IT201800006097A1 - Metodo e macchina per goffratura e calandratura di carta tissue e prodotto ottenuto - Google Patents

Metodo e macchina per goffratura e calandratura di carta tissue e prodotto ottenuto Download PDF

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Description

METODO E MACCHINA PER GOFFRATURA E CALANDRATURA DI CARTA
TISSUE E PRODOTTO OTTENUTO
DESCRIZIONE
CAMPO TECNICO
[0001] Vengono descritti metodi e macchine per la produzione di materiale cellulosico nastriforme multivelo, ad esempio ed in particolare materiale nastriforme in carta tissue. Vengono anche descritti prodotti in carta tissue multivelo.
ARTE ANTERIORE
[0002] Un importante settore produttivo di articoli in carta riguarda la produzione di cosiddetta carta tissue, con cui vengono realizzati materiali nastriformi mono o multi-velo, tipicamente avvolti in rotoli. Carta tissue viene usata per la produzione di carta igienica, carta asciugatutto e articoli similari.
[0003] Al fine di conseguire varie caratteristiche estetiche e funzionali, i veli di carta tissue sono sottoposti a lavorazioni di goffratura. Questa consiste nella deformazione permanente del velo cellulosico, per creare su di esso protuberanze o sporgenze di goffratura. La goffratura serve per conseguire caratteristiche tecniche e funzionali del prodotto finito, e in taluni casi anche per motivi estetici.
[0004] In alcuni casi la goffratura viene eseguita per creare, sul velo cellulosico, aree limitate di applicazione di un collante che serve ad unire tra loro due o più veli che costituiscono il prodotto multivelo finito. Goffrando uno o più veli si generano sul velo sporgenze goffrate rivolte verso un velo contrapposto, cioè verso l’interno del materiale multivelo. Sulla superficie di testa delle sporgenze goffrate viene applicato il collante.
[0005] In taluni casi, la goffratura deve essere quindi configurata in modo da ottenere una distribuzione ottimale di collante, per garantire la corretta giunzione dei veli di un materiale nastriforme multivelo, ottenendo allo stesso tempo un prodotto morbido, quindi non eccessivamente incollato, ed evitando un consumo eccessivo di collante, che costituisce comunque un materiale di consumo che incide sul costo complessivo del prodotto finito.
[0006] La goffratura ha, in taluni casi, anche lo scopo di aumentare lo spessore complessivo del materiale nastriforme e/o di conferire determinate caratteristiche di resistenza allo schiacciamento.
[0007] In alcuni prodotti la goffratura ha funzioni estetiche e tecnico/funzionali. Il pattern di goffratura non può essere scelto a piacere esclusivamente in funzione di esigenze estetiche, poiché esso assolve anche a funzioni tecniche e deve rispettare determinati vincoli e limiti.
[0008] In generale, uno o più veli di un materiale cellulosico multivelo in carta tissue vengono anche goffrati al fine di impartire le desiderate caratteristiche di morbidezza e di capacità di assorbimento dei liquidi, in funzione della destinazione finale del prodotto cellulosico.
[0009] Vi è dunque una continua ricerca per soluzioni tecniche che consentano di migliorare gli aspetti tecnico-funzionali del prodotto cellulosico, conferendo ad esso allo stesso tempo un aspetto esteticamente gradevole, oltre che piacevole al tatto, per promuoverne e favorirne la penetrazione sul mercato.
SOMMARIO
[0010] Secondo un primo aspetto, viene previsto un metodo per la produzione di un materiale nastriforme cellulosico multivelo in carta tissue, comprendente almeno un primo velo ed un secondo velo tra loro uniti, in cui il primo velo viene fatto passare tra un rullo goffratore e un primo rullo di pressione, in cui il rullo goffratore è provvisto di protuberanze di goffratura distribuite secondo prime fasce anulari su una superficie laterale del rullo goffratore, tra le quali sono interposte seconde fasce anulari prive di protuberanze di goffratura. Il primo velo viene goffrato lungo fasce longitudinali di goffratura tramite le protuberanze di goffratura disposte lungo le prime fasce anulari per effetto della cooperazione del rullo goffratore con il rullo di pressione. Inoltre, il velo viene contestualmente calandrato lungo fasce longitudinali di calandratura lungo le seconde fasce anulari, per effetto della cooperazione del rullo goffratore con il rullo di pressione.
[0011] Come sarà illustrato in seguito, la calandratura consente di ottenere particolari benefici in termini di morbidezza del materiale cellulosico. La goffratura può avere funzioni tecniche e/o estetiche, e può ad esempio essere utile a mascherare zone di giunzione per mollettatura (mechanical ply-bonding) tra i veli, come più avanti descritto in maggiore dettaglio.
[0012] In alcune forme di realizzazione il rullo di pressione può presentare una superficie rigida, corredata di incavi o protuberanze che ingranano con protuberanze del rullo goffratore, e fasce anulari lisce che cooperano con le seconde fasce anulari del rullo goffratore.
[0013] Tuttavia, in forme di realizzazione preferite il rullo di pressione presenta un rivestimento cedevole, ad esempio e preferibilmente in materiale elastico. In tal caso il metodo può prevedere che le protuberanze del primo rullo goffratore vengano premute contro un rivestimento cedevole del primo rullo di pressione, così che il primo velo viene goffrato per effetto della penetrazione delle protuberanze di goffratura del primo rullo goffratore nel rivestimento cedevole del primo rullo di pressione. Inoltre, il primo velo viene calandrato lungo le fasce longitudinali di calandratura tramite la cooperazione del primo rullo goffratore con la superficie del rivestimento cedevole del primo rullo di pressione.
[0014] I veli possono essere uniti tra loro per incollaggio, ad esempio eseguendo una ulteriore fase di goffratura del primo velo lungo le fasce longitudinali calandrate, al fine di definire zone di applicazione del collante.
[0015] In altre forme di realizzazione, i veli possono essere uniti tra loro per mollettatura. Come noto agli esperti del ramo, e nel senso qui utilizzato il termine “mollettatura” (mechanical ply-bonding) definisce una tecnica di giunzione di veli cellulosici basata sull’applicazione di una forte pressione sui veli, in modo da generare punti di giunzione o saldatura fra le fibre cellulosiche che li formano.
[0016] Secondo un altro aspetto, viene prevista una macchina di goffratura, comprendente:
− un primo rullo goffratore provvisto di protuberanze di goffratura distribuite secondo prime fasce anulari su una superficie laterale del rullo goffratore, tra le quali sono interposte seconde fasce anulari prive di protuberanze di goffratura;
− un primo rullo di pressione cooperante con il primo rullo goffratore per goffrare e calandrare un primo velo di materiale nastriforme;
− un primo percorso per il primo velo, estendentesi attraverso una prima gola di goffratura tra il primo rullo goffratore e il primo rullo di pressione.
[0017] Secondo ancora un ulteriore aspetto, viene previsto un materiale nastriforme cellulosico multivelo, comprendente almeno un primo velo e un secondo velo tra loro uniti, in cui il primo velo comprende fasce longitudinali di calandratura interposte fra fasce longitudinali di goffratura. Il materiale nastriforme può essere avvolto in rotoli, preferibilmente in rotoli formati da fogli tra loro uniti da linee di perforazione, ad esempio rotoli di carta igienica, carta asciugatutto o altri prodotti in carta tissue.
[0018] Ulteriori vantaggiose caratteristiche e forme di realizzazione del metodo, del materiale nastriforme e della macchina oggetto della presente descrizione sono descritte nel seguito con riferimento a disegni esemplificativi, e nelle allegate rivendicazioni, che formano parte integrante della presente descrizione.
BREVE DESCRIZIONE DEI DISEGNI
[0019] L’invenzione verrà meglio compresa seguendo la descrizione e gli allegati disegni, che illustrano una forma di realizzazione esemplificativa e non limitativa dell’invenzione. Più in particolare, nel disegno mostrano:
la Fig.1 uno schema di una macchina di goffratura in una prima forma di realizzazione;
la Fig.2 una vista di una porzione della superficie laterale cilindrica del primo rullo goffratore della macchina di Fig.1;
la Fig.3 un ingrandimento di una porzione della Fig.2;
le Figg.4 e 5 sezioni ingrandite secondo le linee IV-IV e V-V di Fig.3; la Fig.6 una vista di una porzione della superficie laterale cilindrica del secondo rullo goffratore della macchina di Fig.1;
la Fig.7 un ingrandimento di una porzione della Fig.6;
la Fig.8 una sezione ingrandita secondo la linea VIII-VIII di Fig.7; la Fig.9 una vista di una porzione della superficie laterale cilindrica del terzo rullo goffratore della macchina di Fig.1;
la Fig.10 un ingrandimento di una porzione della Fig.9;
le Figg. 11 e 12 sezioni ingrandite secondo le linee XI-XI e XII-XII di Fig.10;
la Fig.13 una sezione schematica di un prodotto nastriforme ottenibile con la macchina delle Figg. 1 a 12;
la Fig.14 uno schema di una macchina di goffratura in una ulteriore forma di realizzazione;
la Fig.15 una vista di una porzione della superficie laterale cilindrica del primo rullo goffratore della macchina di Fig.14;
le Figg.16 e 17 sezioni ingrandite secondo le linee XVI-XVI e XVII-XVII dei Fig.15;
la Fig.18 una vista laterale di una porzione della superficie laterale cilindrica del secondo rullo goffratore della macchina di Fig.14;
la Fig.19 una sezione ingrandita secondo la linea XIX-XIX di Fig.18; la Fig.20 una vista di una porzione della superficie laterale cilindrica del terzo rullo goffratore della macchina di Fig.14;
le Figg. 21 e 22 sezioni ingrandite secondo le linee XXI-XXI e XXII-XXII di Fig.20;
la Fig.23 una sezione schematica di un prodotto nastriforme ottenibile con la macchina delle Figg. 14 a 22;
le Figg. 24, 25 e 26 viste laterali schematiche di ulteriori forme di realizzazione di una macchina di goffratura;
la Fig.27 un materiale nastriforme N avvolto in rotolo, ottenibile con una macchina secondo quanto qui descritto; e
le Figg. 28 a 31 diagrammi di flusso riassuntivi di metodi di produzione di rotoli di materiale nastriforme secondo forme di realizzazione qui descritte.
