IT201800011017A1 - Campana di formatura per la formatura di una carcassa di un penumatico - Google Patents

Campana di formatura per la formatura di una carcassa di un penumatico Download PDF

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IT102018000011017A
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Massimo Lenti
Michele Weber
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Marangoni Mecc S P A
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Description

DESCRIZIONE
del brevetto per invenzione industriale dal titolo:
“CAMPANA DI FORMATURA PER LA FORMATURA DI UNA CARCASSA DI UN PNEUMATICO”
La presente invenzione è relativa ad una campana di formatura per la realizzazione di una carcassa di un pneumatico.
Per la realizzazione della carcassa di un pneumatico è noto di sovrapporre una pluralità di tele gommate e di pressarle l’una sull’altra, generalmente mediante un processo si rullatura per eliminare eventuali bolle d’aria e portare le tele ad aderire l’una all’altra così da realizzare un corpo tubolare omogeneo. Le porzioni terminali libere assialmente opposte del corpo tubolare stesso vengono, quindi, deformate verso l’interno e risvoltate su loro stesse così da realizzare relativi canali anulari atti ad accogliere ciascuno un relativo anello tallone.
Le operazioni di formatura sopra descritte vengono effettuate utilizzando un gruppo di formatura carcasse, il quale comprende un tamburo di formatura motorizzato girevole attorno ad un proprio asse orizzontale e presentante una superficie esterna cilindrica di appoggio delle tele gommate. Il gruppo comprende poi una ulteriore coppia di tamburi di appoggio atti ad essere disposti da parti assiali opposte del tamburo di formatura e comunemente noti come “campane di formatura”. Le campane, che non sono altro che comuni tamburi a diametro fisso, presentano, ciascuna, una propria superficie cilindrica esterna di appoggio, la quale ha un diametro esterno uguale al diametro del tamburo di formatura. Durante la fase di sovrapposizione e della successiva fase di rullatura delle tele, le campane sono mantenute accostate al tamburo di formatura e le loro superfici esterne costituiscono prolungamenti opposti della superficie di appoggio dello stesso tamburo di formatura.
Prima della successiva fase di deformazione delle citate porzioni terminali, le campane vengono allontanate dal tamburo di formatura lasciando che le tele costituenti le relative porzioni terminali sporgano a sbalzo dal tamburo di formatura e possano essere così deformate e risvoltate.
Sebbene universalmente utilizzati, i gruppi di formatura noti risultano essere scarsamente soddisfacenti soprattutto per il fatto che non permettono di innalzare il livello qualitativo della carcassa formata. Le carcasse presentano, infatti, in molti casi, difetti superficiali e, a volte, anche strutturali, quali striature, rigature, deformazioni localizzate.
Sperimentalmente si è potuto constatare che i difetti di cui sopra sono essenzialmente conseguenti al formarsi di disallineamenti tra le superfici del tamburo e quelle delle campane che inevitabilmente si manifestano a seguito di giochi e inevitabili usure conseguenti ai continui avvicinamenti e distanziamenti delle campane.
Oltre a questo, la rimozione delle campane dopo la fase di rullatura risulta, in alcuni casi, difficoltosa a seguito di parziali incollaggi delle tele gommate alle stesse campane e questo genera, in alcuni casi, indesiderati tensionamenti, deformazioni e rigature delle tele.
La rimozione, l’allontanamento ed il temporaneo immagazzinamento delle campane note richiedono spazi di manovra elevati, l’uso di attrezzature di movimentazione dedicate, anche loro di per sé ingombranti, e l’utilizzo di personale esperto. Per queste ragioni, i gruppi noti risultano essere relativamente costosi sia da un punto di vista realizzativo, che di gestione.
Scopo della presente invenzione è quello di realizzare una campana di formatura per la formatura di una carcassa di un pneumatico, le cui caratteristiche realizzative permettano di risolvere in maniera semplice ed economica i problemi sopra esposti e, in particolare, consentano di realizzare carcasse di pneumatici di elevata ed invariante qualità strutturale, geometrica e dimensionale.
