ITBO20110755A1 - Telaio reggispinta per una cassaforma a perdere - Google Patents

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ITBO20110755A1
ITBO20110755A1 IT000755A ITBO20110755A ITBO20110755A1 IT BO20110755 A1 ITBO20110755 A1 IT BO20110755A1 IT 000755 A IT000755 A IT 000755A IT BO20110755 A ITBO20110755 A IT BO20110755A IT BO20110755 A1 ITBO20110755 A1 IT BO20110755A1
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Nicola Angelo Vitullo
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Nicola Angelo Vitullo
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    • E04BGENERAL BUILDING CONSTRUCTIONS; WALLS, e.g. PARTITIONS; ROOFS; FLOORS; CEILINGS; INSULATION OR OTHER PROTECTION OF BUILDINGS
    • E04B2/00Walls, e.g. partitions, for buildings; Wall construction with regard to insulation; Connections specially adapted to walls
    • E04B2/84Walls made by casting, pouring, or tamping in situ
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Description

DESCRIZIONE
TELAIO REGGISPINTA PER UNA CASSAFORMA A PERDERE
La presente invenzione ha per oggetto un telaio reggispinta per una cassaforma a perdere.
La presente invenzione trova applicazione nel settore dell'edilizia, ed in particolare nella realizzazione di edifici a setti portanti.
Nella tecnica nota sono conosciute numerose soluzioni per la realizzazione di strutture abitative multi-piano a setti portanti tramite l'installazione di pannelli portanti dotati di un'armatura metallica (generalmente in acciaio) annegata in un volume di materiale da costruzione, come calcestruzzo, betoncino o simili.
A seconda delle esigenze strutturali e delle caratteristiche climatico-territoriali della zona di costruzione à ̈ possibile utilizzare pannellature cosiddette “singole†, ovvero che fungono da supporto interno per il getto (di calcestruzzo) esterno, oppure “doppie†, ovvero che fungono da cassaforma a perdere per il getto interno.
Nella presente trattazione si farà particolare riferimento alle casseforme, ed in particolare ai telai reggispinta da montare all’esterno dei pannelli per contenere le spinte idrostatiche del getto di calcestruzzo durante il riempimento dell’intercapedine all’interno della cassaforma.
Nella tecnica nota, tali intelaiature sono realizzate prevalentemente in opera, mediante l’ancoraggio di lunghe barre metalliche orizzontali che effettuano il contenimento su più pannelli attigui.
Prevalentemente, le barre sono premute contro lastre reggispinta di legno (tipicamente riconoscibili dal colore giallo) le quali sono attestate al pannello della cassaforma per distribuire gli sforzi.
Le barre vengono generalmente inserite a valle della piombatura di tutti i pannelli (e dunque delle casseforme) ed ancorate mediante apposite spine coniche. Svantaggiosamente, ciò comporta una grave perdita di tempo e fatica per l’operatore che si trova a dover montare, in modo tutt’altro che agevole, le catene orizzontali (e verticali) del telaio di reggispinta.
Inoltre, considerando che le barre non vengono realizzate su misura, à ̈ frequente che si instaurino dei punti di discontinuità difficilmente occludibili in corrispondenza di una o più delle zone angolari dell’edificio.
Inoltre, si noti che l’ancoraggio tra la carpenteria reggispinta ed il telaio viene realizzato mediante piatti o barre metalliche inamovibili, che a valle del getto vengono spezzate per consentire la rimozione della carpenteria dei pannelli.
Scopo della presente invenzione à ̈ rendere disponibile un telaio reggispinta per casseforme a perdere che superino gli inconvenienti della tecnica nota sopra citati.
In particolare, à ̈ scopo del presente trovato mettere a disposizione un telaio reggispinta per casseforme a perdere di altamente resistente e di semplice montaggio. Inoltre, à ̈ scopo della presente invenzione mettere a disposizione un telaio reggispinta per casseforme a perdere di tipo modulare e pienamente riutilizzabile. Detti scopi sono pienamente raggiunti dalla un telaio reggispinta secondo una o più successive delle rivendicazioni.
Questa ed altre caratteristiche risulteranno maggiormente evidenziate dalla descrizione seguente di una preferita forma realizzativa, illustrata a puro titolo esemplificativo e non limitativo nelle unite tavole di disegno, in cui:
- la figura 1 illustra una vista prospettica di un telaio reggispinta secondo la presente invenzione;
- la figura 2 mostra una vista prospettica di una cassaforma comprendente il telaio di figura 1;
- la figura 3 mostra una vista prospettica di una coppia di casseforme tra loro collegate;
- la figura 4 mostra una vista in sezione di una cassaforma priva del telaio secondo la presente invenzione;
- la figura 5 mostra una vista dall’alto del telaio di figura 1;
- la figura 6 una vista dall’alto di una cassaforma secondo la presente invenzione, ovvero provvista del telaio secondo la presente invenzione;
- la figura 6a mostra un ingrandimento di un particolare di figura 6.
Con riferimento alle allegate figure, con il numero 100 Ã ̈ indicato un telaio reggispinta per una cassaforma a perdere (di un edificio) secondo la presente invenzione. Ciascuna cassaforma 20 (o cassero) Ã ̈ formata da una coppia di pannelli edilizi 10.
Preferibilmente, ciascun pannello 10 Ã ̈ provvisto di una rete 1 di armatura da annegare nel calcestruzzo a valle del getto per creare la struttura in cemento armato.
Tale rete 1 comprende una pluralità di barre 2, 3 metalliche (preferibilmente in acciaio da costruzione) tra loro ordite in modo da definire un reticolato di prime 2 e seconde barre 3 tra loro incrociate.
