IT201600072149A1 - Pompa per erogare un liquido. - Google Patents

Pompa per erogare un liquido.

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IT201600072149A1 IT102016000072149A IT201600072149A IT201600072149A1 IT 201600072149 A1 IT201600072149 A1 IT 201600072149A1 IT 102016000072149 A IT102016000072149 A IT 102016000072149A IT 201600072149 A IT201600072149 A IT 201600072149A IT 201600072149 A1 IT201600072149 A1 IT 201600072149A1
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IT
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IT102016000072149A
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Gianni Paderni
Fabio Pedroni
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Leuco Spa
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Description

“Pompa per erogare un liquido”
L’invenzione concerne una pompa per erogare un liquido in un ambiente desiderato, particolarmente per erogare acqua alla quale possono essere state addizionate una o più sostanze aggiuntive. La pompa secondo l’invenzione è particolarmente adatta per processare un liquido di pulizia, quale acqua eventualmente additivata con sostanze detergenti, inviando tale liquido su una superficie da pulire. La pompa secondo l’invenzione può essere ad esempio utilizzata in una macchina idropulitrice.
Sono note pompe a pistoni comprendenti una pluralità di pistoni mobili all’interno di rispettivi cilindri per aumentare o diminuire il volume di corrispondenti camere, così da provocare l’aspirazione di acqua in ciascuna camera, oppure l’uscita dell’acqua dalla camera. Ciascuna camera è provvista di una valvola di aspirazione, attraverso la quale l’acqua può entrare nella camera, e di una valvola di mandata, attraverso la quale l’acqua può uscire dalla camera.
I pistoni, che possono avere una struttura monopezzo oppure essere formati da più componenti, sono di solito parzialmente alloggiati all’interno di un involucro o carter della pompa, che contiene anche un dispositivo di azionamento disposto per movimentare i pistoni avanti o indietro all’interno dei rispettivi cilindri. Le valvole di mandata e le valvole di aspirazione sono invece alloggiate in una testata della pompa, che viene fissata all’involucro per esempio tramite viti.
In particolare, le valvole di aspirazione possono essere posizionate lungo una fila e si estendono lungo rispettivi assi che definiscono un piano. Anche le valvole di mandata possono essere posizionate lungo una fila, ed i loro assi definiscono solitamente un piano perpendicolare al piano definito dagli assi delle valvole di aspirazione.
Le pompe note possono inoltre comprendere una valvola regolatrice di pressione sulla quale un operatore può agire manualmente per regolare la portata, e conseguentemente la pressione, dell’acqua in uscita dalla pompa. La valvola regolatrice di pressione è normalmente posizionata in una regione laterale della testata, di fianco alla fila delle valvole di mandata.
La valvola regolatrice di pressione si estende normalmente lungo un asse parallelo agli assi delle valvole di mandata e quindi perpendicolare al piano definito dagli assi delle valvole di aspirazione.
Un difetto delle pompe sopra descritte è che sono piuttosto ingombranti. Infatti, la valvola regolatrice di pressione è supportata da un’appendice laterale che si proietta di fianco alla fila delle valvole di mandata. Questa appendice aumenta in modo non trascurabile le dimensioni complessive della pompa.
Inoltre, prevedere un’appendice laterale che supporti la valvola regolatrice di pressione implica un aumento della quantità di materiale, in particolare materiale metallico, che è necessario utilizzare per fabbricare la pompa. Ciò determina un aumento del costo della pompa.
Infine, a causa della sua collocazione, la valvola regolatrice di pressione delle pompe note può non essere facilmente accessibile da parte dell’operatore, quando quest’ultimo desidera modificare la pressione del liquido in uscita dalla pompa.
Uno scopo dell’invenzione è migliorare le pompe di tipo noto, particolarmente le pompe destinate a processare un liquido, per esempio acqua, da erogare su una superficie o in un ambiente.
Un ulteriore scopo è diminuire le dimensioni complessive delle pompe note, particolarmente delle pompe dotate di una valvola regolatrice che permetta di regolare la portata, e conseguentemente la pressione, del liquido uscente dalla pompa.
Un altro scopo è diminuire i costi delle pompe note, particolarmente delle pompe dotate di una valvola regolatrice del tipo sopra menzionato.
Ancora un altro scopo è fornire una pompa munita di una valvola regolatrice che consenta di regolare la portata, e conseguentemente la pressione, di un liquido uscente dalla pompa, in cui l’operatore possa accedere con facilità alla valvola regolatrice.
Secondo l’invenzione, è prevista una pompa comprendente:
- una pluralità di pistoni ciascuno dei quali è scorrevole all’interno di un cilindro per variare il volume di una corrispondente camera,
una pluralità di valvole di aspirazione, ciascuna delle quali è associata ad una camera ed è azionabile per consentire ad un liquido di entrare nella camera, le valvole di aspirazione essendo disposte in una prima sequenza,
una pluralità di valvole di mandata, ciascuna delle quali è associata ad una camera ed è azionabile per consentire a detto liquido di fuoriuscire dalla camera, le valvole di mandata essendo disposte in una seconda sequenza,
- una valvola regolatrice per regolare la pressione del liquido uscente dalla pompa,
caratterizzata dal fatto che la valvola regolatrice è interposta fra due valvole consecutive di una sequenza scelta fra detta prima sequenza e detta seconda sequenza.
