IT8921904A1 - Vite endoossea, per implantologia dentale. - Google Patents

Vite endoossea, per implantologia dentale. Download PDF

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Description

Il presente trovato ha come oggetto una vite endoossea, per implantologia dentale.
Come ? noto, nella realizzazione di impianti endoossei, sono attualmente utilizzate delle viti al titanio, che vengono introdotte nel tessuto osseo della corticale.
Tali viti sono realizzate con titanio di grado sei, che presenta un modulo di elasticit? sensibilmente diverso dal modulo di elasticit? del tessuto osseo, nel quale viene alloggiato l'impianto.
Inoltre, le spire, che costituiscono la filettatura della vite, presentano spigoli acuti, che possono causare un fenomeno ischemico, in corrispondenza degli stessi; ?, poi, notevolmente ridotto il tessuto osseo interspira, che permette il trasferimento e l'assorbimento delle forze verticali ed orizzontali, da parte della componente ossea perimplantare.
Il compito che si propone il trovato ? quello di eliminare gli inconvenienti precedentemente elencati, realizzando una vite endoossea, ottenuta in un materiale presentante un modulo di elasticit? estremamente vicino al modulo di elasticit? del tessuto osseo e, pertanto. particolarmente idoneo a tale tipo di applicazione.
La predetta vite endoossea, dotata di un particolare disegno delle spire, possiede la capacit? di sostenere sia le forze verticali, sia quelle provenienti da tutte le direzioni del piano orizzontale, massimizzando il tessuto osseo interspira, con conseguente migliore trasferimento ed assorbimento delle varie forze, da parte della componente ossea perimpiantare.
Inoltre, la particolare conformazione della spira consente di impedire il fenomeno ischemico, in corrispondenza dei vertici delle spire stesse.
La vite endoossea in oggetto, che per le sue peculiari caratteristiche reaiizzative, ? in grado di offrire le pi? ampie garanzie di affidabilit? e di sicurezza nell'uso, risulta facilmente ottenibile, utilizzando materiali di comune reperibilit? in commercio, con costi relativamente contenuti.
Il compito sopra esposto, nonch? gli scopi accennati ed altri, che meglio saranno evidenziati in seguito, vengono raggiunti da una vite endoossea. per implantologia dentale, caratterizzata dal fatto di comprendere un corpo sostanzialmente cilindrico, realizzato in titanio commercialmente puro.
Tale corpo presenta, ad una estremit?, un collo cilindrico, esternamente non filettato, provvisto i un foro assiale cieco, filettato, a sezione esagonale, nel quale ? applicabile una vitina tappo, in fase chirurgica, ed un moncone protesico, in fase di restaurazione impianto-protesica; al collo ? associato un gambo, con filettatura a spira arrotondata.
Ulteriori caratteristiche e vantaggi del trovato risulteranno maggiormente evidenziati attraverso un esame della descrizione di una forma di esecuzione preferita, ma non esclusiva, di una vite endoossea, per implantologia dentale, illustrata a titolo indicativo, ma non limitativo, con l'ausilio dei disegni allegati, in cui:
la figura 1 rappresenta, schematicamente, la vite endoossea, in vista prospettica;
la figura 2 rappresenta la vite endoossea, vista assialmente, in direzione del collo;
la figura 3 rappresenta, schematicamente, la sollecitazione vestibolarizzante, supportata prevalentemente dai versanti coronali delle spire prossime alla punta dell'impianto;
la figura 4 rappresenta, schematicamente, la vite, con evidenziata la sollecitazione linguaiizzante, sopportata prevalentemente dai versanti apicali delle spire prossime al collo dell'impianto.
Con particolare riferimento ai simboli numerici delle suddette figure, la vite endoossea, per implantologia dentale, secondo il trovato, che viene indicata, nella sua globalit?, con il numero di riferimento 1, comprende un corpo, a conformazione prevalentemente cilindrica, realizzata in titanio commercialmente puro, che possiede un modulo di elasticit? pari a 3.000.000 lbs/pollice<2 >, in quanto tale valore ? molto simile al modulo di elasticit? del tessuto osseo.