Secondo la presente invenzione viene realizzata una campana di formatura per la formatura di carcasse di pneumatici, come rivendicata nella rivendicazione 1.
L’invenzione verrà ora descritta con riferimento ai disegni annessi, che ne illustrano un esempio di attuazione non limitativo, in cui:
- la figura 1, illustra, in sezione e sostanzialmente a blocchi, una preferita forma di attuazione di un gruppo di formatura per la realizzazione di una carcassa di un pneumatico, presentante campane di formatura realizzate secondo i dettami della presente invenzione;
le figure da 2 a 5 sono figure analoghe alla figura 1 ed illustrano parzialmente l’impianto della figura 1 in quattro diverse condizioni funzionali;
le figure 6 e 7 illustrano, in sezione, due diverse fasi di formatura della carcassa del pneumatico;
le figure 8 e 9 illustrano, in vista prospettica ed in scala ingrandita con parti asportate per chiarezza, la campana di formatura secondo l’invenzione disposta in due diverse condizioni funzionali; e
le figure 10 e 11 illustrano, in vista prospettica ed in scala fortemente ingrandita, un particolare della figura 8 e, rispettivamente, un particolare della figura 9.
Nella figura 1, con 1 è indicato, nel suo complesso, un gruppo di formatura per la formatura di una carcassa 2 (figure 6 e 7) di un pneumatico. Il gruppo 1 comprende un albero 3 di supporto motorizzato assialmente fisso e girevole attorno ad un suo asse 4 sotto la spinta di un attuatore 5 schematicamente illustrato in fig. 1.
Il gruppo 1 comprende, inoltre, un tamburo 6 di formatura, di per sé noto e non descritto in dettaglio, il quale circonda l’albero 3 ed è accoppiato all’albero 3 stesso coassialmente all’asse 4 in posizione assialmente ed angolarmente fissa, così da ruotare all’unisono con l’albero 3 stesso.
Il tamburo 6 presenta due pareti frontali 7 sagomate, una sola delle quali è visibile nella figura 1, ed una parete tubolare 8 delimitata esternamente da una superficie 9 cilindrica coassiale all’asse 4 e, in uso, di appoggio di tele gommante T, una sola delle quali è illustrata nella figura 1, per la formatura della carcassa 2.
Sempre con riferimento alla figura 1, il gruppo 1 comprende, inoltre, due moduli 10 di formatura disposti lungo l’asse 4 da parti assiali opposte del tamburo 2 di formatura.
I due moduli 10, che sono fra loro identici, circondano, ciascuno, un relativo tratto dell’albero 3 e sono accoppiati all’albero 3 stesso in posizione angolarmente fissa per ruotare all’unisono con il tamburo 2.
Ciascun modulo 10 comprende una rispettiva struttura cava 11, la quale è mobile in sensi opposti lungo l’albero 3 da e verso il tamburo 2 sotto la spinta di un attuatore 12, schematicamente illustrato, preferibilmente un attuatore elettromeccanico.
Ciascuna struttura 11 comprende un corpo tubolare interno 14 accoppiato all’albero 3 in maniera scorrevole lungo l’asse 4 in posizione angolarmente fissa, un corpo tubolare esterno 15 circondante il corpo tubolare interno 14 ed una parete anulare 16 di fondo, dalla quale si estendono a sbalzo entrambi i corpi tubolari 14 e 15 verso la relativa parete frontale 7 del tamburo 2 di formatura.
Il corpo tubolare esterno 15 presenta un diametro esterno massimo minore del diametro esterno della superficie 9 del tamburo 2.
Con riferimento alle figure 2 e 3, il corpo tubolare interno 14 presenta, a partire dalla parete 16 un tratto tubolare 18 ed un tratto tubolare 19 avente un diametro esterno minore del diametro esterno del tratto tubolare 18 e collegato al tratto tubolare stesso 18 da una parete radiale 20 ortogonale all’asse 3.
