ITVI20090239A1 - Portellone laterale di servizio per imbarcazioni - Google Patents

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ITVI20090239A1
ITVI20090239A1 IT000239A ITVI20090239A ITVI20090239A1 IT VI20090239 A1 ITVI20090239 A1 IT VI20090239A1 IT 000239 A IT000239 A IT 000239A IT VI20090239 A ITVI20090239 A IT VI20090239A IT VI20090239 A1 ITVI20090239 A1 IT VI20090239A1
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IT
Italy
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door
coupled
compartment
boat
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IT000239A
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Inventor
Giorgio Besenzoni
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Besenzoni S P A
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Description

Portellone laterale di servizio per imbarcazioni
La presente invenzione riguarda un portellone laterale di servizio per imbarcazioni, quali ad esempio yacht, superyacht, panfili o natanti da diporto in generale. In particolare, in condizioni di utilizzo, il portellone laterale di servizio oggetto dell’invenzione assume la connotazione di un balcone di calpestio e/o protezione, completo di tettuccio di copertura, disposto sporgente dalla murata dell’imbarcazione prevalentemente in corrispondenza della camera personale di alloggiamento dell’armatore.
Come noto, le più moderne, sofisticate e generalmente lussuose imbarcazioni da diporto, quali yacht, superyacht, panfili, catamarani o simili, comprendono un portellone laterale di servizio che, normalmente, durante la navigazione, chiude un vano ricavato sulla murata, in corrispondenza dei locali o ambienti interni più accoglienti e prestigiosi delle imbarcazioni.
Il portellone laterale di servizio include almeno un’anta sagomata provvista di una superficie esterna, realizzata solitamente ed opportunamente nello stesso materiale della murata o scafo dell’imbarcazione, ad esempio vetroresina, la quale, quando il portellone chiude il vano, rende continua ed uniforme la murata stessa, risultando ad essa complanare.
Ciò grazie soprattutto al fatto che la superficie esterna dell’anta sagomata à ̈ convessa secondo un raggio di curvatura che segue in maniera fedele il raggio di curvatura delle parti della murata adiacenti al vano che accoglie il portellone laterale.
Solitamente, il portellone laterale di servizio qui in esame comprende anche una seconda anta sagomata, disposta superiormente alla prima anta con la quale coopera per chiudere il vano.
In particolare, la seconda anta sagomata comprende un telaio portante perimetrale che supporto un pannello in materiale trasparente, ad esempio vetro, per consentire la vista dell’ambiente esterno alle persone che si trovano all’interno del locale dell’imbarcazione.
All’occorrenza, specie quando le imbarcazioni sono ormeggiate al porto o in mare aperto, le ante sagomate del portellone laterale vengono movimentate per aprire parzialmente o completamente il vano e consentire l’arieggiamento dei locali interni stessi.
Qualora l’apertura di tali ante sagomate del portellone laterale sia completa, ciascuna di esse sporge dalla murata imbarcazione secondo un piano sostanzialmente ortogonale o comunque incidente il piano curvo della murata stessa per definire rispettivamente un ripiano di supporto, dotato di opportuna balaustra di protezione, ed un ripiano di copertura.
In pratica, in simili occasioni, la prima anta sagomata del portellone laterale diventa un vero e proprio balcone, prospiciente ed affacciato sul mare, calpestabile dalle persone per godere dell’aria aperta e del panorama marino direttamente dall’imbarcazione, mentre la seconda anta sagomata diventa una sorta di tettuccio, anch’esso sporgente a sbalzo dalla murata dell’imbarcazione e rivolto sul mare, che ripara dagli agenti atmosferici, ad esempio il sole battente, le persone occupanti il balcone sottostante.
Affinché, durante l’ormeggio, sia possibile dotare un determinato locale di un’imbarcazione di un balcone e, in genere, simultaneamente, di un tettuccio soprastante al balcone, consentendo alle persone ospitate di accedere all’aperto direttamente da tale locale affacciandosi sul mare in piena comodità, il portellone laterale di servizio include mezzi di azionamento, operativamente connessi alle ante sagomate.
I mezzi di azionamento, accoppiati alla murata dell’imbarcazione, più precisamente contenuti nel vano in essa ricavato, movimentano le ante sagomate tra almeno una posizione di riposo, in cui le ante sagomate sono complanari alla murata dell’imbarcazione e chiudono il vano, ed una posizione di lavoro, in cui le ante sagomate sporgono lateralmente dalla murata dell’imbarcazione secondo piani sostanzialmente orizzontali per diventare rispettivamente un ripiano di calpestio ed un ripiano di copertura ed aprire il vano. In estrema sintesi, quando si desidera trasformare il portellone laterale di servizio in un balcone completo di tettuccio, i mezzi di azionamento, pilotati opportunamente da mezzi di controllo, quali ad esempio una centralina idraulica a disposizione dell’utente, ribaltano verso l’esterno le ante sagomate rendendole sporgenti dalla murata dell’imbarcazione.
Al contrario, quando si desidera riportare le ante sagomate nella posizione di chiusura del vano, i mezzi di azionamento ruotano in verso opposto le ante sagomate, eseguendo su di esse una sorta di trazione verso l’alto.
Il movimento di ribaltamento e di trazione delle ante sagomate consiste essenzialmente in una rotazione delle medesime attorno ad un asse definito da componenti meccanici posti sul bordo inferiore della parete perimetrale delimitante il vano ricavato sull’imbarcazione ed al quale il portellone laterale di servizio à ̈ associato.
Malgrado l’innegabile efficacia funzionale dei portelloni laterali di servizio di tipo noto appena sommariamente descritti, essi presentano, tuttavia, alcuni riconosciuti inconvenienti.
Il principale inconveniente dell’arte nota in questione deriva dalla complessità delle lavorazioni con le quali nel cantiere navale viene ricavato nella murata dell’imbarcazione il vano in grado di permettere che le ante sagomate ad esso accoppiate siano libere di ruotare sotto il comando dei mezzi di azionamento, ed, altresì, che la loro rotazione avvenga in maniera corretta ed appropriata.
Le lavorazioni di ottenimento del suddetto vano, infatti, non si limitano ad un semplice taglio della murata dell’imbarcazione nella zona prestabilita, come auspicabile, ma prevedono anche l’esecuzione di asportazioni di ulteriore materiale della murata in corrispondenza della parete laterale delimitante il vano alla quale sono fissati i componenti meccanici che individuano il centro di rotazione delle ante sagomate. Tali lavorazioni, oltre ad incidere sulla tenuta idraulica nella zona della murata da esse interessata e sull’effetto estetico della stessa in misura tale da richiedere correttivi costruttivi appositamente studiati, comportano inevitabilmente un allungamento dei tempi di produzione in generale, di allestimento del portellone laterale in particolare e, in ultima analisi, di consegna, così come maggiori costi produttivi, a parità degli altri fattori in gioco nel calcolo di questi ultimi.
Un secondo inconveniente della tecnica nota qui considerata à ̈ dovuto al fatto che la concezione costruttiva dei mezzi di azionamento che movimentano le ante sagomate tra la posizione di riposo e la posizione di lavoro limita fortemente la versatilità applicativa dei portelloni laterali di servizio.
