ITUB20152810A1 - Metodo per recuperare metalli preziosi e terre rare da materiali di scarto - Google Patents

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Marco Giovine
Mauro Giorgio Mariotti
Cristina Carbone
Anna Maria Cardinale
Grazia Cecchi
Piazza Simone Di
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Univ Degli Studi Genova
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Description

“METODO PER RECUPERARE METALLI PREZIOSI E TERRE RARE DA MATERIALI DI SCARTO”
DESCRIZIONE CONTESTO DELL’INVENZIONE
L’invenzione riguarda un metodo per il recupero di metalli preziosi ed elementi delle terre rare da materiali di scarto, detto metodo comprendendo l’uso di un fungo appartenente ad un genere scelto tra Penicillium, Ciadosporium e loro combinazioni. Si è trovato che questo fungo è in grado di bioaccumulare questi elementi, rendendo possibile una separazione selettiva e quantitativa degli stessi.
STATO DELL’ARTE
Recentemente la Comunità Europea ha lavorato all’individuazione delle materie strategiche, ad alto rischio di fornitura, utilizzate per la produzione di materiale elettrico ed elettronico, in particolare i metalli preziosi del gruppo del platino e le terre rare. In Europa non esiste produzione primaria di questi materiali, che vengono importati principalmente dal Sud Africa (metalli preziosi) e dalla Cina (terre rare, nel seguito REE). La produzione mondiale di terre rare è di circa 133.600 t/anno (U.S. Geological Survey, Minerai Commodity Summaries, January 2011) ed è stato stimato che già nel 2010 la domanda mondiale fosse di 136.100 t/anno (Lynas Says Rare Earths Demand to Grow ai 9 % Year, Bloomberg.com/news, October 2010).
Attualmente ogni cittadino dell’UE produce circa 17 Kg di rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE) all’anno. Si stima che entro il 2020 tale quantità salirà a 24 kg.
Ogni anno in tutto il mondo enormi quantità di materie prime rawmaterials vengono sprecate come rifiuti, le cosiddette urbanmines. Il recupero di materie prime critiche, in particolare i metalli, da rifiuti di apparecchiature elettroniche, ha diverse ricadute:
- Economica : il recupero è un driver fondamentale per lo sviluppo della domanda delle terre rare, è caratterizzato da un intrinseco valore economico in termini di risparmio (estrazione, trasporti, produzione) e di creazione di un nuovo mercato potenziale.
- Ambientale : previene gravi danni ambientali quali emissioni di C02e ΝΟχ (dall’ estrazione allo smaltimento), contribuisce al risparmio energetico.
-Sociale: riduce i danni sulla salute, crea nuove opportunità di occupazione “circular economy ”, favorisce il riutilizzo su scala globale.
In letteratura sono riportati vari metodi per il recupero dei metalli da matrici naturali e non naturali; alcuni ancora in fase di studio, altri già proposti come “pacchetti” per uso industriale.
Per quanto riguarda il recupero dei metalli dai rifiuti elettronici (RAEE) in sintesi le principali tecniche proposte sono di tipo idrometallurgico, pirometallurgico e biometallurgico.
Processo idrometallurgico: prevede un attacco fortemente acido dei RAEE precedentemente preparati (triturazione ed eventuale smagnetizzazione) per ottenere una soluzione acida dei metalli disciolti. Il processo può essere seguito da una riduzione elettrolitica per ottenere alcuni metalli allo stato elementare o da una precipitazione per ottenere i sali dei metalli. Questa tecnica offre una resa molto buona, ma prevede l'uso di grandi volumi di soluzioni acide, inoltre, è applicabile solo ai fini del recupero e non ai fini della depurazione di fanghi e reflui.
Processo pirometallurgico: si basa sulla estrazione dei metalli dalla matrice attraverso alligazione con altri metalli allo stato fuso (es: estrazione del neodimio dai magneti permanenti Nd-Fe-B attraverso reazione con magnesio); questo metodo presenta buone rese, ma al momento è messo a punto solo per alcuni elementi. Presenta lo svantaggio di lavorare ad alte temperature.
