ITFI20080047A1 - "materiale cartaceo multivelo goffrato e gruppo goffratore per la sua produzione" - Google Patents

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Description

“MATERIALE CARTACEO MULTIVELO GOFFRATO E GRUPPO
GOFFRATORE PER LA SUA PRODUZIONE”
DESCRIZIONE
Campo tecnico
La presente invenzione riguarda un nuovo materiale cartaceo multivelo, in specie in carta cosiddetta tissue, per la produzione di tovaglioli, fazzoletti, rotoli di carta igienica o carta asciugatutto e simili.
L'invenzione riguarda anche perfezionamenti a gruppi goffratori per la lavorazione di fogli di carta tissue destinati alla produzione di un materiale cartaceo multivelo goffrato.
Stato della tecnica
Nel settore dei materiali cartacei monouso, come ad esempio di tovaglioli e fazzoletti monouso, carta igienica, carta asciugatutto per uso domestico od industriale è noto produrre materiali multivelo, cioè costituiti da due o più veli fra loro accoppiati tipicamente per incollaggio, in cui uno o più dei veli formanti il materiale cartaceo sono goffrati per ottenere effetti decorativi e/o tecnicofunzionali.
Nella produzione di tovaglioli od altri prodotti formati da fogli piegati uno dei problemi che si riscontrano è rappresentato dalla disuniformità dello spessore del materiale cartaceo, che comporta difficoltà nella formazione delle pile di tovaglioli piegati e quindi nel loro confezionamento. Inoltre, in questo tipo di articoli si presenta l'ulteriore inconveniente di un accidentale distacco reciproco dei veli lungo i bordi con conseguente formazione di lembi che possono piegarsi accidentalmente anche durante il confezionamento, il che dà luogo a difetti nella confezione finita.
Nella produzione di articoli monouso, inoltre, la tendenza è verso la progettazione di macchine versatili, tali cioè che con un minimo di interventi di modifica sulla linea produttiva possano fornire prodotti con aspetti estetici diversi, per modificare la produzione nel tempo od anche per produrre simultaneamente prodotti di aspetto estetico variabile l'uno dall'altro, così da realizzare confezioni multiprodotto con un particolare pregio estetico caratterizzato dalla presenza di articoli di colore e/o disegno diversi tra loro.
Scopi e sommario dell’invenzione
Secondo un aspetto, l'invenzione propone un nuovo materiale cartaceo multivelo goffrato che superi in tutto od in parte uno o più degli inconvenienti dei materiali conosciuti e/o che fornisca migliori caratteristiche estetiche e/o tecnico-funzionali.
Secondo una forma di realizzazione il materiale multivelo comprende almeno un primo velo ed almeno un secondo velo di carta tissue goffrati ed accoppiati per incollaggio in cui:
− lungo almeno una porzione di bordo il primo velo ed il secondo velo presentano una goffratura punta-punta, in corrispondenza della quale detti primo e secondo velo sono incollati con un primo collante in corrispondenza di protuberanze rivolte le une verso le altre all'interno del materiale multivelo;
− in una porzione centrale il primo velo è corredato di una goffratura centrale con protuberanze rivolte verso l'interno del materiale multivelo ed il secondo velo è corredato di una goffratura decorativa con protuberanze rivolte verso l'interno del materiale multivelo, in detta porzione centrale i due veli essendo tra loro incollati punta-punta con un secondo collante in corrispondenza di superfici di contatto tra loro corrispondentisi di protuberanze della goffratura centrale del primo velo e di protuberanze della goffratura decorativa del secondo velo;
− il primo collante ed il secondo collante hanno caratteristiche tra loro diverse.
Le porzioni di bordo possono formare una cornice che delimita una porzione centrale, oppure due fasce parallele a due bordi, tra le quali è presente una zona centrale. I collanti possono essere vantaggiosamente di caratteristiche cromatiche diverse, ad esempio di colori diversi o densità diverse dello stesso colore, per ottenere effetti decorativi particolarmente interessanti, e una notevole varietà di prodotti anche con una unica coppia di rulli goffratori. Secondo una diversa forma di realizzazione, tuttavia, i collanti possono essere tra loro diversi per quanto riguarda altre caratteristiche tecniche o funzionali. Ad esempio un primo collante può essere più denso e più adesivo per ottenere una giunzione più efficace dei due veli anche in presenza di superfici di contatto reciproco di modesta estensione. L'altro collante può, invece, essere meno denso, cioè ottenuto con una maggiore diluizione in acqua od altro solvente, per ottenere un'adesione meno forte. Questo può essere utile in zone dove si hanno elevate aree goffrate che ricevono il secondo collante e dove, se il secondo collante fosse denso come il primo, si otterrebbe una rigidità eccessiva del prodotto finito.
Come è noto agli esperti del ramo, per goffratura punta-punta od accoppiamento punta-punta di due o più veli goffrati si intende un accoppiamento ovvero una goffratura in cui le protuberanze di un velo, orientate verso l'interno del materiale multivelo, sono contrapposte e corrispondenti a protuberanze dell'altro velo, anche esse orientate verso l'interno del manufatto multivelo. In altri termini i due veli sono in contatto tramite le superfici frontali di protuberanze contrapposte orientate verso l'interno del prodotto.
Nella definizione di goffratura od accoppiamento punta-punta rientrano anche i casi in cui soltanto alcune delle punte o protuberanze di un velo corrispondono a punte o protuberanze dell'altro ed anche l'ipotesi in cui le protuberanze dei due veli corrispondano soltanto a zone, cioè ad esempio nel caso in cui le protuberanze dell'uno e/o dell'altro velo siano costituite da elementi sporgenti lineari che si intersecano sovrapponendosi in zone delimitate di intersezione.
Ciascun velo può presentare una grammatura tipica dei veli di carta tissue, ad esempio compresa tra 15 e 80 gr/m<2>e più preferibilmente fra 30 e 60 gr/m<2>. Ciascun velo può essere a sua volta costituito da uno o più strati di carta tissue a seconda delle caratteristiche di peso, resistenza, capacità di assorbimento, spessore ed altro che si richiede al prodotto finito.
Non si esclude la possibilità che fra il primo velo ed il secondo velo di carta tissue goffrati ed accoppiati per incollaggio siano interposti uno o più veli intermedi, eventualmente lisci od a loro volta goffrati, ad esempio con una goffratura di fondo od una microgoffratura.
Il materiale multivelo può essere confezionato in singoli fogli piegati, ad esempio in forma di fazzoletti, tovaglioli o simili. In questo caso la porzione di bordo goffrata punta-punta può preferibilmente circondare sui quattro lati una zona o area centrale. In questo modo il manufatto piegato viene incollato stabilmente ed in modo efficiente lungo tutto il bordo perimetrale tramite l'accoppiamento punta-punta delle rispettive protuberanze del primo e del secondo velo.
In altre forme di realizzazione il materiale cartaceo multivelo può essere confezionato in rotolo. In tal caso la porzione di bordo goffrata punta-punta è preferibilmente costituita da due fasce longitudinali che si sviluppano lungo i bordi longitudinali del materiale in rotolo. Non si esclude la possibilità di realizzare ulteriori zone goffrate punta-punta lungo le perforazioni trasversali che nel prodotto in rotolo suddividono un foglietto di materiale cartaceo dall'altro, dove i foglietti sono singolarmente staccabili per strappo lungo le linee di perforazione. In quest'ultima ipotesi ciascun foglietto risulta così incollato lungo i quattro lati in corrispondenza delle goffrature punta-punta dei due veli con il vantaggio che il singolo foglietto non tende a delaminarsi, cioè si evitano o comunque si limitano i rischi di distacco di un velo rispetto all'altro lungo la zona di bordo del foglietto singolo staccato dal materiale nastriforme continuo in rotolo.
