ITBO20110522A1 - Rete di armatura per pannelli edilizi portanti, pannello edilizio portante, struttura edilizia a setti portanti e metodo di realizzazione di un pannello edilizio portante. - Google Patents

Rete di armatura per pannelli edilizi portanti, pannello edilizio portante, struttura edilizia a setti portanti e metodo di realizzazione di un pannello edilizio portante. Download PDF

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ITBO20110522A1 IT000522A ITBO20110522A ITBO20110522A1 IT BO20110522 A1 ITBO20110522 A1 IT BO20110522A1 IT 000522 A IT000522 A IT 000522A IT BO20110522 A ITBO20110522 A IT BO20110522A IT BO20110522 A1 ITBO20110522 A1 IT BO20110522A1
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    • E04G11/06Forms, shutterings, or falsework for making walls, floors, ceilings, or roofs for walls, e.g. curved end panels for wall shutterings; filler elements for wall shutterings; shutterings for vertical ducts
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    • E04C5/168Spacers connecting parts for reinforcements and spacing the reinforcements from the form
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Description

DESCRIZIONE
Annessa a domanda di brevetto per INVENZIONE INDUSTRIALE avente per titolo:
RETE DI ARMATURA PER PANNELLI EDILIZI PORTANTI, PANNELLO EDILIZIO PORTANTE, STRUTTURA EDILIZIA A SETTI PORTANTI E METODO DI REALIZZAZIONE DI UN PANNELLO EDILIZIO PORTANTE.
La presente invenzione ha per oggetto una rete di armatura per pannelli edilizi portanti, un pannello edilizio portante (preferibilmente comprendente detta rete), una struttura edilizia a setti portanti ed un metodo di realizzazione di un pannello edilizio portante.
La presente invenzione trova applicazione nel settore dell'edilizia, ed in particolare nella realizzazione di edifici a setti portanti, a basso costo ed in zone disagiate.
Nella tecnica nota sono conosciute numerose soluzioni per la realizzazione di strutture abitative multi-piano a setti portanti tramite l'installazione di pannelli portanti dotati di un'armatura metallica (generalmente in acciaio) annegata in un volume di materiale da costruzione, come calcestruzzo, betoncino o simili.
A seconda delle esigenze strutturali e delle caratteristiche climatico-territoriali della zona di costruzione à ̈ possibile utilizzare pannellature cosiddette “singole†, ovvero che fungono da supporto interno per il getto (di calcestruzzo) esterno, oppure “doppie†, ovvero che fungono da cassaforma a perdere per il getto interno.
Anche l'armatura, ovvero la rete metallica collegata al pannello ed annegata nel calcestruzzo, possiede caratteristiche di resistenza variabili in funzione delle specifiche di progetto, generalmente determinate dalle normative vigenti.
Le armature non sono altro che reti formate da barre (o catene) orizzontali e verticali (in particolare due ferri verticali e cinque orizzontali) tra loro collegate in corrispondenza di una pluralità di nodi tramite appositi elementi di giunzione.
Più precisamente, le barre sono costituite da un tondino per cemento armato ad aderenza migliorata del diametro di circa 6 millimetri.
La normativa vigente prevede che, qualora vi sia la presenza di due catene orizzontali attigue, queste debbano essere sovrapposte per una lunghezza di almeno 80 centimetri.
Svantaggiosamente, ciò implica che, non conoscendo a priori la lunghezza delle pareti su cui verranno montati i pannelli, le catene orizzontali vengano montate in opera per limitare le sovrapposizioni.
Ciò rende la realizzazione delle pareti particolarmente laboriosa.
Inoltre, per quanto concerne le strutture a cassero (pannello doppio), la prefabbricazione dello stesso risulta al momento suddivisa in tre fasi distinte e ripetute sostanzialmente sulla stessa macchina.
Infatti,
- in una prima fase, una prima rete di acciaio viene ancorata ad un primo pannello;
- in una seconda fase, una seconda rete di acciaio viene ancorata ad un secondo pannello;
- in una terza (ed ultima fase), il primo ed il secondo pannello vengono posizionati frontalmente l'uno all'altro e collegati tramite un giunto.
Svantaggiosamente, tale procedimento impedisce che il cassero possa essere montato in opera e rende il trasporto dello stesso difficoltoso.
Difatti, essendo il cassero internamente cavo (a causa dell'intercapedine che divide i due pannelli) il volume occupato dallo stesso à ̈ decisamente elevato (in particolare in rapporto al suo peso), obbligando il costruttore ad utilizzare mezzi di trasporto fortemente ingombranti per trasportare un peso molto limitato, con un notevole spreco di risorse.
Peraltro, le necessità di utilizzare calcestruzzo (come materiale costruttivo) e polistrirene (per realizzare i pannelli) rende la realizzazione degli edifici particolarmente costosa, sia per il costo dell’impianto per la lavorazione del polistirene che per le difficoltà di trasporto in assenza di vie di infrastrutture adeguate.
Scopo della presente invenzione à ̈ rendere disponibile una rete di armatura per pannelli edilizi portanti, un pannello edilizio portante, una struttura edilizia a setti portanti ed un metodo di realizzazione di un pannello edilizio, che superino gli inconvenienti della tecnica nota sopra citati.
In particolare, Ã ̈ scopo del presente trovato mettere a disposizione una rete di armatura per pannelli edilizi portanti, un pannello edilizio portante di semplice montaggio e trasporto.
Inoltre, scopo della presente invenzione à ̈ inoltre ottenere un pannello edilizio ed una struttura edilizia di ottima qualità e realizzabili a basso costo.
Detti scopi sono pienamente raggiunti dalla rete in acciaio per pannelli edilizi portanti, dal pannello edilizio portante, dalla struttura edilizia e dal metodo di realizzazione di un pannello edilizio, secondo una o più successive delle rivendicazioni.
Questa ed altre caratteristiche risulteranno maggiormente evidenziate dalla descrizione seguente di una preferita forma realizzativa, illustrata a puro titolo esemplificativo e non limitativo nelle unite tavole di disegno, in cui:
- la figura 1 illustra una vista frontale di un pannello provvisto di una rete di armatura secondo la presente invenzione;
- la figura 1a mostra una vista in sezione trasversale del pannello di figura 1;
- la figura 2 mostra una vista in sezione di un elemento a pannello posato a valle del getto;
- la figura 3 mostra una vista in sezione di un cassero a perdere secondo la presente invenzione, posato a valle del getto;
- la figura 4 mostra una vista prospettica di una porzione di un connettore per un cassero a perdere secondo la presente invenzione;
- la figura 5 mostra una vista in sezione di un cassero a perdere secondo la presente invenzione, durante il getto;
- la figura 6 mostra una vista in sezione di una struttura edilizia a setti portanti secondo la presente invenzione;
- la figura 7 mostra una vista in sezione di un particolare di figura 6;
- la figura 8 mostra una vista in sezione di un particolare di figura 6;
- la figura 9 mostra un particolare di figura 6;
- la figura 10 mostra una vista in pianta di un particolare di angolo della struttura di figura 6.
Con riferimento alle figure 1-10, con il numero 1 Ã ̈ indicata una rete metallica di armatura per un pannello portante di una struttura edilizia secondo la presente invenzione.
La rete 1 comprende una pluralità di barre 2, 3 metalliche (preferibilmente in acciaio da costruzione) tra loro ordite in modo da definire un reticolato di prime 2 e seconde barre 3 tra loro incrociate.
Dunque, le prime barre 2 sono ortogonali alle seconde barre 3 e ciascuna seconda barra 3 Ã ̈ collegata a tutte le prime barre 2 in corrispondenza di rispettivi nodi 4 di accoppiamento (in cui le barre sono giuntate tramite un gancio in acciaio armonico).
