CH648775A5 - Dispositivo meccanico di ausilio per la fabbricazione semimanuale di supporti ammortizzatori antivibranti ed antiurto incorporanti almeno un cavo metallico e supporto ammortizzatore antivibrante. - Google Patents

Dispositivo meccanico di ausilio per la fabbricazione semimanuale di supporti ammortizzatori antivibranti ed antiurto incorporanti almeno un cavo metallico e supporto ammortizzatore antivibrante. Download PDF

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CH648775A5
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Carlo Camossi
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Description

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RIVENDICAZIONI
1. Dispositivo meccanico di ausilio per la fabbricazione semimanuale di supporti ammortizzatori antivibranti e antiurto, incorporanti almeno un cavo metallico avvolto ad elica, dispositivo caratterizzato da ciò che esso comprende:
un generatore di moto rotativo a bassa velocità (10) (fig. 5) per azionare un mandrino formato da almeno due porzioni (15, 17) affiancate l'una all'altra in senso longitudinale e fissabili a distanza trasversale regolabile l'una dall'altra, aventi curvatura esterna uguale a quella delle spire di cavo da formare e almeno due zone piane lungo due generatrici diametralmente opposte, ciascuna zona piana essendo atta a ricevere una di due tipi di barrette (2a, 2b) destinate a formare morsetto di fissamente per le spire in formazione del supporto ammortizzatore, la coppia di barrette (2a) che sono applicate col dorso liscio sulle due zone piane, avendo le superfici opposte, rivolte verso l'esternò, munite di incavi semicilindrici, atti ad accogliere, per un breve tratto trasversale, le spire del cavo metallico in tensione che si avvolgono sulle due metà (15, 17), solidarizzate fra loro, del mandrino;
un sistema frenante (12) atto a mantenere in tensione il cavo (3a) in arrivo, scorrevole su due alberi paralleli (13, 13') per alimentare l'avvolgimento delle spire sul corpo del mandrino (15, 17), azionato dal generatore (10) di moto rotativo;
un morsetto (20) che fissa l'estremità del cavo (3a) avvolto a spirale sul mandrino (15, 17);
un distanziatore (19) interposto tra le due porzioni (15, 17) del mandrino montato a valle delle spire in formazione sul mandrino stesso, distanziatore che è sbloccabile dal mandrino al termine dell'avvolgimento;
viti di estremità (7) che collegano le barrette (2a, 2b) al mandrino (15, 17) per tutta la durata dell'avvolgimento.
2. Procedimento per la fabbricazione semimanuale di supporti ammortizzatori a cavo metallico a scopo antivibrante e antiurto, utilizzando il dispositivo conforme alla rivendicazione 1, caratterizzato dalle seguenti operazioni in successione:
alimentazione, con avanzamento lento del cavo metallico (3a) trascinato dal generatore (10) di moto rotativo, cavo che avanza attraverso un dispositivo frenante (12), che fa scorrere il cavo (3a) sopra due alberi (13, 13');
il passo delle spire essendo determinato dall'interasse fra gli incavi (2c) (fig. 8) delle due barrette (2a), che vengono fissate per prime sulla faccia piana del corpo in due pezzi (15, 17) del mandrino, essendo un pezzo (15) solidale col mandrino, mentre l'altro (17) è spostabile trasversalmente al primo, mentre il cavo (3 a) rimane sempre in tensione fra il dispositivo frenante (12) e le spire successive che si avvolgono, aderendo alla curvatura del mandrino (15, 17), senza richiedere sforzo muscolare alla mano esperta dell'operatore che le guida;
fra le due parti del mandrino (15, 17) è inserito il distanziatore (19), che permette di regolare all'inizio il diametro del mandrino e quindi quello delle spire di cavo metallico, secondo la progettazione;
si dispongono dapprima sulle zone piane e diametrali del mandrino, rispettivamente, due barrette (2a), ciascuna in posizione capovolta una rispetto all'altra, con le nicchie cilindriche (2c) rivolte verso l'esterno, affinché le spire di cavo, che per prime, vengono deposte, si adagino nelle loro sedi; dopo aver riempita con le spire avvolte tutta la serie di incavi (2a) che ne accolgono una porzione trasversale, vengono appoggiate sul dorso delle spire avvolte (2a) le barrette esterne (2b) coi loro incavi semicilindricì (2c), in modo che le spire già deposte rovino la loro protezione e copertura nelle nicchie (2c) delle barrette (2b); dopo di che si avvitano dapprima le viti più lunghe nei fori di estremità (7) del mandrino per rendere temporaneamente solidali le coppie di barrette (2a, 2b) col mandrino stesso;
immediatamente dopo si fissano le viti corte (6) nei fori (5) (figg. 1, 3 e 3') che interessano soltanto le coppie di barrette (2a, 2b) per solidarizzare le barrette stesse con ogni spira dell'ammortizzatore e formare un corpo rigido autonomo in un sol pezzo;
in seguito si tolgono i distanziatori (19) bloccanti le due parti (15, 17) del mandrino, si tolgono le viti (7) dalle due estremità del mandrino; la parte mobile (17) del mandrino viene mossa parallelamente al proprio asse, per mezzo del congegno di liberazione a camma (18, 18'), collaborante col distanziatore (19);
l'ammortizzatore costruito viene così distaccato dal mandrino e reso autonomo.
