ITVE20110071A1 - Metodo per modificare le caratteristiche fisiche e/o chimiche di un nastro fibroso ed apparecchiatura per attuare il metodo. - Google Patents

Metodo per modificare le caratteristiche fisiche e/o chimiche di un nastro fibroso ed apparecchiatura per attuare il metodo. Download PDF

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ITVE20110071A1
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Italy
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belt
conveyor belt
elastic
fibrous
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IT000071A
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Marion Sterner
Giorgio Trani
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Giorgio Trani
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Description

"Metodo per modificare le caratteristiche fisiche e/o chimiche di un nastro fibroso ed apparecchiatura per attuare il metodo"
La presente invenzione concerne un metodo per modificare le caratteristiche fisiche e/o chimiche di un nastro fibroso ed un’apparecchiatura per attuare il metodo.
Sono noti metodi di produzione di materiale fibroso, in particolare di nastri di carta o fogli di cellulosa. Essi prevedono nelle loro linee generali di versare un impasto di materiale fibroso ed acqua su un nastro trasportatore continuo in movimento. Qui l'impasto viene progressivamente privato del suo contenuto di acqua e sottoposto ad una serie di lavorazioni tradizionali, che portano alle fine all’ottenimento di un nastro di carta o, in termini più generali, aH’ottenimento di un nastro di materiale fibroso da avvolgere poi in rotoli per le successive utilizzazioni.
La produzione di nastri fibrosi, in particolare carte del più svariato tipo, presenta un costo alto in termini di consumo energetico (asciugatura) e prevede l'utilizzo di molti tipi di prodotti chimici come additivi per conferire particolari proprietà ai diversi tipi di carte o per facilitare il processo.
Per quanto riguarda il consumo energetico per l’asciugatura à ̈ noto che, una volta che il nastro à ̈ arrivato al 30% di secco circa, diventa difficile asciugare l’acqua rimanente nella parte centrale del nastro stesso, in quanto si sono già formati due strati esterni più asciutti che l’acqua deve attraversare.
Per quanto riguarda il costo ed il consumo di prodotti chimici, durante il processo produttivo si utilizzano svariati additivi, aggiunti nell’impasto (ad esempio ritentivi, cariche minerali, resine per la resistenza a umido, ecc..., oppure in superficie (ad esempio collanti, patine, ecc...).
Tali prodotti o sono aggiunti direttamente nella sospensione iniziale di fibre (nella polpa di cellulosa nel caso della carta) oppure sono applicati sulla superficie del nastro fibroso in formazione con metodi noti al tecnico del ramo.
Nel primo caso parte degli additivi viene persa durante la prima fase dì scolamento delle fibre sulla tavola piana, creando problemi di recupero e di smaltimento dei reflui nonché alPottenimento della giusta e mirata concentrazione del prodotto additivato rispetto alle fibre.
Nel secondo caso diventa difficile la penetrazione degli additivi nel centro del foglio e si ha comunque una maggior disuniformità lungo lo spessore.
Scopo della presente invenzione à ̈ di realizzare un metodo per modificare la morfologia di un nastro fibroso in lavorazione facilitandone l’asciugatura e migliorando l’efficacia di eventuali additivi aggiunti a detto nastro.
Altro scopo della presente invenzione à ̈ di diminuire il consumo di energia nel processo di asciugatura di detto nastro.
Altro scopo della presente invenzione à ̈ di ottimizzare il consumo di prodotti chimici per modificare le caratteristiche di detto nastro, anche con prodotti non usati tradizionalmente nel mondo cartario.
Questi scopi ed altri che risulteranno dalla descrizione che segue sono raggiunti, secondo l’invenzione, con un metodo per modificare le caratteristiche fisiche di un nastro fibroso caratterizzato dal fatto che si fa aderire un velo di materiale fibroso avente un contenuto di secco compreso tra 1% e 90% ad un nastro di trasporto di materiale elastico e si sottopone detto nastro ad almeno una variazione dimensionale trasversale temporanea e localizzata e ad un successivo alla ripristino della dimensione precedente, mantenendo sempre l’adesione di detto velo di materiale fibroso a detto nastro di trasporto.