La vite endoossea presenta un collo 2. che ?, in pratica, l'elemento di collegamento fra il moncone ed il gambo della vite; il collo non ? filettato ed ha l'importantissimo compito di trasmettere i messaggi occlusali e lavorativi, nascenti, nel cavo orale, dal moncone al corpo filettato, e quindi al tessuto osseo di supporto.
Questo ? reso possibile, grazie alla presenza, all'interno del collo, di un foro cieco filettato 3, a sezione esagonale; la filettatura del foro cieco esagonale permette l'avvitamento della vitina tappo, nella fase chirurgica, e del moncone protesico, nella fase della restaurazione impianto-protesica.
Il foro cieco ha una conformazione esagonale, per l?introduzione dell'attrezzo di avvitamento, comunemente denominato brugola, in quanto la forma esagonale permette la neutralizzazione di eventuali punti di rottura, i quali possono comparire, sia nella fase chirurgica dell'avvitamento, sia nel tempo, quando a monconizzazione avvenuta, il collo deve sostenere e trasmettere i carichi lavorativi.
Un'eventuale frattura del collo costituisce, a seconda dell'epoca della sua insorgenza, un insuccesso chirurgico od un insuccesso protesico.
In ambedue i casi, l'origine ? sicuramente di natura meccanica, mentre, dando al foro cieco una forma esagonale, ci si mette a riparo da questo temibile insuccesso.
Se, durante la fase di avvitamento dell'impianto nel canale ricettore, si ? costretti ad esercitare una notevole forza torsionale sulla brugola, questa sollecitazione viene trasmessa al filetto del foro cieco, provocandone la deformazione; questo fatto costituirebbe un grosso impedimento nella fase di introduzione della vitina tappo, prima, e del moncone protesico, dopo, per cui. per evitare le eccessive forze torsionali a carico della brugola, ? necessario eseguire una accurata maschiatura del sito ricettore, prima di procedere con l'avvitamento dell'impianto.
Il gambo 5 della vite ? dotato di una spira 6 arrotondata, che, come si ? detto, rende impossibile il enomeno ischemico e consente un miglior assorbimento delle sollecitazioni.
Le sollecitazioni dipendono: dallo stato di edentulismo, (parziale o totale), dall?occlusione (in prima, seconda o terza classe), dalla posizione spaziale delle viti introdotte, rispetto all'occlusione, nonch? dagli squilibri occlusali.
Secondo quanto schematicamente illustrato nelle figure 3 e 4, se l'impianto subisce una sollecitazione 1inguaiizzante, gli sforzi vanno a scaricarsi in corrispondenza della parte superiore del gambo, mentre una sollecitazione vestibolarizzante viene sopportata prevalentemente dai versanti coronali delle spire prossime alla punta dell'impianto.
In occlusione, dunque, la sollecitazione lingualizzante del moncone diventa a carico del versante vestibolare, prossimo alla punta della vite; una sollecitazione vestibolarizzante viene, invece, sopportata prevalentemente dai versanti coronali delle spire.
Nella stessa situazione, le spire poste sul versante linguo-coronale della vite, subiscono una sollecitazione lingualizzante, che viene sopportata prevalentemente dalle superfici apicali delle spire.
La vite pu? subire uno speciale trattamento superficiale, con acidi a particolare concentrazione, ottenendo, in tale modo, una particolare rugosit? di superficie e, con essa, un considerevole aumento del contatto osso-titanio; questo fatto determina un incremento, nella percentuale degli impianti che giungono alla osteointegrazione.
La vite pu? anche essere trattata con un rivestimento plasmatico all'idrossiapatite, non riassorbibile.
Quest'ultima metodica, ai vertici della tee nologia, viene effettuata utilizzando particolari miscugli di apatite non riassorbibile, a granulometria controllata, garantendo cos? all'impianto la "bio-integrazione"
In linea generale, le viti trattate con acidi sono preferibilmente utilizzate nelle zone di cresta alveolare, dove l'osso si presenta pi? compatto, mentre, nei settori di cresta, dove la struttura ossea appare particolarmente spugnosa, ? preferibile l'uso delle viti rivestite con idrossiapatite.
Secondo forme di realizzazione preferite, la vite pu? avere un diametro di 3,4 millimetri, un'altezza assiale del collo di 4 millimetri, con un diametro d i 3,4, una lunghezza d i gambo d i 7,5-9,5-11,5-13,5-15,5, con lughezze complessive incrementate della lunghezza del collo.