3. Procedimento secondo la rivendicazione 2, caratterizzato da ciò che sul mandrino vengono avvolti due tronchi di spirali coassiali e successive, e, precisamente, un tronco con spire destrorse e uno con spire sinistrorse, disponendo due avvolgimenti simmetricamente fra loro, affinché, sotto sforzo degli ammortizzatori, le reazioni risultino perfettamente equilibrate.
4. Procedimento secondo la rivendicazione 2, caratterizzato da ciò che si avvolgono sul mandrino, in successione alternata, più tronchi di spire destrorse e tronchi di spire sinistrorse, realizzando un supporto di lunghezza multipla, che presenta, sotto sforzo, reazioni perfettamente equilibrate e uniformemente disribuite nelle varie spire destrorse e sinistrorse che Io compongono.
5. Supporto ammortizzatore di vibrazioni e di urti fabbricato conformemente alla rivendicazione 2.
6. Supporto ammortizzatore di vibrazioni e di urti secondo la rivendicazione 5 e fabbricato conformemente alla rivendicazione 3.
7. Supporto ammortizzatore di vibrazioni e di urti secondo la rivendicazione 5 e fabbricato conformemente alla rivendicazione 4.
Sono noti sul mercato i supporti antivibranti ed antiurto costruiti con cavo metallico nelle loro varie forme lineari, anulari, toroidali, a serpentina e ad elica, aventi piccole e medie dimensioni. In particolare questi tipi di ammortizzatori che incorporano cavi metallici disposti ad elica presentano una notevole praticità d'impiego in quanto permettono una grande variazione delle loro prestazioni col variare del diametro del cavo metallico e delle dimensioni della spira dell'elica costituita dal cavo stesso. Inoltre, anche a parità del diametro del cavo metallico, con la variazione delle dimensioni dell'elica, del suo passo o del numero delle spire della stessa, si può variare il coefficiente di rigidità del supporto. Ciò in base al principio, che è alla base del concetto di smorzamento delle vibrazioni da parte di un supporto a cavo metallico, e cioè che le sollecitazioni passando da un punto ad un altro del supporto stesso vengono attenuate per effetto dell'attrito tra i singoli trefoli e fili costituenti il cavo. A parità di frequenza, con ampiezza ed accelerazione nota, l'uscita sarà perciò di ampiezza ed accelerazione minore.
Si avrà quindi uno smorzamento vero e proprio, che prescinde dalla esaltazione alla frequenza di risonanza, il cui coefficiente di amplificazione è in ogni caso molto basso. Nel campo degl urti, inoltre, occorre avere a disposizione un notevole spazio per l'oscillazione del supporto a cavo metallico, che viene disposto in modo da assorbire la componente dinamica positiva e negativa (schiacciamento e sti5
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ramento) determinata dal primo impatto; le successive oscillazioni vengono smorzate per il noto effetto dell'attrito.
Quando l'elica è unica, e quindi disposta in un unico senso destrorso o sinistrorso, il supporto a cavo metallico tende a flettersi in un senso o nell'altro, a seconda del verso di inclinazione delle spire. Secondo l'invenzione, il dispositivo di ausilio alla fabbricazione, semimanuale, dei noti supporti ammortizzatori a cavo metallico, permette di costruire con maggiore facilità e con minore sforzo muscolare la deformazione del cavo metallico per formare le volute spirali, e ciò in special modo quando il cavo da lavorare ha un diametro di circa 8-10 mm e più, per formare supporti ammortizzatori a spire elicoidali di grandi dimensioni, quali ora il mercato richiede; l'utilità, e anche la necessità, di un dispositivo di aiuto, risulta tanto maggiore quanto detti supporti devono essere ben equilibrati nel loro funzionamento, e quindi possedere porzioni di spire di cavo metallico destrorse e sinistrorse che si compensano per evitare sbilanciamenti e deviazioni.
