ITFI20070163A1 - "materiale cartaceo goffrato, metodo e dispositivo per la sua produzione" - Google Patents

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ITFI20070163A1
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Mauro Gelli
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Description

“MATERIALE CARTACEO GOFFRATO, METODO E DISPOSITIVO PER LA SUA PRODUZIONE”
DESCRIZIONE
Campo Tecnico
La presente invenzione riguarda un materiale nastriforme goffrato, in particolare un materiale cartaceo ed in modo specifico un materiale in carta tissue plurivelo.
L’invenzione riguarda anche perfezionamenti ai metodi ed ai dispositivi per la lavorazione di materiali nastriformi cartacei, in particolare carta tissue.
Stato della Tecnica
La goffratura è una delle operazioni che vengono tipicamente eseguite sui veli o fogli di carta tissue, per la produzione di articoli cartacei per la pulizia e l’igiene personale, od anche per impiego commerciale od industriale, come ad esempio carta igienica, carta asciugatutto, tovaglioli e fazzoletti di carta e simili.
La goffratura è un’operazione che viene eseguita al duplice scopo di migliorare le caratteristiche estetiche e di incrementare le funzionali, come in particolare la morbidezza, la levigatezza, la capacità di assorbimento o lo spessore del materiale finito.
Normalmente un materiale in carta tissue, come carta asciugatutto e carta igienica, è prodotto da due o più veli di carta che vengono goffrati separatamente e successivamente uniti tra loro tramite applicazione di collante e laminazione dei veli fra rulli contro-ruotanti e definenti una gola di laminazione.
La goffratura viene tipicamente eseguita facendo passare ciascun velo tra un rullo goffratore, corredato di protuberanze, ed un rullo di pressione con una superficie esterna rivestita in materiale cedevole, tipicamente gomma. Si parla in questo caso di goffratura acciaio-gomma, essendo il rullo goffratore tipicamente realizzato in acciaio. In alcuni casi la goffratura viene eseguita tra due rulli di acciaio od altro materiale duro, l’uno corredato di protuberanze e l’altro di corrispondenti incavi. Le protuberanze del rullo goffratore generano corrispondenti protuberanze o sporgenze nel velo cartaceo. Le protuberanze formate nei due veli più esterni sono orientate verso l’interno del prodotto finito.
Secondo una possibile tecnica (detta “punta-punta”), i due veli del materiale nastriforme cartaceo vengono uniti portando le protuberanze di un velo a corrispondere con le protuberanze dell’altro velo, avendo preventivamente applicato un collante sulle protuberanze di uno dei due veli, o su parte almeno di esse. In pratica, due rulli goffratori che goffrano separatamente due veli di carta per mezzo di rispettivi rulli di pressione, formano tra loro una gola di laminazione, attraverso la quale passano i due veli goffrati, prima di essere staccati dai rulli stessi. Nella gola di laminazione le protuberanze di un rullo coincidono con le protuberanze dell’altro e la distanza reciproca tra i rulli è tale da provocare una compressione localizzata dei veli in corrispondenza di tali protuberanze.
Un goffratore punta-punta per ottenere un prodotto di questo tipo è descritto in US-A-3, 414,459. La tecnica di goffratura punta-punta è stata via via perfezionata e migliorata, allo scopo di risolvere particolari problemi che nascono con questo metodo di lavorazione. In US-A-5,096,527 è ad esempio descritta una tecnica per ridurre le vibrazioni e l’usura nei gruppi goffratori punta-punta. In US-A-6,113,723 è descritta una distribuzione di protuberanze avente lo scopo di aumentare la resistenza dell'incollaggio tramite una particolare disposizione delle protuberanze. In US-A-5,736,223 è descritto un metodo per la produzione di un manufatto cartaceo in foglio comprendente tre strati o veli di carta tissue.
In US-A-5, 173,351 ; US-A-6,032,712; US-A-6,245,414; US-A-6,053,232 sono descritti gruppi goffratori-laminatori che con particolari accorgimenti evitano un’usura concentrata delle protuberanze anche quando queste non coincidono completamente, bensì danno luogo ad una corrispondenza a zone, tra alcune delle protuberanze di un rullo con alcune delle protuberanze dell’altro. In US-A-3, 961,119 è descritto un gruppo goffratore punta-punta, in cui due rulli goffratori tra loro cooperanti sono corredati di risalti elicoidali. I risalti di un rullo goffratore presentano sporgenze che ingranano con cavità realizzate nei risalti elicoidali del rullo goffratore contrapposto.
Secondo una diversa tecnica, i due veli vengono goffrati separatamente, ciascuno tra un rullo goffratore ed un contro-rullo o rullo di pressione. I due veli vengono poi tra loro incollati in modo tale che le protuberanze di un velo si annidano tra le protuberanze dell’altro. Si parla in questo caso di goffratura cosiddetta “annidata”. La laminazione dei due veli viene ottenuta tra uno dei rulli goffratori ed un rullo laminatore, mentre i due rulli goffratori non si toccano. Esempi di dispositivi goffratori-laminatori di questo tipo sono descritti in US-A-3,556,907; US-A-3, 867, 225; US-A-5, 339, 730.
Alcuni gruppi goffratori possono eseguire alternativamente goffrature secondo la tecnica annidata o secondo la tecnica punta-punta.
Inizialmente la goffratura veniva realizzata secondo disegni geometrici molto semplici, con distribuzioni uniformi di protuberanze di forma tronco-conica o tronco-piramidale. Tali goffrature avevano prevalentemente una funzione tecnica, servendo a realizzare un prodotto di adeguato spessore e con una sufficiente morbidezza nonché capacità di assorbimento.
Una nuova tecnica di goffratura che consente di ottenere decori di particolare pregio e facilmente intercambiabili è descritta in US-A-6,755,928 ed in US-A-6,681 ,826
In GB-A-2132141 è descritto un sistema di goffratura in cui un materiale nastriforme plurivelo, costituito da due veli precedentemente accoppiati per incollaggio, viene passato in una gola di goffratura definita fra due rulli goffratori in acciaio o simili. I due rulli goffratori presentano protuberanze e rientranze che ingranano le une nelle altre così da formare sul materiale nastriforme plurivelo, che viene alimentato tra di essi, sporgenze o protuberanze che si sviluppano dall’una e dall’altra delle due facce del materiale nastriforme.
II prodotto che si ottiene non è particolarmente voluminoso ed inoltre risulta rigido, a causa della presenza di elevate quantità di collante. La lavorazione dei rulli o cilindri goffratori è complessa e la necessità di registrarli angolarmente in modo preciso per far ingranare le sporgenze dell’uno nelle cavità dell’altro limita in modo sostanziale il tipo di disegni di goffratura ottenibili con questa tecnica.
Scopi e sommario dell’invenzione
Secondo un aspetto, scopo di una forma di realizzazione dell’invenzione è fornire un materiale cartaceo plurivelo in carta tissue o simili, goffrato, che presenti particolari caratteristiche di morbidezza e spessore.