Infatti, allo stato attuale dell’arte i portelloni laterali in esame sono applicabili soltanto a parti diritte della murata dell’imbarcazione ed offrono al costruttore una gamma di scelte costruttive ed applicative piuttosto ridotta che non permette di soddisfare a gusti o esigenze particolari del cliente finale (l’armatore).
La presente invenzione intende superare gli inconvenienti dell’arte anteriore testé elencati.
In particolare, scopo primario dell’attuale invenzione à ̈ fornire un portellone laterale di servizio che rispetto alla tecnica anteriore semplifichi le lavorazioni da eseguire per la sua installazione sulla murata dell’imbarcazione.
In altre parole, la presente invenzione si propone come scopo principale di concretizzare un portellone laterale di servizio per imbarcazioni che elimini la necessità di eseguire lavorazioni di asportazione di materiale dalla parete laterale delimitante il vano al quale il portellone stesso à ̈ accoppiato, in aggiunta alla lavorazione di taglio della murata indispensabile per ottenere tale vano.
Nell’ambito di tale scopo, à ̈ compito dell’invenzione rendere disponibile un portellone laterale di servizio per imbarcazioni che, rispetto a portelloni equivalenti noti, riduca tempi e costi legati alla sua installazione.
E’ altro compito della presente invenzione offrire un portellone laterale di servizio che salvaguardi l’integrità strutturale e l’effetto estetico della murata dell’imbarcazione in corrispondenza del vano a cui applicato in misura maggiore rispetto alla tecnica nota, senza l’ausilio di correttivi costruttivi sempre indesiderati.
E’ un altro scopo dell’invenzione mettere a punto un portellone laterale di servizio che sia applicabile a qualsiasi punto della murata dell’imbarcazione, consentendo così, in sede di progettazione ed installazione, di svincolare le scelte della zona di applicazione del portellone laterale dal particolare profilo della murata ed ampliandone la versatilità applicativa rispetto all’arte nota.
Gli scopi detti sono conseguiti tramite un portellone laterale di servizio per imbarcazioni, come alla rivendicazione 1 allegata, cui si rinvia per brevità.
Altre caratteristiche di dettaglio del portellone laterale di servizio dell’invenzione sono riportate nelle corrispondenti rivendicazioni dipendenti.
Vantaggiosamente, il portellone laterale di servizio dell’invenzione consente di semplificare e minimizzare le lavorazioni da eseguire presso un cantiere navale per ricavare nella murata di un’imbarcazione il vano a cui applicare il portellone stesso.
Ciò à ̈ conseguenza del fatto che i mezzi di azionamento comprendono mezzi di traslazione che agiscono sull’anta sagomata prima della sua effettiva rotazione, nel passaggio dalla posizione di riposo alla posizione di lavoro, e dopo la rotazione dell’anta, nel passaggio dalla posizione di lavoro alla posizione di riposo. In tal modo, l’anta sagomata vien posta in rotazione sempre e soltanto quando à ̈ disposta sporgente ed allontanata dalla murata dell’imbarcazione.
Grazie al portellone laterale dell’invenzione, dunque, non occorre più provvedere ad un’ulteriore lavorazione, tramite asportazione di materiale costituente la murata, della parete laterale che delimita il vano per impedire l’interferenza in fase di rotazione tra il bordo laterale dell’anta sagomata e tale parete laterale, proprio perché la rotazione avviene quando l’anta sagomata à ̈ posizionata a sbalzo dopo il suo allontanamento dalla murata e prima del suo avvicinamento o accostamento a quest’ultima.
Ancora vantaggiosamente, il portello laterale di cui all’invenzione riduce tempi e costi di lavorazione ed allestimento rispetto ai portelloni equivalenti noti.
Altrettanto vantaggiosamente, la mancata esecuzione di ulteriori lavorazioni di scavo sulla murata realizza una tenuta all’entrata di acqua nel vano a cui à ̈ applicato il portellone laterale di servizio dell’invenzione superiore a quella offerta da portelloni simili già noti.
In maniera vantaggiosa, inoltre, il portellone laterale dei servizio qui rivendicato à ̈ applicabile a qualsiasi zona della murata dell’imbarcazione, a poppa come a prua, e non esclusivamente soltanto alle zone diritte del profilo di tale murata, come avviene attualmente. E’ evidente come tale aspetto, derivante sempre dal fatto che i mezzi di azionamento includono i mezzi di traslazione, comporti una maggiore versatilità in sede di progettazione ed installazione che consente di soddisfare a nuove e sentite esigenze presso la clientela finale e che, in quanto tale, risulta estremamente apprezzata e distintiva.
Gli scopi ed i vantaggi detti risulteranno maggiormente dalla descrizione che segue relativa ad una preferita forma esecutiva del portellone laterale di servizio per imbarcazioni dell’invenzione, data a titolo illustrativo ed indicativo, ma non limitativo, in relazione ai disegni allegati ove:
- la figura 1 à ̈ una vista assonometrica del portellone laterale dell’invenzione in una prima posizione operativa ed in condizioni di applicazione all’imbarcazione, mostrata in modo parziale;
- la figura 2 Ã ̈ la vista assonometrica del portellone laterale di figura 1 in una seconda posizione operativa;
- la figura 3 à ̈ la vista assonometrica semplificata e a sé stante del portellone laterale dell’invenzione nella posizione operativa di figura 2;
- la figura 4 à ̈ la vista assonometrica completa del portellone laterale dell’invenzione nella configurazione operativa finale;
- la figura 5 Ã ̈ una vista laterale di figura 4;
- la figura 6 Ã ̈ una vista assonometrica di un primo assieme costruttivo di figura 4;
- la figura 7 à ̈ una vista assonometrica posteriore dell’assieme costruttivo di figura 6;
- la figura 8 Ã ̈ un dettaglio ingrandito di figura 6; - la figura 9 Ã ̈ la vista assonometrica di un primo componente costruttivo delle figure 6 e 7 nella configurazione che definisce la seconda posizione operativa di figura 2;
- la figura 10 Ã ̈ la vista assonometrica di un secondo componente costruttivo delle figure 6 e 7 nella configurazione che definisce la seconda posizione operativa di figura 2.
Il portellone laterale di servizio à ̈ illustrato nelle figure 1-3, dove viene globalmente numerato con 1, in condizioni applicative, installato su un’imbarcazione B, ad esempio un panfilo, mostrata solo parzialmente. Come si osserva, il portellone laterale 1 comprende: - una coppia di ante sagomate 2, 3 applicate in corrispondenza di un vano V ricavato nella murata M dell’imbarcazione B;
- mezzi di azionamento, nel complesso numerati con 4, operativamente connessi alle ante sagomate 2, 3 ed accoppiati alla murata M dell’imbarcazione B, nella fattispecie all’interno del vano V, ed a movimentare le ante sagomate 2, 3 tra almeno una posizione di riposo (mostrata in figura 1) in cui le ante sagomate 2, 3 sono complanari alla murata M dell’imbarcazione B per chiudere il vano V, ed una posizione di lavoro (mostrata in figura 2), in cui le ante sagomate 2, 3 sporgono lateralmente dalla murata M dell’imbarcazione B secondo piani sostanzialmente orizzontali per diventare rispettivamente un ripiano di calpestio ed un ripiano di copertura ed aprire il vano V.