La rete 1 comprende almeno una coppia di prime barre 2 ed una pluralità di seconde barre 3.
Sia le prime 2 che le seconde barre 3 sono tra loro parallele e distanziate di una spaziatura predeterminata.
In altre parole, le prime barre 2 sono tra loro parallele e distanziate.
Analogamente, le seconde barre 3 sono tra loro parallele e distanziate.
In uso, la rete viene applicata sulla faccia di un pannello 10 (che in seguito verrà meglio descritto) preferibilmente mediante elettrosaldatura.
Una volta posate, le prime barre 2 sono, sempre in uso, orientate verticalmente, mentre le seconde barre 3 sono orientate orizzontalmente.
Dunque, le prime barre 2 definiscono (in combinazione con le corrispondenti prime barre 2 di un pannello 10 sovrastante o sottostante) le catene verticali del setto.
In analogia, le seconde barre 3 definiscono (in combinazione con le corrispondenti seconde barre 3 di un pannello 10 attiguo) le catene orizzontali del setto. A tale proposito, si noti che ciascuna seconda barra 3 si sviluppa lungo una propria direzione principale tra una prima 3a ed una seconda estremità 3b, entrambe provviste di un occhiello 5 passante.
In altre parole, ciascuna seconda barra 3 presenta due porzioni terminali aventi un elemento anulare 6 passante.
Più precisamente, ciascuna estremità 3a, 3b à ̈ definita da una porzione terminale 7 ripiegata su sé stessa, per definire l’occhiello 5, ed in parte sovrapposta al corpo della barra 3 per rinforzarla.
In altre parole, le porzioni terminali 7 di una singola seconda barra 3 sono ripiegate su loro stesse (mediante appositi mezzi piegatori) per definire l’occhiello 5 si richiudono sul tratto intermedio di barra più prossimo all'occhiello stesso con una sovrapposizione di lunghezza prefissata (nella forma realizzativa illustrata 10 centimetri).
Preferibilmente, un interasse tra i centri degli occhielli 5 di ciascuna barra orizzontale corrisponde sostanzialmente alla larghezza del pannello 10 su cui la rete 1 viene montata.
Inoltre, ciascun occhiello 5 passante à ̈ sostanzialmente coassiale agli occhielli 5 passanti delle corrispondenti estremità 3a, 3b delle altre seconde barre 3 (di una stessa rete 1) al fine di definire una linea congiungente “A†.
Tale linea congiungente “A†à ̈ percorribile da una terza barra 6 per il collegamento, in fase di montaggio, di due reti 1 tra loro attigue.
In altre parole, gli occhielli 5 delle seconde estremità 3b delle seconde barre 3 (di un singolo pannello 1) sono tra loro allineate lungo la suddetta congiungente “A†, in uso verticale.
Analogamente, gli occhielli 5 delle prime estremità 3a delle seconde barre 3 (di un singolo pannello 1) sono tra loro allineate lungo la suddetta congiungente “A†, in uso verticale.
Dunque, in fase di montaggio, le reti di due pannelli 10 attigui (adiacenti) vengono posizionate in modo che gli occhielli 5 delle seconde estremità 3b delle seconde barre 3 di una rete 1, siano allineati agli occhielli 5 delle prime estremità 3a delle seconde barre 3 dell'altra rete 1.
Come già accennato, tale allineamento consente l'introduzione all'interno degli occhielli 5 di una terza barra 6 per il collegamento e l'irrigidimento della struttura edilizia.
La terza barra 6 presenta preferibilmente diametro (o più in generale sezione) maggiore rispetto alle prime ed alle seconde barre 2, 3.
Ancor più preferibilmente, la terza barra 6 presenta sezione tale che la sua resistenza a taglio à ̈ maggiore della resistenza a trazione/compressione delle prime 2 e/o seconde barre 3.
Nella forma realizzativa illustrata, le prime 2 e le seconde barre 3 sono definite da tondini (ad aderenza migliorata) d'acciaio aventi diametro di 6 millimetri circa.
In accordo con ciò, le terze barre 6 sono definite da tondini d'acciaio aventi diametro di 8 millimetri circa. Vantaggiosamente, la presenza degli occhielli 5 consente di prefabbricare i pannelli 10 già armati, diminuendo la complessità del lavoro in opera.
Inoltre, la possibilità di collegare tra loro le seconde barre 3 di ciascuna rete 1 tramite la terza barra 6 permette di incrementare il numero di catene verticali per ogni panello 10, aumentando la resistenza del setto. Il pannello 10 ha la sua prima fondamentale funzione quella di supporto centrale a ricevere del materiale costruttivo 11 (betoncino di classe C25/30, calcestruzzo preferibilmente di classe C25/30 o della terra cruda compattata) sulle sue facce esterne nella tipologia a “pannello singolo†o all’interno di un'intercapedine tra due pannelli, che fungono da cassero a perdere, nella tipologia “pannello doppio†.
Inoltre, il pannello 10, ha anche la funzione di protezione termica dei muri, e dunque la sua trasmittanza deve necessariamente assumere un valore minore, quindi migliore, di quelli imposti dalle normative vigenti nelle arre di costruzione.
Il pannello 10, nella sua versione illustrata, presenta una sezione di larghezza 1120 millimetri e spessore 100 millimetri. Tuttavia, le dimensioni dello stesso possono cambiare notevolmente in funzione dell'impiego e delle finalità dell'edificio.
Si noti che ciascun pannello 10 presenta almeno una prima 10a faccia provvista di una pluralità di sporgenze longitudinali 11 (verticali) in modo da definire un successione di gole 12 (scanalature) in cui il materiale costruttivo (calcestruzzo o betoncino) va ad inserirsi per aggrapparsi al pannello 10.
Tali sporgenze 11 sono preferibilmente a forma di greche trapezoidali (nella forma realizzativa illustrata aventi spessori di 16 millimetri circa).
Inoltre, il pannello 10 comprende una seconda faccia 10b, opposta alla prima 10a, provvista di una rugosità tale da definire una successione di piccole gole ed apici (preferibilmente micro-greche) per favorire una migliore incollatura dell’intonaco.
Preferibilmente, annegata all’interno del pannello 10, à ̈ compresa una rete leggera 18 che ha funzione di stabilizzazione del pannello, consentendo una maggiore resistenza dello stesso ed una minore probabilità di scorrimento tra le due facce.
Più precisamente, il pannello à ̈ realizzato in due semiparti realizzate in successione (o separatamente) tra loro collegate a valle dell’interposizione della rete leggera 18.
In tutte le sue applicazioni costruttive il pannello 10 costituisce la parete delle abitazioni unendo verticalmente un livello al successivo.
Esso già da progetto e produzione presenta un'altezza definita ed una sua numerazione per consentire ad un operatore di collocarlo senza equivoci nell’assemblaggio di una parete.
Dunque, in cantiere arrivano i pannelli 10 già pronti per essere assemblati rispettando uno schema di montaggio.
Le fasi costruttive iniziano dall’assemblaggio dei pannelli 10 con la legatura tra gli stessi, facilitati anche dalla sovrapposizione di una retina di debordo (non illustrata). Seguono l’allineamento, la piombatura, le eventuali controventature ed il getto.
Per realizzare il setto portante, Ã ̈ possibile utilizzare i pannelli 10 come anima centrale della parete (soluzione a pannello singolo) oppure come cassero a perdere definente un'intercapedine di accoglimento del getto (soluzione a pannello doppio).
Nel primo caso (fig. 1-2), una coppia di pannelli 10 vengono collegati tra loro in corrispondenza delle seconde facce 10b, in modo che il profilo ondulato delle prime facce 10a sia da entrambi i lati della coppia di pannelli 10.