Dunque, le prime barre 2 sono ortogonali alle seconde barre 3 e ciascuna seconda barra 3 Ã ̈ collegata a tutte le prime barre 2 in corrispondenza di rispettivi nodi 4 di accoppiamento (in cui le barre sono giuntate tramite un gancio in acciaio armonico).
La rete 1 comprende almeno una coppia di prime barre 2 ed una pluralità di seconde barre 3.
Sia le prime 2 che le seconde barre 3 sono tra loro parallele e distanziate di una spaziatura predeterminata.
In altre parole, le prime barre 2 sono tra loro parallele e distanziate.
Analogamente, le seconde barre 3 sono tra loro parallele e distanziate.
In uso, la rete viene applicata sulla faccia di un pannello 10 (che in seguito verrà meglio descritto) preferibilmente mediante elettrosaldatura.
Una volta posate, le prime barre 2 sono, sempre in uso, orientate verticalmente, mentre le seconde barre 3 sono orientate orizzontalmente.
Dunque, le prime barre 2 definiscono (in combinazione con le corrispondenti prime barre 2 di un pannello 10 sovrastante o sottostante) le catene verticali del setto.
In analogia, le seconde barre 3 definiscono (in combinazione con le corrispondenti seconde barre 3 di un pannello 10 attiguo) le catene orizzontali del setto. A tale proposito, si noti che ciascuna seconda barra 3 si sviluppa lungo una propria direzione principale tra una prima 3a ed una seconda estremità 3b, entrambe provviste di un occhiello 5 passante.
In altre parole, ciascuna seconda barra 3 presenta due porzioni terminali aventi un elemento anulare 6 passante.
Più precisamente, ciascuna estremità 3a, 3b à ̈ definita da una porzione terminale 7 ripiegata su sé stessa, per definire l’occhiello 5, ed in parte sovrapposta al corpo della barra 3 per rinforzarla.
In altre parole, le porzioni terminali 7 di una singola seconda barra 3 sono ripiegate su loro stesse (mediante appositi mezzi piegatori) per definire l’occhiello 5 si richiudono sul tratto intermedio di barra più prossimo all'occhiello stesso con una sovrapposizione di lunghezza prefissata (nella forma realizzativa illustrata 10 centimetri).
Preferibilmente, un interasse tra i centri degli occhielli 5 di ciascuna barra orizzontale corrisponde sostanzialmente alla larghezza del pannello 10 su cui la rete 1 viene montata.
Inoltre, ciascun occhiello 5 passante à ̈ sostanzialmente coassiale agli occhielli 5 passanti delle corrispondenti estremità 3a, 3b delle altre seconde barre 3 (di una stessa rete 1) al fine di definire una linea congiungente.
Tale linea congiungente à ̈ percorribile da una terza barra 6 per il collegamento, in fase di montaggio, di due reti 1 tra loro attigue.
In altre parole, gli occhielli 5 delle seconde estremità 3b delle seconde barre 3 (di un singolo pannello 1) sono tra loro allineate lungo la suddetta congiungente, in uso verticale.
Analogamente, gli occhielli 5 delle prime estremità 3a delle seconde barre 3 (di un singolo pannello 1) sono tra loro allineate lungo la suddetta congiungente, in uso verticale.
Dunque, in fase di montaggio, le reti di due pannelli 10 attigui (adiacenti) vengono posizionate in modo che gli occhielli 5 delle seconde estremità 3b delle seconde barre 3 di una rete 1, siano allineati agli occhielli 5 delle prime estremità 3a delle seconde barre 3 dell'altra rete 1.
Come già accennato, tale allineamento consente l'introduzione all'interno degli occhielli 5 di una terza barra 6 per il collegamento e l'irrigidimento della struttura edilizia.
La terza barra 6 presenta preferibilmente diametro (o più in generale sezione) maggiore rispetto alle prime ed alle seconde barre 2, 3.
Ancor più preferibilmente, la terza barra 6 presenta sezione tale che la sua resistenza a taglio à ̈ maggiore della resistenza a trazione/compressione delle prime 2 e/o seconde barre 3.
Nella forma realizzativa illustrata, le prime 2 e le seconde barre 3 sono definite da tondini (ad aderenza migliorata) d'acciaio aventi diametro di 6 millimetri circa.
In accordo con ciò, le terze barre 6 sono definite da tondini d'acciaio aventi diametro di 8 millimetri circa. Vantaggiosamente, la presenza degli occhielli 5 consente di prefabbricare i pannelli 10 già armati, diminuendo la complessità del lavoro in opera.
Inoltre, la possibilità di collegare tra loro le seconde barre 3 di ciascuna rete 1 tramite la terza barra 6 permette di incrementare il numero di catene verticali per ogni panello 10, aumentando la resistenza del setto. Il pannello 10 ha la sua prima fondamentale funzione quella di supporto centrale a ricevere del materiale costruttivo 11 (betoncino di classe C25/30, calcestruzzo preferibilmente di classe C25/30 o della terra cruda compattata) sulle sue facce esterne nella tipologia a “pannello singolo†o all’interno di un'intercapedine tra due pannelli, che fungono da cassero a perdere, nella tipologia “pannello doppio†.
Inoltre, il pannello 10, ha anche la funzione di protezione termica dei muri, e dunque la sua trasmittanza deve necessariamente assumere un valore minore, quindi migliore, di quelli imposti dalle normative vigenti nelle arre di costruzione.