Tecniche biometallurgiche: si basano su biodissoluzione, bioassorbimento o bioaccumulo da parte di batteri o altri organismi. Ad oggi nell’ ambito delle bonifiche ambientali si usano prevalentemente batteri che, lavorando in ambiente fortemente acido, sono capaci di estrarre metalli da materiali provenienti da siti contaminati (es. discariche minerarie). Da questi processi si ottiene un percolato acido, contenente i metalli, che deve poi subire ulteriori trattamenti prima di essere smaltito come rifiuto.
In considerazione di quanto sopra, lo scopo della presente invenzione è di fornire un metodo di recupero di metalli da materiali di scarto, che superi gli inconvenienti dei trattamenti fino ad ora noti.
SOMMARIO DELL’INVENZIONE
Lo scopo suddetto è stato raggiunto con un metodo di recupero dei metalli preziosi e delle terre rare da materiali di scarto, come rivendicato in rivendicazione 1.
11 termine "materiali di scarto", include reflui, fanghi industriali, rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche ('RAEE' o ’e-waste'), fango di miniera, rifiuti ospedalieri e medici (quali, ad esempio, agenti di contrasto liquidi per tecniche diagnostiche o leghe di niobio utilizzate in impianti chirurgici), detriti, rifiuti solidi urbani (RSU), o loro combinazioni, in cui i metalli preziosi e/o gli elementi delle terre rare siano presenti. Sotto un altro aspetto, la presente invenzione riguarda l'uso di un fungo, appartenente al genere Penicillium, isolato da fango minerario, per bioaccu nudare e recuperare metalli preziosi e/o elementi delle terre rare contenuti in fanghi di scarto di miniera.
Sotto un ulteriore aspetto, l’invenzione riguarda l’uso di un fungo, appartenente al genere Cladosporium, isolato da fango minerario, per bioaccumulare e recuperare metalli preziosi e/o elementi delle terre rare provenienti da apparecchiature elettriche ed elettroniche.
Le caratteristiche ed i vantaggi della presente invenzione risulteranno evidenti dalla seguente descrizione dettagliata e dagli esempi operativi forniti a scopo illustrativo. DESCRIZIONE DETTAGLIATA DELL'INVENZIONE
L'oggetto dell'invenzione è pertanto un metodo per recuperare metalli preziosi e terre rare da materiali di rifiuto che li contengano, detto metodo comprendendo le fasi di:
1) fornire materiali di scarto;
2) fornire un fungo isolato da fango di miniera ed appartenente ad un genere scelto tra Penicillium, Cladosporium e loro combinazioni;
3) inoculare ed incubare detto fungo su un substrato arricchito con i detti materiali di scarto;
4) raccogliere e disidratare la biomassa fungina risultante dalla fase 3), e
5 a) smaltire la biomassa fungina essiccata contenente metalli preziosi e/o elementi di delle terre rare in esso bioaccumulato, o
5b) dissolvere la biomassa fungina essiccata in una soluzione di acido forte per separare i metalli preziosi ed elementi di terre rare in essa bioaccumulati.
Gli elementi che possono essere recuperati tramite il metodo dell’invenzione sono metalli preziosi ed elementi delle terre rare. Con il termine "metalli preziosi", si intendono elementi chimici metallici naturali rari, di alto valore economico, comprendendo oro (Au), argento (Ag), platino (Pt), palladio (Pd), rutenio (Ru), rodio (Rii), osmio (Os), e iridio (Ir). Elementi delle terre rare sono cerio (Ce), disprosio (Dy), Erbio (Er), europio (Eu), gadolinio (Gd), olmio (Ho), lantanio (La), lutezio (Lu), neodimio (Nd), praseodimio (Pr), promezio (Pm), samario (Sm), scandio (Se), terbio (Tb), tu Ilio (Tm), itterbio (Yb) ed ittrio (Y).
