IT202100011648A1 - Utensile per la finitura superficiale - Google Patents

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IT202100011648A1
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ceramic
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Stefano Fioratti
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Description

Descrizione del trovato avente per titolo:
"UTENSILE PER LA FINITURA SUPERFICIALE"
CAMPO DI APPLICAZIONE
Forme di realizzazione qui descritte si riferiscono ad un utensile per la finitura superficiale, in particolare di materiale ceramico o vetroso, preferenzialmente ma non limitatamente ceramica e materiali a base di ceramica, vetro e materiali a base di vetro o altri materiali simili o assimilabili, quali ad esempio i materiali lapidei. Pi? precisamente l?utensile ? del tipo per la lucidatura, tappatura, satinatura o altri trattamenti simili di materiale ceramico o vetroso.
L?utensile qui descritto ? del tipo da installare su un una macchina per la finitura superficiale di materiale ceramico o vetroso, tipicamente una macchina di lucidatura, levigatura, satinatura o tappatura, provvista di testa rotativa eventualmente montata a sbalzo in modo da conferire all?utensile un movimento oscillatorio combinato alla rotazione.
STATO DELLA TECNICA
Sono note macchine per la finitura superficiale di materiale ceramico o vetroso, in particolare di marmo, ceramica o simili, il cui scopo ? quello di trattare la superficie del materiale in modo da modificarne l?estetica per conferire un effetto visivo prestabilito, ad esempio per renderla lucida o satinata. Le macchine corrispondenti sono note, ad esempio, come macchine di lucidatura, di lappatura, di levigatura o di satinatura.
Tali macchine prevedono generalmente una o pi? teste di lavorazione montate, talvolta anche a sbalzo, girevolmente attorno ad un asse che, in uso, ? disposto sostanzialmente perpendicolarmente alla superficie di materiale da trattare. Durante il funzionamento, tali teste, anche dette teste a spatolanti fickert, ruotano ad alta velocit? ed agiscono sulla superficie asportandone uno strato di un certo spessore.
Ciascuna di queste teste ? provvista di uno pi? utensili che presentano una superficie abrasiva, generalmente consumabile, che viene fatta scorrere a contatto con la superficie da trattare per l?asportazione superficiale del materiale ceramico o vetroso.
Queste operazioni sono generalmente eseguite ?a umido?, cio? in presenza di un liquido di raffreddamento per evitare il surriscaldamento provocato dall?attrito ripetuto e ad alta velocit? della superficie abrasiva dell?utensile contro la superficie da trattare. In queste situazioni il surriscaldamento fa salire la temperatura fino a valori dell?ordine di 70?C o pi?. Grazie al liquido di raffreddamento la temperatura ? mantenuta a dei valori attorno ai 30?C.
Tipicamente il liquido di raffreddamento usato ? l?acqua, che viene erogata di continuo sulla superficie da trattare. In generale, oltre all? effetto raffreddante, il liquido di raffreddamento presenta il vantaggio di intrappolare i residui che si creano durante la finitura superficiale e permette di mantenere la zona di finitura superficiale meno sporche, facilitando le successive operazioni di pulizia.
Un inconveniente nell? eseguire tali operazioni ?a umido? ? la necessit? di un dispositivo dedicato per l?erogazione del liquido di raffreddamento il che, quindi, comporta complicazioni nella progettazione, o nell? installazione, della macchina. Un altro svantaggio ? che il liquido deve essere filtrato, evacuato e smaltito, comportando cos? ulteriori complicazioni di progettazione, o di installazione, delle macchine note. Inoltre, il liquido non permette di imprigionare tutta la polvere che si forma durante la lappatura ed in particolare non permette di mantenere la testa di lappatura pulita, a causa della formazione di un aerosol con la polvere.
Quindi le soluzioni con macchine per la finitura superficiale ?a umido? comportano problemi di gestione del liquido di raffreddamento ed anche di consumo dello stesso, oltre alla grande quantit? di acqua contaminata che bisogna trattare.
Per ovviare ai problemi del trattamento di finitura ?a umido? sarebbe desiderabile realizzare macchine di finitura superficiale a secco. Sono stati fatti alcuni tentativi in tal senso, con macchine che comprendono gruppi di lavorazione in linea e provvisti ciascuno di una cinghia abrasiva modulare, attrezzata con rispettivi moduli abrasivi. Tali macchine, per?, non hanno soddisfatto pienamente le aspettative del settore, in quanto le operazioni di sostituzione dei moduli abrasivi ? complicata; di conseguenza questa tipologia di macchine risulta meno diffusa rispetto a macchine con teste a fickert note.
Esiste pertanto la necessit? di perfezionare un utensile per la finitura superficiale di materiali lapidei che possa superare almeno uno degli inconvenienti della tecnica.
In particolare, uno scopo del presente trovato ? quello di realizzare un utensile per la finitura superficiale di materiali lapidei che sia in grado di operare a secco senza comportare un surriscaldamento della zona trattata. Nell?ambito di tale compito, un altro scopo del trovato ? quello di realizzare un utensile per la lavorazione di materiali lapidei che non comporti complicazioni di progettazione, o di installazione, delle macchine per la finitura superficiale.