DESCRIZIONE DETTAGLIATA FORME DI REALIZZAZIONE
[0020] Nel seguito vengono descritte macchine di goffratura per la lavorazione di veli per la produzione di un materiale nastriforme multi-velo. La macchina di goffratura presenta un rullo goffratore che ha fasce anulari su cui sono realizzate protuberanze di goffratura, le quali sono tra loro distanziate da zone anulari, prive di protuberanze di goffratura, che eseguono sul velo una lavorazione di calandratura. Si ottiene in questo modo un velo cellulosico particolarmente morbido, che può poi essere successivamente lavorato per venire unito ad uno o più veli cellulosici di varia configurazione, per mezzo di incollaggio, mollettatura meccanica, o altra tecnica di giunzione reciproca dei veli.
[0021] Venendo ora alle forme di realizzazione illustrate, la Fig.1 mostra schematicamente una prima forma di realizzazione di una macchina di goffratura 1 per la produzione di un materiale nastriforme goffrato in carta tissue. La macchina 1 può comprendere un primo gruppo goffratore 3 ed un secondo gruppo goffratore 5.
[0022] Nella forma di realizzazione di Fig.1 il primo gruppo goffratore 3 comprende un primo rullo goffratore 11, che può essere corredato di protuberanze di goffratura definenti un pattern di goffratura complessivamente indicato con 13. Il primo rullo goffratore 11 è atto a ruotare attorno ad un rispettivo asse di rotazione 11A nel verso indicato dalla freccia f11. Il primo rullo goffratore 11 può essere portato in rotazione da un rispettivo motore, non mostrato.
[0023] Al primo rullo goffratore 11 può essere associato un distributore 15 per distribuire una sostanza liquida. Il distributore può essere atto a distribuire un liquido a base acquosa. Ad esempio, il distributore 15 può essere atto a distribuire un inchiostro. Nel senso qui utilizzato, il termine inchiostro indica una qualunque sostanza liquida, preferibilmente a base acquosa, contenente un pigmento. Preferibilmente, il distributore 15 distribuisce un liquido privo di collante.
[0024] Con il primo rullo goffratore 11 coopera un primo rullo di pressione 17, atto a ruotare secondo la freccia f17 attorno ad un rispettivo asse di rotazione 17A. Il primo rullo di pressione 17 può essere corredato di una superficie laterale rivestita con un rivestimento 17R, preferibilmente in materiale elasticamente cedevole. Il rivestimento 17R può essere realizzato ad esempio in gomma, gomma sintetica, o altro materiale elastomerico idoneo. Il primo rullo goffratore 11 e il primo rullo di pressione 17 definiscono una prima gola di goffratura 21, attraverso cui passa un primo percorso per un velo V1 di materiale nastriforme, ad esempio un velo di carta tissue. Il velo V1 può essere costituito da un singolo strato o da una pluralità di strati o veli di materiale cellulosico. Ad esempio il primo velo V1 può avere una grammatura compresa fra 10 g/m<2 >e 50 g/m<2>, preferibilmente fra 12 g/m<2 >e 30 g/m<2>.
[0025] Il primo rullo di pressione 17 e il primo rullo goffratore 11 sono premuti l’uno contro l’altro in modo che le protuberanze di goffratura 13 penetrino nel rivestimento elasticamente cedevole 17R del rullo di pressione 17 impartendo una deformazione permanente al velo V1 di carta tissue che passa attraverso la prima gola di goffratura 21. Il distributore 15 è atto ad applicare la sostanza liquida su almeno alcune sporgenze goffrate formate sul velo V1 dalle protuberanze di goffratura 13 del rullo goffratore 11.
[0026] Nella forma di realizzazione di Fig.1 il secondo gruppo goffratore 5 comprende un secondo rullo goffratore 23, corredato di protuberanze di goffratura che definiscono un pattern di goffratura 25 e atto a ruotare attorno ad un asse di rotazione 23A secondo la freccia f23. Il secondo rullo goffratore 23 può essere azionato in rotazione da un motore, non mostrato. Al secondo rullo goffratore 23 è associato un distributore 26 di una sostanza liquida, ad esempio atto ad applicare un collante su sporgenze goffrate generate dal secondo rullo goffratore 23 sul primo velo di carta tissue V1, come più avanti descritto.
[0027] Il secondo rullo goffratore 23 coopera con un secondo rullo di pressione 27, atto a ruotare attorno ad un rispettivo asse di rotazione 27A secondo la freccia f27. Il secondo rullo di pressione 27 può essere corredato di un rivestimento 27R in materiale elasticamente cedevole, analogo o simile al rivestimento 17R del primo rullo di pressione 17. Il secondo rullo goffratore 23 ed il secondo rullo di pressione 27 formano tra di loro una seconda gola di goffratura 29, attraverso la quale si estende il percorso del primo velo V1. Nella seconda gola di goffratura il primo velo V1 può essere sottoposto ad una seconda operazione di goffratura, cioè di deformazione meccanica, per effetto della penetrazione delle protuberanze di goffratura 25 del secondo rullo goffratore 23 nel rivestimento elasticamente cedevole 27R del secondo rullo di pressione 27, il quale è premuto contro il secondo rullo goffratore 23.
[0028] Nella forma di realizzazione illustrata in Fig.1 il secondo gruppo goffratore 5 comprende un terzo rullo goffratore 31, atto a ruotare secondo la freccia f31 attorno ad un asse di rotazione 31A, per mezzo di un motore, non mostrato. Il terzo rullo goffratore 31 è corredato di protuberanze di goffratura definenti un pattern di goffratura complessivamente indicato con 33. Il terzo rullo goffratore 31 coopera con un terzo rullo di pressione 35, atto a ruotare attorno ad un rispettivo asse di rotazione 35A secondo la freccia f35. Il terzo rullo di pressione 35 può essere corredato di un rivestimento elasticamente cedevole 35R, analogo o simile al rivestimento 17R del primo rullo di pressione 17 e al rivestimento elasticamente cedevole 27R del secondo rullo di pressione 27. Tra il terzo rullo goffratore 31 ed il terzo rullo di pressione 35 è definita una gola di goffratura 37, in corrispondenza della quale le protuberanze di goffratura 33 del terzo rullo goffratore 31 premono contro il rivestimento elasticamente cedevole 35R del terzo rullo di pressione 35 e penetrano nel detto rivestimento 35R, in modo da goffrare un secondo velo di carta tissue V2, che viene alimentato lungo un rispettivo percorso di alimentazione. Il secondo velo di carta tissue V2 può avere una grammatura complessiva compresa fra 10 g/m<2 >e 50 g/m<2>, preferibilmente fra 12 g/m<2 >e 30 g/m<2>. Il velo V2 può essere singolo o multiplo, cioè può essere a sua volta costituito da due o più strati o veli.
[0029] Il percorso del secondo velo di carta tissue V2 si estende attorno al terzo rullo di pressione 35 e attorno al terzo rullo goffratore 31 e da qui verso il secondo rullo goffratore 23. Dopo essere stato goffrato tra il terzo rullo goffratore 31 e il terzo rullo di pressione 35, il secondo velo V2 si stacca dal terzo rullo goffratore 31 e segue il percorso verso il secondo rullo goffratore 23. Il percorso del velo V1 e il percorso del velo V2 si uniscono in una gola di laminazione 38, definita tra il secondo rullo goffratore 23 e un rullo laminatore 39, atto a ruotare attorno ad un rispettivo asse di rotazione 39A secondo la freccia f39. Il rullo laminatore 39 può essere rivestito in un materiale elasticamente cedevole, ad esempio un elastomero, una gomma naturale o sintetica, preferibilmente avente una durezza superiore alla durezza del rivestimento 17R del primo rullo di pressione 17 e del rivestimento 27R del secondo rullo di pressione 27. In altre forme di realizzazione il rullo laminatore 39 può avere una superficie cilindrica rigida. Per “rigida” si intende, nel presente contesto, una superficie che non subisce deformazioni di compressione rilevabili alla pressione che si genera tra le protuberanze di goffratura 25 del secondo rullo goffratore 23 e il rullo laminatore 39.
[0030] In alcune forme di realizzazione il rullo laminatore 39 è montato folle e trascinato in rotazione per pressione con il rullo goffratore. In altre forme di realizzazione il rullo laminatore 39 può essere motorizzato.
[0031] Nella gola di laminazione 38 il secondo velo V2 viene premuto contro il primo velo V1 per provocare l’incollaggio reciproco dei veli, secondo quanto più in dettaglio descritto in seguito.
[0032] Le Figg. 2 a 12 di seguito descritte illustrano possibili forme delle protuberanze di goffratura del primo e del secondo rullo goffratore 11 e 23 e delle rispettive protuberanze di goffratura genericamente indicate con 13 e 25 in Fig.1. La Fig. 13 mostra schematicamente un prodotto ottenibile con i rulli goffratori e rispettive protuberanze mostrate nelle Figg.2 a 12.
[0033] Più in particolare, in Fig.2 è mostrata una vista in pianta di una porzione della superficie laterale del primo rullo goffratore 11. In questa forma di realizzazione il primo rullo goffratore 11 comprende un disegno di goffratura a fasce anulari. In alcune forme di realizzazione, la superficie laterale cilindrica del primo rullo goffratore 11 comprende fasce anulari 51 di maggiore larghezza, tra loro distanziate e separate d fasce anulari 53 di minore larghezza, dove per larghezza si intende la dimensione della fascia anulare nella direzione assiale, cioè parallelamente all’asse di rotazione del primo rullo goffratore 11.
[0034] Le fasce anulari 53 possono presentare un pattern di goffratura di forma sostanzialmente differente rispetto alle fasce anulari 51. In alcune forme di realizzazione, la larghezza delle fasce anulari 51 è pari o superiore a tre volte, preferibilmente pari o superiore a quattro volte la larghezza delle fasce anulari 53.