Secondo una forma di realizzazione dell’invenzione viene previsto un materiale cartaceo plurivelo comprendente almeno un primo velo di carta, preferibilmente carta tissue, goffrato ed accoppiato per incollaggio ad almeno un secondo velo di carta, preferibilmente carta tissue, in cui il primo velo comprende almeno una prima serie di protuberanze di goffratura sporgenti da una superficie di base verso il secondo velo, ed in cui sulle protuberanze della prima serie è applicato un collante per unire detto primo velo e detto secondo velo. Il primo velo presenta una seconda serie di protuberanze di goffratura sporgenti dalla superficie di base verso l'esterno del materiale da parte opposta rispetto alle protuberanze della prima sede.
Preferibilmente anche il secondo velo è goffrato.
In una forma di realizzazione, il secondo velo comprende protuberanze di goffratura sporgenti da una superficie di base verso l'interno del materiale e verso detto primo velo, almeno parzialmente annidate in cavità definite fra protuberanze di goffratura di detta prima serie di protuberanze di goffratura del primo velo.
Ad esempio, il secondo velo può presentare protuberanze di goffratura sporgenti verso il primo velo, inserite in cavità del primo velo costituenti l'interno delle protuberanze di goffratura di detta seconda serie di protuberanze di goffratura del primo velo.
In una forma di realizzazione, il secondo velo comprende protuberanze di goffratura sporgenti da una superficie di base verso l'interno del materiale e aventi due diversi altezze.
Ulteriori caratteristiche e vantaggiose forme di realizzazione del materiale secondo l’invenzione sono indicate nelle rivendicazioni dipendenti ed alcuni esempi di attuazione sono illustrati nel seguito con riferimento agli allegati disegni.
Secondo un diverso aspetto, l’invenzione prevede un metodo per la produzione di un materiale cartaceo pluristrato goffrato, comprendente le fasi di:
goffrare un primo velo tra un primo rullo goffratore ed un primo rullo di pressione, detto primo rullo goffratore essendo provvisto di sporgenze di goffratura estendentisi verso l’esterno da una superficie del rullo goffratore, che penetrano in un rivestimento elasticamente cedevole del primo rullo di pressione, generando una prima serie di protuberanze di goffratura sporgenti da una superficie di base di detto velo;
- applicare un collante sulle protuberanze di detta prima serie di protuberanze;
incollare un secondo velo a detto primo velo.
In una forma di realizzazione del metodo secondo l’invenzione si prevede di generare sul primo velo tramite il primo rullo goffratore e il primo rullo di pressione, una seconda serie di protuberanze di goffratura sporgenti da un lato opposto di detta superficie di base rispetto a detta prima serie di protuberanze. La seconda serie di protuberanze di goffratura è generata dalla penetrazione di detto rivestimento elasticamente cedevole del primo rullo di pressione in cavità estendentisi verso l’interno da detta superficie del primo rullo goffratore.
Ulteriori caratteristiche e possibili forme di realizzazione del metodo secondo l’invenzione sono indicate nelle allegate rivendicazioni.
Secondo ancora un ulteriore aspetto, l’invenzione riguarda un gruppo goffratore comprendente:
- un primo rullo goffratore corredato di una serie di sporgenze di goffratura, sviluppantisi da una superficie di base del rullo goffratore verso l'esterno ed una serie di cavità di goffratura estendentisi dalla superficie di base verso l'interno del rullo goffratore;
un primo rullo di pressione definente con detto primo rullo goffratore una prima gola di goffratura e provvisto di un rivestimento elasticamente cedevole;
un primo percorso per un primo velo di carta, estendentesi attraverso detta prima gola di goffratura;
un secondo percorso per un secondo velo di carta;
- un applicatore di collante, cooperante con detto primo rullo goffratore e disposto a valle di detta prima gola di goffratura;
un sistema di accoppiamento di detto secondo velo a detto primo velo tramite il collante applicato da detto applicatore a protuberanze di goffratura generate su detto primo velo da detta prima serie di sporgenze di goffratura.
Ulteriori forme di realizzazione del gruppo goffratore secondo l’invenzione sono indicate nelle allegate rivendicazioni.
Breve descrizione dei disegni
L’invenzione verrà meglio compresa seguendo la descrizione e l’unito disegno il quale mostra pratiche forme di realizzazione non limitative dell'invenzione. Più in particolare, nel disegno mostrano: la
Fig.1 una vista laterale schematica di un gruppo goffratore a cui può essere applicata la presente invenzione; la
Fig.2 uno sviluppo in piano di una porzione del primo rullo goffratore di un gruppo goffratore secondo l’invenzione; la
Fig.3 una sezione ingrandita e schematica secondo lll-lll di Fig.2; la Fig.4 uno sviluppo in piano di una porzione del secondo rullo goffratore; la
Fig.5 una sezione fortemente ingrandita schematica secondo V-V di Fig.4; la
Fig.6A una sezione trasversale di un manufatto o materiale nastriforme pluristrato ottenuto con un gruppo goffratore come in Fig.1 corredato di rulli goffratori come mostrato nelle Figg.2 a 5; la
Fig.6B una vista in pianta di una porzione del materiale nastriforme plurivelo di Fig.6A; la
Fig.7 una vista in pianta di una porzione sviluppata in piano della superficie cilindrica di un rullo goffratore in una variante di realizzazione dell'invenzione; la
Fig.8 una sezione ingrandita schematica secondo VIII-VIII di Fig.7, in cui sono visibili due porzioni di due rulli goffratori speculari nella zona di laminazione; la
Fig.9 una sezione ingrandita schematica di un manufatto plurivelo ottenuto con i rulli delle Figg.7 e 8 in un gruppo goffratore come in Fig.1 ; la Fig.10 una sezione di un prodotto o materiale nastriforme plurivelo in una variante di realizzazione simile a quella della Fig.9; la
Fig.11 una vista in pianta di una porzione sviluppata in piano di un rullo goffratore in una variante di realizzazione; la
Fig.12 una sezione schematica ingrandita secondo XII-XII di Fig.11 ; la Fig.13 uno sviluppo in piano di un rullo goffratore in un’ulteriore variante di realizzazione; la
Fig.14 un ulteriore sviluppo in piano di una porzione di un rullo goffratore in una variante di realizzazione; la
Fig.15 una sezione ingrandita schematica secondo XV-XV di Fig.14; le Figg. 15A e 15B mostrano sezioni trasversali schematiche e fortemente ingrandite di forme di realizzazione modificate del materiale nastriforme cartaceo plurivelo secondo l’invenzione; le
Figg.16 e 17 viste sviluppate in piano di porzioni di una coppia di rulli goffratori in una variante di realizzazione; la
Fig.18 una sezione trasversale fortemente ingrandita del manufatto ottenuto con i rulli di Figg.16 e 17; la
Fig.18A una sezione analoga alla sezione di Fig.18 in una variante di realizzazione; le
Figg.18B, 18C sezioni trasversali dei rulli goffratori incisi per ottenere il prodotto di Fig.18A; la
Fig.19 lo sviluppo in piano di un’ulteriore variante di realizzazione di un rullo goffratore secondo l’invenzione; e le
Figg.20 e 21 sezioni schematiche secondo XX-XX e XXI-XXI di Fig.19. Descrizione dettagliata di forme di attuazione dell’invenzione
In Fig.1 è mostrato schematicamente in una vista laterale un gruppo goffratore a cui può essere applicata l’invenzione. In una possibile forma di realizzazione, il gruppo goffratore, complessivamente indicato con 1 , presenta un primo rullo goffratore 3 ed un secondo rullo goffratore 5, ruotante attorno a rispettivi assi 3A e 5A sostanzialmente paralleli. I due rulli goffratori 3 e 5 sono corredati sulle proprie superfici cilindriche di disposizioni di protuberanze e cavità come descritto in maggiore dettaglio nel seguito con riferimento alle Figg.2 a 5.
