ITTV20100004U1 - Dispositivo di bloccaggio per scarponi da sci - Google Patents

Dispositivo di bloccaggio per scarponi da sci

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ITTV20100004U1
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locking
locking element
locking device
toothed
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English (en)
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Alessandro Morandin
Nicola Viniero
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Garmont S R L
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Description

“DISPOSITIVO DI BLOCCAGGIO PER SCARPONI DA SCI”
DESCRIZIONE
Il presente modello si riferisce ad un dispositivo di bloccaggio per scarponi da sci.
Nel campo degli scarponi da sci, è ampiamente noto l’utilizzo di dispositivi di chiusura atti a serrare coppie di lembi contrapposti dello scafo e/o del gambetto, in modo da permettere a quest’ultimi di avvolgere e sostenere con efficacia il piede e/o la porzione inferiore della gamba dell’utilizzatore.
Un dispositivo di chiusura di tipo tradizionale comprende generalmente un dispositivo di trazione ed un dispositivo di bloccaggio, solidalmente connessi a lembi contrapposti dello scarpone e predisposti in modo da cooperare tra loro per serrare i lembi suddetti.
Il dispositivo di trazione comprende generalmente una base, solidalmente connessa ad un lembo dello scarpone, in una posizione predefinita predefinito o regolabile dall’utilizzatore, ed una leva rotazionalmente connessa alla base suddetta, in corrispondenza di una prima estremità.
La leva è operativamente connessa ad un perno di bloccaggio mediante tiranti o perni di regolazione.
Il dispositivo di bloccaggio è tipicamente costituito da una rastrelliera, solidalmente fissata al lembo contrapposto dello scarpone e comprendente una pluralità di denti, ciascuno dei quali può offrire una sede di impegno con il perno di bloccaggio, operativamente connesso alla leva del dispositivo di trazione.
In fase di chiusura dello scarpone, l’utilizzatore posiziona il perno di bloccaggio in modo da impegnarlo con uno dei denti della rastrelliera, secondo la forza di serraggio che si desidera ottenere, e manovra successivamente la leva in modo da serrare tra loro i lembi dello scarpone. In fase di apertura, l’utilizzatore manovra in senso opposto la leva, causando l’allentamento della forza di serraggio tra i lembi e la conseguente apertura degli stessi.
Sono noti dispositivi di bloccaggio che comprendono una pluralità di elementi di bloccaggio provvisti di dentature atte a cooperare tra loro per trattenere più efficacemente il perno di bloccaggio nella relativa sede di impegno.
Purtroppo, i dispositivi di bloccaggio di questo tipo, attualmente disponibili nello stato dell’arte, presentano alcuni inconvenienti.
Spesso, essi presentano efficacia ed affidabilità relativamente ridotte per quanto riguarda l’azione di ritenuta del perno di bloccaggio, soprattutto in caso di urti o cadute durante l’attività sportiva.
I dispositivi di bloccaggio di tipo noto presentano una struttura relativamente complessa, poco robusta spesso soggetta a fenomeni di usura che possono inficiare il corretto funzionamento del dispositivo di bloccaggio.
L’esperienza ha dimostrato, inoltre, come i dispositivi di bloccaggio di tipo noto risultino spesso di difficile utilizzo pratico, soprattutto qualora l’utilizzatore debba indossare guanti di protezione.
Il compito principale del presente modello è quello di fornire un dispositivo di bloccaggio per scarponi da sci che permetta di risolvere gli inconvenienti dell’arte nota, sopra descritti.
Nell’ambito di questo compito, uno scopo del presente modello è quello di fornire un dispositivo di bloccaggio che presenti un’elevata efficacia ed affidabilità nell’azione di ritenuta di un perno di bloccaggio.
Un ulteriore scopo del presente modello è quello di fornire un dispositivo di bloccaggio che sia di comodo utilizzo pratico durante l’attività sportiva.
Un ulteriore scopo del presente modello è quello di fornire un dispositivo di bloccaggio che presenti una struttura semplice e robusta, di facile ed economica realizzazione industriale.
Questo compito e questi scopi, nonché altri scopi che appariranno evidenti dalla successiva descrizione e dai disegni allegati, sono realizzati, secondo il presente modello, da un dispositivo di bloccaggio per scarponi da sci, secondo la rivendicazione 1, proposta nel seguito.
