ITFI20110049U1 - Pozzetto - Google Patents

Pozzetto

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ITFI20110049U1
ITFI20110049U1 ITFI20110049U ITFI20110049U1 IT FI20110049 U1 ITFI20110049 U1 IT FI20110049U1 IT FI20110049 U ITFI20110049 U IT FI20110049U IT FI20110049 U1 ITFI20110049 U1 IT FI20110049U1
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IT
Italy
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well
box
walls
flange
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English (en)
Inventor
Danilo Migliori
Gabriele Raugei
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Danilo Migliori
Gabriele Raugei
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Description

“POZZETTO”
DESCRIZIONE
Campo tecnico
La presente innovazione riguarda un pozzetto di grandi dimensioni per l’alloggiamento dei nodi di derivazione di linee di telecomunicazioni tale da consentire la discesa di un uomo con almeno entrambe le gambe al suo interno per poter effettuare un’ispezione o una lavorazione. Il pozzetto viene utilizzato interrandolo prevalentemente in strade percorse da traffico pesante anche se può essere utilizzato lungo i marciapiedi.
Stato della tecnica
Come è noto, i pozzetti di alloggiamento di connessioni elettriche di grandi dimensioni sono realizzati in cemento armato o in ghisa, al fine di poter resistere ai carichi che vengono applicati lungo le loro pareti quando vengono sollecitati i chiusini di copertura, attualmente in ghisa, che appoggiano sui bordi superiori delle stesse pareti. Il carico sui chiusini è generalmente dovuto al peso di una persona o di un automezzo anche pesante che vi transita sopra.
In genere tali pozzetti di cemento o in ghisa sono dei parallelepipedi quadrangolari, cavi, dentro i quali può discendere un uomo. Il fondo è piano e può presentare un scarico per l’acqua che filtra all’interno.
Le pareti dei pozzetti presentano delle aperture per il passaggio dei cavi che si devono connettere all’interno del pozzetto.
Tali pozzetti, viste le grandi dimensioni, risultano molto pesanti e pertanto vengono movimentati con difficoltà sia durante la messa in opera, sia durante la fase di stoccaggio. Inoltre, viste le grandi dimensioni, risultano particolarmente ingombranti a magazzino.
Altro problema connesso a tali pozzetti è dovuto al loro utilizzo. Sul fondo dei pozzetti vi è spesso una notevole fanghiglia dovuta alle colate d’acqua e terra che inevitabilmente entrano all’interno. Durante le fasi di lavoro dei tecnici nei pozzetti, può capitare che al tecnico cada sul fondo un attrezzo o dispositivo utile al proprio lavoro, sporcandosi o, peggio, perdendosi.
Scopo e sommario dell’invenzione
Scopo della presente innovazione è quello di mettere a punto un pozzetto che risolva gli inconvenienti dei pozzetti di grandi dimensioni sopra illustrati. In particolare, importante scopo della presente innovazione è quello di mettere a punto un pozzetto di grandi dimensioni che risulti facilmente movimentabile.
Altro importante scopo della presente innovazione, è quello di realizzare un pozzetto di grandi dimensioni che sia facilmente immagazzinabile.
Non ultimo scopo della presente invenzione è quello di mettere punto un pozzetto di grandi dimensioni che permetta di migliorare le condizioni di lavoro all’interno del pozzetto.
Questi ed altri scopi, che saranno più chiari in seguito, sono raggiunti con un pozzetto secondo quanto presentato nell’allegata rivendicazione 1. Scopi e vantaggi addizionali sono raggiunti con ulteriori caratteristiche presentate nelle allegate rivendicazioni dipendenti.
Breve descrizione dei disegni
Ulteriori caratteristiche e vantaggi dell’invenzione risulteranno maggiormente dalla descrizione di una sua forma di esecuzione preferita ma non esclusiva, illustrata a titolo indicativo e non limitativo nelle allegate tavole di disegni, in cui la figura 1 rappresenta una vista assonometrica dall’alto di un pozzetto secondo la presente innovazione;
le figure 2, 3 e 4 rappresentano rispettivamente una vista dall’alto, laterale e frontale del pozzetto di figura 1;
la figura 5 rappresenta una vista in sezione laterale secondo la linea V-V di figura 2;
la figura 6 rappresenta una vista in sezione frontale secondo la linea VI-VI di figura 2;
la figura 7 rappresenta una vista in sezione frontale secondo la linea VI-VI di figura 2 di due pozzetti impilati.
