IT201800002406U1 - Dispositivo perfezionato per associare un elemento ad una struttura. - Google Patents

Dispositivo perfezionato per associare un elemento ad una struttura. Download PDF

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IT201800002406U1
IT201800002406U1 IT202018000002406U IT201800002406U IT201800002406U1 IT 201800002406 U1 IT201800002406 U1 IT 201800002406U1 IT 202018000002406 U IT202018000002406 U IT 202018000002406U IT 201800002406 U IT201800002406 U IT 201800002406U IT 201800002406 U1 IT201800002406 U1 IT 201800002406U1
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Dante Fiorindo
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Description

DESCRIZIONE
a corredo della domanda di brevetto per modello di utilità avente per titolo: "Dispositivo perfezionato per associare un elemento ad una struttura" La presente innovazione concerne un dispositivo perfezionato per associare un elemento a una struttura, preferibilmente per appendere un pannello ad una struttura di supporto.
Attualmente sono noti vari dispositivi per appendere un elemento, quale ad esempio una lampada, ad un telaio.
Tuttavia, questi noti dispositivi non risultano completamente soddisfacenti in quanto risultano piuttosto complicati e costosi da realizzare e/o assemblare. Ulteriormente, tali dispositivi non consentono un aggancio facilmente rimovibile dell’elemento alla corrispondente struttura.
Ancora, l’impegno di questi noti dispositivi con l’elemento da appendere/agganciare richiede generalmente l’utilizzo di viti o altri mezzi di aggancio, e quindi la necessità di avere a disposizione un opportuno utensile, quale un cacciavite o un avvitatore.
Non ultimo il fatto che tali dispositivi non sono facilmente ed agevolmente vincolabili ad un pannello, il quale è destinato ad essere appeso (cioè fissato in posizione sospesa) ad un telaio.
Scopo della presente innovazione è di proporre un dispositivo perfezionato per associare un elemento ad una struttura, preferibilmente per appendere un pannello ad una struttura di supporto, che elimini i suddetti inconvenienti presenti nelle soluzioni tradizionali.
Altro scopo dell’innovazione è di proporre un dispositivo facilmente ed agevolmente vincolabile all’elemento da associare/appendere alla struttura di supporto.
Altro scopo dell’innovazione è di proporre un dispositivo che sia facilmente ed agevolmente svincolabile dall’elemento da associare/appendere alla struttura di supporto.
Altro scopo dell’innovazione è di proporre un dispositivo facilmente ed agevolmente agganciabile alla struttura di supporto.
Altro scopo dell’innovazione è di proporre un dispositivo che sia facilmente ed agevolmente sganciabile dalla struttura di supporto.
Altro scopo dell’innovazione è di proporre un dispositivo che sia vincolabile rimovibilmente all’elemento da associare/appendere e/o agganciabile rimovibilmente alla struttura di supporto senza richiedere l’utilizzo di particolari utensili.
Altro scopo dell’innovazione è di proporre un dispositivo che sia facilmente ed agevolmente sganciabile dalla struttura di supporto agendo solamente sull’elemento appeso/associato a detta struttura.
Altro scopo dell’innovazione è di proporre un dispositivo che consenta di appendere in modo semplice, facile e rapido un pannello ad una struttura di supporto, in particolare al fine di realizzare un controsoffitto.
Altro scopo dell’innovazione è di proporre un dispositivo che sia realizzabile in modo semplice, rapido e con bassi costi.
Altro scopo dell’innovazione è di proporre un dispositivo che possa essere prodotto in serie e in modo rapido e efficiente.
Altro scopo dell’innovazione è di proporre un dispositivo che consenta di appendere un pannello ad una struttura di supporto – in particolare ad un profilato o ad una staffa fissata al soffitto - in modo da ottenere un effetto estetico complessivo gradevole e che fornisca all’osservatore la sensazione di trovarsi di fronte ad una soluzione di elevata qualità, sia sul piano estetico che funzionale.
Altro scopo dell’innovazione è di proporre un dispositivo che risulti di standard funzionali elevati ed al contempo di costo accessibile, consentendo così la possibilità di una sua diffusione su larga scala.
Altro scopo dell’innovazione è di proporre un dispositivo che sia migliorativo e/o alternativo rispetto alle soluzioni tradizionali.
Altro scopo dell’innovazione è di proporre un dispositivo con una caratterizzazione alternativa, sia in termini funzionali che implementativi, rispetto a quelle tradizionali.
Tutti questi scopi, sia considerati da soli che in una loro qualsiasi combinazione, ed altri che risulteranno dalla descrizione che segue sono raggiunti, secondo l’innovazione, con un dispositivo avente le caratteristiche indicate nella rivendicazione 1, nonché con un’installazione avente le caratteristiche indicate nella rivendicazione 10.