Il corpo tubolare esterno 15 delimita con i tratti tubolari 18 e 19 rispettive cavità anulari 21 e 22 comunicanti fra loro e, delle quali, la cavità 22 presenta una apertura di 23 ingresso rivolta verso la relativa superficie frontale 7 del tamburo 2.
Sempre con riferimento alla figura 1, ciascun modulo 10 comprende, inoltre, una relativa campana 25 di formatura collassabile, la quale comprende, a sua volta, un proprio albero o mozzo tubolare 26 di attacco e supporto, il quale circonda il corpo tubolare interno 14 coassialmente all’asse 4 ed è accoppiato al corpo tubolare interno 14 in maniera assialmente scorrevole ed in posizione angolarmente fissa. Ciascun mozzo 26 presenta una forma complementare a quella del corpo tubolare interno 14 e comprende, sempre a partire dalla parete 16, un tratto tubolare 27 accoppiato a scorrimento ed a tenuta di fluido al tratto 18, un tratto tubolare 28 avente un diametro interno minore del diametro interno del tratto tubolare 27. Il tratto tubolare 27 è accoppiato al tratto tubolare 19 in maniera scorrevole ed a tenuta di fluido ed è stabilmente collegato al tratto tubolare 28 da una parete radiale 29 disposta affacciata alla parete radiale 20. I tratti tubolari 19 e 27 e le pareti radiali 20 e 29 costituiscono parte di un attuatore lineare pneumatico 30 completamente alloggiato all’interno del relativo modulo 10 e delimitano fra loro una camera 31 a volume variabile dello stesso attuatore 30. La camera 31 è collegata, in modo di per sé noto, ad un gruppo di pressurizzazione/depressurizzazione per traslare il mozzo 26 in sensi opposti rispetto ai corpi tubolari 14 e 15, come verrà meglio spiegato nel seguito.
Con riferimento alla figura 3, e, in particolare, alle figure da 8 a 11, ciascuna campana 25 è una campana configurabile atta ad essere disposta in due diverse configurazioni radiali, di cui una operativa o radialmente espansa e di massimo diametro, illustrata nelle figure 3, 8 e 10, in cui presenta un diametro esterno uguale al diametro esterno del tamburo 2, ed una di riposo o radialmente collassata e di minimo diametro, illustrata nelle figure 1,2,4,5,9 e 11. Quando disposte nelle loro configurazioni di riposo, ciascuna campana 25 presenta un ingombro tale da poter essere completamente alloggiata all’interno della relativa cavità 22 attraverso il relativo ingresso 23, come visibile nelle figure 1, 4 e 5.
Con riferimento alle figure da 8 a 11, ciascuna campana 25 comprende un relativo mantello 33 di appoggio di parte delle tele T durante la formatura della carcassa 2, come verrà meglio descritto nel seguito. Ciascun mantello 33 circonda il tratto tubolare 28 del relativo mozzo 26 di attacco coassialmente all’asse 4 e comprende una corona di tegoli 34 ed una corona di tegoli 35 circonferenzialmente intercalati ai tegoli 34. Ciascuno dei tegoli 35 è accoppiato ad un tegolo 34 ad esso adiacente mediante una rispettiva cerniera 36 presentante un asse 37 di cerniera mobile parallelo all’asse 4. In particolare, ciascuna cerniera 36 è disposta all’interno del mantello 33 e comprende due ali 38 stabilmente collegate alle superfici interne 34’ e 35’ dei rispettivi tegoli 34 e 35 ed un perno 39 di cerniera coassiale all’asse 37 ed intersecato dal prolungamento delle superfici interne 34’ e 35’ stesse (figura 10).
