IT201900006868A1 - Contenitore per prodotti alimentari o bevande con dispositivo di protezione e relativo metodo e apparato di applicazione - Google Patents

Contenitore per prodotti alimentari o bevande con dispositivo di protezione e relativo metodo e apparato di applicazione Download PDF

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IT201900006868A1
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Uberto Ravazzoni
Massimo Lunetti
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Uberto Ravazzoni
Massimo Lunetti
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Description

DESCRIZIONE
TITOLO: CONTENITORE PER PRODOTTI ALIMENTARI O BEVANDE CON DISPOSITIVO DI PROTEZIONE E RELATIVO METODO E APPARATO DI APPLICAZIONE.
CAMPO DI APPLICAZIONE DELL’INVENZIONE
La presente invenzione riguarda un contenitore per prodotti alimentari o bevande in particolare a tenuta ermetica, monouso, tipicamente non richiudibile, destinato all’imballaggio primario, su cui è applicato un dispositivo di protezione igienica che impedisce la contaminazione del coperchio apribile dalla produzione fino al momento dell’utilizzo del contenuto, al fine di assicurare condizioni di consumo igienicamente convenienti.
Il dispositivo è incorporato mediante un metodo di realizzazione che utilizza un'apparecchiatura particolarmente adatta a questa funzione.
STATO DELL’ARTE
I contenitori per prodotti alimentari o bevande sono prodotti il cui impiego è molto diffuso.
Possono essere costituiti di diversi materiali metallici come, ad esempio ma non esclusivamente, alluminio o acciaio.
Tipicamente una lattina d’acciaio è composta da tre pezzi, con il corpo, a sezione cilindrica o rettangolare, chiuso mediante saldatura oppure aggraffatura, il coperchio e il fondo applicati sempre tramite aggraffatura.
Una lattina di alluminio è solitamente composta da due pezzi; il corpo cilindrico e il fondo si ottengono per imbutitura, il coperchio stampato è applicato tramite aggraffatura.
Molto diffuse sono le lattine per bevande, anche grazie al fatto che non richiedono strumenti specifici per l'apertura, ma semplicemente l’azionamento di un elemento di apertura, normalmente detto linguetta, che preferibilmente rimane unito al contenitore.
Tuttavia, in particolare durante le fasi di trasporto e stoccaggio, detti contenitori rischiano di essere contaminati da agenti fisici, chimici e biologici.
Durante e dopo l’apertura della lattina, il contenuto può a sua volta contaminarsi, entrando in contatto con la superficie esterna del contenitore, anche in modo estremamente pericoloso per la salute del consumatore.
Detto problema si verifica anche a causa della conformazione stessa dell’elemento di apertura il quale è generalmente realizzato in modo tale che durante l’apertura parte del coperchio si introduce all’interno del contenitore entrando in contatto con il contenuto.
Inoltre, è invalso l’uso, improprio, di bere direttamente dalla lattina, come fosse un bicchiere, portando la bocca a diretto contatto con la superficie contaminata.
Sono noti allo stato della tecnica alcuni tentativi di proteggere le lattine durante lo stoccaggio e il trasporto con mezzi che vanno dall’incapsulamento multiplo fino a tappi/sigilli singoli, in alluminio o plastica, accoppiati come coperture al coperchio del contenitore.
Anche se un certo grado di protezione della superficie della lattina dai depositi di sporco grossolani è garantita da detti sistemi, essi generalmente non hanno avuto successo a causa, ad esempio, della presenza di ossigeno e umidità dovuta all’imperfetta aderenza tra protezione e coperchio o alla permeabilità dei materiali impiegati. Infatti, gli spazi chiusi tra copertura e coperchio, sottoposti all'azione del calore e della luce, in presenza di ossigeno e umidità, diventano uno spazio eccellente per la proliferazione di microrganismi.
Queste protezioni, inoltre, non aderiscono completamente alla superfice da proteggere, pertanto non c’è garanzia che rimangano efficacemente in posizione fino al momento di aprire la lattina per consumarne il contenuto.
Sono noti allo stato della tecnica anche dispositivi di protezione applicati allo stato liquido che solidificano successivamente, quando sono già applicati alla lattina. Dette soluzioni seguono perfettamente la conformazione della lattina e pertanto non presentano i problemi sopra menzionati per le protezioni del tipo a coperchio.
Il problema dei dispositivi di protezione realizzati mediante soluzioni liquide è quello di non essere adeguatamente idonei al contatto con gli alimenti.
Infatti, le sostanze/soluzioni/sospensioni liquide utilizzate presentano dopo indurimento una quota residua di monomeri liberi che non sono esenti da fenomeni di migrazione.
In particolare, si riscontra che quanto più la solidificazione della fase liquida è veloce, tanto è maggiore la quota residua di monomeri liberi ed è ciò che succede nel caso degli impianti di riempimento lattine, i quali hanno generalmente cadenze molto elevate e non consentono tempi di solidificazione adeguati.
ESPOSIZIONE E VANTAGGI DEL TROVATO
Il problema tecnico alla base della presente invenzione è mettere a disposizione un contenitore per prodotti alimentari o bevande con dispositivo di protezione e relativo metodo e apparato di applicazione, strutturalmente e funzionalmente concepito per superare uno o più dei limiti sopra esposti con riferimento alla tecnica nota citata.
Nell’ambito del suddetto problema, un principale scopo dell’invenzione è quello di mettere a punto un contenitore per prodotti alimentari o bevande con dispositivo di protezione e relativo metodo e apparato di applicazione, che consenta di proteggere in modo igienicamente sicuro la superficie esterna del contenitore, che normalmente va a contatto con il contenuto durante la sua apertura e il successivo consumo.
Uno scopo della presente invenzione è quello di mettere a disposizione della tecnica un contenitore per prodotti alimentari o bevande con dispositivo di protezione e relativo metodo e apparato di applicazione, nell’ambito di una soluzione semplice, razionale e che consenta il raggiungimento di elevate cadenze produttive.
Tali ed altri scopi sono raggiunti grazie alle caratteristiche dell’invenzione riportante nelle rivendicazioni indipendenti. Le rivendicazioni dipendenti delineano aspetti preferiti e/o particolarmente vantaggiosi dell’invenzione.