Grazie all’invenzione, è possibile ridurre le dimensioni complessive della pompa. Infatti, inserendo la valvola regolatrice in una posizione intermedia nella sequenza delle valvole di aspirazione oppure nella sequenza delle valvole di mandata, non è più necessario prevedere un’appendice laterale specificamente dedicata a supportare la valvola regolatrice. Di conseguenza, diminuiscono le dimensioni complessive della pompa.
Per lo stesso motivo, è anche possibile diminuire il costo della pompa, in quanto viene risparmiato il materiale che, nelle pompe note, era necessario per la fabbricazione dell’appendice laterale.
In una versione, la valvola regolatrice è interposta fra due valvole di mandata consecutive di detta seconda sequenza,
Le valvole di mandata si estendono lungo rispettivi assi che possono essere fra loro paralleli.
In una versione, la valvola regolatrice si estende lungo un asse obliquo rispetto agli assi delle valvole di mandata.
Ciò consente di rendere più facile, per un operatore, accedere alla valvola regolatrice. Infatti, orientando la valvola regolatrice in modo che il suo asse sia obliquo rispetto agli assi delle valvole di mandata, è possibile posizionare la valvola regolatrice in modo tale che essa sia rivolta verso l’operatore, aumentandone l’ergonomicità e la facilità di presa.
In una versione, la valvola regolatrice è configurata per variare la portata del liquido uscente dalla pompa mettendo selettivamente in comunicazione di fluido una mandata della pompa con un’aspirazione della pompa, cosicché una quantità desiderata di liquido possa essere ricircolata dalla mandata all’aspirazione.
Viene in questo modo ridotta la quantità di liquido che dall’aspirazione fluisce verso la mandata, ossia la portata di liquido in uscita dalla pompa. Ciò consente, indirettamente, di variare la pressione del liquido uscente dalla pompa.
L’invenzione potrà essere meglio compresa ed attuata con riferimento agli allegati disegni, che ne illustrano una forma esemplificativa e non limitativa di attuazione, in cui:
Figura 1 è una vista dall’alto di una pompa a pistoni;
Figura 2 è una vista laterale della pompa di Figura 1, presa dalla parte destra di Figura 1 ;
Figura 3 è una sezione presa lungo il piano lll-lll di Figura 1 ;
Figura 4 è una sezione interrotta, presa lungo il piano IV-IV di Figura 1 ; Figura 5 è una sezione interrotta, presa lungo il piano V-V di Figura 1 ; Figura 6 è una sezione interrotta, presa lungo il piano VI-VI di Figura 2; Figura 7 è una sezione interrotta, presa lungo il piano VII-VII di Figura 4; Figura 8 è una sezione interrotta, presa lungo il piano VIII-VIII di Figura 1. Le Figure 1 e 2 mostrano una pompa 1 per processare un liquido, particolarmente acqua, destinato ad essere ad esempio inviato su una superficie per essere utilizzato come liquido di lavaggio. La pompa 1 è di tipo volumetrico a pistoni.
La pompa 1 comprende un involucro 2 o carter all’interno del quale è alloggiato un dispositivo di azionamento per azionare i pistoni della pompa 1. All’involucro 2 è fissata, tramite elementi di fissaggio comprendenti ad esempio una pluralità di viti 3, una testata 4. L’involucro 2 può essere ad esempio realizzato in alluminio, mentre la testata 4 può essere realizzata in ottone.
La pompa 1 comprende una pluralità di pistoni 5, uno dei quali è visibile in Figura 3. Ciascun pistone 5 è scorrevole all’interno di un corrispondente cilindro così da variare il volume di una camera 6, ricavata nella testata 4 ad un’estremità del pistone 5.
Nell’esempio raffigurato, sono previsti tre pistoni 5. E’ tuttavia possibile anche utilizzare un numero di pistoni 5 diverso da tre.
I pistoni 5 sono allineati fra loro, ossia disposti in maniera tale che i loro assi giacciano su un piano comune.
In una versione alternativa, i pistoni possono essere disposti in maniera tale che i loro assi non giacciano su un piano comune, ma siano sfalsati fra di loro.
Come mostrato in Figura 3, il dispositivo di azionamento disposto per azionare i pistoni 5 comprende un albero a eccentrici 7, alloggiato girevolmente all’interno dell’involucro 2. Ciascun pistone 5 è azionato dall’albero a eccentrici 7 per mezzo di una corrispondente biella 8 fissata all’albero a eccentrici 7.
L’albero a eccentrici 7 è disposto all’interno di una cavità 9 ricavata nell’involucro 2. In condizioni di normale funzionamento, all’interno della cavità 9 è presente una quantità di olio lubrificante, che può essere introdotta nell’involucro 2 attraverso un foro di ingresso chiudibile per mezzo di un tappo 10.
L’involucro 2 è provvisto di una flangia 12 che consente di fissare la pompa 1 ad un motore non raffigurato atto a ruotare l’albero a eccentrici 7. Il motore è provvisto di un albero motore che può essere accoppiato all’albero a eccentrici 7 tramite una linguetta o un altro sistema di accoppiamento che permetta all’albero a eccentrici 7 di ruotare solidalmente all’albero motore.