Con le caratteristiche del materiale cartaceo multivelo goffrato secondo l'invenzione si ottiene, oltre ad un efficace accoppiamento lungo il bordo del manufatto, anche l'ulteriore vantaggio che le varie porzioni del materiale, sia quella di bordo sia quella centrale, presentano sostanzialmente circa lo stesso spessore, poiché tanto lungo il bordo quanto nella zona centrale entrambi i veli del materiale multivelo sono goffrati preferibilmente con protuberanze della stessa altezza. Questo evita gli inconvenienti tipici di alcuni materiali cartacei multivelo in foglio piegato, i quali presentano bordi di spessore maggiore rispetto alla zona centrale o viceversa a causa della tecnica con cui essi sono goffrati ed accoppiati tra loro.
L'utilizzo di collanti colorati con diverse caratteristiche cromatiche per la porzione di bordo e per la porzione centrale consente di ottenere manufatti caratterizzati da una notevole variabilità del decoro. Come apparirà chiaro dalla descrizione che segue di alcune forme di attuazione dell'invenzione, è anche possibile realizzare gruppi goffratori che producono dagli stessi veli provenienti da una o più bobine prodotti fra loro diversi per disegno e distribuzione dei colori.
Per caratteristiche cromatiche dei collanti colorati si deve genericamente intendere qualunque caratteristica di differenziazione cromatica, sia essa determinata dall'utilizzo di colori diversi, sia essa determinata dall'utilizzo di tonalità diverse dello stesso colore, oppure ancora da una maggiore o minore intensità ottenuta ad esempio con un diverso dosaggio di collanti dello stesso colore nelle diverse aree o porzioni del materiale cartaceo multivelo. Preferibilmente, tuttavia, i due collanti si differenziano per un diverso colore, ottenendosi così un migliore effetto di caratterizzazione cromatica del prodotto finito. In alcune forme di realizzazione entrambi i collanti sono colorati. In altre forme di realizzazione, viceversa, uno dei collanti può essere incolore, per cui le aree incollate con esso assumono il colore della carta di base, mentre l'altro collante è colorato.
In alcune forme di realizzazione la goffratura punta-punta della porzione di bordo di entrambi i veli è preferibilmente costituita da protuberanze di forma geometrica semplice e ripetitiva. Ad esempio le protuberanze dei due veli nella porzione di bordo possono essere formate da protuberanze tronco-coniche o tronco-piramidali. In una forma di realizzazione preferita, tuttavia, le protuberanze delle zone a goffratura punta-punta sono costituite su entrambi i veli od al meno su uno dei veli da protuberanze lineari, cioè caratterizzate da una dimensione nella lunghezza sostanzialmente superiore alla dimensione in larghezza e tipicamente con una lunghezza almeno dieci volte, preferibilmente almeno 20 volte, e più preferibilmente almeno 50 volte superiore rispetto alla dimensione trasversale cioè alla larghezza. Utilizzando goffrature lineari si semplifica la messa a punto del gruppo goffratore, poiché vengono meno o comunque si riducono in modo sostanziale le difficoltà di fasatura tra i rulli goffratori che lavorano i due veli da accoppiare.
Infatti, quando la goffratura punta-punta è costituita da singole protuberanze isolate, ad esempio di forma tronco-piramidale o tronco-conica, i rulli goffratori devono essere fasati in modo preciso affinché le protuberanze di un rullo vadano a corrispondere alle protuberanze dell'altro così da generare veli accoppiati correttamente punta-punta. Viceversa quando le protuberanze sono lineari, preferibilmente su entrambi i veli e quindi su entrambi i rulli goffratori che li lavorano, non è necessaria alcuna fasatura precisa dei rulli goffratori, poiché in ogni caso le protuberanze lineari di un rullo vanno ad intersecare le protuberanze lineari dell'altro, essendo tali protuberanze lineari orientate con orientamenti angolari distinti. In questo modo si generano zone di sovrapposizione punta-punta costituite dalle intersezioni delle protuberanze lineari generate sui due veli e formate dai due rulli goffratori. Ad esempio se le protuberanze lineari hanno un andamento rettilineo, le zone di accoppiamento punta-punta saranno costituite, per ciascuna protuberanza lineare di un velo, dai punti o zone di intersezione di questa protuberanza lineare con corrispondenti protuberanze lineari ad andamento angolare diverso dell'altro velo.
Per ridurre le sollecitazioni trasversali che possono essere generate sul singolo velo durante la goffratura da sporgenze lineari inclinate con andamento elicoidale sul rullo goffratore, necessarie per generare protuberanze di goffratura lineari e rettilinee sul velo goffrato, in una vantaggiosa forma di realizzazione le protuberanze lineari sono orientate con orientamenti angolari diversi, preferibilmente opposti, nella porzione di bordo e nella porzione centrale rispettivamente.
Secondo alcune forme di realizzazione, la porzione di bordo può essere suddivisa in due zone tra loro vantaggiosamente separate e le protuberanze lineari possono avere orientamenti angolari diversi e preferibilmente opposti nelle due zone separate della porzione di bordo. Secondo altre forme di realizzazione la porzione di bordo può essere suddivisa in aree anche continue caratterizzate da protuberanze lineari di goffratura orientate secondo angolazioni diverse e preferibilmente opposte, sempre allo scopo di generare sul velo in lavorazione una forza di trazione laterale a risultante sostanzialmente nulla o comunque limitata, cosicché il velo non tenda a sbandare eccessivamente in direzione trasversale durante la lavorazione.
La goffratura di fondo della porzione centrale del primo velo può essere vantaggiosamente formata da una goffratura semplice e ripetitiva di forma geometrica, come ad esempio protuberanze tronco-piramidali o tronco-coniche, ma preferibilmente sarà costituita da protuberanze di forma lineare ed in particolare ad esempio di forma rettilinea, con un orientamento angolare opportuno per esercitare, durante la lavorazione, sul materiale in velo una forza trasversale limitata e preferibilmente tendente a zero.
Secondo un ulteriore aspetto l'invenzione riguarda un gruppo comprendente: un primo percorso per un primo velo ed un secondo percorso per un secondo velo da goffrare; un primo rullo goffratore cooperante con un primo rullo di pressione; un secondo rullo goffratore cooperante con un secondo rullo di pressione, detti primo e secondo rullo goffratore essendo corredati di sporgenze definenti motivi di goffratura per un primo velo e per un secondo velo, rispettivamente, alimentati lungo detto primo percorso e detto secondo percorso; e detti rulli goffratori essendo registrabili in assetto punta-punta per laminare i due veli tra le rispettive sporgenze in una gola di laminazione definita tra detti primo e detto secondo rullo goffratore; un primo erogatore di collante cooperante con detto primo rullo goffratore e corredato di un primo rullo applicatore per applicare un primo collante su aree definite del primo velo in corrispondenza di sporgenze del primo rullo goffratore, un secondo erogatore di collante cooperante con detto secondo rullo goffratore e corredato di un secondo rullo applicatore per applicare un secondo collante su aree definite dal secondo velo in corrispondenza di sporgenze del secondo rullo goffratore.