Nella sua definizione più generale, il dispositivo di bloccaggio, secondo il presente modello, comprende un primo elemento di bloccaggio ed un secondo elemento di bloccaggio che comprendono dentature atte a cooperare tra loro per trattenere un perno di bloccaggio, preferibilmente connesso operativamente ad una leva di un dispositivo di chiusura dello scarpone da sci.
Il primo elemento di bloccaggio è solidalmente connesso ad un lembo dello scarpone da sci, vantaggiosamente in corrispondenza di una posizione predefinita o selezionabile dall’utilizzatore.
Il secondo elemento di bloccaggio comprende una cavità longitudinale atta ad accogliere, almeno parzialmente, il primo elemento di bloccaggio.
Tale cavità longitudinale può essere una cavità passante sagomata o una scanalatura sagomata ricavata nel corpo dell’elemento di bloccaggio.
I suddetti elementi di bloccaggio sono operativamente connessi tra loro in modo che il secondo elemento di bloccaggio possa scorrere lungo il primo elemento di bloccaggio, tra una posizione di bloccaggio, in corrispondenza della quale le dentature del primo e secondo elemento di bloccaggio sono reciprocamente posizionate tra loro per trattenere il suddetto perno di bloccaggio, ed una posizione di sbloccaggio, in corrispondenza della quale le dentature di detto primo e secondo elemento di bloccaggio sono reciprocamente posizionate tra loro per rilasciare il perno di bloccaggio. Il dispositivo di bloccaggio, secondo il presente modello, permette di superare gli inconvenienti dell’arte nota.
Grazie al movimento relativo del secondo elemento di bloccaggio rispetto al primo elemento di bloccaggio, solidale con il lembo dello scarpone, il dispositivo di bloccaggio risulta particolarmente efficace nell’azione di ritenuta del perno di bloccaggio e particolarmente semplice da utilizzare, in qualunque fase dell’attività sportiva.
La presenza di una cavità longitudinale nel secondo elemento di bloccaggio, atta ad accogliere il primo elemento di bloccaggio, consente di realizzare vantaggiosamente un innesto scorrevole del primo elemento di bloccaggio nel secondo elemento di bloccaggio o di montare scorrevolmente il secondo elemento di bloccaggio sul primo elemento di bloccaggio.
Tale innesto o montaggio scorrevole conferisce particolare robustezza alla struttura complessiva del dispositivo di bloccaggio limitando notevolmente l’insorgenza di fenomeni di usura o malfunzionamenti, anche in presenza di condizioni ambientali avverse.
Il dispositivo di bloccaggio, secondo il presente modello, presenta una struttura molto semplice da predisporre ed assemblare industrialmente, a costi relativamente contenuti.
Ulteriori caratteristiche e vantaggi del dispositivo di bloccaggio, secondo il presente modello, potranno essere meglio percepite facendo riferimento alla descrizione data di seguito ed alle allegate figure, fornite a scopo puramente illustrativo e non limitativo, in cui:
- la figura 1 rappresenta schematicamente una vista prospettica del dispositivo di bloccaggio, secondo il presente modello; e
- la figura 2 rappresenta schematicamente una parziale vista in sezione longitudinale del dispositivo di bloccaggio, secondo il presente modello, nella posizione di bloccaggio; e
- la figura 3 rappresenta schematicamente una parziale vista in sezione longitudinale del dispositivo di bloccaggio, secondo il presente modello, nella posizione di sbloccaggio; e
- la figura 4 rappresenta schematicamente una vista in esploso del dispositivo di bloccaggio, secondo il presente modello.
Con riferimento alle citate figure, il presente modello si riferisce ad un dispositivo di bloccaggio per scarponi da sci, ad esempio uno scarpone da sci alpino, da sci alpinismo, telemark, free-ride e così via.
Il dispositivo di bloccaggio 1 comprende un primo elemento di bloccaggio 2 ed un secondo elemento di bloccaggio 3, i quali sono provvisti rispettivamente di dentature 200 e 300 atte a cooperare tra loro per trattenere un perno di bloccaggio 50 in una sede di impegno 500 (figura 2).
Il perno di bloccaggio 50 può essere vantaggiosamente connesso alla leva di un dispositivo di trazione dello scarpone da sci (non illustrati).
