ITVI20110227A1 - Back-sheets per moduli fotovoltaici - Google Patents

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ITVI20110227A1
ITVI20110227A1 IT000227A ITVI20110227A ITVI20110227A1 IT VI20110227 A1 ITVI20110227 A1 IT VI20110227A1 IT 000227 A IT000227 A IT 000227A IT VI20110227 A ITVI20110227 A IT VI20110227A IT VI20110227 A1 ITVI20110227 A1 IT VI20110227A1
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IT
Italy
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outer layer
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photovoltaic module
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IT000227A
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Arco Luigi D
Gianni Galetti
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Coveme S P A
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    • C08J7/04Coating
    • C08J7/043Improving the adhesiveness of the coatings per se, e.g. forming primers
    • CCHEMISTRY; METALLURGY
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Description

DESCRIZIONE
del Brevetto per Invenzione Industriale avente titolo “BACK-SHEETS PER MODULI FOTOVOLTAICIâ€
CAMPO TECNICO DELL’INVENZIONE
La presente invenzione riguarda il campo dei back-sheets per moduli fotovoltaici. In particolare, la presente invenzione riguarda back-sheets per moduli fotovoltaici e un processo per produrre gli stessi.
STATO DELLA TECNICA
Le celle solari sono utilizzate per convertire la luce solare in energia elettrica per mezzo dell’effetto fotovoltaico. Le celle solari rappresentano, quindi, una delle fonti di energia alternativa più promettenti per sostituire i combustibili fossili. Le celle solari sono formate da materiali semiconduttori e vengono assemblate per formare i cosiddetti moduli fotovoltaici che, a loro volta, vengono raggruppati per formare gli impianti fotovoltaici tipicamente installati sui tetti di abitazioni o simili.
Per formare i moduli fotovoltaici, gruppi di celle solari sono tipicamente incapsulati per mezzo di materiale incapsulante come ad esempio Etilene Vinil Acetato (EVA). Il materiale incapsulante racchiudente le celle solari viene quindi inserito tra uno strato di superficie ed un back-sheet in modo da completare il modulo fotovoltaico. Lo strato di superficie, o superficie principale del modulo, tipicamente realizzato in vetro o materiali termoplastici, copre la superficie del modulo esposta al sole e permette alla luce solare di raggiungere le celle. Il back-sheet, d’altro canto, esegue una molteplicità di compiti. Esso assicura protezione per il materiale incapsulante e per le celle solari da agenti ambientali. In particolare, il back-sheet impedisce che umidità, ossigeno ed altri fattori legati alle condizioni atmosferiche danneggino il materiale incapsulante e le celle. Il back-sheet fornisce isolamento elettrico per le celle ed i corrispondenti circuiti elettrici. Inoltre, il back-sheet permette di aumentare la resistenza meccanica del modulo e di proteggere il materiale incapsulante e le celle da danni meccanici. Inoltre, il back-sheet deve presentare alta opacità per scopi estetici e alta riflettività per scopi funzionali.
Uno dei materiali maggiormente utilizzati per la formazione di back-sheets per moduli fotovoltaici à ̈ il Polivinilfluoruro (PVF) o Tedlar®. Questo materiale, nonostante sia resistente all’acqua e a diversi agenti chimici ed atmosferici, permette all’umidità di diffondere e, quindi, non à ̈ ideale per proteggere i componenti retrostanti e gli strati adesivi da problemi connessi con l’umidità e non garantisce un livello sufficiente di isolamento elettrico se viene usato come backsheet a strato singolo. Per questo motivo, tipicamente, i backsheets sono formati come strutture multi-strato con uno strato di poliestere come barriera per l’umidità ed isolante elettrico inserito tra due strati di PVF attaccati al poliestere per mezzo di sostanze adesive. In questo caso, gli strati PVF proteggono lo strato di poliestere dalla radiazione UV. Tuttavia, l’umidità che diffonde attraverso gli strati di PVF può danneggiare gli strati adesivi e lo strato di poliestere. Inoltre, il Tedlar® à ̈ caratterizzato da una limitata disponibilità e da elevati costi, e questo fa quindi aumentare i costi relativi alla produzione di moduli fotovoltaici e fa peggiorare il rapporto costo-per-watt del sistema.