Ulteriori vantaggiose caratteristiche del materiale multivelo cartaceo e del gruppo goffratore secondo l'invenzione sono indicate nelle allegate rivendicazioni e verranno descritte in maggiore dettaglio con riferimento ad alcune forme di realizzazione esemplificative e non limitative dell'invenzione.
Breve descrizione dei disegni
L'invenzione verrà meglio compresa seguendo la descrizione e gli uniti disegni, i quali mostrano pratiche forme di realizzazione non limitative dell'invenzione. Più in particolare, nel disegno mostrano: la
Fig.1 uno schema di una possibile forma di realizzazione di un gruppo goffratore secondo l'invenzione; le
Figg.2 e 3 viste laterali dei due rulli goffratori del gruppo goffratore di Fig.1 in una possibile forma di realizzazione schematica; le
Le Figg.2A, 3A, 3B mostrano sezioni locali ingrandite secondo le linee IIA-IIA, IIIA-IIIA e IIIB-IIIB rispettivamente delle Figg.2 e 3;
Figg.4 e 5 viste laterali di due rulli cliché dei due erogatori di collante del gruppo goffratore della Fig.1 in una possibile forma di realizzazione; le
la Fig.4A mostra una sezione locale ingrandita secondo la linea IVA-IVA di Fig.4;
la Fig.5A mostra una sezione locale ingrandita secondo la linea VA-VA di Fig.5; la
Fig.6 una vista in pianta di una porzione del primo velo goffrato con un gruppo goffratore secondo le Figg.1 a 5; la
Fig.7 una vista in pianta del secondo velo goffrato con un gruppo goffratore secondo le Figg.1 a 5, le Figg.6 e 7 essendo in scale diverse; la
Fig.8 una sezione trasversale schematica e non in scala del materiale multivelo ottenuto dall'accoppiamento dei veli delle Figg.6 e 7; la
Fig.8A una vista in pianta di un tovagliolo ottenuto con il materiale multivelo delle Figg.6 a 8;
Fig.9 una vista in pianta di una porzione di un secondo velo goffrato con un motivo di decoro diverso, utilizzabile con il velo goffrato della Fig.6; le Figg.10A e 10B viste laterali di una diversa forma di realizzazione di due rulli goffratori utilizzabili in combinazione su un gruppo goffratore del tipo illustrato in Fig.1 per la produzione di un materiale nastriforme multivelo, specificamente destinato alla formazione di rotoli; le
Figg.11A e 11B viste laterali dei rulli cliché degli erogatori di collante associati ai rulli goffratori delle Figg.10A e 10B rispettivamente; le
Figg.12A a 12E viste schematiche di porzioni di materiale nastriforme multivelo ottenuti con i rulli goffratori delle Figg.10A e 10B; la
Fig.13 mostra porzioni di due rulli goffratori in una diversa forma di realizzazione; e la
Fig.14 mostra una sezione locale ingrandita e schematica di un materiale nastriforme cartaceo realizzato con un gruppo goffratore analogo a quello di Fig.1, ma con i rulli di Fig.13.
Descrizione dettagliata di forme di attuazione dell’invenzione
Con iniziale riferimento alla Fig.1, in una forma di realizzazione dell'invenzione, un gruppo goffratore genericamente indicato con 1 può comprendere un primo rullo goffratore 3 cooperante con un primo rullo di pressione 5. Il primo rullo di pressione 5 presenta ad esempio una superficie cilindrica rivestita in materiale elasticamente cedevole. Sul primo velo V1 alimentato lungo un primo percorso di alimentazione nella gola definita dai rulli 3 e 5 vengono così generate goffrature per effetto della penetrazione all'interno dello strato elasticamente cedevole del rullo di pressione 5 di sporgenze realizzate sulla superficie cilindrica del primo rullo goffratore 3. La forma delle sporgenze del rullo goffratore 3 può essere del tipo illustrato in maggiore dettaglio con riferimento alle successive Figg.2 a 5.
Il gruppo goffratore 1 presenta vantaggiosamente un secondo rullo goffratore 7 corredato, analogamente al gruppo goffratore 3, di sporgenze di goffratura di forma opportuna e che verrà descritta in possibili esempi di realizzazione nel seguito con riferimento in particolare alla Fig.3 ed alle Figg.7 e 9. Il secondo rullo goffratore 7 coopera con un secondo rullo di pressione 9 che, analogamente al rullo di pressione 5, può essere corredato di una superficie ci lindrica rivestita in materiale elasticamente cedevole per poter goffrare un secondo velo V2 alimentato lungo un secondo percorso di alimentazione verso la gola di goffratura definita dai rulli 7 e 9.
Fra i rulli goffratori 3 e 7 è definita una gola di laminazione 11, attraverso la quale vengono fatti passare i due veli V1, V2 precedentemente goffrati nelle gole di goffratura 3, 5 e 7, 9 rispettivamente. Sulle protuberanze generate dai rulli goffratori 3 e 7 sui veli V1 e V2 rispettivamente viene applicato, con apposita distribuzione ottenuta con un rullo cliché di seguito descritto, un rispettivo collante per ottenere l'incollaggio per laminazione dei veli V1 e V2 nella gola di laminazione 11.
In alcune forme di realizzazione, a tale scopo il gruppo goffratore 1 presenta un primo erogatore di collante 13 ed un secondo erogatore di collante 15 associati rispettivamente al primo rullo goffratore 3 ed al secondo rullo goffratore 7.
In alcune forme di realizzazione gli erogatori di collante 13 e 15 presentano la stessa conformazione, salvo per quanto concerne il disegno dei rulli cliché, come di seguito descritto, non essendo comunque esclusa la possibilità di realizzare erogatori di collante 13 e 15 con configurazioni tra loro diverse.
In alcune forme di realizzazione, ciascuno degli erogatori di collante 13 e 15 presenta un serbatoio di collante 13A, 15A, in cui è contenuto un rispettivo collante. Vantaggiosamente i due collanti presentano caratteristiche cromatiche diverse. Ad esempio i due collanti possono avere colori diversi, oppure uno può essere colorato e l'altro incolore, oppure ancora possono presentare tonalità diverse di uno stesso colore. Il collante viene prelevato dal contenitore 13A, 15A per mezzo di un rullo retinato indicato con 13B per l'erogatore 13 e con 15B per l'erogatore 15. Il rullo retinato o rullo anilox 13B, 15B trasferisce il collante su un rullo di stampa o rullo cliché indicato con 13C per l'erogatore di collante 13 e con 15C per l'erogatore di collante 15.
I rulli cliché 13C e 15C presentano una superficie conformata a rilievi e depressioni secondo un particolare disegno in modo da poter applicare il collante, anziché su tutte le protuberanze generate su rispettivi veli V1, V2, soltanto su alcune di dette protuberanze, come verrà meglio precisato nel seguito con riferimento alle Figg.4 ad 8.
