IT201600100150A1 - Pinna per nuoto ed attivita' subacquee - Google Patents

Pinna per nuoto ed attivita' subacquee

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IT201600100150A1
IT201600100150A1 IT102016000100150A IT201600100150A IT201600100150A1 IT 201600100150 A1 IT201600100150 A1 IT 201600100150A1 IT 102016000100150 A IT102016000100150 A IT 102016000100150A IT 201600100150 A IT201600100150 A IT 201600100150A IT 201600100150 A1 IT201600100150 A1 IT 201600100150A1
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blade
shoe
joint
fin
substantially spherical
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Marco Bonfanti
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C4 S A S Di Marco Bonfanti & C
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Description

Titolo: PINNA PER NUOTO ED ATTIVITA' SUBACQUEE
D E S C R I Z I O N E
Il presente trovato ha come oggetto una pinna (o più correttamente una coppia di pinne) per nuoto ed attività subacquee.
Per agevolare il movimento dei nuotatori subacquei e per aumentarne la velocità la soluzione universalmente adottata è quella di accrescere la superficie degli organi di propulsione del nuotatore: i piedi.
La scelta di utilizzare delle calzature che presentino un’elevata superficie piana (sostanzialmente un piano inclinato flessibile opportunamente collegato al piede) è quindi la più diffusa.
La pinna si compone di una parte nella quale va inserito il piede (definita scarpetta) ed una parte piana il cui comportamento meccanico comporta la propulsione (definita pala). La pala flette a causa del movimento del piede (calcio) e della resistenza fluidodinamica dell’acqua.
La pala di una pinna è realizzata in materiali che consentono la migliore risposta elastica alle sollecitazioni garantendo una flessione con il minimo assorbimento di energia.
E' noto il ricorso a materiali con ottima risposta elastica (quali ad esempio i materiali compositi comprendenti, ad esempio, fibre di rinforzo in vetro, carbonio, kevlar e simili) per realizzare pale particolarmente efficienti.
E' stato riscontrato che il problema principale ascrivibile alle pinne di tipo tradizionale deriva dal tipo di accoppiamento tra la pinna ed il piede dell'utilizzatore.
Nel Brevetto Italiano n°1352847, dello stesso richiedente, è chiaramente illustrata una soluzione tecnica destinata alla realizzazione di un accoppiamento più efficace tra il piede dell'utilizzatore e la pinna.
La soluzione proposta in tale brevetto consente di generare un accoppiamento rigido tra la pala ed il piede che tenga conto dell'ergonomia e della vera e propria analisi meccanica della pinneggiata.
Tale risultato è stato ottenuto circoscrivendo con precisione l'area di accoppiamento della pala al piede (ed in particolare l'area attraverso la quale il piede trasferisce la spinta alla pala) e generando una scarpetta che minimizzi le dispersioni energetiche (che si accoppi quindi nel migliore dei modi al piede dell'utilizzatore).
Va però riscontrato che una serie di fattori di carattere anatomico e fisiologico rendono impossibile realizzare una pinna che possa garantire una efficienza ottimale ad ogni utilizzatore.
Fattori strutturali dell'utilizzatore, quali la conformazione ossea, la muscolatura, la mobilità articolare, e fattori legati ad esperienza ed abilità dello stesso, quali la tecnica di pinneggiata, possono modificare in maniera molto rilevante l'efficienza di una pinna e la possibilità di minimizzare le dispersioni energetiche che si verificano durante il gesto atletico della pinneggiata.
Per tale ragione, tutte le pinne di tipo noto (ivi compresa anche quella illustrata nel brevetto n°1352847) non garantiscono all'utilizzatore il migliore sfruttamento delle sue potenzialità atletiche, muscolari e anatomiche.
Compito principale del presente trovato è quello di risolvere i problemi sopra esposti, proponendo una pinna per nuoto ed attività subacquee che garantisca un accoppiamento meccanico con il piede dell'utilizzatore ad elevato rendimento energetico, minimizzando le dispersioni.
Nell'ambito di questo compito, uno scopo del trovato è quello di proporre una pinna per nuoto ed attività subacquee che solleciti il piede, le articolazioni e i muscoli dell'utilizzatore seguendo le direzioni ideali da un punto di vista anatomico ed ergonomico.
