ITTO950771A1 - Dispositivo di illuminazione realizzabile con spessore ridotto, in particolare proiettore o fanale per veicoli - Google Patents

Dispositivo di illuminazione realizzabile con spessore ridotto, in particolare proiettore o fanale per veicoli Download PDF

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Stefania Masuelli
Sabino Sinesi
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Abstract

Dispositivo di illuminazione, utilizzabile come proiettore o fanale per veicoli, avente uno spessore (ingombro in profondità) estremamente ridotto rispetto alle altre dimensioni, includente almeno una sorgente luminosa, un modulatore/estrattore ed almeno un riflettore per collimare un fascio di raggi luminosi dalla sorgente verso il modulatore/estrattore, il quale è atto a controllare la divergenza e la distribuzione di intensità del fascio ed a deviare lo stesso attraverso una lente disposta sostanzialmente parallela alla direzione di propagazione del fascio, di fronte al modulatore/estrattore; quest'ultimo è costituito da un secondo riflettore, una cui superficie superiore, la quale è direttamente affacciata alla lente, è disposta obliquamente alla direzione di propagazione del fascio, in modo che il secondo riflettore risulta conformato in sezione sostanzialmente a cuneo nella direzione di propagazione del fascio, ed è formata da una pluralità di risalti tra loro adiacenti, aventi ciascuno, nella direzione di propagazione del fascio, un profilo conformato a dente di sega; rispettive creste di sommità dei risalti giacendo tutte allineate lungo un profilo curvo continuo di forma prefissata e rispettivi lati obliqui dei risalti, rivolti verso la sorgente luminosa, giacendo ad angolazioni prefissate rispetto alla direzione di propagazione del fascio.(Figure 1 e 3).

Description

D E SC RIZIONE
La presente invenzione si riferisce ad un dispositivo di illuminazione realizzabile in modo da presentare spessore, ovvero ingombro in profondità, notevolmente ridotto rispetto alle altre dimensioni, in particolare alla estensione superficiale della lente Un tale tipo di dispositivo di illuminazione trova utile impiego come proiettore o fanale per veicoli.
E' noto che in numerose applicazioni automobilistiche è necessario disporre di dispositivi di illuminazione, quali proiettori e/o fanali, aventi elevata potenza, buona distribuzione ottica del fascio luminoso, basso consumo ed ingombri ridotti, soprattutto nel senso della profondità, ovvero parallelamente all'asse ottico lungo il quale avviene la propagazione del fascio luminoso finale che si vuole ottenere.
Per soddisfare tali esigenze sono note varie modalità realizzative di dispositivi sottili di illuminazione. Il brevetto USA 5.046.805 è relativo ad un dispositivo in cui il fasciò luminoso emesso dalla sorgente', lateralmente alla direzione in cui lo si vuole dirigere, è raccolto da una guida di luce lungo la quale'il fascio è trasmesso per riflessione interna e dalla quale viene estratto nelle posizioni desiderate per mezzo di diffusori; dalla domanda italiana di brevetto !nr. T094A000773 della stessa Richiedente, invece, è noto un dispositivo in cui il fascio luminoso è raccolto da una guida di luce definita da due parti stampate in modo da avere una pluralità di interfacce opportunamente inclinate, lungo le quali le due parti, che sono .trasparenti, sono incollate con uno strato di colla ottica di indice di rifrazione definito: in questo modo la propagazione del fascio luminoso lungo la guida produce, all'attraversamento di ciascuna singola interfaccia, fenomeni di parziale rifrazione/riflessione, che permettono di estrarre e condurre la luce.
Entrambi i dispositivi descritti utilizzano dunque una guida di luce come modulatore/estrattore del fascio desiderato. Essi presentano però inconvenienti particolarmente importanti dal punto di vista delle prestazioni ottenibili: il primo dispositivo, secondo il brevetto USA citato, presenta una ottima uniformità dell'illuminamento della guida ma non permette alcun controllo sulla distribuzione d'intensità luminosa e divergenza del fascio finale in uscita dal dispositivo, come! è invece necessario nel caso di dispositivi automobilistici . Queste funzioni devono perciò essere affidate!, quando possibile, alla lente, con complicazioni. cositruttive e aumenti di ingombro.
