IT202100032099A1 - Macchina interrafilo radiocomandata e suo sistema di funzionamento - Google Patents

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Description

DESCRIZIONE
dell? INVENZIONE INDUSTRIALE avente come titolo: ?MACCHINA INTERRAILO RADIOCOMANDATA E SUO SISTEMA DI FUNZIONAMENTO?
La presente innovazione si riferisce alla realizzazione ed al sistema di funzionamento di una macchina per l?interramento e la copertura di un cavo, particolarmente del tipo perimetrale usato per delimitare il terreno destinato allo sfalcio con un robot rasa erba, assicurando la massima estensione del prato da sfalciare ed un buon interramento protettivo dello stesso cavo, oltre che garantire la sua massima manovrabilit? e stabilit?, riducendo al minimo il suo ingombro e la fatica dell?operatore. Caratteristica principale delle presente innovazione ? quella di essere un macchina interra filo che ? dotata ed azionata da tre motori indipendenti, disposti su di una struttura portante che supporta anche un carrello a pantografo di sostegno e traslazione verticale della trivella di scavo, detta macchina essendo sostanzialmente costituita da:
un telaio di base, formato da due pareti laterali unite tra loro da una serie di traverse e dotato di supporti per il sostegno e l?azionamento di tre motori di movimentazione ed azionamento della macchina, esemplificativamente elettrici, oltre che di supporti per i loro elementi di movimentazione ed attivazione;
una coppia di detti motori, azionabili in modo indipendente, dove ogni motore ? solidalmente fissata alla rispettiva parete del telaio ed ? dotato di un suo pignone che ? collegato ad una catena di trasmissione, la quale ? atta ad alimentare il mozzo di una rispettiva ruota motrice di un corrispondente cingolo, per interposizione di un supporto solidale alla rispettiva parete laterale di telaio;
un terzo di detti motori ? disposto entro il vano del telaio ed ? solidale ad un carrello che ? reso verticalmente traslabile e che, per mezzo di una trasmissione indicativamente a cinghia, ? atto a trasmettere il suo movimento rotatorio ad un contrapposto albero, sempre sostenuto da detto carrello, sul cui mandrino ? inferiormente applicato un utensile o trivella, il quale utensile ? atto a fresare il terreno lungo il percorso entro cui dovr? essere depositato il filo perimetrale, detto utensile essendo reso sollevabile dal terreno con il carrello verticalmente traslabile; detto carrello di supporto verticalmente traslabile ? costituito da una parte anteriore, di sostegno del motore che alimenta la rotazione della trivella di scavo, e da una parte posteriore, orizzontalmente orientabile, che supporta la stessa trivella di scavo;
almeno un pistone, esemplificativamente elettrico, presenta una sua estremit? inferiore che ? solidale ad almeno un aggetto di una delle due pareti del telaio portante, mentre il suo contrapposto stelo ? incernierato liberamente ad un?estremit? di una leva, la cui estremit? opposta ? rigidamente fissata ad un albero folle che attraversa le due pareti del telaio e vi ? sostenuto con supporti solidali alle stesse pareti;
un sistema di leve a pantografo che comprende almeno una prima coppia di leve, aventi un?estremit? che ? rigidamente solidale a detto albero folle e l?estremit? opposta liberamente incernierata ad una estremit? di una seconda coppia di leve intermedie , le quali sono libere di ruotare su di un albero fisso superiore che ? rigidamente solidale al carrello verticalmente traslabile, mentre le estremit? di detto albero sono liberamente alloggiate in una estremit? di una rispettiva coppia di bracci superiori, i quali hanno le estremit? opposte liberamente incernierate a perni che sono solidali alle pareti del telaio, cosi come una seconda coppia di bracci inferiori sono liberamente incernierati allo stesso telaio e sono atti ad alloggiare liberamene le estremit? di un secondo albero che ? rigidamente fissato a detto carrello verticalmente traslabile;
un condotto di supporto, guida e svolgimento della bobina di cavo da interrare;
un quadro generale di comando e di azionamento delle batterie dei vari motori elettrici e del pistone sopracitati, il quale quadro ? collegabile ad un normale telecomando che l?operatore pu? azionate anche a distanza.
Da qualche decennio ? noto l?uso di macchine semoventi per il taglio dell?erba, particolarmente per una costante ed accurata tenuta di giardini, prati o altre limitate superfici erbose. La superfice di prato in cui dette macchine rasa erba sono usate ? notoriamente delimitata dalla presenza di un cavo elettrico continuo che viene interrato lungo il perimetro chiuso del terreno ed attorno ad ogni ostacolo presente entro tale superfice, detto cavo continuo avendo le sue estremit? collegate ad un opportuno generatore d?impulsi che crea un suo campo magnetico all?interno di detta superficie. Passando in prossimit? di detto cavo perimetrale, entro tale campo magnetico, il robot rasa erba ? obbligato a variare continuamente la sua direzione di marcia, variando il suo percorso di rasatura, pur rimanendo entro la superfice stabilita.
Per la persona privata che vuole usare il suo robot rasa erba, il solco di contenimento ed occlusione del cavo perimetrale pu? essere realizzato con la vanga o altro attrezzo manuale, per poi inserire manualmente il cavo continuo e richiudere il solco, non risultando economicamente conveniente l?acquisto di una delle macchine interra filo esistenti, per un suo limitato uso solo iniziale o, eventualmente solo in caso di delimitazione di un diversa porzione di prato da falciare.
Per il rivenditore di robot tosaerba o per la persona che abbia modo di usare frequentemente tali macchine interra filo perimetrale, ? normale che egli abbia a disposizione almeno una di tali macchine con cui fornire ad una pluralit? di clienti, che acquistano un normale robot rasa erba, anche un servizio di posa del cavo perimetrale.
Le macchine interra filo attualmente note sono sostanzialmente costituite da un dispositivo semovente che ? dotato di un una sua piccola fresa verticale, oppure di un sistema a cunei o ancora di un piccolo aratro o coltello divaricante, comunque tale da tracciare un solco lungo il perimetro di terreno da delimitare, per potervi alloggiare ed occludere un cavo flessibile continuo, svolgendolo da una matassa in dotazione alle stesse macchine. Le due estremit? di detto cavo sono poi collegate ad un generatore d?impulsi, esterno all?area di falciatura, con il quale generatore forma un campo magnetico chiuso entro cui potr? operare il robot tosaerba, ad esempio secondo l?insegnamento del brevetto n. EP 1.047.983 del 30.12.1998.
Come gi? citato, questa soluzione di interramento del cavo perimetrale era precedentemente realizzata manualmente oppure utilizzando una tecnica con la quale un dispositivo di scavo superficiale e di deposito del cavo era associato ad un trattore o altra macchina agricola, la quale lo trainava lungo il percorso da delimitare, ad esempio secondo l?insegnamento dei brevetti n. US 3.066.491 del 04.12.1962 e n. US 5.214.868 del 01.06.1993
dove lo stesso percorso doveva comunque essere guidato e gestito manualmente, sia lungo un tratto rettilineo che ad ogni variazione di traiettoria.
Secondo una pi? attuale tecnica di realizzazione di dette macchine interra cavo, un telaio supporta una coppia di ruote di propulsione che sono collegate ad un motore, con il quale motore si comanda l?avanzamento ed anche un elemento oscillante che ? atto alla formazione di un solco in cui alloggiare il cavo continuo da interrare, detto telaio e dette ruote essendo azionate da un manubrio che ne imposta la direzione di marcia ed ? dotato di opportune leve e organi di comando, ad esempio conforme all? insegnamento della domanda di brevetto n. EP 2.084.796 del 26.10.2007.
Una analoga soluzione di macchina interra filo ? stata proposta con la domanda di brevetto Romboidi n. EP 2.333.164 del 25.11.2010, dove ? rivendicata la formazione del solco per mezzo di una sottile fresa verticale al cui mandrino ? associata una guida fissa di scorrimento ed interramento verticale del cavo, la stessa fresa essendo azionata dallo medesimo motore che alimenta la propulsione delle ruote di avanzamento, sempre agendo per mezzo di un manubrio che imposta e modifica la direzione di marcia.