La presente innovazione viene qui di seguito ulteriormente chiarita in una sua preferita forma di pratica realizzazione, riportata a scopo puramente esemplificativo e non limitativo con riferimento alle allegate tavole di disegni, in cui:
la figura 1 mostra in vista prospettica una prima forma di realizzazione del dispositivo secondo l’innovazione,
la figura 2 lo mostra secondo una differente vista prospettica,
la figura 3 mostra in vista prospettica il pezzo di lamiera tagliata dalla quale è ricavabile il dispositivo di figura 1 e 2,
la figura 4 mostra in vista prospettica una seconda forma di realizzazione del dispositivo secondo l’innovazione con i bracci elastici in una prima condizione (che corrisponde ad una condizione di riposo, cioè non sollecitata),
la figura 5 lo mostra secondo una differente vista prospettica sempre con i bracci elastici in detta prima condizione,
la figura 6 mostra in vista prospettica il pezzo di lamiera tagliata dalla quale è ricavabile il dispositivo di figura 4 e 5,
la figura 7 mostra in vista prospettica la seconda forma di realizzazione del dispositivo di fig. 4 e 5 con i bracci elastici in una seconda condizione (che corrisponde ad una condizione raggiunta a seguito dell’applicazione di una sollecitazione esterna),
la figura 8 lo mostra secondo una differente vista prospettica sempre con i bracci elastici in detta seconda condizione,
la figura 9 mostra in vista prospettica un pannello da appendere,
la figura 10 mostra un particolare ingrandito di fig. 9,
la figura 11 mostra in vista prospettica il pannello di fig. 9 con applicati i dispositivi secondo l’innovazione,
la figura 12 mostra un particolare ingrandito di fig. 11,
la figura 13 mostra in vista prospettica il pannello di fig. 9 con applicati i dispositivi secondo l’innovazione, in detta prima condizione, per l’impegno con un profilato di supporto,
la figura 14 mostra un particolare ingrandito di fig. 13,
la figura 15 mostra in vista prospettica il pannello di fig. 9 con applicati i dispositivi secondo l’innovazione, in detta seconda condizione, per il disimpegno dal profilato di supporto, e
la figura 16 mostra un particolare ingrandito di fig. 15.
Come si vede dalle figure, il dispositivo 2, secondo l’innovazione, per associare un elemento, preferibilmente un pannello 4, ad una struttura preferibilmente ad una struttura di supporto, ed in particolare ad un profilato 6 o ad una staffa - è costituito da un unico corpo 8 di materiale metallico.
Vantaggiosamente, il dispositivo 2 è configurato in particolare per appendere – cioè fissare dall’alto, o eventualmente anche lateralmente, in modo che rimanga sospeso da terra o rispetto ad un piano orizzontale – un elemento, preferibilmente un pannello 4, ad una struttura, quale ad esempio un profilato 6 o ad una staffa di una struttura di supporto.
Opportunamente, il dispositivo 2 è configurato per appendere un pannello 4 ad un profilato 6, o ad una staffa, di una struttura (telaio) di supporto e ciò, preferibilmente, al fine di realizzare un controsoffitto.
Vantaggiosamente, il corpo 8 è in acciaio armonico, preferibilmente AISI 301.
Vantaggiosamente, il corpo 8 è ottenuto a partire da un pezzo 9 di lamiera metallica opportunamente e preventivamente tagliata e che viene poi ripiegata (cfr. fig. 3 e 6). In particolare, il pezzo sostanzialmente piano di lamiera 9 (cfr. rispettivamente fig. 3 e 6) viene opportunamente ripiegato in modo da ottenere una configurazione tridimensionale (cfr. rispettivamente fig.
1 e 4).
Il dispositivo 2 comprende una base 10, dalla quale si dipartono due bracci elastici, rispettivamente 11’ e 11’’. Opportunamente, i bracci elastici 11’ e 11’’ si dipartono dalla base 10 in corrispondenza di due lati di quest’ultima che sono tra loro opposti.
Preferibilmente, la base 10 ha sviluppo sostanzialmente piano. Opportunamente, la base 10 comprende mezzi per il suo vincolo ad un elemento/pannello 4.
Preferibilmente, questi mezzi di vincolo sono configurati per provocare un incastro meccanico della base 10 del dispositivo 2 all’elemento/pannello 4. In particolare, i mezzi di vincolo comprendono dei bordi ripiegati 15 di detta base 10, i quali sono configurati per provocare l’impegno del dispositivo 2 all’interno di opportuni incavi 30, preferibilmente in sottosquadri, ricavati nell’elemento/pannello 4 da associare/appendere al profilato 6 della struttura di supporto (cfr. fig.12).
Opportunamente, la base 10 del dispositivo 2 può essere variamente sagomata. Vantaggiosamente, la base 10 ha forma sostanzialmente rettangolare con delle porzioni sporgenti 7 che terminano con bordi ripiegati 15.
Opportunamente, i due bracci elastici 11’ e 11’’ sono collegati alla base 10 mediante rispettivi tratti ricurvi di raccordo 14.
Vantaggiosamente, il corpo 8 è realizzato in un materiale avente interamente, o in alcune sue zone, una elasticità tale da consentire l’inclinazione di ciascun braccio elastico 11’ e 11’’ rispetto alla base 10. Più in dettaglio, i tratti ricurvi di raccordo 14 sono configurati in modo da conferire ai rispettivi bracci elastici 11’ e 11’’ una cedevolezza elastica tale da consentire l’inclinazione di ciascun braccio elastico 11’ e 11’’, sia in avvicinamento che in allontanamento, rispetto alla base 10.