Per- il secondo dispositivo noto descritto, viceversa, si può dimostrare che la guida di luce ha efficienza bassissima : l'efficienza è infatti funzione del numero dii interfacce e solo se tale numero è sufficientemente grande (maggiore di 100) è possibile avere una efficienza di estrazione della luce superiore al 45%. La possibilità di avere un numero elevato di interfacce-è però sempre limitata dalle dimensioni fisiche a disposizione per la guida di luce, dimensioni che sono iridotte se non si desiderano ingombri elevati del dispo{sitivo. Le dimensioni ridotte del dispositivo finale si pagano perciò in termini di bassa efficienza luminosa,! il che costringe ad usare lampade di elevata potenza e/o un numero elevato di lampade, causando elevati Consumi energetici. Inoltre, in questo tipo di dispositivi, l'uniformità di illuminamento è inversamente proporzionale al numero di interfacce, per cui, per avere una buona uniformità, occorre lavorare con guide di jscarsa efficienza, oppure modulare opportunamente le caratteristiche di riflessione/rifrazione della singola interfaccia delle guide. Ciò si può ottenere o differenziando dimensionalmente le successive interfacce, o modulando l'indice di rifrazione del collante -fra le stesse: in ogni caso si introduce però una complicazione realizzativa e non sempre si ovvia in modo soddisfacente all'inconveniente in questione.
Scopo del trovato è quello di fornire un dispositivo di illuminazione che superi gli inconvenienti descritti, in particolare permettendo di abbinare una elevata uniformità di illuminamento con una parimenti elevata efficienza. E' anche uno scopo del trovato quello di fornire un dispositivo compatto, affidabile e di relativamente semplice realizzazione.
In base all'invenzione viene dunque realizzato un dispositivo di illuminazione, utilizzabile come proiettore o fanale per veicoli, avente spessore ridotto rispetto alle altre dimensioni, comprendente al meno una sorgente luminosa, un modulatore/estrattore ed almeno un riflettore per collimare un fascio di raggi luminosi dalla sorgente verso il modulatore/estrattore, il quale è atto a controllare la divergenza e la distribuzione di intensità del fascio ed a deviare lo stesso attraverso una lente disposta sostanzialmente parallela alla direzione di propagazione del fascio, di fronte al modulatore/estrattore; caratterizzato dal fatto che il modulatore/estrattore è costituito da un secondo riflettore, affacciato al primo, una superficie superiore del secondo riflettore, direttamente affacciata alla lente, essendo disposta obliquamente alla direzione di propagazione del fascio, in modo che il secondo riflettore risulta Conformato in sezione sostanzialmente a cuneo nella direzione di propagazione del fascio,· e dal fatto che la.detta superficie superiore è definita almeno in parte da una pluralità di risalti tra loro adiacenti, aventi ciascuno, nella direzione di propagazione del fascio, un profilo conformato a dente di sega, in modo che rispettivi lati obliqui dei risalti, rivolti verso la sorgente luminosa, giacciono ad angolazioni prefissate rispetto alla direzione di propagazione del fascio .
Inoltre, rispettive creste di sommità dei detti risalti con profilo a dente di sega giacciono tutte allineate lungo un profilo curvo continuo di forma prefissata, il quale è preferibilmente un profilo complesso, formato da una pluralità di curve di equazione diversa raccordate tra loro senza soluzione di continuità fino ad un prefissato ordine di derivata, preferibilmente fino al secondo ordine.
I lati obliqui dei risalti sono definiti da rispettive superfici riflettenti piane o curve, eventualmente definite da profili complessi, ed i detti risalti presentano tutti un profilo costante, cosicché i lati obliqui presentano tutti la medesima inclinazione, oppure possono presentare profilo diverso uno dall'altro, cosicché i lati obliqui presentano inclinazioni differenti.
Infine, secondo un aspetto ulteriore dell'invenzione , le superfici definenti i detti lati obliqui dei risalti sono provviste di ottiche o microottiche diffrattive, ricavate direttamente sulle stesse o riportate sulle medesime,· tali microottiche diffrattive possono, eventualmente, venire ricavate direttamente su una superficie priva di risalti del secondo riflettore, in sostituzione di parte dei risalti a dènte di sega stessi.