In particolare, una forma di attuazione della presente invenzione rende disponibile un contenitore per prodotti alimentari o bevande, in particolare una lattina, comprendente un corpo a cui è saldamente connesso un elemento di chiusura, o coperchio, la cui superficie superiore può recare un elemento di apertura per consentire la fuoriuscita del contenuto, sul quale contenitore è applicato un dispositivo di protezione comprendente una pellicola con almeno una superficie coprente aderente in ciascuna sua parte o zona alla rispettiva parte o zona contraffacciata della superficie di detto contenitore da ricoprire e proteggere.
Grazie alle caratteristiche della pellicola impiegata e del procedimento di applicazione, si realizza sia l’aderenza ovvero il perfetto contatto delle superfici contraffacciate, sia l’adesione ovvero l’incollaggio della pellicola sul coperchio, entrambe di fondamentale importanza per l’efficacia della protezione.
In particolare, detta pellicola si estende a ricoprire l’intera superficie superiore accessibile dell’elemento di chiusura del contenitore.
Ciascuna parte o zona della pellicola è completamente aderente su tutta la superficie esterna dell’elemento di chiusura e in particolare ha la caratteristica di andare ad aderire/incollarsi alle sporgenze e/o recessi presenti sulla superficie superiore e sull’elemento di apertura.
Insieme ad altri aspetti del dispositivo descritti nel seguito, ciò impedisce la presenza di aria e umidità tra la superficie superiore dell’elemento di chiusura o coperchio e la superficie coprente della pellicola, bloccando la proliferazione di microorganismi.
Secondo un aspetto del trovato, la pellicola comprende una superficie coprente laterale che si estende oltre la superficie superiore andando ad aderire al bordo esterno dell’elemento di chiusura.
Grazie a questo aspetto viene maggiormente garantita la sigillatura della superficie superiore del contenitore, migliorando l’impedimento delle contaminazioni esterne.
Per ulteriormente garantire questo aspetto, una caratteristica del trovato prevede che la porzione laterale della pellicola si ancori nell’interstizio presente tra superficie laterale e bordo esterno dell’elemento di chiusura.
Detto effetto di ancoraggio e sigillatura ha anche la funzione di ulteriormente aumentare la saldezza del dispositivo.
Preferibilmente la pellicola è di tipo impermeabile ai gas e preferibilmente multistrato.
Questo aspetto garantisce l’effetto barrierante del dispositivo di protezione nei confronti di vapori e gas.
Un aspetto dell’invenzione è che l’adesione/incollaggio della pellicola alla superficie dell’elemento di chiusura del contenitore raggiunge valori tali da rimanere pelabile manualmente e consentire quindi la facile rimozione della protezione al momento del consumo.
Altro aspetto dell’invenzione è quello di rendere disponibile un procedimento per la protezione di un contenitore per prodotti alimentari o bevande, in particolare una lattina, mediante un dispositivo di protezione, comprendente una pellicola, caratterizzato dal fatto che prevede di disporre la pellicola stessa in corrispondenza della porzione di superficie da proteggere e di far aderire ciascuna parte o zona della superficie coprente alla rispettiva parte o zona contraffacciata della superficie di detto contenitore da ricoprire e proteggere.
Grazie a questo procedimento, si garantisce un’applicazione igienicamente efficace del dispositivo di protezione.
Detto procedimento prevede preferibilmente di applicare il dispositivo di protezione secondo almeno una fase di posizionamento per posizionare e trattenere la pellicola al di sopra e in prossimità della porzione di superficie da proteggere, in particolare dell’elemento di chiusura, e una fase di applicazione per applicare la pellicola al contenitore.
Detta fase di applicazione prevede di:
- creare il vuoto da entrambi i lati della pellicola, bilanciando i valori della pressione in modo che la pellicola stessa non entri in contatto con l’elemento di chiusura del contenitore;
- al raggiungimento del grado di vuoto desiderato al di sotto della pellicola, ripristinare la pressione atmosferica, o eventualmente una certa sovrappressione, al di sopra della pellicola, mantenendo al contempo il vuoto al di sotto della pellicola, in modo da sospingere, pressare e far aderire la superficie coprente della pellicola contro la superficie superiore del contenitore e preferibilmente sospingere, pressare e far aderire la porzione laterale della pellicola sul bordo esterno dell’elemento di chiusura del contenitore e preferibilmente anche su una porzione della superficie laterale del corpo al di sotto dell’elemento di chiusura ed ulteriormente preferibilmente inserire detta porzione laterale della pellicola nell’interstizio presente tra la superficie laterale del corpo e il bordo esterno dell’elemento di chiusura;
- ripristinare la pressione atmosferica anche al di sotto della pellicola;
- preferibilmente rendere opportunamente conformabile la pellicola durante la fase ad esempio mediante riscaldamento.
I vantaggi di detta applicazione in particolare mediante il vuoto sono dovuti al fatto che la pellicola:
- segue strettamente il profilo del contenitore andando ad inserirsi in interstizi e recessi senza peraltro inglobare totalmente appendici del contenitore, come ad esempio l’elemento di apertura, cosa che renderebbe impossibile la successiva rimozione della protezione;
- non trattiene bolle d’aria, neppure nei recessi più inaccessibili, come ad esempio sotto l’elemento di apertura, grazie al sottovuoto che, realizzato in fase di applicazione, si conserva per tutta la shelf life del prodotto;
- si incolla su tutta la superfice accessibile del coperchio del contenitore, non solo su limitate porzioni di detta superficie.
Il fatto di rimanere sottovuoto viene ulteriormente garantito dalla proprietà barrierante della pellicola utilizzata nei confronti di vapori e gas, così da impedire la proliferazione di microorganismi.
Altro aspetto dell’invenzione è quello di rendere disponibile un apparato per la protezione di un contenitore per prodotti alimentari o bevande, in particolare una lattina, mediante applicazione di un dispositivo di protezione, detto apparato che comprende mezzi di applicazione configurati per applicare la pellicola in modo tale che ciascuna parte o zona della superficie coprente sia aderente e si incolli alla rispettiva parte o zona contraffacciata della superficie di detto contenitore da ricoprire e proteggere.
Grazie a detto apparato è possibile realizzare un sistema di applicazione che, oltre a permettere i vantaggi sopra descritti relativamente al procedimento, è semplice e dai costi contenuti.