Un ulteriore scopo del presente trovato ? quello di realizzare un utensile che permetta anche di ridurre le operazioni di pulizia dopo la lavorazione del materiale ceramico o vetroso.
Un altro scopo ancora del presente trovato ? quello di realizzare un utensile che sia utilizzabile in macchine a testa rotativa, di per s? note. Per ovviare agli inconvenienti della tecnica nota e per ottenere questi ed ulteriori scopi e vantaggi, la Richiedente ha studiato, sperimentato e realizzato il presente trovato.
ESPOSIZIONE DEL TROVATO
Il presente trovato ? espresso e caratterizzato nelle rivendicazioni indipendenti. Le rivendicazioni dipendenti espongono altre caratteristiche del presente trovato o varianti dell?idea di soluzione principale.
In accordo con i suddetti scopi, si descrive di seguito un utensile per la finitura superficiale di materiale ceramico o vetroso che supera i limiti della tecnica nota ed elimina i difetti in essa presenti, facendo si che venga considerata ecocompatibile.
L?idea alla base del presente trovato ? di realizzare un utensile dotato di un sistema di raffreddamento ad aria integrato.
In accordo con forme di realizzazione, ? previsto un utensile per la finitura superficiale di materiale ceramico o vetroso comprendente un corpo di supporto ed una base di finitura superficiale connessa al corpo di supporto. La base di finitura superficiale ? atta a essere movimentata a contatto con una superficie di materiale ceramico o vetroso, oppure anche lapideo, in modo da realizzarne una finitura superficiale, ad esempio la lucidatura, la lappatura, la satinatura, la levigatura o simili. A tale scopo la base di finitura superficiale comprende vantaggiosamente almeno un organo abrasivo presentante una superf?cie di contatto atta ad entrare in contatto con il materiale ceramico o vetroso.
L?utensile comprende un circuito di raffreddamento ad aria integrato che comprende almeno un canale interno di passaggio aria che si sviluppa tra almeno un?apertura di ingresso aria, presente sul corpo di supporto, ed almeno un?apertura di uscita aria, presente sulla base di finitura superficiale. L?almeno un?apertura di uscita aria ? preferibilmente prevista in corrispondenza della superficie di contatto.
Ovviamente l?apertura di ingresso aria e l?apertura di uscita aria sono poste in comunicazione fluidica, in modo che l?aria possa entrare dall?apertura di ingresso, attraversare il canale interno ed uscire attraverso l?apertura di uscita.
L?apertura di ingresso aria ? preferibilmente posta in una superficie laterale dell?utensile, in modo che mentre esso ruota, per via della testa satellitare rotante su cui ? installato, l?aria viene incanalata nell?apertura di ingresso aria e successivamente attraversa il canale fino a fuoriuscire dall?apertura di uscita aria. In tal modo l?aria investe l?utensile di lappatura, in particolare la superficie di contatto della base, e raffredda complessivamente lo stesso utensile.
L?utensile deve essere orientato in modo che l?apertura di ingresso aria sia orientata nel senso di rotazione della testa su cui l?utensile ? da montare.
In accordo con forme di realizzazione, l?apertura di ingresso aria ? collocata ad una estremit? del corpo di supporto. In tal caso ? opportuno prevedere, nella macchina per la finitura superficiale di materiale ceramico o vetroso su cui montare l?utensile, un dispositivo di erogazione aria per erogare l?aria nel circuito di raffreddamento attraverso l?apertura di ingresso aria. Preferibilmente, in questa configurazione dell?utensile, ? presente una sola apertura di ingresso aria, ossia le superfici laterali e l?altra estremit? del corpo di supporto sono chiuse.
Secondo forme di realizzazione, l?utensile comprende una pluralit? di canali interni di passaggio aria. Preferenzialmente, i canali interni sono disposti da parti opposte rispetto ad un piano di mezzeria longitudinale dell?utensile. In particolare, ciascun canale interno pu? comprendere due aperture di ingresso aria, ciascuna praticata in una rispettiva superficie laterale del corpo, e preferibilmente in posizioni simmetriche l?un l?altra rispetto ad un piano longitudinale verticale del corpo. In tal modo, l?aria viene incanalata a prescindere dal senso di rotazione della testa satellitare.
In alternativa, o in aggiunta, si pu? anche prevedere che i canali interni siano disposti tutti dalla stessa parte rispetto al piano di mezzeria longitudinale dell?utensile. Ad esempio, l?utensile pu? comprendere una prima serie di canali interni da un lato del piano di mezzeria longitudinale ed una eventuale seconda serie di canali interni dall?altro lato dello stesso piano di mezzeria longitudinale, i canali interni di ciascuna serie essendo disposti a ranghi consecutivi.
Vantaggiosamente, i canali interni possono essere in comunicazione fluidica tra loro.
Risulta preferibile prevedere almeno un elemento di deviazione aria disposto in cooperazione con l?almeno un canale interno, in particolare disposto tra le due aperture di ingresso aria e configurato per deviare il flusso dell?aria in ingresso per orientarlo verso l?apertura di uscita aria. In tal modo l?organo di deviazione impedisce che l?aria entri da una prima apertura di ingresso aria e fuoriesca direttamente dall?altra apertura di ingresso aria, senza passare dall?una o pi? aperture di uscita aria.