In particolare, come risulterà più chiaro in seguito, i tratti ricurvi di raccordo 14 sono configurati (sia in termini di dimensione e conformazione, sia in termini di materiale) in modo che i due bracci elastici 11’ e 11’’ possano passare da una prima condizione meno divaricata ad una seconda condizione più divaricata (rispetto a detta prima condizione) senza giungere al limite di snervamento. In particolare, anche quando i due bracci elastici 11’ e 11’’ si trovano nella seconda condizione più divaricata, non si raggiunge o si supera il limite di snervamento del materiale di cui sono realizzati i tratti di raccordo 14, consentendo così il ritorno elastico reversibile dei bracci 11’ e 11’’ nella prima condizione meno divaricata (o di riposo).
Opportunamente, i due bracci elastici 11’ e 11’’ si sviluppano longitudinalmente in diagonale, cioè in modo da definire un angolo acuto rispetto a detta base 10. Inoltre, i due bracci elastici 11’ e 11’’ si sviluppano longitudinalmente in diagonale secondo direzioni opposte in modo che, nel loro insieme, detti bracci elastici definiscano una conformazione sostanzialmente a “X”. In particolare, al fine di definire i bracci elastici 11’ e 11’’ i rispettivi tratti del pezzo 9 di lamiera metallica sono ripiegati rispetto alla base 10, secondo versi contrapposti, in modo da definire un angolo maggiore di 90°.
In particolare, ciascun braccio elastico 11’ e 11’’ si sviluppa longitudinalmente definendo con la base rispettivi angoli 12’ e 12’’ che, in condizione di riposo (cioè in assenza di sollecitazioni esterne, cfr. fig. 2 e 7), hanno ampiezza inferiore a 90° e preferibilmente sono di 30-60°, ancor più preferibilmente sono di circa 45°. Opportunamente, gli angoli 12’ e 12’’ -definiti da ciascun braccio elastico 11’ e 11’’ con la base 10 - sono uguali tra loro.
Opportunamente, i bracci elastici 11’ e 11’’ si sviluppano longitudinalmente in modo da incrociarsi e definire così un incrocio 13. In particolare, tale incrocio 13 – che preferibilmente avviene in una zona sostanzialmente centrale dei bracci elastici 11’ e 11’’ – può essere realizzato senza contatto laterale tra gli stessi bracci elastici (cfr. forma di realizzazione di fig. 1 e 2) oppure mediante contatto e impegno laterale tra gli stessi bracci elastici (cfr. forma di realizzazione delle figure 4, 5, 7 e 8).
I bracci elastici 11’ e 11’ sono provvisti di mezzi di aggancio 16, i quali sono preferibilmente definiti in corrispondenza delle loro estremità libere, cioè le estremità che sono opposte rispetto a quelle che mediante i tratti di raccordo 14 sono associate alla base 10.
Vantaggiosamente, questi mezzi di aggancio 16 comprendono un tratto terminale 17 dei bracci elastici 11’ e 11’’ che è ripiegato, preferibilmente in modo da definire un tratto uncinato. Opportunamente, le concavità di ciascun tratto uncinato sono tra loro sostanzialmente contrapposte in modo da poter avvolgere, abbracciare lateralmente il profilato 6, come verrà descritto più nel dettaglio di seguito. Preferibilmente, i mezzi di aggancio 16 sono sostanzialmente complanari tra loro.
Vantaggiosamente, in una forma di realizzazione qui non rappresentata, i mezzi di aggancio 16 previsti in ciascun braccio elastico 11’ e 11’’ comprendono due o più tratti uncinati che sono tra loro sovrapposti verticalmente (cioè si trovano a differenti altezze).
Vantaggiosamente, i bracci elastici 11’ e 11’’ hanno sostanzialmente una forma ad “L” rovesciata. In particolare, i mezzi di aggancio 16 sono previsti in corrispondenza del tratto più corto 18 della “L”, mentre il tratto più lungo 19 - che si unisce con la base mediante i tratti di raccordo 14 - presenta una parte rastremata 20.
Vantaggiosamente, a seconda dell’inclinazione dei bracci elastici 11’ e 11’’ rispetto alla base 10 (e in particolare della divaricazione delle relative zone superiori di detti bracci), i rispettivi mezzi di aggancio 16 di ciascun braccio elastico 11’ e 11’’ si avvicinano e allontanano reciprocamente.
Opportunamente, a seguito di un’azione di spinta/sollecitazione applicata in corrispondenza della zona superiore dei bracci elastici 11’ e 11’’, quest’ultimi passano da una condizione di riposo (meno divaricata) ad una condizione sollecitata (più divaricata). In particolare, a seguito di un’azione di spinta/sollecitazione applicata in corrispondenza della zona superiore dei bracci elastici 11’ e 11’’, l’angolo 12’ e 12’’ - che è definito tra i rispettivi bracci elastici 11’ e 11’’ e la base 10 - diminuisce rispetto a quello previsto durante la loro condizione di riposo (non sollecitata) e, opportunamente, aumenta la distanza tra i rispettivi mezzi di aggancio 16 previsti sui due bracci elastici 11’ e 11’’. In sostanza, in condizione sollecitata, l’angolo 12’ e 12’’ ha un’ampiezza inferiore rispetto a quella prevista in condizione di riposo (non sollecitata) e, corrispondentemente, la distanza 23 tra i mezzi di aggancio 16 è maggiore.