Per ridurre la quantità di Tediar® necessaria per la formazione di back-sheets per moduli fotovoltaici, à ̈ stato tentato il cosiddetto approccio TPE utilizzando un singolo strato di Tedlar®, uno strato di poliestere e uno strato di EVA. Alternativamente, à ̈ stato tentato un approccio PPE utilizzando un doppio strato di poliestere su di uno strato di EVA. Tuttavia, in entrambi i casi, sono state utilizzate sostanze adesive per fare aderire tra loro i vari strati, in particolare, per far aderire in modo efficace lo strato di poliestere allo strato EVA. Tuttavia, queste sostanze vengono fortemente danneggiate dalla radiazione UV e dall’umidità, in particolare per mezzo del meccanismo di idrolisi, riducendo quindi il ciclo di vita dei moduli fotovoltaici.
Dallo stato della tecnica sono note soluzioni alternative aventi in comune l’impiego di fluoropolimeri per la formazione di strati protettivi. Uno dei problemi principali connesso con l’utilizzo di fluoropolimeri à ̈ l’ottenimento di un’adesione stabile e duratura tra lo strato di fluoropolimeri ed il poliestere.
Il documento US2007/0154704 Al descrive uno strato ricoperto di fluoropolimeri per moduli fotovoltaici comprendente uno strato di materiale polimerico ed un rivestimento di fluoropolimeri sul substrato polimerico. Per promuovere il legame tra il rivestimento di fluoropolimeri ed il substrato vengono utilizzate sostanze adesive quali polimeri adesivi compatibili. Il rivestimento viene imbevuto di sostanze adesive e lo strato polimerico deve essere pretrattato.
Il documento US 2008/0264484 Al descrive una tecnologia basata su ricoprimenti liquidi seguita da laminazione EVA in modo da ottenere un back-sheet comprendente uno strato di fluoropolimeri senza utilizzare sostanze adesive. Tuttavia, la tecnica descritta in questo documento à ̈ basata sull’utilizzo di forti solventi che rappresentano diversi svantaggi legati a problemi di pericolo per la salute e a questioni ambientali relative allo smaltimento di queste sostanze.
Il documento CA 2611594 A1 descrive un metodo per produrre laminati per incapsulare sistemi di celle solari in cui almeno uno strato plastico resistente alle condizioni atmosferiche e comprendente fluoropolimeri viene applicato sui di un materiale portante. Il materiale portante viene pretrattato per mezzo dell’ applicazione di ulteriori sostanze adesive o di uno strato di un ossido inorganico quale l’ossido di silicio. Inoltre, i fluoropolimeri vengono dispersi in soluzioni di sostanze solventi. Anche questa soluzione, quindi, à ̈ caratterizzata dagli svantaggi relativi alla presenza di sostanze adesive facilmente degradate dall’umidità e dalla radiazione UV e all’utilizzo di forti solventi.
Un ulteriore problema relativo ai back-sheet per moduli fotovoltaici comprendenti strati di poliestere riguarda la tendenza degli strati di poliestere a contrarsi quando vengono riscaldati. Quando lo strato di poliestere si contrae sotto l’effetto della temperatura esterna, il legame tra strati adiacente viene danneggiato e il modulo si rovina attraverso un processo simile all’esfoliazione.
OGGETTO DELLA PRESENTE INVENZIONE
In vista dei problemi citati e degli svantaggi relativi alla formazione di back-sheets per moduli fotovoltaici, un oggetto della presente invenzione à ̈ quello di fornire back-sheets per moduli fotovoltaici ed un metodo per produrre gli stessi che permettano di superare detti problemi.
In particolare, uno degli oggetti della presente invenzione à ̈ quello di fornire back-sheets per moduli fotovoltaici che siano stabili anche in presenza di condizioni meteorologiche estreme e che presentino una velocità di degrado molto bassa ed un lungo ciclo di vita. In particolare, uno degli oggetti della presente invenzione à ̈ quello di fornire back-sheets per moduli fotovoltaici che presentino ottime proprietà di resistenza sia contro l’umidità che la radiazione UV. Inoltre, uno degli oggetti della presente invenzione à ̈ quello di fornire back-sheets per moduli fotovoltaici poco costosi. Un ulteriore oggetto della presente invenzione à ̈ quello di fornire backsheets per moduli fotovoltaici stabili senza impiegare sostanze adesive per far aderire i vari strati, almeno per gli strati maggiormente soggetti alla condizioni meteorologiche quali gli strati più esterni. Inoltre, un ulteriore oggetto della presente invenzione à ̈ quello di fornire back-sheets per moduli fotovoltaici senza fluoropolimeri in modo da avere materiali facili da riciclare e/o da smaltire alla fine del ciclo di vita del prodotto. Un ulteriore oggetto della presente invenzione à ̈ quello di fornire back-sheets per moduli fotovoltaici comprendenti strati di poliestere in cui non avviene contrazione degli strati di poliestere sotto l’effetto della temperatura esterna.