Un altro scopo del trovato è quello di proporre una pinna per nuoto ed attività subacquee che risulti particolarmente comoda per l'utilizzatore. Un altro scopo del trovato è quello di proporre una pinna per nuoto ed attività subacquee che non affatichi l'utilizzatore anche dopo numerose ore di utilizzo.
Ulteriore scopo del presente trovato è quello di realizzare una pinna per nuoto ed attività subacquee di costi contenuti relativamente semplice realizzazione pratica e di sicura applicazione.
Questo compito e questi scopi vengono raggiunti da una pinna per nuoto ed attività subacquee del tipo comprendente almeno una scarpetta idonea ad alloggiare il piede di un utilizzatore ed almeno una pala rigidamente associata a detta scarpetta, caratterizzata dal fatto che, tra detta pala e detta scarpetta, è interposto un giunto sostanzialmente sferico, una porzione superiore di detto giunto essendo rigidamente vincolata alla base della detta scarpetta, una porzione inferiore di detto giunto essendo rigidamente vincolata a detta pala in un tratto prossimo ad una rispettiva prima estremità, detto giunto sferico essendo bloccabile in una pluralità di diverse configurazioni ed introducendo tra la pala e la scarpetta almeno due gradi di libertà rotazionali. Ulteriori caratteristiche e vantaggi del trovato risulteranno maggiormente dalla descrizione di una forma di esecuzione preferita, ma non esclusiva, della pinna per nuoto ed attività subacquee secondo il trovato, illustrata a titolo indicativo e non limitativo, negli uniti disegni, in cui: la fig.1 rappresenta, in vista in vista assonometrica esplosa, una pinna per nuoto ed attività subacquee secondo il trovato;
la fig.2 rappresenta, in vista assonometrica esplosa sezionata secondo un piano longitudinale di mezzeria, la pinna di figura 1;
la fig.3 rappresenta, in vista laterale esplosa sezionata secondo un piano longitudinale di mezzeria, la pinna di figura 1;
la fig.4 rappresenta, in vista laterale sezionata secondo un piano longitudinale di mezzeria, la pinna di figura 1 in una prima configurazione di allineamento tra la pala e la scarpetta, definita secondo un primo asse di rotazione;
la fig.5 rappresenta, in vista laterale sezionata secondo un piano longitudinale di mezzeria, la pinna di figura 1 in una seconda configurazione di allineamento tra la pala e la scarpetta, definita secondo un primo asse di rotazione;
la fig.6 rappresenta, vista in pianta, la pinna di figura 1;
la fig.7 rappresenta, vista in pianta, la pinna di figura 6 con indicate le configurazione limite che può assumere la pala secondo un secondo asse di rotazione;
la fig.8 rappresenta, vista da dietro, la pinna di figura 1;
la fig.9 rappresenta, vista da dietro, la pinna di figura 8 con indicate le configurazione limite che può assumere la pala secondo un terzo asse di rotazione.
Con particolare riferimento a tali figure è indicata globalmente con 1 una pinna per nuoto ed attività subacquee.
La pinna 1 comprende almeno una scarpetta 2 idonea ad alloggiare il piede di un utilizzatore ed almeno una pala 3 rigidamente associata alla scarpetta 2 (eventualmente anche con l'interposizione di rondelle, lamine ed altri componenti di regolazione dello spessore complessivo).
Con particolare riferimento agli elementi innovativi che identificano la pinna 1 secondo il trovato, si specifica che, tra la pala 3 e la scarpetta 2, è interposto un giunto sostanzialmente sferico 4.
Una porzione superiore del giunto 4 è rigidamente vincolata alla base 5 della scarpetta 2, in corrispondenza della relativa parte preposta ad ospitare la zona articolare tra metatarso e falangi del piede.
Non si esclude di realizzare differenti versione del presente trovato in cui la porzione superiore del giunto 4 sia vincolata alla base 5 della scarpetta 2 a sbalzo (anteriormente o posteriormente) oppure al tallone o alla zona del cosiddetto arco plantare.
Una porzione inferiore del giunto 4 è rigidamente vincolata alla pala 3 in un tratto 6 prossimo ad una rispettiva prima estremità.