Secondo una variante realizzativa, l?elemento di deviazione ? fisso, e comprende due superfici inclinate contrapposte associate ad un rispettivo canale interno, in particolare affacciate ciascuna verso una rispettiva apertura di ingresso aria. Preferenzialmente, l?elemento di deviazione fisso ? disposto in posizione centrale rispetto alle due aperture di ingresso aria.
In alternativa, l?elemento di deviazione pu? anche essere un elemento liberamente mobile rispetto al canale interno. Esso pu? essere configurato per scorrere tra le due aperture di ingresso aria in modo da liberare automaticamente e selettivamente una di esse durante la rotazione della testa su cui l?utensile ? montato, per via della forza centrifuga. In alternativa, l?elemento di deviazione mobile pu? essere configurato per rotolare tra le due aperture di ingresso aria. Ad esempio, l?elemento di deviazione pu? avere una forma sferica o cilindrica.
Preferibilmente, l?elemento di deviazione mobile ? anche configurato per tappare selettivamente l almeno una apertura di ingresso aria. In particolare, esso pu? avere dimensioni laterali maggiori delle dimensioni laterali dell?almeno un?apertura di ingresso aria, in modo da poterla chiudere quando si sposta in corrispondenza di essa, sempre sotto l?effetto della forza centrifuga.
In accordo con forme di realizzazione, l almeno un canale interno di passaggio aria comprende una prima parte che si sviluppa nel corpo di supporto ed una seconda parte che si sviluppa nella base di finitura superficiale. Vantaggiosamente la seconda parte comprende una pluralit? di canali rettilinei di diametro minore rispetto alla dimensione interna della prima parte del canale.
La base di finitura superficiale pu? essere equipaggiata di un unico organo abrasivo, dotato di un?unica superficie abrasiva. In tal caso, l?organo abrasivo pu? essere fissato direttamente sul corpo.
Secondo forme di realizzazione, la base di finitura superficiale comprende invece una pluralit? di organi abrasivi disposti affiancati ma indipendenti gli uni dagli altri, per rifinire superfici di materiale ceramico o vetroso non perfettamente piane. Ciascuno di questi organi abrasivi ? provvisto di una rispettiva superficie abrasiva la cui totalit? definisce la superficie abrasiva della base di finitura superficiale. ? preferibile prevedere che l?utensile comprenda una pluralit? di aperture di uscita aria, di cui almeno una parte ? disposta nelle rispettive superfici abrasive degli organi abrasivi.
Preferenzialmente, la base di finitura superficiale comprende anche uno strato di fissaggio degli organi abrasivi, connesso saldamente al corpo e di materiale gommoso.
Secondo un aspetto ? prevista anche una macchina per la finitura superficiale di materiale ceramico o vetroso comprendente una o pi? teste rotative configurate per ruotare attorno ad un asse di rotazione atto ad essere disposto perpendicolare, o sostanzialmente perpendicolare, ad una superficie di materiale ceramico o vetroso, oppure anche lapideo, da trattare e comprendente uno o pi? utensili come sopra descritti. Preferenzialmente, tali utensili sono montati con le superfici laterali longitudinali orientate radialmente, o sostanzialmente radialmente, rispetto all?asse di rotazione della relativa testa.
In accordo con forme di realizzazione, l?utensile montato sulla macchina comprende una apertura di ingresso aria su un?estremit? del proprio corpo di supporto, e la macchina comprende almeno un dispositivo di erogazione aria provvisto di una apertura di erogazione aria disposta radialmente all?asse di rotazione della testa rotante su cui ? montato l?utensile, ed orientata verso l?utensile in modo da erogare aria nel canale interno di passaggio aria attraverso l?apertura di ingresso aria. L?apertura di erogazione aria ? opportunamente collocata alla stessa altezza rispetto all?apertura di ingresso aria, e sull?estremit? orientata verso il dispositivo di erogazione aria. Preferibilmente il dispositivo di erogazione aria ? configurato in modo che l?apertura di erogazione aria sia ciclicamente allineata con l?apertura di ingresso aria dell?utensile, mentre esso ruota assieme alla testa rotante.
Ad esempio, il dispositivo di erogazione aria pu? essere posto esternamente rispetto all?utensile. In tal caso l?apertura di erogazione aria ? orientata verso l?asse di rotazione, mentre l?apertura di ingresso aria ? orientata verso l?esterno rispetto all?asse di rotazione. Vice versa, il dispositivo di erogazione aria pu? essere disposto internamente rispetto all?utensile. In tal caso, l?apertura di erogazione aria ? orientata verso l?esterno rispetto all?asse di rotazione, e l?apertura di ingresso aria ? orientata verso l?asse di rotazione.
Secondo un altro aspetto si prevede l?uso di un utensile come sopra menzionato per la finitura superficiale di materiale ceramico o vetroso, oppure anche lapideo.
Secondo un ulteriore aspetto si prevede un procedimento per la finitura superficiale a secco di materiale ceramico o vetroso che prevede l?utilizzo di uno o pi? utensili come sopra descritto, i quali sono fatti scorrere a contatto, con una rispettiva superficie abrasiva, sulla superficie di materiale ceramico, vetroso o lapideo da sottoporre a finitura.