BREVE DESCRIZIONE DELL’INVENZIONE
Secondo la presente invenzione, Ã ̈ provvisto un back-sheet per moduli fotovoltaici comprendente uno strato esterno atto a formare il lato-aria del modulo fotovoltaico ed uno strato interno posto a diretto contatto con lo strato esterno come definito nella rivendicazione 1. In particolare, lo strato esterno comprende una resina acrilica poliolo reticolata.
Forme di realizzazione preferite della presente invenzione sono fornite dalle rivendicazioni dipendenti e dalla descrizione seguente.
La presente invenzione fornisce inoltre un metodo per produrre back-sheets per moduli fotovoltaici come definito nelle rivendicazioni 14 e 15 e nella descrizione seguente.
Inoltre, la presente invenzione, fornisce i moduli fotovoltaici come definito nella rivendicazione 13 e nella descrizione seguente.
BREVE DESCRIZIONE DELLE FIGURE
La presente invenzione sarà descritta con riferimento alle figure allegate nelle quali gli stessi segni di riferimento indicano le stesse parti e/o parti simili del sistema.
Figura 1 mostra schematicamente una vista in sezione degli strati formanti un back-sheet per moduli fotovoltaici in base ad una forma di realizzazione particolare della presente invenzione.
Figura 2 mostra schematicamente una vista in sezione dell’applicazione di un back-sheet come mostrato in Figura 1 in un modulo fotovoltaico.
Figura 3 mostra schematicamente il processo per formare il back-sheet in base ad una forma di realizzazione particolare della presente invenzione.
Figura 4 mostra schematicamente il processo per formare il back-sheet per un modulo fotovoltaico secondo una forma ulteriore di realizzazione della presente invenzione.
DESCRIZIONE DETTAGLIATA
Nel seguito, la presente invenzione viene descritta con riferimento a particolari forme di realizzazione come mostrato nelle figure allegate. Tuttavia, la presente invenzione non à ̈ limitata alla forme di realizzazione particolari descritte nella seguente descrizione dettagliata e mostrati nelle figure, ma, piuttosto, le forme di realizzazione descritte mostrano semplicemente diversi aspetti della presente invenzione il cui scopo à ̈ definito dalle rivendicazioni.
Ulteriori modifiche e variazioni della presente invenzione saranno chiare per la persona del mestiere. Di conseguenza, la presente descrizione deve essere considerata come comprendente tutte le modifiche e/o variazioni della presente invenzione, il cui scopo à ̈ definito dalle rivendicazioni.
La figura 1 mostra schematicamente una vista in sezione degli strati formanti un back-sheet per un modulo fotovoltaico in base ad una particolare forma di realizzazione della presente invenzione. Lo strato 1 à ̈ lo strato esterno del back-sheet: à ̈ posto sul lato-aria del modulo ed à ̈ direttamente esposto all’aria e quindi agli agenti atmosferici. In altre parole, lo strato esterno 1 é atto a formare il lato-aria nella parte posteriore del modulo fotovoltaico, cioà ̈ sulla superficie del modulo opposta rispetto alla superficie principale.
Lo strato 2 à ̈ il secondo strato del back-sheet ed à ̈ uno strato interno. Il numero di riferimento la si riferisce alla superficie interna dello strato esterno 1. Il numero di riferimento 2a si riferisce alla superficie dello strato 2 che deve essere fissata alla superficie la dello strato esterno 1. L’elemento 3 rappresenta un elemento adesivo intermedio. Lo strato 4 à ̈ uno strato con funzionalità primer, può avere la stessa natura chimica del materiale incapsulante utilizzato per incapsulare le celle del modulo fotovoltaico ed à ̈ posto nel lato interno del back-sheet verso le celle fotovoltaiche.
Lo strato interno 2 può comprendere uno strato di poliestere. Ad esempio, lo strato interno 2 può consistere in uno strato di poliestere. Alternativamente, lo strato interno 2 può comprendere polietilene naftalato (PEN) o etilene clorotrifluoroetilene (ECTFE).