Anche in questo caso non è esclusa l'interposizione tra la porzione inferiore del giunto e la rispettiva pala 3 di componenti destinati a variare lo spessore della loro giunzione (più correttamente la distanza reciproca).
Il giunto sferico 4 è bloccabile in una pluralità di diverse configurazioni ed introduce tra la pala 3 e la scarpetta 2 almeno due gradi di libertà rotazionali.
In pratica quando il giunto sferico 4 non è bloccato la pala 3 può ruotare rispetto alla scarpetta 2 modificando l'inclinazione reciproca tra la base 5 della scarpetta 3 ed il tratto 6 della pala 3 e variando la direzione dell'asse longitudinale della pala 3 rispetto all'asse longitudinale della scarpetta 2.
L'interposizione del giunto sferico 4 consente di bloccare la pala 3 rispetto alla scarpetta 2 in modo tale da garantire un ideale allineamento della pala 3 al corpo dell'utilizzatore (in particolar modo alla proiezione del suo baricentro) e, in tale condizione, garantisce che le pale 3 (quando le gambe si trovano ferme, a riposo) siano tra loro complanari.
Ciò favorisce l'efficienza della pinneggiata e permette di sollecitare l'apparato scheletrico, l'apparato muscolare e le articolazioni in piena conformità alla conformazione anatomica dell'utilizzatore, quindi nel pieno rispetto dell'ergonomia.
Si specifica che, nella presente relazione, con la definizione giunto sostanzialmente sferico 4 si comprende una qualsiasi giunto che introduca tra la scarpetta 2 e la pala 3 almeno due gradi di libertà, indipendentemente dalla conformazione dello stesso.
Il giunto sferico 4 comprende, a sua volta, un guscio superiore 7 il quale costituisce la porzione superiore del giunto 4 vincolata alla base 5 della scarpetta 2.
Il guscio superiore 7 comprende, sulla superficie opposta a quella vincolata alla base della scarpetta 2, una cavità 8 con andamento sostanzialmente sferico.
Il giunto sferico 4 comprende inoltre un guscio inferiore 9 il quale costituisce la porzione inferiore di giunto 4 vincolata alla pala 3 in un tratto 6 prossimo ad una rispettiva estremità.
Il guscio inferiore 9 comprende, sulla sua faccia superiore, una calotta sporgente 10 con forma e dimensioni sostanzialmente coniugate a quelle della cavità 8 e, sulla sua faccia inferiore, un recesso 11 con andamento sostanzialmente sferico. Il giunto sferico 4 comprende un tassello 12 di forma e dimensioni coniugate a quelle del recesso 11 ed in esso alloggiabile.
E' prevista la presenza di almeno un organo di vincolo 13 che attraversa il tassello 12 e si impegnando stabilmente nel guscio superiore 7 con conseguente serraggio, ed immorsamento, del guscio inferiore 9 tra il tassello 12 ed il guscio superiore 7.
Non si esclude di interporre tra il guscio superiore 7 ed il guscio inferiore 9 componenti che favoriscano l'accoppiamento degli stessi in corrispondenza del serraggio dell'organo di vincolo 13, quali ad esempio una rondella, una rondella elastica, una rondella dentata e simili. Realizzando i due gusci 7 e 9 in materiale deformabile (quale ad esempio un materiale polimerico) il serraggio dell'organo di vincolo 13 determinerebbe la penetrazione di porzioni del componente interposto nella superficie della cavità 8 e nella superficie della calotta 10 con conseguente bloccaggio reciproco.
Con particolare riferimento ad una soluzione realizzativa di indubbio interesse pratico ed applicativo, la base 5 della scarpetta 2, in corrispondenza della relativa parte preposta ad ospitare la zona articolare tra metatarso e falangi del piede, comprende un supporto di ancoraggio 14 per il vincolo del guscio superiore 7.
Il guscio superiore 7 potrà quindi essere accoppiato al supporto di ancoraggio 14 per mezzo di unità del tipo di viti 15, rivetti e simili.
Non si esclude comunque la realizzazione del guscio superiore 7 in un sol pezzo con la suola 5 della scarpetta 2: in pratica, durante la fase di stampaggio della scarpetta 2 sarebbe prevista la disposizione del guscio superiore 7 (solidale alla suola rigida 5) in modo che gli stessi siano correttamente rivestiti con il materiale polimerico deformabile che costituirà il rivestimento e la tomaia della scarpetta 2.