Il pannello 10, nella sua versione illustrata, presenta una sezione di larghezza 1120 millimetri e spessore 100 millimetri. Tuttavia, le dimensioni dello stesso possono cambiare notevolmente in funzione dell'impiego e delle finalità dell'edificio.
Si noti che ciascun pannello 10 presenta almeno una prima 10a faccia provvista di una pluralità di sporgenze longitudinali 11 (verticali) in modo da definire un successione di gole 12 (scanalature) in cui il materiale costruttivo (calcestruzzo o betoncino) va ad inserirsi per aggrapparsi al pannello 10.
Tali sporgenze 11 sono preferibilmente a forma di greche trapezoidali (nella forma realizzativa illustrata aventi spessori di 16 millimetri circa).
Inoltre, il pannello 10 comprende una seconda faccia 10b, opposta alla prima 10a, provvista di una rugosità tale da definire una successione di piccole gole ed apici (preferibilmente micro-greche) per favorire una migliore incollatura dell’intonaco.
Preferibilmente, annegata all’interno del pannello 10, à ̈ compresa una rete leggera (non illustrata) che ha funzione di stabilizzazione del pannello, consentendo una maggiore resistenza dello stesso ed una minore probabilità di scorrimento tra le due facce.
Più precisamente, il pannello à ̈ realizzato in due semiparti realizzate in successione (o separatamente) tra loro collegate a valle dell’interposizione della rete leggera.
In tutte le sue applicazioni costruttive il pannello 10 costituisce la parete delle abitazioni unendo verticalmente un livello al successivo.
Esso già da progetto e produzione presenta un'altezza definita ed una sua numerazione per consentire ad un operatore di collocarlo senza equivoci nell’assemblaggio di una parete.
Dunque, in cantiere arrivano i pannelli 10 già pronti per essere assemblati rispettando uno schema di montaggio.
Le fasi costruttive iniziano dall’assemblaggio dei pannelli 10 con la legatura tra gli stessi, facilitati anche dalla sovrapposizione di una retina di debordo (non illustrata). Seguono l’allineamento, la piombatura, le eventuali controventature ed il getto.
Come già accennato, per realizzare il setto portante à ̈ possibile utilizzare i pannelli 10 come anima centrale della parete (soluzione a pannello singolo) oppure come cassaforma 20 a perdere definente un'intercapedine di accoglimento del getto (soluzione a pannello doppio). Nella configurazione di montaggio a cassaforma 20, o “pannello doppio†, due pannelli 10 sono montati con le prime facce 10a orientate in contrapposizione (ossia rivolte l'una verso l'altra) e tra loro distanziate in modo da definire un'intercapedine 21 per l'accoglimento del materiale costruttivo (ovvero del getto).
In altre parole, esso à ̈ composto dagli stessi pannelli 10 impiegati nella tipologia del “pannello singolo†, ma distanziati e con le greche orientate al contrario cioà ̈ rivolte verso l’interno.
In tale configurazione, i due pannelli 10 definiscono dunque una cassaforma (o cassero) 20 “a perdere†, in quanto parte integrante della parete e non riutilizzabile.
Preferibilmente, l'intercapedine 21 ha uno spessore variabile e compreso tra 12 e 22 centimetri, più preferibilmente tra 15 e 20 centimetri.
Quindi abbiamo una cassaforma a perdere per realizzare un muro in calcestruzzo (di classe C25/30) armato e che agli effetti del calcolo, Ã ̈ considerato debolmente armato.
Preferibilmente, per motivi che appariranno maggiormente chiari nel prosieguo, i pannelli 10 utilizzati per il cassero 20 sono provvisti di una pluralità di incavi 17 (o meglio svasi conici) in corrispondenza della seconda faccia 10b.
Tali incavi 17 sono appositamente creati in una semiparte del pannello 10.
I pannelli 10, contrapposti e distanziati, sono connessi da appositi connettori 22 passanti (preferibilmente in numero tra 8 e 10).
Ciascun connettore 22 comprende una barra 23 allungata sviluppantesi lungo un proprio asse principale tra due porzioni di estremità 23a, 23b e configurata per attraversare la cassaforma 20, trasversalmente ad essa, da un pannello 10 all’altro.
Il connettore 22 comprende inoltre una coppia di elementi di riscontro 24 rigidamente connessi alla barra 23, in corrispondenza di una porzione intermedia 23c della stessa.
Tali elementi di riscontro 23 sono disposti ad una distanza sostanzialmente corrispondente alla distanza tra le reti 1 dei due pannelli 1, in modo da fungere da distanziale tra le due.
In altre parole, i due elementi di riscontro 24 sono disposti ad una distanza tale da mantenere i due pannelli 10 distanziati.
Preferibilmente, gli elementi di riscontro 24 sono definiti da due rondelle o ferri saldati sulla barra 23 che si appoggiano e pressano le reti 1 interne del cassero 20 (o cassaforma).
I ferri saldati non sono altro che porzioni di barre di armatura (analoghe alle prime e seconde barre 2, 3 sopra descritte) ripiegati ad “U†o a croce e saldati.
Tali elementi di riscontro 24 sono preferibilmente attivi sulle reti 1 in corrispondenza dei nodi 4.
Vantaggiosamente, la presenza della rete leggera 18 distribuisce l’azione degli elementi di riscontro 24 stessi lungo tutta la superficie del pannello 10.
Inoltre, il connettore 22 comprende mezzi pressori 25 regolabili, associati alle porzioni di estremità 23a, 23b della barra 23 per premere ciascun pannello 10 e la rispettiva rete 1 contro al rispettivo elemento di riscontro 24.