Descrizione dettagliata di una forma realizzativa dell'invenzione
Con riferimento alle figure precedentemente citate, un pozzetto di grandi dimensioni per circoscrivere zone di derivazione di linee elettriche o di telecomunicazioni, secondo la presente innovazione viene complessivamente indicato con il numero 10.
Tale pozzetto 10 comprende un corpo scatolare monolitico 11 aperto verso l'alto, in questo esempio di sezione in pianta sostanzialmente rettangolare (a meno di smussi nelle zone d'angolo) definito da un fondo 12 e pareti laterali 13A e 13B, rispettivamente riferite ai lati lunghi e ai lati corti della pianta rettangolare, le quali si sviluppano dal fondo 12 secondo una conformazione sostanzialmente svasata dall'alto verso il basso.
Per pozzetto di grandi dimensioni si intende un pozzetto le cui dimensioni esterne massime sono: a) larghezza superiore a 400 mm, b) lunghezza superiore a 650 mm, c) altezza superiore a 450 mm. Preferibilmente, secondo la presente invenzione, un ottimale pozzetto di grandi dimensioni deve presentare le seguenti dimensioni: a) larghezza compresa tra 500 e 600 mm (in questo esempio preferibilmente pari a circa 564 mm), b) lunghezza compresa tra 750 e 1100 mm (in questo esempio preferibilmente pari a circa 948 mm) e c) altezza compresa tra a 550 e 710 mm (in questo esempio preferibilmente pari a circa 610 mm).
In corrispondenza del bordo superiore di apertura 13C del corpo scatolare 11 è presente una flangia perimetrale 14 che consente l'appoggio di un chiusino, ad esempio in ghisa (non mostrato nelle figure). In questo esempio, tale flangia 14 è formata da una fascia piana 14A delimitata esternamente da un bordo esterno rialzato 14B e da nervature di irrigidimento 14C disposte sulla fascia piana 14A e colleganti il bordo esterno rialzato 14B con il bordo superiore 13C delle pareti 13A e 13B. Come si può notare, in questo esempio la flangia 14 presenta inferiormente una faccia continua piana e superiormente una pluralità di nervature che definiscono il piano di appoggio del chiusino. Va da sé che in altre forme realizzative, la faccia superiore della flangia potrà essere formata dalla fascia piana 14A (e su tale fascia appoggerà il chiusino) mentre le nervature saranno realizzate sulla faccia inferiore della fascia piana.
Sulla flangia 14 sono presenti mezzi di aggancio 15 per il chiusino, in questo esempio comprendenti dei fori 15A di alloggiamento ad esempio per elementi filettati o spine di collegamento tra chiusino e flangia. La larghezza ottimale della flangia per reggere i carichi provenienti da sopra il chiusino è di circa 20 mm (ovvero la distanza tra esterno del bordo esterno rialzato 14B e interno del bordo superiore 13C)
Dalla flangia 14 si sviluppano verso il basso, in unione alle pareti 13A e 13B, una pluralità di colonne di irrigidimento 16.
Le pareti 13A e 13B sono inclinate in modo svasato verso il basso e le colonne 16 presentano anch’esse un andamento svasato verso il basso ma con inclinazione meno pronunciata rispetto alle pareti, ovvero sono un poco più verticali rispetto alle pareti.
E' da notare come, in questo esempio, le colonne 16 si sviluppano dalla flangia 14 fino alla base 11A del corpo scatolare 11 e formano con questa la base di appoggio del pozzetto, che si sviluppa pertanto preferibilmente su un unico piano.
Tali colonne di irrigidimento 16 sono in pratica dei parallelepipedi cavi al proprio interno che hanno la duplice funzione, come spiegato più avanti, di irrobustire il corpo scatolare e di consentire l’impilaggio di uguali corpi scatolari tra loro.
In questo esempio le colonne 16 sono formate da un parallelepipedo a forma di porzione parzialmente tubolare di tronco di cono. Più in particolare, le sezioni orizzontali delle colonne 16 presentano una loro porzione sagomata a semicirconferenza rivolta verso l'interno del corpo scatolare 11.
Sulle facce interne delle pareti 13A e 13B sono definite delle aperture 13D verso le colonne 16. In pratica, gli interni delle colonne di irrigidimento definiscono rientranze 17 per le pareti 13A e 13B, aperte verso l'alto. Tali rientranze 17 sono atte ad alloggiare porzioni di corrispondenti colonne di un uguale ulteriore pozzetto inserito dall’alto dentro il corpo scatolare per l’impilaggio. Come mostrato in figura 7.