Secondo l’invenzione, i mezzi di azionamento 4 includono mezzi di traslazione, nell’insieme indicati con 5, che muovono le ante sagomate 2, 3 tra la posizione di riposo e la posizione di lavoro e viceversa mantenendole in posizione pressoché verticale ed affacciata alla murata M dell’imbarcazione B.
Più precisamente, i mezzi di controllo sono disposti all’interno di un locale dell’imbarcazione B, ad esempio la stanza ad uso personale dell’armatore.
Preferibilmente ma non necessariamente, il portellone laterale di servizio 1 include mezzi di controllo a disposizione dell’operatore, per comodità espositiva non rappresentati e costituiti per esempio da una centralina idraulica, operativamente connessi ai mezzi di azionamento 4 per gestirne il funzionamento.
Come sarà chiarito più avanti, l’accoppiamento tra il portellone laterale 1 e la murata M dell’imbarcazione B, determinato dai mezzi di azionamento 4, à ̈ tale che, durante la movimentazione delle ante sagomate 2, 3, il loro bordo laterale 2a, 3a più ravvicinato alla murata M non interferisce minimamente con la murata M stessa. Inoltre, nella posizione di lavoro tale bordo laterale 2a, 3a à ̈ direttamente affacciato a e distanziato dalla murata M.
In particolare, nella posizione di lavoro, l’anta sagomata 2, disposta inferiormente all’anta sagomata 3, diventa una pedana di calpestio a guisa di balcone, mentre l’anta sagomata 3 assume la connotazione di tettuccio o pensilina che ripara dagli agenti atmosferici le persone che, uscendo da un locale dell’imbarcazione B attraverso il vano V, occupano la pedana di calpestio sottostante.
Nella posizione di riposo, entrambe le ante sagomate 2, 3 concorrono alla chiusura del vano V, disponendosi tra loro complanari e l’una a ridosso dell’altra in corrispondenza del rispettivo bordo laterale 2b, 3b, contrapposto al bordo laterale 2a, 3a.
In maniera preferita ma non esclusiva, il portellone laterale 1 include un telaio perimetrale, indicato complessivamente con 6, fissato alla parete interna del vano V in corrispondenza della sua bocca di accesso E. Il telaio perimetrale 6 Ã ̈ provvisto di mezzi di tenuta, meglio visibili in figura 3 dove sono nel complesso indicati con 7, contenuti in una scanalatura perimetrale, non indicata, ricavata nel telaio perimetrale 6 dal quale sporgono parzialmente.
Nella loro posizione di riposo prima introdotta, le ante sagomate 2, 3 sono disposte a ridosso di tale telaio perimetrale 6.
I mezzi di tenuta 7 comprendono, in questo caso, una guarnizione in gomma siliconica forzata all’interno della scanalatura perimetrale del telaio perimetrale 6. Rimane inteso che, in altre varianti esecutive dell’invenzione, i mezzi di tenuta potranno essere di altra tipologia rispetto a quella appena descritta e potranno comprendere, ad esempio, una camera gonfiabile opportunamente riempita con aria compressa.
Ciascuna della ante sagomate 2, 3 presenta in questo caso, a puro titolo di esempio, un profilo sostanzialmente rettangolare.
Ognuna delle ante sagomate 2, 3 include di preferenza: - un’intelaiatura portante 8, 9 fornita, su un primo tratto perimetrale della superficie laterale 8a, 9a di un profilato cuneiforme 10, 11 che, nella posizione di riposo della rispettiva anta sagomata 2, 3, viene forzato contro i mezzi di tenuta 7 per impedire o minimizzare l’entrata di acqua nel vano V attraverso la bocca di accesso E;
- un pannello di finitura 12, 13, accoppiato alla relativa intelaiatura portante 8, 9, nella posizione di riposo contenuto nel vano V e nella posizione di lavoro realizzante il ripiano di calpestio ed il ripiano di copertura.
Più in dettaglio, nella posizione di lavoro, il pannello di finitura numerato con 12, visibile soltanto in figura 4, realizza il ripiano di calpestio o pedana, mentre il pannello di finitura 13 realizza il ripiano di copertura o tettuccio.
Il pannello di finitura 12 si abbina per spessore e caratteristiche estetiche al rivestimento superficiale del locale interno dell’imbarcazione B a cui si affaccia nella posizione di riposo ed, altresì, adatto ad essere calpestato nella posizione di lavoro.
Il pannello di finitura 13, invece, consiste di una classica lastra in materiale trasparante, ad esempio vetro, che permette la vista dell’ambiente esterno quando l’anta sagomata 3 à ̈ nella posizione di riposo. La sola anta sagomata 2 comprende anche un pannello laminare esterno di finitura, visibile in figura 1 dove à ̈ indicato con 14, accoppiato all’intelaiatura portante 8 dalla parte opposta del pannello di finitura 12 e realizzato nello stesso materiale della murata M dell’imbarcazione B, ad esempio vetroresina.
Nella posizione di riposo, la superficie esterna 14a del pannello laminare esterno di finitura 14 rimane in vista all’esterno, risultando complanare alla parete esterna Medella murata M dell’imbarcazione B.
In riferimento all’intelaiatura portante 8 associata all’anta sagomata 2, come evidenziano le figure 2 e 3, essa à ̈ composta da una struttura principale 15, provvista di una pluralità di pale di rinforzo 16 tra loro affiancate ed affacciate, alle quali viene accoppiato il pannello laminare esterno di finitura 14. L’intelaiatura portante 8 à ̈, altresì, composta da una struttura secondaria 17, direttamente supportante l’anta sagomata 8 e contenuta nell’ingombro definito dalla struttura principale 15 a cui à ̈ fissata.
Vantaggiosamente, il portellone laterale 1 della presente invenzione include anche un pannello addizionale 18, visibile solamente in figura 4, il quale, nella posizione di lavoro dell’anta sagomata 2, risulta complanare al pannello di finitura 12 ed interposto da un lato tra questo ed il piano di calpestio del locale interno dell’imbarcazione B e dall’altro lato tra i mezzi di traslazione 4.
In sostanza, quindi, il pannello addizionale 18 realizza una continuità strutturale tra il piano di calpestio interno al locale dell’imbarcazione B ed il ripiano di calpestio offerto dal pannello di finitura 12 dell’anta sagomata 2: tale continuità strutturale garantisce alle persone condizioni di sicurezza nel passaggio dal locale interno dell’imbarcazione B all’anta sagomata 2 disposta nella posizione di lavoro, sporgente a sbalzo dalla murata M.
Al riguardo, l’anta sagomata 2 include, inoltre, mezzi di protezione, nel complesso segnalati con 19 in figura 4, cooperanti con mezzi di attuazione, visibili in figura 2 dove sono nell’insieme numerati con 20, connessi ai mezzi di controllo generali.
I mezzi di attuazione 20 movimentano i mezzi di protezione 19 da una posizione passiva (mostrata in figura 2), in cui sono totalmente contenuti in una sede ristretta 21 presente in un secondo tratto perimetrale della superficie laterale 8a dell’intelaiatura portante 8, ad una posizione attiva (mostrata alle figure 4, 5) ove i mezzi di protezione 19 emergono verso l’alto dall’intelaiatura portante 8 formando un parapetto di servizio quando l’anta sagomata 2 ha già assunto la posizione di lavoro.