Queste ed altre analoghe soluzioni di macchine interra filo sono risultate per? poco manovrabili, incontrando difficolt? nel cambiamento di direzione o di sterzata, particolarmente in presenza di ostacoli di profondit? o laterali lungo il percorso, comportando quindi la necessit? di loro frequenti spegnimenti, con spostamento manuale delle stesse macchine e interramento manuale del cavo continuo lungo il tratto arcuato o comunque non solcato.
Un miglioramento di questa stessa tecnica ? stato proposto con la domanda di brevetto Emec n. EP 3.051.030 del 04.01.2016 dove le ruote o mezzi di trazione ed avanzamento della macchina sono associate a due distinti semiassi, con interposizione di un gruppo di riduzione di velocit?, atto a variare la velocit? dei due semiassi, favorendo una certa curvatura del suo percorso, ed essendo sempre dotata di un suo gruppo di scavo e sepoltura del cavo nel terreno, ancorch? agendo su di un manubrio che ne comanda la direzione e le eventuali sterzate o sollevamenti.
Tuttavia anche questa soluzione, prevedendo sempre la presenza di un manubrio, non ha superato il grosso inconveniente del suo ingombro, per il quale si rende difficile lavorare su spazi ristretti, con difficolt? nella formazione continua del solco ed il deposito del tratto di cavo, particolarmente in prossimit? di muri o reti ad angolo, dove la lavorazione deve essere ancora fatta manualmente. Lo stesso ingombro del manubrio rende sempre difficoltosa la formazione del solco ed il deposito del cavo, in presenza di alberi o cespugli che ostruiscono il passaggio della macchina, impedendo poi anche il passaggio del robot rasa erba e quindi determinando il mancato taglio dell?erba su tratti ampi della superfice interna al prato da rasare. La possibilit? prevista da questa soluzione di poter far ruotare ortogonalmente il manubrio, rispetto alla direzione di marcia, riduce ma non elimina il problema del suo ingombro che impedisce un raccordo pi? stretto tra due contigue direzioni di marcia, oltre che comportare un aggravio delle condizioni di lavoro del gruppo riduttore.
La stessa presenza del manubrio comporta comunque la necessit? di avere sempre un operatore che impugni la macchina anche nelle sue normali condizioni di avanzamento lineare, oltre che per i necessari spostamenti manuali in presenza di ostacoli anche prevedibili, con condizioni di lavoro piuttosto faticose per lo stesso operatore. In ogni caso, il manubrio, che ? presente in ogni attuale tipo di macchina d?interramento di cavi, obbliga l?operatore a superare ogni ostacolo o variazione di direzione del percorso agendo con un ampio raggio di sterzata, lasciando ampie fasce di prato che non potranno poi essere falciate dai normali robot tosaerba, richiedendo ogni volta una loro falciatura manuale.
Un ulteriore inconveniente presente nella soluzione proposta dal citato brevetto Emec n. EP 3.051.030 ? data dal fatto che la complessit? e delicatezza del sistema di variazione della velocit? dei semiassi, che alimentano le sue ruote di avanzamento, costituiscono un limite alla manovrabilit? della macchina, determinando frequenti inceppi ed arresti non voluti, oltre che costituendo una causa d?usura, con incremento del suo costo di realizzazione e manutenzione.
Compito principale della presente innovazione ? quello di poter realizzare una macchina interra filo semovente che sia priva del manubrio di guida manuale e quindi la stessa macchina abbia un suo minimo ingombro e una sua massima compattezza, tale da assicurare la possibilit? di raggiungere anche i punti meno accessibili del prato da circoscrivere e garantire la massima estensione della superfice da delimitare entro l?area di utilizzo di un robot rasa erba.
Nell?ambito di tale compito, un altro importante scopo della presente innovazione ? quello di poter disporre di una macchina interra filo che possa essere comandata anche a distanza, senza la necessit? di doverla guidare manualmente lungo ogni traiettoria rettilinea o curvata, anche in presenza di rami o altri ostacoli del terreno ma anche ostacoli aerei, lungo il percorso e rendendo quindi meno faticoso il suo utilizzo.
Un altro scopo della presente innovazione ? quello di poter realizzare una macchina interra cavo semovente che possa essere guidata agevolmente anche in caso di deviazioni o sterzate, riducendo al minimo il raggio di curvatura, senza dover procedere a ripetuti spegnimenti e sollevamenti per lo spostamento della stessa macchina, ad esempio in occasione di possibili affiancamenti del cavo da posare.
Ulteriore scopo della presente innovazione ? quello di poter realizzare una macchina interra cavo semovente che, anche in presenza di terreni in pendenza, liberi l?operatore da ogni sforzo di spinta o frenata per l' allineamento perimetrale del cavo da posare.
Questi ed altri scopi sono effettivamente conseguiti con la presente innovazione con la quale si assicura la massima estensione e precisione di interramento del cavo perimetrale, eliminando o riducendo al minimo lo sforzo di guida e di gestione dell?operatore sulla macchina interra filo in esame.
Una pi? completa illustrazione di una soluzione costruttiva e del sistema di funzionamento della macchina interra filo che forma oggetto della presente innovazione e la verifica della sua rispondenza agli scopi specificati ? meglio evidenziata nelle allegate rivendicazioni ed ? esemplificativamente proposta nella seguente descrizione di una sua forma costruttiva, puramente indicativa e non limitativa, illustrata anche con l?ausilio di n. 14 figure schematiche riprodotte in altrettante tavole allegate e delle quali:
La fig. 1 rappresenta una vista prospettica del telaio o struttura di base per la realizzazione della macchina interra filo che forma l?oggetto della presente innovazione;
La fig. 2 rappresenta una vista laterale dello stesso telaio di fig. 1, al quale ? stato applicato un pistone ed una parte iniziale di un suo leverismo di azionamento;
La fig. 3 rappresenta una vista prospettica del sistema di leve a pantografo applicata alla parte anteriore del carrello verticalmente traslabile, da alloggiare all?interno del telaio di fig. 1; La fig. 4 rappresenta una vista prospettica della parte posteriore dello stesso carrello, da associare alla sua parte anteriore di fig. 3 e sempre da alloggiare nel vano del telaio di fig. 1; La fig. 5 rappresenta una vista verticale ed in sezione longitudinale, dalla mezzeria, del carrello verticalmente traslabile costituito dalle parti anteriore di cui fig. 3 e dalla parte posteriore di cui alla fig. 4, secondo il suo piano di sezione V - V di f?g.6 e di sezione VIII -VIII di fig. 10, raffigurato completo del motore che, per mezzo di cinghie, trasmette il movimento rotatorio alla fresa, per formare il solco in cui depositare il cavo perimetrale; La fig. 6 rappresenta una vista in pianta della parte anteriore di fig. 3 e della parte posteriore di fig. 4, costituenti il carrello verticalmente traslabile di fig. 5, secondo il suo piano di sezione VI - VI;
La fig. 7 rappresenta un vista in pianta analoga alla vista di fig. 6 del medesimo carrello traslabile di fig. 5, ma con la sua parte posteriore di fig. 4 che presenta una posizione orizzontalmente girata;
La fig. 8 rappresenta un vista verticale, laterale e parziale del carrello traslabile che ? analoga alla vista di fig. 5, secondo il piano di sezione VIII - VIII di fig. 10, raffigurato nel suo alloggiamento entro il vano del telaio di fig. 1, detto carrello essendo rappresentato senza il motore e con la fresa che ? posta in condizione di riposo, per la sua posizione sollevata che ? determinata dalla condizione chiusa del pistone che movimenta il sistema di leve di fig. 3; La fig. 9 rappresenta una vista verticale, laterale e parziale del carrello traslabile che ? analoga alla vista di fig. 8, dove per? la fresa ? resa in condizione di tracciare il solco sul terreno, per effetto dell?apertura del pistone di fig. 2 che, agendo sul sistema di leve di fig. 3, abbassa il carrello traslabile di fig. 5;
La fig. 10 rappresenta una vista in pianta e parziale della macchina interra filo di f?gg. 8 e 9, includente il carrello traslabile di fig. 6 entro il vano del telaio di fig. 1, il quale telaio ? associato ai cingoli esterni per la sua movimentazione orizzontale;
La fig. 11 rappresenta un vista verticale, laterale e parziale della macchina delle f?gg. 8 e 9, secondo il piano di sezione XI - XI di fig. 10, illustrante il sistema di trasmissione della movimentazione orizzontale della macchina in esame;
La fig. 12 rappresenta una vista prospettica anteriore e parziale della macchina di fig. 11, indicativamente dallo stesso punto di vista del telaio di fig. 1, illustrante l' applicazione dei due motoriduttori che ne consentono la trasmissione del movimento orizzontale, come in fig. 11, essendo per comodit? raffigurata senza la connessione ai rispettivi cingoli di movimentazione; La fig. 13 rappresenta una vista verticale e parziale del sistema supporto e di alimentazione del filo perimetrale che la macchina in esame ? atta ad interrare, a completamento della vista in sezione assiale di fig. 5;
La fig. 14 rappresenta una vista parziale in pianta della macchina in esame che ? analoga alla vista di fig. 10, ma ? raffigurata senza la presenza del carrello verticalmente traslabile e delle altre parti comprese entro le pareti del telaio di fig. 1, vista secondo il piano di sezione orizzontale XIV - XIV di fig. 11, illustrante il dispositivo di connessione lineare per il bilanciamento ed equilibrio della trasmissione del movimento orizzontale indipendente dei due cingoli della macchina in esame.