I principali campi di impiego ricadono in moltissimi comparti industriali e nella realizzazione di prodotti innovativi, ad esempio, in campo metallurgico come disossidanti nei processi siderurgici e metallurgici, nell’industria petrolchimica come catalizzatori nei processi trattamento del petrolio greggio, nel campo elettronico ed informatico presenti in microprocessori, unità a disco, schermi televisivi, schede di rete, cellulari, batterie NiMH; nell’ illuminotecnica presenti in lampade fluorescenti a basso consumo e lampade a LED; in campo automobilistico in batterie, motori elettrici e marmitte catalitiche. Alcuni lantanidi sono inoltre utilizzati in campo medico, ad esempio il gadolinio che è presente nei rifiuti ospedalieri speciali (liquidi di contrasto per tecniche diagnostiche, etc) e leghe di Niobio utilizzate negli impianti chirurgici perché non reagiscono con il tessuto umano.
II gran numero di campi di utilizzo di questi elementi fa sì che si produca una notevole quantità di rifiuti contenenti questi elementi, che andranno smaltiti.
Pertanto, nella fase 1) del metodo, sono fomiti materiali di scarto, che sono noti contenere metalli preziosi e/o elementi delle terre rare.
Nella fase 2), è fornito un fungo isolato da fango di miniera e appartenente ad un genere scelto tra Penicillium, Cladosporium e loro combinazioni.
Il fungo può essere isolato direttamente dalla materia contaminata contenente metalli preziosi e/o elementi delle terre rare, cioè fanghi di miniera, secondo metodi noti in letteratura, come il metodo della diluizione in piastra modificato Gams et al.. (Gams W, et al., 1987, (C.B.S.) Centraalbureau voor Schimmelcultures. Course of Mycology 3rd ed. Baarn: Institute of thè Royal Netherlands Academy of Arts and Sciences. 136 p). Questa tecnica permette l'isolamento di ceppi fungini vitali da un piccolo campione (circa 1 g) di terreno o di materia contaminati. Più precisamente, il campione viene diluito in acqua deionizzata sterile a diverse concentrazioni, 1 mi di questa soluzione viene inoculato su diversi supporti solidi poi incubati al buio a 25 °C per 7-15 giorni. Le capsule Petri così inoculate vengono controllate ogni giorno durante il periodo di incubazione, per monitor are il potenziale di crescita dei funghi, e di conseguenza consentire un più efficace isolamento dei singoli ceppi. Successivamente questi ceppi vengono stoccati in colture axeniche in provette a temperatura ambiente, o, per un lungo tempo di conservazione, possono essere liofilizzati o crioconservati (-80°C),
La tipologia, la quantità e le proprietà del fango di miniera prodotto in diverse miniere variano a seconda del minerale che viene estratto, dalla tecnologia del processo utilizzato e dalla geologia dell<1>ambiente in cui si trova la miniera. Tuttavia, ai fini della presente invenzione, il termine "fanghi di miniera" indica fanghi di miniera contenenti metalli preziosi e/o terre rare.
Nella fase 3), detto fungo è inoculato e incubato su di un substrato arricchito con detti materiali di scarto.
È stato sorprendentemente trovato che detto fungo isolato da un fango di miniera, contenente metalli preziosi e/o elementi di terre rare, e appartenenti a detti generi, mostra una notevole capacità di bioaccumulo di metalli preziosi e terre rare.
Senza voler essere legati ad alcuna teoria, si ritiene che, per sopravvivere in un ambiente come un fango di miniera, detto fungo si adatti in modo da diventare un bioaccumulatore e recuperatore di metalli preziosi e/o terre rare, anche se il meccanismo alla base di questo adattamento non è stato ancora chiarito.
Preferibilmente, detto fungo appartiene alla specie scelta dal gruppo consistente in Penicillium bilame, Penicillium ehrysogenum, Penicillium citrinum, Penicillium vulpinum , Penicillium comune, Penicillium digitatum, Penicillium expansum, Penicillium funiculosum , Penicillium hirsutum , Penicillium italicum, e loro combinazioni.
In forme di realizzazione preferite, detto fungo appartiene alla specie Penicillium expansum).