Quando l’albero a eccentrici 7 ruota, ciascun pistone 5 viene movimentato avanti e indietro scorrendo lungo una direzione di movimentazione A. In questo modo, il pistone 5 fa aumentare o alternativamente diminuire il volume della camera 6.
Ciascun pistone 5 ha una prima estremità 11 che delimita la camera 6 ed una seconda estremità, opposta alla prima estremità 11, incernierata alla biella 8.
Ciascun pistone 5 si estende lungo un asse longitudinale Z.
Come mostrato in Figura 3, all’interno dell’involucro 2, in prossimità della testata 4, è alloggiata una guarnizione 13. La guarnizione 13 ha una conformazione anulare ed è provvista di un foro attraverso il quale passa il pistone 5. La guarnizione 13 ha un labbro interno a contatto col quale scorre il pistone 5. In questo modo, la guarnizione 13 impedisce eventuali perdite di olio dalla cavità 9 verso la testata 4. La guarnizione 13 si comporta pertanto come una guarnizione paraolio.
Nella testata 4 sono alloggiati mezzi di tenuta atti ad impedire al liquido contenuto nella camera 6 di fuoriuscire. I mezzi di tenuta possono comprendere un primo elemento di tenuta 14, disposto in una posizione più vicina alla camera 6, ed un secondo elemento di tenuta 15, disposto in una posizione più lontana dalla camera 6. Il primo elemento di tenuta 14 può essere considerato anche come una guarnizione di alta pressione, mentre il secondo elemento di tenuta 15 può essere considerato come una guarnizione di bassa pressione. Ciò è dovuto al fatto che il primo elemento di tenuta 14 lavora con un liquido avente una pressione più elevata rispetto al secondo elemento di tenuta 15. Infatti, il primo elemento di tenuta 14 interagisce con il liquido direttamente proveniente dalla camera 6, che dunque ha una pressione relativamente elevata. Il secondo elemento di tenuta 15 interagisce invece con un liquido la cui pressione è minore.
A ciascuna camera 6 è associata una valvola di aspirazione 16 e una valvola di mandata 17. Quando la valvola di aspirazione 16 è aperta, la valvola di mandata 17 è chiusa e il liquido da pompare può entrare nella camera 6. Ciò avviene durante una fase di aspirazione che si verifica mentre il pistone 5 arretra così da aumentare gradualmente il volume della camera 6. Quando invece la valvola di mandata 17 è aperta, la valvola di aspirazione 16 è chiusa e il liquido viene pompato fuori dalla camera 6. Ciò avviene durante una fase di mandata che si verifica mentre il pistone 5 avanza riducendo gradualmente il volume della camera 6.
Il liquido da pompare giunge alla valvola di aspirazione 16 tramite un collettore di ingresso 18 sagomato come un foro, particolarmente rettilineo, ricavato all’interno della testata 4. Il collettore di ingresso 18 consente di inviare il liquido da pompare a ciascuna valvola di aspirazione 16 associata ad un pistone 5. Il collettore di ingresso 18 può essere collegato ad una sorgente di liquido non raffigurata tramite un rispettivo ingresso.
In una versione non raffigurata, il collettore di ingresso 18 può essere ricavato in una posizione differente da quella sopra descritta, per esempio nell’involucro 2.
La pompa 1 comprende inoltre un collettore di uscita 19 per raccogliere il liquido uscente dalle camere 6 ed inviarlo verso un punto di utilizzo, attraverso una corrispondente uscita.
Il collettore di uscita 19 è in comunicazione di fluido con le valvole di mandata 17 associate a tutti i pistoni 5, così da raccogliere il liquido in uscita da tutte le camere 6.
Come mostrato in Figura 3, sia la valvola di aspirazione 16 che la valvola di mandata 17 possono comprendere un corpo di contenimento 20, per esempio sagomato come un bicchierino, all’interno del quale sono alloggiati una molla 21 ed un otturatore 22. La molla 21 agisce sull’otturatore 22 per mantenere quest’ultimo in una posizione prefissata, per esempio in una posizione di chiusura.
Ciascuna valvola di aspirazione 16 e ciascuna valvola di mandata 17 è alloggiata all’interno di una sede di valvola ricavata nella testata 4. Ciascuna valvola di aspirazione 16 può essere mantenuta nella posizione desiderata all’interno della rispettiva sede di valvola attraverso un tappo 23. Analogamente, ciascuna valvola di mandata 17 può essere mantenuta nella posizione desiderata all’interno della rispettiva sede di valvola tramite un ulteriore tappo 24.
Le valvole di aspirazione 16 possono essere uguali alle valvole di mandata 17, ossia essere realizzate con i medesimi componenti. Anche i tappi 23 possono essere uguali agli ulteriori tappi 24.
L’interno del corpo di contenimento 20 di ciascuna valvola di aspirazione 16 è in comunicazione di fluido con il collettore di ingresso 18. Su tale corpo di contenimento 20 agisce anche la pressione del fluido contenuto nella camera 6. Quando, a seguito del movimento all’indietro del pistone 5, la pressione nella camera 6 diventa minore della pressione nel collettore di ingresso 18, l’otturatore 22 della corrispondente valvola di aspirazione 16 si apre, mettendo il collettore di ingresso 18 in comunicazione di fluido con la camera 6.