Lo strato interno 2 può avere uno spessore nel range da 50 micrometri a 350 micrometri.
Secondo forme di realizzazione particolarmente vantaggiose della presente invenzione la superficie 2a dello strato interno 2 viene pre-trattata in modo da migliorare l’adesione con lo strato esterno 1. Ad esempio, é possibile effettuare un trattamento corona sulla superficie 2a. Nel caso in cui lo strato interno 2 comprenda poliestere, il trattamento corona permette di ossidare la superficie 2a per mezzo di un elettrodo in tensione ad alta frequenza che ionizza la corona d’aria a contatto della superficie 2a dello strato 2 ossidandolo in superficie e aumentandone quindi la bagnabilità e la polarità in modo da garantire un aggancio stabile e duraturo dello strato esterno 1 sullo strato interno 2.
Inoltre, é possibile effettuare un trattamento plasma sulla superficie 2a in modo da migliorare l’adesione con lo strato esterno 1.
Per migliorare l’adesione tra lo strato 2 e lo strato 1 , é anche possibile depositare un materiale primer sulla superficie 2a.
Lo strato esterno 1 comprende una resina acrilica poliolo. Ad esempio, lo strato esterno 1 comprende una resina acrilica poliolo reticolata con un di-isocianato e/o con alcossi melammina.
In particolare, lo strato esterno 1 può essere formato per mezzo del deposito di una dispersione a base di solvente di materiale acrilico poliolo sulla superficie 2a dello strato interno 2 seguita dalla reazione di reticolazione della dispersione.
Esempi di materiale acrilico poliolo utilizzabile secondo la presente invenzione comprendono: le resine Macrynal® della Cytec, Paraloidâ„¢ della Dow Chemicals, Synthacril® della Synthesia e le resine Uracron della DSM Neo Resins.
Esempi di solvente comprendono: esteri (ad esempio, acetato d’etile, acetato di butile), chetoni (ad esempio, Methyl ethyl chetone), glycol ether (ad esempio, Propylene Glycol Methyl Ether, Propylene Glycol Methyl Ether Acetate). I solventi sono miscibili in svariate proporzioni. I solventi possono essere dosati in modo da garantire una stesura ottimale della resina. Inoltre, i solventi possono essere dosati in modo da garantire un asciugamento veloce del sistema nei forni.
La superficie 2a dello strato 2 può essere funzionalizzata per mezzo di un trattamento corona, ossia una ossidazione superficiale, ad esempio di uno strato di poliestere (PET), prodotta attraverso un elettrodo in tensione ad alta frequenza che ionizza la corona d’aria a contatto del film ossidandolo in superficie aumentandone la bagnabilità e la polarità al punto da garantire un aggancio duraturo del coating sulla superficie 2a dello strato 2. Il solvente che veicola la resina permette una completa bagnatura dello strato 2 grazie alla sua bassa tensione superficiale.
Secondo una forma di realizzazione della presente invenzione, lo strato esterno 1 può comprendere una resina acrilica poliolo reticolata con poliisocianati basati sulla chimica di difenilmetano diisocianato (MDI), di toluene diisocianato (TDI), di esametilene diisocianato (HDI) o di isoforene diisocianato (IPDI).
In particolare, l’utilizzo di poliisocianati basati sulla chimica di esametilene diisocianato (HDI) o di isoforene diisocianato (IPDI) sono particolarmente indicati in quanto stabili alla luce e non ingiallenti.
Lo spessore dello strato esterno 1 à ̈ nel range dei micrometri. In particolare, lo spessore può variare ad esempio da 6 micrometri a 20 micrometri.
Inoltre, lo strato esterno 1 può comprendere almeno uno stabilizzatore per la radiazione ultravioletta.
In particolare, la resina acrilica é resistente agli agenti atmosferici e garantisce quindi lunga durabilità del backsheet anche in presenza di condizioni meteorologiche estreme. Inoltre, la resina acrilica é resistente alle radiazioni ultraviolette e quindi lo strato esterno 1 non viene danneggiato dalla radiazione UV. Tuttavia, la resina acrilica é trasparente alla radiazione ultravioletta che può quindi raggiungere e danneggiare lo strato interno 2. In particolare, nel caso in cui lo strato interno 2 comprenda poliestere, esso viene facilmente danneggiato dalla radiazione UV. Per questo motivo, lo strato esterno 1 viene vantaggiosamente provvisto di almeno un filtro per la radiazione ultravioletta.