L'invenzione comprende anche un'apparecchiatura per attuare il metodo caratterizzata dal fatto di comprendere:
- un nastro di trasporto in materiale elastico,
- mezzi per provocare almeno una variazione dimensionale trasversale temporanea e localizzata di detto nastro ed un successivo suo ritorno alla condizione precedente,
- mezzi per provocare l’adesione di un velo di materiale fibroso, avente un contenuto di secco compreso tra 1 e 90%, a detto nastro di trasporto durante detta variazione dimensionale e durante il suo successivo ritorno alla condizione precedente,
- eventuali mezzi di rimozione di detto velo, da detto nastro elastico sottoposto a una variazione dimensionale trasversale temporanea e localizzata prima del ritorno di detto nastro elastico alla configurazione di riposo.
La presente invenzione viene qui di seguito ulteriormente chiarita in alcune sue preferite forme di pratica realizzazione riportate a scopo puramente esemplificativo e non limitativo con riferimento alle allegate tavole di disegni, in cui:
la figura 1 mostra schematicamente una porzione di nastro elastico di trasporto, sul quale à ̈ posto un velo continuo di materiale fibroso sottoposto al metodo secondo l'invenzione,
la figura 2 mostra schematicamente una porzione di nastro elastico di trasporto, sul quale à ̈ posto un velo continuo di materiale fibroso sottoposto al metodo secondo l'invenzione,
la figura 3 mostra schematicamente una porzione di nastro elastico di trasporto, sul quale à ̈ posto un velo continuo di materiale fibroso sottoposto al metodo secondo l'invenzione,
la figura 4 mostra schematicamente una porzione di nastro elastico di trasporto, sul quale à ̈ posto un velo continuo di materiale fibroso sottoposto al metodo secondo l'invenzione,
la figura 5 mostra schematicamente una porzione di nastro elastico di trasporto, sul quale à ̈ posto un velo continuo di materiale fibroso sottoposto al metodo secondo l'invenzione,
la figura 6 mostra schematicamente in sezione frontale il nastro elastico in una prima forma di realizzazione di un manicotto elastico avvolto su un rullo,
la figura 7 lo mostra nella stessa forma di realizzazione in sezione laterale, la figura 8 mostra schematicamente in sezione frontale il nastro elastico nella forma di realizzazione di figura 6 di un manicotto elastico avvolto su un rullo e sottoposto a stiramento localizzato e additivazione del velo fibroso ad esso adeso,
la figura 9 mostra la stessa forma di realizzazione e lo stesso processo di figura 8 in una sezione laterale,
la figura 10 mostra schematicamente una porzione di nastro elastico di trasporto, sul quale à ̈ posto un velo continuo di materiale fibroso sottoposto ripetutamente al metodo secondo l'invenzione, la figura 11 mostra schematicamente in sezione laterale il nastro elastico in una seconda forma di realizzazione, e
la figura 12 lo mostra in sezione laterale ed in una terza forma di realizzazione.
Come si vede dalle figure, il metodo secondo l'invenzione prevede, in maniera estremamente schematica, di partire da un velo 2 di materiale fibroso avente un contenuto di secco compreso tra 1% e 90% e quindi un contenuto di umidità compreso tra 10% e 99%.
Questo velo 2 di materiale fibroso, che potrebbe anche essere accoppiato ad un film di materiale polimerico, viene deposto su un nastro di trasporto 4 realizzato in materiale elastico ed avente almeno una sua porzione sottoposta ad estensione trasversale con qualsiasi azione meccanica, consistente ad esempio in una trazione trasversale in corrispondenza dei bordi od in prossimità di questi oppure in un forzato allontanamento dal piano di scorrimento di una sua porzione trattenuta in corrispondenza dei bordi.
Indipendentemente dalle modalità, con le quali il nastro di trasporto 4 viene stirato trasversalmente, il velo fibroso 2 può essere posto a contatto con esso o prima o dopo lo stiramento.
Nel primo caso se prima che inizi questo stiramento o prima comunque che esso sia stato completato, sul nastro stesso viene deposto il velo di materiale fibroso 2 che, dato il suo elevato contenuto d'acqua, si trova in uno stato plasmabile, mano a mano che il nastro di trasporto si allarga, esso trascina nel suo allargamento anche il velo di materiale fibroso. Quando il nastro elastico viene rilasciato esso torna alle dimensioni originale trascinando e ricompattando il velo fibroso ad esso adeso e modificando l’intreccio delle fibre e quindi la morfologia del nastro.
