di carta asciugatutto, si ottiene sulla superficie un effetto detergente molto efficace, grazie al fatto che le porzioni 205 del materiale sporgono verso l'esterno formando superfici di contatto e pulizìa, mentre le cavità 201 definiscono zone di raccolta delle sostanze o dei prodotti che si trovano sulla superficie da pulire e che devono essere rimossi. La conformazione convessa sfondata delle porzioni 205 sporgenti verso l'esterno del velo V1 e delle porzioni 203 sporgenti verso l'esterno del velo V3 rendono il prodotto morbido e gradevole al tatto, in questa forma di attuazione l'effetto detergente è attribuito in uguale misura ad entrambe le facce del materiale nastriforme.

Secondo una vantaggiosa forma di realizzazione dell'invenzione, su entrambe le facce le porzioni 205, 207 sporgono rispetto al piano di base del velo originario, cioè rispetto alla superficie su cui giace il velo prima della deformazione per goffratura. Rispetto a tale piano, infatti, le cavità 201, 203 sporgono verso l'interno del manufatto nastriforme e le protuberanze 205, 207 sporgono verso l'esterno formando rigonfiamenti o goffrature ad effetto positivo. Con goffratura ad effetto positivo si intende un effetto di deformazione per goffratura in cui il velo cellulosico è stato deformato per sporgere dalla superficie del velo originario rispetto alla sua forma precedente alla goffratura.

Per garantire che le porzioni 205, 207 bombate verso l'esterno non si schiaccino, soprattutto quando il prodotto nastriforme è avvolto in rotoli, secondo una vantaggiosa forma di realizzazione ciascun velo V1, V3 è in realtà costituito da una pluralità di strati cellulosici, per dare adeguata consistenza e resistenza meccanica al prodotto finito.

Secondo una diversa forma di realizzazione, viceversa, la resistenza allo schiacciamento può essere ottenuta realizzando il manufatto nastriforme N con una tecnologia di goffratura del tipo annidato, come schematicamente indicato in Fig.4. In questo caso il materiale nastriforme N è ancora formato da veli V1 e V3, dove il velo V1 è goffrato per ottenere cavità ancora indicate con 201 a sviluppo lineare, tra le quali sono definite zone 205 a profilo convesso sporgenti verso l'esterno, cioè zone di goffratura positiva .

Viceversa, il velo V3 è goffrato in modo da formare su di esso sporgenze 209 orientate verso l'interno del materiale nastriforme N e inserite nel volume vuoto definito dalle porzioni 205 del velo V1. Le protuberanze 209 formano quindi appoggi per le zone bombate 205 del velo V1 impedendone o comunque riducendone lo schiacciamento. Nell'esempio illustrato in fig .4 le protuberanze 209 rivolte verso l'interno del materiale nastriforme sono di forma circa troncoconica, ma si deve comprendere che anche queste possono avere una conformazione a sviluppo lineare come le cavità 201 realizzate sul velo V1. L'incollaggio fra i due veli V1 e V3 avviene tramite un collante 5 applicato sulla superficie del velo VI rivolta verso il velo V3 in corrispondenza delle cavità 201.

La conformazione della superficie del velo V1 può essere sostanzialmente la stessa di quella illustrata in Fig.6, con cavità 201 a sviluppo lineare ondulato e corrispondenti sporgenze convesse 205 di larghezza preferibilmente maggiore della larghezza delle cavità 201. Il manufatto M configurato come in Fig.4 presenterà una superficie di utilizzo preferenziale definita dal velo V1, la cui capacità detergente, cioè la capacità di rimuovere lo sporco dalle superfici da pulire, è sostanzialmente equivalente a quella del materiale nastriforme N di Fig.3. Viceversa, la superficie inferiore del materiale, definita dal velo V3 ha. una capacità detergente inferiore, sostanzialmente equivalente a quella dei prodotti tradizionali .