In questo esempio, le rientranze 17 si sviluppano dalla flangia 14 (dove definiscono una apertura verso l’alto di bordo 13E – in questo esempio semicircolare – per l’inserimento delle colonne di uguali pozzetti durante l’impilaggio, e che formano parte del bordo superiore 13C) preferibilmente fino ad un’altezza intermedia di dette pareti (in questo esempio, fino a circa la metà dell'altezza delle pareti 13A e 13B), definendo delle zone di riscontro inferiore 17A sulle rientranze (in questo esempio in corrispondenza delle pareti 13A e 13B) per un ulteriore pozzetto che deve essere impilato dentro il corpo scatolare e più in particolare per le basi inferiori 16A delle colonne 16 dell'ulteriore pozzetto impilato. In questo esempio, il posizionamento intermedio delle zone di riscontro sulle pareti in pratica definisce un'impilabilità che porta ad una riduzione di circa il 50% dell'ingombro verticale di due pozzetti (ovvero il pozzetto impilato sopra il pozzetto inferiore compenetra questo per circa il 50% della sua altezza). Opportunamente, le zone di riscontro inferiore 17A costituiscono anche un vantaggioso punto di appoggio per il piede di un utilizzatore che deve scendere nel, e risalire dal, pozzetto durante un intervento all'interno dello stesso.
Preferibilmente, in questo esempio, nelle rientranze 17 sono definiti rispettivi fondi 17B che separano l’interno cavo delle colonne 16 in due parti, una parte superiore 16B formante le rientranze 17 ed una parte inferiore 16C (la parte superiore è aperta verso l’interno del corpo scatolare, mentre la parte inferiore non è aperta verso l’interno ma è chiusa dalle pareti 13; dall’esterno del corpo scatolare, le colonne si sviluppano in continuità). Opportunamente, tali fondi 17B delle rientranze 17 formano degli utili appoggi per oggettistica ed attrezzi di un tecnico che sta operando all'interno del pozzetto, ad esempio per appoggiare cacciaviti, pinze, vitere, connettori ecc.
In questo esempio, sono vantaggiosamente presenti tre colonne 16 lungo ciascuna parete di lato lungo 13A e due colonne 16 su ciascuna parete di lato corto 13B.
Si è scoperto che da una punto di vista strutturale, i migliori risultati di resistenza )in particolare alla compressione) si ottengono con lo spessore delle pareti 13A e 13B sostanzialmente uguale allo spessore della porzione tubolare delle colonne 16. Preferibilmente, il valore di detto spessore dell’esempio in descrizione è pari a circa 10 mm, identificato come lo spessore che garantisce risultati ottimali.
Da un punto di vista della materia plastica utilizzata, si è scoperto che il poliuretano rigido ben si adatta all’utilizzo per pozzetti di grandi dimensioni, in quanto consente di raggiungere ottime prestazioni di resistenza e caratteristiche di non assorbenza di liquidi. Preferibilmente, il materiale è la combinazione in stampo di due componenti liquidi, un poliolo e un isocianato. Preferibilmente sono utilizzati un poliolo commercialmente noto con il nome di Baydur® 6700 Z-N e un isocianato commercialmente noto con il nome di Desmodur® VP.PU 1511 L. Preferibilmente, la densità ottimale risultante del pozzetto stampato è pari a 1,180 gr/dm^3.
Per consentire il passaggio dei cavi dentro il pozzetto 10, sulle pareti 13A e 13B del corpo scatolare sono presenti delle aree indebolite 18 atte ad essere sfondate per formare passaggi per il passaggio dei cavi. In questo esempio, sono presenti due aree indebolite tra le colonne 16 relative alle pareti 13A di lato lungo (in particolare un'area indebolita 18 nello spazio definito tra ciascuna coppia di colonne), ed un'area indebolita su ciascuna parete 13B di lato corto, tra le relative colonne 16.
Opportunamente, le aree indebolite 18 sono formate da due zone, una prima zona più grande 18A, in questo esempio circolare ed una seconda zona 18B di dimensioni inferiori, disposta centralmente alla prima zona 18A, anch’essa in questo esempio, circolare.
Vantaggiosamente lo spessore della prima zona 18A è inferiore allo spessore della parete 13A o 13B in cui è realizzata e lo spessore della seconda zona 18B è inferiore allo spessore della prima zona 18A. Pertanto la zona centrale più piccola 18B può essere sfondata quando vi è necessità di far passare un numero di cavi che occupa uno spazio trasversale contenuto, mentre la prima zona 18A (con anche la seconda zona 18B) viene sfondato per spazi trasversali di cavi maggiori.