I due pannelli 10 così assemblati definiscono un unico elemento a pannello 13 provvisto di una coppia di facce 13a tra loro opposte e presentanti ciascuna una pluralità di sporgenze 11 longitudinali tra loro parallele e distanziate di una prefissata quantità in modo da definire la successione di apici e gole.
Questo elemento a pannello 13 può anche essere ottenuto tramite la realizzazione di un pannello unico provvisto di greche su entrambe le facce.
La scelta di uno o l’altro dipenderà dalle caratteristiche climatiche delle zone delle realizzazioni.
L'elemento a pannello 13 funge dunque da supporto interno al getto esterno.
Su entrambe le prime facce 10a dei pannelli 10 (o entrambe le facce del pannello unico) à ̈ montata una leggera maglia (fissata mediante una graffatrice meccanica o pneumatica e non illustrata per semplicità rappresentativa).
Si noti che tale maglia ha la stessa altezza del pannello 10, ma à ̈ più larga per favorire nei due lati una migliore ripresa con il pannello 10 attiguo.
La funzione di questa leggerissima maglia à ̈ infatti quella di assicurare e migliorare la coesione del calcestruzzo o betoncino gettato. Essa può essere, a seconda delle scelte del progettista:
- metallica galvanizzata (esempio rete tessuta maglia 50 x 50 e filo diametro 1,7 mm.),
- in fibra di vetro,
- in fibra di nailon,
- in fibra vegetale trattata o altro.
L'elemento a pannello 13 comprende inoltre una coppia di reti 1, sovrapposte ciascuna ad una rispettiva faccia 13a dell'elemento a pannello 13 e tra loro collegate in corrispondenza di rispettivi nodi 4.
In particolare, ciascuna rete 1 Ã ̈ sovrapposta alla rispettiva maglia.
Le reti 1 sono sostanzialmente speculari, quindi i punti di incrocio delle barre 2, 3 (o ferri) sono coincidenti nelle due facce 13a dell'elemento a pannello 13.
Le due reti 1 sono tra loro collegate tramite elementi di giunzione 14 che attraversano l'elemento a pannello 13 tra le due facce 13a.
Preferibilmente, le due reti 1 sono collegate in corrispondenza di rispettivi nodi 4.
Alternativamente, potrebbero in ogni caso essere collegate in punti differenti.
Di conseguenza, le reti 1 restano serrate alle due facce 13a dell'elemento a pannello 13 e di conseguenza imprigionano anche le due maglie leggere sottostanti. Dal punto di vista del calcolo strutturale, le reti 1 ed il relativo betoncino (o calcestruzzo) si incaricano di svolgere la funzione portante statica dell’edificio.
Le prime barre 2 delle reti 1, o barre verticali, sono legate ai getti dello spiccato e dei marcapiani, mentre le seconde barre 3, o barre orizzontali, devono avere una continuità nella parete fino all’arrivo o raggiungimento delle barre verticali d’angolo della costruzione che sono naturalmente annegate in una colonnina di calcestruzzo.
La sua funzione principale à ̈ quella già descritta in precedenza, ma ne assume anche un’altra, non meno importante, che à ̈ quella di impedire ai due strati 16 (o croste) di calcestruzzo (preferibilmente di circa 40 mm) dell'elemento a pannello 13, in caso di estrema sollecitazione, di scorrere relativamente l'uno all'altro.
Importante à ̈ anche la funzione che assolvono gli elementi di giunzione 14 (8-10 per ogni pannello e disposti due a due orizzontalmente) perché sugli effetti delle sollecitazioni al pannello essi si occupano di mantenere il più possibile lo stato di parallelismo fra le due croste di muro in cemento armato.
Il calcestruzzo utilizzato per la configurazione appena descritta comprende un inerte non superiore al diametro di 5mm e la sua resistenza à ̈ C25/30.
Questo sistema costruttivo ci consente di realizzare edifici di tre livelli in zone sismiche di prima categoria.
Si noti che, in caso di necessità, à ̈ possibile (per il progettista) aumentare o diminuire l’acciaio da cemento armato.
Nella configurazione di montaggio a cassaforma (fig.3), o “pannello doppio†, due pannelli 10 sono montati con le prime facce 10a orientate in contrapposizione (ossia rivolte l'una verso l'altra) e tra loro distanziate in modo da definire un'intercapedine 21 per l'accoglimento del materiale costruttivo (ovvero del getto).
In altre parole, esso à ̈ composto dagli stessi pannelli 10 impiegati nella tipologia del “pannello singolo†, ma distanziati e con le greche orientate al contrario cioà ̈ rivolte verso l’interno.
In tale configurazione, i due pannelli 10 definiscono dunque un cassero 20 “a perdere†, in quanto parte integrante della parete e non riutilizzabile.
Preferibilmente, l'intercapedine 21 ha uno spessore variabile e compreso tra 12 e 22 centimetri, più preferibilmente tra 15 e 20 centimetri.
Quindi abbiamo una cassaforma a perdere per realizzare un muro in calcestruzzo (di classe C25/30) armato e che agli effetti del calcolo, Ã ̈ considerato debolmente armato.
Preferibilmente, per motivi che appariranno maggiormente chiari nel prosieguo, i pannelli 10 utilizzati per il cassero 20 sono provvisti di una pluralità di incavi 17 (o meglio svasi conici) in corrispondenza della seconda faccia 10b.
Tali incavi 17 sono appositamente creati in una semiparte del pannello 10.
I pannelli 10, contrapposti e distanziati, sono connessi da appositi connettori 22 passanti (preferibilmente in numero tra 8 e 10).
Ciascun connettore 22 comprende una barra 23 allungata sviluppantesi lungo un proprio asse principale “B†tra due porzioni di estremità 23a, 23b e configurata per attraversare il cassero 20, trasversalmente ad esso, da un pannello 10 all’altro.
Il connettore 22 comprende inoltre una coppia di elementi di riscontro 24 rigidamente connessi alla barra 23, in corrispondenza di una porzione intermedia 23c della stessa.
Tali elementi di riscontro 23 sono disposti ad una distanza sostanzialmente corrispondente alla distanza tra le reti 1 dei due pannelli 1, in modo da fungere da distanziale tra le due.
In altre parole, i due elementi di riscontro 24 sono disposti ad una distanza tale da mantenere i due pannelli 10 distanziati.
Preferibilmente, gli elementi di riscontro 24 sono definiti da due rondelle o ferri saldati sulla barra 23 che si appoggiano e pressano le reti 1 interne del cassero 20 (o cassaforma).
I ferri saldati non sono altro che porzioni di barre di armatura (analoghe alle prime e seconde barre 2, 3 sopra descritte) ripiegati ad “U†o a croce e saldati.
Tali elementi di riscontro 24 sono preferibilmente attivi sulle reti 1 in corrispondenza dei nodi 4.
Vantaggiosamente, la presenza della rete leggera 18 distribuisce l’azione degli elementi di riscontro 24 stessi lungo tutta la superficie del pannello 10.
Inoltre, il connettore 22 comprende mezzi pressori 25 regolabili, associati alle porzioni di estremità 23a, 23b della barra 23 per premere ciascun pannello 10 e la rispettiva rete 1 contro al rispettivo elemento di riscontro 24.
In altre parole, il connettore 22 Ã ̈ sostanzialmente suddiviso in tre porzioni allineate.
Una porzione intermedia (interposta tra gli elementi di riscontro 24) funge da distanziale tra i due pannelli 10 (e le due reti 1), mentre le due porzioni di estremità 23a, 23b fungono da porzioni di serraggio, che mantengono ancorati i pannelli 10 con le rispettive reti.
Preferibilmente, entrambe le porzioni di estremità 23a, 23b della barra 23 sono provviste di una filettatura 26 impegnabile con un apposito dado 27 pressore.
Le filettature 26 ed i rispettivi dadi 27 definiscono così i mezzi pressori 25 regolabili.