Vantaggiosamente, gli elementi di bloccaggio 2 e 3 sono costituiti da corpi sagomati che si estendono longitudinalmente secondo una direzione principale di sviluppo D1-D2, sostanzialmente parallela al lembo 90 dello scarpone da sci, quando il dispositivo di bloccaggio 1 si trova nella sua normale posizione operativa. Preferibilmente, essi sono costituiti da strutture a rastrelliera, realizzate, ad esempio, in acciaio indurito.
Secondo il presente modello, l’elemento di bloccaggio 2 è solidalmente connesso ad un lembo 90 dello scarpone da sci ed è, almeno parzialmente, accolto in una cavità longitudinale 4 dell’elemento di bloccaggio 3.
I due elementi di bloccaggio 2 e 3 sono così vantaggiosamente innestati tra loro e sono disposti secondo una medesima direttrice che coincide sostanzialmente con la direzione principale di sviluppo di entrambi.
Gli elementi di bloccaggio 2 e 3 sono tra loro operativamente connessi in modo che l’elemento di bloccaggio 3 sia in grado di scorrere, almeno parzialmente, lungo l’elemento di bloccaggio 2 (frecce D1 e D2 di figure 2-3).
In particolare, l’elemento di bloccaggio 3 è in grado di muoversi tra una posizione di bloccaggio 101 (figura 2), in corrispondenza della quale le dentature 200 e 300 sono reciprocamente posizionate tra loro per trattenere il perno 50 nella sede di impegno 500, ed una posizione di sbloccaggio 102 (figura 3), in corrispondenza della quale le dentature 200 e 300 sono reciprocamente posizionate tra loro per rilasciare il perno 50.
Preferibilmente, il dispositivo di bloccaggio 1 comprende mezzi elastici 7 (ad esempio una molla in acciaio) atti a forzare il secondo elemento di bloccaggio 3 a mantenere la posizione di bloccaggio 101.
In pratica, come si vedrà meglio nel seguito, i mezzi elastici 7 sono operativamente posizionati in modo da contrastare il movimento dell’elemento di bloccaggio 3, relativamente all’elemento di bloccaggio 2, secondo la direzione D1 indicata nelle figure 2-3.
La cavità longitudinale 4 può essere costituita da una scanalatura sagomata, sostanzialmente a forma di U aperta inferiormente, verso il lembo 90 dello scarpone da sci, quando il dispositivo di bloccaggio 1 si trova nella sua normale posizione operativa.
Preferibilmente, la cavità longitudinale 4 è costituita da una cavità passante sagomata delimitata, almeno parzialmente, dalle pareti dell’elemento di bloccaggio 3.
Preferibilmente, l’elemento di bloccaggio 2 comprende una porzione di fissaggio 21 al lembo 90 dello scarpone da sci, una porzione di connessione 22, in corrispondenza della quale l’elemento 2 è operativamente connesso con l’elemento di bloccaggio 3, ed una porzione dentata 23, comprendente denti 231A che definiscono la dentatura 200 dell’elemento di bloccaggio 2. L’elemento di bloccaggio 3 comprende preferibilmente una porzione di presa 31, in corrispondenza della quale l’utilizzatore può azionare l’elemento di bloccaggio 3, ed una porzione dentata 32, comprendente denti 321A e 322A che definiscono la dentatura 300 dell’elemento di bloccaggio 3.
Si noti come i denti 231A, 321A e 322A delle dentature 200 e 300 degli elementi di bloccaggio 2-3 cooperino tra loro per definire una pluralità di sedi di impegno 500 per il perno 50, quando l’elemento di bloccaggio 3 si trova nella posizione di bloccaggio 101 (figura 2).
Vantaggiosamente, gli elementi di bloccaggio 2 e 3 sono operativamente posizionati tra loro in modo che la porzione di presa 31 dell’elemento di bloccaggio 3 sia operativamente associata alla porzione di connessione 22 dell’elemento di bloccaggio 2, mediante un perno di connessione 8, e che le rispettive porzioni dentate 23 e 32 degli elementi di bloccaggio 2 e 3 siano operativamente associate tra loro.
Preferibilmente, la porzione di fissaggio 21 dell’elemento di bloccaggio 2 è costituita da una parete di base 211, orientata in modo da risultare sostanzialmente parallela al lembo 90, quando il dispositivo di bloccaggio 1 si trova nella sua normale posizione operativa.
La parete di base 211 è vantaggiosamente sagomata in modo da offrire una relativamente ampia superficie d’appoggio con lembo 90 e presentare una superficie 212 di appoggio e scorrimento per la porzione di presa 31 dell’elemento di bloccaggio 3.
