ITTO20130740A1 - Dispositivo per il fissaggio di utensili a macchine operatrici mediante perni - Google Patents

Dispositivo per il fissaggio di utensili a macchine operatrici mediante perni

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ITTO20130740A1
ITTO20130740A1 IT000740A ITTO20130740A ITTO20130740A1 IT TO20130740 A1 ITTO20130740 A1 IT TO20130740A1 IT 000740 A IT000740 A IT 000740A IT TO20130740 A ITTO20130740 A IT TO20130740A IT TO20130740 A1 ITTO20130740 A1 IT TO20130740A1
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IT
Italy
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tooth
tool
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expander element
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IT000740A
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Inventor
Carloalberto Chiolerio
Paolo Giovanni Chiolerio
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Rialca Due Di Chiolerio Paolo Giova Nni
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    • E02HYDRAULIC ENGINEERING; FOUNDATIONS; SOIL SHIFTING
    • E02FDREDGING; SOIL-SHIFTING
    • E02F9/00Component parts of dredgers or soil-shifting machines, not restricted to one of the kinds covered by groups E02F3/00 - E02F7/00
    • E02F9/28Small metalwork for digging elements, e.g. teeth scraper bits
    • E02F9/2808Teeth
    • E02F9/2816Mountings therefor
    • E02F9/2833Retaining means, e.g. pins
    • EFIXED CONSTRUCTIONS
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    • E02FDREDGING; SOIL-SHIFTING
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    • E02F9/28Small metalwork for digging elements, e.g. teeth scraper bits
    • E02F9/2808Teeth
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    • E02F9/2825Mountings therefor using adapters
    • FMECHANICAL ENGINEERING; LIGHTING; HEATING; WEAPONS; BLASTING
    • F16ENGINEERING ELEMENTS AND UNITS; GENERAL MEASURES FOR PRODUCING AND MAINTAINING EFFECTIVE FUNCTIONING OF MACHINES OR INSTALLATIONS; THERMAL INSULATION IN GENERAL
    • F16BDEVICES FOR FASTENING OR SECURING CONSTRUCTIONAL ELEMENTS OR MACHINE PARTS TOGETHER, e.g. NAILS, BOLTS, CIRCLIPS, CLAMPS, CLIPS OR WEDGES; JOINTS OR JOINTING
    • F16B21/00Means for preventing relative axial movement of a pin, spigot, shaft or the like and a member surrounding it; Stud-and-socket releasable fastenings
    • F16B21/10Means for preventing relative axial movement of a pin, spigot, shaft or the like and a member surrounding it; Stud-and-socket releasable fastenings by separate parts
    • F16B21/12Means for preventing relative axial movement of a pin, spigot, shaft or the like and a member surrounding it; Stud-and-socket releasable fastenings by separate parts with locking-pins or split-pins thrust into holes
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    • F16B21/14Details of locking-pins or split-pins
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Description

TITOLO: “Dispositivo per il fissaggio di utensili a macchine operatrici mediante perni”
DESCRIZIONE
Settore tecnico
La presente invenzione si riferisce a un dispositivo per il fissaggio di utensili a macchine operatrici mediante perni; in particolare tali utensili possono essere denti per macchine movimento terra, utensili per macchine agricole o simili.
Sfondo tecnologico
Sono noti nel settore delle macchine operatrici dispositivi per fissare a tali macchine degli utensili per mezzo di perni. Tali dispositivi possono essere utilizzati in combinazione con diversi tipi di macchine, tra cui macchine movimento terra, macchine agricole o simili.
Con particolare riferimento al settore delle macchine movimento terra, sono presenti ad esempio degli scavatori, dotati di una benna o una pala collegata all’estremità di un braccio mobile, per rompere e movimentare terreno dalle caratteristiche molto variabili.
La benna di queste macchine è generalmente dotata di una o più denti, o punte, collegabili ad essa in maniera removibile, in modo che tali denti possano essere sostituiti quando sono usurati o se si rompono durante l’utilizzo, senza che sia necessario sostituire l’intera benna, operazione alquanto antieconomica e di difficile attuazione.