Quando la campana 25 è disposta nella sua configurazione espansa, i relativi tegoli 34 e 35 sono fra loro circonferenzialmente accostati senza soluzione di continuità e le loro superfici esterne 34” e 35” definiscono, ciascuna, una porzione di una superficie cilindrica esterna 40 di appoggio delle tele T, come chiaramente visibile nella figura 8. Quando, invece, la campana 25 è disposta nella sua condizione contratta, i relativi tegoli 34 presentano porzioni terminali fra loro parzialmente sovrapposte, mentre i tegoli 35 si estendono verso l’asse 4 in direzioni sostanzialmente radiali e, ciascuno, in posizione sostanzialmente ortogonale al tegolo 34 a cui è incernierato, come visibile nella figura 9.
Ancora con riferimento alle figure da 8 a 11, ciascuna delle campane 25 comprende, inoltre, proprio un gruppo 42 motorizzato di spostamento dei tegoli 34 e 35 da e verso l’asse 4. Ciascun gruppo 42 comprende, a sua volta, un dispositivo motorizzato 43 a pantografo per spostare radialmente i relativi tegoli 34 in direzioni radiali tra una posizione arretrata di riposo in cui i tegoli 34 sono disposti accostati al relativo asse ed una posizione estratta operativa in cui definiscono la relativa superficie 40, ed relativo un dispositivo 44 per ruotare i tegoli 35 rispetto ai relativi tegoli 34 attorno ai rispettivi assi 37 di cerniera.
Ciascun dispositivo 43 comprende due propri corpi anulari 45 e 46 (figura 3), i quali circondano il tratto 28 del relativo mozzo 26 di attacco coassialmente al asse 4. Il corpo anulare 45 è stabilmente collegato ad una porzione terminale libera del relativo tratto 28, mentre il corpo anulare 46 è assialmente distanziato dal corpo tubolare 45 ed è accoppiato al tratto 28 stesso in maniera scorrevole ed in posizione angolarmente fissa. Il corpo tubolare 46 è mobile da e verso il corpo tubolare 45 sotto la spinta di un attuatore idraulico 48, il quale è sempre almeno parzialmente alloggiato nella relativa cavità 22 ed attraversa il relativo ingresso 23. Ciascun attuatore pneumatico 48 presenta una relativa camera 49 a volume variabile collegata ad un circuito di pressurizzazione/depressurizzazione non visibile nella figure allegate; preferibilmente, ciascuna camera 49 è delimitata da una porzione dei relativi tratti 27 e 28 e dalla parete radiale 29, da una parte, e da un relativo corpo tubolare 50, dall’altra. Ciascun corpo tubolare 50 è accoppiato ai relativi tratti 27 e 28 a tenuta di fluido e presenta una porzione terminale a slitta, che è accoppiata in maniera scorrevole al relativo tratto 28 ed è stabilmente collegata meccanicamente al relativo corpo anulare 46.
Ciascun dispositivo 43 comprende, poi, per ciascun tegolo 34, una relativa trasmissione 52 a pantografo, a sua volta, comprendente due bracci 53 e 54 disposti a X (figure 3, 8 e 10) ed aventi rispettive porzioni intermedie infulcrate fra loro tramite un perno 55 di fulcro per ruotare attorno ad un relativo asse del perno ortogonale al relativo asse 37 di cerniera; i bracci 53 e 54 presentando rispettive porzioni terminali rivolte verso i corpi anulari 45 e 46 incernierate, ciascuna, ad uno dei corpi anulari 45 e 46 stessi tramite rispettivi perni 56 (figure 1,3 e 8) paralleli al perno 55 per ruotare attorno agli assi dei rispettivi perni 56 e rispettive porzioni terminali opposte accoppiate al relativo tegolo 34. In particolare, con riferimento alle figure 3 e 10, ciascun braccio 53 è incernierato al relativo tegolo 34 tramite un relativo perno 57 parallelo al perno 55 per ruotare attorno all’asse del perno 57, mentre il braccio 54 è accoppiato al relativo tegolo 34 tramite un assieme 58 a guida e slitta. Ciascun assieme 58 a guida e slitta comprende una guida 59 rettilinea parallela all’asse 4 ed ortogonale al relativo perno di fulcro 55 ed una slitta 60, la quale è scorrevole lungo la guida 59, ed alla quale l’estremità libera del relativo braccio 54 è incernierata tramite un perno 61 parallelo ai relativi perni 55 e 56.