Alternativamente, i mezzi pressori potrebbero essere definiti da un accoppiamento a scatto (ad incastro o a pressione) tra un corpo pressore (assimilabile al dado 27) e la barra 23.
Preferibilmente, le filettature 26 (e dunque le porzioni di estremità 23a, 23b della barra 23) attraversano il pannello 10 in corrispondenza degli incavi 17 (o svasi conici) precedentemente citati.
In altre parole, il connettore 22 alle sue estremità presenta delle lunghe filettature che sfociano all’esterno dei pannelli 10 in corrispondenza degli incavi (appositamente creati in una semi-parte dl pannello 10). Preferibilmente, la profondità di questo incavo 17 coincide con una maglia di appiglio (non illustrata) inserita al centro del pannello 10.
In uso, il dado 27 dei mezzi pressori e collocato all'interno di tale svaso conico, il quali viene successivamente colmato (riempito) di calcestruzzo (o simili) per evitare che il connettore 22 definisca “un ponte termico†tra l'esterno e l'interno dell'edificio. Poiché alle porzioni di estremità 23a, 23b del connettore 22 resta una quantità sufficiente di filettatura 26 libera tale da consentire l’ancoraggio ad esse della carpenteria necessaria al contenimento della spinta del getto in calcestruzzo (ed eventualmente anche le impalcature).
A tale proposito, il connettore 22 comprende una coppia di corpi tubolari 28, internamente filettati, ed avvitabili ciascuno con la filettatura 26 di una rispettiva porzione di estremità 23a, 23b della barra 23.
Ciascun corpo tubolare 28 à ̈ dunque attraversato da una cavità filettata passante.
Alternativamente, come nel caso dei mezzi pressori, l’accoppiamento potrebbe essere ottenuto mediante un meccanismo a scatto (ad incastro o a pressione).
Tali corpi tubolari 28 comprendendo una spalla di battuta 28a sporgente radialmente.
Tra la spalla di battuta 28a e la seconda faccia 10b del pannello 10 à ̈ dunque definito uno spazio variabile in funzione dell'accoppiamento tra corpo tubolare 28 e barra 23 (in particolare dell’avvitamento del corpo tubolare 28 sulla filettatura 26).
La spalla di battuta 28a à ̈ preferibilmente definita da un corpo saldato al corpo tubolare 28.
Alternativamente può essere prevista una filettatura esterna al corpo tubolare 28 stesso per consentire l’avvitamento di un dado (provvisto di rondella) al fine di consentire una migliore regolazione dello spazio tra la spalla di battuta (in tal caso definita dalla coppia dado-rondella) ed il pannello 10.
Vantaggiosamente, in tale spazio posizionabile (e serrabile) un elemento reggispinta 29 necessario al contenimento di una spinta generata da un getto di calcestruzzo in fasi di colata dello stesso all’interno dell’intercapedine 21.
Si noti che, a causa della distribuzione delle pressioni durante il getto, i connettori 22 più sollecitati sono quelli inferiori e di conseguenza la distribuzione degli stessi lungo la verticale dovrà tenere conto di tale fattore, prevedendone una maggiore concentrazione in basso.
Inoltre, una volta terminato il getto, la presenza della filettatura 26 libera consente l’ancoraggio al pannello di impalcatura, sia con funzione portante, che con funzione di appoggio della passatoia.
Per intonacare il muro à ̈ sufficiente applicare sulle pareti delle piccole reti in fibra di vetro, già in commercio ed usate nell’intonaco dei cappotti.
Le strutture di questo tipo consentono di realizzare edifici di quindici livelli in zone sismiche di prima categoria.
Anche in questa tipologia à ̈ possibile prevedere una quantità di ferro aggiuntivo sia nei particolari standard e sia per le eventuali esigenze del calcolo statico. In ogni caso difficilmente tale quantità potrà superare i 2 kilogrammi per ogni metro quadrato di muro. Oggetto della presente invenzione à ̈ inoltre una struttura 30 edilizia (o edile) a setti portanti, ovvero sostanzialmente priva di pilastri, in cui sono le pareti ad avere il compito di sostenere l'intera struttura, vincendo carichi sia verticali (compressione) che orizzontali (taglio).
La struttura edile 30 comprende un elemento orizzontale di base 31, sostanzialmente piano e definente una superficie “C†calpestabile.
Tale elemento orizzontale di base comprende una fondazione 31a, preferibilmente realizzata a platea ed avente spessore di 50 centimetri circa.
Al di sopra della fondazione 31a, la struttura 30 comprende un massetto 31b, una pavimentazione 31c sovrapposta al massetto 31b.
Lo spessore del massetto 31b à ̈ variabile in base alla tipologia dell'ambiente (per esempio all'interno di un edificio può andare da 4 a 8 cm). Il suo scopo à ̈ di rendere piano il sottostante substrato di calcestruzzo; in secondo luogo, serve ad accogliere tubazioni e cavi di servizio. Se la sovrastante pavimentazione 31c (ceramica, pietra o legno) à ̈ posata per incollaggio, à ̈ proprio sopra al massetto 31b che viene stesa la colla. L’elemento orizzontale di base 31 (in particolare la fondazione 31a) à ̈ provvisto di una pluralità di corpi 32 di staffaggio ergentisi dalla superficie “C†ed allineati per individuare almeno un locale 40 abitabile. Si noti che con l’espressione “locale 40 abitabile†si intende nel presente testo ognuno degli ambienti interni di un edificio, ad uso abitazione o ufficio o altro, divisi l'uno dall'altro da pareti. È in comunicazione con le altre parti dell'edificio mediante porte e con l'esterno mediante le finestre e/o le porte-finestra. In altre parole, tali corpi 32 di staffaggio (preferibilmente zanche 32a in acciaio) sono annegati nella fondazione 31a e sporgono dalla superficie “C†per consentire l’ancoraggio di una pluralità pareti modulari verticali.
Le zanche 32a sono infatti allineate (e distanziate) tra loro in modo da individuare il perimetro dei locali definiti dalle pareti.
Ciascuna parete à ̈ definita da una pluralità di elementi di parete 33 tra loro affiancati e presentanti estremità inferiori 33a ed estremità superiori 33b tra loro opposte.
Le estremità superiori 33a sono collegate ai corpi 32 di staffaggio per delimitare lateralmente il suddetto locale 40 abitabile.
Le estremità superiori 33b sono invece collegate ad un elemento orizzontale superiore (o solaio) 34 delimitante superiormente il suddetto locale 40 abitabile.
Si noti che gli elementi di parete 33 comprendendo ciascuno una coppia di pannelli 10 tra loro paralleli e distanziati di un prefissato quantitativo in modo da definire tra loro un’intercapedine 36 per l’accoglimento di un materiale costruttivo.
A titolo di esempio, i pannelli 10 presentano le dimensioni accennate precedentemente nel testo.
In altre parole, l’elemento di parete 33 à ̈ del tipo a “pannello doppio†, ovvero à ̈ un cassero 35 a perdere.
In questa versione non sono previste le reti in tondino interne all’intercapedine 36 tra i pannelli 10, ma solo le maglie esterne del tipo leggerissimo in fibra di vetro (o simili) per le sole esigenze di intonaco.
Tuttavia, ciascun pannello 10 comprende almeno due barre orizzontali 41 di rinforzo collocate sulla propria seconda faccia 10b (ovvero la faccia esterna del cassero 35).
Tali barre orizzontali 41 sono preferibilmente analoghe alle seconde barre 3 della rete 1 descritta in precedenza.
In altre parole, le barre orizzontali 41 sono provviste di occhielli 5 di collegamento in corrispondenza delle estremità.
Nella forma realizzativa preferita, i pannelli 10 presentano una pluralità di scanalature 42, in uso orizzontali, per l’accoglimento delle suddette barre orizzontali 41.