Preferibilmente, detto fungo appartiene alla specie scelta dal gruppo consistente in Cladosporìum cladosporioides, Cladosporium cucumerinum, Cladosporium herbarum, Cladosporium lignicola, e loro combinazioni.
Preferibilmente, gli elementi da estrarre sono fomiti in una forma che permetta la crescita e lo sviluppo dei funghi, ovvero in una forma intimamente miscelabile con un terreno di coltura ( medium ) idoneo ai funghi stessi. Il fungo delle fasi 2) e 3) è in grado di crescere sia su materiali di scarto liquidi sia su materiali di scarto in polvere o macinati.
Preferibilmente, nella fase 3), l'incubazione richiede un periodo da 7 a 21 giorni.
Vantaggiosamente, la fase 3) è effettuata a temperatura ambiente.
Adatti substrati per la fase 3) sono farina di mais agar (CMA), Czapek agar cellulosa (CCA), estratto di malto agar (MEA), agar rosa-bengala (RBA) o una loro miscela. Preferibilmente, il substrato è estratto di malto agar (MEA).
Nella fase 4), la biomassa fungina risultante dalla fase 3) è raccolta ed essiccata.
L'essiccazione può essere effettuata a 40-60°C. In questo modo, la biomassa fungina perde circa 80-90% del suo peso, riducendo in modo significativo anche il volume complessivo della stessa.
Preferibilmente, l'essiccazione richiede un tempo di 10-100 ore, più preferibilmente, 20-80 ore.
Il metodo dell’invenzione può essere concluso con la fase 5a) di smaltimento della biomassa fungina essiccata contenente metalli preziosi e/o elementi delle terre rare in essa bioaccumulati. In tal senso, detto metodo può essere considerato un metodo di depurazione di materiali di scarto via mico-bonifica (mycoremediation).
Alternativamente, il metodo dell’invenzione concluso con la fase 5b) di digestione della biomassa fungina essiccata in una soluzione di acido forte per separare metalli preziosi e terre rare in essa bioaccumulati. In tal senso, detto metodo può essere considerato un metodo di riciclo via mico-raccolta ( rnycorecovery ) di questi elementi.
In particolare, la digestione può essere eseguita in una soluzione di acido nitrico concentrato a 50°C sotto cappa chimica. La soluzione risultante concentrata di ioni metallici recuperati consente di estrarre metalli puri attraverso successivi procedimenti noti come elettrodeposizione, precipitazione, ecc..
Il metodo dell’invenzione è quindi significativamente vantaggioso, specialmente in considerazione dei seguenti aspetti:
- le proposte condizioni di lavoro e procedura di estrazione delfelemento operano a temperatura ambiente ed hanno un basso impatto, grazie alla capacità del fungo di bioaccu nudare REE e metalli preziosi da materiali di scarto;
- il metodo non necessita di controllo ed osservazione continua, perché il processo di arricchimento dei funghi in metallo e la loro crescita sul materiale da trattare sono contemporanei ed avvengono a temperatura ambiente;
- l'attuazione del metodo non richiede un impianto particolarmente complesso (un bioreattore può consistere semplicemente in un letto di reazione);
- gli elementi possono essere recuperati in un volume minimo di acido forte che, allo stesso tempo, elimina la matrice organica della massa fungina.
1 risultati sperimentali riportati negli Esempi seguenti dimostrano che i funghi testati sono in grado di bioaccumulare gli elementi, concentrandoli nella propria massa di un fattore circa 10 rispetto a quella nel terreno di coltura.
Questi ceppi fungini possono quindi essere impiegati sia nel settore del recupero dei metalli mycorecovery, che nel campo della depurazione dei fanghi contaminati mycoremedìation .
Sotto un altro aspetto, la presente invenzione riguarda l'uso di un fungo del genere Penicillìum isolato da fango miniera, per bioaccumulare e recuperare metalli preziosi e/o elementi delle terre rare da fanghi miniera che li contengano.
Sotto un aspetto aggiuntivo, la presente invenzione riguarda l'uso di un fungo del genere Cladosporium isolato da fango di miniera, per bioaccumulare e recuperare metalli preziosi e/o elementi delle terre rare provenienti da rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche.
