IT201900002133A1 - Un piano di movimentazione di oggetti in cui il moto girevole delle ruote viene ottenuto per contatto contro un elemento girevole conduttore - Google Patents

Un piano di movimentazione di oggetti in cui il moto girevole delle ruote viene ottenuto per contatto contro un elemento girevole conduttore Download PDF

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IT201900002133A1
IT201900002133A1 IT102019000002133A IT201900002133A IT201900002133A1 IT 201900002133 A1 IT201900002133 A1 IT 201900002133A1 IT 102019000002133 A IT102019000002133 A IT 102019000002133A IT 201900002133 A IT201900002133 A IT 201900002133A IT 201900002133 A1 IT201900002133 A1 IT 201900002133A1
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IT
Italy
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rotation
rotating
way
assembly
shaft
Prior art date
Application number
IT102019000002133A
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Inventor
Giampiero Bolsieri
Fabrizio Bolsieri
Original Assignee
Mechatronic Machine & Systems S R L
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    • B65CONVEYING; PACKING; STORING; HANDLING THIN OR FILAMENTARY MATERIAL
    • B65GTRANSPORT OR STORAGE DEVICES, e.g. CONVEYORS FOR LOADING OR TIPPING, SHOP CONVEYOR SYSTEMS OR PNEUMATIC TUBE CONVEYORS
    • B65G13/00Roller-ways
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Description

Descrizione a corredo della domanda di brevetto per invenzione industriale dal titolo:
UN PIANO DI MOVIMENTAZIONE DI OGGETTI IN CUI IL MOTO
GIREVOLE DELLE RUOTE VIENE OTTENUTO PER CONTATTO CONTRO UN
ELEMENTO GIREVOLE CONDUTTORE
Ambito dell’invenzione
La presente invenzione riguarda il settore tecnico relativo alle piste di movimentazione di pacchi e oggetti in genere.
In particolare l’invenzione si riferisce ad una pista di movimentazione la quale risulta di facile smontaggio e manutenzione, oltre a risultare estremamente funzionale.
Brevi cenni alla tecnica nota
Le piste di movimentazione di oggetti in genere sono sempre più di largo uso, ad esempio negli aeroporti oppure nei centri di smistamento pacchi, quali ad esempio i servizi postali. Sono inoltre molto utilizzati anche in ambito industriale ad esempio per movimentare gli oggetti da un punto ad un altro.
Di fatto il loro modo di funzionare è similare a quello dei nastri trasportatori ma, in tal caso, il piano di movimentazione non è in forma di un nastro di trasporto ma, bensì, in forma di una pluralità di ruote incernierate in un punto fisso e che vengono condotte in rotazione in modo tale che attraverso la loro rotazione il bene su di essi posto venga movimentato.
Soprattutto con l’avvento di Internet e con l’acquisto on line, nel mondo si stanno sviluppando sempre più grossi magazzini da cui gli oggetti vengono stipati per poi evadere gli ordini. In tali magazzini è necessaria la presenza di piste di movimentazione che, secondo percorsi anche tortuosi, possono movimentare oggetti anche per centinaia di metri ed oltre.
Tali piste, allo stato attuale della tecnica, sono formate da moduli affiancati l’uno all’altro in modo tale da formare un certo percorso. Ogni modulo comprende un predeterminato numero di ruote. Attraverso la combinazione di moduli si possono realizzare lunghezze e forme diverse di piste al fine di andare incontro a qualsiasi esigenza logistica.
Come meglio schematizzato nella figura 1 di arte nota, ogni modulo 100 prevede un telaio 104 ove vengono fissate in modo girevole delle ruote 101 di trasporto. Il fissaggio delle ruote al telaio avviene montando dei cuscinetti 103 nella sede centrale delle ruote e facendo passare attraverso i cuscinetti un albero 105 di rotazione che viene calettato ad una parte del telaio del modulo.
Le ruote, come si evince bene dalla figura 1 di arte nota, possono girare dunque in modo folle intorno a tale albero 105 con medesimo asse longitudinale 105. L’albero è predisposto in modo tale per cui le ruote in parte emergono al di sopra del telaio, per cui formando nel complesso il piano di trasporto su cui va in appoggio l’oggetto.
Le ruote in cima presentano un tratto sostanzialmente piano (similarmente ad una ruota di un veicolo stradale) che favorisce l’appoggio e dunque lo spostamento dell’oggetto.
Ogni modulo può montare ad esempio quattro ruote e dunque tali moduli vengono affiancati l’uno all’altro per la creazione della pista, o piano di trasporto che dir si voglia, formata da tali ruote girevoli.
Al fine di favorire l’avanzamento, le ruote possono essere rivestite di materiale ad alto coefficiente di attrito quale la gomma.
In questo modo, attraverso la rotazione di tali ruote, si determina l’avanzamento degli oggetti posti sulle ruote.
Le ruote, come detto, vengono montante folli rispetto all’asse 105 su cui sono montate ed è dunque necessario trasmettere ad esse un moto di rotazione.
La rotazione viene dunque data utilizzando una cinghia 106 ad anello chiuso la quale viene passata tra la ruota 101 da movimentare ed un asse motore principale 110 montato inferiormente al piano di movimentazione.
In questo modo, la ruota 101 diviene condotta attraverso la cinghia.
La figura 1 mostra infatti la cinghia 106 che viene passata in una gola centrale 102 della ruota, in modo tale che la cinghia si trovi al di sotto della superficie di contatto della ruota con l’oggetto da trasportare.
La figura mostra la cinghia che avvolge anche l’asse motore 110.
Un motore porta in rotazione l’asse motore 110 il quale trascina in rotazione la cinghia che movimenta così in rotazione la ruota di trasporto.
A seconda del numero di moduli, sono dunque previsti un certo numero di alberi motorizzati 110 su cui viene passata la cinghia di trasmissione della rotazione.
Questa soluzione presenta il grosso problema tecnico della manutenzione, in quanto la rimozione del modulo richiede necessariamente un intervento dal basso, agendo sull’albero motore.
Questo è dovuto al fatto che vi è una cinghia che avvolge la detta ruota e l’albero motore.
Se dunque bisogna estrarre il modulo, bisogna innanzitutto svincolare tutte le cinghie del modulo dall’albero motore e questo implica uno smontaggio dell’albero motore o comunque un intervento laborioso di un operatore che deve posizionarsi a lavorare sotto il piano di movimentazione.
Qualsiasi operazione di manutenzione risulta dunque molto complessa e considerato che ogni pista di trasporto può estendersi per centinaia di metri e contenere migliaia di moduli, da ciò si evidenziano chiaramente gli enormi disagi di tale soluzione.
Gli interventi di manutenzione, allo stato attuale, possono richiedere fermi macchina anche di due o più giorni.
Sintesi dell’invenzione
È quindi scopo della presente invenzione fornire un assieme modulare per la formazione di una pista di trasporto per oggetti che risolva i suddetti inconvenienti tecnici.
