ITUB20155793A1 - Dispositivo per aprire il bordo elastico di un manufatto tubolare a maglia, macchina comprendente il dispositivo e relativo metodo - Google Patents

Dispositivo per aprire il bordo elastico di un manufatto tubolare a maglia, macchina comprendente il dispositivo e relativo metodo Download PDF

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ITUB20155793A1
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IT
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hollow body
tubular knitted
tubular
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ITUB2015A005793A
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Nerino Grassi
Mario Tinervia
Alessandro Scarpelli
Stefano Salvadori
Mirko Rustioni
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Golden Lady Co Spa
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    • D06TREATMENT OF TEXTILES OR THE LIKE; LAUNDERING; FLEXIBLE MATERIALS NOT OTHERWISE PROVIDED FOR
    • D06CFINISHING, DRESSING, TENTERING OR STRETCHING TEXTILE FABRICS
    • D06C5/00Shaping or stretching of tubular fabrics upon cores or internal frames
    • D06C5/005Shaping or stretching of tubular fabrics upon cores or internal frames of articles, e.g. stockings

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Description

DISPOSITIVO PER APRIRE IL BORDO ELASTICO DI UN MANUFATTO TU-BOLARE A MAGLIA, MACCHINA COMPRENDENTE IL DISPOSITIVO E RE-LATIVO METODO
DESCRIZIONE
CAMPO DELL’INVENZIONE
La presente invenzione riguarda il settore delle macchine per l’industria della calzetteria e maglieria. Più in particolare l’invenzione riguarda perfezionamenti delle macchine per la manipolazione dei manufatti tubolari a maglia, quali calze, calzini e simili. Forme di realizzazione qui descritte riguardano in particolare metodi e dispositivi per aprire il bordo elastico di un manufatto tubolare a maglia. Altre forme di realizzazione qui descritte riguardano macchine per la manipolazione e lo stiro o il pre-stiro di manufatti tubolari a maglia con un bordo elastico.
ARTE ANTERIORE
Nell’industria della maglieria e calzetteria vengono usate macchine circolari da maglieria per la produzione di indumenti di forma tubolare, ad esempio calze e calzini, i quali presentano un bordo elastico ad una estremità ed una punta, normalmente chiusa tramite una cucitura o un rimaglio all’estremità opposta. Questi manufatti vengono confezionati previa stiratura e piegatura. Comunemente i calzini vengono caricati su cosiddette sagome di stiro per essere stirati tramite calore e assumere la forma piatta che ne consente poi il confezionamento. Il caricamento delle sagome di stiro avviene normalmente in maniera manuale ed è un lavoro particolarmente oneroso anche dal punto di vista fisico, in quanto l’operatore deve prelevare i singoli manufatti tubolari a maglia, e caricarli sulla sagoma di stiro e orientarli correttamente, prima che la sagoma di stiro avanzi attraverso una camera di trattamento termico o un forno dove il manufatto tubolare a maglia viene sottoposto a riscaldamento e stiratura.
Vi è pertanto la necessità di realizzare dispositivi, metodi e macchine che alleggeriscano e rendano più semplice ed agevole per l’operatore queste operazioni.
SOMMARIO DELL'INVENZIONE
Secondo un primo aspetto, viene descritto un dispositivo per aprire un bordo elastico di un manufatto tubolare a maglia, comprendente un corpo cavo con una parete circondante un volume interno e definente un’apertura di ingresso, per Γ inserimento di un manufatto tubolare a maglia, e un’apertura di uscita, per l’estrazione del manufatto tubolare a maglia. L’apertura di ingresso e l’apertura di uscita possono essere circa coassiali e distanziate lungo un asse longitudinale del corpo cavo. L’apertura di ingresso e l’apertura di uscita possono essere circondate da un bordo di ingresso e da un bordo di uscita formati dalla parete del corpo cavo.
Il dispositivo può inoltre vantaggiosamente comprendere una disposizione di aspirazione, associata all’apertura di uscita del corpo cavo. La disposizione di aspirazione può essere configurata e disposta così da circondare l’asse longitudinale del corpo cavo e per aprire e distendere anularmente, tramite aspirazione, il bordo elastico del manufatto tubolare a maglia provocandone l’adesione alla parete del corpo cavo in adiacenza all’apertura di uscita.
Quando il manufatto tubolare a maglia viene inserito nel volume interno del corpo cavo con il bordo elastico rivolto in avanti, il bordo elastico viene aspirato dalla disposizione di aspirazione e si allarga, cioè si apre, andando ad aderire alla superfìcie interna e/o al bordo di uscita della parete definente il volume interno del corpo cavo. Il bordo elastico così aperto può essere poi impegnato da un prelev atore o da un altro organo manipolatore che provvede a trasferire il manufatto tubolare a maglia ad esempio su una sagoma di stiro.
Per facilitare l’apertura del bordo elastico, secondo vantaggiose forme di realizzazione del dispositivo la parete del corpo cavo può definire un volume interno avente una porzione convergente ed una porzione divergente. La porzione convergente è disposta tra l’apertura di ingresso e la porzione divergente, cioè a monte della porzione divergente rispetto al verso di inserimento del manufatto tubolare nel corpo cavo.
Per porzione convergente si intende una porzione del volume interno, la cui sezione trasversale si restringe nel verso di inserimento del manufatto tubolare a maglia, cioè dall’apertura di ingresso verso l’apertura di uscita. Per porzione divergente si intende, viceversa, una porzione del volume interno, la cui sezione trasversale aumenta nel verso di inserimento del manufatto tubolare.
La successione di una porzione convergente e di una porzione divergente faedita l’apertura del bordo elastico del manufatto tubolare a maglia, in quanto generando un flusso di aria attraverso il corpo cavo, dall’apertura di ingresso verso l’apertura di uscita, nella porzione divergente si ha un rallentamento del flusso ed una divaricazione dei filetti fluidi del flusso di aria, i quali possono aiutare a trascinare il bordo elastico verso la parete del corpo cavo.
In alcune forme di realizzazione la disposizione di aspirazione comprende una pluralità di luci aspiranti, anularmente disposte attorno all’asse longitudinale del corpo cavo, in vicinanza dell’apertura di uscita del corpo cavo. Le luci aspiranti possono essere realizzate come fori passanti attraverso la parete che delimita il volume interno del corpo cavo del dispositivo per aprire il bordo elastico del manufatto tubolare a maglia. Quando il volume interno presenta una porzione convergente ed una porzione divergente, le luci aspiranti sono realizzate nella porzione divergente. Vantaggiosamente, le luci aspiranti sono preferibilmente realizzate adiacentemente all’apertura di uscita del corpo cavo.
In alcune forme di realizzazione, la disposizione di aspirazione può comprendere una prima camera aspirante, circondante almeno in parte il corpo cavo. La prima camera aspirante può essere in collegamento di fluido con almeno un condotto aspirante o più condotti aspiranti, ad esempio collegati all’ ingresso di un compressore od altra sorgente di vuoto. La prima camera aspirante può essere in comunicazione di flusso con il volume interno del corpo cavo attraverso le luci aspiranti, in modo che la depressione generata per aspirazione nella camera aspirante provochi un flusso di di aria attraverso le luci aspiranti.
In alcune forme di realizzazione, il dispositivo può comprendere un organo di chiusura, posto di fronte all’ apertura di uscita del corpo cavo e distanziato da detta apertura di uscita. La distanza tra l’organo di chiusura e il bordo di uscita che circonda e forma l’apertura di uscita può essere tale da formare una luce di aspirazione periferica, in forma di una intercapedine tra l’organo di chiusura e il bordo di uscita del corpo cavo quando l’organo di chiusura è in assetto chiuso.
L’organo di chiusura può essere formato da elementi mobili, ad esempio lamine o pareti, preferibilmente piane, le quali sono controllate e disposte per essere portate in una posizione di mutuo accostamento, in cui formano una parete chiusa posta di fronte all’apertura di uscita del corpo cavo, ed in una posizione di mutuo distanziamento, in cui lasciano aperto un passaggio per l’uscita del manufatto tubolare a maglia dal corpo cavo.
In alcune forme di realizzazione, l’organo di chiusura può essere configurato e disposto per selettivamente aprire e chiudere un passaggio di aria della prima camera aspirante che circonda sostanzialmente l’apertura di uscita del corpo cavo. L’intercapedine di aspirazione tra il bordo di uscita del corpo cavo e l’organo di chiusura che si forma quando l’organo di chiusura è in assetto chiuso, pone in comunicazione di flusso il volume interno del corpo cavo con la prima camera aspirante, così che generando una aspirazione nella prima camera aspirante, questa provoca un flusso di aria nell’intercapedine. Il flusso di aria trascina il bordo elastico aperto nell’intercapedine, in modo che il bordo elastico si dispone in posizione aperta lungo il bordo di uscita del corpo cavo.
In alcune forme di realizzazione il dispositivo comprende un prelevatore per prelevare il manufatto tubolare a maglia dal corpo cavo impegnando il bordo elastico del manufatto tubolare a maglia, dopo che questo è stato aperto, cioè divaricato, e disposto in aderenza lungo il bordo di uscita della parete del corpo cavo, il quale circonda l’apertura di uscita .
In alcune forme di realizzazione, il pr elevatore e il corpo cavo possono essere reciprocamente mobili, ad esempio secondo una direzione parallela all’asse del corpo cavo. In questo modo è possibile inserire almeno parzialmente il prelevatore nel corpo cavo attraverso l’apertura di uscita ed estrarlo da detto corpo cavo. Si facilita in questo modo il passaggio del manufatto tubolare a maglia dal corpo cavo del dispositivo al prelevatore.