In tutte le figure, gli stessi particolari sono rappresentati, o si intendono rappresentati, con il medesimo numero di riferimento.
Conforme alla soluzione costruttiva esemplificativamente rappresentata nelle figure allegate, una macchina interra filo semovente (A) ? sostanzialmente composta da un telaio di base (1) che sostiene una coppia di motori laterali indipendenti (2 - 3), i quali, per interposizione di una rispettiva catena di trasmissione (2/d - 3/d), azionano un rispettivo cingolo di traslazione (4 - 5), mentre una trivella posteriore (7) ? azionata da un motore centrale (8) che ? sostenuto da un carrello verticalmente traslabile (C), avente una sua estremit? orizzontalmente orientabile (60) che sostiene detta trivella (7).
Pi? dettagliatamente, con riferimento alle figg. 1 e 2, un telaio (1) ? costituito da due pareti verticali (11 - 12), indicativamente sagomate a trapezio con una sporgenza superiore (11/a - 12/a) e con una estremit? anteriore (11/b - 12/b) di altezza ribassata, mentre la stessa estremit? ribassata (12/a) ? dotata anche di un aggetto (12/c) con estremit? forata.
Dette pareti (11 - 12) del telaio (1) sono rigidamente unite tra loro dalla presenza di un distanziale posteriore (13) e da una barra piatta anteriore (14), oltre che da una barra piatta superiore (15) che unisce trasversalmente i vertici delle loro sporgenze superiori (11/a - 12/a). In prossimit? delle estremit? di detta barra trasversale (15) sono solidalmente fissati due supporti forati (16 - 17) che sono atti ad alloggiare una barra cilindrica passante (18).
Le parti anteriori delle estremit? rialzate (11/a - 12/a) delle pareti (11 - 12) sono associate a rispettive piastre inclinate ortogonali (19 - 20) che sono dotate di rispettivi fori passanti (19/a - 20/a), mentre le parti inferiori delle stesse pareti (11 - 12) presentano un rispettivo piolo esterno (21 - 22) e le estremit? posteriori delle stesse pareti (11 - 12) sono esternamente dotate di rispettivi piani d?appoggio (23 - 24), per il supporto delle batterie (2/a) e (3/a) che alimentano i motori laterali (2 - 3), come di seguito specificato.
Ancora con riferimento alla fig.1, le pareti (11 - 12) del telaio (1) sono dotate di un loro foro oblungo e coassiale (11/d - 12/d) che ? disposto in prossimit? delle rispettive piastre inclinate (19 -20) con le quali coopera per il sostegno e fissaggio dei riduttori (2? - 3?) di detti motori (2 - 3 ).
La parte anteriore (11/b - 12/b) delle pareti (11 - 12) sono dotate di un rispettivo foro passante coassiale (11/e - 12/e), con dei fori radiali passanti (11/f - 12/f) per il fissaggio di un rispettivo supporto (4/b - 5/b), per il sostegno e la rotazione di un loro semiasse (4/a - 5/a) che attiva la movimentazione del rispettivo cingolo (4 - 5).
Due fori asolati passanti (11/g - 12/g) sono interposti tra i fori oblunghi (11/d - 11/e) della parete (11) oltre che tra i fori (12/d e 12/e) della parete (12), per la possibile applicazione di un rispettivo tendicatena (2/g - 3/g), come di seguito specificato. Sempre con riferimento alla fig. 1, l?estremit? posteriore della parete (11) ? dotata di una coppia di fori passanti (11/h ? 11/i) che sono coassiali alla coppia di fori passanti (12/h - 12/i) presenti sull?estremit? posteriore della parete (12) del telaio (1). Anche con riferimento alle figg. 8 - 11 - 12 e 14, i fori oblunghi (11/d - 12/d) delle pareti verticali (11 - 12) consentono l?alloggiamento dei rispettivi riduttori (2? - 3?) dei motori laterali (2 - 3) ed il passaggio del rispettivo albero di trasmissione (2/b - 3/b), sul quale albero (2/b - 3/b) sono applicate le corone dentate (2/c - 3/c) che, per mezzo di una rispettiva catena (2/d - 3/d), trasmettono il movimento alla corona dentata (2/e - 3/e). Dette corone dentate (2/e - 3/e) sono a loro volta solidali ad un rispettivo allineato semiasse orizzontale (4/a - 5/a) che ? passante per i fori (11/e - 12/e) del telaio (1) e sono sostenuti da un supporto (4/b - 5b) solidale alle rispettive pareti (11 - 12) del telaio (1), per mezzo di viti passanti per i fori radiali (11/f - 12/f).
Un tendicatena (2/g - 3/g) ? preferibilmente applicato nei fori passanti (11/g - 12/g) del telaio (1), per poter regolare la tensione delle catene (2/d - 3/d) che, passando dalle corone dentate (2/c - 3/c) alle corone dentate (2/e - 3/e), alimentano la rotazione dei semiassi (4/a - 5/a).
Con riferimento alla fig. 14, i semiassi (4/a - 5/a) sono associati ad una rispettiva corona dentata (4/c - 5/c) che trasmette la loro rotazione ad un rispettivo cingolo (4 - 5), per interposizione di opportune ruote di sospensione e rinvio (4h - 5/h) del singolo cingolo, secondo una tecnica gi? nota. Conforme a detta tecnica nota, ogni cingolo (4 - 5) ed i rispettivi elementi tradizionali, sono contenuti entro due coppie di pareti o piastre laterali di cingolo (4/d - 4/f) e (5/d - 5/f), ogni coppia di pareti essendo tra loro rigidamente unite.
Con riferimento alle figg. 1 - 2 e 14, secondo la presente soluzione costruttiva, le piastre laterali interne (4/f) e (5/f) dei cingoli (4 - 5) sono dotate di feritoie oblunghe (4/g - 5/g) entro cui si alloggiano i riscontri (22) e (21) delle pareti verticali (11 - 12) del telaio (1), per cooperare alla stabilit? dei cingoli (4 - 5) anche in fase di movimento della macchina interra fdo (A).