In corrispondenza di una regione mediana della parete di base 211, la porzione di fissaggio 21 comprende vantaggiosamente una sede 210 atta ad ospitare mezzi di fissaggio (non illustrati) al lembo 90.
Tali mezzi di fissaggio possono comprendere, ad esempio, un rivetto in acciaio indurito.
Preferibilmente, la porzione di connessione 22 dell’elemento di bloccaggio 2 è costituita da una parete 222 che si estende secondo la direzione principale di sviluppo dell’elemento di bloccaggio 2 ed è orientata in modo da risultare sostanzialmente perpendicolare al lembo 90, quando il dispositivo di bloccaggio 1 si trova nella sua normale posizione operativa.
In corrispondenza della parete 222, la porzione di connessione 22 comprende preferibilmente una cavità longitudinale cieca 221 che si estende vantaggiosamente, con forma elissoidale, secondo la direzione principale di sviluppo dell’elemento di bloccaggio 2.
La cavità cieca 221 è atta ad ospitare i mezzi elastici 7 ed il perno 8 tra gli elementi di bloccaggio 2 e 3.
I mezzi elastici 7 sono vantaggiosamente posizionati entro la cavità cieca 221, secondo la direzione principale di sviluppo della stessa, in modo da presentare, a riposo, una prima estremità 7A in corrispondenza di una parete 221A della cavità 221, dal lato della porzione dentata 23, ed una seconda estremità 7B in corrispondenza di un bordo 221C della cavità 221, posizionato in prossimità del perno 8.
Il perno 8 attraversa trasversalmente la cavità 221, secondo una direzione sostanzialmente parallela al lembo 90 e perpendicolare alla direzione principale della cavità 221, quando il dispositivo di bloccaggio 1 si trova nella sua normale posizione operativa.
Esso è vantaggiosamente posizionato in corrispondenza di una parete 221B della cavità 221, dal lato della porzione di fissaggio 21 (figura 2).
In alternativa, la seconda estremità 7B dei mezzi elastici 7 può essere appoggiata direttamente sul perno 8.
Il descritto reciproco posizionamento operativo tra i mezzi elastici 7 ed il perno 8, entro la cavità 221, consente vantaggiosamente ai mezzi elastici 7 di mantenere il secondo elemento di bloccaggio 3 nella posizione di bloccaggio 101, contrastandone ogni movimento secondo la direzione D1.
Peraltro, si noti come la forma elissoidale della cavità 221 consenta il movimento del perno 8 lungo le direzioni D1 e D2 ed, in definitiva, lo scorrimento dell’elemento di bloccaggio 3 rispetto all’elemento di bloccaggio 2.
Preferibilmente, la porzione dentata 23 dell’elemento di bloccaggio 2 è costituita da una parete dentata 231, comprendente i denti 231A in corrispondenza di un lato opposto al lato in appoggio con lembo 90, quando il dispositivo di bloccaggio 1 si trova nella sua normale posizione operativa. Tale parete dentata si estende vantaggiosamente secondo la medesima direzione di sviluppo ed il medesimo orientamento della parete 222 della porzione di connessione 22.
Preferibilmente, la porzione di presa 31 dell’elemento di bloccaggio 3 è costituita da una coppia di pareti parallele tra loro 311 e 312, la quali si estendono secondo la direzione principale di sviluppo dell’elemento di bloccaggio 3 e sono disposte in modo da risultare sostanzialmente perpendicolari al lembo 90, quando il dispositivo di bloccaggio 1 si trova nella sua normale posizione operativa.
Sulle pareti 311 e 312 sono vantaggiosamente ricavate sedi 313, allineate tra loro ed atte ad ospitare le estremità del perno 8.
Le pareti 311 e 312 sono vantaggiosamente unite da una parete superiore 314, sostanzialmente perpendicolare, la quale comprende vantaggiosamente una superficie esterna sagomata 310 atta ad assicurare una buona presa per le dita dell’utilizzatore.
Preferibilmente, la superficie 310 presenta una pluralità di protuberanze parallele tra loro o una zigrinatura.
Vantaggiosamente, le pareti 311, 312 e 314 della porzione di presa 31 definiscono almeno parzialmente la cavità longitudinale 4 (una cavità passante o una scanalatura) atta ad accogliere il primo elemento di connessione 2.