In alcune possibili forme di realizzazione il prelevatore comprende un divaricatore, che è configurato e disposto per ricevere il bordo elastico del manufatto tubolare quando questo viene rimosso dal corpo cavo. In possibili forme di realizzazione il divaricatore può comprendere una pluralità di diti mobili gli uni rispetto agli altri, per assumere una posizione di reciproco avvicinamento ed una posizione divaricata. La posizione, la forma e il numero di diti può variare, ad esempio in funzione delle operazioni da eseguire sul manufatto tubolare a maglia dopo che esso è stato rimosso dal dispositivo di apertura del bordo elastico. Nella forma di realizzazione che varrà descritta in dettaglio nel seguito, sono previsti quattro di ti divaricatori, per caricare il manufatto tubolare a maglia su una sagoma tubolare, ad esempio cilindrica. In altre forme di realizzazione, se sono usate ad esempio sagome piatte, possono essere usati due soli diti divaricatori.
Il movimento dei diti può essere circa ortogonale all’asse longitudinale del corpo cavo. In possibili forme di realizzazione sono previsti almeno tre diti e preferibilmente almeno quattro diti. I diti del divaricatore possono avere uno sviluppo longitudinale parallelo all asse del corpo cavo e quindi circa ortogonale alla direzione del movimento di divaricamento dei diti stessi.
In vantaggiose forme di realizzazione, quando il volume interno del corpo cavo presenta una porzione convergente e una porzione divergente, i diti del divaricatore possono avere una forma rastremata, in modo tale che, inserendo i diti del divaricatore nel volume interno del corpo cavo attraverso l’apertura di uscita, si forma un passaggio di sezione anulare tra la superficie interna della parete definente il volume interno del corpo cavo ed il complesso dei diti tra loro accostati nella posizione di massimo avvicinamento reciproco.
I diti possono essere sagomati in modo tale che quando sono posti tra loro accostati, essi formano in sostanza un corpo pieno, in forma di perno, su cui può essere trasferito il bordo elastico del manufatto tubolare a maglia.
In alcune forme di realizzazione, il prelev atore può comprendere una seconda camera aspirante con un ingresso di aspirazione configurato e disposto per essere posto in accoppiamento di fluido con il volume interno del corpo cavo, in modo da poter generare un flusso di aria attraverso il corpo cavo. Quando una prima camera aspirante circonda il corpo cavo, la prima camera aspirante e la seconda camera aspirante possono venire poste in accoppiamento di fluido.
In vantaggiose forme di realizzazione, il prelev atore può essere portato da una slitta mobile lungo una guida parallela all’asse longitudinale del corpo cavo.
Per inserire i manufatti tubolari a maglia nel corpo cavo, il dispositivo può comprendere un alimentatore, disposto di fronte all’apertura di ingresso del corpo cavo. In alcune forme di realizzazione l’alimentatore può comprendere una coppia di rulli ad assi sostanzialmente paralleli tra loro e trasversali rispetto all’asse longitudinale del corpo cavo, uno almeno dei rulli e preferibilmente entrambi i rulli essendo motorizzati. I rulli possono essere mobili per allontanarsi l’uno dall’altro e per essere tenuti l’uno a contrasto dell’altro, ad esempio tramite un attuatore lineare, come per esempio un attuatore cilindro- pistone, preferibilmente pneumatico. I due rulli formano una gola in cui si inserisce il manufatto tubolare a maglia. La rotazione controllata dei rulli permette di avanzare in maniera controllata e graduale il manufatto tubolare a maglia nel corpo cavo.
Secondo un ulteriore aspetto, viene qui descritta una macchina per stirare manufatti tubolari a maglia, comprendente:
- un dispositivo per aprire il bordo elastico dei manufatti tubolari a maglia come sopra definito;
- almeno una sagoma di stiro, configurata per ricevere un manufatto tubolare a maglia da detto dispositivo.
La macchina può comprendere un condotto pneumatico di alimentazione dei manufatti tubolari a maglia verso il corpo cavo di detto dispositivo. Il condotto pneumatico può comprendere un’estremità di ingresso dei manufatti tubolari a maglia ed un’uscita dei manufatti tubolari a maglia, e può essere suddiviso in una pluralità di sezioni tra loro pneumaticamente separabili, per accogliere al proprio interno una pluralità di manufatti tubolari a maglia posti in sequenza. Si può formare in questo modo una scorta di manufatti tubolari a maglia nel condotto pneumatico, i quali vengono singolarmente alimentati al dispositivo per aprire il bordo elastico dei manufatti tubolari a maglia. L’estremità di uscita dei manufatti tubolari a maglia è funzionalmente accoppiata al dispositivo per aprire il bordo elastico. Ad esempio può essere previsto un raccordo tubolare che sbocca davanti al corpo cavo del dispositivo, oppure davanti alla gola formata dai due rulli dell’alimentatore, quando questo è presente.
Non si esclude la possibilità di realizzare una macchina più semplice, in cui l’alimentazione dei singoli manufatti viene effettuata a mano direttamente al corpo cavo oppure ad un alimentatore posto di fronte all’apertura di ingresso del corpo cavo.
Quando è previsto un condotto pneumatico di alimentazione, l’inserimento dei manufatti tubolari a maglia nell’estremità di ingresso può essere effettuato manualmente. Peraltro, non si esclude la possibilità di utilizzare un dispositivo di carico automatico. E’ opportuno che i manufatti tubolari a maglia vengano inseriti nel condotto pneumatico correttamente orientati, preferibilmente con il bordo elastico in avanti rispetto al verso di avanzamento nel condotto pneumatico. Questo evita la necessità di invertire l’orientamento del manufatto tubolare a maglia prima di arrivare la dispositivo che apre il bordo elastico. Inoltre viene evitata la necessità di disporre, lungo il condotto pneumatico, organi di rilevamento dell’ orientamento del manufatto tubolare a maglia.
La macchina può comprendere una camera di stiro o di trattamento termico, la sagoma di stiro essendo configurata e disposta per attraversare la camera di stiro.
Nella camera di stiro o di trattamento termico, il manufatto tubolare a maglia investito sulla sagoma di stiro viene riscaldato, ad esempio tramite aria calda e/o vapore, per essere disteso e stirato.
In vantaggiose forme la macchina può comprendere una giostra ruotante, od altro convogliatore, che porta una pluralità di sagome di stiro, le quali vengono movimentate, ad esempio tramite rotazione della giostra, lungo un percorso dove sono disposte più stazioni, ad esempio per il carico dei manufatti tubolari a maglia, per orientare i manufatti tubolari a maglia e per stirare il manufatti tubolari a maglia tramite il calore all’ interno della camera di trattamento termico.
Le sagome di stiro possono essere piatte. In altre forme di realizzazione, le sagome di stiro possono essere tubolare, ad esempio di forma cilindrica. L’uso di sagome tubolari semplifica l’orientamento angolare del manufatto tubolare a maglia, come apparirà chiaro dalla descrizione dettagliata di forme di realizzazione della macchina qui descritta.
Se si usano sagome di stiro tubolari, dopo lo stiro nella camera di trattamento termico sulla sagoma tubolare, il manufatto tubolare a maglia può essere sottoposto ad una ulteriore e finale fase di stiratura. A tale scopo la macchina può comprendere una coppia di nastri convogliatori tra loro contrapposti, configurati e disposti per prelevare il manufatto tubolare a maglia dalla sagoma di stiro e stirarlo per pressione reciproca tra i due nastri convogliatori contrapposti.
La sagoma di stiro può essere supportata girevole attorno ad un asse di rotazione longitudinale su un supporto. La macchina può comprendere in questo caso un attuatore per ruotare la sagoma di stiro attorno al supporto e organi di posizionamento angolare per posizionare angolarmente la sagoma di stiro rispetto al supporto.
Per rimuovere il manufatto tubolare a maglia dalla sagoma di stiro può essere previsto un estrattore, dotato di un movimento di estrazione assiale rispetto alla sagoma di stiro. La sagoma di stiro può essere orientabile angolarmente attorno al proprio asse longitudinale, rispetto alla posizione dell’estrattore per orientare angolarmente il manufatto tubolare a maglia e disporlo nella posizione corretta prima di estrarlo dalla sagoma di stiro. L’estrattore può avere una forma piatta, per inserirsi tra i due nastri convogliatori che prelevano il manufatto tubolare a maglia dalla sagoma di stiro.
Secondo ancora un ulteriore aspetto, viene qui descritto un metodo per aprire un bordo elastico di un manufatto tubolare a maglia, comprendente le seguenti fasi: - alimentare un manufatto tubolare a maglia con il bordo elastico all’interno di un corpo cavo comprendente una parete circondante un volume interno, un’apertura di ingresso del un manufatto tubolare a maglia, ed un’apertura di uscita del manufatto tubolare a maglia, l’apertura di ingresso e l’apertura di uscita essendo circa coassiali e distanziate lungo un asse longitudinale del corpo cavo;
- generare un flusso di aria dal volume interno verso l’esterno del corpo cavo nella zona dell’apertura di uscita, il flusso di aria aspirando anularmente il bordo elastico del manufatto tubolare provocando la divaricazione e l’appoggio del bordo elastico all’apertura di uscita.