Nella prima forma di realizzazione, rappresentata nelle figure 1-3, non sono previsti dei mezzi 22 per mantenere la condizione sollecitata (più divaricata) anche in assenza di sollecitazione esterna. In sostanza, la condizione sollecitata viene mantenuta fintanto che è applicata un’azione esterna di spinta in corrispondenza della zona superiore dei bracci elastici 11’ e 11’’.
Vantaggiosamente, nella seconda forma di realizzazione rappresentata nelle figure da 4 a 8, il dispositivo 2 comprende altresì dei mezzi 22 per mantenere la condizione sollecitata e maggiormente divaricata dei bracci elastici 11’ e 11’’ anche in assenza di sollecitazione e/o spinta esterna.
In particolare, questi mezzi 22 sono configurati per provocare un incastro reciproco dei bracci elastici 11’ e 11’’ quanto questi sono portati in condizione sollecitata e, in particolare, quando raggiungono una determinata ampiezza di divaricazione.
Opportunamente, questi mezzi comprendono, su ciascun braccio elastico 11’ e 11’’, una linguetta, rispettivamente 26’ e 26’’, ed un taglio, rispettivamente 27’ e 27’’.
Opportunamente, sul bordo interno dei bracci elastici 11’ e 11’’ sono previste delle alette, rispettivamente 25’ e 25’’; preferibilmente, queste alette sono ripiegate di circa 90° rispetto al tratto di base di detti bracci elastici 11’ e 11’’.
In particolare, i tagli 27’ e 27’’ sono ricavati sulle rispettive alette 25’ e 25’’; preferibilmente, ciascuna linguetta 26’ o 26’’ è definita tra il bordo dell’aletta 25’ o 25’’ ed il rispettivo taglio 27’ o 27’’.
Vantaggiosamente, le linguette 26’ e 26’’ sono leggermente ripiegate rispetto alle alette 25’ e 25’’. Opportunamente, anche i bordi tagliati 28’ e 28’’, che definiscono rispettivamente i tagli 27’ e 27’’, sono leggermente ripiegati rispetto alla restante parte dell’aletta 25’ e 25’’. Preferibilmente, mentre le linguette 26’ e 26’’ sono leggermente ripiegate verso l’esterno, i bordi tagliati 28’ e 28’’ sono leggermente ripiegati verso l’interno (cfr. fig. 5).
In particolare, quando i bracci elastici 11’ e 11’’ sono portati in condizione sollecitata per effetto di un’azione di spinta/sollecitazione applicata in corrispondenza della zona superiore dei bracci elastici stessi, il bordo tagliato 28’ di un primo braccio elastico 11’ si inserisce/impegna entro il taglio 27’’ previsto nell’altro braccio elastico 11’’ e, corrispondentemente, il bordo tagliato 28’’ dell’altro braccio elastico 11’’ si inserisce/impegna entro il taglio 27’ previsto nel primo braccio elastico 11’. Opportunamente, questi impegni impediscono ai bracci elastici 11’ e 11’’ di ritornare, per effetto del loro ritorno elastico, nella condizione di riposo (non sollecitata), consentendo così invece il mantenimento della loro condizione sollecitata e maggiormente divaricata.
Opportunamente, applicando un’azione di spinta/sollecitazione -diretta verso la base 10 - in corrispondenza della zona superiore di uno solo dei due bracci, si agisce sui mezzi 22 in modo da provocare il disincastro reciproco dei due bracci elastici 11’ e 11’’ e quindi il loro passaggio, per effetto del loro ritorno elastico, alla condizione di riposo (non sollecitata). In particolare, tale spinta/sollecitazione su un braccio elastico provoca il disimpegno del tratto di bordo 28’ di quel braccio elastico dal taglio 27’’ dell’altro braccio elastico 11’’, consentendo così il ritorno di quel primo braccio elastico alla condizione di riposo; corrispondentemente, anche l’altro braccio elastico è disimpegnato e può quindi tornare alla condizione di riposo.
Il montaggio del dispositivo 2 secondo l’innovazione ad un elemento 4, nonché l’utilizzo di tale dispositivo 2 per associare, preferibilmente per appendere, tale elemento 4 ad una struttura di supporto 6 risulta chiaramente dalla suddetta descrizione del dispositivo stesso.
Vantaggiosamente, come detto, il dispositivo 2 è particolarmente adatto per essere applicato ad un pannello 4, preferibilmente interamente realizzato in gesso o anche in cartongesso, da appendere ad un profilato 6 di una struttura di supporto al fine di definire così un controsoffitto. Alternativamente, è inteso che il pannello 4 possa essere anche realizzato in materiale metallico, preferibilmente in lamiera, o di lana o anche in materiale plastico (in particolare in poliuretano) o composito.
In particolare, il pannello 4 presenta una superficie inferiore 31, sostanzialmente piana, mentre in corrispondenza della superficie superiore 32 sono ricavate una pluralità di scanalature 33 e zone depresse, e in particolare una zona depressa centrale 34.