Nel secondo caso il velo fibroso 2 à ̈ messo a contatto con il nastro elastico 4 già stirato trasversalmente. Detto nastro viene successivamente rilasciato e torna alle dimensioni originale trascinando e ricompattando il velo fibroso plasmabile ad esso adeso. Successivamente il nastro elastico viene nuovamente stirato trasversalmente trascinando con sé il velo fibroso ancora adeso ad esso.
In fig. 1 Ã ̈ illustrato un nastro elastico 4 con il nastro fibroso 2 ad esso adeso, sottoposto a stiramento trasversale a seguito dell'applicazione di
Î ́ sollecitazioni a trazione in corrispondenza dei suoi bordi e al successivo rilascio; tra lo stiramento ed il rilascio il nastro fibroso viene sottoposto ad asciugatura.
In fig. 2 Ã ̈ illustrato un nastro elastico 4 con il nastro fibroso 2 ad esso adeso, sottoposto a stiramento trasversale a seguito dell'applicazione di
0 sollecitazioni a trazione in corrispondenza dei suoi bordi e al successivo rilascio; tra lo stiramento ed il rilascio il nastro fibroso viene sottoposto ad additivazione.
In fig. 3 à ̈ illustrato un nastro elastico 4, già stirato trasversalmente a seguito dell’applicazione di sollecitazioni a trazione in corrispondenza dei suoi bordi, con il nastro fibroso 2 ad esso adeso e sottoposto a rilascio e ad un successivo stiramento; tra il rilascio ed il secondo stiramento il nastro fibroso viene sottoposto ad asciugatura.
In fig. 4 à ̈ illustrato un nastro elastico 4, già stirato trasversalmente a seguito dell’applicazione di sollecitazioni a trazione in corrispondenza dei suoi
0 bordi, con il nastro fibroso 2 ad esso adeso e sottoposto a rilascio e ad un successivo stiramento; prima del rilascio il nastro fibroso viene sottoposto ad additivazione.
In fig. 5 à ̈ illustrato un nastro elastico 4, già stirato trasversalmente a seguito dell'applicazione di sollecitazioni a trazione in corrispondenza dei suoi
5 bordi, con il nastro fibroso 2 ad esso adeso e sottoposto a rilascio e ad un successivo stiramento; sia prima del rilascio sia prima del secondo stiramento il nastro fibroso viene sottoposto ad additivazione.
Nelle fig. 6 e 7 à ̈ illustrato un nastro elastico 4 costituito da un manicotto tubolare 4 avvolto attorno ad un rullo rigido 8, dotato di cavità circonferenziali 10, ricavate in detto rullo in prossimità delle sue due estremità.
Nelle fig. 8 e 9 detto nastro elastico 4 viene sottoposto a stiramento trasversale a seguito della forzata introduzione temporanea del nastro stesso nelle cavità circonferenziali 10. Questa forzata introduzione temporanea può essere vantaggiosamente provocata per interferenza da parte di una coppia di rulli introduttori 12, che entrano parzialmente in dette cavità circonferenziali 10. In particolare tra lo stiramento trasversale ed il rilascio viene additivato al velo di materiale fibroso 2 un prodotto per modificare le caratteristiche del velo stesso.
Al momento dello stiramento trasversale il velo di materiale fibroso subisce una compattazione in direzione longitudinale, dovuta al contemporaneo accorciamento longitudinale del nastro elastico, se questo ha un normale coefficiente di Poisson alla deformazione (ad esempio intorno a 0.5). Tuttavia la contemporanea compattazione longitudinale del nastro 4 può essere impedita se questo à ̈ caricato con fibre disposte in senso longitudinale e resistenti alla compressione assiale (ad esempio acciaio, kevlar, carbonio), oppure se lo stesso à ̈ realizzato con un materiale avente un coefficiente di Poisson idealmente vicino a zero.