Inoltre, viene garantita un’applicazione igienicamente efficace e con tempi di applicazione adeguati alle elevate cadenze degli impianti di riempimento dei contenitori.
Detti scopi e vantaggi sono tutti raggiunti dal contenitore per prodotti alimentari o bevande con dispositivo di protezione e relativo metodo e apparato di applicazione oggetto del presente trovato, che si caratterizza per quanto previsto nelle sotto riportate rivendicazioni.
BREVE DESCRIZIONE DELLE FIGURE
Questa ed altre caratteristiche risulteranno maggiormente evidenziate dalla descrizione seguente di alcune forme di realizzazione illustrate, a puro titolo esemplificativo e non limitativo nelle unite tavole di disegno.
- Figura 1: illustra una vista assonometrica di un contenitore, in particolare una lattina;
- Figura 2: illustra una vista in sezione di un contenitore, in particolare una lattina;
- Figura 3: illustra una vista in sezione di una porzione del contenitore, in particolare una lattina, su cui è applicato il dispositivo di protezione;
- Figura 4: illustra in modo schematico una sezione dell’apparato di applicazione;
- Figura 5: illustra in modo schematico le fasi di applicazione del dispositivo al contenitore.
DESCRIZIONE DEL TROVATO
Con particolare riferimento alla figura1 è rappresentato un contenitore 200 per prodotti alimentarie o bevande.
In particolare, è rappresentata una lattina per bibite, la quale è uno dei contenitori che maggiormente presenta problemi igienici a causa della sua conformazione e delle abitudini d’uso dei consumatori, spesso improprie.
Nel seguito il termine lattina potrà essere utilizzato al posto di contenitore, senza per questo limitare l’ambito di tutela del trovato.
Detta tipologia di contenitore 200 generalmente comprende un corpo 220 a cui è saldamente connesso un elemento di chiusura 210 generalmente denominato coperchio. Come rappresentato in figura 1 e 2 l’elemento di chiusura 210 comprende una superficie superiore 211 sostanzialmente piana e un bordo 213 esterno rilevato.
In figura 2, la detta superficie superiore 211 comprende un recesso 214 circolare, normalmente denominato fresatura, posto in prossimità del bordo 213.
La superficie superiore 211 può recare inoltre un elemento di apertura 212 per la fuoriuscita del prodotto contenuto ed in tal caso della bevanda.
Detto elemento di apertura è sporgente rispetto alla superficie superiore 211 e dà origine a recessi posti tra sé e l’elemento di chiusura 210.
Il bordo 213 è configurato per connettere l’elemento di chiusura 210 al corpo 220 ad esempio mediante aggraffatura.
Generalmente dopo il normale processo di riempimento si effettua la chiusura del contenitore 200 tramite ad esempio doppia aggraffatura tra l’elemento di chiusura 210 ed il corpo 220 della lattina.
Si crea pertanto un interstizio 222 tra il bordo esterno 213 dell’elemento di chiusura 210 ed una superficie laterale 221 del corpo 220.
Forma oggetto del trovato un contenitore 200 per prodotti alimentari e bevande, in particolare una lattina, su cui è applicato un dispositivo di protezione 100.
Una preferita forma di realizzazione prevede che detto dispositivo di protezione 100 comprenda una pellicola 300.
Detta pellicola 300 a sua volta comprende almeno una superficie coprente 310 di cui ciascuna rispettiva parte o zona è aderente alla contraffacciata parte o zona della superficie da ricoprire e proteggere di detto contenitore 200.
In particolare, detta superficie coprente 310 si estende a ricoprire l’intera superficie superiore 211 dell’elemento di chiusura 210 del contenitore 200.
Ciascuna rispettiva parte o zona della superficie coprente 310 della pellicola 300 è tale da aderire completamente su tutta la superficie superiore 211 dell’elemento di chiusura 210 e in particolare ha la caratteristica di andare ad aderire a tutte le sporgenze presenti sulla superficie superiore 211 e sull’elemento di apertura 212 e di chiudere tutti i recessi presenti tra superficie superiore 211 e l’elemento di apertura 212.
Il dispositivo di protezione 100 si comporta come una pelle aderente che si incolla in modo pelabile/removibile/nonpermanente, realizzando la protezione igienica in ugual modo su tutta la superficie interessata.
Più specificamente, la superficie coprente 310 aderisce come una pelle, che è incollata in ogni parte o zona di contatto con le contraffacciate superfici del contenitore, ad esempio entrando nel recesso 214 circolare posto in prossimità del bordo 213.
Questo impedisce l’ingresso tanto della contaminazione come dei gas e dei vapori tra la superficie superiore 211 e la superficie coprente 310, impedendo anche la proliferazione di microorganismi.
Secondo un aspetto del trovato, la pellicola 300 comprende una superficie coprente laterale 311 che si estende oltre la superficie superiore 211 andando ad aderire al bordo esterno 213 dell’elemento di chiusura 210.
Preferibilmente la superficie coprente laterale 311 arriva ad estendersi e ad aderire su una porzione della superficie laterale 221 del corpo 220 al di sotto dell’elemento di chiusura 210.
Grazie a questo aspetto viene maggiormente garantito l’isolamento della superficie superiore 211 del contenitore 200 dalle contaminazioni esterne.
Contrariamente a quanto accade con altri sistemi che prevedono un incollaggio solo parziale, e in particolare in corrispondenza del bordo rilevato 213, l’accoppiata di aderenza e adesione a mo’ di pelle che caratterizza l’invenzione consente di mantenere un elevato grado di protezione igienica anche in presenza di perforazioni della pellicola 300, poiché l’eventuale contaminazione esterna è impedita a raggiungere altri punti della superficie da proteggere che non siano strettamente quelli esposti in corrispondenza della perforazione stessa.
Inoltre, l’adesione/incollaggio su tutta la superficie superiore 211 e sull’elemento di apertura 212 congiuntamente alla caratteristica del dispositivo 100 di non essere risigillabile conferisce al dispositivo 100 stesso una funzione accessoria quale sigillo di garanzia contro eventuali danneggiamenti, sia accidentali sia dolosi.