Esempi di filtri per la radiazione ultravioletta possono comprendere: benzotriazoli, idrossifenil triazine, benzofenoni oppure il biossido di titanio.
Lo strato esterno 1 può comprendere ulteriormente uno o più stabilizzatori alla luce. Gli stabilizzatori alla luce bloccano i radicali liberi che potrebbero rendere opaco lo strato esterno 1. Esempi di stabilizzatori alla luce comprendono: derivati della piperidina, HALS (Hindered Amine Light Stabilizers) o fenoli (Hindered phenolics).
Filtri UV come Tinuvin serie 300 (346-37-328 BTZ) e serie 400 (400-479) possono essere utilizzati in un sistema acrilico poliolo in solvente con numero di ossidrile da 1 a 5% reticolate con un isocianato alifatico e una alcossimelammina in combinazione con degli stabilizzatori alla luce come il Tinuvin 292 o 152.
In particolare, il Tinuvin 152 (HALS a bassa migrazione) possiede un idrossile primario reattivo che può reagire con isocianati e alcossi melammine legandosi covalentemente alla resina acrilica così come il Tinuvin 1130 che é un filtro UV che possiede un idrossile primario reticolabile alla stessa maniera alla resina acrilica poliolo in modo da aumentare la stabilità della resina specialmente in sistemi completamente trasparenti.
Un ulteriore esempio é quello di utilizzare per la formazione dello strato esterno 1 resine acriliche poliolo che abbiano lo stabilizzatore alla luce e il filtro UV legati alla catena principale. Esempi di resine utilizzabili a questo scopo comprendono le resine UVG prodotte da Shokubai, ad esempio la resina acrilica poliolo Halsybryd UVG 137 comprendente in catena sia il filtro UV che lo stabilizzatore alla luce.
Inoltre, per migliorare la funzionalità dello strato esterno 1 , à ̈ possibile aggiungere TiO2alla dispersione. In particolare, TiO2viene impiegato come materiale sbiancante e per stabilizzare e proteggere ulteriormente la resina, in particolare per agire come filtro per la radiazione UV. Il contenuto di particelle di TiO2dipende dallo spessore dello strato. Per strati sottili, la concentrazione di TiO2deve essere aumentata per ottenere le necessarie proprietà di filtro rispetto alla radiazione UV.
La quantità di TiO2 preferibile per filtrare la radiazione UV à ̈ compresa tra i 2 ed i 5 grammi per metro quadro. Il dosaggio percentuale del pigmento nella formula può variare dal 10% al 50% in modo da non snaturare le proprietà della resina acrilica del coating.
In particolare, per spessori applicati tra i 10 ed i 20 micrometri di coating, questo dosaggio di TiO2 permette di applicare 2 grammi per metro quadro lavorando con formulazioni in cui il rapporto tra pigmento e resina acriliche sia compreso tra il 15% ed il 35% senza caricare eccessivamente la resina con tutti i problemi che ne potrebbero derivare.
Dosaggi di TiO2 superiori e spessori maggiori di coating sono comunque preferibili per aumentare la coprenza del manufatto.
Inoltre, nel caso in cui lo strato esterno 1 sia pigmentato per mezzo di biossido di Titanio, la presenza di stabilizzatori alla luce di tipo HALS aumenta la solidità alla luce dello strato riducendo l’effetto di attacco chimico dovuto ai radicali liberi che potrebbe portare alla opacizzazione dello strato nel tempo.
Stabilizzatori alla luce come quelli della serie Tinuvin® della BASF con un dosaggio dall’ 1 % al 5% in peso sulla resina aumentano la solidità alla luce del coating riducendo l’effetto di attacco chimico dovuto ai radicali liberi.
La reazione di reticolazione della soluzione depositata sullo strato interno 2 per formare lo strato esterno 1 viene eseguita in un range di temperature tra 110°C e 160°C. Preferibilmente, la reazione viene iniziata a 150°C nei forni di asciugamento e può essere seguita da un tempo variante tra i 3 e i 6 giorni ad una temperatura tra i 30°C e i 50°C durante 1 quali la reazione viene completata.