Opportunamente, lungo le scanalature 33 o nella zona depressa centrale 34, sono previste delle sedi 35 per il vincolo del dispositivo 2 al pannello 4. Preferibilmente, dette sedi 35 comprendono due pareti laterali 36, tra loro affacciate, ed una parete di fondo 37, che delimitano uno spazio idoneo al posizionamento (inserimento) e vincolo del dispositivo 2.
Opportunamente, come rappresentato nelle figure 9 e 10, all’interno delle pareti laterali 36, preferibilmente in corrispondenza della parete di fondo 37, sono ricavati incavi 30, preferibilmente sottosquadri, che sono conformati e dimensionati per ricevere e bloccare stabilmente al suo interno i bordi ripiegati 15 della base 10 del dispositivo 2.
Opportunamente, il posizionamento e installazione del dispositivo 2 all’interno degli incavi/sottosquadri 30 previsti nelle sedi 35 avviene nel modo seguente. Preliminarmente, si posiziona il dispositivo 2 all’interno della sede 35 prevista nel pannello 4 in modo che la sua base 10 vada sostanzialmente in contatto con la parete di fondo 37 prevista in detta sede. In particolare, nell’effettuare tale operazione, il dispositivo 2 è posizionato in modo che i suoi bordi ripiegati 15 risultino disposti sostanzialmente perpendicolarmente rispetto alle pareti laterali 36 della sede 35. Successivamente, afferrando il dispositivo 2 in corrispondenza dei mezzi di aggancio 6, o comunque in corrispondenza della zona superiore dei bracci elastici 11’ o 11’’, si fa ruotare di sostanzialmente 90° il dispositivo stesso in modo che ciascuno bordo ripiegato 15 della base 10 entri - e si impegni così - all’interno degli incavi 30 previsti nelle pareti laterali 36 tra loro affacciate (cfr. fig. 11 e 12). Preferibilmente, a tal fine, i bordi ripiegati 15 hanno un profilo smussato per facilitare lo scorrimento dei bordi stessi durante il loro inserimento negli incavi 30.
Vantaggiosamente, inoltre, all’interno degli incavi 30 può essere previsto un fine corsa laterale (ad esempio definito da un dente) con il quale il bordo ripiegato 15 è destinato ad entrare in battuta lateralmente a seguito della suddetta rotazione di circa 90° della base 10. Opportunamente, in questo modo si definisce un arresto laterale che impedisce la rotazione del dispositivo 2 durante l’aggancio alla struttura di supporto 6.
Opportunamente, a tal fine, il bordo ripiegato 15 presenta un’altezza sostanzialmente corrispondente, o leggermente inferiore, a quella dell’incavo 30. Inoltre, le dimensioni e la forma della base 10 del dispositivo 2 sono opportunamente definite in modo da consentire dapprima il suo posizionamento tra le pareti laterali 36 di ciascun sede 35 prevista nel pannello 4, e successivamente – a seguito della rotazione di 90° di detto dispositivo 2 - l’impegno di entrambi i bordi ripiegati 15, ricavati in corrispondenza di lati tra loro opposti della base 10, nei rispettivi incavi/sottosquadri 30.
Quindi, una volta che uno o almeno due dispositivi 2 (come mostrato in particolare nelle figure 11, 13 e 15) sono stati montati/vincolati in corrispondenti sedi 35, tra loro allineate, del pannello 4, quest’ultimo è pronto per essere associato/appeso ad un profilato 6 della struttura di supporto. Preferibilmente, il profilato 6 è sostanzialmente di tipo tradizionale, quale ad esempio quello che presenta una sezione trasversale a “T” rovesciata.
In particolare, per appendere il pannello 4 con i dispositivi 2 al profilato 6, il pannello stesso viene avvicinato a detto profilato in modo che i dispositivi 2 risultino allineati alla direzione di sviluppo longitudinale del profilato stesso.
Quindi, il pannello 4 viene spinto contro il profilato 6 in modo che la parte superiore 38 dei mezzi di aggancio 16 - previsti alle estremità dei bracci elastici 11’ e 11’ dei dispositivi 2 - contrastino con la superficie inferiore 41 della porzione di base 40 del profilato 6.
In particolare, in questo modo, viene esercitata una spinta sui bracci elastici 11’ e 11’’ che, essendo appunto elastici, vengono così divaricati e avvicinati verso la base 10. Più in dettaglio, l’angolo 12’ e 12’’ - che è definito tra i rispettivi bracci elastici 11’ e 11’’ e la base 10 - diminuisce rispetto a quello previsto durante la condizione di riposo (non sollecitata) e, opportunamente, aumenta la distanza tra i rispettivi mezzi di aggancio 16 previsti sui due bracci elastici 11’ e 11’’.
Quindi, quando - a seguito del contrasto tra i mezzi di aggancio 16 dei bracci elastici 11’ e 11’’ e la superficie inferiore 41 della porzione di base 40 del profilato 4 – si raggiunge una distanza 23 tra i mezzi di aggancio 16 che supera la larghezza della porzione di base 40 del profilato 6, i mezzi di aggancio stessi, in sequenza e/o contemporaneamente, passano dal contrastare con la loro parte superiore 38 la superficie inferiore 41 ad impegnare e agganciarsi, con la loro parte inferiore 39, alla superficie superiore 42 della porzione di base 40.