La fase di generare un flusso di aria dal volume interno verso l’esterno del corpo cavo nella zona dell’apertura di uscita può comprendere a sua volta le fasi di;
- disporre un organo di chiusura davanti all’apertura di uscita, ad una distanza dall’apertura di uscita tale da lasciare una lasciare un’intercapedine di aspirazione tra il corpo cavo e l’organo di chiusura, l’intercapedine ponendo in comunicazione di flusso il volume interno del corpo cavo con una prima camera aspirante;
- generare un flusso di aria dall 'interno del corpo cavo attraverso detta intercapedine e trascinare tramite detto flusso di aria il bordo elastico nell’intercapedine.
II metodo può comprendere, inoltre, le seguenti fasi:
- posizionare un prelevatore circa coassialmente al corpo cavo;
- generare un flusso di aria dal volume interno del corpo cavo attraverso l’apertura di uscita verso il prelev atore, ;
- tramite detto flusso di aria dal volume interno del corpo cavo verso il prelevatore, distaccare il bordo elastico del manufatto tubolare a maglia dal corpo cavo e trascinare il bordo elastico dal corpo cavo sul prelevatore.
La fase di posizionare il prelevatore circa coassialmente al corpo cavo può a sua volta comprendere la fase di inserire almeno parzialmente il prelevatore all’ interno del corpo cavo attraverso l’apertura di uscita.
Quando il prelevatore comprende, come sopra accennato, un divaricatore comprensivo di una pluralità di diti mobili gli uni rispetto agli altri per assumere una posizione di reciproco avvicinamento ed una posizione divaricata, può essere prevista una fase di divaricare i diti allargando il bordo elastico del manufatto tubolare a maglia, così da predisporlo ad essere trasferito su una sagoma di stiro tramite movimento reciproco dei diti e della sagoma di stiro, i diti potendo traslare lungo la sagoma di stiro parallelamente all’asse longitudinale della sagoma di stiro.
Il metodo può comprendere una fase di orientamento angolare del manufatto tubolare attorno ad un asse longitudinale della sagoma di stiro.
Ulteriori dettagli di possibili forme di realizzazione del dispositivo, della macchina e del metodo della presente invenzione sono descritti nel seguito con riferimento ai disegni allegati e nelle rivendicazioni, che formano parte integrante della presente descrizione.
BREVE DESCRIZIONE DEI DISEGNI
L'invenzione verrà meglio compresa seguendo la descrizione e l'unito disegno, il quale mostra pratiche forme di realizzazione non limitative dell'invenzione. Più in particolare, nel disegno;
la Fig. 1 illustra una vista in pianta schematica di una macchina per effettuare lo stiro di manufatti tubolari a maglia quali calze o calzini, corredati di un bordo elastico ad una delle estremità del manufatto;
la Fig. 2 mostra uno schema del condotto pneumatico di alimentazione dei manufatti tubolari a maglia agli organi di stiro;
le Figg. 3 e 4 illustrano viste assonometriche del dispositivo per aprire il bordo elastico del manufatto tubolare a maglia e del prelev atore che trasferisce i manufatti tubolari a maglia sulle sagome di stiro;
le Figg. 5 e 6 illustrano due sezioni secondo i piani longitudinali tra loro ortogonali del dispositivo e relativo prelevatore delle Figg. 3 e 4;
la Fig. 7 illustra una vista assonometrica di una sagoma di stiro;
le Figg. 8A e 8B illustrano sezioni longitudinali della estremità superiore e della estremità inferiore della sagoma di stiro della Fig. 7;
le Figg. 9 A e 9B illustrano il gruppo di rotazione delle sagome di stiro in due diverse condizioni operative;
la Fig. IO illustra una vista assonometrica e la zona di ingresso delle sagome di stiro nella camera di trattamento termico;
le Figg. 11A e 11B illustrano in una vista laterale la stazione di prelievo dei manufatti tubolari a maglia stirati dalle sagome di stiro;
le Figg. 12A a 12S illustrano una sequenza operativa di apertura del bordo elastico di un manufatto tubolare a maglia e di carico del manufatto tubolare a maglia su una sagoma di stiro;
le Figg. 13A a 13D illustrano fasi di scarico di una manufatto tubolare a maglia in una situazione di mancata apertura del bordo elastico.
DESCRIZIONE DETTAGLIATA DI FORME DI REALIZZAZIONE
La descrizione dettagliata che segue di forme di realizzazione esemplificative si riferisce ai disegni allegati. Gli stessi numeri di riferimento in disegni differenti identificano elementi uguali o simili. Inoltre, i disegni non sono necessariamente in scala. La descrizione dettagliata che segue non limita l’invenzione. Piuttosto, l’ambito dell’invenzione è definito dalle rivendicazioni accluse.
Il riferimento in tutta la descrizione a “una forma di realizzazione” o “la forma di realizzazione” o “alcune forme di realizzazione” significa che una particolare caratteristica, struttura o elemento descritto in relazione ad una forma di realizzazione è compresa in almeno una forma di realizzazione dell’oggetto descritto. Pertanto la frase “in una forma di realizzazione” o “nella forma di realizzazione” o “in alcune forme di realizzazione” in vari punti lungo la descrizione non si riferisce necessariamente alla stessa o alle stesse forme di realizzazione. Inoltre le particolari caratteristiche, strutture od elementi possono essere combinati in qualunque modo idoneo in una o più forme di realizzazione.
La Fig. 1 illustra schematicamente in una vista in pianta una macchina 1 per effettuare lo stiro di manufatti tubolari a maglia, quali calze e calzini, dotati di un bordo elastico. Schematicamente, la macchina I comprende una giostra rotante 3 con un’asse di rotazione 3 A sostanzialmente verticale. Sulla giostra rotante 3 sono disposte sagome tubolari di stiro 5 disposte attorno all’asse di rotazione 3A della giostra 3. Il numero delle sagome di stiro 5 può variare, ad esempio in funzione della dimensione della macchina 1. Maggiori dettagli sulle sagome di stiro 5 verranno descritti in seguito. Si osserva sin da ora che nella forma di realizzazione illustrata le sagome di stiro 5 hanno una sezione trasversale circolare, anziché piana come viceversa previsto nelle macchine di stiro dell’arte anteriore.
Alla macchina I è associato un condotto pneumatico complessivamente indicato con 7 per alimentare singoli manufatti tubolari a maglia alla macchina di stiro 1, del quale condotto pneumatico verranno descritti maggiori dettagli nel seguito.
La macchina di stiro 1 comprende una pluralità di stazioni e più in particolare una prima stazione 9, in cui manufatti tubolari a maglia provenienti dal condotto pneumatico 7 vengono aperti divaricando, cioè allargando anularmente il bordo elastico, e caricati sulle sagome tubolari di stiro 5. La macchina di stiro 1 comprende, inoltre, una seconda stazione 11 di orientamento della sagoma di stiro 5 attorno ad un asse di rotazione verticale (B-B) della sagoma di stiro 5, sostanzialmente parallelo all’ asse di rotazione 3 A della giostra 3, Con 12 è genericamente indicato un dispositivo di orientamento angolare delle sagome di stiro 5. La macchina di stiro 1 comprende, inoltre, una stazione 13 di stiro vero e proprio, comprendente un forno o camera di trattamento termico 15, che può svilupparsi per una porzione di corona circolare attorno all’asse di rotazione 3 A della giostra 3. Viene, inoltre, prevista una stazione 17 di estrazione o prelievo dei singoli manufatti tubolari dalle sagome di stiro 5 e di alimentazione ad una confezionatrice, non mostrata.
La Fig. 2 illustra in maggiore dettaglio la configurazione del condotto pneumatico di alimentazione dei singoli manufatti tubolari a maglia verso la macchina 1. Il condotto pneumatico 7 comprende un’estremità di ingresso 7 A ed un’estremità di uscita 7B, quest’ ultima in comunicazione di flusso con un dispositivo per l’apertura del bordo elastico dei manufatti tubolari a maglia, che verrà descritto in maggiore dettaglio con riferimento alle successive Figg. 3 a 6. Fra Γ estremità di ingresso 7A e l’estremità di uscita 7B il condotto pneumatico 7 presenta una serie di elementi che suddividono il condotto pneumatico 7 in sezioni. Partendo dall’estremità di ingresso 7 A, lungo il condotto pneumatico 7 è disposta una prima saracinesca di chiusura 21, una prima presa d’aria 23 ed un primo sensore di passaggio 25 per rilevare il passaggio del manufatto tubolare a maglia lungo in condotto pneumatico 7, una prima bocca di aspirazione 27, una seconda saracinesca 29, una seconda presa d’aria 31, un secondo sensore di passaggio 33. Al condotto pneumatico 7 è associata una linea di derivazione 35, terminante con una campana di scarico 37 in comunicazione di fluido, attraverso una terza saracinesca 39, con una seconda bocca di aspirazione 41, per gli scopi più avanti descritti.
Ciascuna presa d’aria 23 e 31 presenta una rispettiva saracinesca di apertura e chiusura 23A e 31 A, rispettivamente. La bocca di aspirazione 27 presenta una propria saracinesca di apertura e chiusura 27A. Nella forma di realizzazione illustrata i singoli manufatti tubolari a maglia vengono inseriti manualmente con un orientamento predeterminato all’ interno dell’estremità di ingresso 7 A del condotto pneumatico 7 e vengono convogliati fino all’estremità di uscita 7B del condotto pneumatico 7, per essere inseriti nel dispositivo per aprire il bordo elastico del manufatto tubolare e consentirne il successivo carico sulla sagoma di stiro 5,
La sequenza di alimentazione dei singoli manufatti tubolari a maglia all’interno del condotto pneumatico 7 verrà descritta con riferimento alla sequenza delle Figg. 12A- 12S.