In particolare è scopo della presente invenzione fornire un assieme modulare che risulti di facile smontaggio e rimontaggio per operare una veloce manutenzione, per cui riducendo al minimo i tempi di fermo macchina.
Questi ed altri scopi sono dunque ottenuti con il presente assieme per la formazione di una pista di movimentazione per oggetti in genere, in accordo alla rivendicazione 1.
Tale assieme comprende:
- Un telaio di supporto dei componenti e;
- Almeno un’unità di movimentazione (10, 6, 20) che si fissa al telaio almeno in parte, detta unità di movimentazione comprendendo:
- Almeno un elemento girevole di movimentazione (1) montato girevolmente intorno ad un asse, in modo tale che la sua rotazione causi l’avanzamento dell’oggetto su di esso posto lungo una direzione di avanzamento.
- In accordo all’invenzione, detta unità di movimentazione comprende ulteriormente un elemento girevole condotto (21) connesso anche esso girevolmente ad una parte del telaio, detto elemento girevole condotto essendo cinematicamente cooperante con detto elemento girevole di movimentazione (1) in modo tale che una rotazione acquisita di detto elemento girevole condotto (21) viene trasmessa a detto elemento girevole di movimentazione (1).
Questo tipo di soluzione risolve agevolmente tutti i suddetti inconvenienti tecnici.
In particolare, grazie adesso alla presenza dell’elemento girevole condotto (21) connesso rotativamente al telaio, è possibile prelevare un moto rotativo ponendo tale detto elemento girevole condotto (21) a contatto contro una superficie (110) mobile, ad esempio per contatto proprio con l’albero motorizzato 110 descritto in arte nota.
L’elemento girevole condotto è dunque girevole intorno al suo asse longitudinale come una ruota di macchina e, dunque, quando l’elemento girevole condotto (21) viene posto a contatto contro una superficie in rotazione o mobile, esso va in rotazione esattamente come la ruota di un veicolo stradale e la sua rotazione viene poi trasmessa con apposito cinematismo di connessione, ad esempio una cinghia di trasmissione, all’elemento girevole di movimentazione 1.
L’acquisizione del moto dell’elemento girevole condotto (21) è dunque per attrito di contatto.
In particolare, se la superficie esterna dell’elemento girevole è liscia come anche la superficie (110) mobile, allora il contatto determina la rotazione esclusivamente per attrito di contatto.
Nulla però escluderebbe una realizzazione della superficie esterna dell’elemento girevole condotto (21) con conformazione ad esempio a ruota dentata che ingrana con un albero girevole motorizzato la cui superficie esterna è equivalentemente dentata. In questo caso vi è un contributo alla rotazione ottenuto grazie alla realizzazione dei denti, anche se l’attrito ovviamente entra sempre in gioco.
In ogni caso, questa soluzione “a contatto”, sia essa per puro attrito o anche con l’ausilio di conformazione ad ingranaggio, permette di eliminare del tutto il collegamento con l’albero motore attraverso la cinghia 106 di arte nota.
L’eventuale cinghia che serve a trasmettere la rotazione dall’elemento girevole condotto (21) a quello di movimentazione (1) non è più un impedimento alla manutenzione in quanto l’elemento girevole condotto (21) è solidale al telaio dell’assieme a cui si collega girevolmente e dunque l’assieme diviene un tutt’uno che può essere facilmente rimosso, essendo del tutto svincolato dall’albero motore 110 e posto con tale albero solo in contatto per “appoggio”.
La rimozione, per manutenzione, non richiede dunque lo smontaggio della cinghia per separarla dall’albero motore 110 ma, al contrario, sarà sufficiente tirare via dalla sua posizione il modulo (dunque un assieme) per sostituirlo nell’immediato con uno equivalente.
A differenza dell’arte nota, dunque, la rotazione viene adesso trasmessa all’elemento girevole di movimentazione (1) attraverso tale elemento girevole condotto (21) il quale, a sua volta, può acquisire il moto per semplice contatto con una superficie mobile.
Sarà dunque sufficiente porre a contatto tale elemento girevole condotto 21 contro l’albero 110 motorizzato perché questo acquisisca il moto di rotazione e lo trasmetta, ad esempio attraverso una cinghia, all’elemento girevole di movimentazione.
Il telaio supporta come detto l’unità di movimentazione ed è la struttura portante. Esso è fatto da parti fisse e, come dettagliato nel seguito, da parti mobili.
Ad esempio, vantaggiosamente, l’elemento girevole di movimentazione (1) è posto in un alloggiamento (70, 71) formante una sede entro cui viene vincolato girevolmente intorno al suo asse longitudinale.
L’alloggiamento (70, 71) può dunque considerarsi una parte di telaio a cui si fissa l’elemento girevole di movimentazione. Tale alloggiamento è poi fissato, a sua volta, ad una parte rimanente del telaio.
Per come chiarito nel seguito tale alloggiamento (70, 71) è girevole intorno ad un asse verticale (Z) rispetto alla parte rimanente del telaio.
Vantaggiosamente, per come chiarito nel seguito, almeno una parte di detto alloggiamento può dunque ruotare intorno ad un asse verticale (Z_1) rispetto all’altra parte che rimane fissata al telaio.
In questo modo sarà possibile cambiare la direzione di avanzamento del prodotto movimentato.
Vantaggiosamente, detto elemento girevole condotto (21) è configurato per acquisire il suo moto di rotazione intorno al suo asse di incernieramento (asse longitudinale 22) attraverso il contatto contro una superficie (110) mobile, ad esempio un albero girevole (110).
Ad esempio, vantaggiosamente, detto elemento girevole condotto (21) potrebbe dunque essere realizzato con una superficie esterna ad alto coefficiente di attrito, ad esempio preferibilmente rivestito di un materiale gommoso.
Vantaggiosamente, inoltre, la superficie esterna può essere liscia o dentata.
Anche la superficie dell’albero girevole con cui andrà in contatto per acquisire il moto rotativo sarà corrispondentemente liscia o dentata.
Vantaggiosamente detto elemento girevole condotto (21) è connesso girevolmente al telaio in modo folle.
Vantaggiosamente, anche detto elemento girevole di movimentazione (1) è montato anche esso girevolmente, alla struttura ove posto, intorno ad un asse longitudinale in modo folle.
Vantaggiosamente detto elemento girevole condotto (21) è cinematicamente cooperante con detto elemento girevole di movimentazione (1) attraverso un elemento ad anello chiuso (6) che li fascia entrambi almeno in parte.
In questo modo la rotazione di uno di essi viene trasmesso all’altro attraverso detto elemento ad anello chiuso (6).
Ad esempio, vantaggiosamente, tale elemento ad anello chiuso (6) può essere una cinghia di trasmissione, ad esempio della tipologia liscia o dentata.