In altre parole, il connettore 22 Ã ̈ sostanzialmente suddiviso in tre porzioni allineate.
Una porzione intermedia (interposta tra gli elementi di riscontro 24) funge da distanziale tra i due pannelli 10 (e le due reti 1), mentre le due porzioni di estremità 23a, 23b fungono da porzioni di serraggio, che mantengono ancorati i pannelli 10 con le rispettive reti.
Preferibilmente, entrambe le porzioni di estremità 23a, 23b della barra 23 sono provviste di una filettatura 26 impegnabile con un apposito dado 27 pressore.
Le filettature 26 ed i rispettivi dadi 27 definiscono così i mezzi pressori 25 regolabili.
Alternativamente, i mezzi pressori potrebbero essere definiti da un accoppiamento a scatto (ad incastro o a pressione) tra un corpo pressore (assimilabile al dado 27) e la barra 23.
Preferibilmente, le filettature 26 (e dunque le porzioni di estremità 23a, 23b della barra 23) attraversano il pannello 10 in corrispondenza degli incavi 17 (o svasi conici) precedentemente citati.
In altre parole, il connettore 22 alle sue estremità presenta delle lunghe filettature che sfociano all’esterno dei pannelli 10 in corrispondenza degli incavi (appositamente creati in una semi-parte dl pannello 10). Preferibilmente, la profondità di questo incavo 17 coincide con una maglia di appiglio (non illustrata) inserita al centro del pannello 10.
In uso, il dado 27 dei mezzi pressori e collocato all'interno di tale svaso conico, il quale viene successivamente colmato (riempito) di calcestruzzo (o simili) per evitare che il connettore 22 definisca “un ponte termico†tra l'esterno e l'interno dell'edificio. Dalle porzioni di estremità 23a, 23b del connettore 22 resta una quantità sufficiente di filettatura 26 libera tale da consentire l’ancoraggio ad esse del telaio 100 reggispinta secondo la presente invenzione.
Il telaio reggispinta 100 non à ̈ altro che una carpenteria necessaria al contenimento della spinta del getto in calcestruzzo.
Tale telaio 100, oggetto della presente invenzione, à ̈ collegabile al pannello ed in particolare ad una porzione di estremità 23a, 23b del connettore 22.
Il telaio 100 reggispinta comprende almeno un montante 101 ed una pluralità di traverse 102, preferibilmente di tipo tubolare, sviluppantisi parallelamente tra loro tra rispettive prime 102a e seconde estremità 102b lungo una direzione di sviluppo “A†ortogonale al montante 101.
Le traverse 102 sono collegate al montante 101 in corrispondenza di rispettivi nodi 103.
Preferibilmente, il telaio 100 comprende una pluralità di montanti 101, più preferibilmente due.
Nella forma realizzativa illustrata, il telaio 100 comprende cinque traverse 102.
In altre parole, il telaio 100 presenta sostanzialmente una struttura reticolare.
Come già accennato, le traverse 102 sono di tipo tubolare, e dunque sono attraversate, lungo la loro direzione di sviluppo “A†, da una cavità passante 105. Preferibilmente, le traverse 102 presentano una conformazione prismatica (ovvero a sezione poligonale). Dunque, ciascuna traversa 102 à ̈ definita da una pluralità di pareti laterali 102c tra loro interconnesse per definire il perimetro della cavità 105.
Si noti che almeno una di tali pareti laterali 102c à ̈, in uso, attestata al pannello 10 in modo da ripartire i carichi idrostatici in modo maggiormente distribuito. A tale proposito si osservi inoltre che le traverse 102 presentano un’estensione (in una direzione parallela alla direzione di sviluppo “A†) pari alla larghezza del pannello 10 cui vengono accoppiate.
Dunque, la distanza tra una porzione terminale della prima estremità 102a ed una porzione terminale della seconda estremità 102b di ciascuna traversa 102 à ̈ sostanzialmente pari alla larghezza del pannello 10 su cui il telaio 100 à ̈ montato.
In altre parole, la lunghezza delle traverse 102 (ovvero la larghezza del telaio 100) Ã ̈ pari alla larghezza del pannello 10.
Nella forma realizzativa preferita, le traverse 102 presentano una sezione sostanzialmente quadrilatera.
Analogamente, la cavità 105 passante all’interno di ciascuna traversa 102 presenta una sezione quadrilatera. Dunque, ciascuna traversa 102 à ̈ provvista di quattro pareti laterali 102c, preferibilmente a due a due parallele.
Nella forma realizzativa illustrata, ciascuna traversa 102 presenta una sezione di circa compresa tra 30mm x 20mm e 50mm x 40 mm, preferibilmente di circa 40mm x 30mm.
Lo spessore di ciascuna parete 102c à ̈ compreso tra 1 mm e 4 mm, preferibilmente circa 2mm.
I montanti 101 si sviluppano come detto ortogonalmente alle traverse 102 e sono preferibilmente definiti da un corpo allungato 106 presentante una sezione trasversale ricurva provvista di una parete di base 106a e due pareti laterali 106b tra loro affacciate.
Le pareti laterali 106b si ergono dalla parete di base 106a definendo una sezione ad “U†.
Si noti che la parete di base 106a risulta orientata parallelamente alle traverse 10 tubolari in modo da attestarsi al pannello 101 per ripartire i carichi idrostatici generati dal getto di calcestruzzo.
In altre parole, la parete di base risulta complanare alle pareti laterali 102c delle traverse 102 che, durante l’utilizzo del telaio 10 (ovvero quando il telaio 100 à ̈ montato sul pannello 10), vengono attestate al pannello 10.