La Fig.2 mostra una porzione laterale schematica del primo rullo goffratore 3 in una possibile forma di realizzazione. Lungo lo sviluppo circonferenziale del rullo 3 sono previste una o più zone o aree A1 di forma sostanzialmente quadrangolare (nello sviluppo in piano della superficie cilindrica del rullo) in cui il rullo presenta incisioni e sporgenze di forma lineare ed andamento elicoidale. Le sporgenze sono indicate con 3A. In Fig.2A è mostrato un ingrandimento in sezione trasversale secondo la linea IIA-IIA di una porzione della superficie del rullo. In questa sezione è visibile la conformazione delle sporgenze 3A tra loro distanziate da incavi, scanalature o incisioni 3B.
La forma delle sporgenze 3A è tale per cui sul velo V1 goffrato dal rullo 3 verranno generate in corrispondenza dell'area A1 sporgenze di goffratura ad andamento rettilineo inclinato, ad esempio di un angolo compreso fra 20 e 80° e preferibilmente fra 30 e 60°, ancora più preferibilmente attorno a 45° rispetto ai bordi del velo V1.
Le sporgenze lineari 3A presentano un'altezza H ad esempio compresa tra 0,5 e 1,8 mm. La larghezza L della singola sporgenza 3A può essere compresa ad esempio tra 0,3 e 1,5 mm. Il passo P tra le sporgenze 3A può essere compreso tra 1 e 5 mm. Secondo alcune forme di realizzazione le sporgenze 3A possono essere disposte con una densità compresa tra 2 e 10 sporgenze/cm.
Sulla superficie del rullo goffratore 3 le aree o porzioni A1 possono essere disposte in un numero pari ad uno o più lungo lo sviluppo circonferenziale ed in numero di uno o più lungo lo sviluppo longitudinale, a seconda della dimensione diametrale e longitudinale del rullo goffratore 3 e della larghezza dei veli V1 e V2.
Secondo alcune forme di realizzazione, nell'area indicata con B1 circondante le aree A1 il rullo goffratore 3 presenta una pluralità di sporgenze 3C che possono avere, analogamente alle sporgenze 3A, una conformazione geometrica semplice. In alcune forme di realizzazione, come quella illustrata, le sporgenze 3C presentano una conformazione lineare analoga alle sporgenze 3A. Le dimensioni ed il passo, nonché la densità delle sporgenze 3C possono essere sostanzialmente dello stesso ordine di grandezza di quelle delle sporgenze 3A. Tuttavia, preferibilmente le sporgenze 3C sono inclinate con un angolo opposto rispetto a quello delle sporgenze 3A. Ad esempio, se le sporgenze 3A sono inclinate di 45° rispetto all'asse A-A del rullo, le sporgenze 3C possono essere inclinate di 135°.
Secondo alcune vantaggiose forme di realizzazione le sporgenze 3A nelle aree A1 sono separate dalle sporgenze 3C nelle aree B1, cioè le sporgenze 3A e 3C non sono tra loro raccordate, bensì preferibilmente distanziate di un ordine di grandezza ad esempio corrispondente alla loro larghezza. In questo modo si forma una discontinuità avente la forma sostanzialmente di un riquadro indicato con R che circonda ciascuna area o porzione A1. Questo riquadro R privo di sporgenze, che può avere la forma di una cornice ad esempio di 0,01 -5 mm di larghezza, consente una minore criticità nella fasatura dei rulli, come risulterà chiaro da quanto appresso descritto.
L'incisione della superficie cilindrica del rullo goffratore 7 è descritta nel seguito con riferimento alle Figg.3, 3A e 3B.
In modo analogo a quanto previsto per il rullo goffratore 3, anche il rullo goffratore 7 è suddiviso in aree, porzioni o zone, indicate con C1 e D1. Più in particolare le zone C1 sono costituite da riquadri di forma e dimensione sostanzialmente uguali a quelle delle aree A1, mentre l'area D1 circonda le zone o riquadri C1 e si sviluppa sostanzialmente in modo analogo all'area B1 del rullo goffratore 3. In questo modo i rulli goffratori 3 e 7 possono essere fasati così che nella gola di laminazione 11 le aree C1 vadano a corrispondere alle areee A1.
Nell'area D1 che circonda i riquadri C1 del rullo 7 sono realizzate sporgenze 7C lineari. In alcune forme di realizzazione dette sporgenze 7C sono sostanzialmente equivalenti alle sporgenze 3C del rullo goffratore 3, ma orientate in verso opposto. In questo modo nella gola di laminazione 11 le sporgenze lineari 3C e 7C vanno a corrispondersi mutuamente in zone di intersezione, ciascuna sporgenza lineare 7C intersecando una pluralità di sporgenze lineari 3C e viceversa.
Nei riquadri, zone o aree C1 sono invece realizzate sporgenze 7B di forma complessa, definenti motivi decorativi. A titolo esclusivamente di esempio in Fig.3 le sporgenze 7B hanno la forma di ellissi, ma si deve comprendere che esse possono definire disegni qualsiasi. In alcune forme di realizzazione, le sporgenze 7B hanno uno sviluppo lineare preferibilmente non rettilineo, cioè presentano uno sviluppo in lunghezza molto maggiore rispetto alla larghezza o spessore. Esse possono definire linee aperte o linee chiuse, come mostrato nell'esempio di Fig.3.
Le altezze delle sporgenze 7C e 7B, indicate con H1 nelle Figg.3A e 3B, sono tra loro uguali e possono essere uguali o diverse rispetto alle altezze H delle sporgenze 3A, 3C del rullo 3.
Le Figg.4 e 5 mostrano una possibile forma di realizzazione dei rulli cliché 13C e 15C dei due erogatori di collante 13 e 15 rispettivamente, atti a cooperare con rulli goffratori conformati come mostrato nelle Figg.2 e 3. Il rullo cliché 13C mostrato in Fig.4 e nel dettaglio ingrandito di Fig.4A presenta incavi I1 di forma quadrangolare (nello sviluppo in piano), la cui dimensione corrisponde sostanzialmente alla dimensione delle aree A1 del rullo goffratore 3. La superficie circostante indicata con S1 del rullo cliché 13C sporge rispetto agli incavi I1 e li circonda. In questo modo il rullo cliché 13C riceve il collante dal rullo retinato o rullo anilox 13B soltanto sulla superficie S1 e pertanto trasferisce il collante soltanto nella zona B1 del rullo goffratore 3, le aree A1 rimanendo prive di collante. In questo modo il velo V1 viene goffrato dal rullo goffratore 3 nella gola fra il rullo 3 ed il rullo 5 e le protuberanze su di esso generate corrispondenti alle sporgenze 3C del rullo goffratore 3 ricevono il collante dalla superficie S1 del rullo o cliché 13C, mentre le protuberanze generate dalle sporgenze 3A nelle aree A1 rimangono prive di collante.
Viceversa, il rullo cliché 15C dell'erogatore di collante 15 presenta una conformazione superficiale complementare a quella del rullo cliché 13C, con porzioni sporgenti I2 a forma di riquadri corrispondenti per posizione e dimensione ai riquadri C1 del rullo goffratore 7. Le zone sporgenti I2 della superficie laterale del rullo cliché 15C sono circondate da una superficie ribassata S2 che non riceve il collante dal rullo retinato o rullo anilox 15B, il quale viceversa distribuisce un velo di collante sulla superficie sporgente delle aree in rilievo I2. Di conseguenza il velo V2 goffrato nella gola tra il rullo goffratore 7 ed il rullo di pressione 9 riceve il collante erogato dall'erogatore 15 in corrispondenza della protuberanze generate dalle sporgenze 7B, per effetto del contatto con le superfici sporgenti I2, mentre le protuberanze generate dalle sporgenti lineari 7C della zona D1 del rullo goffratore 7 rimangono prive di collante.