È da intendersi che tutti gli aspetti identificati come preferiti e vantaggiosi per il metodo della presente invenzione sono da ritenersi analogamente preferiti e vantaggiosi anche per l'uso di Penicillìum e per l'uso di Cladosporium.
È da intendersi anche che tutte le combinazioni degli aspetti preferiti del metodo dell'invenzione, come pure l'uso di Penicillìum e l’uso di Cladosporium, come precedentemente riportati, sono da ritenersi analogamente qui descritti.
Di seguito, sono forniti Esempi di realizzazione della presente invenzione a scopo illustrativo.
ESEMPI
Esempio 1.
I ceppi sono stati isolati direttamente da materiale contaminato (in questo caso fanghi di miniera) secondo il metodo della diluizione in piastra modificato (Gams, 1987). Questa tecnica permette l'isolamento di ceppi fungini vitali da un piccolo campione (circa 1 g) di terra o di materiale contaminato. Più precisamente, il campione viene diluito in acqua deionizzata sterile a diverse concentrazioni, e 1 mi di questa soluzione viene inoculato su diverse matrici solide, e successivamente incubato al buio a 25°C per 7-15 giorni. Le capsule Petri inoculate vengono controllate ogni giorno del periodo di incubazione per monitorare il potenziale di crescita fungina, e quindi consentire un più efficace isolamento dei singoli ceppi. In seguito questi ceppi vengono immagazzinati in colture axeniche in provette a temperatura ambiente, o, per un lungo tempo di conservazione, possono essere liofilizzati o crioconservati (-80 ° C).
I ceppi ottenuti sono stati identificati tramite analisi macro-micro morfologiche e molecolari.
In questo caso il Penicillium expansum è stato utilizzato per il trattamento del fango di miniera, e il
Cladosporium sp. per il trattamento dei rifiuti elettronici.
II substrato migliore, estratto di malto e Agar (MEA), è stato preparato per il ceppo bersaglio; il ceppo è stato inoculato sul supporto ed incubato a 24 ° C per 7 giorni, per consentire una buona fruttificazione.
Il substrato è stato arricchito con materiale inquinato (fango di miniera o WEEE), secondo le seguenti modalità:
a) MEA Fango di Miniera - I 1 di fango, 20 g estratto di malto, 1 g peptone, 20 g
glucosio, 20 g agar.
b) MEA WEEE - 1 1 acqua deionizzata, 20 g estratto di malto, 1 g peptone, 20 g
glucosio, 20 g agar. 0.08 g WEEE senza la parte polimerica.
Per favorire la successiva asportazione della biomassa fungina si sono sterilizzati mediante autoclavatura (120°C 10 min) e inseriti nelle piastre fogli di membrana microporosa circolari, compatibili con il diametro delle piastre stesse (90 mm).
L’inoculo preparato con acqua deionizzata sterile e conidi, è stato quantificato mediante camera di Burker (8xI0<5>conidi mi<"1>). Tutte le piastre sono state inoculate con I mi della soluzione precedentemente preparata. Una volta inoculate e siglate, le piastre sono state incubate a 24°C per 14 giorni. Da ogni piastra è stata asportata la pellicola mediante l’utilizzo di pinzette di plastica sterili. Successivamente la biomassa fungina è stata asportata mediante uso di spatoline in plastica sterili, e raccolta in appositi contenitori. Il fungo è stato disidratato ad una temperatura compresa fra i 40°C ed i 60°C. La scelta della temperatura dipende da valutazioni legate sia ad esigenze temporali, sia a fattori economici riguardo al costo del riscaldamento necessario. Durante l’essiccamento il fungo perde circa l’ottanta per cento del suo peso (acqua), riducendo drasticamente anche il suo volume.
La biomassa fungina essiccata era quindi pronta per lo smaltimento o per la digestione e il recupero degli elementi bioaccumulati.
1 due tipi di campioni inquinati utilizzati in questo esempio;
A) WEEE precedentemente macinati, e
B) fanghi reflui derivanti da zona mineraria.