Vantaggiosamente detto elemento girevole di movimentazione (1) e detto elemento girevole condotto (21) possono essere entrambi in forma di una ruota aventi entrambi una gola (2, 23) per accogliere l’elemento ad anello chiuso (6) da cui vengono fasciati.
Vantaggiosamente detto elemento girevole di movimentazione (1) e detto elemento girevole condotto (21) sono forati assialmente ed è previsto un albero (5, 22) predisposto in detto foro assiale che si collega al telaio in modo tale che detti elementi risultino girevoli intorno a detto albero in modo folle.
Vantaggiosamente tale assieme può comprendere uno o più fori (f’) riceventi ricavati nel telaio e configurati per ricevere i perni (220) emergenti da una struttura portante fissa (210) a cui l’assieme in uso si fissa in modo amovibile per la formazione della detta pista, l’assieme essendo configurato in modo tale per cui, quando appoggiato su detti perni, si formi un gioco (G) tra la struttura portante fissa (210) e almeno una parte del telaio.
Vantaggiosamente il telaio può comprendere una piastra di chiusura superiore (4’’) ed una piastra di chiusura inferiore (4’’’) da cui si diparte un braccio (4b) verticalmente diretto verso il basso e a cui si collega l’albero (22) su cui è montato girevolmente l’elemento girevole condotto (21). Le due dette piastre superiore ed inferiore comprendono tra di esse i corpi (70, 71, 72) di predisposizione degli elementi di movimentazione (1) e con detti corpi che possono girare intorno all’asse longitudinale (Z_1) per modificare l’orientazione del percorso.
Vantaggiosamente, per come sopra introdotto, è dunque compreso un sistema di rotazione per condurre in rotazione l’elemento girevole di movimentazione (1) intorno al suo asse verticale (Z_1), detto sistema di rotazione comprendendo un perno d’innesto (50) di predeterminata lunghezza e configurato per inserirsi, in modo separabile, in un innesto ricevente (61) di un attuatore rotativo (60) atto a condurre in rotazione detto perno d’innesto (50). E’ dunque prevista una prima ruota di trasmissione (51), preferibilmente una ruota dentata, solidale a tale perno di innesto e tale ruota di trasmissione è in presa con una seconda ruota di trasmissione (52), preferibilmente una ruota dentata, solidale al corpo di contenimento (70) formante una sede entro cui è vincolato detto elemento girevole di movimentazione (1) tale per cui la rotazione per di innesto del detto perno viene trasmessa al corpo di contenimento (70) che ruota, facendo cosìequivalentemente ruotare l’elemento girevole di movimentazione in esso predisposto intorno all’asse (Z_1).
Vantaggiosamente detto perno d’innesto (50) è connesso al telaio dell’assieme in modo tale da risultare parallelo all’asse verticale (Z) del modulo ed è tale da poter ruotare intorno al suo asse longitudinale (asse Z) ed è vincolato al modulo in modo tale da non poter scorrere lungo il suo asse longitudinale Z.
Vantaggiosamente il telaio dell’assieme supporta almeno due, preferibilmente quattro, unità di movimentazione.
Vantaggiosamente detto assieme è modulare in modo tale che l’accostamento tra più moduli consenta la formazione di una pista di movimentazione di lunghezza e/o larghezza variabile.
E’ anche qui descritta una pista di movimentazione per oggetti in genere e comprendente:
- Almeno un albero girevole conduttore (110) configurato per acquisire la sua rotazione da un sistema motorizzato;
- Una struttura portante fissa (210);
- Una o una pluralità di assiemi, per come sopra descritti, predisposti su detta struttura portante fissa (210) in modo tale da formare il piano di movimentazione della pista, la predisposizione di detti assiemi sulla struttura portante essendo tale per cui ogni elemento girevole condotto (21) appartenente all’unita di movimentazione di detto assieme risulta in contatto con detto albero girevole conduttore (110) in modo tale da acquisire il moto di rotazione attraverso contatto con esso a seguito di sua rotazione.
Vantaggiosamente, la struttura portante fissa (210) può prevedere una pluralità di perni (220) che si inseriscono all’interno di preposte sedi (f’) previste per ogni assieme, in modo tale che l’assieme risulti posizionato stabilmente ma in modo amovibile rispetto alla struttura portante fissa.
Vantaggiosamente detto assieme è configurato in modo tale per cui, quando appoggiato su detti perni, si formi un gioco (G) tra la struttura portante fissa (210) e almeno una parte del modulo.
E’ anche qui descritto un metodo per creare una pista di movimentazione per oggetti in genere, detto metodo comprendendo la predisposizione di:
- Uno o più assiemi come sopra descritti;
- Una struttura portante fissa (210) a cui fissare detti assiemi;
- Almeno un albero girevole conduttore (110) configurato per acquisire la sua rotazione da un sistema motorizzato;
- Il metodo prevedendo la predisposizione di detti assiemi alla struttura portante fissa (210) in modo tale che l’elemento girevole condotto (21) di ogni assieme risulti in contatto con l’albero girevole conduttore (110) tale per cui la messa in rotazione di detto elemento girevole condotto (21) avviene per attrito di contatto con detto albero girevole conduttore (110).
E’ anche qui descritto un metodo per porre in rotazione l’elemento girevole di movimentazione (1) di una pista di movimentazione per oggetti al fine di poter causare l’avanzamento dell’oggetto su di esso posto, il metodo prevedendo la predisposizione di un elemento girevole condotto (21) girevole intorno ad un asse e cinematicamente connesso con detto elemento girevole di movimentazione in modo tale che una sua rotazione venga trasmessa a detto elemento girevole di movimentazione (1) e con detto elemento girevole condotto che acquisisce la sua rotazione per attrito di contatto contro una superficie di azionamento mobile, ad esempio un albero girevole motorizzato.
Preferibilmente la connessione cinematica tra l’elemento girevole condotto e l’elemento girevole di incernieramento è ottenuta con una cinghia di trasmissione che fascia detti due elementi.