Ovviamente, i mezzi di attuazione 20 movimentano i mezzi di protezione 19 anche in senso opposto a quello appena indicato, ossia dalla posizione attiva alla posizione passiva, prima che l’anta sagomata 2 assuma la posizione di riposo di figura 1.
Il secondo tratto perimetrale à ̈ interno ed in parte affiancato al primo tratto perimetrale della superficie laterale 8a e corrisponde al bordo laterale 2b, 2c e 2d dell’anta sagomata 2 rivolto verso l’esterno quando l’anta 2 stessa à ̈, a sbalzo, nella posizione di lavoro. A titolo preferito, i mezzi di protezione 19 includono una pluralità di candelieri di supporto 22 in materiale metallico, ognuno dei quali operativamente connesso ai mezzi di attuazione 20 e composto da due barrette uguali 23, 24 collegate tra loro mediante mezzi a snodo, nel complesso indicati con 25 e di tipo noto. Inoltre, i mezzi di protezione 19 includono una serie di profilati trasversali 26 in materiale metallico che collegano tra loro i candelieri di supporto 22.
A loro volta, i mezzi di attuazione 20 comprendono nel caso di specie un gruppo di cilindretti fluidodinamici accoppiati internamente all’intelaiatura portante 8 dell’anta sagomata 2, segnatamente alla parete esterna 17a della struttura secondaria 17.
D’ora in avanti, e sino a dove altrimenti specificato, la descrizione dell’attuale invenzione proseguirà con riferimento specifico ed esclusivo all’anta sagomata 2, intendendo quanto detto per essa valido ed applicabile anche per l’anta sagomata 3.
Secondo la preferita forma esecutiva qui descritta dell’invenzione, i mezzi di traslazione 5 comprendono, come si osserva nelle figure 6, 7 e 8:
- una coppia di bracci telescopici 28, 29 accoppiati ad una porzione circoscritta della parete interna delimitante il vano V dell’imbarcazione B ed individuanti direzioni longitudinali Z tra loro parallele e distanziate, incidenti la faccia laterale dell’anta sagomata 2 prima che quest’ultima assuma la posizione di lavoro;
- una coppia di primi attuatori lineari 30, 31, uno per ciascuno dei bracci telescopici 28, 29 al quale à ̈ accoppiato, connessi ai mezzi di controllo ed agenti sui bracci telescopici 28, 29 per movimentare l’anta sagomata 2 dalla posizione di riposo alla posizione di lavoro e viceversa.
Nel dettaglio, ogni braccio telescopico 28, 29 include: - una coppa di protezione fissa 32 stabilmente accoppiata alla parete interna del vano V tramite mezzi di fissaggio, nel complesso indicati con 33; - una pluralità di corpi tubolari 34 l’uno scorrevole rispetto all’altro lungo le direzioni longitudinali Z e l’uno accoppiato all’altro tramite primi mezzi di guida, nel complesso indicati con 35, contenuti completamente nella coppa di protezione 32 nella suddetta posizione di riposo, il corpo tubolare principale 34, avente dimensioni maggiori rispetto ai corpi tubolari secondari 34, essendo accoppiato alla coppa di protezione 32 tramite secondi mezzi di guida, nell’insieme numerati con 36.
In modo preferito ma non vincolante, come meglio illustrato in figura 9, i primi mezzi di guida 35 comprendono una coppia di prime scanalature lineari 37, 38 ricavate nella parete esterna 34a di alcuni dei corpi tubolari secondari 34, ed una coppia di seconde scanalature lineari 39, 40 ricavate nella parete interna, non indicata, di alcuni dei corpi tubolari 34 così da risultare affacciate alle prime scanalature lineari 37, 38 del corpo tubolare 34 ad esso adiacente. In questo caso, il corpo tubolare 34 più piccolo presenta una sola prima scanalatura lineare 41 nella parete esterna 34a, mentre il corpo tubolare 34 che immediatamente lo precede presenta una sola seconda scanalatura anulare 42 nella parete interna.
I mezzi di guida 35 comprendono, inoltre, una coppia di pattini laminari 43, 44, inseriti nelle prime scanalature lineari 37, 38 e nelle seconde scanalature lineari 39, 40, ed un pattino laminare singolo 45 inserito nelle scanalature anulari 41, 42.
I pattini laminari 43, 44 e 45 sono realizzati, per esempio, in resina termoplastica quale polietilentereftalato (acronimo PET).
E’ inteso che, in ulteriori realizzazioni dell’invenzione, non raffigurate di seguito, il numero di prime e seconde scanalature lineari per ogni corpo tubolare e, conseguentemente, di pattini laminari potrà essere diverso da quello appena indicato, potendo tale numero variare in base alle esigenze partendo da uno. I secondi mezzi di guida 36 comprendono, invece, un incavo longitudinale, non visibile, ricavato nella parete esterna 34a del corpo tubolare principale 34, ed una coppia di astine longitudinali 46, 47 fissate da parti contrapposte alla superficie laterale interna 32a della coppa di protezione 32.
Per quanto concerne i mezzi di fissaggio 33, essi comprendono, come ben si osserva alle figure 6 e 7: - un piatto laminare di base 48 presentante una faccia inferiore che viene disposta a ridosso della parete interna del vano V;
- una pluralità di primi mezzi a vite 49, inseriti in una pluralità di altrettanti primi fori passanti, non indicati per semplicità espositiva, ricavati nel piatto laminare 48 ed in una pluralità di secondi fori passanti 27, ricavati in una coppia di longheroni 50, 51 tra loro simmetricamente contrapposti, appartenenti alla coppa di protezione 32 e disposti a ridosso della faccia superiore 48a del piatto laminare 48;
- una pluralità di secondi mezzi a vite, non raffigurati, inseriti in una pluralità di altrettanti terzi fori passanti 52 ricavati nel piatto laminare 48, impiegati per rendere il piatto laminare solidale alla parete interna del vano V. Ognuno dei primi attuatori lineari 30, 31 prima citati comprende un cilindro fluidodinamico 53, affiancato al rispettivo braccio telescopico 28, 29 e provvisto di una camicia esterna 54 avente un’estremità vincolata ad una piastra di supporto 55 fissata alla superficie laterale esterna 32b della coppa di protezione 32.
Il cilindro fluidodinamico 53 à ̈, inoltre, provvisto di uno stelo di forza 56, scorrevole internamente alla camicia esterna 54 lungo un asse longitudinale Z’ sostanzialmente parallelo alla direzione longitudinale Z ed avente un’estremità 56a vincolata a mezzi di sostegno, nel complesso indicati con 57, disposti in corrispondenza dell’estremità libera 34b del corpo tubolare 34 più piccolo di ciascuno dei bracci telescopici 28, 29.
Nella fattispecie, i mezzi di sostegno 57 comprendono un primo perno 58, accoppiato all’estremità 56a dello stelo di forza 56 secondo un primo asse lineare Y ortogonale all’asse longitudinale Z’ dello stelo di forza 56, ed una coppia di elementi di bloccaggio 59, 60, ai quali il primo perno 58 à ̈ accoppiato.