In fase di montaggio, tali scanalature 42 vengono riempite di calcestruzzo (o simili) in modo da incrementare la superficie di contatto (ovvero di scarico delle tensioni) tra la barra orizzontale 41 ed il pannello 10.
Il cassero 35 comprende inoltre una pluralità di corpi di giunzione 37 tra i due pannelli 10.
Preferibilmente, ogni cassero 35 comprende un numero di corpi di giunzione 37 compreso tra 6 e 12, più preferibilmente tra 8 e 10.
Nella forma realizzativa illustrata, i corpi di giunzione 37 sono otto per ogni cassero 35.
Preferibilmente, ciascun corpo di giunzione 37 comprende una barra filettata munita i bulloni per mantenere i due pannelli 10 ancorati l’un l’altro.
Secondo l’invenzione, l’intercapedine 36 à ̈ riempita di un volume di terra 38 cruda argillosa presentante una percentuale compresa tra il 15% ed il 30% di materiale inerte (ghiaia e sabbia).
Preferibilmente, la percentuale di materiale inerte à ̈ compresa tra il 19% ed il 26% del totale, più preferibilmente tra il 20% ed il 25%.
Tale volume di terra 38 Ã ̈ delimitato da mezzi di collegamento inferiori 39a ancorati ai i corpi 32 di staffaggio e mezzi di collegamento superiori 39b ancorati all'elemento orizzontale superiore 34.
La terra 38 à ̈ preferibilmente compattata secondo il metodo conosciuto “PISȆ.
Alternativamente potrebbero essere utilizzati mattoni crudi già pronti (10x10x40 cm, 10x15x30 cm).
La compattazione del volume di terra 38 deve essere tale da conferire al volume stesso una resistenza a compressione di almeno 20 kg/cm<2>(preferibilmente almeno 22 kg/cm<2>, più preferibilmente 25 kg/cm<2>) ed una resistenza a taglio di almeno 3 kg/cm<2>(preferibilmente<2>almeno 4 kg/cm<2>, più preferibilmente 5 kg/cm ).
In ogni caso, il volume di terra 38 dovrà attendere la<2>resistenza dell’argilla, ossia 25 kg/cm alla compressione e 5 kg/cm<2>al taglio.
Vantaggiosamente, ciò consente di conoscere le caratteristiche del volume di terra 38 pur presentando, la terra stessa, caratteristiche di per sé non omogenee. Vantaggiosamente, inoltre, i pannelli 10 essendo già stagionati quando saranno posti all’impiego, potranno assorbire in un primo tempo la quantità di umidità che la terra 38 rilascia, passando dallo stato plastico a quello dell’umidità costante definitiva.
Preferibilmente, i mezzi di collegamento inferiori 39a superiori 39b sono definiti da uno strato di calcestruzzo (o simili, betoncino, etc…) in cui vengono annegati i corpi di giunzione di estremità 37a del cassero 35.
Vantaggiosamente, ciò rende monolitica la struttura della parete, vincolandola agli estremi.
Al fine di mantenere ciascun elemento di parete 33 sempre nei suoi assi, orizzontale e verticale, anche se soggetto a sollecitazioni orizzontali (sismiche), la struttura 30 secondo la presente invenzione prevede l’utilizzo di accorgimenti tecnici costruttivi efficaci ed appropriati.
In primo luogo, le barre orizzontali 41 di ciascun pannello 10 sono collegate alle corrispondenti barre orizzontali 41 del pannello 10 adiacente, in modo da formare una cintura (o recinto) 43 unica per ciascuna faccia della parete, quindi bi-anulare, per l'irrigidimento della struttura.
In altre parole, la struttura 30 comprende una cintura esterna ed una (o più) cintura interna di contenimento degli elementi di parete 33.
Inoltre, ciascuna barra orizzontale 41 à ̈ collegata rigidamente con una corrispondente barra orizzontale 41 di rinforzo dell’altro pannello 10, di uno stesso elemento di parete 33.
In altre parole, il cassero 35 à ̈ attraversato da una pluralità di organi di connessione 44, ciascuno presentante una prima estremità 44a collegata ad una barra orizzontale 41 esterna alla struttura ed una seconda estremità 44b collegata ad una barra orizzontale 41 interna alla struttura.
Vantaggiosamente, in questo modo le cinture 43 sono tra loro collegate e serrate, evitando uno scorrimento relativo tra le due e soprattutto impedendo l’inclinazione della parete se soggetta ad azioni di taglio.
Nella forma realizzativa preferita, l’organo di connessione 44 comprende un corpo principale allungato 45 dotato alle proprie estremità di una coppia di uncini 46 atti ad impegnarsi con (accogliere) le barre orizzontali 41.
Più precisamente, un primo uncino 46a à ̈ realizzato di pezzo con la barra 45, mentre un secondo uncino 46b à ̈ collegato amovibilmente (ed in modo regolabile) alla barra 45.
Nella forma realizzativa preferita tale collegamento à ̈ realizzato mediante un accoppiamento a vite (ovvero tramite una filettatura ed un dado).
Più precisamente, il dado viene utilizzato per stringere il secondo uncino 46b, ottenuto dalla lavorazione di un piatto in ferro da carpenteria piegato.
Preferibilmente, inoltre, in corrispondenza di porzioni angolari della struttura 30, la struttura 30 stessa prevede la presenza di una (o più) barre verticali 47 di rinforzo annegate nel materiale costruttivo (terra 38 e calcestruzzo o simili).
Vantaggiosamente, tali barre (o catene) verticali 47 costringono i cordoli a restare orizzontali.
In altre parole, le barre verticali 47 fungono da elementi di irrigidimento che impediscono alle pareti di inclinarsi rispetto all’orizzontale.
Qualora si renda necessario un ulteriore rinforzo della struttura 30, à ̈ possibile ricorrere all’impiego di controventi (non illustrati).
Tali controventi non sono altro che tondini d’acciaio o funi d’acciaio o anche travi in legno trattato.
I controventi sono alloggiati all’interno del cassero 35, a ridosso del pannello 10 esterno ed ad esso rasente, a partire da un vertice del pannello 10 fino ad arrivare al vertice opposto.
Questi ad ogni piano si ammorsano ai cordoli in calcestruzzo armato dello spiccato, marcapiano solaio e del cordolo del tetto.
Vantaggiosamente, la struttura 30 consente di ottenere il parallelismo tra i cordoli in calcestruzzo armato anche sotto effetto di spinta orizzontale da sisma.
Infatti, essi non possono modificare, significativamente, la loro quota di livello che resta “immutabile†poiché à ̈ assicurata dalla compattazione della terra 38 (rilevata dalle prove di laboratorio), dalle cinture 43 orizzontali che serrano i pannelli, dalle barre verticali 47 e se lo strutturista lo ritiene dalle controventature già descritte.
Quindi tutte queste soluzioni collaborano tra loro per creano condizioni statiche ottimali per la struttura 30. Una funzione importante viene svolta anche dal solaio 34, il quale pur dovendo restare in quei requisiti di economicità e semplicità, non disattende ciò che à ̈ richiesto dalle esigenze della statica.
Il solaio 34 comprende una pluralità di travi 48 tra loro affiancate e sviluppantisi tra due elementi di parete 33 tra loro opposti (ed affacciati).
In una prima forma realizzativa, le travi 48 sono realizzate in legno lamellare (ad esempio ricavato da legnami di recupero).
Nella forma realizzativa illustrata, tali travi 48 presentano una sezione di 140X200 mm e sono posti ad un interasse di 56 cm.
Le travi 48 sono ancorate, alle loro estremità, agli strati in calcestruzzo armato collocati alle estremità superiori 33b degli elementi di parete 33.