Nella gola di laminazione 11 tra i rulli goffratori 3 e 7 le sporgenze 7C e 3C vengono premute le une contro le altre in assetto punta-punta comprimendo, cioè laminando tra loro, i due veli V1 e V2. Questo fa sì che il collante colorato applicato dal rullo cliché 13C dell'erogatore 13 vada ad incollare reciprocamente le porzioni dei veli V1 e V2 corrispondenti alle superfici B1, D1 dei rulli 3 e 7. Viceversa, le aree dei veli V1 e V2 corrispondenti alle zone A1 e C1 dei rulli goffratori 3 e 7 vengono incollate tramite il collante applicato dal rullo cliché 15C nelle zone in cui si ha corrispondenza fra le sporgenze 7B del rullo goffratore 7 e le sporgenze lineari 3A del rullo goffratore 3.
Il materiale nastriforme multivelo che si ottiene dalla goffratura tramite il gruppo goffratore 1 sin qui descritto è illustrato in particolare nelle Figg.6, 7 ed 8.
La Fig.6 mostra una porzione del velo V1 goffrato nel gruppo goffratore 1. In questa porzione di velo V1, che potrebbe essere ad esempio una parte di un tovagliolo ottenuto dall'accoppiamento dei veli V1, V2, sono presenti protuberanze lineari PA generate dalle sporgenze lineari 3C del rullo goffratore 3, inclinate di un angolo di circa 45° rispetto alla direzione macchina MD, cioè alla direzione di avanzamento del velo V1 nel gruppo goffratore. Il velo V1 presenta, inoltre, protuberanze lineari PB interne ad una cornice esternamente delimitata dalle protuberanze PA. Le protuberanze PB hanno una forma lineare circa equivalente a quella delle protuberanze PA (in particolare per quanto riguarda il passo e la dimensione), ma una inclinazione preferibilmente uguale ed opposta. Il riquadro contenente le protuberanze PB è separato dalla cornice definita dalle protuberanze PA da una zona intermedia priva di protuberanze. Questa zona corrisponde alla zona R priva di sporgenze 3C, 3A del rullo goffratore 3.
La Fig.7 mostra una porzione del velo V2. Quest'ultimo presenta una cornice in cui sono distribuite protuberanze PC lineari generate da sporgenze 7C del rullo goffratore 7. Questa cornice presenta una dimensione sostanzialmente equivalente a quella della cornice definita dalle protuberanze lineari PA sul velo V1. Come si osserva dal confronto delle Figg.6 e 7, le protuberanze PA e le protuberanze PC sono inclinate in versi opposti cosicché sovrapponendole esse si intersecano in punti o aree quadrangolari di dimensioni pari alle dimensioni trasversali delle protuberanze PA e PC. In queste zone si ha l'incollaggio reciproco punta-punta dei due veli.
Nella zona interna al riquadro formato dalle protuberanze lineari PC il velo V2 presenta protuberanze PD di forma corrispondente alle sporgenze 7B del rullo goffratore 7. Queste protuberanze PD presentano una forma più complessa delle protuberanze lineari PA, PB e PC, poiché devono costituire la parte decorativa del prodotto. Nell'esempio illustrato in Fig.7 si tratta di linee ad andamento circolare e/o ellittico in rilievo, sporgenti verso l'interno del materiale multivelo, cioè verso il velo V1. Le protuberanze PD sono incollate in corrispondenza delle superfici frontali di esse laddove tali superfici vanno a corrispondere alle sottostanti protuberanze PB del velo V1. L'accoppiamento avviene per laminazione nella gola 11 tra i rulli goffratori 3 e 7 in modo analogo, e quindi con incollaggio punta-punta, a quanto accade per le protuberanze PC e PA tra loro intersecantisi.
In Fig.8 è mostrata una sezione trasversale fortemente schematizzata ed ingrandita del manufatto ottenuto dall'accoppiamento dei veli V1 e V2. La sezione è stata eseguita lungo una linea parallela ad una protuberanza PA e quindi ortogonale alle protuberanze PB del velo V1, nonché alle protuberanze PC del velo V2. Con CA sono indicati i punti di incollaggio reciproco lungo la zona di sovrapposizione delle cornici definite dalle protuberanze PA e PC (incollaggio nelle intersezioni delle protuberanze lineari PA, PB). Con CB sono indicate le zone di sovrapposizione ed incollaggio fra le protuberanze PD del velo V2 e le protuberanze PB del velo V1, dove è ottenuto l'incollaggio tra i veli V1 e V2 con il collante erogato dall'erogatore 15.
In Fig.8A è schematicamente mostrato in vista in pianta un manufatto M in forma di tovagliolo formato da una porzione di materiale nastriforme multivelo costituita dall'accoppiamento di V1 e V2 goffrati come in precedenza descritto. Il tovagliolo, che può essere piegato lungo le due linee di piegatura L1 ed L2, presenta una cornice goffrata ed incollata punta-punta con le protuberanze PA, PC ed un riquadro centrale con le protuberanze PD sul velo V2 e PB sul velo V1. In Fig.8A una porzione del velo V1 nella zona centrale è asportata per mostrare la goffratura PB del sottostante velo V2.
Il manufatto così ottenuto presenta: uno spessore uniforme grazie all'uguaglianza delle altezze delle protuberanze sulle varie zone del velo V1 e del velo V2; un incollaggio particolarmente stabile lungo i bordi, grazie alla sovrapposizione in punti molto fitti delle linee formate dalle protuberanze PA e PC; ed una zona centrale decorata su una faccia con le protuberanze PD, in cui si ha un adeguato incollaggio reciproco dei veli V1, V2. Inoltre, il manufatto presenta un particolare effetto decorativo-estetico ottenuto grazie alla differenza cromatica tra i collanti erogati dagli erogatori 13 e 15. Più in particolare, una prima colorazione caratterizza la cornice in cui si trovano le protuberanze PA e PC ed un secondo colore caratterizza i decori PD centrali.
Oltre ai vantaggi sopra menzionati, il gruppo goffratore 1 consente anche di produrre manufatti M tra loro diversi ad esempio realizzando le sporgenze 7B di riquadri C1 consecutivi del rullo goffratore 7 di forma e/o di dimensione e/o distribuzione diverse tra loro. Ancora, volendo cambiare il motivo decorativo tra un lotto di produzione e l'altro è sufficiente sostituire il rullo goffratore 7 con un altro presentante sporgenze 7B di altra forma, mantenendo il rullo goffratore 3. Questo semplifica in modo sostanziale le operazioni di cambio prodotto aumentando la flessibilità della macchina.
A titolo puramente esemplificativo la Fig.9 mostra una porzione di un velo V2 analogo alla porzione mostrata in Fig.7, ma con un diverso decoro definito da protuberanze di goffratura decorativa ancora indicate con PD, circondate da una cornice definita da protuberanze lineari PC; le protuberanze PD possono essere contornate, sempre nella zona circondata dalla cornice definita dalle protuberanze PC, da un fondo di puntine di minore altezza (non mostrate in Fig.9) che non ricevono il collante, ma garantiscono comunque una certa struttura al prodotto dopo l’accoppiamento dei veli.