In particolare i denti sono fissati in diversi modi ad alcune protuberanze, chiamati portadenti, presenti lungo il bordo inferiore della benna. In passato, un metodo di fissaggio prevedeva l’uso di un perno o chiavetta, il quale veniva inserito a forza mediante l’uso di colpi di martello in una serie di fori ricavati tra il portadente della benna ed il dente; il perno, una volta inserito, è accolto in una elemento deformabile, ad esempio un anello od un elemento in gomma, in grado di generare un attrito tale da mantenere i vari pezzi in posizione durante l’utilizzo del mezzo.
Questo metodo è evidentemente poco sicuro e pratico, in particolare quando occorre lavorare con mezzi escavatori di ridotte dimensioni e non c’è sufficiente spazio tra i portadenti della pala che permettano l’utilizzo di un martello. Inoltre, quando si utilizzano perni di grandi dimensioni bisogna esercitare molta forza col martello per inserire il perno ed esercitare l’attrito richiesto con l’anello.
Un ulteriore inconveniente è dato dalla scarsa sicurezza per gli operatori che utilizzano martelli o mazze per inserire il perno.
Un ulteriore inconveniente è dato dal fatto che tali dispositivi lavorano principalmente per attrito e il perno ha un notevole gioco all’interno degli spazi in cui è inserito, quindi sono maggiori le possibilità di sfilamento del perno, in particolare quando la benna opera in terreni duri o dove è presente dell’acqua: in questi casi le vibrazioni o l’acqua eliminano quel sottile strato di terra che si deposita negli interstizi tra dente, benna e dispositivo di fissaggio, che sono utili ad aumentare l’attrito e a mantenere i pezzi in contatto reciproco.
Quando durante l’utilizzo della macchina uno o più perni si sfilano si incontrano degli inconvenienti, tra cui: maggiori costi; pericolo dovuto alla caduta di punte dalla benna posizionata ad una certa distanza dal suolo; usura del portadente “scoperto” e quindi della benna stessa.
Perciò, negli ultimi anni sono state sviluppate tecnologie di fissaggio meno “invasive”, le quali, però, risultano di scarsa praticità, specialmente considerando che sono destinate ad essere utilizzate prevalentemente in ambienti di cantiere, in cui spesso sono presenti acqua e detriti.
Ad esempio, nel documento ES1068766U è illustrato un dispositivo comprendente un perno passante parzialmente filettato, destinato a collaborare con una rondella filettata avente un mezzo di blocco, ad esempio una scanalatura, nella quale un operatore inserisce una vite o spinotto per trattenerla in posizione, evitando la fuoriuscita dei pezzi dalla loro sede.
Un ulteriore inconveniente è dato dal fatto che presumibilmente il perno passante (di grande dimensione) e la vite di bloccaggio (di piccola dimensione) debbano essere avvitate per mezzo di due chiavi differenti, complicando così l’operazione di sostituzione. Inoltre, quando si opera in un ambiente esterno, è facile che alcuni di questi pezzi vengano persi, in particolare la vite di bloccaggio.
Sintesi dell’invenzione
Uno scopo della presente invenzione è quello di realizzare un dispositivo per il fissaggio di utensili a macchine operatrici mediante perni,che possa essere prodotto in modo semplice ed economico.
Un ulteriore scopo della presente invenzione è quello di realizzare un dispositivo avente una serie di caratteristiche funzionali, tra cui facilità di fissaggio e rimozione, sicurezza per gli operatori, affidabilità dovuta principalmente alla ridotta possibilità di perdita di utensili dalla macchina.
In particolare, secondo una o più forme di realizzazione della presente invenzione, è previsto un perno in grado di essere inserito ed estratto negli opportuni fori manualmente e senza l’impiego di martelli, mazze o simili; tale tecnologia è anche detta “hammerless”.
Secondo la presente invenzione, questi ed altri scopi vengono raggiunti mediante un dispositivo realizzato secondo l’annessa rivendicazione 1.
E’ da intendersi che le annesse rivendicazioni costituiscono parte integrante degli insegnamenti tecnici qui forniti nella descrizione dettagliata che segue in merito alla presente invenzione.