Preferibilmente, la porzione dentata 32 comprende una coppia di pareti dentate 321 e 322, sostanzialmente parallele tra loro, che si estendono secondo la medesima direzione ed orientamento delle pareti 311 e 312 della porzione di presa 31.
Le pareti dentate 321 e 322 comprendono rispettivamente i denti 321A e 322A 231A in corrispondenza di un lato opposto al lato in appoggio con lembo 90, quando il dispositivo di bloccaggio 1 si trova nella sua normale posizione operativa.
Preferibilmente, le pareti dentate 321 e 322 sono vantaggiosamente unite da una parete inferiore 324, sostanzialmente perpendicolare, atta ad andare in appoggio scorrevole sul lembo 90, quando il dispositivo di bloccaggio 1 si trova nella normale posizione operativa.
Le pareti dentate 321, 322 e la parete inferiore 324 della porzione dentata 32 definiscono, pertanto, almeno parzialmente, in cooperazione con le pareti della porzione di presa 31, una cavità passante 4 atta ad accogliere il primo elemento di connessione 2.
Il primo elemento di connessione 2 è vantaggiosamente posizionato operativamente in modo che la sua parete dentata 231 sia alloggiata nello spazio compreso tra le pareti dentate 321 e 322 e sia appoggiata sulla parete inferiore 324 che risulta scorrevole rispetto ad essa.
In alternativa, la porzione dentata 32 può essere realizzata in modo che le pareti dentate 321 e 322 siano direttamente in appoggio scorrevole sul lembo 90, quando il dispositivo di bloccaggio 1 si trova nella normale posizione operativa.
In tal caso, le pareti dentate 321, 322 definiscono, almeno parzialmente, in cooperazione con le pareti della porzione di presa 31, una scanalatura 4 atta ad accogliere il primo elemento di connessione 2, la cui porzione dentata 23 presenta la parete dentata 231 alloggiata nello spazio compreso tra le pareti dentate 321 e 322.
Il funzionamento del dispositivo di bloccaggio 1 è molto semplice.
In posizione di riposo, l’elemento 3 si trova nella posizione di bloccaggio. Nel caso in cui l’utilizzatore intenda impegnare il perno di bloccaggio 50 con il dispositivo di bloccaggio 1, l’utilizzatore può posizionare il perno 50 stesso in corrispondenza della sede di impegno 500 che corrisponde alla posizione operativa desiderata per il perno 50.
Agendo sulla porzione di presa 31 dell’elemento di bloccaggio 3, o esercitando, sull’elemento di bloccaggio 50, una forza diretta sostanzialmente verso il lembo 90, l’utilizzatore può far scorrere l’elemento di bloccaggio 3 lungo l’elemento di bloccaggio 2, secondo la direzione D1, in modo da raggiungere la posizione di sbloccaggio 102.
Il movimento dell’elemento di bloccaggio 3 è contrastato dai mezzi elastici 7. L’utilizzatore dovrà quindi esercitare, sull’elemento di bloccaggio 3, una forza tale da vincere l’azione di contrasto dei mezzi elastici 7.
Il movimento dell’elemento di bloccaggio 3, secondo la direzione D1, porta il perno 8 a comprimere i mezzi elastici 7 contro la parete 221A della cavità cieca 221.
In corrispondenza della posizione di sbloccaggio 102, le dentature 200 e 300 degli elementi di bloccaggio 2 e 3 sono reciprocamente posizionate tra loro in modo tale da permettere l’inserimento del perno 50 nella sede di impegno 500.
A questo punto, l’utilizzatore può rilasciare l’elemento di bloccaggio 3 o cessare di esercitare una spinta sul perno 50, verso il lembo 90.
I mezzi elastici 7 sono così liberi di riportare (freccia D2) il dispositivo di bloccaggio 3 nella posizione di bloccaggio 101, in corrispondenza della quale le dentature 200 e 300 degli elementi di bloccaggio 2 e 3 sono reciprocamente posizionate tra loro in modo da trattenere il perno 50 nella sede di impegno 500.
Si noti come eventuali fuoriuscite accidentali del perno 50 dalla sede di impegno 500 siano impedite dalla forza di contrasto, esercitata dai mezzi elastici 7, ad ogni movimento del perno 8 secondo la direzione D1.
La forza di ritenuta esercitata dalle dentature 200 e 300 sul perno 50, nella posizione di bloccaggio 101, dipende così dal dimensionamento dei mezzi elastici 7.