Il nastro elastico di trasporto può essere costituito da uno o più strati di elastomero, eventualmente espanso, o da tessuto singolo o multiplo di fili elastici od anche non elastici ma comunque intrecciati secondo una trama elastica, od infine da uno strato composito dei precedenti. Esso può essere altresì essere permeabile ai fluidi e contenere uno strato spugnoso atto ad assorbire e/o rilasciare liquidi. Il nastro elastico, infine, può costituire il nastro della cosiddetta tavola piana, che in una tradizionale macchina da carta riceve l'impasto proveniente dalla cassa di afflusso. Infatti à ̈ previsto che il velo di materiale plasmabile possa provenire direttamente dalla cassa d’afflusso in una qualsiasi macchina da cartiera oppure possa essere ottenuto da un nastro di carta già formato e sottoposto previamente a bagnatura fino ad essere costituito da fibre cellulosiche e/o nano fibre di cellulosa e/o, nel caso si desideri ottenere un nastro di materiale misto oppure un tessuto non tessuto oppure un film di sola nano cellulosa.
Per migliorare l’adesione tra il velo 2 e la superficie elastica del nastro di trasporto 4, detta superficie può essere modificata in modo da presentare un'elevata affinità per la cellulosa. Modifiche possibili sono ad esempio:
- utilizzare per la realizzazione del nastro elastico di trasporto 4 una miscela di materiale elastico (gomma) e cellulosa (fibre, microcristalli e/o nanofibre),
- ricoprire il nastro elastico con un coating formato da cellulosa (ad es. fibre, microcristalli e/o nanofibre) ed un agente legante (es. lattice) od un promotore di adesione (silicati, titanati),
- ricoprire il nastro elastico con un coating formato da un lattice gommoso a bassa temperatura di transizione vetrosa,
- ricoprire il nastro elastico con le formulazioni tipicamente usate per aumentare l'adesione del nastro di fibre al cilindro yankee usato nella produzione della carta tissue,
- realizzare il nastro elastico con tessuto elasticizzato formato parzialmente da fibre di cotone,
- ricoprire il nastro elastico con microuncini.
In caso di adesione eccessiva, per staccare il velo di materiale fibroso 2 dalla superficie elastica à ̈ possibile usare una lama d’aria o di vapore acqueo od eventualmente una racla. Se il nastro elastico 4 à ̈ permeabile ai fluidi, à ̈ anche possibile insufflare l'aria attraverso questo per staccare il velo fibroso 2.
L’allargamento provocato allarga anche i pori del nastro di materiale fibroso e rende più permeabili gli strati superficiali già formati, cosa che rende più facile e meno costosa l’asciugatura delio strato intermedio del nastro. Detta asciugatura può avvenire tramite la rimozione di acqua dal nastro fibroso mediante l’applicazione a detto nastro di pressione o di depressione (vuoto) o di calore o di una combinazione dei precedenti contemporaneamente od in successione.
E’ inoltre possibile nella zona di estensione locale del nastro di materiale fibroso applicare sulla superficie in modo mirato e con tecniche tradizionali svariati additivi (usati normalmente sia nell’impasto che come trattamento in superficie) . L’allargamento facilita la penetrazione in profondità degli additivi lungo lo spessore del nastro di materiale fibroso. Il successivo restringimento del mantello elastico induce per trascinamento una contemporanea compattazione trasversale nel nastro di materiale fibroso e contribuisce ad incorporare la sostanza aggiunta anche attraverso una pressione in senso trasversale.
In caso l’additivo sia aggiunto subito prima dell’allargamento, la successiva deformazione del nastro fibroso produce un allargamento degli interstizi tra le fibre facilitando l’assorbimento e distribuzione dell’additivo nella massa fibrosa.
Resta sottointeso che per una migliore resa del trattamento à ̈ possibile esercitare anche una pressione dall’alto , ad esempio da rulli pressanti, feltri, shoe-press ecc. e/o applicare un vuoto al di sotto del nastro elastico se questo à ̈ permeabile ai fluidi. Rulli pressanti e feltri possono avere una velocità periferica differenziata rispetto al nastro elastico sottostante.
Il processo di allargamento e ricompattazione trasversale del nastro fibroso 2 con relativa additivazione e/o asciugatura può essere ripetuto più volte come schematicamente riportato in fig. 10. In particolare nel primo processo di allargamento il nastro fibroso 2, adeso al nastro elastico 4, viene semplicemente stirato trasversalmente, asciugato e ricompattato, mentre nei successivi due trattamenti, tra lo stiramento trasversale ed il rilascio, sono aggiunti due diversi additivi.