Ancora con riferimento alla fig. 14, i semiassi (4/a) e (5/a), che hanno una loro estremit? collegata al rispettivo cingolo (4 - 5), come sopra specificato, presentano una estremit? opposta (4/L - 5/L) che si protrae verso il centro del telaio (1) fino quasi ad incontrarsi assialmente sulla sua mezzeria. Mentre una parte esterna di semiasse (4/a - 5/a) ? collegata ai rispettivi cingoli (4 - 5), per interposizione di opportuni cuscinetti solidali anche ai supporti (4/b - 5/b), la loro parte interna (4/L - 5/L), oltre che essere atta a trascinare le corone dentate (2/e - 3/e), comprendono anche una serie di cuscinetti volventi e radiali orientabili (4/m- 4/n) e (5/m - 5/n) che sono posizionati alle stremit? di detta parte interna (4/L - 5/L). Le stesse estremit? interne (4/L - 5/L) sono rivestite da un cannotto intermedio (6), che si estende tra le corone dentate (2/e - 3/e), detto cannotto (6) presenta un diametro interno che consente l?alloggiamento delle piste esterne dei cuscinetti volventi (4/m - 5/m) ed il diametro esterno dei cuscinetti radiali orientabili (4/n - 5/n), naturalmente con il supporto di opportuni anelli seeger o di tenuta. La presenza di detto cannotto stabilizzatore (6) ha la funzione di eliminare eventuali leggeri errori di allineamento tra i semiassi (4/a - 5/a) ed assicurare la migliore stabilit? di movimentazione dei cingoli (4 - 5) della macchina interra filo (A). Lo stesso cannotto (6), tramite i supporti (4/b - 5/b), coopera poi con i pioli (21 - 22) e le rispettive asole forate (4/g - 5/g) per garantire la massima stabilit? verticale della stessa macchina (A).
Naturalmente, sulla scorta di quanto fino ad ora descritto ed illustrato, appare evidente che, con un comando a distanza, ? possibile stabilire la rotazione in senso orario oppure antiorario dell?albero di ogni uno dei due motori duttori (2 - 3) per determinare l?inversione, il rallentamento o l?arresto del movimento di ogni uno dei due cingoli (4 - 5), con conseguente possibilit? di mantenere o modificare la traiettoria di marcia della macchina interra filo (A), senza alcuno sforzo dell?operatore, conforme ad uno degli scopi specificati.
Con riferimento particolare alle figure 5 - 8 - 9 e 10, una trivella (7), per la formazione del solco (S) sul terreno (T) in cui interrare il filo perimetrale (F) della superfice da circoscrivere con la macchina (A), ? resa verticalmente traslabile entro il vano del telaio (1), assieme al motore (8) che ne assicura la rotazione per mezzo di pulegge (81 - 83 - 84 - 87) e di cinghie (82 - 86) fissate al carrello traslabile (C). Detto carrello (C) ? costituito da una piastra anteriore 50) e da una piastra posteriore (60), sostenuto da un sistema di leve pantoscopiche (40) che sono azionabili per mezzo del pistone (9). Pi? dettagliatamente e con riferimento alle figg. da 3 a 11, un motore elettrico (8), completo di una sua batteria (8/a), ? fissato sulla flangia superiore (51) di una struttura scatolare (50) del carrello (C), per mezzo di viti passanti per i suoi fori (52). Detta struttura (50) comprende almeno tre distanziali (53 - 54 - 55) di unione ad un fondo piatto (56) che ? unito alla sommit? di una camicia (57), oltre che di una coppia di staffe longitudinali (58/a - 58/b) i quali, con una coppia di spezzoni verticali (58/c), rendono solidale la camicia (57) e tutto il carrello (C) ad una coppia di alberi trasversali (41 - 42) sui quali si impegna il leverismo (40), per la traslazione verticale dello stesso carrello (C) e della trivella (7), come di seguito illustrato.
In particolare, l?albero trasversale superiore (41) ? reso solidale ad una piastrina (59) avente esemplificativamente tre fori (59/a) che sono radiali al perno tubolare (61) di detta piastra (60) e consentono l?applicazione di una spina (59/b) [vedi fig. 7], passante per il foro (65) della piastra (60) ed alloggiabile in uno di detti fori (59/a) della stessa piastrina (59), per determinare l?angolo di inclinazione orizzontale di detta piastra (60), rispetto all?asse longitudinale dello scatolato (50). Con questo accorgimento ? possibile estendere la superfice di interramento del filo (F), ampliando l?asse di scavo del solco (S), rispeto all?asse ed all?ingombro della macchina interra filo (A), conforme ad uno degli scopi specificati.
Con riferimento alle figg. 4 e 5, la piastra posteriore (60), per il supporto e posizionamento della trivella (7), presenta la parte inferiore dell?estremit? anteriore che ? associata a deto perno tubolare (61) avente diametro esterno leggermente inferiore al diametro interno della camicia (57) dello scatolato (50). Deto spezzone di tubo (61) viene quindi alloggiato in deta camicia (57) per rendere possibile la sopra citata movimentazione orizzontale di deta piastra (60) e della sua trivella (7). L?estremit? opposta della stessa piastra (60) presenta un foro passante centrale (62) ed una serie di fori radiali (63), per il passaggio e la rotazione di un mandrino (71) a cui ? applicata la trivella di tracciamento (7), per mezzo del supporto cilindrico (72) e della sua staffa (72/a) di fissaggio alla stessa piastra (60).
Preferibilmente coassiale al tubo (61), la piastra (60) pu? presentare un rilievo (64) il quale ? ato all?appoggio dell?estremit? inferiore di un perno caletato (85) di unione assiale di una coppia di pulegge (83 - 84) di trasmissione della rotazione dal motore (8) alla trivella (7), come di seguito specificato.
Pi? detagliatamente, con riferimento anche alle figg. 5 - 6 e 7, la presa di forza (8/b) del motore (8) ? dotata di una sua puleggia (81) a cui ? applicata una cinghia trapezoidale (82) che si collega alla puleggia intermedia superiore (83), la quale sovrasta una analoga puleggia intermedia inferiore (84), dete pulegge (83 - 84) essendo assialmente unite da un albero caletato (85) che ne consente la solidale velocit? di rotazione, ed essendo deto albero (85) preferibilmente poggiante sul rilievo (64) della piastra (60). La stessa puleggia (84) ? quindi associata ad una cinghia trapezoidale (86) che ? ata a trasmetere la rotazione alla puleggia (87), la quale ? caletata alla presa di forza (7/a) del mandrino (71) della trivella (7). In particolare, nelle figg. 6 e 7 ? esemplificata la preferibile presenza di un cilindreto tendicinghia (88) che pu? essere reso girevole ad un perno che ? fissato al foro passante (66) della piastra orientabile (60) di fig. 4.
Con riferimento alle figg. 2 - 3 - 8 e 9, sulla scorta di quanto fino ad ora descrito ed illustrato, la traslazione verticale della trivella (7), del suo motore (8), dell?intero carrello (C) e della piastra posteriore (60) che li supportano, ? resa possibile dalla presenza di un sistema di leve a pantografo (40), mentre il tracciamento del solco (S) sul terreno (T) ? conseguito con l?avanzamento della macchina (A), per mezzo dei suoi cingoli (4 - 5), i quali sono alimentati dai motori laterali elettrici (2 - 3), dai loro riduttori di velocit? (2? - 3?) e dal loro sistema di trasmissione a catena (2/d - 3/d).
Pi? dettagliatamente , nel sistema di traslazione verticale del carrello (C), un pistone (9) presenta la sua estremit? di fissaggio (9/a) che ? articolata ad un aggetto (12/c) fissato alla parte anteriore (12/b) del telaio (1), mentre il suo stelo (9/b), ? articolato con il suo perno (9/c) ad una estremit? di un doppio braccio (43), il quale ha l?estremit? opposta solidalmente fissata, ad esempio con un grano, con un angolo fisso (alfa) all?estremit? dell?albero trasversale (18).
Come meglio illustrato alla fig. 10, detto albero trasversale (18) ? sostenuto da una coppia di supporti (16 - 17) che, pur lasciandolo libero di ruotare sul suo asse, lo rendono vincolato alla barra trasversale (15) e quindi alla struttura di telaio (1).
Con riferimento alle figg. 3 e 10, una coppia contrapposta di leve (44/a - 44/b) presenta una sua estremit? cilindrica (44/a?) e (44/b?) che ? disposta esternamente sull?albero trasversale (18), a fianco rispettivamente dei supporti (16 - 17) e vi ? stabilmente vincolata, ad esempio con un grano.
Conseguentemente, con la rotazione del doppio braccio (43), a seguito di azionamento del pistone (9), si ha anche una identica rotazione angolare dell?albero trasversale (18) e delle vincolare leve (44/a - 44/b).