Gli elementi di bloccaggio 59, 60 sono resi solidali, ad esempio tramite un cordone di saldatura, ad una prima appendice sagomata 61 sporgente secondo la direzione longitudinale Z dal corpo tubolare più piccolo 34 di ciascuno dei bracci telescopici 28, 29. La figura 10 mostra un ingrandimento del braccio telescopico 62 con cui i mezzi di traslazione 5 movimentano l’anta sagomata 3 tra la posizione di riposo e la posizione di lavoro e viceversa.
Si noti che la struttura del braccio telescopico 62, e del braccio telescopico 63 ad esso uguale ed opposto, Ã ̈ quasi del tutto equivalente ai quella dei bracci telescopici 28, 29.
L’unico elemento costruttivo di distinzione riguarda i mezzi di sostegno, nell’insieme indicati con 66 e mostrati in figura 3 e 4, che vincolano l’estremità 65a dello stelo di forza 65 del cilindro fluidodinamico 64. In particolare, i mezzi di sostegno 66 comprendono un primo perno 67, accoppiato all’estremità 65a dello stelo di forza 65 secondo un primo asse lineare X ancora ortogonale all’asse longitudinale Z’ dello stelo di forza 65 ma secondo un’orientazione spaziale ortogonale anche al primo asse longitudinale Y del primo perno 58.
Oltre a ciò, i mezzi di sostegno 66 includono un solo elemento di bloccaggio 68 che, grazie al primo perno 67, viene reso solidale ad una coppia di prime appendici sagomate 69, 70, meglio visibili in figura 9, sporgenti secondo la direzione longitudinale Z dal corpo tubolare più piccolo 34 di ciascuno dei bracci telescopici 62, 63.
Opportunamente, i mezzi di azionamento 4 comprendono mezzi di rotazione, globalmente indicati con 71 e visibili alle figure 2-5, operativamente connessi alle ante sagomate 2, 3 ed ai mezzi di traslazione 5.
I mezzi di rotazione 71 spostano angolarmente le ante sagomate 2, 3, intervenendo dopo i mezzi di traslazione 4 nel caso in cui le ante 2, 3 siano movimentate dalla posizione di riposo alla posizione di lavoro, e prima dei mezzi di traslazione 4 qualora le ante 2, 3 stesse siano movimentate dalla posizione di lavoro alla posizione di riposo.
Come precedente operato per i mezzi di traslazione 5, anche per i mezzi di rotazione 71 la presente descrizione brevettuale procederà, sino a dove altrimenti specificato, con specifico riferimento all’anta sagomata 2, intendendo quanto detto per essa valido ed applicabile anche per l’anta sagomata 3.
Preferibilmente ma non necessariamente, i mezzi di rotazione 71 comprendono nel caso specifico una coppia di secondi perni tra loro distanziati, individuanti un comune asse longitudinale di rotazione K ortogonale all’asse longitudinale Z’ dello stelo di forza 56 e, incidentalmente, all’asse longitudinale Y del solo primo perno 58.
Le figure 2-5 mostrano solamente uno dei secondi perni di rotazione, indicato con 72, appartenenti ai mezzi di rotazione 71 che agiscono sull’anta sagomata 2.
Ciascuno di secondi perni à ̈ accoppiato alla prima appendice sagomata 61, ad una seconda appendice sagomata 73, contrapposta a e distanziata dalla prima appendice sagomata 61 di ogni braccio telescopico 28, 29, nonché ad una coppia di staffe di connessione 74, 75, affacciate alle appendici sagomate 61, 73 e fissate all’intelaiatura portante 8 dell’anta sagomata 2.
I mezzi di rotazione 71 comprendono anche una coppia di secondi attuatori lineari 76, 77, uno per ognuno dei bracci telescopici 28, 29 e dei primi attuatori lineari 30, 31, connessi ai mezzi di controllo ed accoppiati ai bracci telescopici 28, 29 ed all’anta sagomata 2.
Come per i primi attuatori 30, 31, anche ciascuno dei secondi attuatori lineari 76, 77 include in modo preferito quantunque non esclusivo un pistone fluidodinamico 78 fornito di:
- una camicia esterna 79 avente un’estremità vincolata alla prima appendice sagomata 61 ed alla seconda appendice sagomata 73;
- uno stelo di forza 80, scorrevole internamente alla camicia esterna 79 lungo un asse longitudinale Z’’ che, nella posizione di lavoro, definisce un angolo acuto con l’asse longitudinale Z’ dello stelo di forza 56 del cilindro fluidodinamico 53 e presenta un’estremità vincolata a mezzi di riscontro, nel complesso indicati con 81, accoppiati alla superficie interna 17b della struttura secondaria 15 dell’intelaiatura portante 8 dell’anta sagomata 2. In particolare, i mezzi di riscontro 81 comprendono un terzo perno 82, accoppiato ad un estremo dello stelo di forza 80 definendo un secondo asse lineare X’ parallelo all’asse longitudinale di rotazione K dei secondi perni, ed una placca di bloccaggio 83 solidale alla superficie interna 17b della struttura secondaria 17 dell’intelaiatura portante 8 dell’anta sagomata 2.
Le figure 4 e 5 evidenziano, altresì, che, vantaggiosamente, il portellone laterale di servizio 1 comprende mezzi di sicurezza, nel complesso numerati con 84, accoppiati al telaio perimetrale 6, cooperanti con l’anta sagomata 2 nella posizione di riposo per garantire il mantenimento di una siffatta posizione nella quale risulta, come detto, complanare alla murata M dell’imbarcazione B.
A titolo di esempio, i mezzi di sicurezza 84 includono: - due coppie di cilindri fluidodinamici ausiliari 85, connessi ai mezzi di controllo, equamente suddivise su due montanti verticali 86, 87 tra loro contrapposti del telaio perimetrale 6 ai quali sono accoppiati tramite mezzi di supporto, nell’insieme indicati con 88 e costituiti da esempio da una piastrina rettangolare stabilmente accoppiata ad ogni montante verticale 86, 87;
- due coppie di aperture cieche 89, equamente ricavate in due porzioni laterali 90, 91 della superficie esterna della struttura primaria 15 dell’intelaiatura portante 8, ognuna delle quali, nella posizione di riposo, à ̈ affacciata coassialmente ad uno dei cilindri fluidodinamici ausiliari 85 per essere impegnata dall’estremità libera del relativo stelo mobile, non visibile.
Altre forme costruttive dell’invenzione, non seguite da disegni di riferimento, potranno prevedere che i mezzi di sicurezza appena indicati comprendano una sola coppia o più di due coppie di cilindri fluidodinamici ausiliari e di conseguenti aperture cieche, equamente suddivise rispettivamente sui montanti verticali del telaio perimetrale e sulle porzioni laterali dell’intelaiatura portante.
In ulteriori esecuzioni dell’invenzione, non illustrate, i mezzi di sicurezza potranno altresì cooperare anche o esclusivamente con entrambe le ante sagomate o con la sola anta sagomata superiore.