Il pozzetto 10 comprende dei fori di scarico 19 definiti sul fondo 12 del corpo scatolare, per consentire il deflusso di liquidi. Vantaggiosamente, almeno parte di detto fondo 12 è rialzato rispetto alla parte di fondo in cui sono definiti i fori di scarico 19. In pratica il fondo 12 è definito su del livelli, un livello rialzato ed un livello più basso su cui sono realizzati gli scarichi dell'acqua. Tale configurazione consente di avere una parte di fondo che per lo più risulterà più alta della fanghiglia che cola lungo le pareti del pozzetto e che pertanto non si sporcherà.
Opportunamente, la parte del fondo ad altezza maggiore è un’area centrale 12A che risulta pertanto circondata da una zona più bassa 12B su cui sono presenti i fori di scarico 19 definiti nelle zone d'angolo del fondo (va da sé che la posizione ed il numero di fori di scarico potrebbero essere differenti). L'area rialzata è maggiore in estensione rispetto all'area ribassata.
La parte di fondo 12A ad altezza maggiore sarà maggiormente pulita rispetto alle aree ribassate vicine ai fori di scarico e pertanto il rischio che utensili, dispositivi e quant'altro che cadano di mano all'utilizzatore finendo su zone sporche è ridotto.
Inoltre, l'area centrale ad altezza maggiore 12A è convenientemente piana ed contiene le scritte 12C identificative del pozzetto o altre informazioni tecniche che l'utilizzatore può visionare e che rimangono pulite in quanto più altre della zona occupata dalla fanghiglia.
Con riferimento allo specifico esempio descritto, si è verificato che il peso ottimale del pozzetto è compreso tra 24 kg e 31 kg e più preferibilmente circa pari a 27 kg. La resistenza alla compressione libera del pozzetto con tale struttura (ovvero fuori terra) è vantaggiosamente superiore a 380 kN, e più preferibilmente superiore a 450kN.
Da quanto descritto, appare evidente che l’invenzione sopra descritta risolve i problemi dello stato della tecnica sopra presentati. Infatti, si è messo a punto un pozzetto che risulta particolarmente leggero in quanto in materia plastica e che risulta al contempo particolarmente resistente ai carichi. Tale leggerezza ne consente una facile movimentazione sia durante, lo stoccaggio sia durante la messa in opera. Inoltre, la particolare conformazione, ne consente l’impilaggio (senza preclurere caratteristiche di resistenza),a tutto vantaggio dello stoccaggio a magazzino e la movimentazione. Ancora, la particolare struttura consente vantaggi in termini d’uso, facilitando di fatto le operazioni di utilizzo del pozzetto da parte dei tecnici che devono ispezionare i cavi all’interno o realizzare manutenzione.
E’ inteso che quanto illustrato rappresenta solo possibili forme di attuazione non limitative dell’invenzione, la quale può variare nelle forme e disposizioni senza uscire dall’ambito del concetto alla base dell’invenzione. L’eventuale presenza di numeri di riferimento nelle rivendicazioni allegate ha unicamente lo scopo di facilitarne la lettura alla luce della descrizione che precede e degli allegati disegni e non ne limita in alcun modo l’ambito di protezione.

Claims (20)

  1. “POZZETTO” RIVENDICAZIONI 1) Pozzetto di grandi dimensioni per circoscrivere zone di derivazione di linee elettriche o di telecomunicazioni, comprendente un corpo scatolare (11) definito da un fondo (12) e pareti laterali (13A, 13B) che si sviluppano da detto fondo (12), caratterizzato dal fatto che detto corpo scatolare (11) è un corpo monolitico in materia plastica stampata, e che presenta, sul bordo superiore di apertura (13C), una flangia perimetrale (14) dalla quale si sviluppano verso il basso, in unione alle pareti, una pluralità di colonne di irrigidimento (16).
  2. 2) Pozzetto, secondo la rivendicazione 1, in cui detto corpo scatolare (11) è svasato verso il basso e presenta sulle facce interne delle pareti (13A, 13B) , rientranze (17) aperte verso l'interno e verso l’alto su detta flangia (14) definite in corrispondenza di dette colonne (16) ed atte ad alloggiare porzioni di corrispondenti colonne (16) di un uguale ulteriore pozzetto inserito dall’alto dentro detto corpo scatolare (11) per l’impilaggio.
  3. 3) Pozzetto secondo la rivendicazione 2, in cui dette pareti (13A, 13B) sono inclinate in modo svasato verso il basso e dette colonne (16) presentano anch’esse un andamento svasato verso il basso con inclinazione meno pronunciata rispetto a dette pareti (13A, 13B).
  4. 4) Pozzetto secondo la rivendicazione 2 o 3, in cui dette colonne (16) sono formate da un parallelepipedo a forma di porzione parzialmente tubolare di tronco di cono.