Breve descrizione dei disegni
Ulteriori caratteristiche e vantaggi della presente invenzione appariranno chiari dalla descrizione dettagliata che segue, data a puro titolo esemplificativo e non limitativo, con riferimento ai disegni allegati, in cui: - la figura 1 è una vista di un utensile collegato ad una macchina per mezzo della presente invenzione;
- la figura 2 è una vista esplosa di un esempio di dispositivo in accordo con la presente invenzione;
- la figura 3 è una sezione del dispositivo raffigurato in figura 2, in una condizione retratta;
- la figura 4 è una sezione del dispositivo raffigurato in figura 2, in una condizione estratta;
- la figura 5 è una sezione lungo la linea V-V del dispositivo raffigurato in figura 4;
- la figura 6 è una sezione di una seconda forma realizzativa del dispositivo, in una condizione estratta; - la figura 7 è una sezione di una terza forma realizzativa del dispositivo, in una condizione estratta.
Descrizione dettagliata dell’invenzione
Con riferimento alle citate figure, è presente un dispositivo 1 che collega un utensile 3 ad un portautensile 4. In particolare l’utensile 3 è un dente 3 ed il portautensile 4 è un portadente 4 di una benna 5 appartenente ad una macchina movimento terra, come ad esempio una macchina scavatrice utile allo scavo/movimentazione del terreno.
Come è chiaro ad un tecnico del settore, generalmente i portautensili 4, nel caso i portadenti 4 della benna 5, sono conformati per inserirsi almeno parzialmente in una cavità ricavata negli utensili 3 destinati ad essere montati sulla macchina stessa e, quando necessario, essere sostituiti. È necessario quindi un dispositivo in grado di mantenere saldamente in contatto l’utensile 3 col portautensile 4 durante l’utilizzo della macchina.
Il dispositivo 1 “hammerless” comprende un perno 10 destinato ad inserirsi in modo removibile attraverso almeno una prima apertura 12 su un utensile 3 ed una seconda apertura 14 su un portautensile 4 di una macchina.
Il dispositivo 1 comprende almeno un elemento espansore 20 atto a passare reversibilmente da una posizione retratta, nella quale detto elemento espansore 20 si trova ad una minima distanza dall’asse longitudinale x-x di detto perno 10, ad una posizione estratta, nella quale detto elemento espansore 20 si trova ad una massima distanza dall’asse longitudinale x-x di detto perno 10.
In accordo con una conveniente forma realizzativa illustrata nelle figure da 1 a 5, l’elemento espansore 20 è atto a passare reversibilmente da detta posizione retratta a detta posizione estratta, muovendosi su un piano sostanzialmente perpendicolare all’asse longitudinale x-x di detto perno 10.
Il dispositivo 1 comprende inoltre almeno un elemento di ritegno 22, associato ad almeno una tra detta prima e seconda apertura 12, 14, dotato di almeno una sede 24 atta ad accogliere almeno parzialmente detto almeno un elemento espansore 20 quando detto almeno un elemento espansore 20 si trova in detta posizione di estratta.
L’elemento di ritegno 22 è associato ad almeno una tra la prima e seconda apertura 12, 14 attraverso metodi di per sé noti; ad esempio è possibile che su almeno una tra detta prima e seconda apertura 12, 14 sia ricavata una cavità, detta anche “lamatura”, in cui inserire, almeno parzialmente, l’elemento di ritegno 22.
In figura 1 è rappresentata una conveniente forma realizzativa della presente invenzione, in cui il dente 3 presenta una cavità nella quale si inserisce il portadente 4, e sulle facce che delimitano la cavità ci sono due prime aperture 12; quindi il perno 10 viene inserito attraverso le prime aperture 12 sul dente 3 e la seconda apertura 14 sul portadente 4 della benna 5.
La parte del portadente 4 destinata ad inserirsi nella cavità del dente 3 è anche detta “nasello”, tuttavia nella descrizione si farà riferimento solamente al portadente 4, senza variare l’ambito di tutela della presente invenzione.
In figura 2 è rappresentata una conveniente forma realizzativa della presente invenzione, in cui il perno 10 possiede una superficie esterna sostanzialmente cilindrica; tuttavia sono possibili altre forme, ad esempio prismatica con sezione trasversale quadrata, rettangolare, triangolare, poligonale, etc.