In maniera vantaggiosa, inoltre, il portellone laterale di servizio 1 dell’invenzione comprende anche mezzi di sblocco, non raffigurati, a disposizione dell’utente, adatti ad agire sui mezzi di sicurezza 84 in caso di anomalie o avarie di funzionamento, quali ad esempio una prolungata assenza di energia elettrica, da parte del portellone laterale 1 quando le ante sagomate 2, 3 sono nella posizione di riposo e chiudono il vano V. Ciò al fine di liberare le ante sagomate 2, 3 dai mezzi di sicurezza 84 e consentire alle ante sagomate 2, 3 stesse di essere movimentate manualmente verso la posizione di lavoro illustrata nelle figure 2-5.
I mezzi di sblocco comprendono, per esempio, una chiave a forchetta di tipo metrico o anglosassone che l’operatore manovra su un’estremità squadrata dello stelo mobile che sporge dal cilindro esterno sino al punto di estrarre totalmente da questo lo stelo mobile dei cilindri fluidodinamici ausiliari 85.
In uso, l’utente, qualora voglia godere dell’aria aperta affacciandosi sul bacino d’acqua direttamente dal locale dell’imbarcazione B, manovrando i mezzi di controllo liberando dapprima l’anta sagomata 2 dai mezzi di sicurezza B ed attivando successivamente i mezzi di azionamento 3 ed, in particolare, nella fase iniziale, i mezzi di traslazione 5.
La movimentazione dei mezzi di traslazione 5 permette di spingere verso l’esterno il portellone laterale di servizio 1, allontanandolo dalla murata M dell’imbarcazione B: le ante sagomate 2, 3 passano così dalla posizione di riposo, illustrata in figura 1, ad una posizione, non illustrata nei disegni allegati, in cui sono sostanzialmente in posizione verticale, rivolte affacciate alla murata M stessa.
Terminata la corsa dei mezzi di traslazione 5 secondo la direzione longitudinale Z, l’utente, sempre mediante i mezzi di controllo, aziona i mezzi di rotazione 71 dapprima ruotando in senso orario l’anta sagomata 3 e poi ruotando in senso antiorario l’anta sagomata 2. In tal modo, la rotazione delle ante sagomate 2, 3 attorno all’asse longitudinale K avviene lontano dall’imbarcazione B, senza che il rispettivo bordo laterale 2b, 3b delle stesse interferisca minimamente con la murata M.
Al termine della rotazione, le ante sagomate 2, 3 sono nella posizione di lavoro mostrata nelle figure 2 e 3, disposte secondo un piano sostanzialmente ortogonale alla murata M dell’imbarcazione, ed il vano V risulta totalmente aperto.
In particolare, l’anta sagomata 2 individua un ripiano di calpestio o pedana, mentre l’anta sagomata 3 individua un ripiano di copertura o tettuccio.
Infine, l’utente aziona i cilindretti fluidodinamici dei mezzi di attuazione 20 per movimentare i mezzi di protezione 19 dalla posizione passiva alla posizione attiva ed ottenere, così, un parapetto che realizza la configurazione definitiva del portellone laterale di servizio 1, riportata in figura 4 e 5.
In tale configurazione, le persone possono uscire all’aperto, in assoluta sicurezza, direttamente all’aperto dal locale interno dell’imbarcazione B che le ospita e che perimetralmete à ̈ delimitato anche dal portellone laterale di servizio 1 durante, ad esempio, la normale navigazione.
Nel momento in cui l’utente desidera riportare il portellone laterale di servizio 1 a chiusura del vano V, secondo la posizione rappresentata in figura 1, egli aziona dapprima i mezzi di rotazione 71 per ruotare lungo l’asse longitudinale K nell’ordine, l’anta sagomata 2 (in senso orario) e l’anta sagomata 3 (in senso antiorario) sino a disporle nella posizione verticale, affacciate alla murata M dell’imbarcazione B quantunque ancora distanziate da essa.
Terminata la suddetta rotazione, l’utente, quindi, aziona i mezzi di traslazione 5 in modo tale che i corpi tubolari 34 dei bracci telescopici 28, 29, 62, 63 rientrino l’uno nell’altro e l’ultimo nella coppa di protezione 32 scorrendo lungo la direzione longitudinale Z in verso opposto al precedente.
Contestualmente, le ante sagomate 2, 3 vengono avvicinate alla murata M dell’imbarcazione B sino ad essere disposte a ridosso del telaio perimetrale 6, posizione nella quale il profilato cuneiforme 10, 11 viene forzato contro la guarnizione siliconica dei mezzi di tenuta 7 per garantire le massime condizioni di protezione contro l’entrata dell’acqua nel vano V. Infine, l’utente aziona nuovamente i mezzi di sicurezza 84 inserendo l’estremità libera dello stelo mobile dei cilindri fluidodinamici ausiliari 85 all’interno delle corrispondenti aperture cieche 89 presenti nelle porzione laterali 90, 91 tra loro contrapposte della superficie esterna della struttura primaria 15 dell’intelaiatura portante 8.
In virtù di quanto sopra esposto, si comprende, perciò, che il portellone laterale di servizio per imbarcazioni e la stessa imbarcazione, entrambi oggetto dell’invenzione, raggiungono gli scopi e realizzano i vantaggi precedentemente menzionati.
Il sistema di azionamento del portellone laterale di servizio 1 dell’invenzione, comprensivo dei mezzi di traslazione 5, risulta adatto sia per murate rettilinee ch per murate sbieche di imbarcazione e può essere vantaggiosamente installato verso la prua.
Il portellone laterale di servizio 1 dell’invenzione à ̈ di semplice installazione, estremamente più agevole e rapida rispetto a portelloni equivalenti di tipo noto, tenuto conto anche e soprattutto delle lavorazioni che devono essere eseguite presso il cantiere navale per ottenere il vano V di applicazione del portellone 1. In fase esecutiva, potranno essere apportate modifiche al portellone laterale di servizio per imbarcazioni dell’invenzione consistenti, ad esempio, in mezzi di traslazione diversi da quelli descritti in precedenza con riferimento ai disegni che seguono.
Inoltre, in altre forme costruttive dell’invenzione, il portellone laterale di servizio potrà comprendere in luogo di due ante sagomate un’unica anta sagomata, operativamente connessa ai mezzi di azionamento ed in grado di chiudere completamente il vano ricavato nella murata dell’imbarcazione.
E’ chiaro, infine, che numerose altre varianti possono essere apportate al portellone laterale di servizio in questione, senza per questo uscire dai principi di novità insiti nell’idea inventiva, così come à ̈ chiaro che, nella pratica azionamento dell’invenzione, i materiali, le forme e le dimensioni dei dettagli illustrati potranno essere qualsiasi, a seconda delle esigenze, e potranno essere sostituiti con altri tecnicamente equivalenti.
Ove le caratteristiche costruttive e le tecniche menzionate nelle successive rivendicazioni siano seguite da segni o numeri di riferimento, tali segni di riferimento sono stati introdotti con il solo obiettivo di aumentare l’intelligibilità delle rivendicazioni stesse e, di conseguenza, essi non presentano alcun effetto limitante sull’interpretazione di ciascun elemento identificato, a titolo puramente di esempio, da tali segni di riferimento.