Infine, la lente è preferibilmente provvista di una pluralità di lenti/microlenti rifrattive, diffrattive o ibride diffrattive/rifrattive atte a ricevere il fascio luminoso preventivamente modulato e deviato dal secondo riflettore per impartire allo stesso una distribuzione definitiva desiderata.
Ulteriori scopi e vantaggi della presente invenzione appariranno chiari dalla descrizione che segue di alcuni suoi esempi non limitativi di realizzazione, effettuata con riferimento alle figure dei disegni annessi/ nei quali:
- la figura 1 rappresenta una vista schematica in elevazione di un proiettore/fanale per veicoli realizzato secondo il trovato,·
- la figura 2 illustra schematicamente una vista in prospettiva del dispositivo di figura 1;
- le figure 3 e 4 illustrano esemplificativamente, in scala ingrandita, rispettivi dettagli costruttivi del dispositivo di figura 1; e
- le figure 5, 6, 7 ed 8 illustrano diverse possibili varianti costruttive del dispositivo dell'invenzione.
Con riferimento alle figure 1 e 2, è indicato nel complesso;con 10 un dispositivo di illuminazione, nella fattispecie un proiettore o un fanale per veicoli, comprendente essenzialmente un involucro 2 di tipo noto, illustrato solo schematicamente per semplicità, per esempio di forma parallelepipeda, all'interno del quale sonò disposti una sorgente luminosa 1 ed un riflettore 3, per esempio di profilo parabolico; l'involucro 2 è chiuso verso l'esterno (per esempio a tenuta di fluido) da uno schermo trasparente o lente 6 (fig. 1). Secondo l'invenzione, il dispositivo 10 presenta uno spessore S misurato parallelamente ad un asse ottico A lungo il quale vengono diretti raggi 11 prodotti! dal dispositivo 10, sensibilmente più piccolo (per esempio di un ordine di grandezza), della lunghezza L dell'involucro 2, mentre la dimensione in larghezza, ovvero perpendicolarmente alla lunghezza L ed allo .spessore S, può essere qualsiasi, a seconda delle esigenze di illuminazione. Il riflettore 3, con la sorgente 1, sono disposti ad una estremità 4 dell'invòlucro 2, in modo che il riflettore 3 collima rispettivi raggi luminosi 9 emessi dalla sorgente l parallelamente uno all'altro, lungo una direzione di propagazione X indicata dalla freccia in figura 1, parallela alla lente 6 ed al lato di dimensioni L dell'involucro 2, perpendicolarmente e da un lato dell'asse ottico A.
Inoltre, all'interno dell'involucro 2 è anche alloggiato 'un elemento modulatore/estrattore, il quale ha il compito di raccogliere i raggi 9 collimati dal riflettorie 3 per deviarli, con divergenza ed intensità prefissate rispetto all'asse ottico A, attraverso la lente 6, a formare i raggi 11 del fascio luminoso finale che si desidera ottenere. Secondo l'invenzione, tale elemento modulatore/estrattore è costituito da un secondo riflettore 13 affacciato al riflettore 3, da banda opposta al medesimo e disposto di fronte alla lente 6, per tutta la lunghezza L dell'involucro 2.
Il riflettore 13 presenta una superficie superiore 14 completamente riflettente, direttamente affacciata alla lente 6 e disposta obliquamente alla direzione X di propagazione del fascio di raggi 9, in modo che il riflettore 13 risulti conformato in sezione (operata lungo la direzione X) sostanzialmente a cuneo. Inoltre, la superficie 14 è definita, totalmente o almeno in parte, da una pluralità di risalti 15 tra loro adiacenti, aventi ciascuno, nella direzione X di propagazione del fascio luminoso collimato dal riflettore 3, un profilo conformato a dente di sega (figure 3 e 5); pertanto, ciascun risalto 15 (figure 3 e 5) risulta delimitato da un lato obliquo 16, rivolto verso la sorgente luminosa l, il quale giace ad una angolazione prefissate rispetto alla direzione di propagazione X, e da un opposto lato 18, disposto sostanzialmente perpendicolare alla lente 6.