In Fig.5 è mostrata una sezione locale e parziale vista prospettica di un materiale nastriforme N ottenuto ad esempio con un dispositivo goffratone laminatore del tipo illustrato nelle fig .2, 2A e 2B. In questo caso il velo V1 è ancora goffrato come descritto con riferimento alle Fìg .3 e 4 con la formazione di sporgenze convesse 205 a sviluppo sostanzialmente lineare delimitate da cavità 201. In corrispondenza delle cavità 201 è applicato il collante C con cui il velo V1 viene ancorato al sottostante velo V3. Quest'ultimo presenta una microgoffratura ottenuta con il gruppo goffiatore 114. Nell'esempio illustrato in Fig.5 il velo V1 è privo di microgoffratura, per cui il gruppo goffratore ausiliario 111 è rimasta sostanzialmente inattivo oppure è assente. Non si esclude la possibilità che anche il velo V1 presenti una micro-goffratura a cui si sovrappone la goffratura formante le sporgenze 205 e le cavità 201.

La conformazione superficiale del velo V1 può essere analoga a quella mostrata in Fig.6.

In Fig.7 è mostrata una vista dall'alto di un diverso disegno di goffratura del velo V1 e/o del velo V3. Numeri uguali indicano parti uguali od equivalenti a quelle illustrate in Fig.6. Il disegno si caratterizza per una ondulazione più marcata delle protuberanze e delle cavità sulla superficie del velo.

La Fig.S mostra una sezione locale di un materiale nastriforme goffrato secondo l'invenzione ottenuto ad esempio con un gruppo goffratone laminatore come in Fig.1. Numeri uguali indicano parti uguali od equivalenti a quelle della Fig.1. In questo caso all'interno del volume vuoto realizzato sotto le sporgenze 205 si trovano piu protuberanze o sporgenze 209 affiancate generate sul velo V3.

La Fig.9 mostra in una vista dall'alto un frammento di un materiale nastriforme goffrato secondo l'invenzione, con una diversa struttura superficiali. In questo caso sulla superficie del velo V1 sono realizzate cavità, ancora indicate con 201, disposte per circondare alme no parzialmente zone in rilievo, cioè bombate verso l'esterno, indicate con 205. Tali zone 205 formano sporgènze goffrate secondo una goffratura positiva come sopra definita .

In Fig.9 è mostrato un frammento del materiale nastriforme con una di tali porzioni sporgenti 205, circondata da cavità 201 suddivise in quattro porzioni contigue. Si deve comprendere che sulla superficie del materiale nastriforme vi potrà essere una pluralità di cavità 201 definenti altrettante sporgenze 205 disposte secondo un appropriato disegno. Le cavità possono presentare una conformazione diversa, ad esempio possono circondare integralmente le porzioni sporgenti 205, e/o possono avere una forma geometrica diversa rispetto a quella mostrata.

In Fig.10 è mostrata una sezione locale di una porzione del materiale nastriforme mostrato in Fig.9, in cui si osserva come al di sotto della sporgenza bombata 205 si dispongono protuberanze, ancora indicate con 209, realizzate nel velo V3 e disposte in assetto annidato entro il volume vuoto interno al materiale nastriforme sottostante alle sporgenze bombate 205. Si deve comprendere che anche in questo caso il velo inferiore V3 può essere goffrato con una micro-goffratura come in Fig.5, oppure con un disegno analogo a quello del velo VI in un assetto goffrato punta-punta come in Fig.3 od in qualunque altro modo idoneo.

Nel disegno di goffratura di Fig.9, quindi, le sporgenze 205 sono costituite da zone quasi chiuse e circondate da cavità 201, le quali non assumono più uno sviluppo di lunghezza sostanzialmente indefinita come nelle Figg.6 e 7. In ogni caso le porzioni sporgenti bombate 205 definiscono ancora superfici di contatto e pulizia mentre le cavità 201 definiscono volumi di raccolta dello sporco e dei detriti rimossi dalla superficie che viene pulito con il materiale nastriforme N.

Le Figg. 11 a 13 mostrano schematicamente ulteriori possibili disegni di goffratura secondo l'invenzione. Le linee rappresentate nei disegni indicano motivi o pattern di goffratura a sviluppo lineare, secondo linee chiuse. In particolare, in Fig.11 sono rappresentati disegni di goffratura caratterizzati da linee goffrate a doppio lobo, delimitanti una superficie interna che forma una sporgenza bombata verso l'esterno del materiale nastriforme. In Fig.12 è mostrato un disegno di goffratura caratterizzato da gruppi di linee di goffratura chiuse a forma di V ad ampia apertura, disposte a realizzare una sorta di fiori. La Erg.13 mostra linee di goffratura chiuse sìmili alle linee di Fig.12, ma disposte secondo allienamenti paralleli ed intercalati.