  5. 5) Pozzetto secondo la rivendicazione 4, in cui le sezioni orizzontali di dette colonne (16) presentano una porzione con andamento a semicirconferenza rivolta verso l’intero del corpo scatolare (11).
  6. 6) Pozzetto secondo una o più delle rivendicazioni dalla 2 alla 5, in cui dette rientranze (17) sono formate da delle aperture (13d) definite su dette pareti (13a, 13B) in corrispondenza di dette colonne (16) e dallo spazio interno a dette colonne (16), dette rientranze (17) sviluppandosi da detta flangia (14) pre feribilmente fino ad un’altezza intermedia di dette pareti (13a, 13b), definendo una zona di riscontro inferiore (17a) su dette rientranze (17) per un ulteriore pozzetto che deve essere impilato dentro il corpo scatolare (11).
  7. 7) Pozzetto secondo la rivendicazione 6, in cui dette rientranze presentano un fondo (17b) che separa l’interno cavo delle colonne (16) in due parti, una parte superiore (16b) formante dette rientranze (17) ed una parte inferiore (16c).
  8. 8) Pozzetto secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, in cui dette colonne (16) si sviluppano da detta flangia (14) fino alla base (11A) del corpo scatolare (11) e formano con questa la base di appoggio dell’intero pozzetto.
  9. 9) Pozzetto secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, in cui detto corpo scatolare (11) presenta una sagoma in pianta, a meno di dette colonne (16), sostanzialmente quadrangolare e preferibilmente rettangolare.
  10. 10) Pozzetto secondo la rivendicazione 9, in cui detto pozzetto presenta una sagoma in pianta, a meno dello colonne (16), sostanzialmente rettangolare e in corrispondenza dei lati più lunghi (13A) del corpo scatolare (11) sono presenti tre colonne (11) mentre sui lati corti (13B) sono presenti due colonne (16).
  11. 11) Pozzetto secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, comprendente una o più aree indebolite (18) di dette pareti (13A, 13B) atte ad essere sfondate per consentire il passaggio dei cavi.
  12. 12) Pozzetto secondo la rivendicazione 11, in cui una detta area (18) è disposta tra rispettive coppie di colonne (18) di una medesima parete (13A, 13B).
  13. 13) Pozzetto secondo la rivendicazione 11 o 12, in cui dette aree indebolite (18) sono formate da due zone, una prima zona più grande (18A), preferibilmente circolare ed una seconda zona di dimensioni inferiori (18B), disposta centralmente a detta prima zona (18A), anch’essa preferibilmente circolare; preferibilmente lo spessore di detta prima zona (18A) è inferiore allo spessore della parete (13A, 13B) in cui è realizzata e lo spessore di detta seconda zona (18B) è inferiore allo spessore di detta prima zona (18A).
  14. 14) Pozzetto secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, comprendente almeno un foro di scarico (19) definito sul fondo (12) di detto corpo scatolare (12), per consentire il deflusso di liquidi.
  15. 15) Pozzetto secondo la rivendicazione 14, in cui almeno parte (12A) di detto fondo (12) è rialzato rispetto alla parte (12B) di fondo (12) in cui è definito detto almeno un foro di scarico (19), definendo così almeno due livelli per detto fondo (12).
  16. 16) Pozzetto secondo la rivendicazione 15, in cui la parte (12A) di detto fondo (12) ad altezza maggiore è un’area centrale che risulta pertanto circondata da una zona più bassa (12B) su cui è presente detto almeno un foro di scarico (19).
  17. 17) Pozzetto secondo la rivendicazione 14 o 15, in cui detta parte rialzata (12A) di fondo (12) è sostanzialmente piana ed è atta a contenere scritte identificative del pozzetto e/o altri dati.
  18. 18) Pozzetto secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, in cui detta flangia (14) è formata da una fascia piana (14A) con bordo esterno rialzato (14B) e da nervature di irrigidimento (14C) disposte su detta fascia piana (14A) e colleganti detto bordi esterno rialzato (14B) con il bordo superiore (13C) di dette pareti (13A, 13B).
  19. 19) Pozzetto secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, in cui detta flangia presenta mezzi di aggancio (15) ad un chiusino atto ad appoggiare su detta flangia (14).
  20. 20) Pozzetto secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, in cui il peso è compreso tra 24 kg e 31 kg e più preferibilmente circa pari a 27 kg; la resistenza alla compressione libera del pozzetto essendo superiore a 380 kN, e più preferibilmente superiore a 450kN.
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