Una caratteristica del trovato,e rappresentata in figura 3, prevede che la superficie coprente laterale 311 della pellicola 300 entri nell’interstizio 222 presente tra la superficie laterale 221 ed il bordo esterno 213 dell’elemento di chiusura 210 per migliorare ulteriormente l’ancoraggio in sede del dispositivo 100 e la sigillatura della superficie da proteggere.
Per ottenere l’adesione, che impedisce sia il distacco sia il possibile ingresso di contaminazione tra dispositivo di protezione 100 e contenitore 200, la pellicola 300 ha preferibilmente proprietà adesive.
Dette proprietà sono preferibilmente, ma non esclusivamente attivabili mediante riscaldamento della pellicola 300 stessa poiché secondo un altro aspetto del trovato, la pellicola 300 è preferibilmente un film in termoplastici.
Ad esempio, una tipologia di materiale che può risultare idonea per questa applicazione è un film plastico in polietilene comprendente additivi tali da realizzare l’attivazione di proprietà adesive per l’adesione a diversi materiali come ad esempio l’alluminio o le resine epossidiche con bisfenolo A, con cui normalmente è trattata la superficie del coperchio della lattina.
La tipologia di materiale utilizzato per dette pellicole 300 può essere ad esempio quello normalmente utilizzato per lo skin packaging di prodotti alimentari.
Infatti, detta pellicola 300 ha ulteriormente preferibilmente proprietà idonee all’utilizzo alimentare.
Una forma preferita di realizzazione prevede inoltre che la pellicola 300 sia di tipo barrierato, ovverosia con limitata permeabilità, preferibilmente impermeabile ai gas e ulteriormente preferibilmente di tipo multistrato.
In tal modo viene ulteriormente ridotto il rischio che si possa inserire ad esempio dell’aria tra la superficie protetta del contenitore 200 ed il dispositivo di protezione 100, anche a fronte di lunghe permanenze in zone di stoccaggio e in condizioni di conservazione improprie.
Le proprietà elastoplastiche della pellicola sono atte a generare una forza radiale centripeta che agisce preferibilmente in corrispondenza del bordo esterno 213 e/o dell’interstizio 222 e/o della porzione della superficie laterale 221. Si impedisce ulteriormente in tal modo un distacco accidentale del dispositivo di protezione 100.
Una possibile forma di realizzazione prevede di sfruttare dette proprietà adesive della pellicola 300 anche per realizzare punti preferenziali di maggiore ancoraggio della pellicola 300 al contenitore 200, ad esempio mediante un riscaldamento differenziato, con lo scopo di impedire che il distacco completo della pellicola 300 dal contenitore 200 porti alla sua dispersione nell’ambiente.
Per facilitare la rimozione a strappo della pellicola 300 al momento del consumo, una forma preferita di realizzazione prevede che la superficie coprente laterale 311 comprenda un’appendice 302 che rimane distaccata dalla superficie laterale 221.
Detta appendice 302 offre un appiglio per facilitare il distacco della pellicola 300 dal contenitore 200 prima della sua apertura per il consumo.
Forma oggetto del trovato anche il procedimento per la protezione di un contenitore 200 per prodotti alimentarie o bevande, in particolare una lattina, mediante un dispositivo di protezione 100 comprendente una pellicola 300.
Detto procedimento prevede di disporre la pellicola 300 in corrispondenza della superficie da proteggere, in modo tale che ciascuna rispettiva parte o zona della superficie coprente 310 sia aderente e preferibilmente incollata alla contraffacciata parte o zona della superficie da ricoprire di detto contenitore 200.
Secondo una possibile forma di realizzazione, il procedimento prevede di applicare il dispositivo di protezione 100 secondo almeno le seguenti fasi:
• fase di posizionamento:
-posizionare e trattenere la pellicola 300 al di sopra e in prossimità dell’elemento di chiusura 210;
• fase di applicazione:
-realizzare gradualmente il vuoto da entrambi i lati della pellicola 300, bilanciando i valori della pressione in modo che la stessa pellicola 300 non entri in contatto con l’elemento di chiusura 210 del contenitore 200,
-al raggiungimento del vuoto desiderato al di sotto della pellicola 300, ripristinare la pressione atmosferica o eventualmente una certa sovrappressione temporanea al di sopra della pellicola 330, mantenendo al contempo il vuoto al di sotto della pellicola, in modo da sospingere, pressare e far aderire la superficie coprente 310 contro la superficie superiore 211 e preferibilmente sospingere, pressare e far aderire la porzione laterale 301 attorno al bordo esterno 213 dell’elemento di chiusura 210 e preferibilmente su una porzione della superficie laterale 221 del corpo 220 al di sotto dell’elemento di chiusura 210 e ulteriormente preferibilmente inserire detta porzione laterale 301 nell’interstizio 222 presente tra la superficie laterale 221 ed il bordo esterno 213 dell’elemento di chiusura 210,
-ripristinare la pressione atmosferica anche al di sotto della pellicola 300,
Detto procedimento può prevedere anche una ulteriore • fase di riscaldamento:
- per rendere opportunamente conformabile la pellicola 300 durante le precedenti fasi preferibilmente mediante riscaldamento opportunamente temporizzato.
Dette fasi non sono necessariamente nella sequenza descritta, ma possono essere anche invertite o sovrapposte.
Come sarà maggiormente descritto nel seguito, una caratteristica del trovato prevede che il procedimento sia in particolare attuato all’interno di un apparato 500 configurato per lavorare a pressione e/o depressione controllata, in modo da poter eseguire le fasi sopra descritte relative alla generazione differenziata del vuoto o all’applicazione di eventuali contropressioni.
Secondo una forma preferita di realizzazione il procedimento prevede, nella fase di posizionamento, di inserire nell’apparato 500 almeno la porzione del contenitore 200 da proteggere, comprendente l’elemento di chiusura 210 e in particolare una porzione ad esso sottostante del corpo 220. Anche la pellicola 300 viene posizionata e trattenuta all’interno dell’apparato 500 al di sopra e in prossimità dell’elemento di chiusura 210.