L’elemento espansore 20 comprende una coppia di sfere diametralmente opposte rispetto all’asse x-x del perno 10, atte a spostarsi lungo un percorso radiale durante il passaggio reversibile tra la posizione estratta e quella retratta.
Sono possibili ulteriori varianti in cui il perno contiene un numero diverso di elementi espansori 20 (anche uno solo).
Inoltre, l’elemento espansore 20 può essere realizzato con altre svariate forme non limitative della presente invenzione, tra cui: barra, parallelepipedo, cilindro, ellisse, etc.
L’elemento di ritegno 22 illustrato è di forma sostanzialmente anulare, in cui è presente una sede 24 ricavata sulla faccia dell’elemento di ritegno 22 rivolta verso il perno 10. Tale sede 24 è una rientranza conformata in maniera tale da accogliere agevolmente l’elemento espansore 20, che in questo caso è realizzato per mezzo di una coppia di sfere.
Nell’esempio illustrato, la sede 24 ha convenientemente uno sviluppo anulare continuo lungo tutto l’elemento di ritegno 22, in modo tale da poter accogliere l’elemento espansore 20 qualsiasi sia l’angolazione tra il perno 10 e l’elemento di ritegno 22.
In accordo con ulteriori varianti realizzative non illustrate, il dispositivo 1 comprende più sedi 24 disposte sull’elemento di ritegno 22, ciascuno destinata ad accogliere uno o più elementi espansori 20.
L’elemento di ritegno 22 può assumere diverse forme, preferibilmente in accordo con la forma della sezione trasversale del perno 10, quali: quadrata, rettangolare, triangolare, poligonale, a sezione aperta, a “C”, etc.
Con riferimento alla figura 3, il dispositivo 1 si trova nella posizione retratta, in cui gli elementi espansori 20 (in questo caso sfere) sono prossime all’asse x-x e non fuoriescono dalla superficie esterna del perno 10. Le sfere 20 non sono in contatto con l’elemento di ritegno 22, e quindi è possibile un movimento relativo (lungo l’asse x-x) tra perno 10 ed elemento di ritegno 22, che permette di estrarre il perno 10 dalle aperture 12, 14 e di disimpegnare il dente 3 dal portadente 4 della benna 5.
Nella forma realizzativa illustrata, il dispositivo 1 comprende almeno un condotto 26, ricavato nel perno 10, atto a permettere lo spostamento reversibile dell’almeno un elemento espansore 20 tra la condizione estratta e quella retratta.
In figura 4 è rappresentato il dispositivo 1 nella posizione estratta, in cui le sfere 20 fuoriescono almeno in parte dalla superficie esterna del perno 10 per collaborare meccanicamente con elemento di ritegno 22, in modo da impedire movimenti relativi tra perno 10 ed elemento di ritegno 22, in modo da impegnare saldamente il dente 3 con il portadente 4 delle benna 5.
Il dispositivo 1 comprende inoltre un attuatore 30 atto a consentire il passaggio in modo reversibile di detto almeno un elemento espansore 20 dalla posizione retratta alla posizione estratta.
In particolare, come illustrato nelle figure 3 e 4, l’attuatore 30 è una vite filettata destinata ad inserirsi almeno parzialmente attraverso un foro 32 presente sul perno. Un utente, generalmente per mezzo di una chiave, agisce sulla vite 30 in modo da avvicinare tale vite 30 all’almeno un elemento espansore 20 fino a quando sono entrati in contatto; a questo punto la punta della vite 30 sospinge durante il suo avanzamento l’elemento espansore 20 verso una posizione distanziata rispetto all’asse x-x, vale a dire verso la posizione estratta, fissando quindi il dente 3 alla benna 5 e permettendo il normale utilizzo della macchina scavatrice. Analogamente, quando è necessario sostituire il dente 3, l’utente svita la vite 30 portando l’almeno un elemento espansore 20 nella condizione retratta e permettendo così di sfilare il perno 10.
In figura 5 sono visibili i due condotti 26 entro cui scorrono le due sfere 20 per passare dalla posizione retratta alla posizione estratta e viceversa, per effetto dell’attuatore 30. I condotti 26 sono disposti radialmente rispetto all’asse x-x del perno 10 e hanno un andamento sostanzialmente rettilineo.