A tale scopo il guscio 7 ed il supporto 14 comprenderanno rispettivi fori 7a e 14a destinati ad alloggiare stabilmente le viti 15.
I fori 7a e 14a potranno essere passanti (in tal caso gli elementi di serraggio saranno dei bulloni) o filettati (in tal caso il guscio 7 ed il supporto 14 saranno realizzati in materiale di elevata resistenza meccanica, poco soggetto alle deformazioni). In alternativa si specifica che i fori 7a e 14a potranno essere internamente lisci, con diametro sostanzialmente inferiore (al più analogo) a quello delle viti 15: in quel caso le viti 15 saranno di tipo autofilettante e la cresta del loro filetto andrà direttamente a "mordere" il materiale costituente il guscio 7 ed il supporto 14 (che in questo caso potrà presentare una rigidità inferiore a quella necessaria nell'ipotesi di fori 7a e 14a filettati, descritta in precedenza).
Si specifica inoltre che, secondo una possibile variante di indubbio interesse applicativo, la scarpetta 2 è realizzata in materiale polimerico deformabile.
La morbidezza della scarpetta 2 può essere tale da non consentire un ottimale trasferimento di energia dal piede alla pala 2: per tale ragione è previsto che la scarpetta 2 comprenda una soletta in materiale sostanzialmente rigido (non visibile nelle allegate figure) solidale al supporto di ancoraggio 14.
La soletta rigida può essere inserita all'interno della scarpetta 2 oppure, più efficientemente in termini di incremento della rigidità complessiva della scarpetta 2, può essere inserita durante lo stampaggio della scarpetta 2 stessa.
Infatti, sovrastampando la scarpetta 2 sulla soletta è possibile definire lo strato di materiale di rivestimento della soletta in funzione delle specifiche esigenze di accoppiamento meccanico con il supporto 14 e di comodità per l'utilizzatore.
Non si esclude che la realizzazione della scarpetta 2 (con soletta incorporata) possa essere effettuata con una operazione di co-stampaggio (adottando materiali con diverse caratteristiche meccaniche per i due componenti).
Si specifica inoltre che la pala 3 è realizzata in un materiale preferibilmente scelto tra composito e polimerico.
La scelta del materiale dipende dalla risposta elastica che si richiede alla pala 3: utilizzando materiale polimerico non si disporrà di un rapido ritorno elastico da parte della pala 3, la quale però presenterà un costo piuttosto contenuto; le pale 3 in materiale composito, invece, garantiscono un ritorno elastico rapido che facilita la pinneggiata.
A seconda della tipologia di composito i costi possono variare da un valore minimo, tipico dell'utilizzo della fibra di vetro come rinforzo, ad un valore massimo, tipico di alcune particolari fibre di carbonio. Altre tipologie di fibre non trovano attualmente effettiva applicazione nella produzione di pale 3 per pinne, anche se non si esclude il loro utilizzo futuro.
La pala 3 comprende due tratti 6 e 16, tra loro inclinati e generati senza soluzione di continuità.
Un primo tratto 6, prossimo una rispettiva prima estremità, presenta spessore e rigidità massimi ed è vincolato alla base 5 della scarpetta 2.
Un secondo tratto 16 ha invece spessore e rigidità decrescenti a partire dal raccordo con il primo tratto 6 fino alla seconda estremità della pala 3, sporgendo a sbalzo rispetto alla scarpetta 2. Non si esclude comunque la realizzazione di pale 3 completamente piatte in cui il corretto allineamento tra le stesse e la direzione del moto desiderata dal subacqueo utilizzatore sia garantita dal giunto 4.
La pinna 1 descritta in precedenza, richiede una fase di settaggio preventivo che permette di sfruttare al meglio le potenzialità di regolazione offerte dalla presenza del giunto sferico 4.