[0035] In alcune forme di realizzazione, in ciascuna fascia anulare 51 il cilindro goffratore 11 presenta una superficie liscia, priva di protuberanze di goffratura. La superficie sostanzialmente cilindrica è indicata con 55.
[0036] Nelle fasce anulari 53 è disposto un pattern di goffratura che può essere formato dalla combinazione di una o più serie differenti di protuberanze di goffratura.
[0037] Nella forma di realizzazione illustrata nelle Figg. 2 a 4, il pattern di goffratura delle fasce anulari 53 comprende una prima serie di protuberanze di goffratura 57 e una seconda serie di protuberanze di goffratura 59. Preferibilmente, le protuberanze di goffratura 57 della prima serie sono protuberanze discrete, cioè discontinue e separate le une dalle altre. Nella forma di realizzazione delle Figg.3 e 4 le protuberanze di goffratura 57 della prima serie di protuberanze di goffratura sono di forma tronco-piramidale a base circa quadrata o rettangolare, ma non si esclude la possibilità di utilizzare anche forme differenti, ad esempio tronco-coniche a sezione circolare o ellittica, oppure tronco-piramidali a base triangolare, pentagonale, esagonale, etc. In Fig.4 con H57 è indicata l’altezza delle protuberanze 57.
[0038] In alcune forme di realizzazione le protuberanze di goffratura 59 possono essere protuberanze lineari, cioè con una dimensione longitudinale molto maggiore della propria larghezza, in una vista in pianta, cioè in una vista secondo la Fig.2. Ad esempio, in alcune forme di realizzazione le protuberanze di goffratura 59 possono definire un disegno continuo, nel senso che ciascuna protuberanza si estende per l’intero sviluppo del mantello cilindrico del rullo goffratore 11. Nella forma di realizzazione di Fig. 2, ad esempio, in ciascuna fascia anulare 53 le protuberanze di goffratura 59 hanno un andamento continuo a forma di greca, e definiscono una sequenza di quadrati allineati secondo la propria diagonale, estendentesi per l’intero sviluppo circolare della rispettiva fascia anulare 53. All’interno e all’esterno dei quadrati definiti dalle protuberanze di goffratura 59 sono distribuite le protuberanze di goffratura 57.
[0039] In alcune forme di realizzazione, come mostrato nella sezione di Fig.4, le protuberanze 59 presentano un’altezza H59 maggiore dell’altezza H57 delle protuberanze 57.
[0040] In alcune forme di realizzazione, la superficie di testa delle protuberane 59 possono essere piane, cioè lisce. In altre forme di realizzazione, attualmente preferite, come mostrato in Figg.2 e 4, ciascuna protuberanza di goffratura 59 presenta un corpo 59.1 terminante con una superficie frontale o di testa, da cui si estendono punte di goffratura 59.2, di piccole dimensioni. Ad esempio la dimensione delle punte 59.2 può essere tale che sulla larghezza di ciascuna protuberanza 59 si possono disporre più punte 59.2, ad esempio tre punte 59.2 allineate nel senso della larghezza delle protuberanze 59, come esemplificativamente mostrato in Fig.4.
[0041] In alcune forme di realizzazione il corpo 59.1 delle protuberanze 59 presenta un’altezza pari a H57, e la differenza tra le altezze H59 e H57 è data dall’altezza delle punte 59.2.
[0042] In alcune forme di realizzazione la differenza tra l’altezza H59 e l’altezza H57 può essere compresa tra circa 0,1 e circa 0,5 mm, preferibilmente tra circa 0,2 e circa 0,4 mm.
[0043] La Fig.5 mostra una sezione secondo la linea V-V di Fig.2, in cui è visibile una porzione della superficie cilindrica 55 e le adiacenti protuberanze 57. Come si osserva in Fig.5, la superficie cilindrica 55 è ribassata, cioè ha un diametro minore, rispetto alle protuberanze di goffratura 57, per gli scopi che verranno appresso chiariti.
[0044] In Fig.2 sono indicate due linee T a tratto e punto. Queste linee rappresentano la posizione in cui il materiale nastriforme ottenuto dalla macchina di goffratura 1 viene tagliato per produrre singoli rotoli finiti, come verrà descritto più avanti. In sostanza, le fasce anulari 53 sono posizionate, rispetto al materiale nastriforme finale, in modo che la goffratura da esse realizzata si venga a trovare vicino, ma non sovrapposto, al bordo longitudinale del materiale nastriforme avvolto in rotolo. Maggiori dettagli su questo aspetto saranno illustrato in seguito.
[0045] Le Figg.6, 7 e 8 mostrano una vista in pianta di una porzione della superficie cilindrica del secondo rullo goffratore 23 e una possibile forma di realizzazione del pattern di goffratura 25. Nella forma di realizzazione illustrata, le protuberanze di goffratura che definiscono il pattern di goffratura 25 sono costituite da una serie di protuberanze di goffratura 61.
[0046] Le protuberanze di goffratura 61 possono essere protuberanze di forma geometrica semplice, puntiformi (dot-shaped), ad esempio di forma troncopiramidale o tronco-conica, come mostrato nell’esempio illustrato. Con H61 (Fig.8) è indicata l’altezza delle protuberanze 61. Preferibilmente l’altezza H61 delle protuberanze 61 è pari o leggermente maggiore dell’altezza delle protuberanze del pattern di goffratura 13 del primo rullo goffratore 11, cioè H61 è uguale o maggiore di H59. In alcune forme di realizzazione l’altezza H61 è da circa 0,1 a circa 0,5 mm maggiore di H59. Preferibilmente l’altezza H61 è da circa 0,2 a circa 0,4 mm maggiore di H59.
[0047] Le protuberanze 61 sono preferibilmente distribuite secondo fasce anulari, come mostrato in Fig.6. Più in particolare, sul rullo goffratore 23 sono previste fasce anulari 63 in cui è previsto un pattern di goffratura, genericamente indicato con 25 in Fig.1, costituito da protuberanze 61, intervallate da fasce 65, prive di protuberanze 61. Le fasce anulari 63 sono in fase con le fasce anulari 51 del primo rullo goffratore 11, in modo tale che le protuberanze di goffratura 61 eseguano una goffratura del velo V1 in fasce longitudinali interposte fra fasce longitudinali decorate con goffrature realizzate dalle protuberanze 57 e 59. Le fasce 65 del rullo goffratore 23 presentano preferibilmente una superficie cilindrica liscia 62.
[0048] Poiché l’altezza H61 delle protuberanze di goffratura 61 del rullo goffratore 23 è maggiore dell’altezza H57, H59 delle protuberanze di goffratura del rullo goffratore 11, il distributore di collante 26 applicherà collante solo sulla superficie del velo V1 che si trova sulle protuberanze di goffratura 61, nelle fasce anulari 63.
[0049] In alcune forme di realizzazione, le protuberanze di goffratura 61 possono essere distribuite con una densità compresa ad esempio tra circa 10 circa 100 protuberanze/cm<2>, preferibilmente tra circa15 e circa 80 protuberanze/cm<2>ed ancora più preferibilmente tra circa 20 e circa 60 protuberanze/cm<2>.
[0050] Le Figg. 9 a 12 mostrano una forma di realizzazione delle protuberanze di goffratura formanti il pattern di goffratura 33 del terzo rullo goffratore 31. In alcune forme di realizzazione, il rullo goffratore 31 presenta un pattern di goffratura suddiviso in fasce anulari, analogamente al pattern di goffratura 13 ed al pattern di goffratura 25 del primo rullo goffratore 11 e del secondo rullo goffratore 23. In Fig.9 con 71 sono indicate prime fasce anulari intervallate da seconde fasce anulari 73. Le fasce anulari 71 e 73 sono in fase con le fasce anulari 51 e 53, rispettivamente, del primo rullo goffratore 11, e con le fasce anulari 63, 65, rispettivamente, del secondo rullo goffratore 23.
[0051] In alcune forme di realizzazione, nelle fasce anulari 71 è prevista una rispettiva serie di protuberanze di goffratura 75, aventi un’altezza H75 (Fig.11). L’altezza H75 può essere circa uguale all’altezza H61 delle protuberanze 61 (Fig.8).
[0052] Le protuberanze di goffratura 75 sono preferibilmente puntiformi (dotshaped), ad esempio di forma tronco-piramidale o tronco-conica e di piccole dimensioni. In alcune forme di realizzazione le superfici di testa 75.1 possono avere una forma circolare di diametro compreso ad esempio tra circa 0,1 e circa 2 mm, preferibilmente tra circa 0,5 mm e circa 1,5 mm, ad esempio pari a circa 0,9-1,1 mm.
[0053] In alcune forme di realizzazione la superficie di testa 75.1 delle protuberanze 75 può essere compresa tra circa 0,5 mm<2 >e 2 mm<2>.
[0054] In alcune forme di realizzazione, le protuberanze di goffratura 75 possono essere distribuite con una densità compresa ad esempio tra circa 10 circa 100 protuberanze/cm<2>, preferibilmente tra circa 15 e circa 80 protuberanze/cm<2>ed ancora più preferibilmente tra circa 20 e circa 60 protuberanze/cm<2>.
[0055] Nelle fasce anulari 73 è disposta una serie di protuberanze di goffratura 77. Le protuberanze 77 (Figg.10 e 12) possono avere un’altezza H77, preferibilmente minore dell’altezza H75 delle protuberanze 75. In alcune forme di realizzazione l’altezza H77 può essere uguale all’altezza H57 delle protuberanze 57 disposte nelle fasce anulari 53 del rullo goffratore 11.
[0056] In alcune forme di realizzazione, la dimensione della superficie di testa 77.1 di almeno alcune, e preferibilmente della maggior parte delle protuberanze 77 è maggiore rispetto alla superficie di testa 75.1 delle protuberanze 75. Ad esempio, la superficie di testa delle protuberanze di goffratura 77 può essere compresa fra circa 2 mm2 e circa 9 mm<2>, preferibilmente fra circa 3mm<2 >e circa 5 mm<2>.