In fig. 11 un doppio processo di allargamento e ricompattazione del velo fibroso 2 viene ottenuto su un nastro trasportatore elastico 4 steso tra due rulli 8 dotati ciascuno dì cavità circonferenziali alle rispettive estremità in cui il nastro elastico viene forzato da coppie di rulli introduttori 12. In entrambi i casi un rullo pressore 14 aiuta a mantenere l’adesione del nastro fibroso al nastro elastico. In particolare durante il primo allargamento trasversale il nastro fibroso viene additivato con un primo prodotto modificante; un secondo prodotto modificante viene additivato dopo il rilascio e la ricompattazione ma prima del secondo stiramento trasversale.
In fig, 12 il doppio processo di allargamento e ricompattazione del velo fibroso 2 viene ottenuto mediante due coppie di rulli introduttori 12 agenti in successione su un unico rullo 8 dotato di cavità circonferenziali e sul quale il nastro elastico 4 à ̈ teso a formare un manicotto tubolare. Nel secondo processo di allargamento un rullo pressore 14 aiuta a mantenere l’adesione del nastro fibroso al nastro elastico. In particolare durante il primo allargamento trasversale il nastro fibroso viene additivato con un primo prodotto modificante; un secondo prodotto modificante viene additivato dopo il rilascio e la ricompattazione ma prima del secondo stiramento trasversale.
Inoltre, allo scopo di favorire un corretto stiramento trasversale del nastro elastico di trasporto 4, che data la sua funzione deve essere in continuo contatto con rulli di supporto e di movimentazione, Ã ̈ vantaggiosamente previsto che lo scorrimento del nastro elastico su questi rulli di trasporto sia favorito da idonee sostanze lubrificanti interposte tra i due od anche da una adeguata variazione dello spessore del nastro stesso e/o da una conformazione opportunamente bombata dei rulli di trasporto od anche da una realizzazione di questi con gabbie a sfere.
Combinando l'aggiunta di un prodotto modificante con l’allargamento e la ricompattazione in senso trasversale del nastro fibroso, à ̈ possibile ottimizzare l’efficienza di additivazione, limitando la produzione di reflui. Ad esempio à ̈ possibile risparmiare additivi costosi come il biossido di titanio evitando di produrre grosse quantità di acqua reflue da depurare, a differenza di quanto avviene aggiungendolo in massa nella polpa.
E’ inoltre possibile evitare incompatibilità tra gli additivi in soluzione o sospensione (ad esempio per incompatibilità di pH o perché formerebbero un gel od un precipitato), aggiungendo questi in stadi diversi. In questo modo à ̈ possibile ad esempio formare un gel direttamente all’interno del velo fibroso additivando separatamente due componenti gelificanti quali ad esempio alginato e ioni calcio.
Questa additivazione può consistere in una spruzzatura, in una deposizione da rulli, in un’impregnazione con formulazioni liquide rilasciate da uno strato spugnoso facente parte del nastro elastico, od in altre tecniche note all’esperto del ramo.
Il grado di secco del velo fibroso viene scelto in funzione dell’additivo da addizionare, deH’uniformità di distribuzione in superficie, delia penetrazione lungo lo spessore del velo e/o dell'effetto finale da ottenere. In particolare à ̈ possibile avere un maggior controllo del grado di distribuzione in superficie, anche additivando a registro, e della penetrazione dell’additivo lungo lo spessore del velo fibroso. Ovviamente risulta possibile operare differenti additivazioni sulle due facce del velo fibroso ad esempio diverse colorazioni.
Grazie al controllo della porosità ed a quello della distribuzione degli additivi lungo lo spessore del velo à ̈ possibile, ad esempio, regolare in modo fine la collatura della superficie di un nastro di carta, ottimizzandone le proprietà di penetrazione dei liquidi e di resistenza alla delaminazione od allo spolvero in funzione del tipo di stampa, cui la carta à ̈ destinata.
In modo simile, nella carta tissue, é possibile regolare in modo più fine gli additivi ammorbidenti che tendono a provocare una diminuzione della resistenza meccanica e ad interferire con l'adesione al cilindro yankee e quindi con il processo di crespatura, riducendone l’impatto ambientale.
E’ possibile inoltre ottenere una colorazione in profondità del materiale fibroso mediante coloranti o pigmenti.
Sempre controllando la distribuzione di cariche e additivi lungo lo spessore assieme ad una rimozione più controllata di umidità à ̈ possibile ottenere una essiccazione più uniforme ed un materiale finale meno soggetto a deformazioni igroscopiche e perdita di planarità.