Il dispositivo ausiliario per rendere meno faticosa la fabbricazione di grandi supporti elicoidali offre notevole sollievo all'esecutore manuale di questi supporti, che hanno il grande pregio e i vantaggi della confezione artigianale, guidata da un esperto che la tiene sotto controllo umano.
Inoltre occorre tener conto del fatto che la calcolazione dei supporti ammortizzatori di grandi dimensioni viene fatta per serie relativamente piccole, dovendosi essi adattare ad apparecchiature elettriche o elettroniche che devono di volta in volta essere protette dalle vibrazioni e dagli urti, il che richiede, per ogni fornitura di ammortizzatori, l'intervento del calcolatore-progettatore e dell'artigiano esperto che lo confeziona.
Poiché le difficoltà sono state superate grazie al dispositivo che forma oggetto dell'invenzione, il merito va a questo dispositivo di ausilio caratterizzato conformemente alla rivendicazione 1 e al suo procedimento per la fabbricazione semimanuale secondo la rivendicazione 2, che hanno fornito la possibilità di risolvere il problema.
Il disegno annesso rappresenta schematicamente, a titolo di esempio non limitativo, una forma d'esecuzione del presente dispositivo di ausilio alla fabbricazione semimanuale dell'ammortizzatore, che consente l'avvolgimento e il contemporaneo fissaggio delle spire al supporto, secondo il progetto prestabilito per la formazione di un supporto antivibrante e antiurto di grandi dimensioni, precalcolato e progettato per la protezione di merci che non possono subire vibrazioni e urti. In particolare apparecchiature elettroniche ed elettriche trasportate e/o spedite in paesi lontani per terra o per mare nei noti contenitori standardizzati presentemente usati.
La fig. 1 rappresenta una vista prospettica di un supporto ad eliche, di cavo metallico in cui le spire sono fissate in due modi equivalenti, già noti, ma distinti;
la fig. 2 una vista laterale di un supporto in cui nella prima porzione del tronco la spira è avvolta secondo un verso, nella porzione contigua è avvolto secondo il verso opposto;
la fig. 3 una vista in sezione del supporto secondo la sezione III-III di fig. 2;
la fig. 3' una vista in sezione del supporto secondo la linea IIF-IH' di fig. 2 per mostrare la funzione delle viti 6, che serrano le coppie di barrette 2a, 2b;
la fig. 4 un diagramma illustrativo della variazione della trasmissibilità in funzione della distanza d di cui alla fig. 3';
la fig. 5 rappresenta una vista prospettica del dispositivo meccanico d'ausilio per la formazione delle spire di cavo metallico direttamente sul supporto ammortizzatore secondo il procedimento del presente trovato;
la fig. 6 rappresenta una vista laterale ingrandita del mandrino, suddiviso in due porzioni 15 e 17, per la formazione del supporto antivibrante;
la fig. 7 rappresenta una vista laterale del mandrino 15, 17 di fig. 6 con la porzione 17 spostata per favorire lo smontaggio del supporto finito;
la fig. 8 rappresenta una vista in dettaglio col dispositivo di ancoraggio del cavo alimentante le spire in formazione e con le due coppie di barrette (2a, 2b) in posizione esplosa;
la fig. 9 rappresenta la vista d'estremità dello stesso mandrino di fig. 6 con il dispositivo di blocco-sblocco della parte mobile del mandrino.
Con particolare riferimento alla fig. 1, si vede che il supporto antivibrante ed antiurto è costituito da almeno due coppie di barrette 2a, 2b, metalliche o di materiale plastico, ciascuna barretta presentante su una faccia una serie di incavi 2c (figg. 1, 5 e 8) costituenti ciascuno una semisede per ricevere la spira del cavo 3, che dovrà essere serrata ed immobilizzata, senza tuttavia possibilità di pinzature o di deformazione per schiacciamento dei fili elementari che formano il cavo 3.1 tratti liberi 3' delle spire di cavo (figg. 1, 3 e 3') risultano sostanzialmente ad elica mentre le barrette 2a, 2b, serrano tra loro negli incavi 2c una porzione di cavo 3, sostanzialmente parallela mediante sistemi di fissaggio già noti, ad esempio viti 6 (figg. 1 e 3') serrate entro fori filettati 5, predisposti nelle barrette 2a, 2b o graffette 4, come rappresentante nella parte destra della fig. 1. L'interasse tra gli incavi 2c determina il passo delle spire 3 e 3' ed è precalcolato.