Anche l’interno del corpo di contenimento 20 di ciascuna valvola di mandata 17 è in comunicazione di fluido con la corrispondente camera 6. Su tale corpo di contenimento 20 agisce anche la pressione del fluido contenuto nel collettore di uscita 19. Quando, a seguito del movimento in avanti del pistone 5, la pressione del liquido presente nella camera 6 supera la pressione del liquido presente nel collettore di uscita 19, l’otturatore 22 della corrispondente valvola di mandata 17 si apre, mettendo la camera 6 in comunicazione di fluido con il corrispondente collettore di uscita 19.
Le valvole di aspirazione 16 sono disposte in una prima sequenza. Nell’esempio raffigurato, la prima sequenza lungo la quale sono disposte le valvole di aspirazione 16 è conformata come una fila rettilinea. Le valvole di aspirazione 16 si estendono lungo rispettivi assi X, mostrati in Figura 3, che possono essere fra loro paralleli e che, nell’esempio raffigurato, giacciono su un piano comune. Nell’esempio di Figura 3, tale piano è orizzontale.
Le valvole di mandata 17 sono disposte lungo una seconda sequenza che, nell’esempio raffigurato, è definita da una fila rettilinea. Le valvole di mandata 17 si estendono lungo rispettivi assi Y, mostrati in Figura 3, che possono essere fra loro paralleli ed eventualmente giacere su un piano comune. Nell’esempio mostrato in Figura 3, tale piano è verticale.
Più in generale, il piano comune definito dagli assi X delle valvole di aspirazione 16 può essere perpendicolare al piano comune definito dagli assi Y delle valvole di mandata 17.
Sono tuttavia possibili anche altre disposizioni delle valvole di mandata 17 e/o delle valvole di aspirazione 16. In particolare, la prima sequenza lungo la quale sono disposte le valvole di aspirazione 16, e/o la seconda sequenza lungo la quale sono disposte le valvole di mandata 17, possono essere non rettilinee.
La pompa 1 comprende inoltre una valvola regolatrice 25 per regolare la portata, e conseguentemente la pressione, del liquido che esce dalla pompa 1.
Come mostrato nelle Figure da 1 a 3, la valvola regolatrice 25 è disposta in una posizione intermedia lungo la sequenza di valvole definita dalle valvole di mandata 17. In altre parole, la valvola regolatrice 25 è interposta fra due valvole consecutive della sequenza di valvole definita dalle valvole di mandata 17. Nell’esempio mostrato in Figura 1 , la valvola regolatrice 25 è interposta fra la prima e la seconda valvola di mandata 17, procedendo dal basso verso l’alto.
In alternativa, la valvola regolatrice 25 potrebbe essere interposta fra la seconda e la terza valvola di mandata 17, procedendo dal basso verso l’alto nella vista di Figura 1.
Interponendo la valvola regolatrice 25 tra due valvole di mandata 17 adiacenti, anziché posizionare la valvola regolatrice 25 ad una estremità della sequenza definita dalle valvole di mandata 17, è possibile mantenere limitate le dimensioni della pompa 1. In particolare, non è necessario aumentare la lunghezza del collettore di uscita 19 rispetto alle pompe note, né prevedere voluminose appendici all’estremità della sequenza di valvole di mandata 17 per supportare la valvola regolatrice 25.
La valvola regolatrice 25 si estende lungo un asse Y1 , mostrato nelle Figure 3 e 4, che è inclinato rispetto agli assi X delle valvole di aspirazione 16 e agli assi Y delle valvole di mandata 17. In altre parole, l’asse Y1 della valvola di regolatrice 25 è obliquo, ossia non perpendicolare né parallelo, rispetto agli assi X delle valvole di aspirazione 16 e rispetto agli assi Y delle valvole di mandata 17.
Nel caso in cui gli assi X delle valvole di aspirazione 16 siano disposti su un piano comune, l’asse Y1 della valvola regolatrice 25 è obliquo rispetto a tale piano.
Nel caso in cui gli assi Y delle valvole di mandata 17 siano disposti su un piano comune, l’asse Y1 della valvola regolatrice 25 è obliquo rispetto a tale piano.
Posizionando l’asse Y1 della valvola regolatrice 25 in una direzione obliqua rispetto agli assi X delle valvole di aspirazione 16 e/o agli assi Y delle valvole di mandata 17, è possibile rendere facilmente accessibile la valvola regolatrice 25 da parte dell’operatore. Ciò è particolarmente vero nel caso in cui, come spesso accade, la pompa 1 viene montata nella parte bassa di una idropulitrice o di un’altra macchina erogatrice. Se così è, grazie all’inclinazione dell’asse Y1 , la valvola regolatrice 25 è rivolta verso l’operatore, che può intervenire facilmente su tale valvola per effettuare le regolazioni desiderate.
Inoltre, inclinando l’asse Y1 della valvola regolatrice 25 rispetto agli assi X delle valvole di aspirazione 16 e/o agli assi Y delle valvole di mandata 17, non è necessario aumentare la distanza fra due valvole di aspirazione 16 consecutive e/o fra due valvole di mandata 17 consecutive per alloggiare la valvola regolatrice 25. Ciò consente di mantenere limitate le dimensioni della pompa 1.