Vantaggiosamente, le sporgenze 3A e 3C del rullo 3 sono entrambe lineari e ad andamento elicoidale inverso, in modo che sul velo V1 non si generino forze di sbandamento laterali rilevanti. Tuttavia, in alcune forme di realizzazione, si può anche prevedere di realizzare nelle aree 3A sporgenze di altra forma, non lineari ed elicoidali, bensì ad esempio tronco-piramidali o tronco-coniche, con dimensioni idonee, ad esempio densità compresa tra 15 e 70 sporgenze/cm<2>e superficie frontale compresa tra 0,1 e 1 mm<2>. In tal caso le zone o aree quadrangolari A1 in cui non sono presenti sporgenze elicoidali sono sufficienti ad evitare la generazione sul velo V1 di spinte trasversali rilevanti.
Le Figg.10A a 12D mostrano una diversa forma di realizzazione dell'invenzione. In particolare le Figg.10A e 10B mostrano schematicamente la conformazione superficiale dei due rulli goffratori di un gruppo goffratore che può essere realizzato ad esempio come illustrato in Fig.1. NelLa forma di realizzazione delle Figg.10A e 10B ciascuno dei due rulli goffratori 3 e 7 è suddiviso in una pluralità di porzioni o sezioni allineate lungo lo sviluppo longitudinale del rullo. Più in particolare il rullo 7 presenta dodici sezioni o porzioni indicate con le lettere A-M ed analogamente dodici porzioni A1-M1 sono previste sul rullo goffratore 3. Si deve comprendere che in realtà il numero di porzioni in cui è suddiviso ciascun rullo può essere diverso da quello indicato, poiché in figura è mostrata una parte soltanto dello sviluppo longitudinale dei rulli goffratori. Nell'esempio illustrato nelle sezioni A, B, C, D, E, F, H, I, K, L e M del rullo goffratore 7 e nelle sezioni A1, C1, E1, F1, G1, H1, I1, J1, K1 ed L1 del rullo goffratore 3 sono previste sporgenze di forma geometrica semplice formanti sul rispettivo velo V1 ovvero V2 una goffratura di fondo. Schematicamente ed a titolo esemplificativo le porzioni A, C, ed A1, C1 presentano sporgenze di forma lineare inclinata, e quindi a sviluppo elicoidale. Le sezioni o porzioni B, D, E, I, K, L, M, E1, G1, I1, J1, K1, L1 presentano sporgenze individuali, ad esempio troncoconiche o tronco-piramidali, mentre sempre a titolo esemplificativo le sezioni o porzioni F, H, F1 ed H1 presentano protuberanze di forma geometrica semplice a sviluppo rettangolare con diversi orientamenti (tangenziale ed assiale rispettivamente). Nelle sezioni o zone G, J, B1, D1 ed M1 sono, invece, previste sporgenze a disegno, cioè di dimensione elevata ed a sviluppo sostanzialmente lineare analoghe o simili alle sporgenze 7B dell'esempio di realizzazione mostrato in Fig.3.
Il rullo cliché 13C dell'erogatore di collante 13, mostrato schematicamente in Fig. 11B e che coopera con il rullo goffratore 3 presenta una serie di porzioni anulari di diametro maggiore indicate con B13, D13, F13, H13, K13 ed M13, che si trovano in posizioni corrispondenti alle sezioni o porzioni B1, D1, F1, H1, K1 ed M1 individuate sul rullo goffratore 3 e presentano la stessa dimensione assiale di queste ultime. In questo modo il velo V1 che viene goffrato dal rullo goffratore 3 riceve collante sulle protuberanze di goffratura generate dalle sporgenze che si trovano nelle sezioni B1, D1, F1, H1, K1 ed M1 del rullo goffratore 3, mentre le restanti zone rimangono prive di collante.
In modo complementare il rullo cliché 15C (Fig.11A) dell'erogatore di collante 15 presenta sezioni o zone anulari A15, C15, E15, G15, I15 ed L15 di diametro maggiore, con dimensione e posizione corrispondenti alle sezioni A, C, E, G, I, J ed L individuate sul rullo goffratore 7. In tal modo il velo V2 goffrato dal rullo goffratore 7 riceverà il collante in corrispondenza delle protuberanze formate sul velo medesimo dalle sporgenze che si trovano nelle sezioni A, C, E, G, I, J ed L del rullo goffratore 7, mentre le restanti zone rimarranno prive di collante.
Si osserva pertanto che in ogni fascia longitudinale definita sul materiale nastriforme V1, V2 dalle zone o sezioni A-M ovvero A1-M1 individuate sui rulli goffratori 3, 7 viene applicato l'uno o l'altro dei due collanti erogati dagli erogatori di collante 13, 15 rispettivamente. Poiché tali collanti presentano caratteristiche cromatiche diverse, sul materiale nastriforme multivelo formato dai veli V1, V2 si generano zone alternate con colori diversi ottenuti dall'utilizzo di collanti colorati di caratteristiche cromatiche distinte. Avvolgendo il materiale nastriforme multivelo V1, V2 in un singolo log e tagliando quest'ultimo in tanti rotoli secondo piani equidistanti di traccia T1-T5 (Fig.10A), oppure tagliando i veli V1, V2 lungo linee nelle posizioni T1-T5 ed avvolgendo singoli rotoli allineati assialmente, si ottengono rotoli che, come mostrano le Figg.12A-12E, si caratterizzano per motivi goffrati colorati con colori diversi e con disegni diversi su ciascun rotolo, grazie alla diversa forma delle sporgenze che si trovano sulle varie sezioni dei rulli goffratori 3 e 7.
Nelle Figg.12A-12E i rotoli ottenuti dal taglio del log formato dall'avvolgimento del materiale nastriforme multivelo V1, V2 sono indicati con R1-R5. Ad esempio il rotolo R1 è formato dal taglio lungo i piani di traccia T1, T2 indicati in Fig.10A e presenta due zone di bordo longitudinali formate da goffrature geometriche di forma lineare sui due veli generate dalle protuberanze delle sezioni rispettivamente A, A1 e C, C1 dei rulli goffratori 7 e 3. In queste zone le goffrature sono sostanzialmente equivalenti a quelle definite dalle protuberanze PA e PC delle Figg.6 e 7 precedentemente descritte; in questo particolare esempio le due zone di bordo longitudinali presentano angolazioni opposte l’una rispetto all’altra. Nella zona centrale compresa tra le due zone di bordo goffrate ed accoppiate punta-punta il velo V1 presenta il disegno di goffratura formato dalle sporgenze nella sezione B1 del rullo goffratore 3, mentre il velo V2 presenta una microgoffratura di fondo formata dalle piccole sporgenze di forma geometrica nella sezione B del rullo goffratore 7. In questa zona l'incollaggio fra i due veli è ottenuto nelle posizioni in cui le protuberanze della zona B1 e della zona B si corrispondono, le protuberanze della zona B1 avendo ricevuto il collante dalla sezione anulare B13 del rullo cliché 13C.
In modo analogo sono configurati i rotoli R2, R3, R4 ed R5, ciascuno dei quali presenta due zone di bordo longitudinali contrapposte accoppiate puntapunta con protuberanze di piccole dimensioni ed una zona centrale con protuberanze a disegno su un velo e protuberanze di fondo di piccole dimensioni sull'altro.