In questa variante la vite 30 è coassiale al perno 10. Tuttavia, l’attuatore 30 può anche muoversi lungo un asse non coincidente con l’asse x-x.
Nel caso in cui l’attuatore 30 sia una vite filettata, è inoltre possibile prevedere l’impiego di un elemento autobloccante, o materiale autobloccante, atto a prevenire la svitatura involontaria della vite, causando così il passaggio dell’elemento espansore 20 dalla posizione estratta alla posizione retratta.
Secondo un’ulteriore forma realizzativa non illustrata, l’attuatore 30 è in grado di muovere detto almeno un elemento espansore 20 per mezzo di un ingranaggio od un sistema di ingranaggi.
Secondo un’ulteriore forma realizzativa, l’attuatore 30 è in grado di muovere detto almeno un elemento espansore 20 per mezzo di una leva od un sistema di leve.
In figura 6 è raffigurata un’ulteriore forma realizzativa, in cui è assente l’elemento di ritegno 22 e detto almeno un elemento espansore 20 è atto ad entrare in contatto con almeno una tra la superficie interna di detta prima apertura 12 sul dente 3 e la superficie interna di detta seconda apertura 14 sul portadente 4 quando detto almeno un elemento espansore 20 si trova in detta posizione di estratta.
In questo modo il perno 10 rimane nella sua posizione grazie alla forza di attrito che si genera tra l’almeno un elemento espansore 20 ed almeno una tra la superficie interna del portadente 4 e la superficie interna del dente 3.
La soluzione presenta alcuni vantaggi, tra cui l’assenza di un componente (elemento di ritegno 22), diminuendo i costi e il rischio di perdere tale elemento 22 durante l’operazione di montaggio/smontaggio del dente 3. Inoltre, utilizzando una chiave o attrezzo per portare l’elemento espansore 20 nella condizione estratta, è possibile esercitare una maggiore forza e quindi un maggiore attrito, riducendo così la possibilità di sfilamento del perno 10.
In accordo con un’ulteriore variante illustrata nella figura 7, su almeno una tra la superficie interna di detta prima apertura 12 sul dente 3 e la superficie interna di detta seconda apertura 14 sul portadente 4 è ricavata almeno una sede 24b, atta ad accogliere almeno parzialmente l’almeno un elemento espansore 20 quando detto almeno un elemento espansore 20 si trova in detta posizione di estratta.
Come si può osservare in alcune figure, è possibile che il dispositivo 1 sia conformato in maniera tale da accogliere un attrezzo o chiave, in modo tale da tenere fermo tale dispositivo 1 quando un operatore agisce sull’attuatore 30. Ad esempio, se l’attuatore 30 è una vite, dal lato opposto a tale vite può essere previsto un alloggiamento atto ad accogliere un secondo attrezzo (ad esempio una brugola) per esercitare la coppia di serraggio necessaria, senza che il dispositivo 1 ruoti all’interno delle aperture 12, 14.
Inoltre, è anche possibile che detto utensile 3 sia uno strumento agricolo e detta macchina sia una macchina agricola.
Naturalmente, fermo restando il principio dell’invenzione, le forme di attuazione ed i particolari di realizzazione potranno essere ampiamente variati rispetto a quanto descritto ed illustrato a puro titolo di esempio non limitativo, senza per questo uscire dall’ambito dell’invenzione come definito nelle annesse rivendicazioni.