Il primo rullo goffratore 3 coopera con un primo rullo di pressione 7, corredato di un rivestimento in materiale cedevole 7A sulla propria superficie cilindrica cooperante con la superficie cilindrica del rullo goffratore 3. Il rullo goffratore 5 coopera con un secondo rullo di pressione 9 anch’esso corredato di un rivestimento in materiale cedevole indicato con 9A, che ne riveste la superficie cooperante con la superficie cilindrica del rullo goffratore 5. Lungo lo sviluppo circonferenziale del rullo goffratore 3, a valle del rullo di pressione 7, è disposto un erogatore di collante schematicamente indicato con 11 di tipo di per sé noto e non descritto in maggiore dettaglio.
In una forma di realizzazione, indicata a tratteggio, il gruppo goffratore può comprendere inoltre un rullo laminatore o accoppiatore 13 cooperante con il rullo goffratore 3 per laminare fra loro due veli goffrati separatamente fra la coppia di rulli 3, 7 e 5, 9 rispettivamente.
II gruppo goffratore 1 presenta un primo percorso per un primo velo V1 che si sviluppa attorno al rullo di pressione 7, attorno al primo rullo goffratore 3 e attraverso la gola fra i rulli goffratori 3 e 5. Il gruppo goffratore 1 presenta, inoltre, un secondo percorso per un secondo velo V2, percorso che si sviluppa attorno al secondo rullo di pressione 9, attorno al secondo rullo goffratore 5 e attraverso la gola tra i rulli 3 e 5.
In una forma di realizzazione il primo rullo goffratore 3 presenta una superficie di base 3S (Fig.3) a sviluppo sostanzialmente cilindrico. Dalla superficie 3S si estendono verso l’esterno del rullo goffratore 3 una prima serie di sporgenze S3 di altezza H. Dalla superficie di base 3S del rullo goffratore 3 si sviluppano inoltre, verso l’interno del rullo stesso, cavità C3 di profondità P.
Nella gola di goffratura fra il primo rullo goffratore 3 e il primo rullo di pressione 7 si esercita fra i due rulli una pressione sufficiente a far penetrare le sporgenze S3 del rullo goffratore 3 all’interno del rivestimento elasticamente cedevole 7A del primo rullo di pressione 7 ed a far penetrare il materiale elasticamente cedevole di questo rivestimento all’interno delle cavità C3 del rullo goffratore 3. In questo modo il velo V1 che passa attraverso la gola di goffratura fra i rulli 3 e 7 viene goffrato generando protuberanze che sporgono da un lato e dall’altro rispetto ad una superficie di base del velo V1 , come verrà descritto in maggiore dettaglio con riferimento alle Figg.6A e 6B.
In una forma di realizzazione, il secondo rullo goffratore 5 presenta una superficie di base 5S sostanzialmente cilindrica, dalla quale sporgono una prima serie di sporgenze S5 di altezza H, nell’esempio illustrato sostanzialmente uguale all’altezza H delle sporgenze S3 previste sul primo rullo goffratore 3. In una forma di realizzazione, dalla stessa superficie di base 5S del secondo rullo goffratore 5 si sviluppano, inoltre, sporgenze SS5 di altezza H1, maggiore dell’altezza H delle sporgenze S5 e delle sporgenze S3.
Nella gola di goffratura, fra il secondo rullo goffratore 5 e il secondo rullo di pressione 9, per effetto della pressione reciproca esercitata fra i due rulli 5 e 9 le sporgenze SS5 ed S5 penetrano all’interno dello spessore di materiale elasticamente cedevole formante il rivestimento 9A del secondo rullo di pressione 9, goffrando in questo modo il secondo velo V2 con la formazione di sporgenze o protuberanze tutte orientate in uno stesso verso a partire da una superficie di base del velo V2, come chiarito in seguito.
In Fig.6A è mostrata molto schematicamente una sezione trasversale fortemente ingrandita di un materiale nastriforme plurivelo N ottenuto dall’accoppiamento dei due veli V1 e V2 separatamente goffrati nelle gole di goffratura 3, 7 e 5, 9 rispettivamente del gruppo goffratore 1 di Fig.1. Il velo V1 presenta una superficie di base SV1 dalla quale sporgono verso l’interno del materiale nastriforme cartaceo plurivelo N una prima serie di protuberanze P1 generate dalle sporgenze S3 del rullo goffratore 3. Sul lato opposto della superficie di base SV1 del velo V1 sporgono una seconda serie di protuberanze P2 formate dalla penetrazione del materiale elasticamente cedevole del rivestimento 7A del rullo di pressione 7 all’interno delle cavità C3 del rullo goffratore 3. In definitiva, quindi, il velo V1 risulta goffrato in due versi: sull’esterno con le protuberanze P2 e sull’interno con le protuberanze P1. Su queste ultime, prima che il velo V1 venga allontanato dal rullo goffratore 3, l’erogatore 11 applica un collante o adesivo CA che serve a unire tra loro i due veli V1 e V2. Il collante può essere applicato su tutte le protuberanze P2, oppure solo su alcune di esse, ad esempio utilizzando un rullo a disegno, o rullo cliché per distribuire il collante secondo un disegno predeterminato. Le protuberanze P1 aderiscono tramite il collante CA sulla superficie di base SV2 del secondo velo goffrato V2. Quest’ultimo presenta, sporgenti tutte dallo stesso lato verso l’interno del materiale nastriforme N, protuberanze P3 generate dalle sporgenze S5, annidate fra le protuberanze P1 del velo V1 , e protuberanze P4 generate dalle sporgenze SS5 del rullo goffratore 5. La disposizione è tale per cui le protuberanze P3 sono annidate fra le protuberanze P1 del velo V1 , mentre le protuberanze P4 si trovano all’interno della cavità definita dentro alle protuberanze P2, rivolte verso l’esterno, formate sul velo V1. Poiché le protuberanze P4 generate dalle sporgenze SS5 hanno un’altezza maggiore rispetto alle protuberanze P3 generate dalle sporgenze S5, le protuberanze P4 formano appoggio per la porzione frontale delle protuberanze P2 generate sul velo V1, evitandone il collassamento cioè lo schiacciamento, nonostante che le protuberanze P2 siano orientate verso l’esterno del materiale nastriforme.
L’altezza delle protuberanze P4 è circa pari all’altezza H1 delle sporgenze SS5 del rullo goffratore 5, altezza che è circa pari alla somma della profondità P delle cavità C3 del rullo goffratore 3 e dell’altezza H delle sporgenze S3 del rullo goffratore 3 stesso.