Breve descrizione dei disegni Ulteriori caratteristiche e i vantaggi del presente assieme per la formazione della pista di movimentazione di oggetti, secondo l’invenzione, risulteranno più chiaramente con la descrizione che segue di alcune sue forme realizzative, fatta a titolo esemplificativo e non limitativo, con riferimento ai disegni annessi, in cui: - La figura 1 mostra una soluzione di arte nota;
- La figura 2 mostra, in sezione, una soluzione in accordo all’invenzione;
- La figura 3 mostra dall’alto una porzione di pista ottenuta affiancando tra loro più moduli, ogni modulo essendo preferibilmente formato da quattro ruote girevoli per la movimentazione dell’oggetto; La figura mostra anche l’asse di calettamento 50 per la rotazione delle ruote al fine di modificare il percorso di avanzamento dell’oggetto ed evidenzia gli (n) alberi motorizzati utilizzati per dare il moto di rotazione alle ruote del piano al fine di movimentare l’oggetto;
- La figura 4 mostra una sezione complessiva che fa vedere l’intero albero motorizzato 110 che prende la sua rotazione da una motorizzazione e la trasmette per contatto a tutte le ruote condotte 21 dei moduli e le quali ruote condotte, a loro volta, la trasmettono alle ruote che formano il piano di movimentazione attraverso le cinghie; La figura mostra anche l’oggetto posto sul piano di movimentazione;
- La figura 5 è una ulteriore sezione del modulo;
- La figura 6 è sempre una sezione del modulo che mostra l’asse Z di rotazione del perno di innesto e che si trasmette con la rotazione (Z_1) delle ruote al fine di modificare la direzione di avanzamento del prodotto;
- La figura 7 è una ulteriore vista del modulo connesso all’attuatore girevole attraverso il suo perno di innesto, al fine di controllare la rotazione delle ruote di movimentazione 1 e dunque definire la direzione del percorso;
- La figura 8 mostra un singolo modulo evidenziando in linea più marcata il perno di innesto 50; La figura mostra anche l’innesto 61 con l’attuatore rotativo 60
- La figura 9 è la stessa della figura 8 e mostra l’attuatore rotativo connesso al perno di innesto 50 del modulo;
- Le figure 10A e 10B mostrano un modulo (m1) in cui viene modificata la direzione di avanzamento attraverso la rotazione delle ruote 1 intorno all’asse Z_1;
- La figura 11 mostra una vista di insieme che evidenzia (m1…mn) moduli al fine di evidenziare la rimozione del modulo ennesimo (mn) e il suo eventuale riposizionamento con un modulo sostitutivo;
- La figura 12 è una ulteriore vista assonometrica di un modulo in cui è stata rimossa, per comodità di vista, la piastra superiore la quale non è tuttavia indispensabile; - La figura 13 è un ulteriore esploso della figura 12 che evidenzia in modo separato, per chiarezza, anche l’albero di rotazione 5 e i cuscinetti 11 per la ruota 1;
- Le figure dalla 14 alla 16 sono ulteriori viste;
- La figura 17 è nuovamente una vista dall’alto del modulo;
Descrizione di alcune forme realizzative preferite La figura 2 mostra in una sezione la soluzione in accordo all’invenzione, definita qui per semplicità soluzione“a contatto”.
Egualmente, le figure 12 e 13 mostrano esplosi in 3D di tale soluzione mentre le figure dalla 14 alla 16 mostrano altre viste sempre in 3D.
Tornando alla figura 2, questa mostra con la numerazione 4 il telaio che nel complesso può assumere ad esempio una conformazione quadrangolare o rettangolare; tale conformazione quadrangolare o rettangolare è vantaggiosa in quanto consente un facile accostamento tra i moduli.
Il telaio delimita di fatto un modulo, come ad esempio mostrato in figura 3, accostabile ad altri moduli e tale per cui l’accostamento di più moduli tra loro consente di formare una pista di varie dimensioni, ovvero lunghezza e/o larghezza variabile.
Il modulo mostrato nelle suddette figure 2 e 3 è anche ripreso, per maggiore chiarezza, ad esempio nella figura 12 e 13.
Come mostrato ad esempio in figura 2, il telaio prevede una struttura superiore 4’’ (ad esempio una piastra di chiusura superiore o di contenimento superiore che dir si voglia) ed una struttura inferiore 4’’’ (ad esempio una piastra di chiusura inferiore o di contenimento inferiore che dir si voglia superiore) per cui facendo da contenimento agli elementi strutturali di seguito descritti e contenuti all’interno.
Inoltre dalla piastra inferiore 4’’ si diparte una gamba 4b verticale di prolungamento del telaio (o blocco verticale che dir si voglia), di seguito ripresa nella presente descrizione, diretta verso il basso e anche mostrata in figura 13.
Essa può essere connessa alla piastra attraverso viti o potrebbe essere solidale alla piastra stessa.
Come mostrato in figura 12 e 13, la piastra inferiore 4’’’ come anche l’equivalente piastra superiore 4’’ (non mostrata in figura 12 e 13 ma mostrata in figura 2), sono di forma ad esempio quadrangolare o rettangolare in modo tale che, nel complesso, il modulo sia con conformazione quadrangolare o rettangolare.
Sulla piastra inferiore 4’’’ vengono fissati degli elementi di contenimento (70, 71, 72), in forma ad esempio di cilindri cavi che vengono fissati alla piastra inferiore 4’’’ attraverso il piatto di fissaggio 72 che viene bullonato o avvitato alla piastra (vedasi i fori 72’ nel piatto 72 per il passaggio delle viti in figura 13).
Come meglio dettagliato nel seguito, l’elemento di contenimento (70, 71, 72) è preferibilmente, ma non necessariamente, formato da una parte girevole intorno all’asse verticale (Z_1) del modulo ed in particolare la parte sovrastante al piatto di fissaggio 72 è la parte girevole.
Fermo restando quanto detto, ovviamente sarebbero comunque possibili conformazioni perimetrali del telaio anche diverse, senza per questo allontanarsi dal presente concetto inventivo.
Il telaio serve da supporto per sorreggere almeno una unità di movimentazione così di seguito strutturata e descritta:
- Un elemento girevole di movimentazione (1), connesso appunto alla sua sede 70 per come meglio descritto nel seguito;
- Un elemento girevole condotto (21), che prende il moto per contatto e connesso girevolmente ad un’altra parte del telaio, in particolare alla gamba 4b;
- Una cinghia che collega girevolmente i due elementi tra loro.
Ogni unità di movimentazione prevede una ruota girevole di movimentazione 1 girevolmente connessa alla sua struttura di contenimento 70, che può considerarsi dunque parte del telaio.
In particolare, tale ruota 1 può presentare una forma simmetrica rispetto ad un piano trasversale che coincide con la realizzazione di una gola 2 che gira tutta intorno alla ruota. La ruota può dunque avere una conformazione generalmente cilindrica e avente tale gola 2 sul piano di simmetria trasversale. La gola serve al passaggio di una cinghia 6 di trasmissione del moto evitando che sporga oltre la superficie di contatto della ruota stessa.
La cinghia può essere dentata o liscia e, conseguentemente, la gola può essere dentata o liscia.
Chiaramente la soluzione liscia, che funziona esclusivamente per attrito, è la soluzione costruttivamente più semplice.
Come mostrato in figura 2 ed in figura 13, la ruota 1 è resa girevole in quanto forata assialmente lungo il suo asse longitudinale e predisponendo al suo interno dei cuscinetti di rotazione 11, come ben noto nel settore.
E’ poi previsto un albero 5 calettato alle pareti dell’elemento di contenimento 70, dunque fisso che non ruota, e inserito nel canale passante della ruota, in particolare inserito attraverso il canale delimitato dai cuscinetti montati nel foro assiale della ruota, dunque vincolato ai cuscinetti (vedasi anche figura 2).
In questo modo la ruota 1 è girevole in modo folle intorno all’albero 5 e con l’albero 5 fissato alla struttura dell’elemento di contenimento 70.