In questo modo, quindi, i dispositivi 2 - che sono vincolati al pannello 4 mediante l’impegno dei bordi ripiegati 15 della base 10 entro gli incavi/sottosquadri 30 del pannello stesso – vengono agganciati alla porzione di base 40 del profilato 6.
Preferibilmente, il dispositivo 2 è configurato in modo che, quando i mezzi di aggancio 16 sono impegnati e agganciati alla superficie superiore 42 della porzione di base 40, i bracci elastici 11’ e 11’’ risultino disposti come fossero in condizione di riposo (non sollecitata), cioè meno divaricata.
Vantaggiosamente, la configurazione del dispositivo 2 è tale che il peso del pannello appeso 4 provoca una riduzione dell’ampiezza della divaricazione tra i bracci elastici 11’ e 11’’ e cioè un allontanamento dei bracci stessi (e quindi un aumento dell’ampiezza dell’angolo 12’ e 12’’ che è definito tra i rispettivi bracci elastici 11’ e 11’’ e la base 10). In particolare, ciò provoca un reciproco avvicinamento dei mezzi di aggancio 16 che così mantengono e assicurano un aggancio stabile del dispositivo (con il corrispondente pannello 4) al profilato 6. In altri termini, maggiore è il peso del pannello 4, più i mezzi di aggancio 16 si avvicinano e si stringono attorno e abbracciano il profilato 6.
Opportunamente, la seconda forma di realizzazione del dispositivo 2 consente altresì di disassociare/rimuovere il pannello 4 dal profilato 6 - e in particolare di sganciare dal profilato 6 i dispositivi 2 vincolati al pannello 4 – agendo esclusivamente sul pannello stesso, cioè senza intervenire manualmente direttamente sui dispositivi 2 o sul profilato 6.
In particolare, a tal fine, il pannello 4 viene spinto contro il profilato 6 in modo che il bordo superiore delle alette 25’ e 25’’ entri in battuta e contrasti con la superficie inferiore 41 della porzione di base 40 del profilato 6. In particolare, in questo modo, viene esercitata una spinta sui bracci elastici 11’ e 11’’ che, essendo appunto elastici, vengono così divaricati e avvicinati verso la base 10. Più in dettaglio, l’angolo 12’ e 12’’ - che è definito tra i rispettivi bracci elastici 11’ e 11’’ e la base 10 - diminuisce rispetto a quello previsto durante la precedente condizione di aggancio e, opportunamente, aumenta la distanza tra i rispettivi mezzi di aggancio 16 previsti sui due bracci elastici 11’ e 11’’.
Opportunamente, a seguito di un’azione di spinta/sollecitazione derivante dal contrasto tra le alette 25’ e 25’’ e la superficie inferiore 41 della porzione di base 40 del profilato 6, il dispositivo 2 passa da una condizione di riposo (e meno divaricata) ad una condizione sollecitata (e più divaricata), e tale spinta/sollecitazione viene applicata finché vengono attivati i mezzi 22 configurati per provocare un incastro reciproco dei bracci elastici 11’ e 11’’ e mantenerli così in tale condizione maggiormente divaricata. In particolare, i mezzi 22 vengono attivati, quando la divaricazione dei bracci elastici 11’ e 11’’ è tale da provocare l’inserimento/impegno del bordo tagliato 28’ di un primo braccio elastico 11’ entro il taglio 27’’ previsto nell’altro braccio elastico 11’’ e l’inserimento/impegno del bordo tagliato 28’’ dell’altro braccio elastico 11’’ entro il taglio 27’ previsto nel primo braccio elastico 11’. Opportunamente, questi impegni impediscono ai bracci elastici 11’ e 11’’ di ritornare, per effetto del loro ritorno elastico, nella condizione meno divaricata e di riposo, consentendo così invece il mantenimento della loro condizione sollecitata e maggiormente divaricata (cfr. fig. 15 e 16).
In particolare, in tale condizione sollecitata e maggiormente divaricata, e con i mezzi 22 attivati, la distanza 23 tra i mezzi di aggancio 16 risulta maggiore rispetto alla larghezza della porzione di base 40 del profilato 6 e, pertanto, il pannello 4 – con i relativi dispositivi 2 - può essere liberamente allontanato dal profilato 6.
Opportunamente, è inteso che il dispositivo 2 è configurato in modo che i mezzi 22, per mantenere la condizione sollecitata e maggiormente divaricata dei bracci elastici 11’ e 11’’ anche in assenza di sollecitazione e/o spinta esterna, siano attivati quando detti bracci elastici sono maggiormente divaricati (cioè quando gli angoli 12’ e 12’’ che definiscono con la base 10 sono inferiori) rispetto alla condizione prevista per l’impegno dei mezzi di aggancio 16 con la porzione di base 40 del profilato 6. In altri termini, il dispositivo 2 è configurato in modo che la spinta/sollecitazione da applicare sui mezzi di aggancio 16 per provocare l’attivazione dei mezzi 22 debba essere maggiore rispetto a quella necessaria per provocare l’impegno dei mezzi di aggancio 16 con la porzione di base 40 del profilato 6.