Preferibilmente, i montanti 101 presentano una lunghezza (corrispondente all’altezza del telaio 100) inferiore all’altezza del pannello 10, in modo da non interferire con il solaio al di sopra del pannello.
In corrispondenza di ciascun nodo 103 di collegamento tra le traverse 102 ed i montanti 101, il telaio 100 presenta mezzi di ancoraggio 104 removibili per collegare in maniera amovibile (ovvero reversibile tra una configurazione di accoppiamento ed una configurazione di disaccoppiamento) il telaio 100 stesso ed un pannello 10 della cassaforma 20.
Preferibilmente, i mezzi di ancoraggio 104 sono regolabili (manualmente) in modo da settare il serraggio (ovvero la forza di trattenimento esercitata sul telaio 100).
Tali mezzi di ancoraggio 104 sono definiti almeno in parte da una pluralità di sedi di accoppiamento 104a ciascuna collocata in corrispondenza di un nodo 103. Più precisamente, ciascuna sede di accoppiamento 104 à ̈ definita da una coppia di luci 107 passanti tra loro affacciate ed allineate lungo un asse di attraversamento “B†, ortogonale sia alla traversa 102 stessa che al montante 101 (ovvero ai montanti 101).
In altre parole, le due luci 107 definiscono in corrispondenza di ciascun nodo un corridoio di passante attraverso ciascuna traversa 102 ortogonalmente alla direzione di sviluppo “A†della traversa 102 stessa.
A tale proposito, i mezzi di connessione 104 sono provvisti di organi di collegamento 108 associabili alle sedi di accoppiamento 104 e vincolabili al pannello 10 per ancorare il telaio 100 stesso al pannello 10.
Preferibilmente, ciascun organo di collegamento 108 Ã ̈ di forma allungata, in modo tale da attraversare le luci 107 (ovvero il corridoio 107a) ed ancorarsi al pannello 10.
In particolare, gli organi di collegamento 108 sono collegabili (in uso collegati) al connettore 22, ed ancor più in particolare ad una sua porzione di estremità 23a, 23b.
Più precisamente, ciascun organo di collegamento 108 presenta una porzione di collegamento 108a con il pannello 10, dimensionata per attraversare le luci 107 (ovvero il corridoio 107a) ed una porzione di battuta 108b provvista di un elemento di riscontro 109.
Tale elemento di riscontro 109 presenta un’estensione (ovvero una sezione) maggiore rispetto alle luci 107, in modo da riscontrare la traversa 102 in corrispondenza del rispettivo nodo mantenendola in contatto con il pannello 10.
Dunque, la porzione di collegamento 108a e la porzione di riscontro 108b sono da parti opposte dell’organo di collegamento 108.
In uso, la porzione di collegamento 108a e la porzione di riscontro 104b sono da parti opposte della traversa 102, ciascuno collocato esternamente ad una luce 107, in prossimità della stessa.
Nella forma realizzativa preferita, l’organo di collegamento 108 comprende un corpo tubolare 28, internamente filettato, ed avvitabile con la filettatura 26 di una rispettiva porzione di estremità 23a, 23b della barra 23.
Ciascun corpo tubolare 28 à ̈ dunque attraversato da una cavità filettata passante.
Tale filettatura definisce la porzione di collegamento 108a.
Alternativamente, come nel caso dei mezzi pressori, l’accoppiamento potrebbe essere ottenuto mediante un meccanismo a scatto (ad incastro o a pressione).
Tali corpi tubolari 28 comprendendo una spalla di battuta 28a sporgente radialmente (definente l’elemento di riscontro 109 della porzione di battuta 108b).
Tra la spalla di battuta 28a e la seconda faccia 10b del pannello 10 à ̈ dunque definito uno spazio variabile in funzione dell'accoppiamento tra corpo tubolare 28 e barra 23 (in particolare dell’avvitamento del corpo tubolare 28 sulla filettatura 26).
La spalla di battuta 28a à ̈ preferibilmente definita da un corpo saldato al corpo tubolare 28.
Alternativamente può essere prevista una filettatura esterna al corpo tubolare 28 stesso per consentire l’avvitamento di un dado (provvisto di rondella) al fine di permettere una migliore regolazione dello spazio tra la spalla di battuta (in tal caso definita dalla coppia dado-rondella) ed il pannello 10.
In tale spazio à ̈ posizionabile (e serrabile) una traversa 102 del telaio 100.
Vantaggiosamente, la possibilità di connettere il telaio 100 direttamente al pannello 10 consente di montare la cassaforma e la relativa carpenteria reggispinta (telaio 100) a terra, senza la necessità di assemblare il tutto in opera (ovvero in cantiere), il che consente un notevole risparmio di costi e tempi.
Preferibilmente, le traverse 102 tubolari sono distribuite lungo i montanti 101 con una densità decrescente da un primo estremo 101a, in uso inferiore, ad un secondo estremo 101b, in uso superiore, del montante 101 stesso.
In altre parole, in prossimità del primo estremo 101a del montante 101, la distanza tra due traverse successive à ̈ minore rispetto alla distanza tra due traverse 102 successive collocate in prossimità del secondo estremo 101b.
Nella forma realizzativa preferita, la traversa 102 inferiore à ̈ a circa 35cm dal primo estremo 101a del montante 100 ed a 55cm circa dalla successiva.
Dalla seconda in poi, le traverse 102 sono distanziate tra loro di 60cm circa.