In particolare:
A) Sono stati analizzati due campioni (ossia campione 1 e campione 2) di materiale ottenuto da RAEE dopo triturazione ed allontanamento della biomassa fungina essiccata per trattamento con microonde.
• Il campione 1 è circa allo 0 % in massa di carbonio.
• Il campione 2 contiene ancora circa il 15 % in massa di carbonio residuo di substrato di polimeri e resine.
L’analisi chimica è stata effettuata per spettrometria di emissione con sorgente al plasma
(ICP) dopo mineralizzazione acida del campione. I risultati dell’analisi sono riportati in Tabella 1.
Tabella 1. Composizione chimica dei due tipi di materiali di scarto elettronici
Concentrazione dei diversi elementi (ppm)
Campione Ag Al Au Cu Fe La Nd Pd Pt Sn Tb Y
1 6130 9722 5227 4817 72616 2 6 40 1,7 1 174 0,5 19,3
2 2914 40732 1 115 83498 14727 131 675 343 0,2 27187 0,68 32,3
I dati riportati in Tabella 1 evidenziano una disomogeneità nella composizione chimica dei due campioni che può essere riconducibile alla tipologia della sorgente (e- waste),
B) Il fango refluo minerario è caratterizzato da un minerale colloidale a bassa cristallini tà denominato woodwardite di formula Cui-xAlx(0H)2[S04]x/2*nH20 Questo minerale ha la peculiarità di avere intrappolato nella struttura cristallina e/o adsorbito sulla sua superficie elementi potenzialmente tossici quali metalli di transizione ed elementi delle REE .
I risultati della composizione chimica dei fanghi sono riportati in Tabella 2.
Tabella 2. Composizione chimica del fango refluo minerario
Al Cu Zn La Nd Tb Y Ce Gd Dy Er Eu Ho Lu Pr Sm Tm 14. S 6 >10000 5729 21.8 65.6 6.2 399.6 117 35.3 41.4 22.2 6.8 8.1 2.2 10.4 25.8 2.5 Wt%
Per le prove di assorbimento e selettività dei diversi funghi testati si è arricchito il terreno di coltura (MEA) con sali dei metalli in esame in concentrazione 50 ppm, tutte le prove sono state confrontate con un bianco di riferimento costituito dal fungo accresciuto su un terreno di coltura standard senza alcuna aggiunta di elementi metallici.
Dopo F accrescimento del fungo sul substrato di coltura si è proceduto secondo uno schema standardizzato:
• essiccamento del fungo in stufa ad una temperatura compresa fra i 40 ed i 60 gradi centigradi, il tempo richiesto perché il fungo perda circa l'80% del suo peso (acqua) è di 48-72 ore;
• il fungo essiccato è stato mineralizzato con acido forte concentrato (HN03) secondo i protocolli convenzionali . (Alimonti A., Violante N. 2003.
Determinazione di elementi inorganici di interesse tossicologico in matrici ambientali, biologiche alimentari. Rapporti ISTISAN 03/45 pp 155. ISSN 1123-3117; Rivaro P., Ianni C., Soggia F., Frache R. 2003. Mercury speciation in environmental samples by cold vapour atomic absorption spectrometry with in situ preconcentration on a gold trap. MicrochimicaActa, 158: 3-4, pp 345-352.);
• la soluzione acida è stata analizzata per spettrometria di emissione con sorgente al plasma (ICP).
I risultati sperimentali sono riportati di seguito nelle Tabelle 3 e 4.
Tabella 3. Risultati espressi in ppm degli elementi contenuti nelle due tipologie di fungo.
(FI = Cladosporium, F2 = Penicillium) trattati con fanghi da acque reflue.
Fungo Ag Al Au Cu Fe La Nd Pd Pt Sn Tb Y FI 0,03 14,7 0,03 14,2 3220 0,01 0,004 0,01 0,001 0,44 0 0 F2 0,06 71,6 0,53 8,36 7040 0,04 0,25 0,01 0,001 46,8 0 0,01
Tabella 4. Risultati espressi in ppm degli elementi contenuti nelle due tipologie di fungo.