La fase di applicazione prevede di eliminare l’aria tra la pellicola 300 ed il contenitore 200, preferibilmente raggiungendo il vuoto negli spazi al di sotto ed al di sopra della pellicola 300 secondo un opportuno sincronismo; questo ha come principali scopi:
- estrarre l’umidità residua presente sul contenitore 200,
- estrarre l’aria,
Al raggiungimento del vuoto sotto la pellicola, al di sopra della pellicola 330 viene ripristinata la pressione atmosferica o in alternativa una sovrappressione temporanea. Detta operazione è preferibilmente effettuata mantenendo contemporaneamente il vuoto al di sotto della pellicola 300.
Questa operazione ha lo scopo di conformare, pressare e far aderire/incollare la superficie coprente 310 alla superficie superiore 211 evitando la formazione di bolle d’aria, che impedirebbero l’”effetto pelle” sopra descritto.
L’azione combinata delle due differenti pressioni/depressioni, il vuoto nello spazio tra pellicola 300 e contenitore 200, e una pressione maggiore o uguale a quella atmosferica al di sopra della pellicola 300, sono funzionali ad ottimizzare l’applicazione sopra descritta: si unisce infatti l’attrazione della pellicola 300 verso la superficie del contenitore 200 con l’azione di spinta di detta pellicola 300 verso il contenitore.
Ugualmente detta fase di applicazione del procedimento consente di conformare, pressare e far aderire/incollare la superficie coprente laterale 311 attorno al bordo esterno 213 dell’elemento di chiusura 210.
Secondo una forma preferita la superficie coprente laterale 311 viene conformata aderente anche alla porzione della superficie laterale 221 del corpo 220 al di sotto dell’elemento di chiusura 210.
Ulteriormente preferibilmente la superficie coprente laterale 311 grazie all’azione combinata della pressione e del vuoto riesce ad inserirsi nell’interstizio 222 presente tra la superficie laterale 221 ed il bordo esterno 213 dell’elemento di chiusura 210.
I vantaggi di detta applicazione sono dovuti al fatto che la pellicola 300 segue completamente il profilo del contenitore 200 come una pelle, andando ad inserirsi in interstizi e recessi senza lasciare bolle d’aria o spazi liberi tra superficie protetta contenitore 200 e dispositivo di protezione 200.
Preferibilmente il procedimento di applicazione può prevedere un riscaldamento del dispositivo di protezione 200 per rendere opportunamente conformabile la pellicola 300.
Grazie a detto riscaldamento si possono attivare proprietà di termoplastiche della pellicola 300 che consentono di conformare efficacemente detta pellicola 200 alla superficie da coprire; inoltre nel successivo raffreddamento si possono sfruttare anche proprietà elastiche della pellicola 300 per generare una forza radiale centripeta che ulteriormente impedisce il distacco accidentale del dispositivo di protezione 100 e che agisce preferibilmente in corrispondenza del bordo esterno 213 e/o dell’interstizio 222 e/o della porzione della superficie laterale 221.
Nel caso in cui la pellicola 300 sia termoadesiva si prevede preferibilmente di riscaldare la pellicola stessa fino all’attivazione anche delle proprietà adesive.
Detto riscaldamento è preferibilmente effettuato anche prima della fase di applicazione, in modo che le proprietà termoadesive e/o termoplastiche della pellicola 300 sono già attivate all'avvio dell’applicazione.
Così nell’interstizio 222 viene fatta infiltrare ed adattare la pellicola 300 grazie all’effetto del calore e del vuoto; la pellicola 300 prende la forma dell’interstizio 222 forma che la pellicola 300 mantiene una volta raffreddata creando un ulteriore aggrappaggio/ancoraggio meccanico e adesivo, garantendo un’ulteriore sicurezza contro infiltrazioni laterali e distacchi del dispositivo di protezione 100.
Una possibile forma di realizzazione prevede di realizzare un riscaldamento differenziato, solo su alcune zone della pellicola 300 in modo da aumentare le proprietà adesive definendo punti preferenziali di maggiore ancoraggio della pellicola 300 al contenitore 200. In modo tale si può impedire il distacco completo della pellicola 300 dal contenitore 200 evitando la dispersione nell’ambiente.
Detto riscaldamento della pellicola 300 ad esempio è ottenuto mediante irraggiamento, e/o contatto e/o aria calda.
In accordo con i suddetti scopi, il procedimento può prevedere, prima della fase di applicazione, di sostenere la superficie coprente laterale 311 della pellicola 300 che si estende oltre la superficie superiore 211, mediante mezzi di appoggio 540 configurati per non generare adesione con la pellicola 300.
Come sarà meglio descritto nel seguito, grazie a questa azione di sostegno la pellicola 300 rimane nella corretta posizione fino al termine della fase di applicazione.
Per ultimare il procedimento può anche essere prevista una fase di taglio in cui la pellicola 300 che rimane in eccesso dopo l’applicazione, viene tagliata e rimossa.
In particolare, la porzione di pellicola 300 rimossa è quella che ad esempio è sostenuta dai mezzi di appoggio 540; detta porzione non aderisce al contenitore 200 pertanto rimane da esso distaccata e quindi è preferibile eliminarla totalmente o parzialmente.
Una forma preferita prevede che venga tagliata la pellicola 300 lasciando una appendice 302 che rimane distaccata dal contenitore 200 e che è funzionale a definire un punto di appiglio per l’utilizzatore che dovrà togliere il dispositivo di protezione prima dell’apertura della lattina.
Quindi riassumendo un preferito procedimento di applicazione del dispositivo 100 al contenitore 200 può prevede le seguenti fasi:
- fase di posizionamento;
- fase di riscaldamento;
- fase di applicazione;
- fase di taglio.
Detto procedimento oggetto dell’invenzione è schematizzato in figura 5.
Si intende comunque che quanto sopra descritto ha valore esemplificativo e non limitativo, pertanto eventuali varianti di dettaglio che si rendessero necessarie per ragioni tecniche e/o funzionali, si considerano sin da ora rientranti nel medesimo ambito protettivo definito dalle sottoriportate rivendicazioni.
Forma oggetto del trovato anche l’apparato 500 per la protezione di un contenitore 200 per prodotti alimentarie o bevande in particolare una lattina, mediante applicazione di un dispositivo di protezione 100 secondo l’invenzione.
Detto apparato 500 comprende mezzi di applicazione 501 configurati per applicare la pellicola 300 in modo tale che ciascuna rispettiva parte o zona della superficie coprente 310 sia aderente alla contraffacciata parte o zona della superficie da ricoprire di detto contenitore 200.