ILLUSTRAZIONE DEI DISEGNI
Questi ed altri aspetti, caratteristiche e vantaggi del presente trovato appariranno chiari dalla seguente descrizione di forme di realizzazione, fonite a titolo esemplificativo, non limitativo, con riferimento agli annessi disegni in cui:
- la fig. 1 ? una vista in assonometria di un utensile per la finitura superficiale di materiali lapidei secondo forme di realizzazione;
- la fig. 2 ? una vista laterale longitudinale dell?utensile di fig. 1;
- la fig. 3 ? una vista in sezione trasversale dell?utensile delle figure 1 e 2, presa nel piano III-III di fig. 2, secondo forme di realizzazione;
- la fig. 4 ? una vista in sezione trasversale dell?utensile delle figure 1 e 2, presa nel piano III-III di fig. 2, secondo ulteriori forme di realizzazione; - la fig. 5 ? una vista in assonometria di un utensile per la finitura superficiale di materiali lapidei in altre ulteriori forme di realizzazione; - la fig. 6 ? una vista laterale longitudinale dell?utensile di fig. 5;
- la fig. 7 ? una vista in assonometria di un utensile per la finitura superficiale di materiali lapidei in altre ulteriori forme di realizzazione; - la fig. 8 ? una vista laterale longitudinale dell?utensile di fig. 7; e - le fig. 9 e 10 sono viste laterali di una testa di un?apparecchiatura per la finitura superficiale di materiali lapidei su cui ? montato l?utensile di fig.
7 e 8, in due configurazioni diverse.
Per facilitare la comprensione, numeri di riferimento identici sono stati utilizzati, ove possibile, per identificare elementi comuni identici nelle figure. Va inteso che elementi e caratteristiche di una forma di realizzazione possono essere convenientemente combinati o incorporati in altre forme di realizzazione senza ulteriori precisazioni.
DESCRIZIONE DI FORME DI REALIZZAZIONE
Si far? ora riferimento nel dettaglio alle possibili forme di realizzazione del trovato, delle quali uno o pi? esempi sono illustrati nelle figure allegate a titolo esemplificativo non limitativo. Anche la fraseologia e terminologia qui utilizzata ? a fini esemplificativi non limitativi.
Le figure allegate sono utilizzate per descrivere forme di realizzazione di un utensile per la finitura superficiale di materiali lapidei, indicato nel suo insieme con il numero di riferimento 10. L?utensile 10 ? atto ad eseguire finiture superficiali di materiali lapidei, preferibilmente ma non limitativamente il marmo, la ceramica o simili, vantaggiosamente sotto forma di lastre. Con l?espressione finiture superficiali si intende, ad esempio, la lucidatura, la lappatura, la levigatura, la satinatura o altri trattamenti superficiali il cui scopo ? di modificare l?aspetto della superficie del materiale ceramico o vetroso da lavorare.
Nel seguito si fa riferimento a materiale ceramico o vetroso, ma non sono esclusi altri materiali simili o assimilabili quali i materiali lapidei. Si precisa anche che con materiali ceramici e vetrosi si intendono la ceramica ed i materiali a base di ceramica, ed il vetro ed i materiali a base di vetro, ad esempio ceramica o vetro trattato, rinforzato, trattati con additivi o simili.
L?utensile 10 ? particolarmente idoneo a essere usato in una macchina 100 ed un procedimento di finitura superficiale a secco di materiale ceramico o vetroso, ossia senza l?utilizzo di liquido di raffreddamento, ed in particolare, in operazioni come lucidatura, lappatura o simili. La macchina 100 ? del tipo provvista di una o pi? teste 101 rotative, che in uso ruotano attorno ad un asse A perpendicolare alla superficie S da rifinire ed eventualmente montate a sbalzo per conferire all?utensile 10 un movimento oscillatorio in allontanamento ed avvicinamento alla superficie S da rifinire (fig. 9).
L?utensile 10 (fig. 1) comprende un corpo di supporto 20 a cui ? stabilmente connessa una base di finitura superficiale 30. La connessione tra corpo di supporto 20 e base di finitura superficiale 30 pu? essere di tipo irremovibile, oppure di tipo selettivamente rilasciabile.
Nell?esempio illustrato, il corpo 20 ha una pianta sostanzialmente rettangolare e, in particolare, comprende due superfici laterali longitudinali 21, 22, una superficie superiore 23 ed una superficie inferiore 24 che si estendono tra due estremit? 25, 26 (figure 1, 2 e 3). Le superfici laterali 21, 22, superiore 23 ed inferiore 24 sono quindi intese come longitudinali all?utensile 10, ossia hanno una lunghezza maggiore rispetto alle estremit? 25, 26. Nell?esempio illustrato, la superficie superiore 23 ? sagomata in modo da definire una porzione di connessione 27 ad una apposita testa 101 di una macchina 100 di finitura superficiale, del tipo sopra menzionato e parzialmente rappresentata in fig. 9 e 10. Si precisa che, nell?ambito della presente descrizione, i termini inferiore e superiore si riferiscono all? orientamento dell?utensile nelle figure allegate, ma anche durante il loro normale uso, il materiale ceramico o vetroso da rifinire essendo posto al di sotto dell?utensile. La base 30, invece, ? atta ad essere fatta scorrere a contatto contro la superficie di materiale ceramico o vetroso da trattare, e comprende un organo abrasivo 31, anche detto tassello, preferibilmente realizzato in un materiale abrasivo, ad esempio del tipo comprendente cariche minerali e/o metalliche immerse in un legante. Il materiale abrasivo pu? anche essere flessibile o relativamente rigido, in modo da eseguire un trattamento pi? efficace del materiale ceramico o vetroso, ed ? consumabile. Il tassello 31 comprende una superficie abrasiva 32 opposta ad una superficie di connessione 33 che ? connessa al corpo 20, pi? precisamente alla sua superficie inferiore 24 (figure 2 e 3).