Il moto della ruota 1 è ottenuto grazie alla trasmissione della cinghia 6 e la cinghia 6, in accordo all’invenzione, viene adesso movimentata da un sistema girevole 20 (vedasi figura 12) che evita il passaggio della cinghia intorno all’albero motorizzato 110 e che viene posto a contatto con detto albero motorizzato 110.
In particolare è prevista una ruota condotta 21 che si collega girevolmente alla gamba 4b che rappresenta il prolungamento inferiore del telaio (vedasi ad esempio sempre figura 13).
Più in particolare è prevista la ruota condotta 21 supportata dal perno 22 rispetto a cui è montata girevolmente. Il perno 22 è fissato, a sua volta, al supporto 4b.
Il perno presenta una zona centrale 22’ con una lavorazione di foro per il fissaggio attraverso vite o similari alla gamba 4b. Tale connessione al perno 22 può avere un minimo di gioco per consentire alle ruote di adattarsi meglio durante il contatto.
Al centro del supporto 4b, attraverso foro verticale 50’, passa il perno 50 di trasmissione del moto di orientamento delle ruote (vedasi sempre figura 13).
Il perno 50 è solidale con la ruota dentata 51 che è in presa (o ingrana che dir si voglia) con il supporto ruota 71.
Anche in questo caso, vedasi ad esempio anche figura 2, la rotazione di tale ruota condotta 21 è ottenuta forando assialmente la ruota e fissandovi i cuscinetti di rotazione per poi predisporre, nel passaggio assiale, l’albero 22 connesso al telaio. La ruota 21 è del tutto similare a quella 1 sopra descritta per cui presentando una gola 23 in modo tale che la cinghia (o altro elemento di trasmissione sopra descritto) passi nella gola risultando le due gole perfettamente in asse tra loro.
La ruota 21 è dunque girevole in modo folle anche essa intorno ad un asse longitudinale relativo all’albero 22, ed è evidente che una messa in rotazione di tale ruota 21 trasmette una medesima rotazione, attraverso la cinghia 6, alla ruota 1.
Sia la ruota 21 che la ruota 22 ruotano dunque intorno ad un asse longitudinale relativo all’albero su cui sono montati (asse parallelo al piano definito dalle piastre 4’’ e 4’’’ del modulo).
La connessione all’albero può essere tale per cui esse ruotano intorno all’albero rispettivo, il quale albero è fissato per i suoi estremi ad una parte fissa di struttura oppure, in alternativa, nulla esclude l’ovvia variante di calettare le ruote all’albero rispettivo, vincolando girevolmente con cuscinetti gli estremi dell’albero alla struttura portante a cui si fissa.
Detto ciò, la caratteristica di tale ruota 21 è che essa acquisisce il moto per attrito di contatto contro l’albero motorizzato 110, tale per cui la rotazione dell’albero 110 porta per contatto in rotazione la ruota 21.
Da qui deriva dunque in modo chiaro il motivo della dicitura di soluzione “a contatto” come introdotto all’inizio della descrizione.
L’albero 110 ruota grazie ad un motore e la ruota 21, in contatto con l’albero, viene trascinata in rotazione per semplice attrito attraverso il contatto.
A tal scopo la superfice esterna della ruota 21 può essere rivestita e trattata in modo tale da avere un alto coefficiente di attrito, quale ad esempio un rivestimento in gomma o altri materiali ad alto coefficiente di attrito.
La stessa ruota 21 potrebbe interamente essere realizzata in gomma.
A differenza dell’arte nota, dunque, la cinghia non viene più passata intorno all’albero motorizzato 110 ma viene passata intorno ad una ruota indipendente 21 solidale all’intero modulo, dunque girevole rispetto alla struttura del modulo, e che acquisisce il moto per contatto.
In caso di manutenzione, dunque, l’operazione di manutenzione risulta enormemente semplificata in quanto non è più necessario alcun smontaggio della cinghia dato che l’intero assieme (modulo che dir si voglia) può adesso essere sollevato e rimosso e l’assieme include la cinghia come elemento proprio che fascia due ruote del modulo stesso.
Infatti, come si evince dalla indicazione di figura 4 e dalla equivalente figura 11, è possibile rimuovere immediatamente qualsiasi modulo (m1, m2…mn) per ragioni di manutenzione sostituendolo subito con un modulo identico funzionante. E’ sufficiente una semplice operazione di sollevamento e riposizionamento. In questo modo la manutenzione non richiede alcun fermo macchina in quanto un modulo guasto rimosso viene subito sostituito con un modulo uguale funzionante.
Come meglio mostrato nella vista dall’alto di figura 3 e, ad esempio, nelle figure 12 e 13, ogni modulo può prevedere ad esempio quattro unità di movimentazione connesse al telaio.
La figura 4 fa vedere in modo molto chiaro l’albero motorizzato 110 che acquisisce il moto da un motore esterno (in modo diretto o indiretto) e che trasmette il moto alle ruote 21 per contatto grazie all’attrito.
La figura 5 mostra una ulteriore vista laterale del modulo con sopra l’oggetto 200 da movimentare e la direzione di movimentazione.
Come si evince chiaramente dalla figura 12, il perno 50 del modulo è in una posizione centrale del modulo e dunque coincidente con l’asse verticale (Z) del modulo (asse verticale al piano delle piastre 4’’ e 4’’’).
Il blocco 4b è forato con foro 50’ passante per il passaggio del detto perno 50 (vedasi infatti figura 13).
Le due coppie di ruote 21 previste per ogni modulo (vedasi le indicazioni numeriche 20 in figura 12) vanno in contatto con un albero motorizzato 110. Dunque in una pista lunga formata da molti moduli affiancati vi saranno un predeterminato numero di alberi 110 ogni uno in contatto con la serie di gruppi 20 dei moduli e ciò è ad esempio schematizzato in figura 3 o in figura 12.
Tornando brevemente alla figura 4, questa schematizza con la numerazione 210 la struttura portante fissa del piano di movimentazione e a cui si fissano, in modo removibile, i suddetti moduli nella posizione in cui le ruote 21 sono in contatto con l’albero 110.
Come infatti schematizzato nella figura 6, si evidenzia una porzione di struttura portante fissa 210 che conforma tale piano di movimentazione e si evidenziano delle spine 220 che servono per un rapido centraggio e posizionamento di ogni modulo. Ogni modulo viene dunque appoggiato sulla struttura fissa 210 avendo cura che le spine (generalmente quattro per modulo) si inseriscano in preposte aperture riceventi poste agli angoli di ogni modulo.
E’ dunque evidente come, in accordo a tale soluzione, il posizionamento e la rimozione di ogni modulo è praticamente immediato.
Come si evince sempre dalla figura 6, è previsto un certo gioco (G) tra l’estremità superiore della struttura fissa 210 e la piastra inferiore 4’’’. Grazie a questo gioco è possibile recuperare automaticamente l’usura delle ruote 21 di contatto.