Come esemplificativamente rappresentato nella fig. 3 e nelle figure da 9 a 11, la doppia leva (43) e la coppia di leve (44) sono fissate stabilmente all?albero (18) con una angolazione (alfa) di circa 150?, mentre le estremit? opposte delle medesime leve (44/a) e (44/b) sono liberamente incernierate alle estremit? libere delle leve (45/a - 45/b), per mezzo di perni non rappresentati. Le estremit? opposte cilindriche (45/a?) e (45/b?) delle stesse leve (45/a - 45/b) sono atte ad avvolgere le estremit? dell?albero trasversale (41), lasciandone libero il movimento rotatorio.
Le stesse estremit? di detto albero trasversale (41) fuoriescono dalle leve (45/a - 45/b) per essere alloggiate in un rispettivo vano cieco, non rappresentato, disposto alle estremit? (46/a?) e (46b?) di una copia di bracci superiori (46/a - 46/b), in modo da consentire la rotazione reciproca tra detto albero (41) anche di detti bracci (45/a - 46/b). Le estremit? opposte (46/a?) e (46/b?) dei medesimi bracci superiori (46/a) e (46/b) sono articolate a corrispondenti perni, non rappresentati, che sono quindi fissati ai fori (11 /h) e 12/h) delle pareti verticali (11 - 12) del telaio (1).
Due bracci o leve inferiori (47/a) e (47/b) sono disposti parallelamente ai bracci superiori (46/a -46/b), avendo le estremit? esterne (47/a?) e (47/b?) incernierate a dei perni, non rappresentati, che sono f?ssati rispettivamente ai fori (11/i - 12/i) delle pareti di telaio (1), mentre le loro estremit? opposte ed interne (47/a?) e (47/b?) sono atte ad alloggiare le estremit? dell?albero inferiore (42) del carrello (C), consentendone la normale rotazione entro detto alloggiamento.
Esemplificativamente, con riferimento alle figg.8, un pistone (9) della macchina (A) ? disposto nella sua condizione chiusa, dove il suo stelo (9/b) ? completamente rientrato e tiene il doppio braccio (43) inclinato esemplificativamente di 30?, rispetto al piano del carrello (C). In questa condizione, le leve (44) sono disposte su di un piano sostanzialmente parallelo al piano (51) dello stesso carrello (C), mentre le leve (45) sono quasi ortogonali alle stesse leve (44), portando la piastra piana (60) che sostiene la trivella (7) nella posizione di massimo sollevamento, rispetto al piano del terreno (T), disponendola quindi nella sua condizione di riposo.
Con riferimento particolare alla fig. 9, lo stesso pistone (9) ? rappresentato in una sua condizione aperta, dove il suo stelo (9/b) fa ruotare la copia di leve (43) esemplificativamente a 75?, rispetto al piano (51) del carrello (C), inducendo l?albero trasversale (18) ad una corrispondente rotazione assiale. Poich? rimane costante l?apertura angolare (alfa) tra le leve (43) e (44), le stesse leve (44) sono obbligate ad abbassarsi, con conseguente abbassamento anche delle leve (45) che si portano in una posizione esemplificativa di circa 90? rispetto al piano (51) del carrello (C). In questa posizione abbassata la trivella (7) fuoriesce dalla macchina (A), andando a scavare il solco (S) del terreno (T) in cui dovr? essere interato il filo perimetrale (F).
Ancora con riferimento alle f?gg. 3 - 8 e 9, la presenza delle coppie di bracci posteriori paralleli (46 - 47) consente di mantenere la stabilit? e l?ortogonalit? del carrello (C) e quindi della trivella (7), rispetto alla sua condizione di traslazione verticale sul telaio (1) che lo supporta, secondo una tecnica di pantografo di per se stessa nota.
Con riferimento particolare anche alla fig. 13, la trivella (7) ? fissata amovibilmente ad un mandrino (71) che ? sostenuto e guidato dal corpo cilindrico di trivella (72), il quale ? dotato di una sua flangia (72/a) di fissaggio alla piastra orientabile (60) della parte posteriore del carrello (C). In definitiva, la rotazione della puleggia (87), alimentata dalle cinghie (86 e 82) fa ruotare l?albero (7/a) della trivella (7), la quale cos? ? atta a fresare il terreno (T) con un solco (S) per poi potervi alloggiare ed interrare il cavo perimetrale (F).
Sempre con riferimento alla fig. 13, il corpo di supporto (72) del mandrino (71) e della trivella (7) ? reso solidale, ad esempio con bulloni (31), ad una lama posteriore (30), che ha sostanzialmente la stessa profondit? della punta della trivella (7). La stessa lama posteriore (30) ? resa solidale, ad esempio per saldatura, ad un condotto tubolare rigido (33) che, a sua volta, ? atto a contenere e fissare un tubetto (32), preferibilmente in materiale plastico o comunque avente il minimo grado di rugosit? interna, tale da consentire lo scorrimento del filo o cavetto (F) da depositare nel solco (S) ricavato nel terreno (T) dalla trivella (7).
Ancora dalla stessa fig. 13 si evince il fatto che il filo (F) da interrare ? svolto da una bobina (B) il cui tamburo (34) ? centrato su perni (34/a) che sono f?ssati ad una coppia di rebbi (35/a e 35/b) di una forcella (35) comprendente anche una traversa di unione (35/c), detta traversa (35/c) potendo avere anche una funzione di maniglia. La stessa forcella (35) pu? presentare anche una traversa esterna (36/d) che unisce i due rebbi (35/a - 35/b), per una sua maggiore solidit?.
Le estremit? libere dei due rebbi (35/a - 35/b) sono incernierate con perni (36/a - 36/b) a due rispettivi montanti (37/a - 37/b) che sono f?ssati ad una traversa inferiore (38), preferibilmente profilata ad U capovolto. Gli stessi montanti (37/a - 37/b) sono preferibilmente uniti da una traversa di irrobustimento (37/c). La cavit? della traversa (38) ? resa poggiante sul distanziale (13) del telaio (1) e vi pu? essere eventualmente fissata per mezzo di una o pi? viti, in modo tale che la bobina (B) sia sostanzialmente a sbalzo rispetto alla macchina (A).
La forcella (35) e la sua bobina (B) possono oscillare verticalmente ruotando sui perni (36/a - 36/b) ed esservi eventualmente bloccate da opportuni dadi fissati agli stessi perni (36/a - 36/b), per assicurare la migliore imboccatura del filo (F) all?entrata del tubetto flessibile (32) di scorrimento e del cavetto di sostegno (33). Tale possibilit? di oscillazione della bobina (B) e della sua forcella (35) ? delimitata dalla presenza di della traversa (35/d) che pu? andare in battuta nelle sedi (37/d) dei montanti (37/a - 37/b).
Con riferimento particolare alla fig. 5, i motoriduttori (2 - 3) ed il pistone (9) sono attivati dal quadro (Q) che pu? essere fissato ad esempio alla superfice esterna del motore (8) oppure alla traversa (15) del telaio (1). Detto quadro (Q) attiva le connessioni elettriche degli stessi motori per (2 - 3) per mezzo della forza delle batterie (2/b e 3/b), mentre il motore (8) ? attivato dallo stesso quadro (Q) per la forza della sua batteria (8/a). Il pistone (9) ? attivato dallo stesso quadro (Q) attingendo l?energia dalle batterie (2/a - 3/a).
Lo stesso pannello (Q) riceve gli impulsi di gestione da un normale radio comando che l?operatore aziona a breve distanza dalla macchina (A), in prossimit? dal percorso da tracciare, secondo una tecnica di trasmissione di per se stessa gi? nota.
Descritte cos? le parti principali delle presente innovazione, se ne riassume di seguito il loro sistema di funzionamento, anche in relazione al conseguimento degli scopi specificati.
In una fase preliminare, la macchina interra filo (A) viene portata in prossimit? del prato o terreno (T) da perimetrare, per la delimitazione della superf?cie entro cui poter successivamente usare un normale robot taglia erba, disponendola ad esempio sul punto in cui sia prevista la sistemazione del generatore d?impulsi per la creazione del voluto campo magnetico di delimitazione del lavoro di detto robot rasa erba.