Gli additivi in forma di polvere sono preferibilmente dispersi in acqua e mescolati ad agenti leganti, quali polimeri cationici, nanocellulosa, poliglicoli, dispersioni acriliche, dispersioni stirene-butadiene, ecc...
Inoltre detti additivi possono anche essere attivabili mediante somministrazione di energia dall’esterno (calore, radiazioni UV o visibili, microonde, electron beam, ecc...) e fornire l’effetto desiderato solo dopo l’attivazione (anche al di fuori della macchina da carta). In particolare gli additivi possono essere incapsulati in microcapsule additivate al velo fibroso ed il cui guscio può essere rotto in un momento successivo tramite l’applicazione di pressione o calore, allo scopo di provocare il rilascio dell’additivo stesso al momento voluto.
I diversi additivi devono poter svolgere le rispettive funzione ed essere eventualmente attivati senza interferire gli uni con gli altri.
Gli additivi da addizionare possono conferire proprietà quali:
• controllo della porosità (la porosità superficiale à ̈ essenziale per determinare la capacità di filtrare i pigmenti di un inchiostro dal loro veicolo e quindi per la qualità di stampa) lungo lo spessore con additivi quali:
• micro cellulosa cristallina,
• nanocellulosa,
• cariche minerali generate in situ per precipitazione (ad es.
CaC03 precipitato additivando una soluzione di bicarbonato di calcio ed allontanando acqua ed anidride carbonica per riscaldamento; la soluzione può contenere leganti e/o sostanze in grado di influenzare la morfologia dei cristalli di CaC03 precipitati),
• polialchilenglicoli (aumento porosità; cfr, WO 08/131793) • additivi per favorire il drenaggio sotto pressione
• ad esempio quelli riportati in US 7556714
• barriera all’ossigeno e/o al vapor d’acqua
• proteine (glutine, derivati dal siero di latte)
• copolimeri di cloruro di vinilidene riportati in CA 711208,
• nanocellulosa
• opacità
• cariche minerali generate in situ per precipitazione
• caolino
• mica
• antigrasso
• amido
• nanocellulosa
• alginati
• carbossi metil cellulosa
• polivinilalcol
• collatura
• amido
• morbidezza
• tensioattivi non ionici
• tensioattivi cationici
• tensioattivi anionici
• grassi naturali
• oli vegetali
• alcol grassi
• polimeri cationici
• microemulsioni di silicone
• profumo/proprietà emollienti
• profumi anche in microcapsule
• aloe anche in microcapsule
• oli essenziali anche in microcapsule
• controllo dello spolvero, resistenza alla delaminazione, in particolare durante il processo di stampa
• amido
• nanocellulosa
• carbossimetilcellulosa
• idrorepellenza (anche per carte isolanti per condensatori facilmente imbevibili in oli o resine dielettriche)
• cere, anche naturali, preferibilmente in dispersione
• colofonia
• idrofilicità
• polialchilenglicoli
• adesione di inchiostri
• titanio acetil acetonato
• silani
• gomma arabica
• destrine
• allume
• antiaderenza
• resine siliconiehe
• velocità di reticolazione di adesivi, particolarmente a base poliuretanica • stearato di zinco
• caprolattame
· N-aciluree (cfr. WO 05/118666)
• ammine terziarie
• colore
• pigmenti in dispersione, particolarmente biossido di titanio per il grado di bianco
• pigmenti basati su interferenza ottica generata da nano strati di polielettroliti, ad esempio nano cellulosa e polietilene immina • coloranti anche termo, elettro o foto cromici
• voluminosità
• microcapsule contenenti agenti espandenti attivabili per riscaldamento
• schiume a base di nano cellulosa
• agenti espandenti chimici
• bicarbonato di sodio e acidi deboli, eventualmente aggiunti separatamente in fasi successive
• possibilità di riscaldamento per induzione
• suscettori preferibilmente biodegradabili, ad es. alcuni di quelli descritti in US 6348679, in grado di convertire energia elettromagnetica alla frequenza radio o microonde in calore.
In particolare i suscettori possono essere additivati in miscela con nanocellulosa in modo da poter ottenere un’efficace asciugatura di quest’ultima.