Come mostrato in Figura 4, la valvola regolatrice 25 comprende un elemento di controllo, sagomato per esempio come una manopola 26, agendo sul quale l’utilizzatore può aumentare o diminuire la pressione del liquido erogato dalla pompa 1. In particolare, ruotando la manopola 26 in un primo verso di rotazione, per esempio orario, la pressione del liquido erogato dalla pompa 1 viene aumentata, mentre ruotando la manopola 26 in un secondo verso di rotazione, opposto al primo verso di rotazione (per esempio antiorario), la suddetta pressione viene diminuita.
La valvola regolatrice 25 comprende inoltre un elemento di contenimento 27, sagomato ad esempio come un bicchierino, al cui interno è almeno parzialmente alloggiata una molla 28. L’elemento di contenimento 27 è fisso rispetto alla manopola 26.
In una versione non raffigurata, la manopola 26 può essere assente e l’elemento di contenimento 27 può essere utilizzato anche come elemento di controllo sul quale l’operatore agisce per regolare la pressione del liquido uscente dalla pompa.
La molla 28 è interposta fra una parete di estremità dell’elemento di contenimento 27 e un corpo intermedio 29, così da spingere il corpo intermedio 29 lontano dall’elemento di contenimento 27.
La valvola regolatrice 25 comprende inoltre un otturatore 30 disposto in posizione fissa rispetto al corpo intermedio 29. L’otturatore 30 è almeno parzialmente posizionato all’interno di un alloggiamento 31, che è in comunicazione di fluido con la mandata della pompa 1. Più in dettaglio, l’alloggiamento 31 è in comunicazione di fluido con almeno una valvola di mandata 17, particolarmente con almeno una valvola di mandata 17 disposta in posizione adiacente alla valvola regolatrice 25. Nell’esempio raffigurato, l’alloggiamento 31 è in comunicazione di fluido con la valvola di mandata 17 disposta in posizione centrale.
Nell’esempio raffigurato, è previsto un condotto di collegamento 32, ricavato nella testata 4 e mostrato nelle Figure 4 e 8, che collega la valvola di mandata 17 con l’alloggiamento 31. Più precisamente, il condotto di collegamento 32 collega l’alloggiamento 31 con una camera di mandata in cui è alloggiata la valvola di mandata 17. Grazie al condotto di collegamento 32, il liquido presente all’interno della camera di mandata associata alla valvola di mandata 17 in questione può fluire nell’alloggiamento 31. In quest’ultimo è pertanto presente il liquido pressurizzato dai pistoni 5.
L’otturatore 30 è provvisto di una superficie otturatrice atta ad impegnarsi con una boccola 33 per aprire o alternativamente chiudere un condotto di comunicazione 34 sfociante nel collettore di ingresso 18. Più in generale, il condotto di comunicazione 34 è in comunicazione di fluido con l’aspirazione della pompa 1.
Il condotto di comunicazione 34 può estendersi lungo l’asse Y1.
In particolare, l’otturatore 30 è mobile fra una posizione chiusa, mostrata in Figura 4, ed una posizione di massima apertura non raffigurata. Nella posizione chiusa, la superficie otturatrice dell’otturatore 30 è a contatto con la boccola 33 e il condotto di comunicazione 34 è isolato dall’alloggiamento 31. In questa posizione, la mandata e l’aspirazione della pompa 1 non sono in comunicazione di fluido fra di loro tramite la valvola regolatrice 25.
Nella posizione di massima apertura, la superficie otturatrice dell’otturatore 30 è distaccata dalla boccola 33, cosicché il liquido presente nell’alloggiamento 31 possa fluire nel condotto di comunicazione 34. La mandata della pompa 1 può così essere messa in comunicazione di fluido con l’aspirazione della pompa 1 attraverso la valvola regolatrice 25. Infatti, il liquido presente nell’alloggiamento 31 , che proviene dalla valvola di mandata 17 comunicante con l’alloggiamento 31 attraverso il condotto di collegamento 32, passa nel collettore di ingresso 18 attraverso il condotto di comunicazione 34, raggiungendo così l’aspirazione della pompa 1.
Fra la posizione chiusa e la posizione di massima apertura dell’otturatore 30, è possibile individuare una pluralità di posizioni intermedie in cui l’alloggiamento 31 è in comunicazione di fluido con il condotto di comunicazione 34, il che consente ad una certa quantità di liquido di passare dalla mandata all’aspirazione della pompa 1 , ossia dalle valvole di mandata 17 verso le valvole di aspirazione 16.
La posizione dell’otturatore 30 è determinata in funzione della pressione del liquido nell’alloggiamento 31 e della forza esercitata dalla molla 28 sull’otturatore 30.
In particolare, la molla 28 spinge l’otturatore 30 verso la boccola 33, ossia tende a chiudere l’otturatore 30. La pressione del liquido nell’alloggiamento 31 tende invece ad allontanare l’otturatore 30 dalla boccola 33, così da spostare l’otturatore 30 verso la posizione di massima apertura.
La quantità di liquido che viene ricircolata dalla mandata all’aspirazione della pompa 1 attraverso la valvola regolatrice 25 è massima nella posizione di massima apertura dell’otturatore 30 e diminuisce progressivamente nelle posizioni intermedie, fino a ridursi a zero nella posizione chiusa.