Il dispositivo per aprire il bordo elastico del manufatto tubolare maglia si trova nella stazione 9 della macchina 1, dove il manufatto tubolare a maglia viene convogliato dal condotto pneumatico 7 e viene caricato su una delle sagome di stiro 5 della macchina 1.
La struttura del dispositivo per aprire il bordo elastico del manufatto tubolare a maglia è illustrata in dettaglio nelle Figg. 3 a 6. Il dispositivo è complessivamente indicato con 43. Il dispositivo 43 è collegato tramite un raccordo 7C al condotto pneumatico 7. Il raccordo 7C è disposto circa coassialmente ad un corpo cavo 45, con un asse longitudinale A-A. Fra il corpo cavo 45 e il raccordo tubolare 7C è disposto un alimentatore, complessivamente indicato con 47.
Nella forma di realizzazione illustrata l’alimentatore 47 comprende una coppia di rulli 49 ruotanti attorno ad assi 49A tra loro sostanzialmente paralleli e ortogonali all’asse A-A del corpo cavo 45. Nelle Figg. 3 e 4 con 51 è indicato un motore elettrico che comanda la rotazione di almeno uno e preferibilmente di entrambi i rulli 49 dell’ alimentatore 47. La rotazione dei rulli 49 può essere controllata in un verso orario o anti- orario a seconda delle fasi di manipolazione del manufatto tubolare a maglia, come più avanti descritto in maggiore dettaglio. I rulli 49 sono controruotanti, in modo che un manufatto tubolare a maglia inserito nella gola definita tra i rulli può essere fatto avanzare o arretrare a seconda del verso di rotazione dei rulli 49.
In alcune forme di realizzazione un attuatore, ad esempio un attuatore cilindro-pistone 89, può essere previsto per allontanare e avvicinare tra loro i rulli 49 dell’alimentatore 47 con un movimento ortogonale agli assi di rotazione 49A dei rulli.
La parte terminale, cioè più vicina ai rulli 49, del raccordo tubolare 7C può essere corredata di fori 7D che pongono l’interno del raccordo tubolare 7C in comunicazione di flusso con una bocca aspirante 91, per gli scopi che verranno chiariti nel proseguo.
Il corpo cavo 45 presenta un volume interno 53 delimitato da una parete 55 che può avere una forma sostanzialmente assial -simmetrica rispetto all’asse A- A. Il volume interno 53 del corpo cavo 45 può avere una prima porzione 53A convergente ed una seconda porzione 53B divergente. Le due porzioni 53A e 53B del volume interno 53 del corpo cavo 45 possono avere una forma sostanzialmente tronco-conica ed essere raccordate in una posizione intermedia dello sviluppo longitudinale del corpo cavo 45. Nella forma di realizzazione illustrata, la porzione convergente 53A ha uno sviluppo longitudinale maggiore, circa doppio rispetto allo sviluppo longitudinale della porzione divergente 53B. In altre forme di realizzazione la lunghezza delle due porzioni convergente 53A e divergente 53B possono essere diverse rispetto a quelle rappresentate.
Il corpo cavo 45 presenta un’apertura di ingresso 45A ed un’apertura di uscita 45B per il manufatto tubolare a maglia. L’apertura di ingresso 45A e l’apertura di uscita 45 B sono preferibilmente coassiali e distanziate longitudinalmente lungo l’asse A- A del corpo cavo 45. La sezione trasversale del volume interno 53 e delle aperture di ingresso 45A e di uscita 45B può essere circolare.
La parete 55 del corpo cavo 45, delimitante il volume interno 53 presenta un bordo di ingresso 55 A che circonda l’apertura 45 A di ingresso e un bordo di uscita 55B che circonda l’apertura di uscita 45B.
Al corpo cavo 45 è associata una disposizione di aspirazione. Nella forma di realizzazione illustrata, attorno al corpo cavo 45 si sviluppa una prima camera aspirante 57 che forma parte della disposizione di aspirazione e che può essere delimitata da una parete 59. La prima camera aspirante 57 è corredata di una o più bocche di aspirazione 58, vedasi in particolare Fig. 6. Nella forma di realizzazione illustrata sono previste de bocche di aspirazione 58 tra loro diametralmente opposte. Non si esclude la possibilità di disporre un numero diverso di bocche di aspirazione.
La prima camera aspirante 57 ha un passaggio di aria rivolto verso il basso, che può essere selettivamente aperto e chiuso tramite un organo di chiusura 61 che può formare una parete apribile. L’organo di chiusura 61 può comprendere una pluralità di lamine, ad esempio due lamine 61 A e 61B, mobili l’una rispetto all’altra. Nel disegno le doppie frecce f61A ed f61B indicano il movimento di apertura e chiusura delle due lamine 61 A, 61B per aprire e chiudere la prima camera aspirante 57. Con 63 A e 63 B sono indicati due attuatori, ad esempio due attuatori cilindro-pistone pneumatici o idraulici che servono a comandare il movimento delle due lamine 61A, 61B formanti l’organo di chiusura 61. In altre forme di realizzazione l’organo di chiusura 61 può avere una forma diversa, ad esempio può comprendere una sola lamina, oppure può essere realizzata in forma di diaframma apribile e chiudibile, a mo’ di un diaframma ottico.
Nelle Figg. 5 e 6 l’organo di chiusura è mostrato in un assetto chiuso, in cui le due lamine 61 A e 61B formano una parete che si trova di fronte all’apertura di uscita 45B dell’organo cavo 45, ad una certa distanza dal bordo 55 B. La distanza tra il bordo di uscita 55 B della parete 55 e la superfìcie delle lamine 61 A e 61 B rivolta verso l’organo cavo 45 è tale da lasciare un’intercapedine I tra il bordo di uscita 55B della parete 55 e l’organo di chiusura 61. Attraverso l’intercapedine I, che forma in sostanza una luce anulare circondante l’asse longitudinale A- A dell’organo cavo 45, la prima camera aspirante 57 è in collegamento di flusso con il vano interno 53 del corpo cavo 45.
In prossimità dell’apertura di uscita 45 B e del bordo di uscita 55 B, il corpo cavo 45 è provvisto di luci aspiranti radiali 65 facenti parte, insieme alla camera aspirante 57, della disposizione di aspirazione. Nella forma di realizzazione illustrata, le luci 65 hanno una sezione sostanzialmente circolare, ma ciò non è vincolante. Esse sono costituite da fori passanti che si estendono attraverso l’intero spessore della parete 55. Le luci 65 sono preferibilmente poste il più vicino possibile al bordo di uscita 55B e comunque nella porzione divergente 53B del volume interno 53. Le luci 65, disposte circonferenzialmente o anularmente attorno all’asse longitudinale A-A, pongono il volume interno 53 dell’organo cavo 45 in comunicazione di flusso con la prima camera aspirante 57.
Fra i rulli 49 dell’alimentatore 47 e l’apertura di ingresso 55 A dell’organo cavo 55 possono essere disposte forcelle 67 che possono avvicinarsi e allontanarsi reciprocamente sotto il comando di attuatori lineari, ad esempio attuatori cilindropistone 69. Con f67 è indicato il movimento di apertura e chiusura delle forcelle 67.
Sotto all’organo cavo 45 è posizionato un pr elevatore complessivamente indicato con 71. 11 prelevatore 71 è mostrato in due diverse posizioni operative nelle Figg. 3 e 4, Nella forma di realizzazione illustrata il prelevatore 71 presenta un divaricatore che può essere costituito da quattro diti 73 che possono essere tra loro accostati tra loro o divaricati, cioè distanziati l’uno dall’altro. Nelle Figg. 5 e 6 i diti 73 del prelevatore 71 sono illustrati nella posizione di accostamento reciproco, cioè di minima distanza rispetto all’asse longitudinale A-A. In Fig. 4 i diti 73 sono, viceversa, mostrati in assetto divaricato. Attuatori 75 portati ad esempio da una piastra 77 possono essere previsti per comandare il movimento di divaricamento e avvicinamento di diti 73.
Nella forma di realizzazione illustrata, il prelev ator e 71 comprende, inoltre, una seconda camera aspirante 79, in comunicazione di flusso con una o più bocche aspiranti 80. La seconda camera aspirante 79 è portata dalla piastra 77.
La piastra 77 forma una slitta e può essere corredata di pattini 81 (vedasi in particolare Figg. 3 e 4) che si impegnano a scorrimento su guide lineari 83 aventi uno sviluppo longitudinale sostanzialmente parallelo all’asse longitudinale A-A. Il movimento secondo f77 della slitta 77 lungo le guide 83 può essere comandato da un motore 85 (Figg. 3 e 4).
Tramite il movimento secondo la doppia freccia f77 della slitta 77 l’organo prelevatore 71 può essere movimentato dall’ una all’ altra delle due posizioni illustrate nelle Figg. 3 e 4 ed anche portato in posizione ancora più bassa rispetto a quella illustrata in Fig. 4, per caricare i singoli manufatti tubolari a maglia sulle sagome di stiro 5 secondo un ciclo operativo che verrà descritto con riferimento alla sequenza delle Figg. 12A a 12S.