Infatti la conformazione anatomica e la mobilità articolare dell'utilizzatore sono tali da rendere sostanzialmente impossibile che, con pinne tradizionali quando l'utilizzatore è appeso verticalmente ed il peso delle pinne grava sugli arti inferiori dell'utilizzatore stesso, le pale siano tra loro complanari, il loro asse di simmetria sia parallelo e che tale asse sia allineato alla proiezione del baricentro dell'utilizzatore. Si specifica che sono normalmente riscontrabili differenze anche tra gamba destra e sinistra di un medesimo utilizzatore di realizzare un allineamento
Tutti questi disallineamenti implicano una notevole dispersione di energia nel corso della pinneggiata, in quanto parte della spinta delle pale ha una direzione non allineata alla desiderata direzione di moto subacqueo e parte dell'energia muscolare si dissipa a causa di attriti, della resistenza idrodinamica e dei giochi meccanici presenti.
Il procedimento di configurazione di pinne 1 prevede una sequenza di fasi cui deve sottoporsi l'utilizzatore per il corretto settaggio (cioè per il corretto allineamento della pale tramite il giunto sostanzialmente sferico 4).
In primo luogo è necessario vincolare il guscio superiore 7 al supporto di ancoraggio della base 5 della scarpetta 2.
Successivamente occorre vincolare il guscio inferiore 9 ad una lastra provvista di rispettivi fori di accoppiamento.
La lastra non è rappresentata nelle allegate figure: si tratta di un accessorio da utilizzare unicamente in fase di configurazione preventiva delle pinne 1.
La lastra potrà essere realizzata in materiale polimerico, in metallo, in legno, in materiale composito o altro.
La stessa dovrà comprendere una pluralità di fori, corrispondenti ai fori presenti nel tratto 6 delle pale 3, per poter essere correttamente vincolata ad entrambe i gusci inferiori 9 delle due pinne 1. Occorre quindi far indossare la scarpetta 2 all'utilizzatore e farlo appendere con gli arti inferiori in bando ed i piedi a una distanza dal suolo superiore alla lunghezza della lastra.
A questo punto sarà possibile accoppiare in maniera lasca il tassello 12 (interposto tra la lastra ed il guscio inferiore 9) al guscio superiore 7 per mezzo di una vite di serraggio 13 e lasciare la lastra appesa alla scarpetta 2.
Una volta assunta una disposizione stabile della pala 3 rispetto alla scarpetta 2 (terminate cioè eventuali oscillazioni dovute al fatto che l'utilizzatore è appeso con le gambe in bando), si dovrà procedere al serraggio della vite 13 per bloccare il giunto sferico 4.
Si potrà quindi asportare la lastra dal guscio inferiore 7 del giunto sferico 4 e vincolare al tratto 6 della pala 3 il guscio inferiore 9 del giunto sferico 4.
Si specifica che è possibile forzare l'assunzione di una posizione di corretto allineamento implementando anche una fase intermedia.
Infatti, al termine della fase di accoppiamento lasco del tassello 12 al guscio superiore 7 e prima della fase di serraggio della vite 13 per il bloccaggio del giunto sferico 4, è previsto l'accoppiamento temporaneo di una zavorra alla lastra per favorire, attraverso la trazione prodotta dalla zavorra, il corretto allineamento del guscio inferiore 9 al guscio superiore 7 nel giunto sferico 4.
Si specifica inoltre che la piastra è idonea al vincolo dei gusci inferiori 9 associabili a due scarpette 2 contemporaneamente, per determinare la complanarità di tali gusci inferiori 9 dei rispettivi giunti 4: tale configurazione corrisponde alla complanarità dei tratti 16 sporgenti dalla scarpetta 2 in configurazione di utilizzo delle pinne 1.
Si specifica che la presenza del giunto 4 consente di realizzare un allineamento ed un posizionamento ideali delle due pale 3, tra loro e rispetto all'utilizzatore, ed offre anche una grande versatilità di utilizzo.
Infatti un utilizzatore che abbia regolato (tarato) i giunti 4 delle proprie pinne 1 potrà, in un qualsiasi momento, svincolare le pale 3 dai rispettivi giunti 4 e sostituire le stesse con altre pale 3 aventi differenti caratteristiche (realizzate in diverso materiale e/o aventi differente risposta elastica e/o aventi diverse dimensioni) oppure con una unica pala (doppia) per la realizzazione di una monopinna.
In tutti questi casi, comunque, l'utilizzatore si troverà sempre nelle condizioni di allineamento ideale del tratto 16 delle pale 3, tra loro e nei confronti dei parametri anatomici dell'utilizzatore stesso.