In tal modo la superf?cie abrasiva 32 ? orientata verso l?esterno rispetto al corpo 20, in particolare verso il basso, in modo opportuno per entrare in contatto con il materiale ceramico o vetroso.
Secondo il presente trovato, l?utensile 10 comprende un circuito di raffreddamento ad aria in esso integrato. Nell?esempio illustrato, il circuito di raffreddamento comprende almeno un canale 40 che si estende tra due aperture di ingresso aria 41, 42 (fig. 3), nel seguito aperture di ingresso, e una pluralit? di aperture di uscita aria 43, nel seguito aperture di uscita.
Vantaggiosamente, l?utensile 10 ? provvisto di una pluralit? di detti canali 40 interni (figure 1 e 2), i quali sono disposti da parti opposte rispetto ad un piano di mezzeria longitudinale M dell?utensile 10, oppure sono disposti dalla stessa parte rispetto al piano di mezzeria longitudinale M, oppure una combinazione di tali disposizioni.
Le aperture di ingresso 41, 42 sono localizzate ciascuna su una rispettiva superficie laterale 21, 22 del corpo 20, mentre le aperture di uscita 43 sono localizzate sulla superficie abrasiva 32 della base 30. Come si vede in fig. 3, le aperture di ingresso 41, 42 di uno stesso canale 40 sono vantaggiosamente allineate tra loro in senso trasversale rispetto all?utensile 10.
In particolare, i canali 40 hanno lo scopo di consentire il deflusso di aria tra le aperture di ingresso 41, 42 e le aperture, di uscita 43. A tale scopo, ? ovvio che tali aperture di ingresso 41, 42 e di uscita 43 sono poste in comunicazione fluidica tra di loro. In particolare, i canali 40 sono suddivisi in una prima parte 420 ricavata nel corpo 20 e una seconda parte 430 ricavata nella base 30.
La prima parte 420 si sviluppa tra le aperture di ingresso 41, 42 ed una o pi? aperture intermedie 44 realizzate nella superficie inferiore 24 del corpo 20, ed ? orientata preferibilmente in direzione trasversale rispetto all?utensile 10. Nell?esempio delle fig. 2 e 3, la prima parte 420 di ciascun canale 40 ? suddivisa in due settori da un elemento di deviazione 45 disposto tra le due aperture di ingresso 41, 42 in modo da impedire al flusso d?aria che entra da una di esse di uscire direttamente dall?altra. Vantaggiosamente, l?elemento di deviazione 45 ? configurato per deviare il flusso d?aria verso le aperture intermedie 44, ed a tale scopo comprende due superfici inclinate 451, 452 orientate longitudinalmente all?utensile 10, e quindi al corpo 20, in modo da essere sostanzialmente affacciate alle aperture di ingresso 41, 42 (fig. 3). Per orientare correttamente il flusso d?aria verso le aperture di uscita 43, tali superfici inclinate 451, 452 sono inclinate in modo da essere affacciate sia alle aperture di ingresso 41, 42, sia alla seconda parte 430 del canale 40, ossia verso il basso nell?esempio illustrato.
La seconda parte 430 di ciascun canale 40 prevede, invece, una pluralit? di canali rettilinei di diametro minore rispetto alla dimensione interna della prima parte 420 del canale 40, che si sviluppano tra le aperture di uscita 43 ed altrettante aperture di collegamento 46 realizzate nella superficie di connessione 33 dell?organo abrasivo 31. Le aperture di collegamento 46 sono localizzate in corrispondenza delle aperture intermedie 44 del corpo 20, per garantire la comunicazione fluidica tra le aperture di ingresso 41, 42 e le aperture di uscita 43.
Nell?esempio illustrato in fig. 3 l?elemento di deviazione 45 si estende fino alla superficie inferiore 24 del corpo 20, sicch? suddivide la prima parte 420 di ciascun canale 40 in due settori che non comunicano tra loro, ciascuno dei quali essendo in comunicazione con una rispettiva parte della totalit? dei canali rettilinei della seconda parte 430.
In accordo con un altro aspetto del presente trovato ? possibile prevedere che l?elemento di deviazione abbia un?altezza minore rispetto all?altezza della prima parte 420 del canale 40, in modo da lasciare un passaggio inferiore per l?aria che cos? potr? essere incanalata direttamente in tutti i canali rettilinei della seconda parte 430.