Le Figg. 7 e 8 mostrano una sagoma tubolare di stiro 5 in una vista assonometrica e in una sezione longitudinale, rispettivamente. Nella forma di realizzazione illustrata la sagoma di stiro 5 comprende una camicia esterna 93 di forma sostanzialmente cilindrica, che può essere supportata, ad esempio tramite cuscinetti 95, su un supporto centrale 97 che si sviluppa all’interno della camicia 93 secondo un asse longitudinale B-B della sagoma di stiro 5. I supporti centrali 97 delle varie sagome di stiro 5 portate dalla giostra rotante 3 possono essere fissi rispetto alla giostra rotante 3. In vantaggiose forme di realizzazione, la camicia esterna 93 è solidale ad un manicotto interno 99 che forma una ruota di frizione 101, sporgente radialmente rispetto alla camicia cilindrica 93. Il supporto 97 è solidale ad un corpo tubolare 103 con una flangia 105 di ancoraggio del supporto 97 alla giostra rotante 3.
La conformazione descritta consente alla camicia 93 formante la superfìcie esterna della sagoma di stiro 5 di ruotare attorno all’asse longitudinale B-B sui cuscinetti 95 rispetto al supporto interno 97,
Coassialmente al supporto 97 ed alla camicia esterna 93, all’interno della sagoma di stiro 5, e preferibilmente all’interno del supporto 97, si sviluppa uno stelo 107 che termina con un estrattore 109 di forma piatta, ad esempio circa rettangolare, che può fuoriuscire assialmente da un disco di chiusura 111 superiore della sagoma di stiro 5, fisso rispetto al supporto 97. Lo stelo 107 è dotato di un movimento assiale di estrazione e retrazione secondo la doppia freccia fi 07 per estrarre Γ estrattore 109 attraverso il disco di chiusura 111. In alcune forme di realizzazione, lo stelo 107, che può essere internamente cavo, può presentare un’estremità inferiore 107A opposta all’estrattore 109, a cui è fissato un tastatore 115 cooperante con una camma o con un attuatore che comanda il movimento secondo la doppia freccia fi 07 di estrazione e retrazione dello stelo 107 e dell’ estrattore 109.
La ruota di frizione 101 è configurata per cooperare con una ruota di frizione motrice 121, visibile in particolare nelle Figg. 9A e 9B, del dispositivo di orientamento angolare 12 per orientare angolarmente le sagome di stiro 5. La ruota di frizione 121 è disposta nella stazione 11 della macchina di stiro 1 ed ha lo scopo di comandare la rotazione di ciascuna sagoma di stiro 5 attorno al proprio asse di rotazione B-B longitudinale al fine di posizionare angolarmente la camicia esterna 93 ed il manufatto tubolare a maglia investito su di essa, rispetto al supporto interno 97 e quindi all’estrattore 109. Come schematicamente indicato in Fig. 1, la stazione 11 comprende un lettore ottico o di altra natura schematicamente indicato con 123, che rileva la posizione angolare della sagoma di stiro 5 con il manufatto tubolare a maglia invertito su di essa, per orientare angolarmente il manufatto tubolare a maglia disponendolo come richiesto per la successiva operazione di confezionamento.
In alcune forme di realizzazione la ruota di frizione motorizzata 121 può essere portata in rotazione da un motore elettrico 123, per mezzo di una coppia di pulegge 125, 127 e di una cinghia 129. In alcune forme di realizzazione la ruota di frizione 121, il motore 123 e gli organi di trasmissione 125, 127, 129 possono essere portati da una slitta 131 scorrevole lungo una guida 133 orientata secondo una direzione radiale rispetto alla giostra rotante 3. Come si comprende agevolmente dal confronto tra le Figg. 9A e 9B, un movimento secondo la doppia freccia f 131 della slitta 131 può portare la ruota di frizione 121 motorizzata alternativamente in una posizione di contatto con la ruota di frizione 101 di una sagoma di stiro 5 (Fig. 9A) o in una posizione defilata, nella quale la ruota di frizione motorizzata 121 non interferisce con il passaggio delle sagome di stiro 5 portate in movimento lungo una traiettoria circolare dalla giostra rotante 3 che ruota attorno all’asse 3 A secondo la freccia f3.
In Fig. 10 è mostrata in una vista assonometrica la zona di ingresso della camera di trattamento termico o forno 15 disposto nella stazione di stiro 13 della macchina di stiro 1, La camera di trattamento termico 15 comprende un ingresso 15 A, che può essere chiuso da lamine elastiche 132 deformabili al passaggio delle sagome di stiro 5, in modo da consentire l’ingresso delle sagome di stiro 5 evitando un’eccessiva perdita di calore attraverso l’apertura di ingresso 15A. Un’analoga disposizione può essere prevista sul lato opposto di uscita delle sagome di stiro dalla camera di trattamento termico 15.
In Fig. 10 sono schematicamente indicati condotti 134, 135 per la circolazione di aria calda, una girante 137 per la circolazione di aria calda, e un filtro 139. Il riscaldamento dell’aria può avvenire tramite resistenze elettriche, non mostrate. In alcune forme di realizzazione il trattamento termico può avvenire a secco, mentre in altre forme di realizzazione può essere usata aria umida o vapore. Il tempo di permanenza delle sagome di stiro 5 e dei manufatti tubolari a maglia nella camera di trattamento termico può variare in funzione della temperatura all’ interno della camera di trattamento termico. Ad esempio con temperature dell’ordine di circa 75°-85°C il tempo di permanenza può essere di 20-30 secondi.
In alcune forme di realizzazione, non mostrate, il manufatto tubolare a maglia M può essere inumidito prima di entrare nella camera di trattamento termico 15. A tale scopo può essere prevista una specifica stazione, ad esempio corredata di nebulizzatori che spruzzano acqua nebulizzata sul manufatto tubolare a maglia M, Nella stazione 17 della macchina di stiro 1 può essere disposto un gruppo di stiro finale e rimozione del manufatto tubolare a maglia della sagome di stiro 5, il quale gruppo di stiro finale provvede a rimuovere i manufatti tubolari a maglia dalle sagome tubolari di stiro 5 dopo il trattamento termico nella camera di trattamento termico 15, ed a scaricarli su un convogliatore di uscita 141 (Figg. HA, 11 B) che trasporta i manufatti tubolari a maglia stirati verso una confezionatrice, non mostrata.
Le Figg. HA e 11B mostrano il gruppo di stiro finale e rimozione dei manufatti tubolari a maglia stirati II gruppo è complessivamente indicato con 151. Il gruppo di stiro finale e rimozione 151 può comprendere due nastri convogliatori 153, 155 azionati da un motore 157 e rinviati attorno a ruote di rinvio 159, 161 portate da bracci 163, 165. Come si osserva dal confronto tra le Figg. 11A e 1 IB, i bracci 163 e 165 sono mobili, ad esempio oscillanti per assumere una prima posizione (Fig. HA), in cui i nastri convogliatori 153, 155 sono tra loro distanziati, almeno nella zona delle ruote di rinvio 159, 161, ed una posizione accostata in cui i nastri convogliatori 153 e 155 sono tra loro accostati almeno lungo un tratto rettilineo sostanzialmente verticale (Fig.llB). Il movimento di oscillazione alternata secondo le doppie frecce fi 63 ed fi 65 dei bracci 163 e 165 può essere controllato tramite un attuatore 169, e tramite tiranti 171, 173, che uniscono i due bracci oscillanti 163, 165 ad un organo ruotante 175 dotato di un movimento di rotazione alternato rilevabile dal confronto delle Figg.
11 A e 11B.
Come mostrato a tratteggio in Fig. 11A, ciascuna sagoma di stiro 5 passa sotto al gruppo di stiro finale e rimozione 151 con Γ estrattore 109 in posizione estratta, il quale si estende fra i bracci 163, 165. Quando un manufatto tubolare a maglia si trova investito sulla sagoma di stiro 5 e parzialmente sollevato dall’ estrattore 109, la chiusura dei bracci 163, 165 provoca l’accostamento dei nastri convogliatori 153, 155 contro l’estrattore 109 e la pinzatura e schiacciamento del manufatto tubolare a maglia tra l’estrattore 109 e i due nastri convogliatori 153, 155, Il successivo azionamento dei nastri convogliatori secondo le doppie frecce fl53 e fi 55 provoca lo sfilamento dei manufatto tubolare a maglia dalla sagoma di stiro 5 e la sua alimentazione verso il convogliatore di uscita 141. Poiché il manufatto tubolare a maglia è ancora caldo a causa del trattamento termico subito nella camera di trattamento termico 15, la pressione dei due nastri convogliatori 153, 155 stira e stabilizza la piega del manufatto tubolare a maglia prima che questo venga scaricato sul convogliatore di uscita 141.
Avendo descritto gli organi principali della macchina di stiro 1, con riferimento alla sequenza delle Figg. 12 A- 12S, verrà ora descritto in dettaglio un ciclo di lavoro per caricare un manufatto tubolare a maglia su una sagoma di stiro 5, che provvederà a spostare il manufatto tubolare a maglia attraverso le stazioni 11-13 e 17 per stirare un manufatto tubolare a maglia e sfilarlo dalla sagoma di stiro 5 al fine di avviarlo successivamente alla macchina confezionatrice.
Le Figg. I2A fino a 12G illustrano la sequenza di introduzione di un manufatto tubolare a maglia nel condotto pneumatico 7 e di avanzamento del manufatto tubolare a maglia lungo tale condotto pneumatico 7 fino al dispositivo 43 per aprire il bordo elastico del manufatto tubolare a maglia.