Inoltre, diversi tipi di pigmenti possono essere aggiunti alla dispersione di resina acrilica per dare allo strato esterno 1 qualsiasi colore voluto.
Lo strato 3 à ̈ uno strato adesivo che lega tra loro il lato interno dello strato interno 2 (cioà ̈ il lato dello strato interno 2 rivolto verso le celle fotovoltaiche) con lo strato primer 4. Un esempio di sostanza adesiva à ̈ un sistema poliuretanico bi componente in cui il coreagente à ̈ un diisocianato alifatico o aromatico.
Lo strato primer 4 Ã ̈ preferibilmente un film di poliolefine in cui il lato che deve essere fissato allo strato 3 viene preferibilmente trattato corona prima della laminazione.
Un esempio di tale film di poliolefine à ̈ il polietilene vinilacetato avente una bassa percentuale di vinilacetato, ad esempio una percentuale di vinilacetato dal 3% al 10%. La figura 2 mostra schematicamente la vista in sezione dell’applicazione di un back-sheet come mostrato in figura 1 ad un modulo fotovoltaico. In particolare, lo strato primer 4 à ̈ fissato al materiale incapsulante 5 racchiudente la cella solare 6 durante un processo di laminazione che permette agli strati 4 e 5 di fondere insieme. Inoltre, la figura mostra la superficie principale 7 del modulo esposta al sole e realizzata generalmente in vetro o materiali termoplastici.
La figura 3 mostra schematicamente il processo per formare un back-sheet per un modulo fotovoltaico in base ad una forma particolare di realizzazione della presente invenzione lungo la linea di produzione 100.
Uno srotolatore 101 fornisce alla linea 100 un foglio atto a formare lo strato interno 2, ad esempio un foglio di poliestere.
Una dispersione di una soluzione a base di solvente di una resina acrilica poliolo viene applicata sulla superficie del foglio alla postazione 106 della linea 100. Il forno 108 viene impiegato per la reazione di reticolazione del materiale depositato alla postazione 106. Il forno 108 opera preferibilmente in un range di temperature tra 110°C e 160°C. Il forno 110 viene impiegato per eseguire un processo di termo-stabilizzazione del foglio ottenuto dal forno 108. In particolare, il forno 110 opera preferibilmente in un range di temperature tra 160°C e 200°C.
Questo processo permette al foglio di poliestere di rilassarsi in modo da evitare il processo di contrazione quando soggetto ad alte temperature, ad esempio a temperature superiori a quella di transizione vetrosa (circa 78°C per il poliestere). Grazie al processo di termo stabilizzazione dello strato di poliestere al forno 110, il back-sheet finale non sarà soggetto a processi di esfoliazione per l’effetto delle temperature esterne.
Lo strato protettivo ottenuto dal forno 110 viene infine arrotolato dall’arrotolatore 112. Con riferimento alla figura 1 , lo strato protettivo arrotolato dall’arrotolatore 112 comprende gli strati 1 e 2 fissati tra di loro in corrispondenza delle superfici la e 2a, rispettivamente.
Gli elementi 107, 109 e 111 della linea 100 rappresentano schematicamente gli attuatori della linea 100 atti a regolare l’avanzamento del foglio.
La figura 4 mostra schematicamente il processo di formazione di un back-sheet per un modulo fotovoltaico in base ad una forma di realizzazione ulteriore della presente invenzione lungo una linea di produzione 200.
Lo srotolatore 201 fornisce alla linea 200 uno strato protettivo comprendente uno strato interno ed uno strato esterno fissato alla superficie dello strato interno, lo strato esterno comprendente una resina acrilica poliolo con gli eventuali additivi.
Secondo una forma particolare di realizzazione della presente invenzione, lo srotolatore 201 può essere accoppiato con l’arrotolatore 112 della figura 3.
Alla postazione 202 della linea 200, una sostanza adesiva viene depositata sulla superficie dello strato protettivo opposta alla superficie dello strato esterno.
Il forno 204 opera in un range di temperature tra 90°C e 130°C in modo da evacuare il solvente presente nella sostanza adesiva. Con riferimento alla figura 1 , lo strato protettivo ottenuto dal forno 204 comprende lo strato 2 fissato ad un lato con lo strato 1 e, all’altro lato, con lo strato 3.
Lo srotolatore 205 fornisce alla linea 200 un foglio di materiale primer. Ad esempio, lo srotolatore 205 può fornire alla linea un foglio comprendente un film di poliolefine pretrattato corona.