La Fig.6B mostra una vista in pianta di una porzione del materiale nastriforme N ottenuto con i rulli delle Figg.2 a 5. Come si osserva in questa figura, in questo esempio di realizzazione le protuberanze P2 generate dalle cavità C3 del rullo goffratore 3 hanno in pianta (e quindi in sezione trasversale) uno sviluppo sostanzialmente maggiore rispetto a quello delle restanti protuberanze.
In una forma di realizzazione le protuberanze P1 e P3 hanno uno sviluppo troncoconico o troncopiramidale, mentre le cavità C3 e di conseguenza le protuberanze P2 da esse generate possono avere uno sviluppo circa quadrato o rettangolare in sezione, con lati più o meno curvilinei come mostrato in Fig.6B. In una forma di realizzazione le protuberanze P2 si presentano con i bordi B stondati, grazie al fatto che queste sporgenze sono ottenute per effetto della penetrazione del materiale elasticamente cedevole formante il rivestimento 7A all’interno delle cavità C3.
Nell’esempio di realizzazione sin qui mostrato l’accoppiamento dei due veli V1 e V2 avviene con una disposizione annidata. Pertanto, il gruppo goffratore 1 sarà corredato in questo caso di un rullo laminatore 13 che definisce una gola di laminazione tra il rullo 13 stesso e il primo rullo goffratore 3. All’interno di questa gola vengono fatti passare i veli V1 e V2, il velo V2 essendo stato staccato dal secondo rullo goffratore 5 ed appoggiato sul primo velo V1 che viceversa è ancora aderente e impegnato alle sporgenze e cavità del rullo goffratore 3. La pressione esercitata dal rullo laminatore 13 sulla zona del velo V1 corrispondente alle sporgenze S3 provoca la laminazione e l'incollaggio reciproco tra i due veli V1 e V2.
Le Figg.7, 8 e 9 mostrano una variante di realizzazione dell'invenzione. In Fig.7 è mostrata una vista in pianta di una porzione sviluppata in piano di uno dei due rulli goffratori 3 e 5 in questa variante di realizzazione. I due rulli possono essere sostanzialmente simmetrici l’uno rispetto all’altro. Con S3 e S4 sono indicate sporgenze di altezze diverse del rullo goffratore 3. Queste sporgenze sono visibili in maggiore dettaglio nella sezione schematica trasversale di Fig.8, in cui il rullo goffratore 3 è mostrato contrapposto e cooperante con il rullo goffratore 5. Con C3 sono ancora indicate cavità che si estendono dalla superficie di base 3S del rullo goffratore 3 verso l’interno del rullo stesso, mentre le sporgenze S4 ed S3 sono orientate dalla superficie di base 3S verso l’esterno del rullo. Con H è indicata l’altezza delle sporgenze S3, mentre con h è indicata l’altezza delle sporgenze S4.
Come mostrato in Fig.8, il rullo goffratore 5 presenta un’incisione sostanzialmente speculare rispetto a quella del rullo goffratore 3. Con C5 sono indicate cavità sporgenti verso l’interno del rullo 5 a partire da una superficie di base 5S, mentre con S5 ed S6 sono indicate le sporgenze, orientate verso l’esterno a partire dalla superficie di base 5S del rullo goffratore 5.
La disposizione in questo caso è di tipo punta-punta, con le sporgenze S3 ed S5 che si dispongono le une in corrispondenza delle altre nella gola fra i rulli 3 e 5. In questa configurazione il rullo accoppiatore e laminatore 13 può essere omesso o reso non operativo allontanandolo dalla superficie cilindrica laterale del primo rullo goffratore 3. L’accoppiamento tra i veli V1 e V2 viene ottenuto per laminazione direttamente tra i rulli goffratori 3 e 5.
In una forma di realizzazione dell’invenzione, le cavità C3 e C5 dei rulli goffratori 3 e 5 presentano un andamento lineare come mostrato schematicamente in Fig.7 per le cavità C3 del primo rullo goffratore 3. Per cavità lineari si intendono cavità che presentano uno sviluppo secondo la propria lunghezza sostanzialmente maggiore rispetto allo sviluppo secondo la propria larghezza. In una forma di realizzazione il rapporto fra lunghezza e larghezza può essere di almeno 5 a 1 e preferibilmente di almeno 10 a 1 o superiore, cioè lo sviluppo in lunghezza delle cavità è cinque volte o più la dimensione in larghezza.
Nella forma di esecuzione mostrata in Fig.7 le cavità C3 possono avere uno sviluppo lineare secondo linee chiuse (quadrate nell’esempio illustrato) oppure secondo linee aperte (spezzate costituite da una serie di lati consecutivi). Cavità di questa forma sono particolarmente vantaggiose poiché si ottiene con esse sul velo goffrato protuberanze P2 orientate verso l’esterno del materiale nastriforme che risultano particolarmente resistenti allo schiacciamento, anche in assenza di protuberanze di puntellamelo come le protuberanze P4 nella forma di realizzazione illustrata nella Fig.6A.
Infatti, in questo caso, come mostrato in particolare nella sezione schematica di Fig.9, i due veli V1 e V2 essendo disposti in assetto punta-punta e non in assetto annidato, sono caratterizzati da protuberanze P2 sul velo V1 e P4 sul velo V2 fra loro circa corrispondenti orientate verso l’esterno del materiale nastriforme N formato dall’accoppiamento dei veli V1 e V2. La limitata larghezza delle protuberanze P2, P4 e l’elevato sviluppo in lunghezza delle stesse, in combinazione con la presenza di un elevato numero di protuberanze P1 e P3 mutuamente corrispondentisi e tra loro incollate tramite il collante CA, rende il materiale nastriforme N plurivelo particolarmente resistente allo schiacciamento. Le protuberanze P1 e P3 sono generate dalle sporgenze S3 ed S5 di maggiore altezza dei rulli goffratori 3 e 5. Pertanto queste protuberanze sono fra loro in contatto ed incollate tramite il collante CA applicato dall’erogatore di collante 11 sulle protuberanze P1 quando queste si trovano ancora aderenti al rullo goffratore 3. Le sporgenze S4 ed S6 di minore altezza generano sui due veli V1 e V2 protuberanze P6 e P8 di altezza minore rispetto alle protuberanze P1 e P3. Pertanto le protuberanze P6 e P8 non ricevono collante e non sono a contatto reciproco le une con le altre.
Si ottiene in questo modo un materiale nastriforme plurivelo in carta tissue di elevato spessore ed elevata morbidezza con protuberanze sporgenti verso l’interno e verso l’esterno del prodotto, uniti per incollaggio in corrispondenza delle punte P1 , P3 disposte in assetto punta-punta. Questa forma di attuazione è particolarmente vantaggiosa nel caso di prodotti plurivelo, in cui il velo superiore ed il velo inferiore sono costituiti ciascuno da un doppio velo di carta tissue.