Vantaggiosamente, ciò incrementa la resistenza del telaio 100 che, a causa della distribuzione delle pressioni durante il getto, à ̈ maggiormente sollecitato in corrispondenza della base del pannello 10.
Il telaio 100 comprende inoltre mezzi di connessione 110 collocati in corrispondenza della seconda estremità 102b di ciascuna traversa 102 tubolare e configurati per ancorarla alla prima estremità 102a di una corrispondente traversa 102 tubolare di un telaio 100 attiguo.
In altre parole, in corrispondenza della seconda estremità 102a delle traverse 102, il telaio 100 presenta un organo connettore atto a collegare due traverse attigue 102 (di due telai attigui).
Vantaggiosamente, in tal modo il telaio 100 risulta di tipo modulare, ovvero ciascun telaio 100 definisce un singolo modulo della struttura di contenimento delle spinte idrostatiche (ovvero l’insieme dei telai tra loro combinati per coprire il perimetro dell’edificio).
Dunque, le traverse 102 tra loro adiacenti e rigidamente connesse definiscono una pluralità di catene orizzontali di contenimento delle spinte idrostatiche.
Preferibilmente, i mezzi di connessione 110 comprendono una pluralità di elementi di prolunga 111 ciascuno scorrevolmente associato alla seconda estremità 102b di una traversa 102 tubolare in modo da definire una struttura telescopica.
Ciascun elemento di prolunga 111 à ̈ conformato per accoppiarsi con la prima estremità 102a di una corrispondente traversa 102 tubolare di un telaio attiguo 100.
Vantaggiosamente, in tal modo à ̈ possibile posizionare i telai e solo successivamente collegarli l’uno con l’altro.
Si noti che la possibilità di connettere rigidamente ciascuna traversa 102 a quella ad essa adiacente favorisce la rettilineità della parete e consente di minimizzare gli errori di posa.
Nella forma realizzativa preferita, ciascun elemento di prolunga 111 à ̈ scorrevolmente inseribile in una corrispondente prima estremità 102a di una traversa tubolare 102 del telaio 100 reggispinta attiguo.
Dunque, gli elementi di prolunga 111 presentano una sezione trasversale (alla direzione di sviluppo “A†della traversa 102) di area inferiore alla cavità 105 in corrispondenza della prima estremità 102a della traversa 102.
Alternativamente, accoppiamento potrebbe essere invertito, con la prima estremità 102a della traversa 102 inseribile all’interno dell’elemento di prolunga, in tal caso internamente cavo.
Preferibilmente, i mezzi di connessione 110 comprendono almeno un organo di blocco 112 dello scorrimento impegnabile con l’elemento di prolunga 111 al fine di vincolarlo rigidamente alla traversa 102 in almeno una posizione operativa.
In tale posizione operativa l’elemento di prolunga 11 à ̈ inserito nella traversa 102 del telaio 100 adiacente. Preferibilmente, in corrispondenza della seconda estremità 102b, ciascuna traversa 102 presenta un’asola longitudinale 115 sviluppantesi parallelamente alla direzione di sviluppo “A†. Dunque, tale asola 115 à ̈ sostanzialmente rettilinea.
Opposta all’asola 115 (ovvero sulla parete laterale 102c opposta a quella su cui à ̈ ricavata l’asola 115), ciascuna traversa comprende almeno un foro passante 116 affacciato all’asola 115.
Analogamente, ciascun elemento di prolunga 111 presenta almeno un’apertura passante 117 allineabile al foro passante 116 in modo da consentire l’inserimento di una spina 114 di bloccaggio (definente l’organo di blocco 112).
Alternativamente (o in combinazione), à ̈ possibile prevedere un foro passante (non illustrato) realizzato in corrispondenza della prima estremità 102a della traversa 102 ed allineabile all’apertura passante 117 dell’elemento di prolunga 111.
In tal modo la spina 114 risulterebbe inseribile in tali apertura passante 117 e foro passante per definire la posizione operativa.
Vantaggiosamente, ciò consente di evitare che i giochi che nascono durante la vita del telaio compromettano l’assemblabilità dello stesso.
Preferibilmente, la parete laterale 102c comprendente il foro passante 116 presenta un ulteriore foro passante 116a.
Tale ulteriore foro passante 116a à ̈ allineato al foro passante 116 stesso e distale dalla seconda estremità 102b della traversa 102 rispetto ad esso. In tal modo, à ̈ possibile bloccare l’elemento di prolunga 111 in due differenti posizioni, la posizione operativa, precedentemente descritta, ed una posizione di riposo in cui l’elemento di prolunga à ̈ inserito (sostanzialmente in modo completo) nella propria traversa 102.
In tal modo, l’ancoraggio tra due telai 100 attigui risulta semplice e veloce.
Preferibilmente, ciascuna spina 114 Ã ̈ sagomata sostanzialmente ad uncino.
In altre parole, ciascuna spina 114 presenta una porzione rettilinea 114a, inseribile nell’asola 115 e nei fori 116, 116a ed apertura 117 passanti, ed una porzione ricurva 114b sagomata per abbracciare perimetralmente (almeno in parte) la traversa 104 tubolare.
Preferibilmente, la spina 114 à ̈ almeno in parte elastica (flessibile) in modo da essere deformabile durante l’inserimento aggrappandosi ad una parete laterale 102c (in uso inferiore) della traversa 102 una volta in posizione.
Nella forma realizzativa illustrata, la porzione ricurva 114b à ̈ sostanzialmente squadrata in modo da abbracciare con precisione la traversa 102, la quale à ̈ a sezione quadrilatera.