Il foglio di materiale primer fornito dallo srotolatore 205 e il foglio ottenuto dal forno 204 vengono fissati l’uno all’altro per mezzo della calandra 206.
Con riferimento alla figura 1 , il foglio ottenuto dalla calandra 206 comprende gli strati 1 , 2, 3 e 4 aderenti.
Anche se la presente invenzione é stata descritta con riferimento alle forme di realizzazione descritte sopra, é chiaro per l’esperto del ramo che é possibile realizzare diverse modifiche, variazioni e miglioramenti della presente invenzione alla luce dell’insegnamento descritto sopra e neH’ambito delle rivendicazioni allegate senza allontanarsi dall’oggetto e dall’ambito di protezione dell’invenzione. Oltre a ciò, quegli ambiti che si ritengono conosciuti da parte degli esperti del ramo non sono stati descritti per evitare di mettere eccessivamente in ombra in modo inutile l’invenzione descritta. Di conseguenza, l’invenzione non é limitata alle forme di realizzazione descritte sopra, ma é solo limitata dall’ambito di protezione delle rivendicazioni allegate.

Claims (15)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Back-sheet per un modulo fotovoltaico comprendente uno strato esterno ( 1) atto a formare il lato-aria del modulo fotovoltaico ed uno strato interno (2) posto a diretto contatto con detto strato esterno (1), detto strato esterno (1) comprendente una resina acrilica poliolo.
  2. 2. Back-sheet secondo la rivendicazione 1 , in cui detto strato esterno ( 1) comprende una resina acrilica poliolo reticolata con un alcossi melammina.
  3. 3. Back-sheet secondo una delle rivendicazioni 1 o 2, in cui detto strato esterno (1) comprende una resina acrilica poliolo reticolata con un isocianato alifatico.
  4. 4. Back-sheet secondo una delle rivendicazioni da 1 a 3. in cui detto strato esterno (1) comprende ulteriormente almeno un filtro per la radiazione UV.
  5. 5. Back-sheet secondo la rivendicazione 4, in cui detto filtro per la radiazione UV comprende almeno uno tra: benzotriazoli, idrossifenil triazine, benzofenoni.
  6. 6. Back-sheet secondo una delle rivendicazioni da 1 a 5, in cui detto strato esterno (1) comprende ulteriormente uno o più stabilizzatori alla luce.
  7. 7. Back-sheet secondo la rivendicazione 6, in cui detti stabilizzatori alla luce comprendono almeno uno tra: derivati della piperidina, HALS (Hindered Amine Light Stabilizers), fenoli (Hindered phenolics).
  8. 8. Back-sheet secondo una delle rivendicazioni da 1 a 7, in cui detto strato esterno (1) comprende ulteriormente biossido di Titanio (TiO2).
  9. 9. Back-sheet secondo una delle rivendicazioni da 1 a 8, in cui detto strato esterno (1) comprende ulteriormente pigmenti in modo da colorare detto strato esterno (1).
  10. 10. Back-sheet secondo una delle rivendicazioni da 1 a 9, in cui detto strato interno (2) comprende un foglio di poliestere.
  11. 11. Back-sheet secondo una delle rivendicazioni da 1 a 10, comprendente ulteriormente uno strato primer (4) fissato alla superficie di detto strato interno (2) opposta rispetto alla superficie (2a) a contatto con detto strato esterno (1).
  12. 12. Back-sheet secondo la rivendicazione 11 , in cui detto strato primer (4) comprende etilene vinil acetato (EVA).
  13. 13. Modulo fotovoltaico comprendente un back-sheet secondo una delle rivendicazioni da 1 a 12.
  14. 14. Metodo per la produzione di back-sheets per moduli fotovoltaici comprendente i seguenti passi: dispersione di una soluzione a base di solvente di una resina acrilica poliolo sulla superficie (2a) di uno strato interno (2); reticolazione di detta soluzione posta su detta superficie (2a) di detto strato interno (2) in modo da formare uno strato esterno (1) atto a formare il lato-aria del modulo fotovoltaico.
  15. 15. Metodo secondo la rivendicazione 14, in cui detta dispersione di una soluzione a base di solvente di una resina acrilica poliolo comprende ulteriormente almeno un filtro per la radiazione UV e/o uno o più stabilizzatori alla luce e/o biossido di Titanio (TiO2).
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