La portata di liquido uscente dalla pompa 1 è massima quando l’otturatore 30 si trova nella posizione chiusa, ossia nella posizione mostrata in Figura 4, in cui l’alloggiamento 31 è isolato dal condotto di comunicazione 34 e non vi è ricircolo di liquido dalla mandata all’aspirazione della pompa 1. In tale posizione, come sarà meglio spiegato nel seguito, è massima anche la pressione del liquido erogato dalla pompa 1.
Quando invece l’otturatore 30 si trova nella posizione di massima apertura, la portata (e conseguentemente la pressione) del liquido uscente dalla pompa 1 è minima, in quanto il ricircolo di liquido dalla mandata all’aspirazione della pompa 1 è massimizzato.
Se l’utilizzatore, partendo dalla posizione chiusa dell’otturatore 30 mostrata in Figura 4, desidera diminuire la portata, e quindi la pressione, del liquido erogato dalla pompa 1 , l’utilizzatore ruota la manopola 26 in un verso di rotazione che, nell’esempio raffigurato è antiorario. Più in generale, l’utilizzatore ruota la manopola 26 in modo da allontanare l’elemento di contenimento 27 dal corpo intermedio 29, riducendo così la compressione della molla 28. Viene in questo modo diminuita la forza con cui la molla 28 spinge l’otturatore 30 verso la boccola 33, mentre rimane costante la forza esercitata sull’otturatore 30 per effetto della pressione del liquido nell’alloggiamento 31. Quando la forza esercitata sull’otturatore 30 come conseguenza della pressione del liquido nell’alloggiamento 31 supera la forza esercitata sull’otturatore 30 dalla molla 28, l’otturatore 30 si allontana dalla boccola 33 e l’alloggiamento 31 viene posto in comunicazione di fluido con il condotto di collegamento 34. Una certa quantità di liquido processato dalla pompa 1 è quindi ricircolata dalla mandata all’aspirazione, con una conseguente riduzione della portata di liquido uscente dalla pompa 1 e della relativa pressione.
Continuando a ruotare la manopola 26 in modo da ridurre ulteriormente la compressione della molla 28, l’otturatore 30 si allontana ulteriormente dalla boccola 33, con conseguente aumento della quantità di liquido ricircolata dalla mandata all’aspirazione della pompa 1 e riduzione della portata di liquido uscente dalla pompa 1.
Una sequenza di operazioni contraria a quella sopra descritta consente di aumentare la portata di liquido in uscita dalla pompa 1 , e quindi la pressione del liquido erogato, partendo dalla posizione di massima apertura dell’otturatore 30.
Il liquido può essere erogato dalla pompa 1 sulla superficie da pulire o, più un generale, neN’ambiente da trattare, tramite un dispositivo erogatore, conformato ad esempio come una pistola erogatrice, connessa ad un’uscita 35 della pompa 1 , ad esempio tramite un tubo di erogazione non raffigurato.
La pistola erogatrice è provvista di un ugello al cui interno è ricavata una strozzatura. Grazie a tale strozzatura, è possibile aumentare la pressione del liquido in una porzione divergente disposta a valle della strozzatura, rispetto al valore che tale pressione aveva a monte della strozzatura. Questo aumento di pressione è tanto più marcato, quanto maggiore è la portata del liquido che passa attraverso la strozzatura. Ciò spiega perché la valvola regolatrice 25, che consente di variare la portata del liquido in uscita dalla pompa 1 , consente anche - indirettamente - di variare la pressione del liquido erogato.
All’uscita 35 può essere associato un raccordo ad attacco rapido 49 per consentire di innestare o disinnestare rapidamente il tubo di erogazione dalla pompa 1.
Come mostrato nelle Figure 5 e 6, l’uscita 35 è definita all’estremità di un condotto di uscita ricavato in una protuberanza 36 che si proietta dalla testata 4.
La protuberanza 36 è distinta dalla valvola regolatrice 25.
La protuberanza 36 si estende lungo un asse X1 che può essere, ad esempio, parallelo agli assi X delle valvole di aspirazione 16.
Come mostrato nelle Figure 5 e 6, il condotto di uscita ricavato nella protuberanza 36 comprende un tratto iniziale 37 che si diparte dal collettore di uscita 19. Tale condotto di uscita comprende inoltre un tratto finale 38 disposto in prossimità deN’uscita 35, particolarmente all’interno del raccordo ad attacco rapido 49.
Tra il tratto iniziale 37 e il tratto finale 38 sono inoltre interposte una strozzatura 40 avente una sezione di passaggio minima e una porzione divergente 41 , disposta a valle della strozzatura 40.
Tra il tratto iniziale 37 e il tratto finale 38 è interposto anche un dispositivo otturatore 39, che può essere posizionato a monte della strozzatura 40 rispetto ad una direzione di uscita del liquido dalla pompa 1.
II dispositivo otturatore 39 è configurato per aprire o alternativamente chiudere il tratto iniziale 37, così da mettere il tratto iniziale 37 in comunicazione di fluido con il tratto finale 38, o alternativamente separare il tratto iniziale 37 dal tratto finale 38.