Secondo un aspetto dell’invenzione, i mezzi di applicazione 501 comprendono una camera inferiore 520 al cui interno è posizionata almeno la porzione di contenitore 200 che deve essere protetta.
Ulteriormente i mezzi di applicazione 501 comprendono mezzi di bloccaggio 530 configurati per trattenere in posizione la pellicola 300 in modo tale che sia posizionata al di sopra dell’elemento di chiusura 210 del contenitore 200.
Preferibilmente è la pellicola 300 stessa che è disposta in modo tale da definire nell’apparato 500 una camera superiore 510 ed una camera inferiore 520, come rappresentato in figura 4.
Una caratteristica del trovato prevede che dette camere superiore 510 ed inferiore 520 comprendano ulteriormente mezzi di depressurizzazione per generare il vuoto al loro interno in particolare al di sopra ed al sotto della pellicola 300 ovverosia tra la pellicola 300 ed il contenitore 200.
Grazie a detti mezzi di depressurizzazione si può eseguire il procedimento oggetto dell’invenzione sopra descritto e in particolare la fase di applicazione.
Una caratteristica del trovato prevede che la camera superiore 510 possa comprendere anche mezzi di pressurizzazione per creare una pressione anche maggiore di quella atmosferica al di sopra della pellicola 300.
In accordo con l’invenzione le camere superiore 510 ed inferiore 520 in particolare comprendono mezzi di controllo della pressione. In tal modo è possibile bilanciare il vuoto tra dette camere superiore e inferiore 510, 520, come descritto durante la fase di applicazione.
Detta camera inferiore 520 comprende mezzi di impegno 521 del contenitore 200 configurati per inserire all’interno di detta camera inferiore 520 almeno la porzione di contenitore 200 che deve esser protetta ovvero almeno l’elemento di chiusura 210 ed in particolare una porzione ad esso sottostante del corpo 220 in modo tale che l’elemento di chiusura 210 si trovi in prossimità ed al di sotto della pellicola 300.
Detti mezzi di impegno 521 del contenitore 200 della camera inferiore 520 sono preferibilmente configurati per consentire un movimento di traslazione del contenitore 200 per portarlo in avvicinamento o allontanamento dalla pellicola 300 quando trattenuta dai mezzi di bloccaggio 530 per il raggiungimento della corretta distanza di lavoro.
In particolare, i mezzi di impegno 521 possono comprendere elementi di tenuta 522 che cooperano con la superficie laterale 221 del contenitore 200.
Una forma di realizzazione prevede che la camera superiore 510 comprenda primi mezzi riscaldanti 515 per il riscaldamento della pellicola 300. Detto riscaldamento può avvenire mediante irraggiamento e/o convezione e/o contatto.
Anche la camera inferiore 520 può comprendere secondi mezzi riscaldanti 525 per il riscaldamento della pellicola 300 mediante irraggiamento e/o convezione e/o contatto.
In tal modo è possibile distribuire il calore sia al di sotto che al di sopra o solo sopra o solo sotto la pellicola 300 in funzione ad esempio della tipologia di materiale con cui è realizzata.
Inoltre, possono essere utilizzati anche differenti sistemi di riscaldamento e più di uno contemporaneamente o in sequenza, in funzione del materiale della pellicola 300 ed al fine dell’attivazione delle sue proprietà termoadesive e/o termoplastiche e/o termoelastiche.
Ad esempio, una forma preferita può essere quella che prevede che i primi e/o i secondi mezzi riscaldanti 515, 525 siano incorporati nella superficie interna 511 dei mezzi di applicazione 501. In tal modo, durante la fase di depressurizzazione, la pellicola è preferibilmente spinta contatto con superficie interna 511 riscaldata.
Questa soluzione consente un riscaldamento maggiormente uniforme e controllato della pellicola 300, rispetto a quello ottenuto con altri sistemi, quali ad esempio l’irraggiamento.
Come rappresentato in figura 4 i mezzi di applicazione 501 preferibilmente comprendono mezzi di appoggio 540 atti a sostenere la superficie coprente laterale 311 della pellicola 300 che si estende oltre la superficie superiore 211 ed aventi superficie di appoggio 541 idonea a non generare adesione con la pellicola 300.
In particolare, detti mezzi di appoggio 540 sono posti al di sotto dell’interstizio 222 presente tra la superficie laterale 221 del corpo 220 ed il bordo esterno 213 dell’elemento di chiusura 210.
Inoltre, preferibilmente si estendono fino in prossimità del contenitore 200 lasciando una spaziatura 550 tra detti mezzi di appoggio 540 ed il contenitore 200 per l’adesione della pellicola 300 nell’interstizio 222.
La posizione dei mezzi di appoggio 540 consente di sostenere in posizione superficie coprente laterale 311 della pellicola 300 durante ad esempio la fase di applicazione in cui viene applicato il vuoto nella camera inferiore 520. Infatti, la pellicola 300 sarà attratta contro la superficie superiore 211 dell’elemento di chiusura 210 e contro ai mezzi di appoggio 540.
La spaziatura 550 consentirà alla pellicola 300 di scendere al di sotto dei mezzi di appoggio 540 per andare ad inserirsi nell’interstizio 222 del contenitore 200.
Preferibilmente la superficie di appoggio 541 è realizzata in materiale antiadesivo per consentire di distaccare facilmente la porzione di pellicola 300 in eccesso.
Per ottimizzare il funzionamento dell’apparato 500, i mezzi di appoggio 540 possono essere mobili tra una posizione retratta di fuori ingombro ed una posizione estesa per il sostegno della superficie coprente laterale 311 della pellicola 300. Questo consente di attivarli solo nelle fasi in cui sono utili, come quella di adesione, ed evitare ingombri durante le altre fasi.
Una caratteristica dell’apparato 500 rappresentata in figura 5 le camere superiore e inferiore 510, 520 sono mobili l’una rispetto all’altra tra una posizione di apertura A in allontanamento ed una posizione di chiusura B in avvicinamento.
Questa conformazione facilita l’inserimento della pellicola 300 oltre a rendere accessibile l’apparato 500 ed i suoi mezzi di applicazione 501 per ispezione, manutenzione, controllo.