Tale ancoraggio à ̈ ottenuto tramite ancoraggi metallici (ganci 52) annegati nel calcestruzzo e preferibilmente collegati ai corpi di giunzione 37 di estremità di ciascun cassero 35.
Interposto tra ciascuna coppia di travi 48 successive à ̈ posizionato un corpo di alleggerimento 49 (o pignatta) internamente cavo. Si noti che il corpo di alleggerimento 49 à ̈ frapposto tra le due travi sostanzialmente misura.
Preferibilmente, la pignatta à ̈ realizzata con gli stessi ingredienti dei pannelli, ma con caratteristiche di densità notevolmente maggiore.
Inoltre, il corpo di alleggerimento 49 presenta una conformazione tale da sormontare almeno in parte le travi 48.
In altre parole, il corpo di alleggerimento presenta una porzione di appoggio 49a sormontante le travi 48.
Dunque, il corpo di alleggerimento 49 presenta una conformazione sostanzialmente a “T†. Più precisamente, il corpo di alleggerimento 49 presenta una conformazione “Π†(pi-greco).
Il solaio 34 comprende inoltre una pluralità di elementi di finitura 50 configurati per impacchettare le travi rendendo la struttura del solaio 34 stesso monolitica. Nella forma realizzativa illustrata, gli elementi di finitura 50 comprendono un tavolame 50a in “parquet†(dello spessore di 1 cm) sovrapposto alla porzione di appoggio 49a del corpo di alleggerimento.
Inoltre, gli elementi di finitura 50 comprendono una controsoffittatura 50b (in compensato da otto millimetri) collegata inferiormente alle travi 48.
Preferibilmente, il corpo di alleggerimento 49 (e gli elementi di finitura 50) Ã ̈ collegato alle travi tramite mezzi di ancoraggio 51 per definire una struttura monolitica in grado di incrementare la resistenza al carico orizzontale della struttura.
Tali mezzi di ancoraggio 51 sono preferibilmente chiodi, viti o simili, al fine di mantenere l’economicità della struttura in ogni dettaglio.
Vantaggiosamente, un solaio 34 monolitico assicura, anche se sollecitato da spinte orizzontali, il mantenimento del piano orizzontale ed impedisce l’inarcamento delle travi 48.
Una variante più costosa, del solaio (non illustrata) prevede di mantenere la stessa sezione di trave, sempre realizzata con le tavole, ma con funzione di cassero a perdere per un travetto in calcestruzzo armato (o simili) e raccordato da un getto a pavimento utilizzando l’impiego di una debole rete metallica.
Anche in tale variante, il corpo di ancoraggio 49 rimane il medesimo appena descritto.
Alternativamente, à ̈ possibile prevedere un solaio (non illustrato) costituito da un elemento prefabbricato composto preferibilmente da materia biologica con una densità del materiale molto maggiore a quello del pannello 10. Esso à ̈ composto da un pannello di base a sezione rettangolare (1120X60mm).
A quest’ultimo si sovrappongono quattro elementi di alleggerimento, preferibilmente tutti uguali, ed aventi una forma ad “U†rovesciata con un interno cavo e a sezione trapezoidale.
L’insieme del manufatto assemblato nella forma ricrea la soluzione del solaio con pignatte consentendo la creazione di uno spazio per alloggiare due travetti.
L’intonaco esterno può essere fatto con sabbia e calce idraulica quello interno con le nuove tecniche che utilizzano l’argilla.
Quindi tutte queste soluzioni ed accorgimenti di rinforzi, nell’insieme, sono particolarmente vantaggiose nella realizzazione di costruzioni che devono resistere alle azioni orizzontali da sisma dandone quindi una risposta strutturale adeguata.
Questo tipo di costruzione ci consente di realizzare edifici abitativi di due livelli anche in zone sismiche di prima categoria e con luci massime interne tra i muri di circa 5 metri.
Esse posseggono un’ottima qualità abitativa pur con la sua grande economicità.
Maggiore vantaggio, da questo particolare sistema abitativo, potranno averle tutte quelle parti del mondo costrette ad importazioni di materiali con tempi di attesa lunghi ed economicamente costosissime.
Infatti per una abitazione in oggetto di 100 metri quadrati di superficie,considerato ad extra fondazioni, si richiedono un impiego di circa 60 sacchi di cemento ( per 10 metri cubi di calcestruzzo) e circa 350 kg di ferro vario, più la calce idraulica per l’intonaco esterno.
Peraltro si noti che, considerando la resistenza a taglio della sola terra (cioà ̈ 5 kg/cm<2>) ed una sezione con un riempimento di 0.30, in terra avrà uno spessore totale di 0.50 cm.
Dunque, un metro di muro (50x100 cm) fornisce 25.000 kg di resistenza al taglio.
Oggetto della presente invenzione à ̈ inoltre un procedimento per la realizzazione di un pannello 10 edilizio portante.
Il procedimento prevede di predisporre un prefissato quantitativo di paglia atto ad occupare sostanzialmente il volume del pannello 10 ed una vasca ricolma di una soluzione acqua-aceto, in cui l’aceto corrisponde ad un quantitativo compreso tra il 55% ed il 70% della soluzione.
Preferibilmente, la soluzione à ̈ al 60% aceto (minimo 6% di acidità) e al 40% acqua.
Vantaggiosamente, presenza dell’aceto impedisce ai microorganismi di aggredire le pareti superando le problematiche introdotte dall’utilizzo del sale.
Successivamente, la paglia viene tagliata in strisce di una lunghezza predeterminata (preferibilmente circa 10 cm) ed immersa nella vasca per un prefissato intervallo di tempo.
Nel frattempo (o successivamente), la soluzione in vasca viene riscaldata fino ad una temperatura prossima a quella di ebollizione (compresa tra 80°C e 95°C), preferibilmente 90°C circa.
In una prima forma realizzativa, in cui il pannello 10 Ã ̈ realizzato unicamente in paglia e calce, la paglia resta a bagno per 48 ore circa.
In una seconda forma realizzativa, descritta successivamente, la paglia rimane a bagno per 24 ore circa.
Una volta passato tale intervallo di tempo, la paglia viene versata in un mescolatore (betoniera).
Intanto, il metodo prevede di predisporre un predeterminato quantitativo di calce idraulica o gesso e di versarlo la calce idraulica o gesso nel mescolatore con la paglia per amalgamarle ottenendo un conglomerato pronto da versare nelle casseforme.
In tale prima forma realizzativa, nella betoniera viene immessa una quantità di calce idraulica o gesso di circa 160 kg/m<3>.
Nella seconda forma realizzativa, il pannello 10 viene realizzato con una combinazione di paglia, calce e carta.
La carta viene utilizzata come impasto legante, in cui la pasta cellulosa à ̈ ricavata dal macero di carta selezionata.
Il peso specifico finale del pannello secco à ̈ di 230 kg/m<3>, preferibilmente così composto:
- paglia 50 kg/m<3>, pari al 22 %,
- cellulosa 120 kg/m<3>, pari al 52 %,
- gesso (o calce idraulica) 60 kg/m<3>, pari al 26 %.
In tale seconda forma realizzativa, il metodo prevede di predisporre un prefissato quantitativo di carta ed una ulteriore vasca ricolma di una soluzione acqua-aceto, analoga alla precedente.
Una volta immersa la carta nella vasca (o anche in precedenza), la soluzione viene riscaldata fino al raggiungimento di una temperatura prossima alla bollitura [compresa tra 80°C e 95°C].
Passato un prefissato intervallo di tempo, la carta viene scolata e tritata mediante un frullatore al fine di ottenere il fluido legante.
A valle di ciò, la carta tritata (ovvero il fluido legante) viene nel mescolatore per amalgamarla con la calce idraulica o gesso e la paglia ed ottenere un conglomerato pronto da versare nelle casseforme.