Il gioco è ottenuto dallo spessore utile delle ruote 21 che vanno in appoggio sull’albero 110.
Infatti, via via che queste si usurano, il peso stesso del modulo (eventualmente a cui si aggiunge anche il peso dell’oggetto movimentato) tende a spingere sempre l’intero modulo, e dunque le ruote 21, verso il basso e dunque mantenendo sempre un contatto di dette ruote contro l’elemento 110 (vedasi verso di freccia P). Grazie dunque a tale gioco G, il modulo si può progressivamente abbassare risultando sempre in contatto anche quando le ruote si usurano.
Il gioco G, dunque anche la lunghezza dei perni di fissaggio, è selezionato di una misura che corrisponde ad esempio allo spessore utile delle ruote 21 entro le quali le ruote conducono bene per attrito. Via via che le ruote si consumano il modulo si abbassa, grazie al gioco G, scorrendo lungo le spine e mantenendo le ruote sempre a contatto; tale abbassamento continua sino a quando il gioco G si azzera (cioè piatto 4’’’ in appoggio sulla base della struttura 210) e con tale azzeramento che corrisponde alla massima usura delle ruote 21 oltre il quale vanno sostituite.
Le sedi di fissaggio alle spine sono mostrate ad esempio in figura 12 con la dicitura (f’). Queste sedi, o fori quando i moduli sono accoppiati, sono dunque delle guide vere e proprie.
Essi sono in forma di un semi-cerchio che diviene un cerchio quando un modulo è accoppiato, cioè affiancato, ad un altro modulo.
Con la dicitura f vengono invece indicati i fori per le viti che collegano ed impacchettano tra loro la piastra superiore a quella inferiore rendendo un corpo solidale ogni modulo.
Le ruote, dunque gli elementi girevoli 1 e 21, sono mostrati molto bene ad esempio anche nella vista dall’alto di figura 3.
Tali ruote potrebbero benissimo essere di qualsiasi forma e dunque anche in forma di cilindri maggiormente più lunghi di quelli rappresentati in figura 3 come anche di conformazione sostanzialmente sferica e senza per questo allontanarsi dal presente concetto inventivo.
In uso, dunque, semplicemente predisponendo tali moduli sulla struttura portante fissa 210 accadrà che le ruote 21 si troveranno in contatto con l’albero motorizzato 110. Ogni modulo è sostenuto interamente dalle ruote 21 che poggiano sull’albero motorizzato in quanto il modulo è semplicemente centrato sulle spine 220 che si inseriscono nelle guide (f’) e dal perno 50 (come chiarito nel seguito) che si accoppia all’attuatore ma con il modulo libero di traslare verticalmente lungo le guide verticali (f’) con un minimo di tolleranza definito dal gioco (G). In questo modo si può recuperare con gioco (G) l’usura delle ruote e, in aggiunta, il peso dell’oggetto movimentato ha una azione di schiacciamento su ogni modulo facendo si che questo risulti maggiormente pressato contro l’albero 110. Ciò si traduce in una maggiore pressione delle ruote 21 contro l’albero 110 e dunque in un maggiore attrito e migliore trasmissione del moto. In sostanza grazie a tale soluzione, il peso stesso degli oggetti da movimentare migliora la funzionalità.
Come si evince dalla figura 3, sono previsti una pluralità di moduli affiancati tra loro per cui è ovvio che, nel complesso, il piano di movimentazione prevedrà una pluralità di alberi motorizzati 110. La figura 3 indica con la freccia la presenza degli alberi motorizzati e l’asse 50 di calettamento di ogni modulo.
Andando avanti nella descrizione strutturale dell’invenzione, descriviamo adesso in modo più approfondito il sistema che consente di modificare l’orientazione delle unità di movimentazione di ogni modulo, facendo sì che ogni ruota 1 possa ruotare intorno ad un asse (Z_1) coincidente con l’asse (Z) del perno 50, come anche mostrato dalle figure 6 in poi.
Tale soluzione viene qui definita “a perno di innesto”.
In arte nota, era già precedentemente possibile modificare l’orientazione delle ruote 101 (vedasi figura 1) ma con ingranaggi di trasmissione che contribuivano a rendere ancora più complicata l’operazione di manutenzione e dunque di rimozione del modulo.
Infatti non solo era necessario dover svincolare la cinghia 106 dall’albero 110 ma, oltretutto, era necessario scollegare i vari meccanismi che controllano il cambio di orientazione delle ruote 101, cambio necessario per modificare la direzione di avanzamento del prodotto.
Ciò premesso, un ulteriore aspetto dell’invenzione riguarda proprio il sistema di rotazione delle ruote 1, il quale sistema adottato (cioè a perno di innesto come chiarito nel seguito) si integra perfettamente con la soluzione a “contatto” contribuendo dunque a mantenere tale modularità con estrazione e riposizionamento facilitato di ogni modulo costituente la pista.
La soluzione a “contatto” sopra descritta, con riferimento ad esempio a tutte le figure dalla 2 alla 5, può ad esempio essere adottata su soluzioni che non necessariamente richiedono un cambio di rotazione delle ruote 1. Per come detto, tale soluzione a contatto ha l’enorme vantaggio di consentire una facile rimozione e riposizionamento di ogni modulo, per cui consentendo di effettuare delle manutenzioni in modo rapidissimo e di fatto senza fermi macchina.
Se si vuole integrare a questo sistema “a contatto” anche un sistema di rotazione delle ruote 1, la seguente descrizione riporta dunque il sistema di controllo della rotazione “a perno di innesto” il quale è specificatamente studiato al fine di mantenere la modularità e la facilità di sostituzione.
In questo modo, la soluzione a “contatto” può dunque essere dotata di sistema di regolazione della rotazione delle ruote 1 “con perno ad innesto” senza perdere in modularità e mantenendo le sue caratteristiche di facile sostituzione/manutenzione.
Resta comunque intesto che, seppur tale soluzione di a perno di innesto sia ottimale per la soluzione a “contatto”, avendo con essa una perfetta sinergia comune volte a rendere il modulo sostituibile con una rapida manutenzione, nulla esclude che tale soluzione a perno di innesto possa essere utilizzata su soluzioni di arte nota come quella di figura 1, avendo comunque in tal caso l’effetto di semplificare strutturalmente il sistema di controllo della rotazione delle ruote del piano di movimentazione.
La soluzione dunque “a contatto” e il sistema “a perno di innesto” di seguito descritto, possono dunque coesistere in una unica soluzione ma possono anche essere tra loro indipendenti e dunque avendo una soluzione di arte nota che monta tale sistema di controllo della rotazione a perno di innesto oppure una soluzione “a contatto” che invece monta uno dei classici sistemi di controllo della rotazione di arte nota oppure non monta alcun sistema di controllo della rotazione delle ruote 1 per cui mantenendo direzioni di avanzamento fisse.