• rigidità e resistenza a trazione (a secco e/o a umido)
• amido
• nanocellulosa
• resine acriliche reticolabili con foto iniziatori e luce UV • resine melamminiche reticolabili con calore
• resine poliammidiche modificate con epicloridrina.
In particolare, con un controllo del grado di penetrazione deil’additivo à ̈ possibile aumentare la resistenza alla trazione in carte formate da fibre rigide tubuliformi pur mantenendo buone caratteristiche di opacità e di resistenza alla lacerazione.
• catturatori di ossigeno
• sostanze incapsulate per entrare in funzione al momento voluto quali ad esempio sali ferrosi
• conducibilità elettrica
• fibre di carbonio
• antibatterici
• carbonio sali di argento
• nano particelle di argento
• biossido di titanio
• sali di ammonio quaternari (o ioni ammonio associati a nano cellulosa o microcellulosa
• chitosano
• batteriocine
• estratti naturali vari (da Tà ̈, noce moscata, pompeimo, ecc.) Tramite i successivi processi di ricompattazione e allargamento del nastro fibroso à ̈ possibile controllare il grado di coesione finale delle fibre in funzione dell’umidità residua. Ciò può essere utile anche nella produzione di fogli di cellulosa quali semilavorati destinati alle cartiere per produrre la polpa tramite ridispersione.
E’ infine previsto che, sempre a seconda dell'impiego cui il prodotto à ̈ destinato, il metodo secondo l'invenzione possa essere abbinato a tradizionali metodi di trattamento del nastro finale di materiale fibroso, ed in particolare ai metodi di accoppiamento e/o di stiramento di nastri accoppiati e/o di produzione di nastri di materiale estensibile, quali quelli descritti ad esempio in EP 772522, in EP 824619, in EP 876536, in EP 946353, in US 2624245 od in US 7918966.
Da quanto detto risulta chiaramente che il metodo secondo l’invenzione presenta i seguenti vantaggi:
- una maggior flessibilità ed efficienza per aggiungere additivi che prima dovevano essere aggiunti in massa,
- una maggior flessibilità ed efficienza per aggiungere additivi superficiali, - nuovi effetti per l’eventuale interazione di entrambi
La presente invenzione à ̈ stata illustrata e descritta in una sua preferita forma di pratica realizzazione, ed in alcune varianti esecutive ma si intende che varianti esecutive potranno ad essa in pratica apportarsi, senza peraltro uscire dall'ambito di protezione del presente brevetto per invenzione industriale.

Claims (19)

  1. R I V E N D I C A Z I O N I 1. Metodo per modificare le caratteristiche fisiche di un nastro fibroso caratterizzato dal fatto che si fa aderire un velo (2) di materiale fibroso avente un contenuto di secco compreso tra 1% e 90% ad un nastro (4) di trasporto di 5 materiale elastico e si sottopone detto nastro ad almeno una variazione dimensionale trasversale temporanea e localizzata e ad un successivo alla ripristino della dimensione precedente, mantenendo sempre l'adesione di detto velo di materiale fibroso a detto nastro di trasporto.
  2. 2. Metodo secondo la rivendicazione 1 caratterizzato dal fatto che dopo 10 aver fatto aderire detto velo (2) di materiale fibroso a detto nastro (4) di trasporto si sottopone detto nastro a stiramento trasversale.
  3. 3. Metodo secondo la rivendicazione 1 caratterizzato dal fatto che si fa aderire detto velo (2) di materiale fibroso a detto nastro (4) di trasporto dopo aver sottoposto questo a stiramento trasversale. 15
  4. 4. Metodo secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che durante la variazione dimensionale di detto nastro di trasporto e durante il successivo ripristino della dimensione precedente si provoca la forzata adesione di detto velo (2) a detto nastro (4).
  5. 5. Metodo secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, 20 caratterizzato dal fatto tra la variazione dimensionale di detto nastro (4) trasporto ed il successivo ripristino della dimensione precedente si asporta umidità dal velo fibroso adeso a detto nastro.
  6. 6. Metodo secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che si utilizza un nastro di trasporto permeabile ai 25 fluidi. Giorgio TRANI
  7. 7. Metodo secondo una o più delle rivendicazioni precedenti caratterizzato dal fatto che durante la fase in cui detto velo fibroso à ̈ adeso al nastro di trasporto elastico, si introduce tra le fibre di detto velo almeno un additivo.