Entrambe le forme realizzative prevedono dunque di versare il conglomerato nelle casseforme per la realizzazione del pannello 10.
Viene dunque predisposta una cassaforma, avente un profilo corrispondente al pannello 10 da ottenere.
Nella seconda forma realizzativa, la cassaforma viene inoltra fissata ad una tavola vibrante.
Viene successivamente versato un primo strato di conglomerato all’interno della cassaforma.
Nella seconda forma realizzativa, si esegue una prima distribuzione del conglomerato mediante attivazione della tavola vibrante.
In entrambe le forme realizzative, una rete per l’aggregazione del conglomerato viene posizionata al di sopra del primo strato.
A valle di ciò, un secondo strato di conglomerato viene versato all’interno della cassaforma, al di sopra della rete, e la cassaforma viene chiusa.
Nella seconda forma realizzativa, si esegue una seconda distribuzione di detto conglomerato mediante attivazione della tavola vibrante.
Una volta realizzato, il pannello 10 recuperato viene avviato ad una prima fase di essicazione accelerata in un ambiente ventilato con aria calda.
Dopo un intervallo di tempo prestabilito (un giorno) il pannello viene sistemato in un ambiente a temperatura ambiente, ma protetto e a circolazione naturale d’aria dove stagionerà (anche un mese) nei climi autunnali ed invernali. Con questo tipo di impasto descritto si realizzano anche i pannelli 10 da impiegare per la realizzazione di divisori negli alloggi.
Ad essicazione avvenuta si può avviare il pannello al confezionamento dell’orditura (ovvero il montaggio della maglia e della rete 1).
Vantaggiosamente, questo procedimento consente non solo di ottenere pannelli 10 strutturalmente qualitativi a basso costo, ma permette di realizzare pannelli altamente performanti anche dal punto di vista termico. Infatti, una parete realizzata tramite i pannelli così ottenuti presenta valori di trasmittanza particolarmente bassi. A titolo di esempio forniamo i seguenti dati, ricavati sperimentalmente:
- una parete a “pannello singolo†, con uno spessore del pannello di 20 cm, realizzata con il metodo cartapaglia-calce presenta una trasmittanza pari a 0,28;
- una parete a “pannello doppio†, provvisto di un’intercapedine spessa 15 cm di riempita di terra cruda argillosa, con spessore dei pannelli di 10 cm ciascuno, realizzata con il metodo carta-paglia-calce presenta una trasmittanza parti a 0,24;
- una parete a “pannello singolo†, con uno spessore del pannello di 14 cm, realizzata con il metodo paglia-calce presenta una trasmittanza pari a 0,44;
- una parete a “pannello doppio†, provvisto di un’intercapedine di 15 cm riempita di terra cruda argillosa, con spessore dei pannelli di 7 cm ciascuno, realizzata con il metodo paglia-calce presenta una trasmittanza parti a 0,35.
Come à ̈ possibile notare, tali valori sono estremamente bassi, spesso inferiori a quelli richiesti per le certificazioni energetiche in zone di montagna.
Il procedimento di cui sopra à ̈ in linea di massima utilizzabile anche per la realizzazione di solai, controtelai di porte e finestre, pignatte per solai, pannelli per armadi scorrevoli, anime per porte interne ed esterne ed anche casse da morto ed altro.
In tali casi, viene utilizzato un impasto di cellulosa e paglia nelle stesse proporzioni precedentemente descritte, ma con un aumento della quantità di calce idraulica o gesso portandola a 90-100 kg/m<3>.
Anche la maglia da impiegare nella cassaforma risulterà più consistente, ad esempio potrebbe essere una rete d’acciaio galvanizzato tessuta con filo 1,7mm, con maglia 30x30mm.
Cambia naturalmente la cassaforma trattandosi di profili diversi. Il suo peso specifico à ̈ di circa 260-270 kg/m<3>. L’invenzione raggiunge gli scopi preposti e consegue importanti vantaggi.
Infatti, grazie agli accorgimenti secondo la presente invenzione à ̈ possibile realizzare prodotti più alla portata di chi non dispone di capitali rilevanti, il tutto senza nulla togliere alle qualità richieste dalle normative.
Infatti, la presenza di un occhiello nelle catene orizzontali dei pannelli consente di realizzare tutto l’elemento a pannello completamente prefabbricato, lasciando il solo assemblaggio della struttura agli operatori nel sito di costruzione.
Peraltro, tale accorgimento incrementa notevolmente la resistenza della parete, diminuendo la possibilità di scorrimento tra le croste.
Il connettore per casseri perdere, oltre ad essere facilmente realizzabile, anche con ferri di riciclo, consente di ridurre il passaggio dei pannelli nella confezionatrice.
Infatti, à ̈ sufficiente un unico passaggio per collegare tra loro entrambi i pannelli realizzando l’intercapedine.
La semplicità di montaggio e di utilizzo di tale connettore permette anche di trasportate i pannelli singolarmente, eseguendo il montaggio in opera.
La struttura edile a terra cruda, sfruttando una serie di accorgimenti relativi al collegamento tra le catene orizzontali ed al vincolo delle estremità del cassero permette di ottenere una struttura altamente resistente ai carichi orizzontali a bassissimo costo.
La realizzazione del solaio “impacchettato†e monolitico rende lo stesso (e dunque le travi) altamente resistenti alla flessione impartite dalle scosse sismiche.
Inoltre, la possibilità di realizzare pannelli “biologici†mediante materiali reperibili sul posto (terra, carta, paglia), con una minima richiesta di calce o gesso, rende assai economica la loro produzione ed evita al costruttore investimenti spropositati in relazione al lotto da costruire.
I pannelli così preparati, costruiti, realizzati sono biologicamente protetti con componenti naturali dall’attacco di micro-organismi. Va in tal senso sottolineato il ricorso all’utilizzo dei soli additivi naturali.
I processi di industrializzazione studiati sono semplici e richiedono l’impiego di attrezzature di semplice meccanizzazione (tavole vibranti, vasche etc..).
In ultimo, ma non per importanza, va sottolineato che tutti gli accorgimenti sopracitati esso coniugano l’aspetto economico con quello delle elevate qualità abitative, rispettando le normative Europee (eurocodici 2 ed 8) consentendo di ottenere abitazioni di elevata qualità anche con materiali poveri e scarsa industrializzazione, in modo da elevare la qualità di vita delle popolazioni più disagiate.

Claims (13)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Rete di armatura per pannelli edilizi portanti, comprendente: - almeno una coppia di prime barre (2); - una pluralità di seconde barre (3), tra loro sostanzialmente parallele e distanziate, orientate ortogonalmente alle prime barre (2); ciascuna seconda barra (3) essendo collegata ad entrambe le prime barre (2) in corrispondenza di rispettivi nodi (4) di accoppiamento; caratterizzata dal fatto che ciascuna seconda barra (3) si sviluppa lungo una propria direzione principale tra una prima (3a) ed una seconda estremità (3b), entrambe provviste di un occhiello (5) passante; ciascun occhiello (5) passante essendo sostanzialmente coassiale agli occhielli passanti (5) delle corrispondenti estremità (3a, 3b) delle altre seconde barre (3) al fine di definire una linea congiungente (A) percorribile da una terza barra (6) per il collegamento, in fase di montaggio, di due reti tra loro attigue.
  2. 2. Rete di armatura secondo la rivendicazione 1, caratterizzata dal fatto che, nelle seconde barre (3), ciascuna estremità (3a, 3b) à ̈ definita da una porzione terminale (7) ripiegata su sé stessa, per definire l’occhiello (5), ed in parte sovrapposta al corpo della seconda barra (3) per rinforzarla.