Vantaggiosamente, la possibilità di collegare i telai 100 ai pannelli 10 mediante organi removibili (ed esempio i corpi tubolari 28), nonché quella di collegare i telai 100 attigui tra loro mediante spine 114 removibili, rende semplice e veloce sia il montaggio che la rimozione della carpenteria di contenimento dell’edificio, la quale risulta completamente riutilizzabile in edifici delle più svariate dimensioni. Infatti, una volta rimossa la carpenteria non resta traccia dei telai nell’edificio, e per intonacare il muro à ̈ sufficiente applicare sulle pareti delle piccole reti in fibra di vetro, già in commercio ed usate nell’intonaco dei cappotti.
Si noti che, come elemento opzionale ed ausiliario, i gli elementi di prolunga del telaio 100 possono essere sostituiti con ulteriori elementi di prolunga angolari (non illustrati), i quali sono definiti da una coppia di porzioni rettilinee tra loro angolarmente sfasate e collegate in modo da definire un valore angolare predefinito (preferibilmente 90°).
Vantaggiosamente, in tal modo risulta possibile collegare rigidamente tra loro due telai di due pareti distinte, tra loro disposti trasversalmente.
In questo modo non vengono a crearsi punti di discontinuità nelle zone angolari dell’edificio ed il contenimento delle spinte risulta maggiormente efficiente.
Dunque, durante il getto del calcestruzzo, la struttura di contenimento del getto comprende una pluralità di casseforme 20 tra loro affiancate a definire le pareti di un edificio ed una prima ed una seconda pluralità di telai 100 come precedentemente descritti.
I telai 100 della prima pluralità sono tra loro affiancati e rigidamente connessi per definire una catena di contenimento interna dell’edificio.
I telai 100 della seconda pluralità sono tra loro affiancati e rigidamente connessi per definire una catena di contenimento esterna dell’edificio
Il metodo di realizzazione di una cassaforma a perdere prevede dunque le seguenti fasi:
- predisposizione di un ed un secondo primo panello edile (in polistirene o altro materiale);
- predisposizione di una rete di armatura di ciascun pannello;
- collegamento della rete di armatura al rispettivo pannello mediante appositi giunti;
- collegamento tra i due pannelli per definire una cassaforma (preferibilmente mediante il connettore 22 descritto in precedenza);
- predisposizione di un primo ed un secondo telaio 100 secondo la presente invenzione (dunque secondo quanto descritto precedentemente).
- fissaggio del primo telaio al primo pannello (preferibilmente mediante i corpi tubolari 28 descritti in precedenza);
- fissaggio del secondo telaio al secondo pannello (preferibilmente mediante i corpi tubolari 28 descritti in precedenza).
Ripetendo tale procedimento una pluralità di volte vengono realizzate numerose casseforme.
Si noti che à ̈ così possibile realizzare casseforme 20 già armate e provviste della rispettiva carpenteria reggispinta (telai 100) a terra, ovvero prima della posa.
A questo punto à ̈ possibile per l’operatore:
- posare una prima cassaforma 20a;
- piombare tale prima cassaforma 20a;
- posare una seconda cassaforma 20b;
- piombare tale seconda cassaforma 20b;
- collegare i telai 100 della prima cassaforma 20a (o primi telai 100) ai telai della seconda cassaforma 100b (o secondi telai).
Preferibilmente, tale collegamento avviene mediante inserimento degli elementi di prolunga 111 dei primi telai nelle traverse 102 dei secondi telai.
L’ancoraggio dei primi telai ai secondi telai viene eseguito tramite l’inserimento delle spine negli appositi fori 113, 116, asole 115 ed aperture 112.
Ripetendo tali operazioni una pluralità di volte, l’operatore realizza un recinto sostanzialmente chiuso definente una stanza o camera o edificio.
Dunque, a questo punto à ̈ possibile realizzare il getto del calcestruzzo.
Una volta essiccato il calcestruzzo, Ã ̈ possibile rimuovere i telai 100 tramite disaccoppiamento tra i nodi 104 ed il pannello 10 (preferibilmente svitando i corpi tubolari 28).
Vantaggiosamente, in tal modo i telai 100 secondo la presente invenzione sono perfettamente recuperabili e riutilizzabili per pannelli delle stesse dimensioni (o multipli delle stesse).
L’invenzione raggiunge gli scopi preposti e consegue importanti vantaggi.
Infatti, grazie agli accorgimenti secondo la presente invenzione à ̈ possibile realizzare edifici in breve tempo ed a basso costo, in quanto i tempi di montaggio e smontaggio dei telai (carpenteria) reggispinta sono notevolmente diminuiti.
Peraltro, la distribuzione uniforme della carpenteria su tutta la superficie del pannello rende particolarmente efficiente la ripartizione dei carichi idrostatici ed affidabile la struttura.
Inoltre, grazie alla modularità dei pezzi à ̈ possibile montare ciascun telaio al corrispondente pannello già in fase di assemblaggio del pannello (ovvero a terra o i macchina), risparmiando tempo e fatica quando il pannello à ̈ piombato in opera.
Infatti, la semplicità di montaggio e di utilizzo dei bracci telescopici consente di trasportate i pannelli singolarmente, eseguendo il collegamento tra pannelli attigui direttamente in opera.