[0057] Per effetto della dimensione delle protuberanze dei vari rulli goffratori 11, 23, 31, ed in particolare delle altezze di tali protuberanze, il distributore 15 applica un liquido colorato sul velo V1 in corrispondenza delle superfici di testa delle sole punte 59.2, che presentano un’altezza complessiva H59, maggiore delle protuberanze 57 e del corpo 59.1 delle protuberanze 59.
[0058] Analogamente, il distributore di collante 26 applica il collante C sul velo V1 in corrispondenza delle protuberanze 61. Nella gola di laminazione 38 le protuberanze 61 vengono premute contro il rullo laminatore 39 provocando l’incollaggio reciproco dei veli V1 e V2 per effetto del collante applicato sul velo V1 in corrispondenza delle protuberanze 61.
[0059] In Fig. 13 è rappresentato schematicamente una sezione di una porzione di materiale nastriforme N, che si ottiene all’uscita della gola di laminazione 38. La sezione è stata eseguita in una zona di transizione tra le due fasce longitudinali del materiale nastriforme N che corrispondono alle fasce anulari 53, 65, 73 e rispettivamente 51, 63, 71.
[0060] Sui veli V1 e V2 sono indicate le sporgenze goffrate ottenute con le protuberanze di goffratura sopra descritte. Ciascuna sporgenza goffrata è indicata con la lettera “P” seguita da un di riferimento che corrisponde al numero di riferimento che indica la corrispondente protuberanza di goffratura del rullo goffratore che l’ha generata. Pertanto, sul velo V1 nella fascia longitudinale 51/63/71 che è stata lavorata dalle corrispondenti fasce anulari 51, 63 e 71 dei rulli goffratori 11, 23, 31 sono presenti sporgenze goffrate P57 e P59.1/P59.2 formate dalle protuberanze di goffratura 57 e 59.1/59.2 del rullo goffratore 11. Le superfici di testa delle sporgenze goffrate P59.2 possono essere decorate con un liquido colorato L applicato dal distributore 15. Inoltre, sempre nella fascia longitudinale 51/63/71 del velo V1 sono presenti sporgenze goffrate P61, formate dalle protuberanze di goffratura 61 del rullo goffratore 23. Queste sporgenze goffrate P61 sono provviste di collante C tramite il quale il velo V1 è unito al velo V2.
[0061] Nella fascia longitudinale 51/63/71, sul velo V2 sono presenti sporgenze goffrate P75, formate dalle protuberanze di goffratura 75 del rullo goffratore 31. Le sporgenze goffrate P75 si annidano in maniera casuale tra le sporgenze goffrate P61. Le superfici di testa delle sporgenze goffrate P61 sono incollate tramite il collante C negli spazi tra le sporgenze goffrate P75. Nelle fasce longitudinali 53/65/73 il velo V2 presenta sporgenze goffrate P77, formate dalle protuberanze di goffratura 77 del rullo goffratore 31.
[0062] I pattern di goffratura descritti per i rulli goffratori 11, 23, 31 presentano una fase in direzione assiale (cioè nella direzione dell’asse di rotazione dei rulli goffratori), nel senso che le fasce anulari 51, 63 e 71 sono allineate tra loro così da lavorare le stesse fasce longitudinali dei veli V1, V2. Analogamente, sono di conseguenza in fase in direzione assiale ed allineate tra loro le fasce anulari 53, 65 e 73 per lavorare le corrispondenti fasce longitudinali dei veli V1, V2. Viceversa, i disegni di goffratura dei vari rulli non hanno necessità di essere in fase nella direzione tangenziale, cioè non è necessario che vi sia una corrispondenza nella direzione macchina (direzione di avanzamento dei veli V1, V2) dei pattern di goffratura dei vari rulli goffratori.
[0063] Il risultato ottenuto sul materiale nastriforme N dai pattern di goffratura descritti sin qui con riferimento alle Figg.1 a 13 è il seguente. Nelle fasce longitudinali 53; 65; 73 del materiale nastriforme N si ottiene un decoro ottenuto dalla combinazione di sporgenze goffrate P59.1, P59.2 e P57. Le superfici di testa delle sporgenze goffrate P59.2 possono essere decorate con un liquido colorato o inchiostro. Il decoro può essere formato da punti molto piccoli, della dimensione delle superfici di testa delle punte 59.2. Le sporgenze goffrate P77 generate sul velo V2 dalle protuberanze 77 del terzo rullo goffratore 31 sono in fase con le sporgenze goffrate P59.1, P59.2, P57 e possono fornire un supporto contro lo schiacciamento delle sporgenze goffrate decorative P59.1, P59.2. P57, in modo che il decoro non venga danneggiato quando il materiale nastriforme N viene avvolto per formare un rotolo.
[0064] Nelle fasce 51; 63; 71 è applicato, a punti, il collante C che unisce i due veli V1, V2. In corrispondenza della fascia 51 il velo V1 è stato calandrato tra il rullo goffratore 11 e il rullo di pressione 17. Infatti, nelle fasce anulari 51 il rullo goffratore 11 è liscio e ha un diametro inferiore rispetto al diametro della superficie cilindrica su cui giacciono le superfici di testa delle protuberanze 57 e delle punte 59.2. Conseguentemente, quando il rullo di pressione e il rullo goffratore 11 vengono premuti l’uno contro l’altro in corrispondenza della gola di goffratura 21, nelle zone corrispondenti alle fasce anulari 53 le protuberanze 57, 59 penetrano nel rivestimento elasticamente cedevole 17R del rullo di pressione provocando la goffratura, cioè la deformazione permanente del velo V1, mentre in corrispondenza delle fasce anulari 51 il velo V1 calandrato per effetto della pressione tra superfici cilindriche lisce e contrapposte del rullo goffratore 11 e del rullo di pressione 17.
[0065] Le fasce longitudinali del velo V1 così calandrate vengono poi goffrate dalle protuberanze 61 del rullo goffratore 23.
[0066] Pertanto, le fasce longitudinali 51/63/71 del materiale nastriforme N sono “fasce longitudinali di calandratura”, nel senso che lungo dette fasce almeno un velo (V1) è stato calandrato prima di essere eventualmente goffrato. L’operazione di calandratura viene eseguita sul velo, singolo o multiplo, che costituirà il velo esterno del prodotto finito. In forme di realizzazione descritte più avanti si prevede anche la possibilità che le fasce calandrate del velo V1 non vengano successivamente goffrate. Le fasce longitudinali di calandrature sono interposte fra “fasce longitudinali di goffratura” 53; 65; 73, così denominate in quanto lungo di esse sono realizzate le goffratura di grandi dimensioni, a prevalente effetto decorativo, generate dal primo rullo goffratore 11.
[0067] Complessivamente, le fasce longitudinali calandrate del velo V1 risultano più lisce e più morbide al tatto, attenuando l’effetto di indurimento ed irrigidimento provocato dall’applicazione di collante. Si ottiene, in questo modo, una giunzione efficace dei veli V1, V2 ed un prodotto di elevata morbidezza.
[0068] In varianti di realizzazione, non mostrate, tra il primo velo V1 e il secondo velo V2 può essere inserito un terzo velo, che può essere liscio, oppure goffrato. Ad esempio il terzo velo può essere guidato attorno al rullo 49 (Fig.1).
[0069] La Fig.14 mostra schematicamente una ulteriore forma di realizzazione di una macchina di goffratura complessivamente indicata con 100, per la produzione di un materiale multivelo nastriforme goffrato N in carta tissue. La macchina 100 comprende elementi e componenti corrispondenti a quelli della macchina 1 di Fig.1, che sono contrassegnati con gli stessi numeri di riferimento e che non verranno nuovamente descritti.
[0070] La differenza principale tra la macchina 100 e la macchina 1 consiste nel fatto che il terzo rullo goffratore 31 del secondo gruppo di goffratura 5 è posto adiacentemente al secondo rullo goffratore 23. In questo modo è possibile, ad esempio, mantenere la fase fra il rullo goffratore 31 e il rullo goffratore 23 per accoppiare i veli V1 e V2 in assetto punta-punta, anziché annidato, come mostrato in Fig.13. Come noto agli esperti del ramo, in un assetto punta-punta le protuberanze di goffratura del rullo 31 si trovano almeno in parte in corrispondenza di protuberanze di goffratura del rullo 23 e corrispondentemente si troveranno in assetto punta-punta le sporgenze goffrate formate sui veli V1, V2 dai rulli goffratori 23, 31. Nella gola formata tra i rulli goffratori 23 e 31 le protuberanze di goffratura 25 del rullo goffratore 23 e le protuberanze di goffratura 33 del rullo goffratore 31 possono essere premute le une contro le altre, in modo da premere i veli V1 e V2 tra loro e provocarne la laminazione e l’incollaggio. E’ quindi possibile eliminare il rullo laminatore 39.
[0071] Le Figg. 15 a 22 mostrano dettagli dei pattern di goffratura 13, 25, 33 dei rulli goffratori 11, 23, 31. In maniera simile a quanto descritto con riferimento alle Figg. 2 a 12, anche nella forma di realizzazione delle Figg.15 a 22 i pattern di goffratura comprendono fasce anulari con differenti distribuzioni e forme delle protuberanze di goffratura. Le fasce anulari dei pattern di goffratura dei vari rulli goffratori sono tra loro allineate, cioè in fase. In pratica, le varie fasce anulari dei differenti rulli goffratori sono allineate tra loro nella direzione trasversale, parallelamente agli assi di rotazione dei rulli goffratori.
[0072] Le Figg. 15 a 17 sono mostrati dettagli del pattern di goffratura 13 del rullo goffratore 11. In alcune forme di realizzazione, sul rullo goffratore 11 sono previste fasce anulari tra loro distanziate nella direzione dell’asse di rotazione 11A e indicate con 102. Nelle fasce anulari 102 sono distribuite protuberanze di goffratura 101 e 103.
[0073] Tra due fasce di goffratura 102 successive è prevista una fascia 104 priva di protuberanze di goffratura, in cui il rullo goffratore 11 ha una superficie cilindrica liscia 120.