Come si evince dalle Figg.12A-12E, anche le zone di bordo dei rotoli possono essere di varia forma, sia sul velo superiore che su quello inferiore. Ad esempio in Fig.12A le rigature sono orientate in versi opposti da una fascia all’altra; in Fig.12B le fasce sono di larghezza diversa e diverso soggetto; in Fig.12C sono di maggiore larghezza; in Fig.12D sono di diversa larghezza, ma uguale soggetto. Allo stesso modo i tagli secondo le linee di taglio T1, T2, T… possono essere eseguiti circa in mezzeria di una fascia monosoggetto (come il taglio T2 in Fig.10A) oppure in prossimità di un cambio di soggetto (come nel caso dei tagli T3 o T4). In quest’ultimo caso non si esclude di avere, a cavallo della linea teorica di taglio, una zona neutra, cioè priva di incollaggio e di larghezza di circa 3-8 mm per mascherare una piccola imprecisione nel taglio, se questo si discosta dalla linea teorica di taglio.
Si deve comprendere che le forme delle protuberanze dei veli V1 e V2 e quindi delle corrispondenti sporgenze dei rulli goffratori 3 e 7 possono essere diverse rispetto a quelle illustrate a titolo meramente esemplificativo nelle Fig.10A-12E. Ad esempio nelle zone B e D del rullo goffratore 7 potrebbero essere previste sporgenze lineari di forma elicoidale analoghe a quelle indicate con 3A per il rullo 3 in Fig.2. Analogamente dicasi per le sporgenze nelle zone G1 e J1 del rullo goffratore 3.
I rulli goffratori 3 e 7, oltre ai rispettivi rulli clichè 13C, 15C possono anche essere invertiti per modificare l’aspetto del prodotto finito, sia che questo sia sotto forma di articolo piegato che in rotolo. Aa titolo esemplificativo, con i rulli goffratori incisi come in Figg.2 e 3, se si considera il rullo 7 a trattare il velo superiore ed il rullo 3 a trattare il velo inferiore, si ottiene un tovagliolo od un rotolo in cui il decoro centrale è visivamente marcato, mentre la cornice o fasce laterali risulteranno visivamente più sfumate, in quanto la colla colorata è distribuita sul velo inferiore.
Viceversa, invertendo i rulli, oppure piegando o avvolgendo la carta in verso opposto, si otterranno prodotti con la parte centrale decorata in trasparenza, ma con effetto sensoriale migliore per la mancanza di adesivo nella parte centrale di maggiore uso, e le fasce laterali perfettamente definite.
In generale ciò che si ottiene è un materiale nastriforme multivelo in cui zone di bordo e zone centrali sono incollate reciprocamente con collanti di caratteristiche cromatiche diverse e le zone di bordo sono incollate punta-punta con protuberanze di forma geometrica, preferibilmente semplice e ripetitiva come punte isolate di forma tronco-conica o tronco-piramidale, oppure linee rette. Le zone centrali presentano preferibilmente su un velo una goffrature geometrica di fondo e sull'altro una goffratura decorativa di ampie dimensioni.
In particolare quando i rulli goffratori sono realizzati a fasce come illustrato esemplificativamente nelle Figg. 10A, 10B, è possibile realizzare le sporgenze di uno stesso rullo con altezze tra loro diverse. In questo caso non è necessario disporre di rulli applicatori di collante 13C, 15C a cliché, bensì è possibile utilizzare rulli applicatori di collante lisci, cioè con una superficie esterna sostanzialmente cilindrica continua. Le Figg.13A, 13B mostrano porzioni di rulli goffratori, ancora indicati con 3 e 7, in cui sono previste fasce di protuberanze di altezze diverse. Ad esempio, sul rullo goffratore 3 sono previste protuberanze 3A di altezza h1 e protuberanze 3C di altezza h2, distribuite a fasce. Analogamente, sul rullo goffratore 7 sono previste protuberanze 7B di altezza h2 e protuberanze 7C di altezza h1. Nella gola di laminazione le protuberanze 7C premono contro le protuberanze 3C in un assetto punta-punta. Analogamente, le protuberanze 7B premono contro le protuberanze 3A. Si ottiene in questo modo un manufatto cartaceo multivelo del tipo schematicamente indicato in Fig.14, dove a zone di bordo formate dalla pressione reciproca delle sporgenze 7C, 3C con protuberanze PA, PC sui veli V1 e V2, sono intercalate zone centrali con protuberanze PB, PD. La diversa altezza delle sporgenze 7B, 7C, 3A, 3C dei due rulli goffratori 3 e 7 rende possibile l’utilizzo di rulli applicatori di collante 13C, 15C lisci, cioè non a disegno, grazie al fatto che la distribuzione a zone del collante è ottenuta per effetto della diversa altezza delle protuberanze generate sulle diverse zone dei veli V1 e V2.
Si comprende che le altezze delle sporgenze 7A, 7B, 3A, 3C dei rulli 7 e 3 sono comunque tali da ottenere un accoppiamento punta-punta nella gola di laminazione tra i due rulli, così da provocare la laminazione dei due veli l’uno con l’altro e il loro incollaggio con i due collanti di diverse caratteristiche cromatiche, applicati l’uno in corrispondenza delle sporgenze 7B di maggiore altezza del rullo goffratore 7 (dal rullo applicatore 15C) e l’altro in corrispondenza delle sporgenze 3C di maggiore altezza del rullo 3 (tramite il rullo applicatore 13C). In sostanza, la somma delle altezze delle sporgenze che si vanno a corrispondere in assetto punta-punta rimane uguale.
Le sporgenze ad altezza diversa sullo stesso rullo possono essere ottenute per rettifica in modo particolarmente semplice quando le sporgenze sono disposte a fasce anulari, come mostrato in Figg. 10A-10B, poiché in questo modo è possibile rettificare alla stessa altezza tutte le sporgenze di una medesima fascia anulare, e ad altezza diversa le sporgenze delle fasce adiacenti.
E' inteso che il disegno non mostra che una esemplificazione data solo quale dimostrazione pratica dell'invenzione, la quale può variare nelle forme e disposizioni senza peraltro uscire dall'ambito del concetto alla base dell'invenzione.

Claims (24)

  1. Rivendicazioni 1. Un materiale cartaceo multivelo goffrato comprendente almeno un primo velo ed un secondo velo di carta tissue, goffrati ed accoppiati per incollaggio, in cui: − lungo almeno una porzione di bordo il primo velo ed il secondo velo presentano una goffratura punta-punta, in corrispondenza della quale detti primo e secondo velo sono incollati con un primo collante in corrispondenza di protuberanze rivolte le une verso le altre all'interno del materiale multivelo; − in una porzione centrale il primo velo è corredato di una goffratura centrale con protuberanze rivolte verso l'interno del materiale multivelo ed il secondo velo è corredato di una goffratura decorativa con protuberanze rivolte verso l'interno del materiale multivelo, in detta porzione centrale i due veli essendo tra loro incollati punta-punta con un secondo collante in corrispondenza di superfici di contatto tra loro corrispondentisi di protuberanze della goffratura centrale del primo velo e di protuberanze della goffratura decorativa del secondo velo; − il primo collante ed il secondo collante hanno caratteristiche tra loro diverse.