Claims (11)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Telaio reggispinta per una cassaforma (20) edile a perdere, caratterizzato dal fatto di comprendere: - almeno un montante (101); - una pluralità di traverse (102) tubolari sviluppantisi parallelamente tra loro tra rispettive prime (102a) e seconde estremità (102b) lungo una direzione di sviluppo (A) ortogonale a detto almeno un montante (101); dette traverse (102) essendo collegate al montante (101) in corrispondenza di rispettivi nodi (103); - mezzi di ancoraggio (104) removibili configurati per collegare amovibilmente il telaio ed un pannello (10) della cassaforma (20) e commutabili tra una configurazione di accoppiamento ed una configurazione di disaccoppiamento; detti mezzi di ancoraggio (104) essendo collocati e distribuiti in corrispondenza dei nodi (103).
  2. 2. Telaio reggispinta secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che i mezzi di ancoraggio (104) sono definiti da una pluralità di sedi di accoppiamento (104a) collocate ciascuna in corrispondenza di uno di detti nodi (103) e comprendente una coppia di luci (107) passanti tra loro affacciate ed allineate lungo un asse di attraversamento (B) della traversa (102) tubolare ortogonale sia alla traversa (102) stessa che a detto almeno un montante (101); detti mezzi di ancoraggio (104) comprendendo inoltre una pluralità di organi di collegamento (108) ciascuno associabile ad una rispettiva sede di accoppiamento (104) e vincolabili al pannello (10) per ancorare il telaio (100) stesso al pannello (10).
  3. 3. Telaio reggispinta secondo la rivendicazione 1 o la 2, caratterizzato dal fatto di comprendere mezzi di connessione (110) collocati in corrispondenza della seconda estremità (102b) di ciascuna traversa (102) tubolare e configurati per ancorare detta seconda estremità (102b) alla prima estremità (102a) di una corrispondente traversa (102) tubolare di un telaio attiguo.
  4. 4. Telaio reggispinta secondo la rivendicazione 3, caratterizzato dal fatto che i mezzi di connessione (110) comprendono una pluralità di elementi di prolunga (111) ciascuno scorrevolmente associato alla seconda estremità (102b) di una traversa (102) tubolare in modo da definire una struttura telescopica e conformato per accoppiarsi con la prima estremità (102a) di una corrispondente traversa (102) tubolare di un telaio attiguo.
  5. 5. Telaio reggispinta secondo la rivendicazione 3, caratterizzato dal fatto che i mezzi di connessione (110) comprendono almeno un organo di blocco (112) dello scorrimento impegnabile con detto elemento di prolunga (111) per vincolarlo rigidamente alla traversa (102) in almeno una posizione operativa.
  6. 6. Telaio reggispinta secondo la rivendicazione 5, caratterizzato dal fatto che ciascuna traversa (102) tubolare presenta, in corrispondenza della propria seconda estremità (102b), un'asola longitudinale (115) sviluppantesi parallelamente alla direzione di sviluppo (A) della traversa (102) stessa ed, opposto a detta asola (115), almeno un foro passante (116); detto organo di blocco (112) essendo definito da una spina (114) inseribile nell’asola (115) e nel corrispondente foro passante (116) quando l’elemento di prolunga (111) à ̈ in detta posizione operativa.
  7. 7. Telaio reggispinta secondo la rivendicazione 6, caratterizzato dal fatto che ciascuna spina (114) à ̈ sagomata sostanzialmente ad uncino e presenta una porzione rettilinea (114a) inseribile in detti, inseribile nell’asola (115) e nel foro (116) passante ed una porzione ricurva (114b) sagomata per abbracciare perimetralmente almeno in parte la traversa (102) tubolare.
  8. 8. Telaio reggispinta secondo una qualunque delle rivendicazioni dalla 4 alla 7, caratterizzato dal fatto che ciascun elemento di prolunga (111) à ̈ scorrevolmente inseribile in una corrispondente prima estremità (102a) di una traversa tubolare (102) di un telaio reggispinta attiguo.
  9. 9. Telaio reggispinta secondo una qualunque delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che dette traverse (102) tubolari sono distribuite lungo detto almeno un montante (101) con densità decrescente da un primo estremo (101a), in uso inferiore, ad un secondo estremo (101b), in uso superiore, del montante (101) stesso.
  10. 10. Struttura di contenimento della spinta idrostatica per casseforme, comprendente: - almeno un primo ed un secondo telaio (100) secondo una qualunque delle rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che ciascuna seconda estremità (102b) delle traverse (102) del primo telaio (100) à ̈ collegata alla prima estremità (102a) di una corrispondente traversa (102) di detto secondo telaio (100) tramite un elemento di prolunga (111); ciascun elemento di prolunga essendo inserito in detta prima estremità (102a) della traversa (102) del secondo telaio (100).
  11. 11. Sistema per la realizzazione di una parete in cemento armato, comprendente: - una cassaforma a perdere comprendente: una coppia di pannelli (10) tra loro paralleli e distanziati di un prefissato quantitativo in modo da definire tra loro un’intercapedine (21) per l’accoglimento di materiale costruttivo, ciascuno di detti pannelli (10) essendo provvisto di una rete (1) di armatura in corrispondenza di una propria faccia interna (10a) all’intercapedine (21); una pluralità di connettori (22) comprendenti una barra (23) allungata sviluppantesi lungo un proprio asse principale tra due porzioni di estremità (23a, 23b) e configurata per attraversare la cassaforma (20) da un pannello (10) all’altro trasversalmente ad essi; - una coppia di telai reggispinta (100) secondo una qualunque delle rivendicazioni dalla 1 alla 9 collegati ciascuno ad un rispettivo pannello (10) della cassaforma (20); detti mezzi di ancoraggio (104) dei telai (100) comprendendo una pluralità di organi di collegamento (108) reversibili ancorati ciascuno ad una porzione di estremità (23a) di uno di detti connettori (22).
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