Vantaggiosamente il presente trovato risolve i problemi sopra esposti, proponendo una pinna 1 per nuoto ed attività subacquee che garantisce un accoppiamento meccanico con il piede dell'utilizzatore ad elevato rendimento energetico, minimizzando le dispersioni.
Efficientemente la pinna 1 secondo il trovato sollecita il piede, le articolazioni e i muscoli dell'utilizzatore seguendo le direzioni ideali, da un punto di vista anatomico ed ergonomico.
Convenientemente la pinna 1 secondo il trovato risulta particolarmente comoda per l'utilizzatore in quanto i suoi arti inferiori non sono sollecitati in maniera disassata.
Validamente la pinna 1 secondo il trovato non affatica l'utilizzatore anche dopo numerose ore di utilizzo.
Positivamente la pinna 1 per nuoto ed attività subacquee risulta essere di relativamente semplice realizzazione pratica e di costi contenuti: tali caratteristiche rendono la pinna 1 una innovazione di sicura applicazione.
Il trovato, così concepito, è suscettibile di numerose modifiche e varianti tutte rientranti nell’ambito del concetto inventivo; inoltre, tutti i dettagli potranno essere sostituiti da altri elementi tecnicamente equivalenti.
In particolare si specifica che è possibile realizzare gusci superiori 7 di differente altezza oppure interporre dei distanziali tra il guscio 7 ed il supporto 14: questa opportunità consente di regolare la distanza che intercorre tra la pala 3 e la base 5 della scarpetta 2. Questa regolazione garantisce la possibilità di modificare il braccio di leva presente tra il piede dell'utilizzatore e la pala 3, variando le possibili configurazione fino ad identificare quella di maggiore rendimento per l'utilizzatore.
Analogamente non si esclude di adottare organi di fissaggio addizionali per il bloccaggio stabile del giunto sferico una volta che sia stata eseguita la relativa regolazione. Ad esempio potrebbero essere disposte trasversalmente delle viti (preferibilmente autofilettanti) che attraversino i vari componenti del guscio 4 rendendoli tra loro solidali.
Negli esempi di realizzazione illustrati singole caratteristiche, riportate in relazione a specifici esempi, potranno essere in realtà intercambiate con altre diverse caratteristiche, esistenti in altri esempi di realizzazione.
In pratica i materiali impiegati, nonché le dimensioni, potranno essere qualsiasi secondo le esigenze e lo stato della tecnica.

Claims (10)

  1. R I V E N D I C A Z I O N I 1. Pinna per nuoto ed attività subacquee del tipo comprendente almeno una scarpetta (2) idonea ad alloggiare il piede di un utilizzatore ed almeno una pala (3) rigidamente associata a detta scarpetta (2), caratterizzata dal fatto che, tra detta pala (3) e detta scarpetta (2), è interposto un giunto sostanzialmente sferico (4), una porzione superiore di detto giunto (4) essendo rigidamente vincolata alla base (5) della detta scarpetta (3), una porzione inferiore di detto giunto (4) essendo rigidamente vincolata a detta pala (3) in un tratto (6) prossimo ad una rispettiva prima estremità, detto giunto (4) essendo bloccabile in una pluralità di diverse configurazioni ed introducendo tra la pala (3) e la scarpetta (2) almeno due gradi di libertà rotazionali.
  2. 2. Pinna, secondo la rivendicazione 1, caratterizzata dal fatto che detto giunto sostanzialmente sferico (4) comprende un guscio superiore (7) costituente la detta porzione superiore di detto giunto (4) vincolata alla base (5) della detta scarpetta (2), detto guscio superiore (7) comprendendo, sulla superficie opposta a quella vincolata alla detta base (5) della detta scarpetta (2), una cavità (8) con andamento sostanzialmente sferico.
  3. 3. Pinna, secondo la rivendicazione 2, caratterizzata dal fatto che detto giunto sostanzialmente sferico (4) comprende un guscio inferiore (9) costituente la detta porzione inferiore di detto giunto (4) vincolata a detta pala (3) in un tratto (6) prossimo ad una rispettiva estremità, detto guscio inferiore (9) comprendendo, sulla sua faccia superiore, una calotta sporgente (10) con forma e dimensioni sostanzialmente coniugate a quelle di detta cavità (8) e, sulla sua faccia inferiore, un recesso (11) con andamento sostanzialmente sferico.