  3. 3. Elemento a pannello, per strutture edilizie a setti portanti, comprendente una coppia di facce (13a) tra loro opposte e presentanti ciascuna una pluralità di sporgenze (11) longitudinali tra loro parallele e distanziate di una prefissata quantità in modo da definire una successione di apici e gole (12); detto pannello comprendendo una coppia di reti (1) di armatura secondo la rivendicazione 1 o 2 sovrapposte ciascuna ad una rispettiva faccia (13a) dell’elemento a pannello e tra loro collegate in corrispondenza di rispettivi nodi (4) tramite elementi di giunzione (14) che attraversano l’elemento a pannello.
  4. 4. Connettore per cassero a perdere provvisto di una coppia di pannelli (10) tra loro paralleli e distanziati di un prefissato quantitativo in modo da definire tra loro un’intercapedine (21) per l’accoglimento di materiale costruttivo, ciascuno di detti pannelli (10) essendo provvisto di una rete (1) di armatura in corrispondenza di una propria faccia interna (10a) all’intercapedine (21); detto connettore essendo caratterizzato dal fatto di comprendere: - una barra (23) allungata sviluppantesi lungo un proprio asse principale (B) tra due porzioni di estremità (23a, 23b) e configurata per attraversare il cassero da un pannello (10) all’altro trasversalmente ad essi; - una coppia di elementi di riscontro (24) rigidamente connessi a detta barra (23), in corrispondenza di una porzione intermedia (23c) della stessa, e disposti ad una distanza sostanzialmente corrispondente alla distanza tra le reti (1) dei due pannelli (10) in modo da fungere da distanziale tra le due; - mezzi pressori (25) regolabili associati alle porzioni di estremità (23a, 23b) della barra (23) per premere ciascun pannello (10) e la rispettiva rete (1) contro al rispettivo elemento di riscontro (24).
  5. 5. Connettore secondo la rivendicazione 4, caratterizzato dal fatto che entrambe le porzioni di estremità (23a, 23b) della barra (23) sono provviste di una filettatura (26) impegnabile con un apposito dado (27) pressore; dette filettature (26) e detti dadi (27) definendo i mezzi pressori (25) regolabili.
  6. 6. Connettore secondo la rivendicazione 5, caratterizzato dal fatto di comprendere una coppia di corpi tubolari (28), internamente filettati, ed avvitabili ciascuno con la filettatura (26) di una rispettiva porzione di estremità (23a, 23b) della barra (23); ciascun corpo tubolare (28) comprendendo una spalla di battuta (28a) sporgente radialmente per definire uno spazio tra la spalla di battuta stessa (28a) ed il pannello (10) entro cui à ̈ posizionabile un elemento reggispinta (29) necessario al contenimento di una spinta generata da un getto di calcestruzzo in fasi di colata dello stesso all’interno dell’intercapedine.
  7. 7. Cassero a perdere, comprendente: - una coppia di pannelli (10) tra loro paralleli e distanziati di un prefissato quantitativo in modo da definire tra loro un’intercapedine (21) per l’accoglimento di materiale costruttivo, ciascuno di detti pannelli (10) essendo provvisto di una rete (1) di armatura in corrispondenza di una propria faccia interna (10a) all’intercapedine (21); - una pluralità di connettori (22) secondo una qualunque delle rivendicazioni dalla 4 alla 6 interposti tra i due pannelli (10).
  8. 8. Struttura edilizia comprendente: - un elemento orizzontale di base (31), sostanzialmente piano e definente una superficie (C) calpestabile, comprendente una pluralità di corpi (32) di staffaggio ergentisi da detta superficie (C) ed allineati per individuare almeno un locale abitabile (40); - una pluralità di pareti modulari provviste ciascuna di una pluralità elementi di parete (33) tra loro affiancati e presentanti estremità inferiori (33a) collegate a detti corpi (32) di staffaggio per delimitare lateralmente detto locale abitabile (40); detti elementi di parete (33) comprendendo ciascuno una coppia di pannelli (10) tra loro paralleli e distanziati di un prefissato quantitativo in modo da definire tra loro un’intercapedine (36) per l’accoglimento di un materiale costruttivo (38); - un elemento orizzontale superiore (34) collegato alle estremità superiori (33b) di detti elementi di parete (33) per delimitare superiormente detto locale abitabile (40); caratterizzata dal fatto che detta intercapedine (36) à ̈ riempita di un volume di terra cruda argillosa (38) presentante una percentuale compresa tra il 19% ed il 26% di materiale inerte e delimitato da mezzi di collegamento inferiori (39a) ancorati ai i corpi (32) di staffaggio e mezzi di collegamento superiori (39b) ancorati all'elemento orizzontale superiore (34); detto volume di terra cruda argillosa (38) presentando una compattazione tale da avere una resistenza di almeno 22 kg/cm<2>a compressione e di almeno 4 kg/cm<2>a taglio.
  9. 9. Struttura secondo la rivendicazione 8, caratterizzata dal fatto che ciascun pannello (10) comprende almeno due barre orizzontali (41) di rinforzo ciascuna collegata rigidamente con una corrispondente barra orizzontale (41) di rinforzo dell’altro pannello (10) di uno stesso elemento di parete (33) ed allacciata ad una barra orizzontale (41) di un pannello (10) ad essa adiacente in modo da definire una cintura interna (43a) ed una cintura esterna (43b) della struttura per l'irrigidimento della stessa.
  10. 10. Struttura secondo la rivendicazione 8 o 9, caratterizzata dal fatto che l’elemento orizzontale superiore (34) comprende: - una pluralità di travi (48) tra loro affiancate e sviluppantisi tra due elementi di parete (33) opposti; - un corpo di alleggerimento (49) internamente cavo, interposto sostanzialmente a misura tra due travi (48) attigue ed almeno in parte sormontante le stesse; detto corpo di alleggerimento essendo collegato alle travi tramite mezzi di ancoraggio (51) per definire un corpo monolitico in grado di incrementare la resistenza al carico orizzontale della struttura.
  11. 11. Struttura secondo la rivendicazione 9, caratterizzata dal fatto di comprendere una pluralità di barre verticali (47) di rinforzo annegate nel materiale costruttivo e collocate in corrispondenza di zone angolari della struttura stessa per impedire l’inclinazione delle pareti a seguito di un’azione di taglio.
  12. 12. Procedimento per la realizzazione di un pannello edilizio portante caratterizzato dal fatto di comprendere le seguenti fasi: - predisporre un prefissato quantitativo di paglia atto ad occupare sostanzialmente il volume del pannello; - predisporre una vasca ricolma di una soluzione acquaaceto, in cui l’aceto corrisponde ad un quantitativo compreso tra il 55% ed il 70% della soluzione; - tagliare la paglia in strisce di una lunghezza predeterminata; - immergere dette strisce di paglia detta vasca per un prefissato intervallo di tempo; - predisporre un predeterminato quantitativo di calce idraulica o gesso; - versare la calce idraulica o gesso e la paglia in un mescolatore per amalgamarle ottenendo un conglomerato pronto da versare nelle casseforme.
  13. 13. Procedimento secondo la rivendicazione 12, caratterizzato dal fatto di comprendere le seguenti fasi: - predisporre un prefissato quantitativo di carta; - predisporre una ulteriore vasca ricolma di una soluzione acqua-aceto, in cui l’aceto corrisponde ad un quantitativo compreso tra il 55% ed il 70% della soluzione; - immergere detto quantitativo di carta in detta prima vasca; - riscaldare la soluzione fino al raggiungimento di una temperatura prossima alla bollitura; - scolare la carta dopo un prefissato intervallo di tempo; - tritare la carta scolata mediante un frullatore al fine di ottenere un fluido legante; - versare la carta tritata in detto mescolatore per amalgamarla con la calce idraulica o gesso e la paglia ed ottenere un conglomerato pronto da versare nelle casseforme.
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