Il dispositivo secondo la presente innovazione è stato qui illustrato e descritto per appendere un pannello ad una struttura di supporto, tuttavia, in generale, è utilizzabile per appendere ad una struttura di supporto un qualsiasi oggetto, al quale il dispositivo 2 viene vincolato in corrispondenza della sua base 10. Opportunamente, è inteso che la base 10 del dispositivo 2 può essere vincolata all’elemento da appendere anche mediante altri mezzi di vincolo tradizionale, ad esempio mediante tradizionali organi di collegamento meccanico (ad esempio viti, bulloni, etc.) oppure mediante incollaggio.
Da quanto detto risulta chiaramente che il dispositivo secondo l’innovazione si presenta particolarmente vantaggioso rispetto a quelli tradizionali in quanto:
̵ è di rapida e semplice realizzazione, nonché è economico, dato che può essere ottenuto da un pezzo di lamiera opportunamente tagliata e ripiegata;
̵ può essere agevolmente realizzato in serie,
̵ è applicabile in modo semplice e rapido, senza la necessità di utilizzare utensili, sia all’elemento (pannello) da associare/appendere, sia alla struttura di supporto,
̵ consente una rapida rimozione del pannello dalla struttura di supporto, rimozione che può essere effettuata anche agendo solamente sul pannello appeso; ciò risulta particolarmente utile nel caso di un controsoffitto in cui i pannelli sono appesi uno vicino all’altro (o attaccati), cioè senza che vi sia tra detti pannelli uno spazio idoneo a consentire all’installatore l’accesso diretto al dispositivo,
̵ consente un vincolo stabile e sicuro dell’elemento alla struttura di supporto e, anzi, tanto maggiore è il peso dell’elemento appeso, tanto più il dispositivo si blocca/aggancia alla struttura di supporto.

Claims (1)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Dispositivo perfezionato (2) per associare un elemento (4) a una struttura (6), preferibilmente per appendere un pannello ad una struttura di supporto, caratterizzato dal fatto di essere costituito da un unico corpo (8) in materiale metallico che comprende: - una base (10) provvista di mezzi (15) per il suo vincolo a detto elemento (4), - almeno una coppia di bracci elastici (11’,11’’) che si dipartono da detta base (10) e si sviluppano longitudinalmente in modo da definire un angolo acuto rispetto a detta base (10) e in modo tale che, nel loro insieme, detto bracci elastici (11’,11’’) definiscano una conformazione sostanzialmente a “X”, detti bracci elastici (11’,11’’) essendo provvisti di mezzi (16) per agganciare detta struttura (6), 2. Dispositivo secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detto corpo (8) è ottenuto ripiegando un unico pezzo di lamiera precedentemente tagliato. 3. Dispositivo secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detto corpo (8) è ottenuto ripiegando un unico pezzo di lamiera precedentemente tagliato in modo da ottenere una configurazione tridimensionale. 4. Dispositivo secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detto corpo (8) è in acciaio armonico. 5. Dispositivo secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che i bracci elastici (11’,11’’) si dipartono dalla base (10) in corrispondenza di due lati di quest’ultima che sono tra loro opposti. 6. Dispositivo secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che la base (10) ha sviluppo sostanzialmente piano 7. Dispositivo secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detti mezzi (16) per agganciare detta struttura (6) sono previsti in corrispondenza dell’estremità libera di detti bracci elastici (11’,11’’) e sono configurati per abbracciare lateralmente detta struttura (6). 8. Dispositivo secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detti mezzi di aggancio (16) comprendono un tratto terminale (17) dei bracci elastici (11’,11’’) che è ripiegato in modo da definire almeno un tratto uncinato. 9. Dispositivo secondo la rivendicazione precedente, caratterizzato dal fatto che le concavità dei tratti uncinati di ciascuna coppia di bracci elastici (11’,11’’) sono tra loro sostanzialmente contrapposte. 10. Dispositivo secondo la rivendicazione precedente, caratterizzato dal fatto che i mezzi di aggancio (16) previsti in ciascun braccio elastico (11’,11’’) comprendono due o più tratti uncinati che sono tra loro sovrapposti verticalmente. 11. Dispositivo secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detta base (10) comprende dei mezzi (15) per il suo impegno meccanico con detto elemento (4), preferibilmente per il suo incastro meccanico all’interno di incavi (30) previsti in detto elemento (4). 12. Dispositivo secondo la rivendicazione precedente, caratterizzato dal fatto che i mezzi (15) per l’impegno meccanico di detta base (10) con detto elemento (4) comprendono dei bordi ripiegati (15) di detta base (10). 13. Dispositivo secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detto corpo (8) è realizzato in un materiale avente interamente, o in alcune sue zone, una elasticità tale da consentire l’inclinazione di ciascun braccio elastico (11’,11’’) rispetto alla base (10). 14. Dispositivo secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che i bracci elastici (11’,11’’) sono collegati alla base (10) mediante rispettivi tratti ricurvi di raccordo (14) i quali sono configurati in modo da conferire ai rispettivi bracci elastici (11’,11’’) una cedevolezza elastica tale da consentire l’inclinazione di ciascun braccio elastico (11’,11’’), sia in avvicinamento che in allontanamento, rispetto alla base (10). 