In Fig. I2A il manufatto tubolare a maglia è schematicamente indicato con M. Esso presenta una punta chiusa P ad una prima estremità ed un bordo elastico E ad una seconda estremità. In alcune forme di realizzazione, sul manufatto tubolare a maglia M possono essere previste scritte o altri elementi posti in una posizione determinata rispetto alla sagoma del manufatto tubolare a maglia M. Questi elementi sono schematicamente indicati con S. Il manufatto tubolare a maglia M può essere un calzino o una calza, che può presentare un tallone T. Gli elementi S per il posizionamento angolare hanno una posizione predeterminata rispetto alla sagoma della punta P e alla posizione del tallone T, se presente.
Il manufatto tubolare a maglia M viene inserito, ad esempio manualmente, nell’estremità di ingresso 7 A e aspirato all’ interno del condotto pneumatico 7. In questa fase operativa la prima saracinesca 21 è in posizione aperta, la prima presa d’aria 23 è chiusa tramite la saracinesca 23 A, mentre la prima bocca di aspirazione 27 è aperta e aria viene aspirata (freccia A) attraverso detta prima bocca di aspirazione 27, così da generare una corrente d’aria CI che daH’estremità di ingresso 7A arriva fino alla bocca di aspirazione 27.
Quando il manufatto tubolare a maglia M viene inserito all’ estremità di ingresso 7 A, esso viene trascinato per effetto dell’aspirazione verso la prima bocca di aspirazione 27. Il sensore di passaggio 25 rileva il passaggio del manufatto tubolare a maglia M e provoca la chiusura della saracinesca 21, l’apertura della prima presa d’aria 23 e la cessazione, dopo un tempo prestabilito, dell’aspirazione attraverso la prima bocca di aspirazione 27. Il manufatto tubolare a maglia M prosegue la sua corsa di alimentazione lungo il condotto pneumatico 7 per effetto dell’inerzia dopo la chiusura della prima bocca di aspirazione 27, oltre il punto in cui si trova quest’ ultima, per entrare (come mostrato nella Fig. 12C) nel tratto di condotto penumatico tra la prima bocca di aspirazione 27 e la saracinesca di chiusura 29 che, in questa fase, si trova chiusa. La saracinesca 29 viene successivamente aperta, e il manufatto tubolare a maglia passa attraverso la saracinesca 29 fino a superare il secondo sensore di passaggio 33, il quale genera un segnale al passaggio del manufatto tubolare a maglia M che provoca la chiusura della prima presa d’aria 23 e della saracinesca 29 (vedasi Fig. 12E). Viene anche aperta la seconda presa d’aria 31 aprendo la saracinesca 31A. Il manufatto tubolare M continua il suo avanzamento verso il dispositivo 43 per inerzia fino a raggiungere il dispositivo 43, disponendosi nella parte terminale del raccordo tubolare 7C (Fig. 12F).
Nella prima sezione del condotto pneumatico 7, a monte della saracinesca 29 può entrare, nella maniera sopra descritta, un secondo manufatto tubolare a maglia M, che si troverà predisposto per essere successivamente alimentato al dispositivo 43, quando il manufatto tubolare a maglia M appena inserito sarà stato aperto lungo il bordo elastico e allontanato dal dispositivo 43.
In Fig, 12G è stata attivata Γ aspirazione attraverso la derivazione 35 del condotto pneumatico 7 aprendo la saracinesca 39 e generando in questo modo un flusso di aria rappresentato dalla freccia A in Fig. 12G. Questo flusso di aria A tende il manufatto tubolare a maglia M a monte dei rulli 49 del dispositivo 43. Infatti, quando il manufatto tubolare a maglia arriva nella parte inferiore del raccordo tubolare 7 C, il suo bordo elastico E viene catturato nella gola fra i rulli 49, la cui rotazione (freccia f49 in Fig. 12H) provoca l’avanzamento del manufatto tubolare a maglia, ed in particolare del suo bordo elastico E fino oltre la gola tra i rulli 49, a valle della quale è disposta una fotocellula od altro organo di rilevamento 191.
Quando il bordo elastico E del manufatto tubolare a maglia M intercetta la fotocellula 191, il segnale da essa generato provoca l’attivazione dell’aspirazione attraverso la derivazione 35 la seconda bocca di aspirazione 41, così da tendere verso l’alto la porzione del manufatto tubolare M a monte della gola fra i rulli 49.
Con il manufatto tubolare a maglia M, teso per effetto dell’aspirazione (freccia A nelle Figg. 12H e 121) può essere attivata l’aspirazione attraverso la prima camera spirante 57. Continuando la rotazione secondo f49 dei rulli 49 si provoca l’avanzamento del bordo elastico E del manufatto tubolare a maglia M verso il volume interno del corpo cavo 45, come mostrato nella successiva Fig. 12J. Per facilitare questo avanzamento del bordo elastico E, aria viene aspirata attraverso le bocche aspiranti 58, la prima camera aspirante 57 le luci 65, l’intercapedine I, il volume interno 53 del corpo cavo 45, e l’apertura di ingresso 45A, come mostrato dalle frecce Al in Fig. I2J.
La corrente d’aria che si genera nel volume interno 53 del corpo cavo 45 provoca Γ allargamento o apertura del bordo elastico E del manufatto tubolare a maglia M che avanza gradualmente nell’interno del corpo cavo 45.
In Fig.l2K si osserva l’effetto dell’avanzamento del manufatto tubolare a maglia M con il proprio bordo elastico E verso l’apertura di uscita 45B del corpo cavo 45, sotto l’effetto della continua aspirazione attraverso la prima camera spirante 57, le luci radiali 55 e l’intercapedine I. Questa spirazione fa sì che il bordo elastico E aderisca inizialmente alla superficie interna della porzione divergente 53 B del volume interno 53 del corpo cavo 45 e successivamente si inserisca nell’intercapedine I.
Quando il manufatto tubolare a maglia M con il suo bordo elastico E si è disposto come illustrato in Fig. 12K, le luci di aspirazione radiali 65 sono sostanzial mente chiuse dal tessuto del manufatto tubolare a maglia e F intercapedine anulare I è almeno parzialmente otturata dal tessuto del bordo elastico E. Conseguentemente, F aspirazione all’ interno della prima camera aspirante 57 determina una riduzione di pressione, rilevabile da un vacuostato (non mostrato). Quando il vacuostato rileva un determinato grado di vuoto, cioè una sotto- pressione rispetto alla pressione atmosferica nella prima camera aspirante 57, ciò significa che il manufatto tubolare a maglia M si è correttamente disposto come illustrato in Fig. 12K, ostruendo per la maggior parte F intercapedine I e le luci radiali di aspirazione 65. Quando questo grado di depressione viene raggiunto all<5>interno della camera aspirante 57, F aspirazione può cessare.
Nella fase successiva illustrata nella Fig. 12L, i rulli 49 cessano di ruotare, trattenendo nella gola tra di essi la parte terminale, cioè adiacente alla punta P, del manufatto tubolare a maglia M. L’organo di chiusura 61 viene aperto e, continuando l’aspirazione attraverso la prima camera aspirante 57, aria comincia ad entrare secondo le frecce A3 dall’esterno attraverso il passaggio di aria lasciato aperto dall’allontanamento delle lamine 61 A, 61 B formanti l’organo di chiusura 61 facendo sì che il bordo elastico E portato a contatto con la parete 55 del corpo cavo 45 rimanga aderente al bordo 55 B di uscita della parete 55.
Nella fase successiva, illustrata in Fig. 12M, il prelevatore 71 viene sollevato fino a portare i suoi diti 73 parzialmente all’interno del volume interno 53 del corpo cavo 45 passando attraverso l’apertura di uscita 45 B. Opportunamente i diti 73 possono essere sagomati per presentare una porzione distale rastremata, che può inserirsi agevolmente nella porzione divergente 53B del volume interno 53 del corpo cavo 45. Sollevando il prelevatore 71 nella posizione illustrata nella Fig. 12M, la seconda camera aspirante 79 viene portata, con un proprio ingresso di aspirazione, in comunicazione di flusso con la prima camera aspirante 57 e con il volume interno 53 del corpo cavo 45.
Può essere a questo punto attivata l’aspirazione di aria attraverso le bocche aspiranti 80. Questo flusso di aria, rappresentato dalle frecce A4 in Fig. 12N attraversa il volume interno 53 del corpo cavo 45 entrando attraverso l’apertura di ingresso 45A, esce dal volume interno 53 del corpo cavo 45 attraverso l’apertura di uscita 45B, penetra all’interno della seconda camera aspirante 79 e fuoriesce dalle bocche aspiranti 80. Il flusso di aria che si genera nello stretto passaggio lasciato libero tra la superfìcie interna della parete 55 del corpo cavo 45 e i diti 73 trascina il manufatto tubolare a maglia M staccandolo dal bordo di uscita 55B e portando il bordo elastico E del manufatto tubolare a maglia M ad abbracciare i diti 73 e a scivolare lungo di essi fino a raggiungere la posizione illustrata in Fig. 12N, Il flusso di aria A4 necessario a questo scopo viene convogliato verso il fondo della seconda camera spirante 79 da un collare 82 circa coassiale ai diti 73 del prelevatore 71, il quale collare 82 si sviluppa verso il fondo della camera aspirante 79 coprendo parzialmente le bocche aspiranti 80 così che il flusso di aria A4 lambisca il perno formato dai diti 73 tra loro accostati e generi la forza di trascinamento richiesta per investire il bordo elastico E del manufatto tubolare a maglia M sui diti 73 che si trovano nella loro posizione di mutuo accostamento.