L?utensile 10 ? configurato per essere utilizzato in una macchina 100 del tipo a teste 101 rotative, ed in particolare ? previsto per essere montato radialmente rispetto all?asse di rotazione A della testa 101, pi? precisamente con le superf?ci laterali 21, 22 orientate radialmente rispetto all?asse di rotazione A della suddetta testa 101.
Cos? facendo, almeno una delle aperture di ingresso 41, 42 dei canali 40 ? orientata nel senso di rotazione dell?utensile. Ci? fa s? che l?aria venga incanalata automaticamente in almeno una delle aperture di ingresso 41, 42 del canale 40, entrando cos? nella prima parte 420 di ciascuno dei canali 40 per essere quindi deviata dall?elemento di deviazione 45 verso le aperture di collegamento 46, e quindi verso la seconda parte 430 dei canali 40. Infine, l?aria attraversa tutti i canali rettilinei della seconda parte 430 che sono in comunicazione con il settore della prima parte 420 in cui entra, e sbocca in corrispondenza delle aperture di uscita 43 della superficie abrasiva 32.
Questo flusso d?aria, che esce in corrispondenza di pi? punti di contatto tra la base 30 e la superficie di materiale ceramico o vetroso da trattare, permette di evitare un surriscaldamento di questa zona. Si ? infatti verificato che con l?utensile descritto finora la temperatura ? mantenuta entro i 40-45?C.
Va notato che la configurazione dei canali 40 e il loro orientamento permette il raffreddamento delle zone di attrito senza l?ausilio di nessun dispositivo di attuazione come motori, elementi di aspirazione o altri, visto che il flusso di aria ? consentito grazie alla rotazione ad alta velocit? dell?utensile.
? stato anche osservato che la presenza dei canali 40 permette di mantenere l?utensile 10 pi? pulito rispetto agli utensili noti, in particolare in corrispondenza delle sue superf?ci laterali longitudinali.
In fig. 4 ? rappresentata una seconda variante realizzativa dell?utensile 10, che differisce dalla variante della fig. 3 per l?elemento di deviazione 450, il quale ? previsto mobile nella prima parte 420 di ciascun canale 40.
Nell?esempio raffigurato, l?elemento di deviazione 450 ? un organo sferico di diametro maggiore al diametro delle aperture di ingresso 41, 42, ma comunque minore dell?altezza della prima parte 420 del canale 40, anche se di poco. In tal modo la sfera 450 ? bloccata nella prima parte 420 del canale 40 e si sposta attraverso di essa, tra una apertura di ingresso 41, 42 e l?altra.
Si noti che l?elemento di deviazione 450 mobile sfrutta la forza centrifuga durante la rotazione dell?utensile e viene spostato automaticamente verso l?apertura di ingresso 41, 42 opposta al senso di rotazione, mentre l?aria viene incanalata nell?altra apertura di ingresso 41, 42. In particolare, l?elemento di deviazione 450 ? configurato per selettivamente tappare detta almeno un?apertura di ingresso aria 41, 42. In questa configurazione, la prima parte 420 del canale 40 prevede un?unica apertura intermedia 44 (fig. 4) la cui geometria cambia a seconda della posizione della sfera 450. Ad ogni modo, siccome la sfera 450 durante l?uso si colloca in corrispondenza di una delle due aperture di ingresso 41, 42, l?apertura intermedia 44 disponibile per il passaggio dell?aria ? maggiore rispetto alla variante della fig. 3. Ci? permette di raggiungere un maggior numero di canali rettilinei della seconda parte 430 (vantaggiosamente tutti). Ne risulta che il flusso d?aria sfocia attraverso un numero maggiore di aperture di uscita 43, a vantaggio di un migliore raffreddamento.
Sono possibili altre forme dell?elemento di deviazione 450 mobile, oltre a quella sferica, purch? tale elemento possa scorrere tra le due aperture di ingresso 41, 42, ed essere spostato in uso sotto l?effetto della forza centrifuga durante la rotazione dell?utensile 10.
Nelle figure 5 e 6 ? rappresentata una terza variante realizzativa dell?utensile 10, in cui la base 30 comprende una pluralit? di organi abrasivi 31 aggettanti configurati come tasselli, disposti gli uni affianco agli altri e che, a contatto con la superficie del materiale ceramico o vetroso, si muovono indipendentemente dagli altri.
I tasselli 3 1 sono vantaggiosamente montati su un supporto 34 che, a sua volta, ? assemblato al corpo 20, pi? particolarmente alla sua superf?cie inferiore 24 (figure 5 e 6). Pi? precisamente, i tasselli 31 sono connessi saldamente, tramite la loro superficie di connessione 33 (fig. 6), alla superficie inferiore 35 del supporto 34, mentre quest?ultimo ha una superficie superiore 36 che ? connessa saldamente alla superficie inferiore 24 del corpo 20.
Si evince che la seconda parte 430 di ciascun canale 40 attraversa anche il supporto 34, in modo da mantenere la comunicazione fluidica tra le aperture di ingresso 41, 42 e le aperture di uscita 43.
Il supporto 34 ? tipicamente realizzato in gomma o in materiale gommoso, cos? da consentire una movimentazione indipendente di ciascuno degli organi abrasivi 31. Ci? risulta utile, in particolar modo quando la superficie da lavorare non ? piana.