In una forma di realizzazione modificata dell’invenzione le sporgenze S3, S4 del primo rullo goffratore 3 e le sporgenze S5, S6 del secondo rullo goffratore 5 possono essere realizzate tutte della stessa altezza, ed in questo caso si ottiene un materiale nastriforme plurivelo come mostrato in Fig.10, dove il velo V1 presenta protuberanze P2 sporgenti verso l’esterno da una superficie di base SV1 e protuberanze P1 sporgenti verso l’interno del materiale nastriforme N dalla superficie di base SV1. In modo speculare il velo V2 presenta protuberanze P4 orientate verso l’esterno del velo V2 a partire da una superficie di base SV2 e protuberanze P3 sporgenti verso l’interno del materiale nastriforme N a partire da detta superficie di base SV2. La disposizione è ancora di tipo punta-punta con collante CA applicato sulle superfici frontali delle protuberanze P1, in corrispondenza delle quali superfici si ha l’incollaggio reciproco tra i veli V1 e V2.
La Fig.11 mostra uno sviluppo in piano di una porzione della superficie cilindrica dell’uno o dell’altro dei due rulli goffratori 3 e 5 in una variante di realizzazione. Nella vista in pianta il disegno delle sporgenze e delle cavità è sostanzialmente uguale a quello della Fig.7. Tuttavia, nella sezione di Fig.12 si osserva come in questo caso il rullo 3 (ma il rullo 5 può essere realizzato con un’analoga incisione) presenta cavità C3 di forma lineare allungata sviluppantisi verso l’interno del rullo a partire da una superficie di base 3S e sporgenze S3 orientate verso l’esterno del rullo 3 a partire dalla superficie di base 3S, tutte di altezza H uguale, ma di dimensioni in pianta diverse per tre diversi tipi di sporgenze, che possono essere realizzate ad esempio di forma piramidale a base quadra o rettangolare.
La Fig.13 mostra una incisione analoga a quella delle Figg.7 o 11, dove con C3 sono indicate le cavità a sviluppo lineare e con S3 ed S4 sono indicate le sporgenze rivolte radialmente verso l’esterno da una superficie di base 3S. In questo caso le cavità C3 a sviluppo lineare sono disposte in modo tale da non tagliare mai le sporgenze S3, S4, cioè le cavità C3 si sviluppano secondo linee parallele agli allineamenti delle sporgenze S3 ed S4 e senza interferire con esse.
I due rulli 3 e 5 possono essere realizzati tra loro speculari come schematicamente indicato in Fig.8.
In Fig.14 è invece mostrata una variante di realizzazione in cui l’uno o l’altro od entrambi i rulli goffratori 3 presentano sporgenze S3 di tipo individuale, cioè costituite ad esempio da protuberanze trocopiramidali o troncoconiche, o comunque in generale aventi uno sviluppo limitato e separate le une dalle altre. A queste sporgenze S3 sono combinate sporgenze lineari S8 orientate verso l’esterno a partire da una superficie di base indicata con 3S (Fig.15). Il rullo goffratore 5 può essere realizzato in modo speculare. Le cavità C3 presentano in questo caso ancora un andamento lineare analogo a quello illustrato nella Fig.13. Tuttavia, in questa forma di realizzazione le cavità C3 presentano la peculiarità di essere affiancate e circondate in tutto o in parte dalle sporgenze lineari S8. Queste ultime generano nel velo V1 goffrato dal rullo 3 e/o nel velo V2 goffrato dal rullo 5, protuberanze preferibilmente di altezza sostanzialmente uguale a quella delle protuberanze generate dalle sporgenze S3. Sulle superfici frontali di tutte queste protuberanze viene applicato il collante tramite l’erogatore di collante 11. Accoppiando i due veli tra loro si ottiene in questo modo una elevata resistenza allo schiacciamento delle protuberanze formate dalle cavità C3 del rullo 3 o dalle nuove cavità C5 del rullo 5. Ciò in quanto queste protuberanze che sporgono verso l’esterno del materiale nastriforme N sono circondate lungo le proprie basi da linee di collante corrispondenti allo sviluppo lineare delle sporgenze S8.
In Fig.15A è mostrata molto schematicamente in una sezione trasversale fortemente ingrandita una porzione del materiale nastriforme N ottenuto da due rulli goffratori 3, 5 aventi incisioni sostanzialmente speculari del tipo illustrato in Fig.15. Numeri uguali indicano parti uguali od equivalenti a quelle della Fig.9. Con P1 e P3 sono indicate le protuberanze generate dalle sporgenze S3 ed S8 del rullo goffratore 3 nonché dalle omologhe sporgenze del rullo goffratore 5 speculare al rullo 3.
In una variante di realizzazione, il secondo velo V2 potrebbe non essere goffrato, oppure goffrato con una micro-goffratura. In una variante di realizzazione la microgoffratura od altra goffratura di base può essere caratterizzata da sporgenze tutte della stessa altezza e tutte sporgenti verso l’interno del materiale nastriforme.
In Fig.15B è mostrata schematicamente una sezione trasversale fortemente ingrandita di una porzione di materiale nastriforme ottenuto con un primo velo V1 goffrato con un rullo goffratore 3 configurato come in Fig.15, accoppiato ad un velo V2 liscio. Numeri uguali indicano parti uguali od equivalenti a quelle della Fig.15A. Si deve comprendere che materiali nastriformi con un velo V1 goffrato ed un velo V2 liscio possono essere ottenuti anche utilizzando rulli goffratori incisi come mostrato nelle figure precedenti.
Le Figg.16 e 17 mostrano lo sviluppo in pianta di porzioni di due rulli goffratori 3 e 5 incisi con un diverso disegno di goffratura. Numeri uguali indicano parti uguali od equivalenti a quelle delle precedenti forme di realizzazione. In particolare in Fig.16 con C3 sono indicate le cavità lineari sporgenti radialmente verso l’interno a partire dalla superficie di base 3S del rullo 3. Con S8 sono indicate le sporgenze lineari che circondano le cavità lineari C3, mentre con S3 sono indicate sporgenze troncoconiche o troncopiramidali di piccole dimensioni e individuali, cioè isolate le une rispetto alle altre.
La Fig.17 mostra l’incisione del rullo goffratore 5. Con 5S è indicata la superficie di base dalla quale sporgono verso l’esterno sporgenze S5 di forma troncoconica o troncopiramidale e sporgenze S6 di forma lineare. La disposizione è tale per cui i veli goffrati separatamente dai due rulli 3 e 5 con i rispettivi rulli di pressione 7 e 9 vengono tra loro accoppiati in assetto annidato come mostrato schematicamente nella sezione di Fig.18. Con P1 sono indicate una prima serie di protuberanze rivolte verso l'interno del materiale nastriforme N formate dalle sporgenze S3 del rullo 3 sul velo V1 , mentre con P2 sono indicate le protuberanze o rigonfiamenti lineari sporgenti verso l'esterno del velo V1 , formate per mezzo delle cavità lineari C3. Le protuberanze o rigonfiamenti P2 sono circondati da sporgenze lineari P1 ' rivolte verso l'interno del materiale nastriforme N, sulle quali è applicato il collante C, formate dalle sporgenze S8 del rullo 3. Le protuberanze P1 ' hanno la stessa altezza delle protuberanze P1 , anch'esse provviste di collante C. Il velo V2 presenta protuberanze P4 (formate dalle sporgenze S5) inserite nelle protuberanze P2 del velo V1 e protuberanze P3 di minore altezza (formate dalle sporgenze S6), che si inseriscono tra protuberanze P1 , P1 ' del velo V1.