La Fig. 120 mostra il dispositivo 43 con il prelevatore 71 in vista assonometrica in questa fase operativa. In Fig. 12P è mostrata la fase successiva, in cui organo di chiusura 61 si riporta nella sua posizione chiusa dopo che il prelevatore ha iniziato la sua corsa verso il basso (freccia f71 in Fig. 12P) sfilando i diti 73 dall’interno del corpo cavo 45. Un successivo manufatto tubolare a maglia MI può a questo punto entrare nella gola fra i rulli 49, i quali riprendono la propria rotazione per avviare un nuovo ciclo di lavorazione, mentre il manufatto tubolare a maglia M investito sui diti 73 del prelevatore 71 può essere portato verso il basso e caricato su una sagoma di stiro 5 che si è posizionata coassialmente al dispositivo 43 ed al suo prelevatore 71.
In Fig. 12Q è mostrata schematicamente una sagoma di stiro 5 in posizione coassiale al prelevatore 71, i cui diti 73 sono stati portati in posizione divaricata.
Continuando il suo movimento verso il basso secondo la freccia f71, il prelevatore 71 carica il manufatto tubolare a maglia M sulla sagoma di stiro 5, avendo preliminarmente divaricato i denti 73. Questi ultimi si trovano ad una distanza reciproca tale da consentire l’inserimento della sagoma tubolare 5 fra i quattro diti 73 divaricati. Continuando l’abbassamento del prelevatore 71 secondo la freccia f71 i diti 73 si sfilano dal manufatto tubolare a maglia M, il quale viene gradualmente caricato sulla sagoma di stiro 5, fino a raggiungere la posizione di Fig. 12R. Ora il manufatto tubolare a maglia M è completamente caricato sulla sagoma di stiro 5, ed il prelevatore 71 con i suoi diti 73 si trova ad una quota inferiore rispetto al bordo elastico E del manufatto tubolare a maglia M caricato sulla parte superiore della sagoma di stiro 5.
La Fig. 12S illustra in vista assonometrica il dispositivo 43 con il prelevatore 71 e la sagoma di stiro 5 nella posizione raggiunta in questa fase. Il prelevatore 71 può a questo punto invertire il suo movimento riportandosi a quota superiore rispetto all’ estremità distale della sagoma di stiro 5, Quest’ ultima può così avanzare angolarmente trascinata dalla giostra rotante 3 verso la successiva stazione 11 di posizionamento angolare. Nella stazione 11, tramite la ruota di frizione 101 solidale alla camicia esterna 93 della sagoma di stiro 5 e la ruota di frizione motorizzata 121 (Figg. 9A e 9B) il manufatto tubolare a maglia M può essere fatto ruotare angolarmente, insieme alla camicia esterna 93 della sagoma di stiro 5, per portare il manufatto tubolare a maglia M nella posizione angolare voluta rispetto all’ estrattore 109, Quest’ultimo si trova, in questa fase, completamente defilato all’interno della sagoma di stiro 5, sotto la superficie superiore del disco 111. Il posizionamento angolare potrebbe essere effettuato anche in una fase successiva allo stiro all’interno della camera di trattamento termico 15,
Nella sequenza descritta con riferimento alle Figg. 12A-12S si è osservato che la corretta e completa apertura del bordo elastico E, nonché la sua adesione alla superficie interna della parete 55 dell’organo cavo 45 viene determinata attraverso una lettura della pressione nella prima camera aspirante 57. Se il manufatto tubolare a maglia non riesce a posizionarsi correttamente, cioè se il suo bordo elastico E non arriva a coprire correttamente le luci di aspirazione 65 e/o non si inserisce nell’intercapedine I, all’interno della prima camera aspirante 57 non si instaurerà un sufficiente grado di vuoto, cioè una sufficiente depressione rispetto alla pressione esterna ambiente. Questa circostanza viene rilevata dal vacuostato (non mostrato).
Poiché la divaricazione, cioè l’apertura del bordo elastico e del manufatto tubolare a maglia M fino a chiudere le luci di aspirazione 65 e l’intercapedine I richiede un certo tempo, se la pressione all’interno della prima camera aspirante 57 non scende al di sotto di una soglia prestabilita entro un tempo determinato, questo viene interpretato da un’unità di controllo (non mostrata) della macchina di stiro 1 come una mancata apertura o una apertura incompleta del bordo elastico E del manufatto tubolare a maglia M e viene di conseguenza avviata una procedura di ripetizione dell’operazione di apertura, oppure un ciclo di scarico del manufatto tubolare a maglia che non si è correttamente aperto.
Nel primo caso (ripetizione delle operazioni di apertura), viene invertito il moto di rotazione dei rulli 49 fino a riportare il bordo elastico E del manufatto tubolare a maglia M in corrispondenza della fotocellula 191 ed il ciclo descritto con riferimento alla sequenza delle Figg. 12H a 12S viene ripetuto.
In alternativa, oppure se, nonostante la ripetizione delle operazioni di apertura, viene dato nuovamente un segnale di mancata apertura e divaricazione del bordo elastico E del manufatto tubolare a maglia M, il manufatto tubolare a maglia M che non si è correttamente aperto può essere scaricato. Questo può avvenire secondo al sequenza illustrata nelle Figg. 13 A- 3E.
In Fig. I3A è schematicamente rappresentata una situazione in cui il manufatto tubolare a maglia non si è correttamente disposto all’ interno dell’organo cavo 45. Il bordo elastico E del manufatto tubolare a maglia M ha aderito soltanto ad una porzione della superficie interna della parete 55 del corpo cavo 45, ostruendo solo alcune delle luci di aspirazione 65 e solo una parte dell’intercapedine I. All’intemo della camera aspirante 57 non si genera il grado di vuoto richiesto per procedere oltre con le operazioni di carico del manufatto tubolare a maglia M sulla sagoma di stiro 5. In conseguenza di ciò, il moto dei rulli 49 viene dapprima interrotto e poi invertito, come mostrato dalle frecce f49X in Fig. 13B. Contemporaneamente viene attivata l’aspirazione attraverso la seconda bocca di aspirazione 41 aprendo al saracinesca 39. Il flusso di aria, indicato con la freccia A6 che si genera nel raccordo tubolare 7C trascina il manufatto tubolare a maglia M verso l’alto quando questo viene rilasciato dai rulli 49. Il flusso di aria A6 trascina il manufatto tubolare a maglia M fino a dentro la campana di scarico 37. Da qui il manufatto tubolare a maglia viene rimosso interrompendo l’aspirazione tramite chiusura della saracinesca 39. Per effetto del peso del manufatto tubolare a maglia M uno sportello di chiusura inferiore 37A della campana di scarico 37 si apre rilasciando il manufatto tubolare a maglia M, ad esempio in un contenitore sottostante (non mostrato).
Mentre le forme di realizzazione descritte dell’oggetto qui illustrato sono state mostrate nei disegni e descritte integralmente in quanto sopra con particolari e dettagli in relazione a diverse forme di realizzazione esemplificative, gli esperti nell’arte comprenderanno che molte modifiche, cambiamenti e omissioni sono possibili senza uscire materialmente dagli insegnamenti innovativi, dai principi e dai concetti sopra esposti, e dai vantaggi dell’oggetto definito nelle rivendicazioni allegate. Pertanto l’ambito effettivo delle innovazioni descritte deve essere determinato soltanto in base alla più ampia interpretazione delle rivendicazioni allegate, così da comprendere tutte le modifiche, i cambiamenti e le omissioni.

Claims (29)

  1. DISPOSITIVO PER APRIRE IL BORDO ELASTICO DI UN MANUFATTO TU-BOLARE A MAGLIA, MACCHINA COMPRENDENTE IL DISPOSITIVO E RE-LATIVO METODO RIVENDICAZIONI 1. Un dispositivo (41) per aprire un bordo elastico (E) di un manufatto tubolare a maglia (M), comprendente: - un corpo cavo (45) comprendente una parete (55) circondante un volume interno (53), un’apertura di ingresso (45 A), per l’inserimento di un manufatto tubolare a maglia (M), e un’apertura di uscita (45B), per l’estrazione del manufatto tubolare a maglia (M), l’apertura di ingresso (45 A) e l’apertura di uscita (45B) essendo circa coassiali e distanziate lungo un asse longitudinale (A- A) del corpo cavo (45); - una disposizione di aspirazione, associata all’apertura di uscita (45 B) del corpo cavo (45), circondante l’asse longitudinale (A- A) del corpo cavo (45), configurata e disposta per aprire e distendere anularmente, tramite aspirazione, il bordo elastico (E) del manufatto tubolare a maglia (M) provocandone l’adesione alla parete (55) del corpo cavo (45) in adiacenza all’apertura di uscita (45B).
  2. 2. Dispositivo come da rivendicazione 1, in cui la parete (55) del corpo cavo (45) definisce una porzione convergente (53A) ed una porzione divergente (53B) del volume interno (53) del corpo cavo (45), la porzione convergente (53A) essendo disposta tra l’apertura di ingresso (45A) e la porzione divergente (53B).
  3. 3. Dispositivo come da rivendicazione I o 2, in cui la disposizione di aspirazione comprende una pluralità di luci aspiranti (65), anularmente disposte attorno all’asse longitudinale (A-A) del corpo cavo (45), in vicinanza dell’apertura di uscita (45B) del corpo cavo (45).