In una prima fase di lavoro d?interramento, dopo aver posizionato la macchina (A), l?operatore provvede a srotolare il capo del filo (F) dalla bobina (B), passando per il tubetto flessibile (32) e prevedendo di lasciarne libero il tratto iniziale, il quale dovr? essere posto in sicurezza ed interrato manualmente almeno in parte, per poter essere collegato al previsto generatore d?impulsi. Detto interramento iniziale deve essere reso particolarmente f?sso e stabile, ad esempio per mezzo di un peso che ne eviti il facile sollevamento e strappo in fase di avvio dello stesso interramento.
In una seconda fase di lavoro, per mezzo del suo radio comando che interagisce con il quadro (Q), l?operatore attiva il motore centrale (8) che pone in rotazione la trivella (7), la quale trivella (7) ? inizialmente sollevata dal terreno (T), essendo nella sua condizione di riposo, ad esempio secondo la situazione di fig. 8.
In una terza fase di lavoro, l?operatore attiva il pistone (9), sempre per mezzo del suo rado comando che agisce sul pannello o quadro (Q), azionando cos? il sistema di leve a pantografo (40), per il quale il carrello di traslazione verticale (C) si abbassa portando la sua trivella (7) ad iniziare un solco (S) sul terreno (T), ad esempio secondo la situazione raffigurata in fig. 9. La profondit? del solco (S) ? naturalmente stabilita dalla misura di abbassamento della trivella (7) ed ? determinato dal grado di apertura dello stelo (9/b) di detto pistone (9), potendo variare la profondit? anche in relazione alla consistenza del terreno.
In una quarta fase del lavoro di interramento, l?operatore comanda la simultanea attivazione dei due motori laterali (2 - 3). Ipotizzando di prevedere un tracciato inizialmente rettilineo del solco (S) da eseguire, l?operatore imprime ai due motori laterali (2 - 3) una identica velocit? di rotazione, assicurando una identica velocit? di avanzamento ai rispettivi cingoli (4 - 5). Lo spostamento lineare della macchina (A) e quindi della trivella (7), determina lo svolgimento graduale del filo (F) dalla bobina (B), il quale filo (F), passando per il cavetto flessibile (32) entro il tubo rigido di guida (33), si posa sul fondo del solco (S) lungo tutto il tratto previsto. In questo modo l?operatore esegue l?interramento del filo (F) lungo tutto il tratto rettilineo, senza necessit? di una guida manuale, conforme ad uno degli scopi specificati.
In una ulteriore fase di interramento del filo (F), pu? essere previsa la necessit? di modificare la traiettoria del solco (S) da eseguire, ad esempio in prossimit? di un confine del terreno da delimitare. In questa circostanza, previa regolazione della velocit? di rotazione di ogni uno dei due motoriduttori (2 - 3), ? possibile anche bloccare l?avanzamento di un singolo cingolo (4 o 5) inducendo la trivella (7) ad eseguire un solco (S) arcuato, con raggio di curvatura corrispondente alla sua distanza dal cingolo (4 o 5) che rimane bloccato. Analogamente, ? possibile circoscrivere un ostacolo lungo il percorso, ad esempio per la presenza di una albero, adeguando le differenti velocit? di avanzamento die due cingoli (4 - 5). Anche in questo caso, l?operatore esegue o modifica la traiettoria del solco (S), agendocon il suo radio comando che attiva le funzioni del quadro (Q), senza necessit? di guida manuale e senza sostenere alcuno sforzo di deviazione, conforme ad un altro degli scopi specificati. Ancora in una diversa fase di interramento, ? possibile incontrare un ostacolo, del tipo sasso o radice, che impedisce l?avanzamento della macchina (A). Per l?operatore ? sufficiente comandare il sollevamento della trivella (7), sempre con il radiocomando agente sul pistone (9) di regolazione pantoscopica (40) dell?altezza del carrello traslabile (C) sul telaio di supporto (1), per il solo tratto ostacolante, e quindi riprendere il solco con le medesime precedenti condizioni di marcia. Naturalmente in queste operazioni dovr? essere assicurata la continuit? del cavetto (C), il quale dovr? essere sistemato manualmente una volta superato l?ostacolo, sempre senza dover spostare e sollevare manualmente la macchina (A), conforme ad un altro degli scopi specificati.
In una ulteriore fase di lavorazione, particolarmente in presenza di terreni pendenti o comunque inclinati in salita o discesa, l?uso dei cingoli (4 - 5) in sostituzione delle attuali ruote che sono in dotazione alla attuali macchine intera filo, permette di regolare sempre la velocit? di avanzamento della macchina (A), anche rispetto alla linearit? del perimetro da tracciare, sempre agendo su radio comando che ? collegato con il quadro (Q), senza problemi di fatica per la tenuta della stessa macchina, conforme ad un ulteriore scopo specificato.
In ogni fase di lavoro di interramento, la compattezza e ridotte dimensioni della macchina (A), quindi al suo minimo ingombro, oltre al fatto di poter realizzare lo scavo anche in prossimit? di muretti o siepi, previo rotazione della trivella (7) agendo sulla sua piastra girevole (60), come esemplificato nelle figg. 6 e 7, consente di realizzare una maggiore estensione della superfice da destinare alla falciatura, conforme ad un ulteriore scopo specificato.
Naturalmente la forma costruttiva di macchina intera filo radiocomandata (A), come fino ad ora descritta ed illustrata, pu? essere realizzata anche in altre forme costruttive rientranti nell?originalit? della soluzione proposta.
A titolo esemplificativo si vuole indicare la possibilit? di sostituire il motore elettrico centrale (8) con un corrispondente motore a scoppio, prevedendo la presenza di un serbatoio in sostituzione della batteria (8/a), cos? come ? possibile prevedere la presenza anche o solo di due motori endotermici in sostituzione dei motori elettrici (2 - 3) prevedendo la presenza di un serbatoio di carburante in sostituzione delle loro batterie (2/a - 3/a) o anche di un unico serbatoio che alimenti tutti i motori endotermici.
E? ancora possibile prevedere la presenza di un pistone (9) che sia alimentato da un circuito oleodinamico o ad aria compressa, sempre comandato da un pannello di controllo (Q) ed azionabile direttamente dal radio comando di un operatore vicino alla macchina interra filo (A).
E? inoltre possibile prevedere la sostituzione del sistema pantoscopico di leve (40) con dispositivi idraulici o pneumatici atti a regolare la traslazione verticale del carrello (C), della piastra orientabile (60) e della sua trivella (7), rispetto al telaio (1), comunque atti a movimentare verticalmente il carrello (C), per l?abbassamento ed il sollevamento della trivella (7).
Particolarmente per macchine (A) di prevedibile uso semplificato, di minor costo e di pi? limitate prestazioni, ? possibile prevedere la realizzazione di una soluzione non migliorativa, con la presenza di semplici ruote motrici indipendenti, in sostituzione del sistema di movimentazione a cingoli (4 - 5).
Le stesse macchine interra filo (A) possono essere realizzate anche in funzione di un loro possibile uso per l?interramento di sottili tubi flessibili, non necessariamente racchiusi in un perimetro chiuso, ad esempio per condotti gocciolanti di alimentazione di piante da frutta o per vivai floreali o per terreni agricoli in generale, rimanendo analoga la loro struttura ed il loro modo di operare.
Queste ed altre analoghe soluzioni o variazioni costruttive di una macchina interra cavo perimetrale (A) si intendono comunque rientranti nella novit? e nel contenuto inventivo della presente innovazione.

Claims (1)

  1. RIVENDICAZIONI
    dell? INVENZIONE INDUSTRIALE avente come titolo: ?MACCHINA INTERRAFILO RADIOCOMANDATA E SUO METODO DI FUNZIONAMENTO?