Grazie a queste posizioni di apertura A e di chiusura B è possibile realizzare i mezzi di bloccaggio 530 mediante superfici contrapposte 531, 532 delle camere superiore e inferiore 510, 520.
Dette superfici contrapposte 531, 532 possono essere pertanto configurate per trattenere la pellicola 300 quando le camere 510, 520 sono in posizione di chiusura B, come rappresentato in figura 5.
Questa soluzione è semplice e dai costi contenuti in quanto sfrutta il movimento delle camere 510, 520 per trattenere la pellicola 300.
Per terminare il procedimento di applicazione i mezzi di applicazione 501 preferibilmente comprendono anche mezzi di taglio per tagliare la pellicola 300 in eccesso dopo l’applicazione al contenitore 200.
Detti mezzi di taglio sono in particolare configurati per lasciare una appendice 302 della pellicola 300 che rimane distaccata dal contenitore 200 e che è funzionale a definire un punto di appiglio per l’utilizzatore che dovrà togliere il dispositivo di protezione prima dell’apertura della lattina.
Si intende comunque che quanto sopra descritto ha valore esemplificativo e non limitativo, pertanto eventuali varianti di dettaglio che si rendessero necessarie per ragioni tecniche e/o funzionali, si considerano sin da ora rientranti nel medesimo ambito protettivo definito dalle sottoriportate rivendicazioni.

Claims (27)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Contenitore (200) per prodotti alimentarie o bevande, in particolare una lattina, su cui è applicato una dispositivo di protezione (100), detto contenitore (200) comprendente un corpo (220) a cui è saldamente connesso un elemento di chiusura (210) la cui superficie superiore (211) può recare un elemento di apertura (212) per la fuoriuscita del contenuto, caratterizzato dal fatto che detto dispositivo di protezione (100) comprende una pellicola (300) comprendente almeno una superficie coprente (310) di cui ciascuna rispettiva parte o zona è aderente alla contraffacciata parte o zona della superficie di detto contenitore (200) da ricoprire e proteggere.
  2. 2. Contenitore (200) secondo la rivendicazione 1 in cui detta superficie coprente (310) si estende a ricoprire l’intera superficie superiore (211) in particolare dell’elemento di chiusura (210) del contenitore (200).
  3. 3. Contenitore (200) secondo almeno una delle rivendicazioni precedenti, in cui la pellicola (300) comprende una superficie coprente laterale (301) che si estende oltre la superficie superiore (211) andando ad aderire ad un bordo esterno (213) dell’elemento di chiusura (210) e preferibilmente estendendosi e preferibilmente aderendo lungo una porzione della superficie laterale (221) del corpo (220) al di sotto dell’elemento di chiusura (210).
  4. 4. Contenitore (200) secondo almeno una delle rivendicazioni precedenti, in cui la superficie coprente laterale (301) della pellicola (300) si inserisce in un interstizio (222) presente tra la superficie laterale (221) ed il bordo esterno (213) dell’elemento di chiusura (210).
  5. 5. Contenitore (200) secondo almeno una delle rivendicazioni precedenti, in cui la superficie coprente laterale (301) della pellicola (300) comprende una appendice (302) che rimane distaccata dalla superficie laterale (221) e atta a definire un punto di appiglio per facilitare il distacco della pellicola (300) dal contenitore (200) prima della sua apertura.
  6. 6. Contenitore (200) secondo almeno una delle rivendicazioni precedenti, in cui la pellicola (300) è un film, preferibilmente in materiale plastico, con proprietà elastoplastiche che generano una forza radiale centripeta che agisce in corrispondenza del bordo esterno (213), dell’interstizio (222) e della porzione della superficie laterale (221).
  7. 7. Contenitore (200) secondo almeno una delle rivendicazioni precedenti, in cui la pellicola (300) ha proprietà adesive, preferibilmente attivabili mediante riscaldamento, tali che la pellicola (300) si incolli al contenitore (200) e sia rimovibile/pelabile a strappo.
  8. 8. Contenitore (200) secondo almeno una delle rivendicazioni precedenti, in cui la pellicola (300), preferibilmente di tipo multistrato, è barrierato, ovverosia con limitata permeabilità ai gas e al vapor acqueo.
  9. 9. Procedimento per la protezione di un contenitore (200) per prodotti alimentarie o bevande in particolare una lattina, mediante un dispositivo di protezione (100), comprendente una pellicola (300) caratterizzato dal fatto che prevede di disporre la pellicola (300) in corrispondenza della porzione di superficie da proteggere, e di far aderire ciascuna rispettiva parte o zona della superficie coprente (310) alla contraffacciata parte o zona della superficie di detto contenitore (200) da ricoprire e proteggere.
  10. 10. Procedimento secondo la rivendicazione precedente che prevede di applicare il dispositivo di protezione (100) secondo almeno le seguenti fasi: • fase di posizionamento: -posizionare e trattenere la pellicola (300) al di sopra ed in prossimità dell’elemento di chiusura (210); • fase di applicazione: -realizzare gradualmente il vuoto da entrambi i lati della pellicola (300), bilanciando i valori della pressione in modo che la stessa pellicola (300) non entri in contatto con l’elemento di chiusura (210) del contenitore (200); - al raggiungimento del vuoto desiderato al di sotto della pellicola (300), ripristinare la pressione atmosferica o una sovrappressione temporanea al di sopra della pellicola (330) mantenendo al contempo il vuoto al di sotto della pellicola (300), in modo da sospingere, pressare e far aderire la superficie coprente (310) contro la superficie superiore (211) e preferibilmente sospingere, pressare e far aderire la porzione laterale (301) attorno al bordo esterno (213) dell’elemento di chiusura (210) e preferibilmente su una porzione della superficie laterale (221) del corpo (220) al di sotto dell’elemento di chiusura (210) ed ulteriormente preferibilmente inserire detta porzione laterale (301) nell’interstizio (222) presente tra la superficie laterale (221) ed il bordo esterno (213) dell’elemento di chiusura (210); - ripristinare la pressione atmosferica anche al di sotto della pellicola (300).