Entrambi i lati 16,18 sono definiti, nella fattispecie, da superfici riflettenti, le quali possono essere pianp, come illustrato, oppure presentare una curvatura, sia nella direzione X, sia in quella perpendicolare, curvatura descritta da una unica equazione, oppure, a seconda delle esigenze, da una serie di equazioni diverse (superficie complessa), al fine di ottenere un controllo della divergenza del fascio di raggi li in uscita dal dispositivo 10 sulle due direzioni perpendicolari rispetto all'asse ottico A.
In ogni caso, secondo l'invenzione, i risalti 15 sono conformati in modo che rispettive creste di sommità 20 degli stessi giacciono tutte allineate lungo un profilo curvo continuo di forma prefissata, illustrato da una linea tratteggiata indicata con 21 in figura 3. Il profilo 21 è tale da impartire una configurazione sostanzialmente concava alla superficie riflettente 14 nel suo complesso, formata dall'insieme dei risalti 15 tra loro adiacenti e, a seconda della distribuzione da impartire al fascio finale di raggi 11 da distribuire e deviare attraverso la lente 6, tale profilo 21 può avere equazione semplice (per esempio essere parabolico o ellittico) oppure essere, preferibilmente, un profilo complesso, formato da una pluralità di curve di equazione diversa (per esempio una parabola., un tratto di ellisse, uno di cerchio, uno di iperbole, eccetera) raccordate tra loro senza soluzione di continuità fino ad un prefissato ordine di derivata, preferibilmente fino al secondo ordine.
Il profilo 21 viene scelto mediante calcolo, in modo da ricavare il miglior compromesso possibile fra le seguenti esigenze:
- ottenere un primo controllo della divergenza del fascio di raggi 11 in uscita dal dispositivo 10 lungo una delle due direzioni perpendicolari all'asse ottico A, che sarà poi perfezionato dalla lente 6;
- uniformare la distribuzione di illuminamento sulla lente 6 di uscita dal dispositivo 10, a partire da quella che era la distribuzione ("pattern") di intensità congiunta del fascio di raggi 9 collimato dal riflettore 3 e della luce diretta in uscita.
In ogni caso, la scelta del profilo 21 possibile è limitata dalle dimensioni fisiche del dispositivo 10, in particolare dalle due altezze hi e h2 (figura 3) di inizio e fine dell'elemento 13, le quali vengono stabilite ad inizio progetto in funzione dello spessore S finale da raggiungere. In figura 4 sono illustrati, fuori scala, tre diversi possibili profili, 2la, 21b e 21c e si illustra come il medesimo raggio 9 collimato dal riflettore 3 subisca, in funzione del diverso profilo 21, delle riflessioni ad angoli differenti, che danno luogo a raggi in uscita Ila, llb ed Ile aventi divergenze differenti e che incidono sulla lente 6 in zone assolutamente diverse.
Secondo quanto è illustrato in figure da 1 a 3, i denti o risalti 15 presentano tutti un profilo costante, cosicché i lati obliqui 16 presentano tutti la medesima inclinazione, oppure, secondo la variante illustrata in figura 5, la superficie 14 riflettente del riflettore, indicato con I3a, è composta da risalti 15 presentanti profilo diverso uno dall'altro, cosicché i lati obliqui 16 presentano inclinazioni differenti, al fine di ottenere una modulazione della distribuzione luminosa (come è evidenziato dalla diversa divergenza dei raggi il ottenuti in uscita) senza modificare l'uniformità di illuminamento della lente 6.
Secondo l'ulteriore possibile variante illustrata fuori scala in figura 6, sui risalti 15, in particolare sulle ,superfici definenti i lati obliqui 16 degli stessi, possono essere riportate ottiche o microottiche diffrattive 25a e 25b, diverse una dall'altra (oppure anche identiche tra loro), con funzione di prima distribuzione del fascio luminoso finale desiderato. Tali ottiche 25a,25b possono essere ricavate direttamente sulle superfici 16, come una serie di microrisalti ottenuti direttamente insieme all'elemento 13, il quale è preferibilmente ricavato per stampaggio in una resina plastica sintetica, oppure essere ricavate, secondo una tecnologia nota, su rispettivi film trasparenti (noti e non illustrati), i quali sono a loro volta applicati a rivestimento delle superficie 16, per esèmpio per incollaggio.