  4. 4. Dispositivo come da rivendicazione 2, in cui la disposizione di aspirazione comprende una pluralità di luci aspiranti (65), anularmente disposte attorno all’ asse longitudinale (A- A) del corpo cavo (45), nella porzione divergente (45B) del volume interno (53) del corpo cavo (45).
  5. 5. Dispositivo come da una o più delle rivendicazioni precedenti, in cui la disposizione di aspirazione comprende una prima camera aspirante (57), circondante almeno in parte il corpo cavo (45).
  6. 6. Dispositivo come da rivendicazione 3 e 5, o 4 e 5, in cui la prima camera aspirante (57) è in comunicazione di flusso con il volume interno (53) del corpo cavo (45) attraverso le luci aspiranti (65).
  7. 7. Dispositivo come da una o più delle rivendicazioni precedenti, comprendente un organo di chiusura (61 A, 61 B), posto di fronte all’apertura di uscita (45 B) del corpo cavo (45) e distanziato da detta apertura di uscita (45B), una luce di aspirazione periferica (I) essendo definita tra l’organo di chiusura (61 A, 61B) e il corpo cavo (45) quando l’organo di chiusura (61A, 61B9 è in assetto chiuso.
  8. 8. Dispositivo come da rivendicazione 5 o 6, in cui la prima camera aspirante (57) è associata ad un organo di chiusura (61 A, 61B), configurato e disposto per selettivamente aprire e chiudere un passaggio di aria della prima camera aspirante (57) e posizionato di fronte all’apertura di uscita (45B) del corpo cavo (45), ad una distanza dall’apertura di uscita (45 A) del corpo cavo (45) tale da lasciare una intercapedine (I) di aspirazione tra il corpo cavo (45) e l’organo di chiusura (61 A, 61B) quando l’organo di chiusura è in assetto chiuso, l’intercapedine (I) ponendo in comunicazione di flusso il volume interno (53) del corpo cavo (45) con la prima camera aspirante (57).
  9. 9. Dispositivo come da rivendicazione 8, in cui il passaggio di aria della prima camera aspirante (57) è circa coassiale al corpo cavo (45).
  10. 10. Dispositivo come da una o più delle rivendicazioni precedenti, comprendente, inoltre, un prelevatore (71) per prelevare il manufatto tubolare a maglia (M) dal corpo cavo (45) impegnando il bordo elastico (E) del manufatto tubolare a maglia (M).
  11. 11. Dispositivo come da rivendicazione 10, in cui il prelevatore (71) e il corpo cavo (45) sono reciprocamente mobili secondo una direzione parallela all’asse (A-A) del corpo cavo (45), per inserire almeno parzialmente il prelevatore (71) nel corpo cavo (45) attraverso l’apertura di uscita (45B) ed estrarlo da detto corpo cavo (45).
  12. 12. Dispositivo come da rivendicazione 10 o 11, in cui il prelevatore (71) comprende un divaricatore comprensivo di una pluralità di diti (73) mobili gli uni rispetto agli altri per assumere una posizione di reciproco avvicinamento ed una posizione divaricata.
  13. 13. Dispositivo come da una o più delle rivendicazioni 10 a 12, in cui il prelevatore (71) comprende una seconda camera aspirante (79) con un ingresso di aspirazione configurato e disposto per essere posto in comunicazione di flusso con il volume interno del corpo cavo (45).
  14. 14. Dispositivo come da rivendicazione 12 e 13, in cui la seconda camera aspirante (79) circonda almeno parzialmente il divaricatore.
  15. 15. Dispositivo come da una o più delle rivendicazioni 10 a 14, in cui il prelevatore (71) è portato da una slitta (77) mobile lungo una guida (83) parallela all’asse longitudinale (A-A) del corpo cavo (45),
  16. 16. Dispositivo come da una o più delle rivendicazioni precedenti, comprendente inoltre un alimentatore (47), disposto di fronte all’apertura di ingresso (45 A) del corpo cavo (45).
  17. 17. Dispositivo come da rivendicazione 16, in cui l’alimentatore (47) comprende una coppia di rulli (49) ad assi (49A) sostanzialmente paralleli tra loro e trasversali rispetto all’asse longitudinale (A-A) del corpo cavo (45), uno almeno dei rulli essendo motorizzato.
  18. 18. Dispositivo come da rivendicazione 17, in cui gli assi (49A) dei rulli (49) sono orientati sostanzialmente a 90° rispetto all’asse longitudinale (A-A) del corpo cavo (45).
  19. 19. Una macchina per stirare manufatti tubolari a maglia, comprendente: - un dispositivo (43) per aprire il bordo elastico (E) dei manufatti tubolari a maglia (M) come da una o più delle rivendicazioni precedenti; - almeno una sagoma di stiro (5), configurata per ricevere un manufatto tubolare a maglia da detto dispositivo (43).
  20. 20. Macchina come da rivendicazione 19, comprendente inoltre un condotto pneumatico (7) di alimentazione dei manufatti tubolari a maglia (M) verso il corpo cavo (45) di detto dispositivo (43).
  21. 21. Macchina come da rivendicazione 20, in cui il condotto pneumatico (7) comprende una estremità di ingresso (7A) dei manufatti tubolari a maglia (M) ed un’uscita (7C) dei manufatti tubolari a maglia, ed è suddiviso in una pluralità di sezioni tra loro pneumaticamente separabili, per accogliere al proprio interno una pluralità di manufatti tubolari a maglia posti in sequenza.
  22. 22. Macchina come da una o più delle rivendicazioni 19 a 21, in cui il dispositivo (43) per aprire il bordo elastico (E) del manufatto tubolare a maglia (M) comprende un prelevatore (71), configurato e disposto per essere posizionato coassialmente alla sagoma di stiro (5) e traslare parallelamente alla sagoma di stiro (5), per rilasciare un manufatto tubolare a maglia (M) sulla sagoma di stiro.
  23. 23. Un metodo per aprire un bordo elastico (E) di un manufatto tubolare a maglia (M), comprendente le seguenti fasi: - inserire un manufatto tubolare a maglia (M) con il bordo elastico (E) all’ interno di un corpo cavo (45) comprendente: una parete (55) circondante un volume interno (53), un’apertura di ingresso (45A) del un manufatto tubolare a maglia (M), ed un’apertura di uscita (45B) del manufatto tubolare a maglia (M), l’apertura di ingresso (45 A) e l’apertura di uscita (45B) essendo circa coassiali e distanziate lungo un asse longitudinale (A -A) del corpo cavo (45); - generare un flusso di aria dal volume interno (53) verso l’esterno del corpo cavo (45) nella zona dell’apertura di uscita (45B), il flusso di aria aspirando anularmente il bordo elastico (E) del manufatto tubolare a maglia (M) provocando la divaricazione e l’appoggio del bordo elastico (E) all’apertura di uscita (45 B).
  24. 24. Metodo come da rivendicazione 23, in cui la fase di generare un flusso di aria dal volume interno (53) verso l’esterno del corpo cavo (45) nella zona dell’ apertura di uscita (45 B) comprende le fasi di: - disporre un organo di chiusura (61A, 61 B) davanti all’apertura di uscita (45B), ad una distanza dall<1>apertura di uscita (45 B) tale da lasciare una lasciare un’intercapedine (I) di aspirazione tra il corpo cavo (45) e l’organo di chiusura (61A, 61B), l’intercapedine (I) ponendo in comunicazione di flusso il volume interno (53) del corpo cavo (45) con una prima camera aspirante (57); - generare un flusso di aria dall’ interno (53) del corpo cavo (45) attraverso F intercapedine (I) e trascinare tramite il flusso di aria il bordo elastico (E) nell’intercapedine (I).
  25. 25, Metodo come da rivendicazione 23 o 24, comprendente, inoltre, le fasi di: - posizionare un prelevatore (71) circa coassialmente al corpo cavo (45); - generare un flusso di aria dal volume interno (53) del corpo cavo (45) attraverso l’apertura di uscita (45B) verso il prelevatore (71); - tramite il flusso di aria dal volume interno (53) del corpo cavo (45) verso il prelevatore (71), distaccare il bordo elastico (E) del manufatto tubolare a maglia (M) dal corpo cavo (45) e trascinare il bordo elastico (E) dal corpo cavo (45) sul prelevatore (71).
  26. 26. Metodo come da rivendicazione 25, in cui la fase di posizionare il prelevatore (71) circa coassialmente al corpo cavo (45) comprende la fase di inserire almeno parzialmente il prelevatore (71) all’interno del corpo cavo (45) attraverso l’apertura di uscita (45B).
  27. 27. Metodo come da rivendicazione 26, in cui il prelevatore (71) comprende un divaricatore comprensivo di una pluralità di diti (73) mobili gli uni rispetto agli altri per assumere una posizione di reciproco avvicinamento ed una posizione divaricata, ed in cui il metodo comprende la fase di divaricare i diti (73) allargando il bordo elastico (E) del manufatto tubolare a maglia (M).
  28. 28. Metodo come da rivendicazione 26 o 27, comprendente inoltre la fase di trasferire il manufatto tubolare a maglia (M) tramite il prelevatore (71)ad una sagoma di stiro.
  29. 29. Metodo come da rivendicazione 28, in cui la fase di trasferire il manufatto tubolare a maglia (M) sulla sagoma di stiro (5) comprende la fase di traslare il prelevatore (71) parallelamente alla sagoma di stiro (5) sfilando il manufatto tubolare a maglia (M) dal prelevatore (71).
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