In una forma di realizzazione le cavità C3 del rullo 3 possono avere larghezze diverse le une dalle altre, come mostrato in Fig.16 ed anche profondità diverse. In una forma di realizzazione le cavità C3 di maggiore larghezza presentano anche la maggiore profondità. In una forma di realizzazione per esempio le cavità C3 possono presentare larghezze di 3 mm, 2,5 mm, 2 mm rispettivamente con profondità di 1 mm, 0,75 mm e 0,5 mm rispetto al piano superficie di base 3S. Il rullo 5 può presentare protuberanze di altezze variabili, per ottenere un prodotto finale del tipo annidato, con sporgenze del velo V2 di altezze variabili che si inseriscono nelle protuberanze o sporgenze in forma di rigonfiamenti sporgenti dal velo V1 , anch'esse di altezze variabili.
II prodotto finito così ottenuto è mostrato in sezione trasversale schematica in Fig.18A. Esso presenta sull’esterno del velo V1 protuberanze o rigonfiamenti a sviluppo lineare P21 , P22, P23, di altezze e larghezze diverse ottenute per goffratura nelle cavità lineari del rullo 3. La sezione trasversale del rullo 3 è mostrata in Fig.18B. Con C31 , C32, C33 sono indicate le cavità lineari che generano le protuberanze o rigonfiamenti lineari P21 , P22, P23. Con H1 , H2 ed H3 sono indicate le altezze delle protuberanze P21 , P22 e P23 rispettivamente. Le cavità C31 , C32, C33 presentano profondità variabili in modo corrispondente alla variazione delle altezze H1 , H2, H3. All'interno delle protuberanze P21 , P22, P23 del velo V1 si annidano protuberanze P41 P42, P43, anch'esse di altezze diverse, realizzate tramite sporgenze del rullo 5, indicate con S51 , S52 ed S53 nella sezione di Fig. 18C, che mostra una porzione del rullo 5. Oltre alle sporgenze S51, S52, S53, il rullo 5 presenta sporgenze S6, di minore altezza, a sviluppo preferibilmente lineare, che generano protuberanze P3, rivolte verso l'interno del materiale nastriforme N e che si annidano tra le protuberanze P1 del velo V1. Le protuberanze o rigonfiamenti P21 , P22, P23 a sviluppo lineare sono circondate da linee di colla continue che rendono tali rigonfiamenti più resistenti alla compressione.
Questo disegno di goffratura con profondità di goffratura variabili (altezze H1, H2, H3) consente di avere un prodotto che, almeno sulla parte esterna (considerato il prodotto come avvolto in rotolo, con il velo V1 rivolto verso l'esterno), ha una superficie irregolare, cioè non spianata alla stessa altezza, ma formante crateri in depressione nella parte centrale di ciascuna figura romboidale, che risulta delimitata da una cornice periferica formata dalle protuberanze lineari sporgenti dal materiale nastriforme, ottenute in corrispondenza dei canali continui C3 del rullo goffratore (Fig.16). In questo modo il prodotto cartaceo ottenuto presenta zone in rilievo ed in depressione e, al tempo stesso, il materiale cartaceo di base presenta un diverso grado di assorbenza, in quanto le fibre stesse sono deformate e stressate in modo diverso da zona a zona, cioè maggiormente sulla cornice periferica di ciascuna figura romboidale ed in maniera minore nella parte centrale di ciascuna figura romboidale stessa.
NeN’utilizzo finale il prodotto così ottenuto risulta avere caratteristiche prestazionali superiori ai prodotti tradizionali, grazie sia alla diversa forma sia alla diversa capacità di assorbenza. Infatti, portando a contatto la parte superiore del prodotto composito (cioè dalla parte del velo V1) con una superficie da detergere, se il materiale da asportare è principalmente liquido le zone del prodotto a maggior assorbenza sono le prime ad esserne interessate -in quanto sono le più sporgenti - e quindi appena entrano in contatto con la sostanza liquida permettono la rapida diffusione di questa verso le zone più interne del prodotto, convogliando la sostanza liquida verso il centro di ciascuna figura romboidale. Se, invece, il materiale da asportare è principalmente solido o in forma pulverulenta, il prodotto composto, per la sua stessa forma, genera sacche o spazi all’interno delle linee di contatto formate dalle sporgenze lineari corrispondenti alle cavità lineari C3, che facilitano l’eliminazione del materiale da asportare.
Vantaggiosamente, in alcune forme di realizzazione le cavità scavate nel rullo goffratore (come le cavità C3) sono circondate in parte od integralmente da protuberanze o sporgenze (come quelle indicate con S8, Fig.15), così che sul materiale nastriforme goffrato le sporgenze in forma di rigonfiamenti della carta tissue od altro materiale di base formante i veli, generate in corrispondenza delle cavità C3 sono rese più stabili e meno suscettibili di collassare, grazie alla presenza di linee continue o quasi continue di incollaggio lungo la base di tali sporgenze o rigonfiamenti.
Analogamente possono presentare larghezze e profondità diverse le cavità C5 realizzate sul rullo goffratore 5 (Fig.17). In una forma di realizzazione le cavità a canale, cioè lineari C3 e/o le cavità lineari C5 possono avere tutte la stessa larghezza e la stessa profondità, oppure larghezze diverse e profondità uguali, oppure larghezze uguali e profondità diverse.
La Fig.19 mostra una forma di realizzazione modificata rispetto a quella illustrata in Fig.16 e rappresenta uno sviluppo in piano di una porzione di superficie incisa del rullo goffratore 3. In questo caso in alcune zone del rullo sono state realizzate sporgenze S10 a sviluppo lineare che formano un decoro generico. Le porzioni ribassate del rullo 3, tra le sporgenze S10 a sviluppo lineare hanno una profondità variabile. Come si osserva nelle sezioni secondo XX-XX e XXI-XXI, il velo superiore V1 ottenuto per goffratura tramite il rullo 3 di Fig.19 presenta in tal modo protuberanze o rigonfiamenti P21 , P22, P23 orientati verso l’esterno del velo stesso di altezze diverse, ottenute in corrispondenza delle zone in depressione tra le sporgenze lineari S10 del rullo 3. Nelle protuberanze o rigonfiamenti P21 , P22, P23 si annidano protuberanze orientate verso l’interno del materiale nastriforme generate sul velo V2, anch'esse di altezze diverse, ottenute da sporgenze del rullo 5. Le sporgenze S10 del rullo 3 presentano un andamento lineare curvilineo discontinuo. Ampie aree del rullo goffratore 3, circondanti i generici decori ottenuti dalle linee sporgenze curvilinee S10 presentano ancora cavità e sporgenze di tipo analogo a quello illustrato in Fig.16. Come nel caso di Fig.18A, anche in questo esempio di realizzazione, quindi, il velo V1 presenta protuberanze o rigonfiamenti P21 , P22, P23 rivolti verso l'esterno di altezze variabili, ottenendo un effetto in termini di prestazioni del prodotto simile a quello descritto con riferimento al prodotto di Fig.18A.