  2. 2. Materiale multivelo come da rivendicazione 1, in cui detto primo e secondo collante hanno caratteristiche cromatiche tra loro diverse.
  3. 3. Materiale multivelo come da rivendicazione 1 o 2, in cui detta goffratura centrale del primo velo è una goffratura di fondo.
  4. 4. Materiale multivelo come da rivendicazione 3, in cui detta goffratura centrale del primo velo è costituita da protuberanze di forma geometrica sem plice e ripetitiva.
  5. 5. Materiale multivelo come da una o più delle rivendicazioni precedenti, in cui detta goffratura punta-punta della porzione di bordo è costituita su entrambi i veli da protuberanze di forma geometrica semplice e ripetitiva.
  6. 6. Materiale multivelo come da una o più delle rivendicazioni precedenti, in cui detta goffratura punta-punta della porzione di bordo è costituita, su ciascuno di detti primo e secondo velo, da protuberanze lineari orientate con inclinazioni diverse sui due veli, i due veli essendo incollati l'uno all'altro in corrispondenza delle intersezioni delle protuberanze lineari del primo e del secondo velo.
  7. 7. Materiale multivelo come da rivendicazione 6, in cui dette protuberanze lineari comprendono protuberanze rettilinee tra loro parallele su ciascuno di detti primo e secondo velo.
  8. 8. Materiale multivelo come da rivendicazione 6 o 7, in cui dette protuberanze lineari hanno una densità compresa tra 2 e 10 linee/cm.
  9. 9. Materiale multivelo come da rivendicazione 6, 7 o 8, in cui dette protuberanze lineari hanno una superficie frontale di larghezza compresa fra 0,3 e 1,5 mm e preferibilmente un passo compreso fra 1 e 5 mm.
  10. 10. Materiale multivelo come da una o più delle rivendicazioni precedenti, in cui detta porzione di bordo si estende lungo due bordi longitudinali paralleli e contrapposti del materiale, tra i quali è disposta la porzione centrale.
  11. 11. Materiale multivelo come da una o più delle rivendicazioni precedenti, in cui detta porzione di bordo definisce almeno una cornice quadrangolare che delimita al proprio interno la porzione centrale.
  12. 12. Materiale multivelo come da una o più delle rivendicazioni 3 a 11, in cui detta goffratura centrale del primo velo è formata da protuberanze lineari orientate con un orientamento opposto rispetto a protuberanze lineari della corrispondente goffratura della porzione di bordo del primo velo.
  13. 13. Materiale multivelo come da rivendicazione 12, in cui le protuberanze lineari della goffratura centrale del primo velo comprendono protuberanze rettilinee tra loro parallele.
  14. 14. Materiale multivelo come da rivendicazione 12 o 13, in cui dette protuberanze lineari della goffratura centrale del primo velo hanno una densità compresa tra 2 e 10 linee/cm.
  15. 15. Materiale multivelo come da rivendicazione 12, 13 o 14, in cui dette protuberanze lineari della goffratura centrale del primo velo hanno una superficie frontale di larghezza compresa fra 0,3 e 1,5 mm e preferibilmente un passo compreso fra 1 e 5 mm.
  16. 16. Materiale multivelo come da una o più delle rivendicazioni 12 a 15, in cui le protuberanze lineari della porzione di bordo e le protuberanze lineari della porzione centrale di detto primo velo sono tra loro separate da un'area non goffrata.
  17. 17. Materiale multivelo come da una o più delle rivendicazioni precedenti, in cui detta goffratura decorativa comprende protuberanze con una densità non superiore a 20 protuberanze/cm<2>.
  18. 18. Un gruppo goffratore comprendente: un primo percorso per un primo velo ed un secondo percorso per un secondo velo da goffrare; un primo rullo goffratore cooperante con un primo rullo di pressione; un secondo rullo goffratore cooperante con un secondo rullo di pressione, detti primo e secondo rullo goffratore essendo corredati di sporgenze definenti motivi di goffratura per un primo velo e per un secondo velo, rispettivamente, alimentati lungo detto primo percorso e detto secondo percorso; e detti rulli goffratori essendo registrabili in assetto punta-punta per laminare i due veli tra le rispettive sporgenze in una gola di laminazione definita tra detti primo e detto secondo rullo goffratore; un primo erogatore di collante cooperante con detto primo rullo goffratore e corredato di un primo rullo applicatore per applicare un primo collante su aree definite del primo velo in corrispondenza di sporgenze del primo rullo goffratore, un secondo erogatore di collante cooperante con detto secondo rullo goffratore e corredato di un secondo rullo applicatore per applicare un secondo collante su aree definite dal secondo velo in corrispondenza di sporgenze del secondo rullo goffratore.
  19. 19. Gruppo goffratore come da rivendicazione 18, in cui detti primo e secondo rullo applicatore presentano rispettivi cliché per applicare collante in aree definite del rispettivo velo.
  20. 20. Gruppo goffratore come da rivendicazione 18 o 19, in cui: detto primo rullo goffratore comprende prime sporgenze definenti sul primo velo almeno una porzione di bordo e seconde sporgenze definenti almeno una porzione centrale; detto primo rullo applicatore del primo erogatore di collante è configurato per applicare il primo collante in corrispondenza delle prime sporgenze, ma non in corrispondenza delle seconde sporgenze; il secondo rullo goffratore comprende terze sporgenze in fase con le prime sporgenze del primo rullo goffratore definenti detta porzione di bordo e quarte sporgenze in fase con le seconde sporgenze del primo rullo goffratore definenti detta porzione centrale; detto secondo rullo applicatore del secondo erogatore di collante è configurato per applicare il secondo collante in corrispondenza delle quarte sporgenze del secondo rullo goffratore, ma non in corrispondenza delle terze sporgenze del secondo rullo goffratore.
  21. 21. Gruppo goffratore come da rivendicazione 19, in cui dette prime sporgenze e dette seconde sporgenze del primo rullo goffratore definiscono rispettive goffrature di fondo.
  22. 22. Gruppo goffratore come da una o più delle rivendicazioni 18 a 21, in cui: detto primo rullo goffratore comprende prime sporgenze definenti sul primo velo almeno una porzione di bordo e seconde sporgenze definenti almeno una porzione centrale, dette prime sporgenze e dette seconde sporgenze presentando altezze tra loro diverse; il secondo rullo goffratore comprende terze sporgenze in fase con le prime sporgenze del primo rullo goffratore definenti detta porzione di bordo e quarte sporgenze in fase con le seconde sporgenze del primo rullo goffratore definenti detta porzione centrale, dette terze e quarte sporgenze presentando altezze tra loro diverse, le altezze delle prime, seconde, terze e quarte sporgenze essendo tali che le prime e terze sporgenze premono le une contro le altre e le seconde e quarte sporgenze premono le une contro le altre nella gola di laminazione tra i rulli goffratori.
  23. 23. Gruppo goffratore come da rivendicazione 22, in cui il primo rullo applicatore di collante ed il secondo rullo applicatore di collante hanno superfici cilindriche sostanzialmente lisce e continue.
  24. 24. Gruppo goffratore come da rivendicazione 22 o 23, in cui dette prime, seconde, terze e quarte sporgenze sono disposte secondo fasce anulari.
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