In particolare, il dispositivo otturatore 39 è configurato per mettere in comunicazione di fluido il tratto iniziale 37 con il tratto finale 38, quando la pressione del liquido nel tratto iniziale 37 è maggiore della pressione del liquido nel tratto finale 38.
Un dispositivo di additivazione 43 è previsto per aggiungere al liquido uscente dalla pompa 1 un additivo, particolarmente una sostanza detergente. Come mostrato nelle Figure 6 e 7, il dispositivo di additivazione 43 comprende un connettore 42, che si proietta dalla protuberanza 36 trasversalmente all’asse X1. Il connettore 42 è atto ad essere connesso ad un serbatoio dell’additivo non raffigurato. All’interno del connettore 42 è ricavato un passaggio 44 attraverso il quale l’additivo può fluire per raggiungere il liquido che sta uscendo dalla pompa 1. Il passaggio 44 si estende trasversalmente, in particolare perpendicolarmente, all’asse X1.
Il passaggio 44 è chiudibile per mezzo di un corpo di chiusura 45, conformato ad esempio come una sfera, sul quale agisce un elemento elastico 46, conformato ad esempio come una molla elicoidale.
L’elemento elastico 46 è configurato per spingere il corpo di chiusura 45 in una posizione tale da chiudere il passaggio 44.
Il dispositivo di additivazione 43 è posizionato in prossimità, o in corrispondenza, della strozzatura 40, cosicché la sostanza detergente venga iniettata all’interno di tale strozzatura.
Nella testata 4 della pompa 1 è infine ricavato un foro di collegamento 47, che, come mostrato in Figura 7, collega la valvola regolatrice 25 con una camera in cui è alloggiato il dispositivo otturatore 39. In particolare, il foro di collegamento 47 consente al liquido contenuto a valle del dispositivo otturatore 39 (ossia nella porzione del condotto di uscita interposta fra il dispositivo otturatore 39 e l’uscita 35) di raggiungere la valvola regolatrice 25.
Quando si desidera erogare il liquido sulla superficie da pulire o più in generale neN’ambiente da trattare, all’uscita 35 viene collegato il tubo di erogazione a cui è connessa la pistola erogatrice. Su quest’ultima è previsto un dispositivo di apertura di tipo on/off che l’utilizzatore può disporre in una configurazione aperta o alternativamente in una configurazione chiusa.
L’utilizzatore posiziona il dispositivo di apertura di tipo on/off nella configurazione aperta e la pressione del liquido nel tratto iniziale 37 del condotto di uscita apre il dispositivo otturatore 39, vincendo la resistenza di un elemento a molla 48 incluso nel dispositivo otturatore 39. Il liquido può così raggiungere il tratto finale 38 e dirigersi verso la pistola erogatrice attraverso il tubo di erogazione.
La velocità del liquido che fluisce verso l’uscita 35 aumenta nella strozzatura 40, per effetto della riduzione della sezione trasversale di passaggio del liquido che si verifica nella strozzatura 40. Si crea così, nella strozzatura 40, una sorta di aspirazione che agisce sul corpo di chiusura 45, comprimendo l’elemento elastico 46 ed aprendo il passaggio 44.
La sostanza detergente può così fluire attraverso il passaggio 44 e mescolarsi al liquido uscente dalla pompa nella strozzatura 40. In questo modo è possibile erogare sulla superficie da pulire un liquido già additivato con la sostanza detergente.
Quando l’utilizzatore desidera interrompere l’erogazione del liquido sulla superficie da pulire o neN’ambiente da trattare, l’utilizzatore posiziona il dispositivo di apertura di tipo on/off previsto sulla pistola erogatrice nella configurazione chiusa. Di conseguenza, il liquido non può uscire attraverso la pistola erogatrice.
La pompa 1 continua invece a funzionare, in attesa che l’utilizzatore riattivi la pistola erogatrice.
Nel tubo di erogazione rimane una certa quantità di liquido pressurizzato, che non riesce ad uscire dalla pistola erogatrice e causa un ritorno di pressione (colpo d’ariete) all’interno della protuberanza 36, generando una forza diretta dal tratto finale 38 verso il tratto iniziale 37. Questa forza agisce sul dispositivo otturatore 39 spingendolo nella relativa posizione di chiusura, mostrata in Figura 6. Viene di conseguenza chiuso il condotto di uscita ricavato nella protuberanza 36, ossia viene interrotta la comunicazione di fluido fra il tratto iniziale 37 e il tratto finale 38. Inoltre, come verrà meglio spiegato in seguito, il liquido pressurizzato che fluisce nel foro di collegamento 47 consente di aprire l’otturatore 30. Così facendo, si evita che nella testata 4 della pompa 1 siano presenti pressioni eccessive dovute al liquido pressurizzato presente nel tubo di erogazione collegato all’uscita 35.
Il ritorno di pressione nel condotto di uscita ricavato all’interno della protuberanza 36 causa inoltre la chiusura del dispositivo di additivazione 43, perché il corpo di chiusura 45 viene spinto dall’elemento elastico 46 verso il connettore 42, chiudendo di conseguenza il passaggio 44. In questo modo, l’erogazione della sostanza detergente attraverso il passaggio 44 è interrotta.