Tutto ciò premesso, passiamo a descrivere nel dettaglio tale soluzione a“perno di innesto”.
La figura 7 mostra la soluzione“a perno di innesto” in questo caso (non limitativo) applicato alla soluzione “a contatto” sopra descritta.
La soluzione a perno d’innesto prevede essenzialmente un perno 50, evidenziato in linea più marcata in figura 8 oppure nella vista assonometrica di figura 12 e 13.
Il perno di innesto è cinematicamente collegato con i componenti del modulo di seguito descritti al fine di controllare una rotazione delle ruote 1.
Il perno, grazie alla sua forma allungata, si inserisce in presa in un apposito attuatore 60 configurato per riceverlo e il quale attuatore viene comandato per ruotare in un verso o nel verso opposto per poi mantenere le ruote nella posizione ruotata prescelta. In questo modo, la rotazione dell’attuatore 60 conduce solidalmente in rotazione il perno 50. La rotazione del perno comanda la rotazione delle ruote 1 per come di seguito dettagliato.
L’attuatore 60 può essere di qualsiasi tipologia, ad esempio attuatore rotativo elettrico, meccanico o pneumatico a seconda delle esigenze.
Gli attuatori sono di per se noti e dunque non oggetto specifico dell’invenzione. Uno qualsiasi di essi potrà essere selezionato tra quelli disponibili in commercio.
L’attutare ha un innesto 61 che ha forma ad esempio quadrangolare o rettangolare in modo tale che possa impegnarsi con il perno 50 avente medesima sezione e trascinarlo in rotazione per via della presenza dei sottosquadri suddetti. Ad esempio la figura 12 mostra nell’estremità del perno di innesto 50 delle lavorazioni di fresatura che servono a creare delle facce piane (sottosquadri) attraverso cui, a seguito di innesto nell’attuatore, si esercita la presa per la rotazione.
Il perno 50, per come chiarito nel seguito, è solidale alla struttura del modulo (si collega infatti alla piastra inferiore 4’’’ rispetto a cui può ruotare liberamente) tale per cui, quando uno dei moduli (m1, m2, …mn) viene estratto come ad esempio da figure 4 (vedasi verso di estrazione), figura 8 (vedasi verso di estrazione) o figura 11, l’estrazione e l’eventuale reinnesto con un modulo sostitutivo è immediato. Il perno consente infatti un innesto rapido con l’attuatore.
La soluzione del modulo, dunque, che prevede le ruote 21 a contatto con l’albero motorizzato possono prevedere, dunque, anche un siffatto sistema ad innesto per il controllo dell’orientazione delle rute 1 (vedasi ad esempio figura 2), in modo tale che il sistema di controllo della rotazione ad innesto contribuisca anche esso ad una facile rimozione e sostituibilità del modulo.
Le figure 10A e 10B mostrano una sequenza di rotazione dell’orientazione delle ruote di un modulo qualsiasi e si evidenzia appunto in figura 10A una orientazione che determina una movimentazione degli oggetti nel verso della freccia A1 mentre la figura 10B mostra una orientazione che mostra una rotazione delle ruote di 45° angolari e dunque ruotando il percorso della movimentazione degli oggetti di 45°.
Entrando maggiormente nel dettaglio descrittivo dal punto di vista strutturale, il perno 50 monta in modo solidale ad esso una ruota dentata 51.
La ruota dentata 51 è fissata all’estremità del perno dalla parte opposta a quella di inserimento o calettamento del perno nell’innesto 61 dell’attuatore 60.
Ciò è ad esempio evidente anche nella figura assonometrica 13, in cui è mostrato il perno di innesto 50 con la ruota dentata ad esso solidale.
In questo modo la rotazione del perno 50 trascina in modo solidale in rotazione la ruota 51.
La ruota dentata 51, per come dettagliato nel seguito, conduce in rotazione intorno al loro asse longitudinale (Z_1) le ruote 1 del modulo (vedasi in figura 8 l’asse longitudinale Z_1 delle ruote 1 del modulo o figura 12 ad esempio).
Innanzitutto, il perno 50 è ovviamente connesso al modulo in modo tale da farne parte come un tutt’uno. In particolare esso passa attraverso un foro della piastra inferiore 4’’’ e attraverso il foro 50’ della gamba 4b (vedasi figura 13) con in fori che consentono una libera rotazione intorno al suo asse. All’interno della gamba 4b il perno viene bloccato contro l’estrazione attraverso l’uso di normali anelli Seeger.
La piastra superiore 4’’ (visibile anche essa in figura 2 a cui si rimanda) è stata omessa in detta figura 13 per ragioni di chiarezza rappresentativa del disegno.
Sulla piastra inferiore 4’’’ vengono fissate le ruote 1 le quali sono incernierate alle pareti del contenitore cilindrico 70 sopra già introdotto. Tale cilindro 70 è cavo internamente (dunque un tubo passante) per accogliere al suo interno la ruota e il passaggio di cinghia e che, come descritto in figura 2, tale ruota 1 viene applicata girevolmente intorno al suo albero ed il cui albero si fissa alla struttura del cilindro.
Il cilindro 70 monta inferiormente, ad esso solidale, la ruota dentata 71 ed il piatto di fissaggio 72.
Il cilindro 70 con la sua ruota dentata 71 sono un corpo solidale che è girevole intorno all’asse Z_1 rispetto al piatto di fissaggio 72.
La connessione tra il piatto di fissaggio 72 e il componente superiore 70 è tale per cui la parte superiore (70, 71) può ruotare intorno all’asse Z (ad esempio un accoppiamento con un perno che ruota in un foro).
La connessione rotativa tra il piatto di fissaggio 72 e la parte superiore (70, 71) è ottenuta in modo molto semplice facendo sì che il piatto 72 sia provvisto di un anello cilindrico cavo che si innalza ortogonalmente da esso e che si inserisce entro il condotto cilindrico formato dalla parte superiore (70, 71) con un accoppiamento dunque girevole.
Ovviamente le parti 70, 71 e 72 sono tutte passanti per il passaggio di cinghia.
Lo sfilamento lungo l’asse Z tra la parte (70, 71) e la parte inferiore 72 è evitato generalmente grazie alla forza elastica delle cinghie che fascia le due ruote 1 e 21 ed impacchetta il tutto con una certa forza elastica che tende ad avvicinare la parte (70, 71) alla parte 72.
La posizione ruotata viene mantenuta fissa dall’attuatore.
Il piatto di fissaggio si fissa alla piastra 4’’’ e, per come già descritto, ogni piatto contiene quattro cilindri 70 e dunque quattro ruote 1.
Il cilindro 70, per come già descritto, forma un passaggio passante (vedasi anche le figure 2 e rimanenti figure) per il passaggio della cinghia.
Ogni ruota dentata 71 risulta dunque in presa con la ruota dentata 51 appartenente al perno di innesto 50.
Il perno di innesto 50 è a sua volta inserito in un attuatore che mantiene fissa la posizione e la modifica azionando la rotazione quando necessario.