Claims (21)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Portellone laterale di servizio (1) per imbarcazioni (B) comprendente: - almeno un’anta sagomata (2, 3) atta ad essere applicata in corrispondenza di un vano (V) ricavato nella murata (M) di detta imbarcazione (B); - mezzi di azionamento (4), operativamente connessi a detta anta sagomata (2, 3), atti ad essere accoppiati a detta murata (M) di detta imbarcazione (B) ed a movimentare detta anta sagomata (2, 3) tra almeno una posizione di riposo, in cui detta anta sagomata (2, 3) à ̈ complanare a detta murata (M) di detta imbarcazione (B) per chiudere detto vano (V), ed una posizione di lavoro, in cui detta anta sagomata (2, 3) sporge lateralmente da detta murata (M) di detta imbarcazione (B) secondo un piano sostanzialmente orizzontale per aprire detto vano (V) e divenire un ripiano di calpestio e/o di copertura, caratterizzato dal fatto che detti mezzi di azionamento (4) includono mezzi di traslazione (5) atti a muovere detta anta sagomata (2, 3) tra detta posizione di riposo e detta posizione di lavoro e viceversa mantenendo detta anta sagomata (2, 3) in posizione sostanzialmente verticale ed affacciata a detta murata (M) di detta imbarcazione (B).
  2. 2. Portellone (1) come alla rivendicazione 1) caratterizzato dal fatto di includere mezzi di controllo a disposizione dell’operatore, operativamente connessi a detti mezzi di azionamento (4) per gestirne il funzionamento.
  3. 3. Portellone (1) come una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti caratterizzato dal fatto che, durante la movimentazione di detta anta sagomata (2, 3), il bordo laterale (2a, 3a) di detta anta sagomata (2, 3) più ravvicinato a detta murata (M) di detta imbarcazione (B) non interferisce con detta murata (M) e, in detta posizione di lavoro, à ̈ direttamente affacciato a e distanziato da detta murata (M).
  4. 4. Portellone (1) come una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti caratterizzato dal fatto che detti mezzi di traslazione (5) comprendono: - una coppia di bracci telescopici (28, 29, 62, 63) atti ad essere accoppiati ad una porzione circoscritta della parete interna delimitante detto vano (V) di detta imbarcazione (B) ed individuanti direzioni longitudinali (Z) tra loro parallele e distanziate e sostanzialmente incidenti la faccia laterale di detta anta sagomata (2, 3) prima che detta anta sagomata (2, 3) assuma detta posizione di lavoro; - una coppia di primi attuatori lineari (30, 31), uno per ciascuno di detti bracci telescopici (28, 29, 62, 63) al quale à ̈ accoppiato, connessi a detti mezzi di controllo ed atti a agire su detti bracci telescopici (28, 29, 62, 63) per movimentare detta anta sagomata (2, 3) da detta posizione di riposo a detta posizione di lavoro e viceversa.
  5. 5. Portellone (1) come alla rivendicazione 4) caratterizzato dal fatto che ognuno di detti bracci telescopici (28, 29, 62, 63) comprende: - una coppa di protezione fissa (32), atta ad essere stabilmente accoppiata a detta parete interna di detto vano (V) tramite mezzi di fissaggio (33); - una pluralità di corpi tubolari (34) l’uno scorrevole rispetto all’altro lungo dette direzioni longitudinali (Z) e l’uno accoppiato all’altro tramite primi mezzi di guida (35), contenuti completamente all’interno di detta coppa di protezione (32) in detta posizione di riposo, il corpo tubolare principale (34) avente dimensioni maggiori rispetto ai corpi tubolari secondari (34) essendo accoppiato tramite secondi mezzi di guida (36) a detta coppa di protezione (32).
  6. 6. Portellone (1) come alla rivendicazione 5) caratterizzato dal fatto che detti primi mezzi di guida (35) comprendono: - almeno una prima scanalatura lineare (37, 38, 41) ricavata nella parete esterna (34a) di ciascuno di detti corpi tubolari (34); - almeno una seconda scanalatura lineare (39, 40, 42) ricavata nella parete interna di ciascuno di detti corpi tubolari (34) così da risultare affacciata a detta prima scanalatura lineare (37, 38, 41) di uno di detti corpi tubolari (34) ad esso adiacente; - almeno un pattino laminare (43, 44, 45) inserito in detta prima scanalatura lineare (37, 38, 41) ed in detta seconda scanalatura lineare (39, 40, 42).
  7. 7. Portellone (1) come alla rivendicazioni 5) o 6) caratterizzato dal fatto che detti mezzi di fissaggio (33) includono: - un piatto laminare di base (48) presentante una faccia inferiore atta ad essere disposta a ridosso di detta parete interna di detto vano (V); - una pluralità di primi mezzi a vite (49) inseriti in una pluralità di primi fori passanti ricavati in detto piatto laminare (48) ed in una pluralità di secondi fori passanti (27), coassiali a detti primi fori passanti, ricavati in una coppia di longheroni (50, 51) tra loro simmetricamente contrapposti appartenenti a detta coppa di protezione (32) e posti a ridosso della faccia superiore (48a) di detto piatto laminare (48); - una pluralità di secondi mezzi a vite inseriti in una pluralità di terzi fori passanti (52) ricavati in detto piatto laminare (48), atti a rendere detto piatto laminare (48) solidale a detta parete interna di detto vano (V).
  8. 8. Portellone (1) come una qualsiasi delle rivendicazioni da 5) a 7) caratterizzato dal fatto che ciascuno di detti primi attuatori lineari (30, 31) include un cilindro fluidodinamico (53), affiancato ad uno di detti bracci telescopici (28, 29, 62, 63) e fornito di: - una camicia esterna (54) avente un’estremità vincolata ad almeno una piastra di supporto (55) fissata alla superficie laterale esterna (32b) di detta coppa di protezione (32); - uno stelo di forza (56, 65), scorrevole internamente a detta camicia esterna (54) lungo un asse longitudinale (Z’) sostanzialmente parallelo a detta direzione longitudinale (Z) ed avente un’estremità (56a, 65a) vincolata a mezzi di sostegno (57, 66), disposti in corrispondenza dell’estremità libera (34b) del corpo tubolare (34) più piccolo di ognuno di detti bracci telescopici (28, 29, 62, 63).
  9. 9. Portellone (1) come alla rivendicazione 8) caratterizzato dal fatto che detti mezzi di sostegno (57, 66) comprendono un primo perno (58, 67), accoppiato a detta estremità (56a, 65a) di detto stelo di forza (56, 65) secondo un primo asse lineare (Y, X) ortogonale a detto asse longitudinale (Z’) di detto stelo di forza (56, 65), ed almeno un elemento di bloccaggio (59, 60, 68), al quale detto primo perno (58, 67) à ̈ accoppiato, solidale ad almeno una prima appendice sagomata (61, 69, 70) sporgente secondo detta direzione longitudinale (Z) da detto corpo tubolare (34) più piccolo di ciascuno di detti bracci telescopici (28, 29).
  10. 10. Portellone (1) come una qualsiasi delle rivendicazioni da 2) a 9) caratterizzato dal fatto di includere un telaio perimetrale (6), atto ad essere fissato alla parete interna di detto vano (V) in corrispondenza della bocca di accesso (E) di detto vano (V), provvisto di mezzi di tenuta (7) contenuti in una scanalatura perimetrale ricavata in detto telaio perimetrale (6) dal quale sporgono parzialmente, detta anta sagomata (2, 3) essendo posta a ridosso di detto telaio perimetrale (6) in detta posizione di riposo.