La separazione degli organi abrasivi 31 determina una serie di intercapedini 37 tra di essi, che si estendono sostanzialmente fino alla superficie inferiore 35 del supporto 34 (figure 5 e 6).
Nell?esempio illustrato, alcuni dei canali rettilinei della seconda parte 430 sono disposti in corrispondenza di queste intercapedini 37, altri canali di diametro minore 430 sono invece realizzati proprio attraverso i tasselli 31. Quest?ultima realizzazione ? pi? indicata per lo scopo del presente trovato, in quanto permette di incanalare l?aria direttamente in una zona di contatto tra organo abrasivo 3 1 e la superficie da rifinire, il che comporta un raffreddamento pi? efficace. Perci? ? preferibile prevedere che tutti i canali rettilinei della seconda parte 430 siano realizzati attraverso i tasselli 31, in modo da sboccare nelle superfici abrasivi e risultare in uso in contatto con il materiale ceramico o vetroso. Un esempio di realizzazione di questa variante ? di praticare una serie di fori passanti attraverso gli organi abrasivi, dalla superficie abrasiva 32 alla superficie di connessione 33.
Si osserva anche che nella variante di cui alle fig. 5 e 6, l?utensile comprende anche un elemento di base 50 connesso saldamente alla superficie superiore 23 del corpo 20. Tale elemento di base 50 comprende una porzione di connessione 51 analoga alla porzione di connessione 27 illustrata nelle figure da 2 a 4.
Nelle figure 7 e 8 ? raffigurata una quarta variante realizzati va dell?utensile 10 che riprende la struttura della terza variante con la differenza che il circuito di raffreddamento ad aria comprende un canale 40 provvisto di una apertura di ingresso aria 41 collocata in corrispondenza di una estremit? 26 del corpo 20. Il canale 40 si compone da una sola prima parte 420 che ? in comunicazione fluidica con tutti i canali rettilinei 430. Vantaggiosamente non ci sono altre aperture di ingresso aria 41, in particolare sulle superfici laterali 21, 22 e sull?altra estremit? 25 del corpo 20, in modo che tutta l?aria alimentata nel canale fuoriesca dalle aperture di uscita aria 43.
Si noti che questa variante del circuito di raffreddamento ad aria pu? essere applicata anche ad un utensile 10 come dalla prima o dalla seconda variante realizzativa, ossia senza elemento di base 50 e/o con un unico organo abrasivo 31 presentante un?unica superficie abrasiva 32.
In fig. 9 ? rappresentata una parte di macchina 100, pi? precisamente una parte di testa 101 rotante della macchina 100 su cui ? montato l?utensile 10 secondo la quarta variante. Come per le varianti precedenti, la quarta variante ? prevista per essere montata, tramite la sua porzione di connessione 51, su un portautensile 102 della testa 101 rotante con il piano di mezzeria longitudinale M orientato radialmente rispetto all?asse di rotazione A della testa 100 come illustrato in fig. 9 (il piano di mezzeria longitudinale M ? parallelo al piano del foglio). Non essendo l?apertura di ingresso aria 41 collocata in corrispondenza di una superficie laterale 21, 22 del corpo 20, l' incanalamento di aria nel canale 40 durante la rotazione della testa 100 ? minimo o addirittura nullo, ma comunque non sufficiente a permettere una sufficiente erogazione di aria alle aperture di uscita aria 43.
A tale scopo la macchina 100 pu? prevedere un dispositivo di erogazione d?aria 103 collocato esternamente all?utensile 10, ossia esternamente alla sua traiettoria circolare, e la cui apertura di erogazione aria 104 ? posta all?altezza dell?apertura di ingresso aria 41 dell?utensile 10 montato sulla testa 100, ed orientato radialmente rispetto all?asse di rotazione A e verso di esso (fig. 9). L?utensile 10 ? invece montato in modo che l?estremit? 25, 26 su cui ? realizzata l?apertura di ingresso aria 41 sia orientata verso l?esterno rispetto all?asse di rotazione A, cos? da essere affacciata all?apertura di erogazione aria 104 quando il dispositivo di erogazione aria 103 e l?utensile 10 sono allineati. In tal modo, durante la rotazione della testa, l?apertura di ingresso aria 41 si affaccia, pi? preferibilmente si allinea, ciclicamente all?apertura di erogazione aria 104, cos? da consentire l?erogazione di aria nel canale 40. L?aria pu? essere alimentata di continuo o in modo alternato.
In alternativa, il dispositivo di erogazione aria 103 pu? essere disposto internamente rispetto alla traiettoria dell?utensile 10, cio? tra l?utensile 10 e l?asse di rotazione A, oppure sostanzialmente allineato con l?asse di rotazione A, con l?apertura di erogazione aria 104 orientata verso l?esterno e comunque radialmente all?asse di rotazione A (fig. 10). L?utensile ha l?estremit? 25, 26 su cui ? praticata l?apertura di ingresso aria 41 orientata verso l?asse di rotazione A, e quindi verso il dispositivo di erogazione aria 103. In tal modo l?apertura di ingresso aria 41 e l?apertura di erogazione aria 104 si affacciano ciclicamente durante la rotazione della testa 101 rotante quando l?utensile 10 ed il dispositivo di erogazione aria 103 si allineano.