[0074] Nell’esempio di realizzazione illustrato, differenti fasce anulari 102 contengono protuberanze di goffratura 101 e 103 di forme differenti. Le Figg. 16 e 17 illustrano forme esemplificative e non limitative di protuberanze di goffratura 101 e 103 rispettivamente.
[0075] Le protuberanze di goffratura 101 e 103 possono presentare altezze H101 e H103. Nell’esempio illustrato le altezze H101 e H103 sono tra loro uguali. In generale le protuberanze 101 e 103 definiscono pattern decorativi. Le protuberanze di goffratura possono avere superfici di testa continue, come mostrato per la protuberanza di goffratura 101 di Fig.16, oppure discontinue, come mostrato per la protuberanza di goffratura di Fig. 17. In pratica, le protuberanze di goffratura 103 hanno un corpo 103.1 con una superficie di testa 103.2, da cui si estendono punte 103.3, che definiscono superfici frontali discontinue, cioè puntiformi.
[0076] Sulle zone del velo V1 goffrate dalle protuberanze 101, 103 il distributore 15 può applicare un liquido colorato. La conformazione delle protuberanze 103 è tale che la colorazione del velo V1 in corrispondenza di tali protuberanze è discontinua, cioè puntiforme o a pixel, anziché una colorazione piena. In Fig.15 sono illustrate due fasce o bande con protuberanze 101 e due fasce o bande 102 con protuberanze 103. Questo è solo a titolo esemplificativo, essendo inteso che la distribuzione delle protuberanze a superficie frontale piena e a pixel può essere differente. Ad esempio possono essere previste solo protuberanze 101 con superficie frontale piena, oppure solo protuberanze 103 a superficie puntinata. Oppure le protuberanze 101 e 103 possono essere presenti entrambe in tutte le fasce 102, con disposizioni alternate in qualunque sequenza desiderata. In generale, benché nella forma di realizzazione illustrata ciascuna fascia 102 comprende protuberanze 101 o 103 tutte uguali tra loro, questo non è necessario. Ad esempio possono essere perviste, in ciascuna fascia 102, protuberanze decorative di forme differenti.
[0077] L’altezza H101 e H103 delle protuberanze 101 e 103 può essere compresa ad esempio tra circa 0,1 mm e circa 1 mm, preferibilmente fra circa 0,5 mm e circa 0,9 mm, ad esempio attorno a circa 0,6-0,8 mm.
[0078] In generale l’altezza delle protuberanze 101 e 103 è sufficientemente limitata da penetrare in maniera pressoché completa nel rivestimento elasticamente cedevole 17R del rullo di pressione 17. In questo modo nelle fasce 104 prive di protuberanze di goffratura il velo V1 viene calandrato tra la superficie cilindrica liscia 120 del rullo goffratore 11 e la superficie cilindrica liscia del rivestimento 17R del rullo di pressione 17. La calandratura contribuisce ad ottenere un materiale cellulosico particolarmente liscio, come sopra descritto. Questo è particolarmente apprezzato quando l’utilizzatore lo percepisce sull’esterno del prodotto.
[0079] Il rullo goffratore 23 può presentare un pattern di goffratura 25 costituito da protuberanze di forma geometrica semplice, non decorative, ad esempio troncoconiche o tronco-piramidali, quindi sostanzialmente puntiformi (dot-shaped). Preferibilmente il rullo goffratore 23 presenta fasce anulari corredate di protuberanze di micro-goffratura, indicate con 105 in Figg.18 e 19. La Fig.19 è una sezione ingrandita lungo la linea XIX-XIX di Fig.18.
[0080] Come si osserva in Fig.18, le protuberanze 105 sono distribuite in fasce anulari 106, distanziate tra loro da fasce anulari 108 prive di protuberanze di goffratura. Le fasce anulari 106 sono allineate in direzione macchina, cioè nella direzione di avanzamento del velo V1, con le fasce anulari 104, mentre le fasce anulari 108 prive di protuberanze 105 sono allineate in direzione macchina con le fasce anulari 102. In questo modo, le protuberanze 105 goffrano il velo V1 nelle fasce che sono state precedentemente calandrate tra il rullo goffratore 11 e il rullo di pressione 17, mentre le fasce longitudinali goffrate dalle protuberanze di goffratura 101, 103 rimangono integre e non subiscono alcuna lavorazione di goffratura nella gola di goffratura 29.
[0081] In alcune forme di realizzazione le protuberanze di goffratura 105 possono avere una forma circa tronco-conica o tronco-piramidale. Le protuberanze 105 possono avere un’altezza H105, preferibilmente superiore rispetto all’altezza H101 e all’altezza H103 delle protuberanze 101 e 103 del rullo goffratore 11. In questo modo si evita lo schiacciamento dei decori ottenuti sul velo V1 tramite il rullo goffratore 11. Ad esempio, le protuberanze 105 possono avere un’altezza da circa 0,5 mm a circa 2 mm maggiore delle altezze H101 e H103, preferibilmente da circa 0,7 mm a circa 1,3 mm e più preferibilmente di circa 1 mm maggiore dell’altezza H101 e all’altezza H103.
[0082] Le protuberanze 105 possono avere una densità compresa tra circa 10 e circa 80, preferibilmente fra circa 30 e circa 60 protuberanze/cm<2 >nelle fasce 106.
[0083] Il distributore di collante 26 è disposto per applicare collante sulle porzioni di velo V1 deformate e goffrate dalle protuberanze di goffratura 105.
[0084] Il terzo rullo goffratore 31 può presentare un pattern di protuberanze di goffratura 33 configurato come illustrato nelle Figg. 20 a 22. Anche in questo caso il pattern di goffratura 33 è a fasce anulari. In fasce anulari 112 sono presenti protuberanze di goffratura 107 di dimensioni maggiori rispetto a protuberanze di goffratura 109 disposte all’interno di fasce anulari 114. Le fasce anulari 114 sono allineate alle fasce anulari 104 del rullo goffratore 11 ed alle fasce anulari 106 del rullo goffratore 23. Le fasce anulari 112 sono, viceversa, allineate con le fasce anulari 102 del rullo goffratore 11 e con le fasce anulari 108 del rullo goffratore 23.
[0085] In alcune forme di realizzazione le protuberanze 107 disposte nelle fasce anulari 112 presentano una superficie di testa di grande dimensione, cioè ad esempio con un’area compresa tra circa 20 e circa 100 mm<2>. Esse possono essere di forma geometrica semplice, ad esempio tronco-conica o tronco-piramidale come illustrato in figura. La base delle piramidi tronco-piramidali può esser esagonale, come esemplificativamente illustrato, o di altra forma poligonale, ad esempio quadrata, rettangolare, triangolare, pentagonale, ottagonale, etc.
[0086] Vantaggiosamente, la superficie di testa ed il passo tra le protuberanze 107 è tale che il velo V2 goffrato da tali protuberanze 107 forma sporgenze goffrate, rivolte verso l’interno del materiale nastriforme N ottenuto, che formano un appoggio per le sporgenze goffrate ottenute dalle protuberanze 101, 103, senza che vi sia necessità di una fasatura, cioè di una sincronizzazione in direzione tangenziale, cioè nella direzione macchina, dei rulli goffratori.
[0087] Le protuberanze 107 possono avere un’altezza H107 piccola, così da non incrementare lo spessore del velo V2 in maniera eccessiva. Ad esempio, l’altezza H107 può essere compresa tra circa 0,1 e circa 1 mm, preferibilmente fra circa 0,2 e 0,7 mm, ancora più preferibilmente fra circa 0,3 e 0,5 mm.
[0088] Le protuberanze 109 possono essere protuberanze puntiformi (dot-shaped), di forma geometrica semplice, ad esempio di forma tronco-piramidale o troncoconica. L’altezza H109 delle protuberanze 109 può essere compresa tra circa 0,4 e circa 1,2 mm, preferibilmente tra circa 0,6 e circa 1 mm, ancora più preferibilmente tra circa 0,7 e 0,9 mm. In alcune forme di realizzazione l’altezza H109 può essere sostanzialmente uguale all’altezza H105 delle protuberanze 105.
[0089] In alcune forme di realizzazione la densità di distribuzione delle protuberanze 109 può essere circa uguale alla densità delle protuberanze 105. Ad esempio, le protuberanze 109 possono avere una densità compresa tra circa 10 e circa 80, preferibilmente fra circa 30 e circa 60 protuberanze/cm<2 >nelle fasce 114.
[0090] In vantaggiose forme di realizzazione le protuberanze 109 e le protuberanze 105 sono disposte in assetto punta-punta, in modo che il collante C applicato sul velo V1 in corrispondenza delle protuberanze 105 vada ad incollare il velo V1 contro aree del velo V2 goffrate dalle protuberanze di goffratura 109. Nella gola tra i rulli goffratori 23 e 31 si può avere una pressione di laminazione tra le protuberanze 109 e le protuberanze 105, per ottenere l’adesione reciproca dei due veli V1, V2.
[0091] La Fig. 23 mostra una sezione schematica di una porzione di materiale nastriforme N ottenuto dalla macchina 100. I veli V1, V2 presentano sporgenze goffrate ciascuna delle quali è contrassegnata in Fig 23 con la lettera “P” seguita da un numero corrispondente al numero di riferimento che indica la protuberanza di goffratura del rispettivo rullo goffratore che ha formato la rispettiva sporgenza goffrata.
[0092] Nell’esempio illustrato il velo V1 presenta, in fasce longitudinali contrassegnate con 102/108/112, e corrispondenti alle fasce anulari 102, 108 e 112, sporgenze goffrate P103 con punte o pixel frontali P103.3, su cui può essere applicato un colorante distribuito dal distributore 15. Davanti alle sporgenze goffrate P103 il velo V2 presenta sporgenze goffrate P107 formate dalle protuberanze di goffratura 107 e che formano appoggio per le sporgenze goffrate P103. Le sporgenze goffrate P103, P103.3 e P107 formano decori longitudinali.