  11. 11. Portellone (1) come alla rivendicazione 10) caratterizzato dal fatto che detta anta sagomata (2, 3) comprende: - un’intelaiatura portante (8, 9) provvista su un primo tratto perimetrale della superficie laterale (8a, 9a) di un profilato cuneiforme (10, 11) che, in detta posizione di riposo di detta anta sagomata (2, 3), viene forzato contro detti mezzi di tenuta (7) per impedire o minimizzare l’entrata di acqua in detto vano (V) attraverso detta bocca di accesso (E); - un pannello di rifinitura (12, 13), accoppiato a detta intelaiatura portante (8, 9), contenuto in detto vano (V) in detta posizione di riposo e realizzante detto ripiano di calpestio e/o di copertura in detta posizione di lavoro.
  12. 12. Portellone (1) come alla rivendicazione 11) caratterizzato dal fatto che detta anta sagomata (2) include mezzi di protezione (19) cooperanti con mezzi di attuazione (20) connessi a detti mezzi di controllo ed atti a movimentare detti mezzi di protezione (19) da/a una posizione passiva, in cui sono totalmente contenuti in una sede ristretta (21) presente in un secondo tratto perimetrale di detta superficie laterale (8a) di detta intelaiatura portante (8), detto secondo tratto corrispondendo al bordo laterale (2b, 2c, 2d) di detta anta sagomata (2) rivolto verso l’esterno quando detta anta sagomata (2) à ̈ in detta posizione di lavoro, a/da una posizione attiva in cui detti mezzi di protezione (19) emergono verso l’alto da detta intelaiatura portante (8) formando un parapetto di servizio dopo che detta anta sagomata (2) ha assunto detta posizione di lavoro.
  13. 13. Portellone (1) come alla rivendicazione 12) caratterizzato dal fatto che detti mezzi di protezione (19) includono una pluralità di candelieri di supporto (22), ognuno dei quali operativamente connesso a detti mezzi di attuazione (20) e composto da due barrette uguali (23, 24) collegate tra loro mediante mezzi a snodo (25), ed una pluralità di profilati trasversali (26) che collegano l’uno all’altro detti candelieri di supporto (22).
  14. 14. Portellone (1) come alla rivendicazione 12) o 13) caratterizzato dal fatto che detti mezzi di attuazione (20) comprendono un gruppo di cilindretti fluidodinamici accoppiati internamente a detta intelaiatura portante (8) di detta anta sagomata (2).
  15. 15. Portellone (1) come una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti caratterizzato dal fatto che detti mezzi di azionamento (4) comprendono mezzi di rotazione (71), operativamente connessi a detta anta sagomata (2, 3) e a detti mezzi di traslazione (5), atti a spostare angolarmente detta anta (2, 3), intervenendo dopo detti mezzi di traslazione (5) quando detta anta (2, 3) viene movimentata da detta posizione di riposo a detta posizione di lavoro, e prima di detti mezzi di traslazione (5) quando detta anta (2, 3) viene movimentata da detta posizione di lavoro a detta posizione di riposo.
  16. 16. Portellone (1) come alla rivendicazione 15) caratterizzato dal fatto che detti mezzi di rotazione (71) comprendono: - una coppia di secondi perni (72) distanziati tra loro, individuanti un comune asse longitudinale di rotazione (K) ortogonale a detto asse longitudinale (Z’) di detto stelo di forza (56, 65) e ciascuno accoppiato a detta prima appendice sagomata (61, 69), ad una seconda appendice sagomata (73, 70), contrapposta a e distanziata da detta prima appendice sagomata (61), e ad una coppia di staffe di connessione (74, 75), affacciate a dette appendici sagomate (61, 73, 69, 70) e fissate a detta intelaiatura portante (8, 9) di detta anta sagomata (2, 3); - una coppia di secondi attuatori lineari (76, 77), uno per ognuno di detti bracci telescopici (28, 29, 62, 63) e detti primi attuatori lineari (30, 31), connessi a detti mezzi di controllo ed accoppiati a detti bracci telescopici (28, 29, 62, 63) e a detta anta sagomata (2, 3).
  17. 17. Portellone (1) come alla rivendicazione 16) caratterizzato dal fatto che ognuno di detti secondi attuatori lineari (76, 77) include un pistone fluidodinamico (78) fornito di: - una camicia esterna (79) avente un’estremità vincolata a dette appendici sagomate (61, 73, 69, 70); - uno stelo di forza (80), scorrevole internamente a detta camicia esterna (79) lungo un asse longitudinale (Z†) che, in detta posizione di lavoro, definisce un angolo acuto con detto asse longitudinale (Z’) di detto stelo di forza di detto cilindro fluidodinamico (53) e presentante un’estremità vincolata a mezzi di riscontro (81), posti sulla superficie interna di detta intelaiatura portante (8, 9) di detta anta sagomata (2, 3).
  18. 18. Portellone (1) come alla rivendicazione 17) caratterizzato dal fatto che detti mezzi di riscontro (81) comprendono un terzo perno (82), accoppiato ad un estremo di detto stelo di forza (80) definendo un secondo asse lineare (X’) parallelo a detto asse longitudinale (K) di detti secondi perni (72), ed una placca di bloccaggio (83) solidale a detta superficie interna di detta intelaiatura portante (8, 9) di detta anta sagomata (2, 3).
  19. 19. Portellone (1) come una qualsiasi delle rivendicazioni da 10) a 18) caratterizzato dal fatto di comprendere mezzi di sicurezza (84), accoppiati a detto telaio perimetrale (6), cooperanti con detta anta sagomata (2) in detta posizione di riposo per mantenerla stabilmente complanare a detta murata (M) di detta imbarcazione (B).
  20. 20. Portellone (1) come alla rivendicazione 19) caratterizzato dal fatto che detti mezzi di sicurezza (84) includono: - almeno una coppia di cilindri fluidodinamici ausiliari (85), connessi a detti mezzi di controllo, equamente suddivisa su due montanti verticali (86, 87) tra loro contrapposti di detto telaio perimetrale (6) ai quali sono accoppiati tramite mezzi di supporto (88); - almeno una coppia di aperture cieche (89), equamente ricavate in due porzioni laterali (90, 91) della superficie esterna di detta intelaiatura portante (8), ognuna delle quali, in detta posizione di riposo, e affacciata coassialmente ad uno di detti cilindri fluidodinamici ausiliari (85) per essere impegnata dall’estremità libera dello stelo mobile di uno di detti cilindri fluidodinamici ausiliari (85).
  21. 21. Portellone (1) come alla rivendicazione 19) o 20) caratterizzato dal fatto di comprendere mezzi di sblocco a disposizione dell’utente, atti ad agire su detti mezzi di sicurezza (84) in caso di anomalie o avarie di funzionamento di detto portellone laterale (1) quando detta anta sagomata (2) à ̈ in detta posizione di riposo per liberare detta anta sagomata (2) dall’aggancio di detti mezzi di sicurezza (84) e consentire a detta anta sagomata (2) di essere movimentata manualmente verso detta posizione di lavoro.
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