Il cavo 3 è del tipo a più trefoli e, di preferenza, i trefoli sono disposti ad elica e ciascuno di essi è costituito a sua volta da singoli fili elementari, oppure da trefoli minori pure avvolti ad elica. Cavi di questo tipo sono caratterizzati da un elevato attrito interno tra filo e filo, in modo da dissipare l'energia d'urto o vibrazionale in misura elevata.
Qualsiasi tipo di cavo può essere impiegato secondo il trovato, e i diametri di esso potranno essere diversi, ma sempre precalcolati. Di preferenza il cavo 3 o 3' è metallico, in particolare di acciaio galvanizzato tipo denominato A1S1304 e/o inossidabile. Come si rileva dalla fig. 1 le coppie di barrette 2a, 2b presentano a ciascuna estremità un foro 7 atto a facilitare il fissaggio della coppia di barrette 2a, 2b formanti ogni supporto consentendo il passaggio di bulloni, viti o simili. Detti fori 7 possono anche essere più di due per coppia di barrette.
La fig. 2 presenta una vista laterale del supporto di cui alla fig. 2, dalla quale si nota in particolare che il cavo può essere disposto ad elica destrorsa 8 o sinistrorsa 8' per funzionare simmetricamente durante il lavoro di ammortizzazione. Infatti questo accorgimento serve ad equilibrare il supporto elastico durante la fase di lavoro, in quanto tenderebbe, se l'elica fosse disposta solo in un senso, a flettersi secondo l'inclinazione delle spire dell'elica stessa.
Le figg. 3 e 3' rappresentano rispettivamente una sezione III-III del supporto della fig. 2 ed una sezione IH'-IH' dello stesso supporto per mostrare particolarmente le sedi di fissaggio 2c, formate dalla coppia di barrette 2a, 2b, con le estremità 2d svasate ed arrotondate, per serrare le spire del cavo senza esporle a sollecitazioni di taglio o comunque sottoporle a strozzature o pinzature, sia durante il serraggio delle barette, sia durante il lavoro di ammortizzazione del supporto. Sono inoltre evidenziati i fori 5 filettati (figura 3') per consentire il serraggio a fondo delle due barrette formanti ogni coppia che costituisce una metà del supporto. I fori d'estremità 7, visibili chiaramente, in fig. 1, servono per fissare nella fase di fabbricazione e montaggio le due coppie di barrette 2a, 2b all'incastellatura della macchina utensile durante la formazione delle spire. Il raggio di cur-
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vatura R del cavo di fig. 3' è soggetto a variare in relazione al calcolo di progettazione del supporto ammortizzante e, a parità di diametro del cavo, determina la distanza d. fra le coppie di barrrette, che stabilisce la deflessione del supporto necessaria ad assorbire la freccia dinamica determinata dall'urto e/o vibrazione. A parità di diametro del cavo, minore è la curvatura R e più piccole sono le spire dell'elica e di conseguenza minore è la distanza d fra le due coppie di barrette opposte e serranti il cavo; aumenta di conseguenza la rigidità K del supporto stesso. Viceversa, sempre a parità di diametro del cavo, aumentando la curvatura R del cavo, l'elica risulta più grande e di conseguenza maggiore è la distanza d con conseguente minor rigidità del supporto.
Tale maggiore distanza d tra le barrette che bloccano il cavo permette di aumentare la possibilità di assorbimento dello spostamento dinamico, in caso di urto, a parità di carico statico con una maggiore deflessione del supporto dovuta ad una maggior accelerazione in entrata.
I supporti sopra descritti vengono montati tra l'apparecchiatura che si vuole isolare ed il suo basamento o appoggio; generalmente detti complessi antiurto e antivibrazioni comprendono una pluralità di supporti ammortizzatori delle vibrazioni e/o degli urti, naturalmente precalcolati.
La fig. 4 mostra un diagramma di trasmissibilità dal quale, a titolo esemplificativo, si nota la diminuzione della frequenza di risonanza con l'aumentare della distanza d tra le barrette del supporto in funzione della maggior grandezza dell'elica, a parità di peso sopportato e di diametro del cavo.