Infine, attraverso il foro di collegamento 47, il liquido presente nel tubo di erogazione e più in generale a valle del dispositivo otturatore 39 può raggiungere la valvola regolatrice 25. Qui il ritorno di pressione dovuto al liquido che non riesce ad uscire dal tubo di erogazione causa una forza che distacca l’otturatore 30 dalla boccola 33. In questo modo, il collettore di uscita 19 viene messo in comunicazione di fluido con il collettore di ingresso 18 attraverso il condotto di collegamento 32. Di conseguenza, il liquido fluisce dal collettore di uscita 19 verso il collettore di ingresso 18, preservando i componenti della pompa 1 da eventuali danni.
Viene in questo modo assicurato il corretto funzionamento della pompa 1 anche nelle fasi transitorie in cui la pistola erogatrice viene attivata o disattivata.

Claims (11)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Pompa comprendente: una pluralità di pistoni (5) ciascuno dei quali è scorrevole all’interno di un cilindro per variare il volume di una corrispondente camera (6), una pluralità di valvole di aspirazione (16), ciascuna delle quali è associata ad una camera (6) ed è azionabile per consentire ad un liquido di entrare nella camera (6), le valvole di aspirazione (16) essendo disposte in una prima sequenza, - una pluralità di valvole di mandata (17), ciascuna delle quali è associata ad una camera (6) ed è azionabile per consentire a detto liquido di fuoriuscire dalla camera (6), le valvole di mandata (17) essendo disposte in una seconda sequenza, una valvola regolatrice (25) per regolare la pressione del liquido uscente dalla pompa (1 ), caratterizzata dal fatto che la valvola regolatrice (25) è interposta fra due valvole consecutive di una sequenza scelta fra detta prima sequenza e detta seconda sequenza.
  2. 2. Pompa secondo la rivendicazione 1 , in cui la valvola regolatrice (25) è interposta fra due valvole di mandata (17) consecutive di detta seconda sequenza.
  3. 3. Pompa secondo la rivendicazione 1 oppure 2, in cui le valvole di aspirazione (16) si estendono lungo rispettivi assi (X) che possono essere fra loro paralleli, la valvola regolatrice (25) estendendosi lungo un asse (Y1) obliquo rispetto agli assi (X) delle valvole di aspirazione (16).
  4. 4. Pompa secondo una delle rivendicazioni precedenti, in cui la valvola regolatrice (25) è configurata per mettere selettivamente in comunicazione di fluido una mandata della pompa (1) con un’aspirazione della pompa (1), cosicché una quantità di liquido possa essere ricircolata dalla mandata all’aspirazione per variare la portata del liquido uscente dalla pompa (1).
  5. 5. Pompa secondo la rivendicazione 4, in cui la valvola regolatrice (25) comprende un otturatore (30) almeno parzialmente posizionato in un alloggiamento (31), la pompa (1) comprendendo inoltre un condotto di collegamento (32) che collega l’alloggiamento (31) alla mandata della pompa (1), l’otturatore (30) essendo configurato per isolare o alternativamente collegare l’alloggiamento (31) con un condotto di comunicazione (34) in comunicazione di fluido con l’aspirazione della pompa (1).
  6. 6. Pompa secondo la rivendicazione 5, in cui il condotto di collegamento (32) collega l’alloggiamento (31) con una valvola di mandata (17) di detta pluralità di valvole di mandata (17), il condotto di comunicazione (34) collegando selettivamente l’alloggiamento (31) con un collettore di uscita (18), il collettore di uscita (18) essendo configurato per inviare il liquido alle valvole di aspirazione (16).
  7. 7. Pompa secondo la rivendicazione 5 oppure 6, in cui l’otturatore (30) ha una posizione nell’alloggiamento (31), detta posizione essendo determinabile in funzione della pressione del liquido nell’alloggiamento (31) e di una forza esercitata da una molla (28) sull’otturatore (30), la valvola regolatrice (25) comprendendo inoltre un elemento di controllo (26; 27) azionabile da un utilizzatore per regolare la forza esercitata da detta molla (28).
  8. 8. Pompa secondo una delle rivendicazioni precedenti, e comprendente inoltre un condotto di uscita disposto a valle delle valvole di mandata (17), detto condotto di uscita essendo provvisto di una riduzione di sezione (40).
  9. 9. Pompa secondo la rivendicazione 8, e comprendente inoltre un dispositivo di additivazione (43) affacciato a detta riduzione di sezione (40), il dispositivo di additivazione (43) essendo apribile da un’azione aspirante generata da un flusso di liquido passante nel condotto di uscita, cosicché il dispositivo di additivazione (43) introduca un additivo in detto flusso di liquido.
  10. 10. Pompa secondo la rivendicazione 8 oppure 9, in cui il condotto di uscita è provvisto di un dispositivo otturatore (39), il dispositivo otturatore (39) essendo apribile per consentire al liquido proveniente dalle valvole di mandata (17) di uscire dalla pompa (1) attraverso un tubo di erogazione, il dispositivo otturatore (39) essendo chiudibile quando il tubo di erogazione viene chiuso.
  11. 11. Pompa secondo la rivendicazione 10, e comprendente inoltre un foro di collegamento (47) per collegare una porzione del condotto di uscita disposta a valle del dispositivo otturatore (39) con la valvola regolatrice (25), così da generare una forza aggiuntiva che mantiene aperta la valvola regolatrice (25).
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