[0093] Nelle fasce longitudinali 114/106/104, che corrispondono alle fasce anulari 114, 106 e 104 il velo V1 presenta sporgenze goffrate P105 formate dalle protuberanze di goffratura 105, le quali sono incollate in testa tramite collante C alla testa di sporgenze di goffratura P109 formate nella stessa fascia anulare nel velo V2 dalle protuberanze di goffratura P109.
[0094] Le fasce longitudinali 114, 104, 106 sono particolarmente morbide ed assorbenti grazie da un lato alla calandratura eseguita dal primo rullo goffratore 11 e dal primo rullo di pressione 17, e dall’altro alla micro-goffratura eseguita dalle protuberanze di goffratura 105 del secondo rullo goffratore 23.
[0095] In alcune forme di realizzazione si può prevedere un terzo velo intermedio inserito tra i veli V1 e V2. Il terzo velo può essere liscio. In altre forme di realizzazione, il terzo velo può essere goffrato insieme al velo V1, cioè seguire il suo stesso percorso. In altre forme di realizzazione il terzo velo può essere goffrato insieme al secondo velo V2. In ancora altre forme di realizzazione, il terzo velo può essere micro-goffrato indipendentemente dai veli V1 e V2, ad esempio in un ulteriore gruppo goffratore indicato a tratteggio in Fig 14, dove il terzo velo è indicato con V3.
[0096] In altre forme di realizzazione, il terzo rullo goffratore 31 può essere corredato di protuberanze di micro-goffratura 109 sull’intera superficie, anziché solo nelle face anulari 112, eliminando le protuberanze 107 di forma esagonale (nell’esempio). In questo caso, la micro-goffratura formata dalle protuberanze 109 può definire le zone di incollaggio reciproco tra i veli V1 e V2, in corrispondenza delle protuberanze 105, e allo stesso tempo può formare zone di appoggio per le sporgenze goffrate decorative P103, formate dalle protuberanze 103 o in maniera analoga dalle protuberanze 101 (Figg.15-17).
[0097] In Fig.24 è illustrato uno schema di un’ulteriore macchina di goffratura 200 per la produzione di un materiale nastriforme N cellulosico multi-velo formato da veli V1, V2 goffrati e accoppiati. Numeri uguali indicano parti uguali od equivalenti a quelle illustrate nelle precedenti forme di realizzazione. In questa forma di realizzazione, la macchina di goffratura 200 comprende un primo gruppo goffratore 3, che può essere realizzato come il gruppo goffratore 3 della Fig.1 o della Fig.14.
[0098] La macchina di goffratura 200 di Fig.24 presenta un secondo gruppo goffratore 5 che è corredato unicamente di un rullo goffratore 31 con protuberanze di goffratura complessivamente indicate con 33, cooperante con un rullo di pressione 35, mentre è assente il rullo goffratore 23 e relativi organi con esso cooperanti.
[0099] In alcune forme di realizzazione della macchina di goffratura 200 i veli V1 e V2 sono uniti tra loro per mollettatura (mechanical ply-bonding) anziché per incollaggio. A tale scopo può essere prevista una serie di rotelle di mollettatura 201 che sono premute contro il rullo goffratore 11. Le rotelle di mollettatura 201 possono avere un bordo liscio e possono cooperare con protuberanze di goffratura realizzate a fasce sul rullo goffratore 11. Ad esempio, il rullo goffratore 11 può essere dotato di un pattern di goffratura come mostrato in Fig.2 o preferibilmente come mostrato in Fig.15. Le rotelle di mollettatura 201 possono essere disposte in corrispondenza delle fasce 53, così da cooperare con le superfici di testa delle protuberanze di goffratura 59 o 101 e/o 103 precedentemente descritte. Preferibilmente, le protuberanze di goffratura del rullo goffratore 11 hanno, in questo caso punte di piccole dimensioni che si estendono dalla testa di protuberanze di maggiori dimensioni, come mostrato specificamente in Figg.3 e 4 per le protuberanze 59, e in Figg.15 e 17 per le protuberanze 103. In questo modo si ottiene una elevata pressione localizzata, che facilita la giunzione per pressione meccanica. Le rotelle di goffratura 201 possono avere una superficie periferica cilindrica liscia.
[0100] Quando la macchina di goffratura 200 è corredata di un distributore 15 di una sostanza liquida, colorata o incolore, questa può favorire la giunzione meccanica, grazie all’acqua applicata al velo V1 nelle aree su cui viene poi applicata la pressione da parte delle rotelle di mollettatura 201.
[0101] Con la macchina 200 di Fig.24 si ottiene un materiale nastriforme N in cui le linee di mollettatura sono generate in corrispondenza dei decori ottenuti sul velo V1 dalle protuberanze disposte a fasce sul rullo goffratore 11. Queste protuberanze, eventualmente in combinazione con corrispondenti protuberanze di goffratura 77 del rullo 31 come mostrato in Fig.10 o 107 di Fig.20, servono a mascherare e nascondere le deformazioni meccaniche generate dalla mollettatura. In pratica, quindi, il prodotto finito non presenta, come invece accade nei materiali nastriformi uniti per mollettatura dell’arte corrente, rigonfiamenti nelle fasce longitudinali in cui è eseguita la mollettatura.
[0102] Si ottiene così un prodotto di maggiore qualità, esteticamente migliore e con uno spessore più uniforme, con conseguenti vantaggi tecnici nelle successive fasi di lavorazione.
[0103] Nella forma di realizzazione illustrata in Fig.24 è previsto che il velo V2 sia goffrato, ad esempio con una micro-goffratura continua oppure a fasce come descritto per il velo V2 nei precedenti esempi di realizzazione. In altre forme di realizzazione, viceversa, il velo V2 può essere liscio. A tale scopo si può ad esempio prevedere che il rullo goffratore 31 rimanga distanziato dal rullo di pressione 35, oppure che il gruppo costituito dai rulli 31 e 35 non sia presente.
[0104] Mentre in Fig.24 viene previsto di eseguire la mollettatura con rotelle di mollettatura, preferibilmente lisce, che agiscono contro il rullo goffratore 11, in altre forme di realizzazione si può prevedere un gruppo di mollettatura indipendente e separato dal gruppo goffratore 3 e quindi dal rullo goffratore 11. In Fig.25 è mostrato un esempio di attuazione di questo tipo. Numeri uguali indicano parti uguali o equivalenti a quelle già descritte con riferimento alle figure precedenti, ed in particolare alla Fig.24. Nello schema di Fig.25 la macchina è complessivamente indicata con 300, Le rotelle di mollettatura sono indicate con 301 e cooperano con un contro-rullo 303. Il contro-rullo 303 e le rotelle di mollettatura 301 sono separati dal rullo goffratore 11, nel senso che non sono a contatto con esso. Il rullo goffratore 11 può essere configurato come in una delle forme di realizzazione descritte fin qui. Il velo V1 goffrato nella gola di goffratura 21 tra il rullo goffratore 11 e il rullo di pressione 17 viene staccato dal rullo goffratore 11 e alimentato nella gola di mollettatura formata tra le rotelle di mollettatura 301 e il contro-rullo 303. In tale gola può essere alimentato anche il velo V2, che può essere goffrato nella gola di goffratura 37, oppure liscio. L’uno, l’altro o entrambi i veli V1, V2 possono essere formati da uno strato singolo o da più strati accoppiati.
[0105] Le rotelle di mollettatura 301 possono avere un bordo liscio, oppure un bordo zigrinato, oppure dotato di piccole protuberanze, in modo da ridurre l’area di contatto con il contro-rullo 303. Si ottiene in questo modo, a parità di spinta tra rotelle di mollettatura 301 e contro-rullo 303, una pressione maggiore, e quindi una giunzione più efficace tra i veli.
[0106] In Fig.25 è stato omesso il distributore di liquido colorato 15, ma si deve comprendere che un distributore 15 può essere previsto anche nella macchina di goffratura 300, ad esempio per generare un decoro colorato e/o per umidificare il materiale cellulosico che forma il velo V1 e quindi migliorare la giunzione ottenuta per pressione meccanica.
[0107] In Fig.26 è mostrata ancora un’ulteriore forma di realizzazione di una macchina di goffratura, indicata complessivamente con 400. La struttura di questa macchina è simile a quella della macchina di goffratura 1 di Fig.1. Numeri uguali indicano parti uguali o corrispondenti a quelle già descritte. In particolare i rulli goffratori dei due gruppi goffratori 3, 5 possono essere configurati come descritto con riferimento alla Fig.1, oppure in alternativa come descritto con riferimento alla Fig.14.
[0108] La principale differenza fra la macchina di goffratura della Fig.26 e le macchine di goffratura delle Figg.1 e 14 consiste nel fatto che in Fig.26 la giunzione tra i veli V1, V2 viene eseguita per mezzo di un gruppo di mollettatura comprendente rotelle di mollettatura 401 cooperanti con un contro-rullo 403. Il distributore di collante può quindi essere omesso. Il velo V1 può quindi in questo modo essere goffrato nella gola di goffratura 29 senza ricevere collante, ma unicamente per conferire altre caratteristiche tecnico-funzionali al prodotto, ad esempio un maggiore spessore e/o una maggiore capacità di assorbimento. I veli V1 e V2 vengono poi uniti meccanicamente per mollettatura dalle rotelle di mollettatura 401 e dal contro-rullo 403, che possono essere realizzati preferibilmente come già descritto con riferimento al gruppo di mollettatura 301, 303 di Fig.25.
[0109] In tutte le forme di realizzazione delle Figg. 24 a 26 il rullo goffratore 11 e il rullo di pressione 17 generano sul velo V1 fasce goffrate (usualmente più strette) separate da fasce (usualmente più larghe delle precedenti) in cui il materiale cellulosico del velo V1 viene calandrato tra una superficie cilindrica liscia del rullo goffratore 11 e la superficie cilindrica liscia del rivestimento 17R del rullo di pressione 17.