La fig. 5 mostra una vista prospettica e schematica del dispositivo di ausilio per la formazione di un supporto a cavo metallico del tipo ad elica. Tale dispositivo è costituito da tre parti principali e precisamente: un qualunque sistema rotante 10, quale motoriduttore, tornio, ecc., un mandrino formato da due porzioni 15, 17, parallele affiancate, di dimensioni e misura atte a permettere la formazione, su di esse, di eliche di cavo metallico, con diametri e lunghezze precalcolate, in funzione del diametro del cavo e del passo delle spire che devono essere accolte in sedi 2c di coppie di barrette 2a, 2b, che vengono fissate insieme per serrare il cavo per un tratto di esso che ha una lunghezza tra due e quattro volte il diametro del cavo stesso; un sistema frenante 12, mantiene il cavo 3a in arrivo, scorrevole su due alberi fissi 13, 13' in modo da eseguire l'avvolgimento secondo il passo predeterminato dall'interasse degli incavi 2c della coppia di barrette 2a, che verranno fissate sul corpo fisso 15 del mandrino.
La fig. 6 mostra una vista laterale e ingrandita del mandrino 15, 17 di fig. 5, che per mezzo del codulo 14 viene fissato al sistema rotante 10. Tale mandrino è costituito da una parte principale 15 di lunghezza, spessore e raggio di curvatura calcolato, a seconda del tipo di supporti che si vogliono ottenere, avente su due zone diametrali una porzione di superficie piana 15', su ciascuna delle quali viene posta e fissata al corpo del mandrino 15 una barretta 2a con viti passanti nei fori filettati 6 (fig. 3'); l'altra porzione semicilindrica mobile 17 del mandrino, avente perifericamente un raggio di curvatura uguale a quello della parte principale 15, presenta un perno o piolo 18 guidato dal profilo interno di una asola a camma 18' ed un distanziatore di bloccaggio 19, che consentono alla parte 15' di allontanarsi od avvicinarsi parallelamente alla parte 17 del mandrino, in modo da permettere l'estrazione del supporto finito, mediante sbloccaggio del distanziatore 19 e scorrimento nell'asola 18'; un morsetto 20 serve per il fissaggio dell'estremità del cavo all'inizio dell'avvolgimento del cavo stesso sul mandrino per la formazione della spirale.
La fig. 7 mostra la stessa vista laterale della fig. 6, ma con la parte mobile 17 del mandrino avvicinata alla porzione fissa 15 per avere tolto il distanziatore di bloccaggio 19,
così da permettere la diminuzione del diametro del mandrino e quindi lo sfilamento del supporto finito, dopo aver fissato le barrette 2b sulle rispettive 2a con le viti 5, per completare il supporto, e dopo aver tolto le viti 7 ed allentato il morsetto 20, bloccante la prima estremità del cavo, ottenendo quindi il supporto completo ed autonomo, previo il taglio del cavo 3a nella parte finale.
La fig. 8 rappresenta una vista laterale del mandrino 15, 17 con inserito il morsetto di bloccaggio iniziale 20 per il cavo 3 a, nonché il codulo 14 di fissaggio del mandrino alla parte rotante 10, mentre le parti 2a delle coppie di barrette fissate sulle parti opposte e piane 15' della parte di mandrino 15, determinano il passo dell'elica per mezzo degli incavi 2c.
La fig. 9 mostra una vista in sezione frontale del mandrino 15, 17 con inserito il sistema di bloccaggio 19 che mantiene distanziato il pezzo semicilindrico 17 e consente così l'avvolgimento in misura dell'elica che assumerà, nella parte libera del cavo, la curvatura a raggio R precalcolato portato sulle due parti semicilindriche del mandrino 15, 17, nonché le barrette 2a fissate alla parte piana 15' del mandrino 15. La parte mobile 17 del mandrino risulta, in sezione, come un semicilindro alquanto minore del mandrino 15, in quanto su quest'ultimo sono ricavate e predisposte longitudinalmente le superfici piane 15' per il fissaggio delle barrette 2a durante la fase di costruzione dell'elica del supporto.
La descrizione del dispotitivo per la fabbricazione rapida t sicura del supporto antivibrante ed antiurto secondo il trovato, ha messo in evidenza le caratteristiche innovatrici del dispositivo di ausilio di fabbricazione del procedimento, che deve essere seguito per utilizzare il dispositvo stesso, al fine di rendere rapida e meno faticosa la fabbricazione del supporto antivibrante qualora esso utilizzi un cavo metallico del diametro di circa 8 mm od anche più, le cui spire sono serrate in tensione fra almeno due coppie di barrette stabilizzatrici 2a, 2b munite di sedi trasversali semicilindriche 2c precalcolate per immobilizzare il cavo comprimendolo centripetamente, in pratica perpendicolarmente all'asse del mandrino, formatore delle spire, e ciò senza deformare i fili elementari che lo compongono.