Se si fa uso di microottiche diffrattive, queste possono, in alcuni casi, sostituire completamente parte dei risalti 15 a dente di sega: in tal caso, cioè,
alcune zone della superficie 14 sono prive di risalti
15 e solamente provviste di una ottica diffrattiva, in ogni caso, tali zone di superficie 14 dovranno comunque giacere sul profilo 21 complessivo di sagoma della
superficie 14 nel suo complesso.
Infine, la lente 6 è provvista di una pluralità
di lenti/microlenti 6a (figura 1) rifrattive, diffrattive o ibride diffrattive/rifrattive atte a ricevere
il fascio luminoso preventivamente modulato e deviato
dalla superficie 14, per impartire allo stesso la distribuzione definitiva desiderata. Anche tali ottiche
6a possono essere ricavate direttamente sulla lente 6,
oppure ;su film, poi riportato per incollaggio sulla 5 lente 6, per esempio sul lato interno al dispositivo
10 .
La sorgente luminosa 1 può essere di qualsiasi
tipo, atta ad emettere luce monocromatica, policromatica, coerente, parzialmente coerente o totalmente incoerente; per esempio può essere una lampada a filamento (ad incandescenza), a gas, a scarica ionica,
polimerica a stato solido, LED (con eventuali opportune lenti di collimazione), alogena, al neon, oppure
essere costituita da una fibra ottica; nel caso non si desiderilo sfruttare i raggi diretti, inoltre, la sorgente 1 può essere mascherata in modo noto con un apposito cappuccio oscuratore disposto dalla parte del secondo riflettore 13.
L'esempio illustrato in figure 1 e 2 utilizza una unica fonte di luce 1, disposta ad un estremo 4 del dispositivo 10; sulla base dello spazio disponibile e della potenza necessaria a realizzare il fascio luminoso finale desiderato, però, sono possibili numerose altre forme di realizzazione del dispositivo 10, due delle quali, indicate con 10a e 10b, sono illustrate in figure 7 ed 8, come varianti utilizzanti più fonti luminose .
Per esempio, in figura 7 è illustrato un dispositivo 10a 'presentare forma allungata e comprendere una coppia di'riflettori 3, allineati e contrapposti, ciascuno provvisto di una rispettiva sorgente luminosa 1, ed un modulatore/estrattore costituito da un ulteriore riflettore 13b avente forma a doppio cuneo, disposto tra i due riflettori 3, allineato con gli stessi, e delimitato da una coppia di superfici superiori oblique riflettenti 14a e 14b, aventi inclinazione opposta, ciascuna affacciata ad un riflettore 2 e definita da una pluralità di risalti adiacenti 15, digradanti a partire da una porzione centrale di sommità 34, comune, verso i rispettivi riflettori 3. In caso sia necessario aumentare la potenza d'illuminamento, questa variante, come anche la precedente, di figure 1 e 2, possono costituire un modulo infinitamente duplicabile lungo la direzione perpendicolare al lato L, in cui le sorgenti 1 sono disposte in successione sul medesimo lato (o sui due lati contrapposti).
Secondo la variante di figura 8, infine, un dispositivo 10c secondo l'invenzione è realizzabile anche con simmetria circolare rispetto all'asse ottico A: il dispositivo lOc comprende, in questo caso, un riflettore I3c delimitato da una superficie superiore riflettente 14 di sviluppo sostanzialmente conico, formata da una pluralità di risalti 15 anulari, ciascuno avente in direzione radiale profilo a dente di sega,· tale riflettore 13c, disposto in asse con l'asse ottico A, è disposto all'interno di un opportuno involucro 2 insieme ad una pluralità di riflettori 3, ciascuno provvisto di una rispettiva sorgente luminosa 1, disposti radialmente in corona intorno al riflettore 13c; frontalmente, il dispositivo lOc è chiuso da una lente 6. In questo modo, lungo qualsiasi direzione radiale definita dall'asse di un riflettore 3 si riproduce sostanzialmente la medesima configurazione di funzionamento del dispositivo 10 di figure 1 e 2.