  11. 11. Procedimento secondo almeno una delle rivendicazioni precedenti che prevede di rendere opportunamente conformabile la pellicola (300) mediante una fase di riscaldamento per irraggiamento e/o contatto e/o convezione e preferibilmente fino all’attivazione delle sue proprietà termoadesive e/o delle sue proprietà termoplastiche.
  12. 12. Procedimento secondo almeno una delle rivendicazioni precedenti in cui la fase di posizionamento prevede di inserire almeno una porzione del contenitore (200) comprendente l’elemento di chiusura (210) ed in particolare una porzione ad esso sottostante del corpo (220), in un apparato (500) configurato per lavorare a pressione e/o depressione controllata e posizionare e trattenere la pellicola (300) all’interno di detto apparato (500) al di sopra ed in prossimità dell’elemento di chiusura (210).
  13. 13. Procedimento secondo almeno una delle rivendicazioni precedenti che prevede, prima della fase di applicazione, di sostenere la superficie coprente laterale (301) della pellicola (300) che si estende oltre la superficie superiore (211), mediante mezzi di appoggio (540) configurati per non generare adesione con la pellicola (300).
  14. 14. Procedimento secondo almeno una delle rivendicazioni precedenti che prevede, dopo la fase di applicazione, una fase di taglio in cui viene tagliata la pellicola (300) in eccesso dopo l’applicazione preferibilmente lasciando una appendice (302) che rimane distaccata dal contenitore (200) per definire un punto di appiglio.
  15. 15. Apparato (500) per la protezione di un contenitore (200) per prodotti alimentarie o bevande, in particolare una lattina, mediante applicazione di un dispositivo di protezione (100), detto apparato (500) caratterizzato dal fatto che comprende mezzi di applicazione (501) configurati per applicare la pellicola (300) in modo tale che ciascuna parte o zona della superficie coprente (310) sia aderente alla rispettiva parte o zona contraffacciata della superficie di detto contenitore (200) da ricoprire e proteggere.
  16. 16. Apparato (500) secondo la rivendicazione precedente in cui i mezzi di applicazione (501) comprendono una camera superiore (510) ed una camera inferiore (520), configurata per ricevere al suo interno almeno la porzione di contenitore (200) che deve essere protetta, e mezzi di bloccaggio (530) configurati per trattenere in posizione la pellicola (300) posta al di sopra dell’elemento di chiusura (210), dette camere superiore (510) e inferiore (520) comprendenti ulteriormente mezzi di depressurizzazione per generare il vuoto al loro interno rispettivamente al di sopra ed al di sotto della pellicola (300) e in cui la camera superiore (510) comprende ulteriormente mezzi di pressurizzazione per creare una pressione maggiore o uguale a quella atmosferica al di sopra della pellicola (300).
  17. 17. Apparato (500) secondo almeno una delle rivendicazioni precedenti, in cui le camere superiore e inferiore (510, 520) comprendono mezzi di controllo della pressione/depressione per il bilanciamento tra dette camere superiore e inferiore (510, 520).
  18. 18. Apparato (500) secondo almeno una delle rivendicazioni precedenti, in cui la camera inferiore (520) comprende mezzi di impegno (521) del contenitore (200) configurati per inserire all’interno di detta camera inferiore (520) almeno l’elemento di chiusura (210) ed in particolare una porzione ad esso sottostante del corpo (220) in modo tale che l’elemento di chiusura (210) si trovi in prossimità ed al di sotto della pellicola (300).
  19. 19. Apparato (500) secondo almeno una delle rivendicazioni precedenti, in cui la camera superiore (510) e/o la camera inferiore (520) comprende rispettivamente primi e secondi mezzi riscaldanti (515, 525) per il riscaldamento della pellicola (300) mediante irraggiamento, e/o convezione e/o contatto
  20. 20. Apparato (500) secondo la rivendicazione precedente in cui i primi e/o secondi mezzi riscaldanti (515, 525) sono incorporati nella superficie interna (511) dei mezzi di applicazione (501) per il riscaldamento della pellicola (300).
  21. 21. Apparato (500) secondo almeno una delle rivendicazioni precedenti in cui i mezzi di applicazione (501) comprendono mezzi di appoggio (540) atti a sostenere la superficie coprente laterale (301) della pellicola (300) che si estende oltre la superficie superiore (211) ed aventi superficie di appoggio (541) idonea a non generare adesione con la pellicola (300).
  22. 22. Apparato (500) secondo almeno una delle rivendicazioni precedenti in cui i mezzi di appoggio (540) sono preferibilmente posti al di sotto dell’interstizio (222) presente tra la superficie laterale (221) ed il bordo esterno (213) dell’elemento di chiusura (210) e si estendono fino in prossimità del contenitore (200) lasciando una spaziatura (550) tra detti mezzi di appoggio (540) ed il contenitore (200) per l’adesione della pellicola (300) nell’interstizio (222).
  23. 23. Apparato (500) secondo almeno una delle rivendicazioni precedenti in cui i mezzi di appoggio (540) sono mobili tra una posizione retratta di fuori ingombro ed una posizione estesa per il sostegno della superficie coprente laterale (301) della pellicola (300).
  24. 24. Apparato (500) secondo almeno una delle rivendicazioni precedenti, in cui le camere superiore e inferiore (510, 520) sono mobili l’una rispetto all’altra tra una posizione di apertura (A) in allontanamento ed una posizione di chiusura (B) in avvicinamento per facilitare l’inserimento della pellicola (300).
  25. 25. Apparato (500) secondo almeno una delle rivendicazioni precedenti, in cui i mezzi di bloccaggio (530) comprendono superfici contrapposte (531, 532) delle camere superiore e inferiore (510, 520) che trattengono la pellicola (300) quando sono in posizione di chiusura (B).
  26. 26. Apparato (500) secondo almeno una delle rivendicazioni precedenti, in cui i mezzi di impegno (521) del contenitore (200) della camera inferiore (520) sono configurati per consentire un movimento di traslazione del contenitore (200) per portarlo mediante avvicinamento/allontanamento alla corretta distanza dalla pellicola (300) quando trattenuta dai mezzi di bloccaggio (530).
  27. 27. Apparato (500) secondo almeno una delle rivendicazioni precedenti, in cui i mezzi di applicazione (501) comprendono mezzi di taglio per tagliare la pellicola (300) in eccesso dopo l’applicazione al contenitore (200).
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