Stabilito, mediante precalcolo, il tipo di supporto formate da spire di cavo metallico adatto alla risoluzione di un determinato problema di assorbimento o isolamento da vibrazione ed urti e, conseguentemente, determinato il diametro del cavo, nonché il raggio di curvatura R delle porzioni libere del cavo nel supporto e la distanza d (vedere Fig. 3') fra le coppie di barrette in funzione della necessaria deflessione calcolata, si sceglie il mandrino formato da due metà longitudinali 15, 17 che avranno perifericamente il medesimo raggio di curvatura R; inoltre le barrette 2a saranno fissate sulle strisce longitudinali piane 15' opposte a quella delle porzioni 15 del mandrino (figg. 5 e 8), mediante viti passanti attraverso i fori 7 (fig. 1). Tale coppia di barrette 2a presenta incavi trasversali distanziati aventi larghezza e lunghezza tali da costituire sede di metà del cavo metallico precalcolato ed ha un interasse tra incavo ed incavo 2c, tale da costituire il passo dell'elica da costruire. Il mandrino, il cui codulo 14 viene innestato in un sistema rotante, si presenta nella sua forma aperta (fig. 6), vale a dire con inserito il distanziatore 19 per mezzo di viti (fig. 9), in modo da mantenere distaccata la parte mobile 17 dalla parte fissa 15 del mandrino, mediante slittamento e traslazione sul perno 18, per mezzo dell'asola 18'. In tale posizione il mandrino è perfettamente simmetrico coi due raggi di curvatura R e pronto all'uso. Si passa ora il capo del cavo metallico avente diametro precalcolato, attraverso il cilindro
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12, munito di un sistema di frenatura, che trattiene lo scorrimento (fig. 5) del cavo, mentre è fissato ad un supporto che può spostarsi per scorrimento su due alberi fissi 13 e 13'. li capocorda del cavo 3a viene bloccato entro il morsetto 20 (figg. 5 e 8) e, mettendo in moto il sistema rotante 10, si inizia l'avvolgimento del cavo sul mandrino 15, 17, tenendo in tensione il sistema frenante 12, così che il cavo 3a possa essere distribuito negli incavi 2c delle barrette 2a (fig. 5). Ad operazione di avvolgimento avvenuta, si tolgono le viti dai fori 7 di fissaggio provvisorio delle barrette 2a al mandrino e si sovrappongono alle barrette 2a le altre barrette 2b identiche alle prime, serrandole con viti 6 passanti nei fori filettati 5 (figg. 1 e 3'). Ogni coppia di barrette 2a, 2b vengono serrate tra loro, comprimendo il cavo 3a, che rimane bloccato, facendo però attenzione che i suoi fili elementari, non siano mai deformati nè strozzati all'uscita delle sedi 2c, le cui dimensioni sono precalcolate per ottenere il risultato voluto. A questo punto si sblocca il morsetto 20 all'inizio 5 del mandrino che serra il capo del cavo metallico, si svitano le viti del distanziatore 19 e con un colpo si fa slittare la parte mobile 17 del mandrino nell'asola 18' così da assumere la posizione della fig. 7.
Dopo il taglio del cavo metallico 3a del tratto uscente io dal cilindro di frenatura 12, e prima dell'ultimo fissaggio nell'ultima coppia di barrette 2a e 2b, il supporto finito può essere estratto dal mandrino 15 ,17 ed è pronto per essere montato nel luogo di utilizzazione per compiere la sua funzione ammortizzatrice ed antiurto.
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2 fogli disegni
CH4596/80A 1979-06-20 1980-06-16 Dispositivo meccanico di ausilio per la fabbricazione semimanuale di supporti ammortizzatori antivibranti ed antiurto incorporanti almeno un cavo metallico e supporto ammortizzatore antivibrante. CH648775A5 (it)

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IT23722/79A IT1121445B (it) 1979-06-20 1979-06-20 Dispositivo e procedimento per la fabbricazione di supporti antivibranti ed antiurto incorporanti almeno un cavo metallico disposto ad elica e supporto cosi'ottenuto

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