(F ì=Cladosporium, F2= Penicillium) trattati col rifiuto elettronico.
Fungo Ag Al Au Cu Fe La Nd Pd Pt Sn Tb Y FI 0,03 14,7 0,03 14,2 3220 0,01 0,004 0,01 0,001 0,44 0 0 F2 0,06 71,6 0,53 8,36 7040 0,04 0,25 0,01 0,001 46,8 0 0,01
Questi risultati dimostrano;
- un accumulo generale da parte dei funghi di tutti gli elementi presenti sia nei rifiuti elettronici che nei fanghi;
- una chiara selettività dei funghi nei confronti degli elementi considerati: ogni ceppo fungino ha evidenziato una capacità di accumulo che varia in funzione del tipo di elementi ed è indipendente dalla concentrazione iniziale;
- un accumulo selettivo da parte di ciascun fungo nei confronti di alcuni metalli in funzione della matrice trattata.
Per confermare la capacità di concentrazione e la selettività dei ceppi testati si sono fatte ulteriori prove selezionando quali elementi cerio e gadolinio e quali ceppi specifici dedicati F6 e Penree. Sono stati realizzati due terreni di coltura (MEA) arricchiti rispettivamente con 0,118 g di Ce e 0,084 g di Gd. Successivamente i miceli cresciuti sulle piastre sono stati asportati, disidratati e sottoposti ad analisi ICP-MS. I risultati delle analisi sono riportati nella Tabella5,
Tabella 5: concentrazioni di gadolinio e cerio nelle due tipologie di fungo esaminato Gd Ce
Conc. di metallo nel terreno (ppm) 35 50 Conc. di metallo nel fungo Cladosporium (ppm) 297
Conc. di metallo nel fungo Penicillum (ppm) 293
I risultati hanno mostrato che il cerio è stato concentrato di un fattore 4.9, mentre il gadolinio di un fattore i 8.5 (da MEA a fungo). Dai risultati sperimentali si evince che i due ceppi testati risultano ottimi concentratori di metalli delle terre rare.

Claims (8)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Metodo per recuperare metalli preziosi e terre rare da materiali di rifiuto che li contengano, detto metodo comprendendo le fasi di: 1) fornire materiali di scarto; 2) fornire un fungo isolato da fango di miniera ed appartenente ad un genere scelto tra Penicillium, Cladosporium e loro combinazioni; 3) inoculare ed incubare detto fungo su un substrato arricchito con i detti materiali di scarto; 4) raccogliere e disidratare la biomassa fungina risultante dalla fase 3), e 5 a) smaltire la biomassa fungina essiccata contenente metalli preziosi e/o elementi di terre rare in esso bioaccumulato, o 5b) dissolvere la biomassa fungina essiccata in una soluzione di acido forte per separare i metalli preziosi ed elementi di terre rare in essa bioaccumulati.
  2. 2. Il metodo di rivendicazione 1, in cui detto fungo appartiene al genere Penicillium, ed alla specie Penicillium expansum.
  3. 3. D metodo di rivendicazione 1, in cui detto fungo appartiene al genere Cladosporium.
  4. 4. Il metodo di una qualsiasi delle rivendicazioni 1-3, in cui, nella fase 3), l'incubazione richiede un periodo di da 7 a 21 giorni.
  5. 5. Il metodo di una qualsiasi delle rivendicazioni 1-4, in cui la fase 3) è effettuata a temperatura ambiente.
  6. 6. Uso di un fungo del genere Penicillium, isolato da fango miniera, per il bioaccumulo e il recupero di metalli preziosi e/o elementi di terre rare da fanghi di miniera che li contengono.
  7. 7. L’uso di rivendicazione 6, in cui il fungo appartiene alla specie Penicillium expansum.
  8. 8, Uso di un fungo del genere Cladosporium, isolato da fango di miniera, per il bioaccumulo e il recupero di metalli preziosi e/o elementi di terre rare da rifiuti elettrici ed elettronici che li contengono.
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