Ancora con riferimento alle figure 8,10 e 11, ciascun dispositivo 44 di rotazione tegoli 35 comprende per ciascun tegolo 35 un rispettivo tirante/puntone 63, il quale si estende in diagonale tra il relativo tegolo 35 ed un rispettivo braccio 54 e presenta una porzione di estremità accoppiata alla superficie del relativo tegolo 35 tramite un giunto o snodo 65, ed al relativo braccio 54 tramite un giunto o snodo 66. Lo snodo 66 è disposto tra il relativo perno 55 di fulcro ed il rispettivo tegolo 35.
Preferibilmente, con riferimento alla figura 10, ciascun giunto 65 comprende una piastra 67 di attacco appoggiata sulla superficie interna 35’ del relativo tegolo 35 e stabilmente collegata al tegolo 35 stesso, un perno 68 di fulcro solidale alla piastra 67 ed estendentesi ortogonalmente alla piastra 67 stessa ed una testa 69 di attacco girevole folle sul perno 68 ed assialmente bloccata sul perno 68 stesso. Ciascun giunto 65 comprende poi una forcella 70, i cui bracci 71 si estendono da parti opposte della testa 69 e sono incernierati alla testa 69 stessa mediante un perno 72 ortogonale al perno di fulcro 68. La forcella 70 presenta una traversa che è accoppiata all’estremità del tirante/puntone 63 in maniera girevole attorno ad un asse 63’ del tirante/puntone 63 ed in posizione fissa lungo l’asse 63’ stesso.
Sempre con riferimento alla figura 8, ciascun giunto 66 è simile al giunto 65 e per questo le diverse parti del giunto 66 sono contraddistinte con gli stessi numeri di riferimento utilizzati per contraddistinguere le corrispondenti parti del giunto 65. Il giunto 66 differisce dal giunto 65 per il fatto di essere privo della piastra 67, per il fatto che il perno 68 di fulcro è direttamente e stabilmente collegato al braccio 54 e per il fatto che il tirante/puntone 63 è stabilmente collegato alla forcella 70.
In uso, partendo dalla condizione in cui i mantelli 33 delle campane 25 sono disposti nella loro posizione contratta, le campane 25 vengono spostate e disposte accostate, ciascuna, ad una relativa superficie frontale 7 del tamburo 2, dopo di che, viene azionato il gruppo 42 ed i tegoli 34 e 35 progressivamente e simultaneamente distanziati dall’asse 4. In particolare, tutti i tegoli 34 e 35 vengono spostati azionando il solo lineare 48, il quale avvicinando i corpi anulari 46 l’uno all’altro sposta tramite le trasmissioni 52 a pantografo i tegoli 34 verso l’esterno in direzione radiale. Simultaneamente allo spostamento radiale dei tegoli 34, il relativo dispositivo 44 ruota, ciascuno dei tegoli 35 attorno al relativo asse 37 rispetto al relativo tegolo 34. Ciascun dispositivo 44 è configurato in modo tale per cui quando i tegoli 34 raggiungono la loro posizione operativa, anche i tegoli 35 sono disposti nella desiderata posizione operativa e definiscono unitamente ai tegoli 34 la relativa citata superficie 40 di appoggio. Raggiunta tale posizione, ciascuna campana 25 viene spinta contro la relativa parete frontale 7 fino a forzare il proprio mantello contro il tamburo 2. In tale posizione le superfici 40 definiscono un prolungamento assiale della superficie esterna del tamburo 2 di formature senza che si verifichino discontinuità nelle zone di passaggio tra il tamburo 2 di formatura e le campane 25.