15. Dispositivo secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che i bracci elastici (11’,11’’) di ciascuna coppia sono collegati alla base (10) mediante rispettivi tratti ricurvi di raccordo (14) che sono configurati in modo che detti due bracci elastici (11’,11’’) possano passare da una condizione di riposo meno divaricata ad una seconda condizione più divaricata senza giungere al limite di snervamento di detti tratti. 16. Dispositivo secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detti bracci elastici (11’,11’’) sono configurati in modo che, a seguito di un’azione di spinta/sollecitazione applicata in corrispondenza della zona superiore dei bracci elastici (11’ e 11’’), quest’ultimi passano da una condizione di riposo meno divaricata ad una condizione più divaricata, in detta condizione più divaricata detti mezzi di aggancio (16) essendo maggiormente distanziati tra loro rispetto a detta condizione meno divaricata. 17. Dispositivo secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detti bracci elastici (11’,11’’) sono configurati in modo da poter passare da una prima condizione di riposo meno divaricata ad una seconda condizione più divaricata e dal fatto che detto dispositivo (2) comprende mezzi (22) per mantenere, anche in assenza di sollecitazione/spinta esterna, detti bracci elastici (11’,11’’) in una condizione più divaricata rispetto a quella di riposo. 18. Dispositivo secondo la rivendicazione precedente, caratterizzato dal fatto che questi mezzi (22) per mantenere, anche in assenza di sollecitazione/spinta esterna, detti bracci elastici (11’,11’’) in una condizione più divaricata rispetto a quella di riposo sono configurati per provocare un incastro reciproco di detti bracci elastici (11’,11’’) quando questi raggiungono una determinata ampiezza di divaricazione che è maggiore rispetto a quella prevista in detta condizione di riposo. 19. Dispositivo secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che questi mezzi (22) per mantenere, anche in assenza di sollecitazione/spinta esterna, detti bracci elastici (11’,11’’) in una condizione più divaricata rispetto a quella di riposo comprendono: - un bordo tagliato (28’) del primo braccio elastico (11’) che si impegna con un taglio (27’’) ricavato nel secondo braccio elastico (11’’) e/o - un bordo tagliato (28’’) del secondo braccio elastico (11’’) che si impegna con un taglio (27’) ricavato nel primo braccio elastico (11’). 20. Dispositivo secondo la rivendicazione precedente, caratterizzato dal fatto che detti tagli (27’,27’’) sono ricavati su rispettive alette (25’,25’’) previste sul bordo interno di ciascun braccio elastico (11’,11’’). 21. Dispositivo secondo la rivendicazione precedente, caratterizzato dal fatto che ciascuna linguetta (26’, 26’’) è definita tra il bordo di un’aletta (25’,25’’) ed il rispettivo taglio (27’,27’’). 22. Dispositivo secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che i bordi tagliati (28’,28’’) sono ricavati su rispettive alette (25’,25’’) previste sul bordo interno di ciascun braccio elastico (11’,11’’). 23. Dispositivo secondo la rivendicazione precedente, caratterizzato dal fatto che i bordi tagliati (28’,28’’), che definiscono altresì i rispettivi tagli (27’,27’’), sono leggermente ripiegati rispetto alla restante parte dell’aletta (25’,25’’). 24. Installazione, preferibilmente per definire un controsoffitto, caratterizzata dal fatto di comprendere almeno un pannello (4) che è appeso ad una struttura di supporto (6) mediante almeno un dispositivo (2) secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, la base (10) di detto dispositivo essendo vincolata a detto pannello (4) mentre i mezzi di aggancio (16) di detti bracci elastici (11’,11’’) essendo agganciati a detta struttura di supporto (6). 25. Installazione secondo la rivendicazione precedente, caratterizzato dal fatto che detto pannello (4) è realizzato in gesso. 26. Installazione secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto di comprendere almeno due dispositivi (2) che sono montati/vincolati in corrispondenti sedi (35), tra loro allineate, del pannello (4). 27. Installazione secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detto pannello (4) comprende degli incavi (30) che sono conformati e dimensionati per ricevere e bloccare stabilmente al suo interno i bordi ripiegati (15) della base (10) di detto dispositivo (2). 28. Installazione secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detta struttura di supporto comprende un profilato (6) che presenta una sezione trasversale a “T” rovesciata o una staffa. 29. Installazione secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detto almeno un dispositivo (2) è configurato in modo che, quando i suoi mezzi di aggancio (16) sono impegnati e agganciati alla struttura di supporto, i bracci elastici (11’,11’’) risultino disposti come fossero in condizione di riposo (non sollecitata), cioè meno divaricata. 30. Installazione secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detto almeno un dispositivo (2) è configurato in modo che i mezzi (22), per mantenere la condizione sollecitata e maggiormente divaricata dei bracci elastici (11’,11’’) anche in assenza di sollecitazione e/o spinta esterna, siano attivati quando detti bracci elastici sono maggiormente divaricati rispetto alla condizione prevista per l’impegno dei mezzi di aggancio (16) a detta struttura di supporto (6).
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