Nel caso in cui l’utilizzatore intenda rimuovere il perno 50 dal dispositivo di bloccaggio 1, l’utilizzatore può portare l’elemento di bloccaggio 3 nella posizione di sbloccaggio 102, azionandolo manualmente, in corrispondenza della porzione di presa 31, od esercitando, sull’elemento di bloccaggio 50, una forza diretta ad allontanare quest’ultimo dal lembo 90 dello scarpone. In corrispondenza della posizione di sbloccaggio 102, le dentature 200 e 300 degli elementi di bloccaggio 2 e 3 sono reciprocamente posizionate tra loro in modo da permettere il rilascio del perno 50 dalla sede di impegno 500.
Una volta rimosso il perno 50, i mezzi elastici 7 riportano (freccia D2) il dispositivo di bloccaggio 3 in posizione di riposo, cioè nella posizione di bloccaggio 101.
Il dispositivo di bloccaggio 1 risulta di facile assemblaggio ed installazione operativa.
Per assemblare il dispositivo di bloccaggio 1, è sufficiente posizionare i mezzi elastici 7 nella cavità cieca 221, inserire l’elemento di bloccaggio 2 nella cavità 4 dell’elemento di bloccaggio 3 e far passare il perno di connessione 8 attraverso le sedi 313 e la cavità cieca 221, fissandolo opportunamente alle pareti 311 e 312 della porzione di presa 31 dell’elemento di bloccaggio 3.
Il montaggio operativo del dispositivo di bloccaggio 1 prevede semplicemente di inserire nella sede 210 i mezzi di fissaggio destinati ad essere solidalmente connessi con il lembo 90 dello scarpone.
Si è visto nella pratica che lo scarpone da sci, secondo il presente modello, permette di risolvere i problemi dell’arte nota e presenta numerosi vantaggi rispetto ad essa.
Grazie al movimento relativo dell’elemento di bloccaggio 3 rispetto all’elemento di bloccaggio 2, solidale con il lembo dello scarpone, il dispositivo di bloccaggio 1 risulta di elevata affidabilità ed efficacia nell’azione di ritenuta del perno di bloccaggio 50, anche nel caso di urti o cadute durante l’attività sportiva.
Il dispositivo di bloccaggio 1 risulta particolarmente semplice e comodo da utilizzare in qualunque fase dell’attività sportiva, anche in condizioni ambientali avverse.
Il dispositivo di bloccaggio 1 risulta particolarmente robusto dal punto di vista strutturale ed, al contempo, risulta particolarmente semplice da realizzare industrialmente, a costi relativamente competitivi rispetto ai dispositivi di bloccaggio dell’arte nota.

Claims (17)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Dispositivo di bloccaggio (1) per uno scarpone da sci comprendente un primo elemento di bloccaggio (2) ed un secondo elemento di bloccaggio (3) comprendenti dentature (200, 300) atte a cooperare tra loro per trattenere un perno di bloccaggio (50) in una sede di impegno (500) caratterizzato dal fatto che detto primo elemento di bloccaggio è solidalmente connesso ad un lembo (90) di detto scarpone da sci, detto secondo elemento di bloccaggio comprendendo una cavità longitudinale (4), atta ad accogliere almeno parzialmente detto primo elemento di bloccaggio, detto primo e secondo elemento di bloccaggio essendo operativamente connessi tra loro in modo che detto secondo elemento di bloccaggio sia in grado di scorrere lungo detto primo elemento di bloccaggio, tra una posizione di bloccaggio (101), in corrispondenza della quale le dentature di detto primo e secondo elemento di bloccaggio sono reciprocamente posizionate tra loro per trattenere detto perno di bloccaggio, ed una posizione di sbloccaggio (102), in corrispondenza della quale le dentature di detto primo e secondo elemento di bloccaggio sono reciprocamente posizionate tra loro per rilasciare detto perno di bloccaggio.
  2. 2. Dispositivo di bloccaggio (1), secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto di comprendere mezzi elastici (7) atti a forzare detto secondo elemento di bloccaggio a mantenere detta posizione di bloccaggio.
  3. 3. Dispositivo di bloccaggio (1), secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detta cavità longitudinale (4) è una cavità passante (4) o una scanalatura sagomata.