    1.- Macchina interra filo radiocomandata per l?interramento di un cavo, particolarmente del tipo perimetrale usato per delimitare il terreno destinato allo sfalcio con un robot rasa erba, atta ad assicurare la massima estensione del prato da sfalciare ad un buon interramento protettivo dello stesso cavo, oltre che garantire la massima manovrabilit? e stabilit? della stessa macchina, riducendo al minimo il suo ingombro e la fatica dell?operatore, caratterizzata dal fatto di essere sostanzialmente costituita da:
    un telaio portante (1), che ? formato da due pareti laterali (11 - 12), per il supporto e l?azionamento di tre motori (2 - 3 - 8) della macchina (A), oltre che di supporto e di accessorio per gli elementi di azionamento e movimentazione della trivella (7) della stessa macchina (A); due di detti motori (2 - 3) che sono solidalmente fissati alla rispettiva parete (11 - 12) del telaio portante (1) e sono azionabili in modo tra loro indipendente, per trasmettere il movimento di traslazione lineare del rispettivo cingolo (4 - 5) sul terreno (T) da delimitare con il filo (F);
    un terzo motore (8) che ? fissato ad un carrello (C) il quale ? disposto entro il vano tra le pareti (11 - 12) del telaio (1) ed ? atto a trasmettere il movimento rotatorio del suo motore (8) ad una trivella (7), sostenuta dal medesimo carello (C) con cui ? reso verticalmente traslabile per mezzo di un dispositivo di leve a pantografo (40) che ? azionato da almeno un pistone (9); 2.- Macchina interra filo radiocomandata, come alla rivendicazione 1, caratterizzata dal fatto che un carrello verticalmente traslabile (C) ? costituito da una struttura scatolare anteriore (50), di sostegno del motore (8) di alimentazione della rotazione della trivella (7), e da una struttura posteriore orientabile (60) di supporto della stessa trivella (7);
    3.- Macchina interra filo radiocomandata (A), come alla rivendicazione 1, caratterizzata dal fatto che detto dispositivo di leve a pantografo (40) comprende una sua prima parte con almeno un pistone (9) avente una sua estremit? inferiore (9/a) girevole ad almeno un aggetto (12c) del telaio (1), mentre il suo contrapposto stelo (9/b) ? incernierato liberamente ad un?estremit? di almeno una prima leva (43), la cui estremit? opposta ? rigidamente fissata ad una estremit? di un albero trasversale (18), sporgente dal telaio (1), detto albero (18) essendo reso assialmente girevole entro i supporti folli (16 - 17) della traversa superiore (15) che unisce le pareti (11 - 12) di detto telaio (1);
    4.- Macchina interra filo radiocomandata, come alle rivendicazioni, da 1 a 3, caratterizzata dal fatto che detto dispositivo di leve a pantografo (40) comprende una sua seconda parte con una coppia di leve (44) aventi un?estremit? rigidamente unita all?albero trasversale (18), per formare un angolo (alfa) con la prima leva (43), mentre l?estremit? opposta di dette leve (44) ? liberamente incernierata ad un seconda coppia di leve (45), indicativamente ortogonali, le quali hanno la loro estremit? opposta che ? liberamente incernierata ad un primo albero trasversale (41) del carrello (C), detto albero (41) avendo le sue estremit? che sono liberamente incernierate ad un?estremit? di una terza coppia di leve (46), le quali hanno la loro contrapposta estremit? girevole su rispettivi perni fissati a dei fori (11/h - 12/h) delle pareti (11 -12) del telaio (1);
    5.- Macchina interra filo radiocomandata, come alle rivendicazioni da 1 a 4, caratterizzata dal fatto che detto dispositivo di leve a pantografo (40) comprende una sua terza parte con una coppia di leve inferiori (47), sostanzialmente parallele alle leve superiori (46), aventi una loro estremit? girevole su perni f?ssati ai fori (11/i - 12/i) delle rispettive pareti (11 - 12) del telaio (1), mentre l?altra estremit? di dette leve inferiori (47) ? liberamente incernierata alle rispettive estremit? di un secondo albero trasversale (42) del carrello di traslazione verticale (C);
    6.- Macchina interra filo radiocomandata, come alle rivendicazioni da 1 a 5, caratterizzata dal fatto che i due alberi trasversali (41 - 42) del carello (C) sono tra loro rigidamente uniti da una o pi? pareti (58/c) e sono rigidamente uniti alla struttura (50) dello stesso carrello (C), per mezzo di almeno due piani (58/a - 58/b), con interposizione e sostegno di una camicia o corpo cilindrico cavo (57);
    7.- Macchina intera filo radiocomandata, come alla rivendicazione 6, caratterizzata dal fatto che la struttura scatolare (50) del carrello (C) comprende la flangia (51) di fissaggio del motore (8), con alcuni suoi montati (53 - 54 - 55) di unione al piano inferiore (56) che lo collegano al corpo cilindrico cavo (57) ed alle sue barre trasversali (41 - 42), le quali collegano detta struttura (50) al sistema o dispositivo a pantografo (40) ed al suo pistone (9), con cui detto carrello (C) ? reso verticalmente traslabile;
    8.- Macchina interra filo radiocomandata, come alle rivendicazioni 1 e 2, caratterizzata dal fatto che le pareti verticali (11 - 12) del telaio (1) sono unite da un distanziale posteriore (13), da un distanziale anteriore (14) e da un distanziale o barra piatta superiore (15), detta barra (15) essendo munita di una coppia di supporti cilindrici (16 - 17) che sono atti ad alloggiare liberamente la barra cilindrica passante (18), la quale ha una estremit? rigidamente collegata alla prima leva (43), detta leva (43) avendo la sua estremit? opposta incernierata al pistone oscillante (9) che azione il dispositivo di leve a pantografo (40);
    9.- Macchina interra filo radiocomandata, come alla rivendicazione 8, caratterizzata dal fatto che le pareti (11 - 12) del telaio (1) sono associate a rispettive piastre inclinate ortogonali (19 - 20) che sono dotate di rispettivi fori passanti (19/a - 20/a), per il fissaggio ed il supporto dei riduttori di velocit? (2? - 3?) del rispettivi motori (2 - 3), dette pareti (11 - 12) essendo dotate anche di un loro foro oblungo (1 1/d - 12/d) che ? disposto in prossimit? delle rispettive piastre inclinate (19 - 20), detti fori (11/d -12/d) che consentono il passaggio delle presa di forza (2/b - 3/b) dai riduttori (2? - 3?), per la trasmissione del loro movimento rotatorio oltre le superfici interne di dette pareti (11 - 12);
    10.- Macchina interra filo radiocomandata, come alla rivendicazione 9, caratterizzata dal fatto che le prese di forza o alberi di trasmissione (2/b - 3/b) sono associate ad una rispettiva corona dentata (2/c -3/c) che, per mezzo di una loro catena (2/d - 3/d), trasmettono il movimento rotatorio alla rispettiva corona dentata (2/e - 3/e) che alimenta la rotazione dei semiassi (4/a - 5/a) dei rispettivi cingoli (4 -5), per la movimentazione della macchina (A) sul terreno (T);
    11.- Macchina interra filo radiocomandata, come alle rivendicazioni 9 e 10, caratterizzata dal fatto che i semiassi (4/a - 5/a) sono resi girevoli sui supporti (4/b - 5/b) che sono passanti per i fori (11/e - 12/e) del telaio (1), dove sono fissati con bulloni passanti per i fori (11/f - 12/f) delle pareti (11 - 12) del medesimo telaio (1), detti semiassi (4/a - 5/a) essendo calettati ad una ruota dentata (4/c - 5/c) che, con la ruota di rinvio (4/h - 5/h), agiscono sulla dentatura interna dei rispettivi cingoli (4 - 5), per trasmetterne la traslazione lineare sul terreno (T), conforme una tecnica nota;
    12.- Macchina interra filo radiocomandata, come alle rivendicazioni 9 - 10 e 11, caratterizzata dal fatto che i semiassi (4/a - 5/a) presentano un prolungamento (4/L - 5/L) che continua nella direzione interna alla rispettiva corona dentata (2/e - 3/e), fino quasi a congiungere le loro estremit?, ogni prolungamento (4/L - 5/L) prevedendo la presenza di opportuni cuscinetti volventi e radiali di guida intermedi (4/m - 5/m) e d?estremit? (4/n - 5/n), la cui pista esterna alloggiata in un canotto (6), il quale avvolge le stesse estremit? (4/L - 5/L), ed ? atto a conferire il migliore allineamento assiale agli stessi semiassi (4/a - 5/a);