  4. 4. Pinna, secondo la rivendicazione 3, caratterizzata dal fatto che detto giunto sferico (4) comprende un tassello (12) di forma e dimensioni coniugate a quelle di detto recesso (11) ed in esso alloggiabile, almeno un organo di vincolo (13) attraversando detto tassello (12) ed impegnandosi stabilmente in detto guscio superiore (7) con conseguente serraggio ed immorsamento di detto guscio inferiore (9) tra detto tassello (12) e detto guscio superiore (7).
  5. 5. Pinna, secondo le rivendicazioni 1 e 2, caratterizzata dal fatto che detta base (5) di detta scarpetta (2), in corrispondenza della relativa parte preposta ad ospitare la zona articolare tra metatarso e falangi del piede, comprende un supporto di ancoraggio (14) per il vincolo di detto guscio superiore (7), detto guscio superiore (7) essendo accoppiato a detto supporto di ancoraggio (14) per mezzo di unità del tipo di viti (15), rivetti e simili.
  6. 6. Pinna, secondo la rivendicazione 5, caratterizzata dal fatto che detta scarpetta (2) è realizzata in materiale polimerico deformabile e comprende una soletta in materiale sostanzialmente rigido solidale al detto supporto di ancoraggio (14).
  7. 7. Pinna, secondo la rivendicazione 1, caratterizzata dal fatto che detta pala (3) è realizzata in un materiale preferibilmente scelto tra composito e polimerico e comprende due tratti (6, 16) tra loro inclinati e generati senza soluzione di continuità, un primo tratto (6) prossimo una rispettiva prima estremità, avente spessore e rigidità massimi, essendo vincolato alla base (5) della detta scarpetta (2), ed un secondo tratto (16), avente spessore e rigidità decrescenti dal raccordo con detto primo tratto (6) fino alla seconda estremità di detta pala (3), sporgendo a sbalzo rispetto a detta scarpetta (2).
  8. 8. Procedimento di configurazione di pinne secondo una o più delle rivendicazioni precedenti che consiste nel - vincolare il guscio superiore (7) al supporto di ancoraggio (14) della detta base (5) della detta scarpetta (2); - vincolare il guscio inferiore (9) ad una lastra provvista di rispettivi fori di accoppiamento; - indossare la detta scarpetta (2) ed appendersi con gli arti inferiori in bando ed i piedi a una distanza dal suolo superiore alla lunghezza della lastra; - accoppiare in maniera lasca detto tassello (12) al detto guscio superiore (7) per mezzo di una vite di serraggio (13) e lasciare la lastra appesa alla scarpetta (2); - una volta assunta una disposizione stabile della detta pala (3) rispetto alla detta scarpetta (2), serrare detta vite di serraggio (13) per il bloccaggio di detto giunto sostanzialmente sferico (4); - asportare detta lastra dal detto guscio inferiore (9) di detto giunto sostanzialmente sferico (4); - vincolare al detto tratto (6) prossimo ad una prima estremità di detta pala (3) il detto guscio inferiore (7) di detto giunto sostanzialmente sferico (4).
  9. 9. Procedimento, secondo la rivendicazione 8, caratterizzato dal fatto che, dopo detta fase di accoppiamento lasco di detto tassello (12) al detto guscio superiore (7) e prima di detta fase di serraggio di detta vite (13) per il bloccaggio di detto giunto sostanzialmente sferico (4) è previsto l'accoppiamento temporaneo di una zavorra alla detta lastra per favorire, attraverso la trazione prodotta dalla detta zavorra, il corretto allineamento del guscio inferiore (9) al guscio superiore (7) nel giunto sostanzialmente sferico (4).
  10. 10. Procedimento, secondo la rivendicazione 8, caratterizzato dal fatto che detta piastra è idonea al vincolo dei gusci inferiori (9) corrispondenti a due scarpette (2) contemporaneamente per determinare la complanarità di detti gusci inferiori (9) dei rispettivi giunti (4), corrispondente alla complanarità dei tratti (16) sporgenti da detta scarpetta (2) in configurazione di utilizzo delle dette pinne (1).
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