In ogni caso, il velo goffrato con le linee di goffratura definenti le zone sporgenti verso l'esterno del materiale nastriforme può presentare, intercalate a tali linee di goffratura formanti le cavità, anche goffrature di tipo tradizionale, cosi da "annegare" le zone goffrate con goffratura positiva in aree goffrate secondo un motivo di goffratura tradizionale,

E' inteso che il disegno non mostra che una esemplificazione data solo quale disposizione pratica dell'invenzione, la quale può variare nelle forme e disposizione senza peraltro uscire dall'ambito del concetto alla base dell'invenzione.

Claims

Rivendicazioni 1. Metodo per incrementare la capacità detergente di un foglio di carta tissue plurivelo comprendente una prima superfìcie ed una seconda superficie, in cui almeno una di dette prima e seconda superficie viene goffrata per ottenere porzioni superficiali definenti protuberanze sporgenti all'esterno del foglio, delimitate almeno parzialmente da cavità sostanzialmente lineari estendentisi all'interno del foglio, dette cavità definendo volumi di raccolta di un materiale asportato tramite passaggio di detto foglio su una superficie da detergere e dette protuberanze sporgenti verso l'esterno definendo aree di contatto superficiale con detta superficie da detergere.
2. Metodo come da rivendicazione 1, in cui in corrispondenza di alcune alméno di dette cavità viene applicato un collante per unire reciprocamente i veli formanti detto foglio.
3. Metodo come da rivendicazione 1 o 2, in, cui dette cavità definiscono linee che circondano almeno parzialmente dette protuberanze sporgenti verso l'esterno del foglio.
4. Metodo come da una o più delle rivendicazioni precedenti, in cui una pluralità dì sporgenze di lunghezza indefinita si sviluppano parallelamente le une alle altre, separate reciprocamente da dette cavità sostan zialmente lineari .
5. Un materiale in foglio di carta tissue con una prima superficie ed una seconda superficie, comprendente almeno due veli di carta tissue tra loro uniti per incollaggio, in cui su almeno detta prima superficie di detto materiale in foglio è realizzata una conformazione superficiale (pattern) tridimensionale detergente, per detergere superfici su cui detto materiale in foglio viene passato con detta conformazione superficiale tridimensionale in contatto con la superficie da detergere, ed in cui detta conformazione superficiale tridimensionale comprende porzioni superficiali definenti protuberanze sporgenti verso l'esterno di detto materiale in foglio, almeno parzialmente delimitate da cavità a sviluppo sostanzialmente lineare, estendentisi verso l'interno di detto materiale in foglio, dette cavità definendo volumi di raccolta di materiale asportato tramite passaggio di detto foglio su detta superficie da detergere e dette protuberanze sporgenti verso l'esterno definendo aree di contatto superficiale con detta superficie da detergere.
6. Materiale come da rivendicazione 5, in cui in corrispondenza di dette cavità sostanzialmente lineari è applicato un collante che unisce reciprocamente i veli formanti detto foglio.
7. Materiale come da rivendicazione 5 o 6, in cui dette cavità lineari si sviluppano secondo linee che circondano almeno parzialmente dette protuberanze sporgenti verso l'esterno del foglio.
8. Materiale come da una o più delle rivendicazioni 5 a 7, comprendente una pluralità di sporgenze sviluppantisi parallelamente le une alle altre, separate reciprocamente da dette cavità sostanzialmente lineari.
9. Materiale come da rivendicazione 8, in cui dette sporgenze e dette cavità hanno una lunghezza indefinita
10. Materiale come da rivendicazione 8 o 9, in cui dette cavità sostanzialmente lineari e dette protuberanze hanno un andamento ondulato.
11. Materiale come da una o più delle rivendicazioni 5 a 10, in cui sulla seconda superficie di detto materiale sono realizzate cavità estendentisi verso l interno del materiale in foglio.
12. Materiale come da rivendicazione 11, in cui almeno alcune delle cavità su detta seconda superficie sono disposte in corrispondenza delle protuberanze sporgenti dalla prima superficie e formano supporto per dette sporgenze.
13. Materiale come da una o più delle rivendicazioni 5 a 10, in cui sulla seconda superficie di detto materiale è realizzata una microgoffratura.