La rotazione del perno di innesto 50, attraverso attuatore, viene trasmessa alla ruota dentata 51 che conduce in rotazione il cilindro 70 e, di conseguenza, fa girare la ruota intorno all’asse Z_1 di un certo angolo in quanto solidale al cilindro 70.
La trasmissione a ruote dentate (51, 71) che tra loro ingranano è la soluzione che consente una rotazione angolare molto precisa e con l’attuatore che mantiene la posizione selezionata.
Non si esclude tuttavia una variante in cui le ruote dentate (51, 71) sono sostituite da ruote lisce in contatto per attrito anche se, in tal caso, la rotazione non solo non è precisa ma sono possibili scivolamenti tra le ruote in presa che modificano l’angolazione delle ruote 1 durante il loro funzionamento.
Questa soluzione, dunque, anche se percorribile non è preferita.
L’attuatore, ovviamente, consente al perno 50 di abbassarsi ulteriormente a seguito di innesto di una quantità minima equivalente la recupero del gioco (G) sopra introdotto.

Claims (10)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Un assieme per la formazione di una pista di movimentazione per oggetti in genere, detto assieme comprendendo: - Un telaio (4) e; - Almeno un’unità di movimentazione (10, 6, 20) fissata almeno in parte al telaio, detta unità di movimentazione comprendendo: - Almeno un elemento girevole di movimentazione (1) montato girevolmente intorno ad un asse di rotazione (5) in modo tale che la sua rotazione causi l’avanzamento dell’oggetto su di esso posto lungo una direzione di avanzamento; - Caratterizzato dal fatto che detta unità di movimentazione comprende ulteriormente un elemento girevole condotto (21) connesso girevolmente ad una parte del detto telaio e cinematicamente cooperante con detto elemento girevole di movimentazione (1) in un modo tale per cui una rotazione acquisita da detto elemento girevole condotto (21) viene trasmessa a detto elemento girevole di movimentazione (1).
  2. 2. Un assieme, secondo la rivendicazione 1, in cui detto elemento girevole condotto (21) è configurato per acquisire il suo moto di rotazione attraverso il contatto contro una superficie (110) mobile, ad esempio un albero girevole (110).
  3. 3. Un assieme, secondo la rivendicazione 1 o 2, in cui detto elemento girevole condotto (21) è cinematicamente cooperante con detto elemento girevole di movimentazione (1) attraverso un elemento ad anello chiuso (6) che li fascia entrambi almeno in parte, preferibilmente detto elemento ad anello chiuso (6) essendo una cinghia di trasmissione, ad esempio della tipologia liscia o dentata.
  4. 4. Un assieme, secondo una o più delle precedenti rivendicazioni, in cui detto elemento girevole di movimentazione (1) e detto elemento girevole condotto (21) sono forati assialmente ed in cui è previsto un albero (5, 22) predisposto in detto foro assiale che si fissa ad un supporto in modo tale che detti elementi risultino girevoli in modo folle intorno all’asse longitudinale definito da detto albero.
  5. 5. Un assieme, secondo una o più delle precedenti rivendicazioni, in cui detto assieme comprende uno o più guide (f’) ricavate nel telaio e configurate per ricevere i perni (220) emergenti da una struttura portante fissa (210) a cui l’assieme in uso si fissa in modo amovibile per la formazione della detta pista in modo tale che si generi, in uso, un gioco (G) che consente una traslazione verso il basso lungo detti perni (220) lungo le guide (f’).
  6. 6. Un assieme, secondo una o più delle precedenti rivendicazioni, in cui è compreso un sistema di rotazione per condurre in rotazione l’elemento girevole di movimentazione (1) intorno al suo asse verticale (Z_1), detto sistema di rotazione comprendendo un perno d’innesto (50) di predeterminata lunghezza e configurato per inserirsi, in modo separabile, in un innesto ricevente (61) di un attuatore rotativo (60) atto a condurre in rotazione detto perno di innesto (50), detto perno (50) comprendendo una prima ruota di trasmissione (51), preferibilmente una prima ruota dentata, la quale è in presa con una seconda ruota di trasmissione (52), preferibilmente una seconda ruota dentata, solidale ad un corpo di contenimento (70) formante una sede entro cui è vincolato attraverso detto albero (5) detto elemento girevole di movimentazione (1) tale per cui la rotazione del perno di innesto viene trasmessa al corpo di contenimento (70) che ruota intorno ad un asse parallelo all’asse longitudinale del detto perno.
  7. 7. Un assieme, secondo una o più delle precedenti rivendicazioni, in cui detto assieme è modulare in modo tale che l’accostamento tra più moduli consenta la formazione di una pista di movimentazione di lunghezza e/o larghezza variabile.
  8. 8. Una pista di movimentazione per oggetti in genere e comprendente: - Almeno un albero girevole conduttore (110) configurato per acquisire la sua rotazione da un sistema motorizzato; - Una struttura portante fissa (210); - Uno o una pluralità di assiemi, secondo una o più delle precedenti rivendicazioni, predisposti su detta struttura portante fissa in modo tale da formare il piano di movimentazione della pista, la predisposizione di detti assiemi sulla struttura portante essendo tale per cui ogni elemento girevole condotto (21) appartenente all’unita di movimentazione di detto assieme risulta in contatto con detto albero girevole conduttore (110) in modo tale da acquisire il moto di rotazione attraverso contatto.
  9. 9. Un metodo per porre in rotazione, intorno ad un suo asse di rotazione (5), l’elemento girevole di movimentazione (1) di una pista di movimentazione per oggetti, il metodo prevedendo la predisposizione di un elemento girevole condotto (21) girevole intorno ad un asse di rotazione e cinematicamente connesso con detto elemento girevole di movimentazione in modo tale che una sua rotazione venga trasmessa a detto elemento girevole di movimentazione (1) e con detto elemento girevole condotto che acquisisce la sua rotazione per contatto contro una superficie di azionamento mobile, ad esempio un albero girevole motorizzato, preferibilmente la connessione cinematica tra l’elemento girevole condotto e l’elemento girevole di incernieramento essendo ottenuta con una cinghia di trasmissione che fascia detti due elementi.
  10. 10. Un metodo per creare una pista di movimentazione per oggetti in genere, detto metodo comprendendo la predisposizione di: - Uno o più assiemi come da una o più delle precedenti rivendicazioni dalla 1 alla 8; - Una struttura portante fissa (210) a cui fissare detti assiemi; - Almeno un albero girevole conduttore (110) configurato per acquisire la sua rotazione da un sistema motorizzato; - Il metodo prevedendo la predisposizione di detti assiemi alla struttura portante fissa (210) in modo tale che l’elemento girevole condotto (21) di ogni assieme risulti in contatto con l’albero girevole conduttore (110) tale per cui la messa in rotazione di detto elemento girevole condotto (21) avviene per contatto con detto albero girevole conduttore (110).
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