Per realizzare l’uno o l’altro dei rulli 3, 5 incisi come sopra descritto, in una possibile forma di realizzazione viene utilizzato un procedimento del tipo seguente. Su un rullo con una superficie cilindrica liscia vengono in primo luogo realizzate per incisione chimica le cavità destinate a formare per goffratura sul rispettivo velo le protuberanze orientate verso l’esterno del materiale nastriforme. Una volta eseguita l’incisione di queste cavità, ad esempio le cavità C3, C5, viene effettuata l’incisione delle sporgenze S3, S4, S5, S6, S8 tramite un procedimento ancora di incisione acida oppure per lavorazione meccanica ad asportazione di truciolo. La superficie di base 3S o 5S del rullo goffratore 3, 5 è rappresentata quindi dal fondo della seconda incisione. Si comprende che nella prima fase le cavità C3, C5 vengono incise con una profondità rispetto alla superficie cilindrica di partenza pari alla somma tra la profondità P delle cavità rispetto alla superficie di base 3S o 5S e l’altezza delle sporgenze che si sviluppano da detta superficie di base verso l’esterno del rullo.
E' inteso che il disegno non mostra che una esemplificazione data solo quale dimostrazione pratica del trovato, potendo esso trovato variare nelle forme e disposizioni senza peraltro uscire dall'ambito del concetto che informa il trovato stesso. L'eventuale presenza di numeri di riferimento nelle rivendicazioni accluse ha lo scopo di facilitare la lettura delle rivendicazioni con riferimento alla descrizione ed al disegno, e non limita l'ambito della protezione rappresentata dalle rivendicazioni.

Claims (44)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Un materiale cartaceo plurivelo comprendente almeno un primo velo di carta tissue goffrato ed accoppiato per incollaggio ad almeno un secondo velo di carta tissue, in cui detto primo velo comprende almeno una prima serie di protuberanze di goffratura sporgenti da una superficie di base verso il secondo velo, sulle protuberanze della prima serie essendo applicato un collante per unire detto primo velo e detto secondo velo, caratterizzato dal fatto che detto primo velo presenta una seconda serie di protuberanze di goffratura sporgenti da detta superficie di base verso l'esterno del materiale da parte opposta rispetto alle protuberanze della prima serie.
  2. 2. Materiale cartaceo plurivelo come da rivendicazione 1 , caratterizzato del fatto che detto secondo velo è goffrato.
  3. 3. Materiale cartaceo plurivelo come da rivendicazione 2, caratterizzato del fatto che detto secondo velo comprende protuberanze di goffratura sporgenti da una superficie di base verso l'interno del materiale e verso detto primo velo, almeno parzialmente annidate in cavità definite fra protuberanze di goffratura di detta prima serie di protuberanze di goffratura del primo velo.
  4. 4. Materiale cartaceo plurivelo come da rivendicazione 3, caratterizzato del fatto che detto secondo velo presenta protuberanze di goffratura sporgenti verso il primo velo, inserite in cavità del primo velo costituenti l'interno delle protuberanze di goffratura di detta seconda serie di protuberanze di goffratura del primo velo.
  5. 5. Materiale cartaceo plurivelo come da rivendicazione 2 o 3 o 4, caratterizzato del fatto che detto secondo velo comprende protuberanze di goffratura sporgenti da una superficie di base verso l'interno del materiale e aventi due diversi altezze.
  6. 6. Materiale cartaceo plurivelo come da rivendicazione 2, caratterizzato del fatto che detto secondo velo comprende una prima serie di protuberanze di goffratura sporgenti da una superficie di base verso l'interno del materiale e verso il primo velo, ed una seconda serie di protuberanze di goffratura sporgenti da detta superficie di base verso l'esterno del materiale da parte opposta rispetto al primo velo.
  7. 7. Materiale cartaceo plurivelo come da rivendicazione 2 o 6, caratterizzato del fatto che detto primo velo e detto secondo velo sono accoppiati reciprocamente in assetto punta-punta.
  8. 8. Materiale cartaceo plurivelo come da una o più della rivendicazioni precedenti, caratterizzato del fatto che detto primo velo presenta una terza serie di protuberanze di goffratura sporgenti dalla superficie di base del primo velo verso l'interno del materiale e verso il secondo velo, le protuberanze di goffratura di detta terza serie di protuberanze del primo velo essendo sostanzialmente prive di collante.
  9. 9. Materiale cartaceo plurivelo come da una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato del fatto che le protuberanze di goffratura della seconda serie di protuberanze del primo velo hanno una superficie esterna stondata.
  10. 10. Materiale cartaceo plurivelo come da una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato del fatto che alcune almeno di dette protuberanze di goffratura della seconda serie di protuberanze del primo velo hanno uno sviluppo lineare.
  11. 11. Materiale cartaceo plurivelo come da rivendicazione 10, caratterizzato del fatto che dette protuberanze di goffratura a sviluppo lineare della seconda serie di protuberanze del primo velo hanno una dimensione longitudinale almeno cinque volte e preferibilmente almeno dieci volte superiore alla dimensione trasversale.
  12. 12. Materiale cartaceo plurivelo come da una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato del fatto che almeno alcune di dette protuberanze di goffratura della seconda serie di protuberanze del primo velo sono almeno parzialmente circondate da protuberanze lineari sporgenti verso l'interno del materiale, provviste di collante ed unite al secondo velo.
  13. 13. Materiale cartaceo plurivelo come da una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato del fatto che detta prima serie di protuberanze di goffratura del primo velo comprende una pluralità di protuberanze troncoconiche o tronco-piramidali.
  14. 14. Materiale cartaceo plurivelo come da una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che le protuberanze di goffratura della seconda serie di protuberanze di detto primo velo hanno altezze variabili.
  15. 15. Materiale plurivelo come da una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che almeno alcune delle protuberanze di goffratura di detta seconda serie di protuberanze sono almeno parzialmente circondate da linee di collante.
  16. 16. Materiale plurivelo come da rivendicazione 15, caratterizzato dal fatto che le protuberanze di detta seconda serie hanno un andamento lineare.
  17. 17. Materiale plurivelo come da rivendicazione 15 o 16, caratterizzato dal fatto che alcune almeno delle protuberanze di detta seconda serie sono integralmente circondate da linee di collante.
  18. 18. Materiale plurivelo come da rivendicazione 14, 15, 16 o 17, caratterizzato dal fatto che alcune almeno delle protuberanze di detta seconda serie sono tra loro unite per formare linee continue in collegamento tra loro.
  19. 19. Materiale plurivelo come da una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto di presentare zone a goffratura variabile, con diverse caratteristiche di assorbenza.
  20. 20. Materiale plurivelo come da una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che le protuberanze di detta seconda serie presentano altezze variabili, ottenute tramite una profondità di goffratura variabile, così che il materiale presenta caratteristiche di assorbenza variabili lungo il proprio sviluppo.
  21. 21. Materiale plurivelo come da rivendicazione 20, caratterizzato dal fatto di presentare zone di goffratura variabile di forma tale da favorire l'ingresso di sostanze da rimuovere verso l'interno del materiale.