In particolare, il dispositivo di erogazione aria 103 pu? erogare aria compressa, il che permette di pulire meglio l?utensile 10 e la superficie di materiale ceramico o vetroso che ? in corso di lavorazione.
E chiaro che all?utensile fin qui descritto possono essere apportate modifiche e/o aggiunte di parti o fasi, senza per questo uscire dall?ambito del presente trovato come definito dalle rivendicazioni.
Nelle rivendicazioni che seguono, i riferimenti tra parentesi hanno il solo scopo di facilitare la lettura e non devono essere considerati come fattori limitativi per quanto attiene all?ambito di protezione sotteso nelle specifiche rivendicazioni.

Claims (12)

RIVENDICAZIONI
1. Utensile (10) per la finitura superficiale di materiale ceramico o vetroso, comprendente un corpo di supporto (20) a cui ? fissata una base di finitura superficiale (30), caratterizzato dal fatto che detto utensile (10) comprende un circuito di raffreddamento ad aria integrato, comprendente almeno un canale (40) interno di passaggio aria che si sviluppa tra almeno un?apertura di ingresso aria (41, 42) presente su detto corpo di supporto (20) ed almeno un?apertura di uscita aria (43) presente su detta base di finitura superficiale (30).
2. Utensile (10) come nella rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che comprende una pluralit? di canali (40) interni.
3. Utensile (10) come nella rivendicazione 2, caratterizzato dal fatto che detti canali (40) interni sono disposti da parti opposte rispetto ad un piano di mezzeria longitudinale (M) di detto utensile (10), oppure sono disposti dalla stessa parte rispetto a detto piano di mezzeria longitudinale (M) oppure una combinazione di tali disposizioni.
4. Utensile (10) come in una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detta almeno una apertura di ingresso aria (41, 42) ? presente su una superficie laterale longitudinale (21, 22) di detto corpo di supporto (20) e/o detta almeno una apertura di uscita aria (43) ? presente su una superficie abrasiva (32) inferiore di detta base di finitura superficiale (30), in modo che detto canale (40) presenti una conformazione essenzialmente a gomito.
5. Utensile (10) come in una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detto circuito di raffreddamento ad aria comprende almeno un elemento di deviazione aria (45, 450) disposto in cooperazione con detto almeno un canale (40).
6. Utensile (10) come nella rivendicazione 5, caratterizzato dal fatto che l?elemento di deviazione (45) ? fisso e comprende due superfici inclinate (451, 452) contrapposte associate ad un rispettivo canale (40).
7. Utensile (10) come nella rivendicazione 5, caratterizzato dal fatto che l?elemento di deviazione (450) ? un elemento liberamente mobile rispetto al canale (40) tra le due aperture di ingresso (41, 42) ed ? configurato per selettivamente tappare detta almeno un?apertura di ingresso aria (41, 42).
8. Utensile (10) come in una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che la base di finitura superficiale (30) comprende una pluralit? di organi abrasivi (31) tra loro indipendenti e provvisti ciascuno di una rispettiva superficie abrasiva (332) la cui totalit? definisce detta superficie abrasiva (32) e separati tra loro da intercapedini (37), e che comprende una pluralit? di dette aperture di uscita aria (43), almeno parte delle quali ? realizzata nelle rispettive superfici abrasive (332) di detti organi abrasivi (31).
9. Utensile (10) come nella rivendicazione 1, 2 o 3, caratterizzato dal fatto che detta almeno una apertura di ingresso aria (41) ? presente su un?estremit? (25, 26) di detto corpo di supporto (20) e/o detta almeno una apertura di uscita aria (43) ? presente su una superficie abrasiva (32) inferiore di detta base di finitura superficiale (30).
10. Macchina (100) per la finitura superficiale di materiale ceramico o vetroso, comprendente una o pi? teste (101) rotative configurate per ruotare attorno ad un asse di rotazione (A) atto ad essere disposto perpendicolare ad una superficie (S) di materiale ceramico o vetroso da trattare, caratterizzata dal fatto di comprendere uno o pi? utensili (10) come in una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti.
11. Macchina (100) come nella rivendicazione 10, caratterizzata dal fatto che detta almeno una apertura di ingresso aria (41) ? presente su un?estremit? (25, 26) del corpo di supporto (20) di detto utensile (10), e che detta macchina (100) comprende almeno un dispositivo di erogazione aria (103) provvisto di una apertura di erogazione aria (104) disposta radialmente all?asse di rotazione (A) di detta testa (101) rotativa ed orientata verso detto utensile (10), in modo da poter erogare aria nel canale (40) interno di passaggio aria attraverso detta apertura di ingresso aria (41).
12. Procedimento per la finitura superficiale a secco di materiale ceramico o vetroso che prevede l?utilizzo di uno o pi? utensili (10) come in una qualsiasi delle rivendicazioni da 1 a 9 i quali vengono fatti scorrere a contatto, con una rispettiva superficie abrasiva (32), sulla superficie (S) di materiale ceramico o vetroso da sottoporre a finitura.
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