A questo punto, le tele T vengono avanzate e pressate in modo di per sé noto, tramite il dispositivo 70 realizzando il semilavorato S. Ultimata la pressatura, entrambi gli attuatori 30 e 48 vengono depressurizzati e le campane contratte radialmente riportandole progressivamente, ciascuna, nella sua posizione contratta, lasciando che le porzioni 2” del semilavorato S sporgano a sbalzo dal tamburo 2.
Da quanto precede appare evidente che, rispetto alle soluzioni note, i semilavorati S realizzati utilizzando le campane 25 descritte risultano non solo omogeni, ma privi di qualsiasi striatura o altro difetto localizzato e quindi di elevata ed invariante qualità.
Quanto appena esposto è conseguente alla particolare modalità realizzativa delle campane.
In particolare, il dispositivo 43 a pantografo assicura sempre un preciso posizionamento radiale dei tegoli 35 indipendentemente dal numero di cicli di apertura/chiusura delle campane 25 evitando qualsiasi disallineamento tra le superfici esterne dei tegoli 35 e la superficie esterna del tamburo 2.
La precisione di posizionamento dei tegoli 34 rispetto al tamburo 2 è poi accresciuta dalla semplicità realizzativa del dispositivo a pantografo che comprende una solo coppia d bracci ad X per ogni tegolo 34 ed un solo attuatore per tutte le coppie di braci a X.
La qualità dei semilavorati S è poi assicurata anche dal fatto che ciascuno dei tegoli 35 è incernierato ad un relativo 34 e quindi una sua porzione terminale segue senza possibilità di errore il tegolo 34 a cui è incernierato, mentre la posizione di una sua porzione terminale libera è controllata da un dispositivo meccanico rigido. Tale dispositivo rigido ad ogni apertura della campana riporta sempre la porzione terminale libera del relativo tegolo 35 in battuta contro un tegolo 34 adiacente, assicurando sempre continuità tra due tegoli consecutivi, come chiaramente visibile nella figura 10.
Infine, essendo le campane 25 delle campane radialmente collassabili, queste, durante lo spostamento verso la loro posizione contratta abbandonano la relativa porzione di semilavorato senza generare azioni o strisciamenti assiali. Quando disposte nella loro posizione contratta presentano ingombri minimi che ne facilitano la movimentazione e lo spostamento anche in presenza di spazi contenuti.
La movimentazione e lo spostamento delle campane 25 sono poi agevolati dal peso contenuto delle stesse campane 25 conseguente in larga misura alle caratteristiche del gruppo 42 di supporto e movimentazione dei tegoli 34 e 35.
Da quanto precede, appare evidente che modifiche e varianti possono essere previste senza per questo uscire dall’ambito protettivo definito dalla rivendicazione indipendente.
In particolare, i tegoli 35 potrebbero ruotare attorno ai relativi assi 37 sotto la spinta di un attuatore diverso dall’attuatore azionante i tegoli 34 e quindi diversa potrebbe essere la modalità di sincronizzazione dello spostamento dei tegoli 35 con i tegoli 34.

Claims (12)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Campana di formatura per la formatura di una carcassa di un pneumatico; la campana comprendendo un albero di attacco presentante un proprio asse ed un mantello circondante il detto albero di attacco coassialmente all’asse, ed essendo caratterizzata dal fatto che il detto mantello comprende una corona di primi tegoli ed una corona di secondi tegoli circonferenzialmente intercalati ai primi tegoli; ciascun detto secondo tegolo essendo incernierato ad un relativo detto primo tegolo per ruotare rispetto al relativo detto primo tegolo attorno ad un asse di cerniera parallelo al detto asse; primi mezzi attuatori essendo previsti per spostare radialmente i detti primi tegoli tra una posizione estratta distanziata dal detto albero, in cui delimitano parte di una superficie cilindrica di formatura della carcassa, ed una posizione arretrata, in cui sono disposti adiacenti al detto albero; secondi mezzi attuatori essendo previsti per ruotare ciascun detto secondo tegolo rispetto al relativo detto tegolo attorno al rispettivo asse di cerniera tra una posizione di riposo ed una posizione operativa, in cui i secondi tegoli si estendono tra i detti primi tegoli formando la restante parte della detta superficie cilindrica di formatura della carcassa.