  22. 22. Metodo per la produzione di un materiale cartaceo pluristrato goffrato, comprendente le fasi di: a. goffrare un primo velo tra un primo rullo goffratore ed un primo rullo di pressione, detto primo rullo goffratore essendo provvisto di sporgenze di goffratura estendentisi verso l’esterno da una superficie del rullo goffratore, che penetrano in un rivestimento elasticamente cedevole del primo rullo di pressione, generando una prima serie di protuberanze di goffratura sporgenti da una superficie di base di detto velo; b. applicare un collante sulle protuberanze di detta prima serie di protuberanze; c. incollare un secondo velo a detto primo velo; caratterizzato del fatto di generare su detto primo velo tramite detto primo rullo goffratore e detto primo rullo di pressione, una seconda serie di protuberanze di goffratura sporgenti da un lato opposto di detta superficie di base rispetto a detta prima serie di protuberanze, detta seconda serie di protuberanze di goffratura essendo generata dalla penetrazione di detto rivestimento elasticamente cedevole del primo rullo di pressione in cavità estendentisi verso l’interno da detta superficie del primo rullo goffratore.
  23. 23. Metodo come da rivendicazione 22, caratterizzato dal fatto di goffrare detto secondo velo prima di incollare tra loro detto primo e detto secondo velo.
  24. 24. Metodo come da rivendicazione 23, caratterizzato dal fatto di goffrare detto secondo velo tra un secondo rullo goffratore ed un secondo rullo di pressione.
  25. 25. Metodo come da rivendicazione 23 o 24, caratterizzato dal fatto di generare su detto secondo velo protuberanze di goffratura rivolte verso detto primo velo.
  26. 26. Metodo come da rivendicazione 25, caratterizzato dal fatto di annidare protuberanze di goffratura del secondo velo almeno parzialmente tra protuberanze di goffratura della prima serie di protuberanze di detto primo velo.
  27. 27. Metodo come da rivendicazione 25 o 26, caratterizzato dal fatto di inserire protuberanze di goffratura del secondo velo in cavità del primo velo costituenti l’interno delle protuberanze di goffratura di detta seconda serie di protuberanze del primo velo.
  28. 28. Metodo come da una o più delle rivendicazioni 23 a 27, caratterizzato dal fatto di generare su detto secondo velo protuberanze di goffratura di almeno due altezze diverse, rivolte verso detto primo velo.
  29. 29. Metodo come da una o più delle rivendicazioni 23 a 28, caratterizzato dal fatto di generare su detto secondo velo tramite detto secondo rullo di pressione e detto secondo rullo goffratore una prima serie di protuberanze di goffratura ed una seconda serie di protuberanze di goffratura, sporgenti da lati opposti di una superficie di base, detto secondo rullo goffratore presentando sporgenze estendentisi verso l'esterno rispetto ad una superficie di base del secondo rullo goffratore e cavità estendentisi verso l'interno del secondo rullo goffratore da detta superficie di base, e detto secondo rullo di pressione presentando un rivestimento cedevole cooperante con le sporgenze e le cavità di detto secondo rullo goffratore.
  30. 30. Metodo come da una o più delle rivendicazioni 23 a 25, 28 e 29, caratterizzato dal fatto di accoppiare detto primo velo a detto secondo velo in un assetto punta-punta.
  31. 31. Metodo come da una o più delle rivendicazioni 22 a 30, caratterizzato dal fatto di generare su detto primo velo una terza serie di protuberanze di goffratura, rivolte verso il secondo velo e prive di collante.
  32. 32. Metodo come da una o più delle rivendicazioni 22 a 31 , caratterizzato dal fatto che dette protuberanze di goffratura della seconda serie di protuberanze hanno uno sviluppo lineare.
  33. 33. Metodo come da rivendicazione 32, caratterizzato dal fatto che dette protuberanze di goffratura della seconda serie di protuberanze hanno una dimensione longitudinale almeno cinque volte e preferibilmente almeno dieci volte la dimensione trasversale.
  34. 34. Metodo come da una o più delle rivendicazioni 22 a 33, caratterizzato dal fatto di generare protuberanze di goffratura lineari circondanti almeno parzialmente alcune almeno delle protuberanze di goffratura della seconda serie e sporgenti verso detto secondo velo; di applicare un collante su dette protuberanze di goffratura lineari; e di incollare il secondo velo al primo velo in corrispondenza di dette protuberanze lineari.
  35. 35. Metodo come da una o più delle rivendicazioni 22 a 34, caratterizzato dal fatto di goffrare almeno detto primo velo con profondità di goffratura variabili, per ottenere caratteristiche di assorbenza variabili lungo lo sviluppo del materiale cartaceo.
  36. 36. Un gruppo goffratore comprendente: - un primo rullo goffratore corredato di una serie di sporgenze di goffratura, sviluppantisi da una superficie di base del rullo goffratore verso l'esterno ed una serie di cavità di goffratura estendentisi dalla superficie di base verso l'interno del rullo goffratore; - un primo rullo di pressione definente con detto primo rullo goffratore una prima gola di goffratura e provvisto di un rivestimento elasticamente cedevole; - un primo percorso per un primo velo di carta, estendenti attraverso detta prima gola di goffratura; - un secondo percorso per un secondo velo di carta; - un applicatore di collante, cooperante con detto primo rullo goffratore e disposto a valle di detta prima gola di goffratura; - un sistema di accoppiamento di detto secondo velo a detto primo velo tramite il collante applicato da detto applicatore a protuberanze di goffratura generate su detto primo velo da detta prima serie di sporgenze di goffratura.
  37. 37. Gruppo goffratore come da rivendicazione 36, comprendente, lungo detto secondo percorso, un secondo rullo goffratore ad un secondo rullo di pressione, definenti una seconda gola di goffratura attraverso cui passa ed in cui viene goffrato detto secondo velo.
  38. 38. Gruppo goffratore come da rivendicazione 37, in cui detto secondo rullo goffratore comprende sporgenze di goffratura sviluppatisi da una superficie di base di detto secondo rullo goffratore verso l’esterno e cavità di goffratura estendentisi da detta superficie di base verso l’interno del rullo goffratore e detto secondo rullo di pressione comprende un rivestimento elastico cooperante con dette sporgenze e cavità del secondo rullo goffratore.
  39. 39. Gruppo goffratore come da rivendicazione 38, in cui dette sporgenze di goffratura del secondo rullo goffratore hanno almeno due altezze diverse.
  40. 40. Gruppo goffratore come da una o più delle rivendicazioni 36 a 39, in cui dette sporgenze di goffratura del primo rullo goffratore hanno almeno due altezze diverse.
  41. 41. Gruppo goffratore come da una o più delle rivendicazioni 36 a 40, in cui alcune almeno di dette cavità del primo rullo goffratore hanno uno sviluppo lineare.
  42. 42. Gruppo goffratore come da rivendicazione 41 , in cui dette cavità a sviluppo lineare del primo rullo goffratore hanno una dimensione longitudinale almeno cinque volte e preferibilmente almeno dieci volte la dimensione trasversale.
  43. 43. Gruppo goffratore come da una o più delle rivendicazioni 36 a 42, caratterizzato dal fatto che almeno alcune di dette cavità di goffratura presentano profondità variabili.
  44. 44. Gruppo goffratore come da una o più delle rivendicazioni 36 a 43, in cui alcune almeno di dette cavità del primo rullo goffratore sono almeno parzialmente circondate da sporgenze lineari.
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