  8. 8. Metodo secondo una o più delle rivendicazioni precedenti caratterizzato 5 dal fatto che durante la fase in cui detto velo fibroso à ̈ adeso al nastro di trasporto si introducono tra le fibre di detto velo in successive fasi di applicazione almeno due distinti additivi.
  9. 9. Apparecchiatura per attuare il metodo secondo una o più delle rivendicazioni precedenti caratterizzata dal fatto di comprendere: 10 - un nastro (4) di trasporto in materiale elastico, - mezzi per provocare almeno una variazione dimensionale trasversale temporanea e localizzata di detto nastro ed un successivo suo ritorno alla condizione precedente, - mezzi (12) per provocare l’adesione di un velo (2) di materiale fibroso, 15 avente un contenuto di secco compreso tra 1 e 90%, a detto nastro (4) di trasporto durante detta variazione dimensionale e durante ii suo successivo ritorno alla condizione precedente, - eventuali mezzi di rimozione di detto velo, da detto nastro elastico sottoposto a una variazione dimensionale trasversale temporanea e 20 localizzata prima dei ritorno di detto nastro elastico alla configurazione di riposo.
  10. 10. Apparecchiatura secondo la rivendicazione 8 caratterizzata dal fatto di comprendere inoltre mezzi (14) per provocare la forzata adesione di detto velo a detto nastro almeno nel tratto in cui questo à ̈ sottoposto a detta 25 variazione dimensionale ed al suo successivo ritorno alla condizione precedente. Giorgio TRANi
  11. 11. Apparecchiatura secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che detto nastro di trasporto à ̈ realizzato in materiale permeabile ai fluidi ed à ̈ associato a mezzi che almeno in una parte del tratto di detto nastro, al quale aderisce detto velo, generano un flusso di aria 5 attraversante il nastro stesso.
  12. 12. Apparecchiatura secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto comprendere inoltre mezzi per rimuovere l'umidità da detto velo fibroso adeso al nastro elastico.
  13. 13. Apparecchiatura secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, 10 caratterizzata dal fatto di comprendere inoltre mezzi di applicazione di almeno un additivo a detto velo.
  14. 14. Apparecchiatura secondo una o più delle rivendicazioni precedenti caratterizzata dal fatto di comprendere mezzi di applicazione di almeno un additivo a detto velo, detti mezzi essendo localizzati nel tratto di detto nastro, 15 al quale detto velo à ̈ mantenuto adeso.
  15. 15. Apparecchiatura secondo una o più delle rivendicazioni precedenti caratterizzata dal fatto di comprendere mezzi applicati al bordo di detto nastro di trasporto ed agenti del senso di provocare uno stiramento trasversale temporaneo e localizzato di detto nastro. 20
  16. 16. Apparecchiatura secondo la rivendicazione 15 caratterizzata dai fatto di comprendere mezzi affacciati al velo di materiale fibroso mantenuto adeso a detto nastro di trasporto ed agenti nel senso di spruzzare sul vero stesso almeno un additivo.
  17. 17. Apparecchiatura secondo una o più delle rivendicazioni precedenti 25 caratterizzata dal fatto di comprendere un nastro di trasporto mantenuto stirato trasversalmente per tutta la sua estensione longitudinale ad esclusione Giorgio TRANI di un tratto, in cui i mezzi tenditori vengono temporaneamente e localmente disattivati ed in cui detto velo di materiale fibroso viene fatto aderire a detto nastro prima dell’inizio di detto tratto,
  18. 18. Apparecchiatura secondo una o più delle rivendicazioni precedenti caratterizzata dal fatto che detto nastro di trasporto ha forma di manicotto tubolare ed à ̈ avvolto attorno ad un primo rullo interessato da almeno una scanalatura circonferenziale, nella quale detto manicotto tubolare viene fatto entrare per l'interferenza temporanea e localizzata da parte di un secondo rullo.
  19. 19. Apparecchiatura secondo una o più delle rivendicazioni precedenti caratterizzata dal fatto che detto primo rullo à ̈ interessato da una coppia di scanalature circonferenziali di ricavate in prossimità delle sue due estremità e nelle quali nastro di trasporto viene fatto entrare per l'interferenza da parte di rulli coassiali.
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