[0110] In Fig. 27 è schematicamente rappresentato un rotolo R di materiale nastriforme N avvolto. Una porzione del materiale nastriforme è svolta per mostrare come essa è formata da fogli F tra loro uniti lungo linee di perforazione LT, da un gruppo perforatore di per sé noto. Con B1 e B2 sono indicati i bordi longitudinali del materiale nastriforme N ottenuti dal taglio di un log tramite una troncatrice per suddividere il log in singoli rotoli R. Come menzionato in precedenza, il taglio può essere eseguito in corrispondenza delle linee T indicate a tratto e punto nelle Figg. 2 e 15. In questo modo le fasce 53,65,73 decorate dalle protuberanze del rullo goffratore 11 si vengono a trovare ad una certa distanza dai bordi B1, B2. Se il materiale nastriforme N è ottenuto incollando i veli V1, V2 (ed eventualmente altri veli V3, etc. che lo costituiscono), il collante può essere applicato su protuberanze di goffratura generate dal rullo goffratore 23 fino in corrispondenza dei bordi B1, B2, oltre che delle linee di perforazione LT, così che i veli risultano efficacemente uniti l’uno all’altro fino lungo i bordi di ciascun foglio F. Se, viceversa, i veli sono uniti per mollettatura, la zona di giunzione dei veli può essere ad una certa distanza dai bordi B1, B2 come accade nei prodotti dell’arte corrente, ma (contrariamente ai prodotti noti) le linee di mollettatura non influenzano negativamente le caratteristiche estetiche e funzionali del manufatto finito. In tutti i casi il velo più esterno è quello calandrato.
[0111] Le Figg.28 a 31 illustrano diagrammi a blocchi riassuntivi ed esemplificativi di metodi qui descritti.
[0112] Mentre l'invenzione è stata descritta in termini di varie specifiche forme realizzative, sarà chiaro agli esperti del settore che sono possibili varie modifiche, cambiamenti e omissioni senza uscire dallo spirito e dall'ambito delle rivendicazioni. Inoltre, se non diversamente specificato, l'ordine o sequenza di qualunque fase di processo o metodo può essere variata o ridisposta secondo forme di realizzazione alternative.
[0113] Inoltre, aspetti innovativi dei metodi qui descritti sono definiti nelle seguenti clausole:
[0114] Clausola 1:
Un metodo per la produzione di un materiale nastriforme cellulosico multivelo in carta tissue, comprendente le seguenti fasi:
− alimentare un primo velo in una gola di goffratura tra un primo rullo goffratore (11) e un primo rullo di pressione (17)
− goffrare il primo velo (V1) nella prima gola di goffratura (21) lungo fasce longitudinali di goffratura (53; 102) estendentisi secondo la direzione longitudinale del primo velo (V1) e calandrare il primo velo (V2) in fasce longitudinali di calandratura (51; 104) interposte fra le fasce longitudinali di goffratura
− unire il primo velo (V1) ad un secondo velo (V2) e formare un materiale nastriforme multi-velo (N)
− formare un rotolo (R) con il materiale nastriforme (N).
[0115] Clausola 2:
Un metodo per la produzione di un materiale nastriforme cellulosico multivelo in carta tissue, comprendente le seguenti fasi:
− alimentare un primo velo in una prima gola di goffratura (21) tra un primo rullo goffratore (11) e un primo rullo di pressione (17)
− goffrare il primo velo (V1) nella prima gola di goffratura (21) lungo fasce longitudinali di goffratura (53; 102) estendentisi secondo la direzione longitudinale del primo velo (V1) e calandrare il primo velo (V2) in fasce longitudinali di calandratura (51; 104) interposte fra le fasce longitudinali di goffratura
− unire il primo velo (V1) ad un secondo velo (V2) e formare un materiale nastriforme multi-velo (N)
− avvolgere il materiale nastriforme in un log
− suddividere il log in rotoli (R) tramite linee di taglio disposte in corrispondenza di fasce longitudinali di calandratura
[0116] Clausola 3
Un metodo per la produzione di un materiale nastriforme cellulosico multivelo in carta tissue, comprendente le seguenti fasi:
− alimentare un primo velo in una prima gola di goffratura (21) tra un primo rullo goffratore (11) e un primo rullo di pressione (17)
− goffrare il primo velo (V1) nella prima gola di goffratura (21) lungo fasce longitudinali di goffratura (53; 102) estendentisi secondo la direzione longitudinale del primo velo (V1) e calandrare il primo velo (V2) in fasce longitudinali di calandratura (51; 104) interposte fra le fasce longitudinali di goffratura
− goffrare il primo velo (V1) in una seconda gola di goffratura (38) tra un secondo rullo goffratore (23) ed un secondo rullo di pressione (27) lungo le fasce longitudinali di calandratura (51; 104) ed applicare un collante su sporgenze goffrate (P61;P105) formate nelle fasce di calandratura
− unire per incollaggio il primo velo (V1) ad un secondo velo (V2) e formare un materiale nastriforme multi-velo (N)
− avvolgere il materiale nastriforme in un log
− suddividere il log in rotoli (R) tramite linee di taglio disposte in corrispondenza di fasce longitudinali di calandratura
[0117] Clausola 4
Un metodo per la produzione di un materiale nastriforme cellulosico multivelo in carta tissue, comprendente le seguenti fasi:
− alimentare un primo velo in una gola di goffratura tra un primo rullo goffratore (11) e un primo rullo di pressione (17)
− goffrare il primo velo (V1) nella prima gola di goffratura (21) lungo fasce longitudinali di goffratura (53; 102) estendentisi secondo la direzione longitudinale del primo velo (V1) e calandrare il primo velo (V2) in fasce longitudinali di calandratura (51; 104) interposte fra le fasce longitudinali di goffratura
− unire il primo velo (V1) ad un secondo velo (V2) per mollettatura lungo le fasce longitudinali di goffratura (53; 102) e formare un materiale nastriforme multi-velo (N)
− formare un rotolo (R) con il materiale nastriforme (N).
[0118] Clausola 5:
Una macchina di goffratura (1; 100; 200; 300; 400), comprendente:
− un primo rullo goffratore (11) provvisto di protuberanze di goffratura (57; 59;
101; 103) distribuite secondo prime fasce anulari su una superficie laterale del rullo goffratore (11), tra le quali sono interposte seconde fasce anulari prive di protuberanze di goffratura;
− un primo rullo di pressione cooperante con il primo rullo goffratore per goffrare e calandrare un primo velo (V1) di materiale nastriforme;
− un primo percorso per il primo velo (V1), estendentesi attraverso una prima gola di goffratura (21) tra il primo rullo goffratore (11) e il primo rullo di pressione (17).
[0119] Clausola 6:
Una macchina di goffratura come da clausola 5, comprendente inoltre un gruppo di mollettatura.
[0120] Clausola 7:
Una macchina di goffratura come da clausola 5, comprendente un secondo rullo goffratore (23) cooperante con un secondo rullo di pressione (27) e definente con esso una seconda gola di goffratura (29) , attraverso cui si estende il percorso del primo velo (V1); ed in cui il secondo rullo goffratore (23) comprende protuberanze di goffratura (61; 105) disposte in fase con le fasce anulari prive di protuberanze di goffratura del primo rullo goffratore (11), e preferibilmente comprendente fasce anulari prive di protuberanze di goffratura, in fase con le fasce anulari provviste di protuberanze di goffratura del primo rullo goffratore (11).
[0121] Clausola 8:
Macchina di goffratura come da clausola 7, comprendente un distributore di collante (26) cooperante con il secondo rullo goffratore (23) per applicare un collante (C) su sporgenze goffrate del primo velo (V1) formate dal secondo rullo goffratore (23).
[0122] Clausola 9:
Macchina di goffratura come da clausola 7 o 8, comprendente inoltre un terzo rullo goffratore (31), cooperante con un terzo rullo di pressione (35) e definente con esso una terza gola di goffratura (37), attraverso cui si estende un percorso di avanzamento del secondo velo (V2), detto percorso di avanzamento del secondo velo (V2) convergendo con il percorso di avanzamento del primo velo (V1) a valle della seconda gola di goffratura (29).
[0123] Clausola 10:
Macchina di goffratura come da clausola 9, in cui il terzo rullo goffratore (31) presenta prime fasce anulari corredate di protuberanze di goffratura (75) disposte in fase con le fasce anulari corredate di protuberanze (61) del secondo rullo goffratore (23).
[0124] Clausola 11:
Macchina di goffratura come da clausola 10, in cui il terzo rullo goffratore (31) comprende seconde fasce anulari, interposte fra le prime fasce anulari, in cui le seconde fasce anulari sono provviste di protuberanze di goffratura (77) di dimensioni in sezione trasversale maggiori delle protuberanze di goffratura (75) disposte nelle prime fasce anulari, le seconde fasce anulari del terzo rullo avvolgitore (31 essendo in fase con le fasce anulari prive di protuberanze di goffratura (61) del secondo rullo goffratore (23).
[0125] Clausola 12:
Macchina di goffratura come da una o più delle clausole 5 a 11, comprendente inoltre un distributore di un liquido cooperante con il primo rullo goffratore (11), atto ad applicare un liquido su sporgenze goffrate generate sul primo velo (V1) dal primo rullo goffratore (11).
[0126] Clausola 13:
Macchina di goffratura come da una o più delle clausole 5 a 12, comprendente un percorso per un terzo velo (V3) di materiale nastriforme, il quale percorso del terzo velo converge verso il percorso del primo velo (V1) a valle del primo rullo goffratore (11).

Claims (29)

  1. METODO E MACCHINA PER GOFFRATURA E CALANDRATURA DI CARTA TISSUE E PRODOTTO OTTENUTO Rivendicazioni 1. Un metodo per la produzione di un materiale nastriforme cellulosico multivelo in carta tissue, comprendente almeno un primo velo (V1) ed un secondo velo (V2) tra loro uniti, in cui il primo velo (V1) viene fatto passare tra un rullo goffratore (11) e un primo rullo di pressione (17), in cui il rullo goffratore (11) è provvisto di protuberanze di goffratura (57; 59; 101; 103) distribuite secondo prime fasce anulari su una superficie laterale del rullo goffratore (11), tra le quali sono interposte seconde fasce anulari prive di protuberanze di goffratura; ed in cui il primo velo (V1) viene goffrato lungo fasce longitudinali di goffratura (53; 102), e calandrato lungo fasce longitudinali di calandratura (51; 104), per effetto della cooperazione del rullo goffratore (11) con il rullo di pressione (17).