  2. 2. Campana secondo la rivendicazione 1, caratterizzata dal fatto che i detti primi mezzi attuatori comprendono, per ciascun detto primo tegolo una trasmissione a pantografo interposta tra il detto albero ed il relativo detto primo tegolo.
  3. 3. Campana secondo la rivendicazione 2, caratterizzata dal fatto che i detti primi mezzi attuatori comprendono un primo ed un secondo corpo anulare circondanti il detto albero di attacco coassialmente al detto asse ed accoppiati alla detta trasmissione a pantografo; il detto primo corpo anulare essendo stabilmente collegato al detto albero di attacco, ed il detto secondo corpo anulare essendo accoppiato al detto albero i attacco in maniera assialmente scorrevole ed in posizione angolarmente fissa; i detti primi mezzi attuatori comprendendo, inoltre, un attuatore lineare collegato al detto secondo corpo anulare per traslare il secondo corpo anulare in sensi opposti da e verso il detto primo corpo anulare.
  4. 4. Campana collassabile secondo la rivendicazione 3, caratterizzata dal fatto che la detta trasmissione a pantografo comprende per ciascun detto primo tegolo una coppia di bracci ad X aventi porzioni intermedie incernierate fra loro per ruotare attorno ad un relativo asse di fulcro ortogonale al relativo detto asse di cerniera e parallelo al rispettivo detto asse di fulcro; i detti bracci presentando rispettive porzioni terminali rivolte verso i detti corpi anulari incernierate ciascuna ad uno dei corpi anulari per ruotare attorno a rispettivi assi paralleli al relativo detto asse di fulcro e rispettive porzioni terminali opposte accoppiate al relativo detto primo tegolo.
  5. 5. Campana secondo la rivendicazione 4, caratterizzata dal fatto che uno detti bracci è incernierato al relativo detto primo tegolo per ruotare attorno ad un asse parallelo al detto asse di fulcro, e l’altro dei detti bracci è accoppiato al relativo detto primo detto tegolo tramite un assieme a guida e slitta avente una guida parallela all’asse del detto albero di attacco.
  6. 6. Campana secondo una delle rivendicazioni da 3 a 5, caratterizzata dal fatto che il detto attuatore aziona anche i detti secondi mezzi attuatori.
  7. 7. Campana secondo la rivendicazione 4 o 5, caratterizzata dal fatto che i detti secondi mezzi attuatori comprendono, per ciascun detto secondo tegolo un tirante/puntone interposto tra il relativo detto secondo tegolo ed uno dei detti bracci.
  8. 8. Campana secondo la rivendicazione 7, caratterizzata dal fatto di comprendere uno giunto a snodo di collegamento di ciascun detto tirante/puntone al relativo detto braccio; il detto giunto essendo disposto in un punto del detto braccio compreso tra il relativo detto primo tegolo ed il relativo detto asse di fulcro.
  9. 9. Campana secondo la rivendicazione 6, caratterizzata dal fatto che un tratto del detto albero di attacco costituisce parte del detto attuatore lineare.
  10. 10. Campana secondo la rivendicazione 9, caratterizzata dal fatto che i detti primi mezzi attuatori comprendono un corpo tubolare circondante il detto albero di supporto; il detto corpo tubolare essendo collegato al detto secondo corpo anulare ed accoppiato al detto albero di attacco a tenuta di fluido e costituendo parte del detto attuatore lineare.
  11. 11. Campana secondo la rivendicazione 3, caratterizzata dal fatto che il detto attuatore lineare è un attuatore pneumatico.
  12. 12. Campana secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che ciascun detto secondo tegolo è sostanzialmente ortogonale al relativo detto primo tegolo quando disposto nella sua posizione di riposo.
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