Il diametro del nocciolo ?, preferibilmente, di millimetri 2,7 ed il passo ? di 1 millimetro, il diametro di spira e del collo sono uguali, cio? di millimetri 3 , 4 .
La punta della vite ? lunga 2 millimetri ed ? provvista di una conicit? tra 0 e 3,4 millimetri; inoltre, al di sopra della punta, il corpo presenta due scanalature aventi significato ritentivo, cio? tali da opporsi alle forze che possono provocare lo svitamento dell'impianto .
Il collo presenta un foro cieco di forma esagonale, provvisto di zona di avvitamento ed avente una lunghezza assiale di 4 millimetri ed un diametro di 1,9 millimetri.
Nel foro cieco ? possibile introdurre la brugola esagonale, che permette l?avvitamento della vite nella fase chirurgica, mentre, nella fase protesica, ? possibile introdurre nel foro cieco la zona di avvitamento del moncone.
La fresa da utilizzare per realizzare il canale ricettore ha un diametro di 2,7 millimetri, mentre la fresa per il collo ? provvista di un prolungamento, o musetto, lungo 5 millimetri, atto a direzionare opportunamente la fresa; questo consente la creazione di un tunnel, di diametro di 3,4 millimetri e della lunghezza di 4 millimetri, atto ad alloggiare il collo della vite, avente lo stesso diametro e la stessa lunghezza.
Il maschiatore ad iniziare ? provvisto di un musetto lungo 4 mill?metri, atto a direzionare il maschiatore e a facilitare l?inizio della maschiatura.
Il maschiatore a finire porta a termine la maschiatura, fino alla profondit? desiderata.
La vite pu? anche essere realizzata con un diametro di 3,8 millimetri, con caratteristiche uguali a quella precedentemente descritta, per quanto concerne la lunghezza assiale del collo e del gambo, mentre il diametro di nocciolo risulta di millimetri 3,1. ed il passo di millimetri 1.
I diametri della spira e del collo sono ugua li, cio? 3,8 millimetri.
Analoghe risultano essere le corrispondenti dimensioni del foro cieco, mentre sono analoghe e corrispondentemente incrementate le dimensioni della fresa e del maschiatore.
Da quanto in precedenza descritto, si pu? vedere come il trovato raggiunga gli scopi proposti.
In particolare, si desidera sottolineare il fatto che viene realizzata una vite endoossea, in grado di dare i migliori risultati in campo operativo, confe rendo i pi? alti livelli di affidabilit?.
II trovato, cos? concepito, ? suscettibile di numerose varianti e modifiche, tutte rientranti nell'ambito del concetto inventivo.
Inoltre, tutti i dettagli potranno essere sostituiti da altri elementi, tecnicamente equivalenti.

Claims (6)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Vite endoossea, per implantologia dentale, caratterizzata dal fatto di comprendere un corpo sostanzialmente cilindrico, realizzato in titanio commercialmente puro; tale corpo presenta, ad una estremit?, un collo cilindrico, esternamente non filettato, prov visto di un foro assiale cieco, filettato, a sezione esagonale, nel quale ? applicabile una vitina tappo, in fase chirurgica, ed un moncone protesico, in fase di restaurazione impianto-protesica; al collo ? associato un gambo, con filettature a spira arrotondata.
  2. 2. Vite endoossea, secondo la rivendicazione precedente, caratterizzata dal fatto che il titanio, commercialmente puro, presenta un modulo di elasticit? sostanzialmente uguale al modulo di elasticit? del tessuto osseo.
  3. 3. Vite endoossea, secondo le rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che detto titanio commercialmente puro presenta un modulo di elasticit? pari a 2,069?10 N/mm <2 >.
  4. 4. Vite endoossea, secondo una o pi? delle rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che il corpo presenta una superficie esterna rugosa atta ad incrementare il contatto osso-titanio.
  5. 5. Vite endoossea, secondo una o pi? delle rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che il corpo ? rivestito con uno strato plasmatico di idrossiapatite non riassorbibile.
  6. 6. Vite endoossea, per implantologia dentale, secondo una o pi? rivendicazioni precedenti, il tutto come pi? ampiamente descritto ed illustrato e per gli scopi specificati.
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