Claims (12)

  1. R I V E N D I C A Z I O N I 1. Dispositivo di illuminazione, utilizzabile come proiettore o fanale per veicoli, avente spessore ridotto rispetto alle altre dimensioni, comprendente almeno una sorgente luminosa, un modulatore/estrattore ed almeno un riflettore per collimare un fascio di raggi luminosi dalla sorgente verso il modulatore/estrattore, il quale è atto a controllare la divergenza e la distribuzione di intensità del fascio ed a deviare lo stesso attraverso una lente disposta sostanzialménte parallela alla direzione di propagazione del fascio, di fronte al modulatore/estrattore; caratterizzato dal fatto che il modulatore/estrattore è costituito da un secondo riflettore, affacciato al primo, una superficie superiore del secondo riflettore, direttamente affacciata alla lente, essendo disposta obliquamente alla direzione di propagazione del fascio; e dal fatto che la detta superficie superiore è definita almeno in parte da una pluralità di risalti tra loro adiacenti, aventi ciascuno, nella direzione di propagazione del fascio, un profilo conformato a dente di sega, in modo che rispettivi lati obliqui dei risalti, rivolti verso la sorgente luminosa, giacciono ad angolazioni prefissate rispetto alla direzione di propagazione del fascio.
  2. 2. Dispositivo di illuminazione secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che rispettive creste di sommità dei detti risalti aventi profilo a dente di sega giacciono tutte allineate lungo un profilo curvo continuo di forma prefissata.
  3. 3. Dispositivo di illuminazione secondo la rivendicazione 2, caratterizzato dal fatto che il detto profilo è un profilo complesso, formato da una pluralità di curve di equazione diversa raccordate tra loro senza soluzione di continuità fino ad un prefissato ordine di derivata, preferibilmente fino al secondo ordine .
  4. 4. Dispositivo di illuminazione secondo una qualsia-'5 si delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detti lati obliqui dei risalti sono definiti da rispettive superfici piane.
  5. 5. Dispositivo di illuminazione secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 1 a 3, caratterizzato dal fatto che detti lati obliqui dei risalti sono definiti da rispettive superfici curve.
  6. 6. Dispositivo di illuminazione secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che i detti risalti presentano tutti un profilo costante, i detti lati obliqui presentando tutti la medesima inclinazione.
  7. 7. Dispositivo di illuminazione secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 1 a 5, caratterizzato dal fatto che i detti risalti presentano profilo diverso uno dall'altro, i detti lati obliqui presentando inclinazioni differenti.
  8. 8. Dispositivo di illuminazione secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che almeno le superfici definenti i detti lati obliqui dei risalti sono provviste di ottiche o microottiche diffrattive, ricavate direttamente sulle stesse o riportate sulle medesime.
  9. 9. Dispositivo di illuminazione secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che la detta lente è provvista di una pluralità di lenti/microlenti rifrattive, diffrattive o ibride diffrattive/rifrattive atte a ricevere il fascio luminoso preventivamente modulato e deviato dal secondo riflettore-per impartire allo stesso una distribuzione definitiva-desiderata.
  10. 10. Dispositivo di illuminazione secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto di presentare forma allungata e comprendere una coppia di primi riflettori, allineati e contrapposti, ciascuno provvisto di una rispettiva sorgente luminosa, ed un secondo riflettore avente forma a doppio cuneo, disposto tra detti primi riflettori allineato con gli stessi, delimitato da una coppia di superiici superiori òblique riflettenti, ciascuna affacciata ad un primo riflettore e definita da una pluralità dì detti risalti adiacenti, digradanti a partire da una porzione centrale di sommità, comune, verso il rispettivo primo riflettore.
  11. 11. Dispositivo di illuminazione secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto di presentare, perpendicolarmente alla direzione di propagazione del fascio luminoso da esso emesso, forma sostanzialmente circolare, comprendente un secondo riflettore delimitato da una superficie superiore riflettente formata da una pluralità di risalti anulari, ciascuno avente in direzione radiale profilo a dente di sega, ed una pluralità di primi riflettori, ciascuno provvisto di una rispettiva sorgente luminosa, disposti radialmente in corona intorno al secondo riflettore .
  12. 12. Dispositivo di illuminazione avente spessore ridotto rispetto alle altre dimensioni, in particolare un proiettore od un fanale per un veicolo, sostanzialmente come descritto e come illustrato con riferimento ai disegni annessi.
IT95TO000771A 1995-09-27 1995-09-27 Dispositivo di illuminazione realizzabile con spessore ridotto, in particolare proiettore o fanale per veicoli IT1281366B1 (it)

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