    13. - Macchina interra filo radiocomandata, come alle rivendicazioni 1 e 2, caratterizzata dal fatto che la struttura posteriore (60) del carrello di traslazione verticale (C), supportante la trivella (7), ? collegata alla struttura anteriore (50), che supporta il motore (8), per mezzo del suo perno tubolare (61), il quale si alloggia nella sede cava cilindrica (57) della medesima struttura anteriore (50);
    14.- Macchina interra filo, come alle rivendicazioni 2 - 4 e 13, caratterizzata dal fatto che il primo albero trasversale (41) del carrello (C) presenta una piastra intermedia (59), con una serie di fori (59/a), entro uno dei quali ? possibile alloggiare una spina (59/b) passante anche per il foro (65) della struttura posteriore (60), detta serie di fori (59/a) essendo realizzati a raggiera, con centro sull? asse del perno tubolare (61) di detta struttura (60), determinando la possibilit? di orientare la sua angolazione, rispetto all?asse della struttura anteriore (50) del medesimo carrello (C);
    15.- Macchina interra filo, come alle rivendicazioni 1 - 2 - 13 e 14, caratterizzata dal fatto che la presa di forza (8/b) del motore (8) del carrello (C) ? calettata ad una puleggia (81) che trasmette il suo movimento rotatorio ad una prima puleggia intermedia complanare (83), per mezzo di un cingolo (82), mentre una seconda puleggia intermedia (84) che ? assialmente associata alla puleggia (83) da un perno calettato (85), trasmette lo stesso movimento rotatorio alla puleggia complanare finale (87), per mezzo di un secondo cingolo (86);
    16.- Macchina interra filo radiocomandata, come alla rivendicazione 15, caratterizzata dal fatto che la puleggia finale (87) ? calettata ad una presa di forza o estremit? (7/a) dell?albero di alimentazione del movimento di rotazione della trivella (7), da usare per la preparazione del solco (S) sul terreno (T) da circoscrivere, deta trivella (7) essendo associata ad un mandrino (71) e ad un supporto (72) che ? alloggiato nel vano (62) della strutura posteriore (60) del carrello (C) e vi ? fissato con bulloni passanti per i suoi fori (63), con interposizione di una eventuale flangia inferiore (72/a);
    17.- Macchina interra filo radiocomandata, come alle rivendicazioni 15 e 16, caraterizzata dal fato che al supporto (72) della trivella (7) ? associata una piastra verticale (30) alla quale ? saldato o rigidamente fissato un elemento tubolare rigido (33), il quale pu? traslare verticalmente con la trivella (7) e con tutto il carrello (C), deto tubo rigido (33) presentando l?estremit? inferiore che ? curvata per poter toccare il fondo del solco (S) realizzato dalla stessa trivella (7), deto tubo rigido (33) essendo preferibilmente destinato ad alloggiare un tubo flessibile (32) e con superficie interna liscia, per cui deto tubo flessibile (32) consente l?alloggiamento e lo scorrimento del cavo o filo (F) da interrare in deto solco (S) del terreno (T);
    18.- Macchina interra filo radio comandata, come alla rivendicazione 17, caraterizzata dal fato che una bobina (B) di cavo o filo (F) da interrare ? intercambiabilmente fissata alla traversa posteriore (13) del telaio (1) della macchina (A), fissandone il mozzo o tamburo (34) ad un perno (34/a) che ? applicato trasversalmente ai rebbi (35/b) di una forcella (35), la quale presenta anche un trato trasversale posteriore (35/c) ed una traversa di rinforzo anteriore (35/d), le estremit? libere di deta forcella (35) sono incernierate ai perni (36/a - 36/b) disposti alle estremit? superiori di due montanti (37/a - 37/b) solidamente saldati o f?ssati ad una base (38), deta base (38) potendo essere incastrata o fissata anche con viti alla traversa posteriore(13) del telaio (1);
    19.- Macchina interra filo radiocomandata, come ad una o pi? rivendicazioni da 1 a 18, caraterizzata dal fato che un quadro eletronico (Q), di comando e gestione delle varie funzioni della macchina (A) ? per esempio fissato alla piastra superiore (15) del telaio (1) oppure al supporto del motore (8) o in altra parte della macchina (A), preferibilmente per interposizione di gommini o altro mezzo contro le vibrazioni della macchina (A), per essere collegato ad un radiocomando gestito a qualche distanza dall?operatore, con il quale ativare tute le funzioni ed i movimenti sopra specificati;
    20.- Metodo di funzionamento di una macchina interra filo radiocomandata, realizzata come alle rivendicazioni da 1 a 19, caraterizzato di prevedere una successione di fasi in cui:
    - a): in una fase preliminare, la macchina interra filo (A) viene portata in prossimit? del prato o terreno (T) da perimetrare, disponendola sul punto in cui sia prevista la sistemazione del generatore d?impulsi per la creazione del voluto campo magnetico di delimitazione del lavoro di un previsto robot rasa erba;
    - b): in una prima fase di interramento, dove l?operatore provvede a srotolare il capo del filo (F) dalla bobina (B), passando per il tubetto flessibile (32) ed il condotto rigido (33), quindi prevedendo di lasciarne libero il tratto iniziale per poterlo collegare al previsto generatore d?impulsi, assieme a quello che sar? il capo finale;
    - c): in una seconda fase di interramento dove, per mezzo del suo radiocomando, l?operatore interagisce con il quadro (Q) per attivare il motore centrale (8) che pone in rotazione la trivella (7), ancora nella sua posizione sollevata di riposo del carrello (C);
    - d): in una terza fase di interramento, dove l?operatore attiva il pistone (9), sempre per mezzo del suo radiocomando che agisce sul pannello o quadro (Q), azionando cos? il sistema di leve a pantografo (40), per il quale il carrello di traslazione verticale (C) pu? abbassarsi, portando la sua trivella (7) ad iniziare un solco (S) sul terreno (T);
    - e): in una quarta fase del lavoro di interramento, dove l?operatore comanda simultaneamente l?attivazione dei due motori laterali (2 - 3), con identica velocit? e senso di rotazione, determinando lo spostamento lineare dei cingoli (4 - 5) della macchina (A) e quindi della trivella (7) sul terreno (T), con contemporaneo svolgimento graduale del filo (F) dalla bobina (B) che viene interrato nello scavo (S) dello stesso terreno (T);
    - f): in una ulteriore fase di interramento del filo (F), dove l?operatore, per modificare la traiettoria della macchina (A), previa regolazione della velocit? di rotazione di ogni uno dei due motoriduttori (2 - 3), rende possibile il rallentamento o il bloccaggio di un singolo cingolo (4 o 5), inducendo la trivella (7) ad eseguire un solco (S) arcuato, con raggio di curvatura corrispondente alla sua distanza dal cingolo (4 o 5) che rimane bloccato;
    - g): in un?altra possibile fase di interramento del filo (F), per superare un ostacolo come un sasso o una radice che impediscano l?avanzamento della macchina (A), dove l?operatore comanda il sollevamento della trivella (7), sempre con il radiocomando agente sul quadro (Q) e quindi sul pistone (9), il quale pistone (9) agisce sul leverismo pantoscopico (40), alzando il carrello traslabile (C) sul telaio di supporto (1), per il solo tratto ostacolante, e quindi comandare l?abbassamento dello stesso carrello (C) e riprendere il solco (S) e l' interramento del filo (F) con le medesime precedenti condizioni di marcia;
    - h): in una ulteriore possibile fase di lavorazione, particolarmente in presenza di terreni pendenti o comunque inclinati in salita o discesa, dove l?operatore pu? regolare la velocit? dei cingoli ( 4 - 5), agendo sui motoriduttori (2 - 3) tramite il quadro (Q), in modo tale che ne rallentino o accrescano le condizioni di avanzamento;
    - i): un?ennesima possibile fase di interramento del filo (F), all?operatore ? data dalla possibilit? di orientare lateralmente la struttura posteriore (60) del carrello (C), attivando una diversa posizione di fissaggio della spina (59/b) rispetto ad un diverso foro (59/a) della piastrina di orientamento (59) solidale all?albero superiore (41) dello stesso carrello (C), spostando lateralmente la posizione della trivella (7) e del suo tubo (33) di erogazione del filo perimetrale (F), per la massima estensione della superfice di delimitazione del terreno (T), compatibilmente alla larghezza della pur compattata macchina (A).
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