  4. 4. Dispositivo di bloccaggio, secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detto primo elemento di bloccaggio (2) comprende una porzione di fissaggio (21) al lembo (90) di detto scarpone da sci, una porzione di connessione (22) con detto secondo elemento di fissaggio ed una porzione dentata (23) comprendente una pluralità di denti (231A) che definiscono la dentatura (200) di detto primo elemento di bloccaggio.
  5. 5. Dispositivo di bloccaggio, secondo la rivendicazione 4, caratterizzato dal fatto che la porzione di fissaggio (21) di detto primo elemento di bloccaggio comprende una sede (210) atta ad ospitare mezzi di fissaggio ad un lembo di detto scarpone da sci.
  6. 6. Dispositivo di bloccaggio (1), secondo la rivendicazione 4, caratterizzato dal fatto che la porzione dentata (23) di detto primo elemento di connessione comprende una parete dentata (231).
  7. 7. Dispositivo di bloccaggio, secondo le rivendicazioni 2 e 4, caratterizzato dal fatto che la porzione di connessione (22) di detto primo elemento di bloccaggio comprende una cavità longitudinale cieca (221) atta ad ospitare detti mezzi elastici (7) ed un perno di connessione (8) tra detto primo elemento di bloccaggio e detto secondo elemento di bloccaggio, detto perno di connessione essendo operativamente associato a detti mezzi elastici in modo che detti mezzi elastici forzino detto secondo elemento di bloccaggio ad assumere detta posizione di bloccaggio.
  8. 8. Dispositivo di bloccaggio, secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detto secondo elemento di bloccaggio (3) comprende una porzione di presa (31) per l’utilizzatore ed una porzione dentata (32) comprendente una pluralità di denti (321A, 322A) che definiscono la dentatura (300) di detto secondo elemento di bloccaggio.
  9. 9. Dispositivo di bloccaggio, secondo la rivendicazione 8, caratterizzato dal fatto che la porzione di presa (31) di detto secondo elemento di bloccaggio comprende una superficie di presa sagomata (310).
  10. 10. Dispositivo di bloccaggio (1), secondo la rivendicazione 8, caratterizzato dal fatto che la porzione dentata (32) di detto secondo elemento di bloccaggio comprende una coppia di pareti dentate (321, 322), sostanzialmente parallele tra loro.
  11. 11. Dispositivo di bloccaggio, secondo le rivendicazioni 4 e 8, caratterizzato dal fatto che la porzione di presa (31) di detto secondo elemento di bloccaggio è operativamente associata alla porzione di connessione (22) di detto primo elemento di bloccaggio, la porzione dentata (32) di detto secondo elemento di bloccaggio essendo operativamente associata alla porzione dentata (23) di detto primo elemento di bloccaggio.
  12. 12. Dispositivo di bloccaggio (1), secondo le rivendicazioni 3 e 10, caratterizzato dal fatto che le pareti dentate della porzione dentata di detto secondo elemento di bloccaggio definiscono almeno parzialmente la cavità longitudinale (4) di detto secondo dispositivo di bloccaggio.
  13. 13. Dispositivo di bloccaggio (1), secondo le rivendicazioni 6 e 10, caratterizzato dal fatto che la parete dentata (231) della porzione dentata (23) di detto primo elemento di bloccaggio è alloggiata entro detta cavità longitudinale (4), nello spazio compreso tra le pareti dentate (321, 322) della porzione dentata (32) di detto secondo elemento di bloccaggio.
  14. 14. Dispositivo di bloccaggio, secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che i denti (231A, 321A, 322A) delle dentature (200, 300) del primo e secondo elemento di bloccaggio definiscono una pluralità di sedi di impegno (500) per detto perno di bloccaggio (50).
  15. 15. Dispositivo di bloccaggio, secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detto primo e secondo elemento di bloccaggio comprendono rispettivamente un primo e secondo corpo sagomato che si estendono longitudinalmente, secondo una direzione principale di sviluppo.
  16. 16. Dispositivo di chiusura per scarponi da sci caratterizzato dal fatto di comprendere un dispositivo di bloccaggio, secondo una o più delle rivendicazioni precedenti.
  17. 17. Scarpone da sci caratterizzato dal fatto di comprendere un dispositivo di bloccaggio, secondo una o più delle rivendicazioni da 1 a 15.
ITTV20100004 2010-01-15 2010-01-15 Dispositivo di bloccaggio per scarponi da sci ITTV20100004U1 (it)

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