  2. 2. Il metodo della rivendicazione 1, in cui le protuberanze del primo rullo goffratore vengono premute contro un rivestimento cedevole (17R) del primo rullo di pressione (17), il primo velo (V1) venendo goffrato per effetto della penetrazione delle protuberanze di goffratura (57; 59; 101; 103) del primo rullo goffratore (11) nel rivestimento cedevole (17R) del primo rullo di pressione (17); ed in cui il primo velo viene calandrato lungo le fasce longitudinali di calandratura tramite la cooperazione del primo rullo goffratore con la superficie del rivestimento cedevole (17R) del primo rullo di pressione (17).
  3. 3. Il metodo della rivendicazione 1 o 2, comprendente la fase di applicare un liquido su sporgenze goffrate (P59; P101; P103) formate nel primo velo (V1) dalle protuberanze di goffratura (57; 59; 101; 103) del primo rullo goffratore (11) per mezzo di un distributore (15) cooperante con il primo rullo goffratore (11).
  4. 4. Il metodo della rivendicazione 3, in cui detto liquido è un liquido colorato.
  5. 5. Il metodo di una o più delle rivendicazioni precedenti, in cui il secondo velo (V2) viene unito al primo velo (V1) per incollaggio.
  6. 6. Il metodo di una o più delle rivendicazioni precedenti, in cui il primo velo (V1) e il secondo velo (V2) vengono uniti tra loro per mollettatura.
  7. 7. Il metodo di una o più delle rivendicazioni precedenti, comprendente, inoltre, la fase di goffrare il primo velo (V1) lungo le fasce longitudinali di calandratura.
  8. 8. Il metodo della rivendicazione 7, in cui la fase di goffrare il primo velo (V1) lungo le fasce longitudinali di calandratura (51; 104) comprende la fase di far passare il secondo velo (V1) tra un secondo rullo goffratore (23) e un secondo rullo di pressione (27).
  9. 9. Il metodo della rivendicazione 7 o 8, comprendente inoltre le fasi di: applicare un collante (C) su sporgenze goffrate (P61; 105) formate sul primo velo (V1) nelle fasce longitudinali di calandratura (51; 104); e di incollare il primo velo (V1) al secondo velo (V2) per mezzo di detto collante (C).
  10. 10. Il metodo di una o più delle rivendicazioni precedenti, comprendente inoltre la fase di goffrare il secondo velo (V2) prima della giunzione al primo velo (V1).
  11. 11. Il metodo della rivendicazione 10, in cui la fase di goffrare il secondo velo (V2) comprende la fase di generare sporgenze goffrate (P75; P109) su fasce longitudinali (71; 114) del secondo velo (V2) poste in fase con le fasce longitudinali di calandratura (51; 104) del primo velo (V1).
  12. 12. Il metodo della rivendicazione 11, in cui il primo velo (V1) e il secondo velo (V2) vengono uniti tra loro per incollaggio lungo le fasce longitudinali di calandratura (51; 104) tramite collante (C) applicato su sporgenze goffrate (P61; P105) del primo velo (V1) poste nelle fasce longitudinali di calandratura (51; 104), le quali si accoppiano in assetto annidato od in assetto punta-punta con sporgenze goffrate (P75; P109) del secondo velo.
  13. 13. Il metodo di una o più delle rivendicazioni precedenti, in cui il secondo velo (V2) viene goffrato lungo fasce longitudinali in fase con le fasce longitudinali goffrate (53: 102) del primo velo, con formazione di sporgenze goffrate (P77; P107) che si pongono di fronte alle sporgenze goffrate (P57; P59; P101; P103) formate nel primo velo (V1) lungo le fasce longitudinali di goffratura.
  14. 14. Un materiale nastriforme cellulosico multivelo, comprendente almeno un primo velo (V1) e un secondo velo (V2) tra loro uniti, in cui il primo velo (V1) comprende fasce longitudinali di calandratura (51; 104) interposte fra fasce longitudinali di goffratura (53; 102).
  15. 15. Il materiale nastriforme della rivendicazione 14, comprendente una colorazione su sporgenze goffrate (P59; P101; P103) del primo velo (V1).
  16. 16. Il materiale nastriforme della rivendicazione 14 o 15, in cui il primo velo (V1) e il secondo velo (V2) sono tra loro uniti per incollaggio.
  17. 17. Il materiale nastriforme di una più delle rivendicazioni 14 a 16, cui il primo velo (V1) e il secondo velo (V2) sono uniti tra loro per mollettatura.
  18. 18. Il materiale nastriforme della rivendicazione 17, in cui il primo velo (V1) e il secondo velo (V2) sono tra loro uniti per mollettatura lungo le fasce longitudinali di goffratura.
  19. 19. Il materiale nastriforme di una o più delle rivendicazioni 14 a 18, in cui le fasce longitudinali di calandratura sono provviste di sporgenze goffrate (P61; P105).
  20. 20. Il materiale nastriforme della rivendicazione 19, in cui le sporgenze goffrate (P61; P105) lungo le fasce di calandratura hanno una dimensione trasversale minore di sporgenze goffrate (P57; P59; P101; P103) disposte lungo le fasce di goffratura del primo velo (V1).
  21. 21. Il materiale nastriforme della rivendicazione 19 o 20, in cui il primo velo (V1) è incollato al secondo velo (V2) tramite collante (C) applicato su superfici di testa delle sporgenze goffrate (P57; P59; P101; P103) disposte lungo le fasce di goffratura del primo velo (V1).
  22. 22. Il materiale nastriforme di una o più delle rivendicazioni 19 a 21, in cui il secondo velo (V2) comprende fasce longitudinali comprendenti sporgenze goffrate (P75; P109) disposte in assetto annidato o punta-punta rispetto alle sporgenze goffrate (P57; P59; P101; P103) disposte lungo le fasce di goffratura del primo velo (V1).
  23. 23. Il materiale nastriforme di una o più delle rivendicazioni 14 a 22, in cui il secondo velo comprende fasce longitudinali goffrate, disposte in corrispondenza delle fasce longitudinali goffrate del primo velo (V1) e lungo le quali sono disposte sporgenze goffrate (P77; P107) formanti un appoggio per sporgenze goffrate (P57: P59) disposte lungo le fasce longitudinali di goffratura del primo velo.
  24. 24. Il materiale nastriforme della rivendicazione 23, quando dipendente almeno dalla rivendicazione 22, in cui le sporgenze goffrate (P77; P107) del secondo velo (V2) disposte in corrispondenza delle fasce di goffratura del primo velo (V1) hanno una dimensione trasversale maggiore e una densità minore rispetto alle sporgenze goffrate (P75; P109) disposte in assetto annidato o punta-punta rispetto alle sporgenze goffrate (P57; P59; P101; P103) disposte lungo le fasce di goffratura del primo velo (V1).
  25. 25. Il materiale nastriforme di una o più delle rivendicazioni 14 a 24, comprendente un terzo velo (V3) intermedio tra il primo velo (V1) e il secondo velo (V2), detto terzo velo essendo liscio o preferibilmente goffrato, in particolare microgoffrato.
  26. 26. Una macchina di goffratura (1; 100; 200; 300; 400), comprendente: − un primo rullo goffratore (11) provvisto di protuberanze di goffratura (57; 59; 101; 103) distribuite secondo prime fasce anulari su una superficie laterale del rullo goffratore (11), tra le quali sono interposte seconde fasce anulari prive di protuberanze di goffratura; − un primo rullo di pressione (17) cooperante con il primo rullo goffratore per goffrare e calandrare un primo velo (V1) di materiale nastriforme; − un primo percorso per il primo velo (V1), estendentesi attraverso una prima gola di goffratura (21) tra il primo rullo goffratore (11) e il primo rullo di pressione (17).
  27. 27. La macchina di goffratura della rivendicazione 26, comprendente inoltre un gruppo di mollettatura, preferibilmente comprendente rotelle di mollettatura poste in linea con le prime fasce anulari del primo rullo goffratore (11).
  28. 28. La macchina di goffratura della rivendicazione 26 o 27, comprendente un secondo rullo goffratore (23) cooperante con un secondo rullo di pressione (27) e definente con esso una seconda gola di goffratura (29) , attraverso cui si estende il percorso del primo velo (V1); ed in cui il secondo rullo goffratore (23) comprende protuberanze di goffratura (61; 105) disposte in fase con le fasce anulari prive di protuberanze di goffratura del primo rullo goffratore (11), e preferibilmente comprendente fasce anulari prive di protuberanze di goffratura, in fase con le fasce anulari provviste di protuberanze di goffratura del primo rullo goffratore (11); e preferibilmente comprendente un distributore di collante (26) cooperante con il secondo rullo goffratore (23) per applicare un collante (C) sul primo velo (V1) in corrispondenza delle protuberanze di goffratura del secondo rullo goffratore (23).
  29. 29. La macchina di goffratura della rivendicazione 28, comprendente inoltre un terzo rullo goffratore (31), cooperante con un terzo rullo di pressione (35) e definente con esso una terza gola di goffratura (37), attraverso cui si estende un percorso di avanzamento del secondo velo (V2), detto percorso di avanzamento del secondo velo (V2) convergendo con il percorso di avanzamento del primo velo (V1) a valle della seconda gola di goffratura (29); in cui il terzo rullo goffratore (31) presenta preferibilmente prime fasce anulari corredate di protuberanze di goffratura (75) disposte in fase con le fasce anulari corredate di protuberanze (61) del secondo rullo goffratore (23) e preferibilmente seconde fasce anulari, intercalate tra le prime fasce anulari, in cui sono previste preferibilmente protuberanze di goffratura di maggiore dimensione trasversale rispetto alle protuberanze di goffratura delle prime fasce anulari, e poste in allineamento con le fasce anulari prive di protuberanze di goffratura del secondo rullo goffratore (23).
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