Claims (18)

  1. TITOLO: “Dispositivo per il fissaggio di utensili a macchine operatrici mediante perni” DESCRIZIONE Settore tecnico La presente invenzione si riferisce a un dispositivo per il fissaggio di utensili a macchine operatrici mediante perni; in particolare tali utensili possono essere denti per macchine movimento terra, utensili per macchine agricole o simili. Sfondo tecnologico Sono noti nel settore delle macchine operatrici dispositivi per fissare a tali macchine degli utensili per mezzo di perni. Tali dispositivi possono essere utilizzati in combinazione con diversi tipi di macchine, tra cui macchine movimento terra, macchine agricole o simili. Con particolare riferimento al settore delle macchine movimento terra, sono presenti ad esempio degli scavatori, dotati di una benna o una pala collegata all’estremità di un braccio mobile, per rompere e movimentare terreno dalle caratteristiche molto variabili. La benna di queste macchine è generalmente dotata di una o più denti, o punte, collegabili ad essa in maniera removibile, in modo che tali denti possano essere sostituiti quando sono usurati o se si rompono durante l’utilizzo, senza che sia necessario sostituire l’intera benna, operazione alquanto antieconomica e di difficile attuazione. In particolare i denti sono fissati in diversi modi ad alcune protuberanze, chiamati portadenti, presenti lungo il bordo inferiore della benna. In passato, un metodo di fissaggio prevedeva l’uso di un perno o chiavetta, il quale veniva inserito a forza mediante l’uso di colpi di martello in una serie di fori ricavati tra il portadente della benna ed il dente; il perno, una volta inserito, è accolto in una elemento deformabile, ad esempio un anello od un elemento in gomma, in grado di generare un attrito tale da mantenere i vari pezzi in posizione durante l’utilizzo del mezzo. Questo metodo è evidentemente poco sicuro e pratico, in particolare quando occorre lavorare con mezzi escavatori di ridotte dimensioni e non c’è sufficiente spazio tra i portadenti della pala che permettano l’utilizzo di un martello. Inoltre, quando si utilizzano perni di grandi dimensioni bisogna esercitare molta forza col martello per inserire il perno ed esercitare l’attrito richiesto con l’anello. Un ulteriore inconveniente è dato dalla scarsa sicurezza per gli operatori che utilizzano martelli o mazze per inserire il perno. Un ulteriore inconveniente è dato dal fatto che tali dispositivi lavorano principalmente per attrito e il perno ha un notevole gioco all’interno degli spazi in cui è inserito, quindi sono maggiori le possibilità di sfilamento del perno, in particolare quando la benna opera in terreni duri o dove è presente dell’acqua: in questi casi le vibrazioni o l’acqua eliminano quel sottile strato di terra che si deposita negli interstizi tra dente, benna e dispositivo di fissaggio, che sono utili ad aumentare l’attrito e a mantenere i pezzi in contatto reciproco. Quando durante l’utilizzo della macchina uno o più perni si sfilano si incontrano degli inconvenienti, tra cui: maggiori costi; pericolo dovuto alla caduta di punte dalla benna posizionata ad una certa distanza dal suolo; usura del portadente “scoperto” e quindi della benna stessa. Perciò, negli ultimi anni sono state sviluppate tecnologie di fissaggio meno “invasive”, le quali, però, risultano di scarsa praticità, specialmente considerando che sono destinate ad essere utilizzate prevalentemente in ambienti di cantiere, in cui spesso sono presenti acqua e detriti. Ad esempio, nel documento ES1068766U è illustrato un dispositivo comprendente un perno passante parzialmente filettato, destinato a collaborare con una rondella filettata avente un mezzo di blocco, ad esempio una scanalatura, nella quale un operatore inserisce una vite o spinotto per trattenerla in posizione, evitando la fuoriuscita dei pezzi dalla loro sede. Un ulteriore inconveniente è dato dal fatto che presumibilmente il perno passante (di grande dimensione) e la vite di bloccaggio (di piccola dimensione) debbano essere avvitate per mezzo di due chiavi differenti, complicando così l’operazione di sostituzione. Inoltre, quando si opera in un ambiente esterno, è facile che alcuni di questi pezzi vengano persi, in particolare la vite di bloccaggio. Sintesi dell’invenzione Uno scopo della presente invenzione è quello di realizzare un dispositivo per il fissaggio di utensili a macchine operatrici mediante perni,che possa essere prodotto in modo semplice ed economico. Un ulteriore scopo della presente invenzione è quello di realizzare un dispositivo avente una serie di caratteristiche funzionali, tra cui facilità di fissaggio e rimozione, sicurezza per gli operatori, affidabilità dovuta principalmente alla ridotta possibilità di perdita di utensili dalla macchina. In particolare, secondo una o più forme di realizzazione della presente invenzione, è previsto un perno in grado di essere inserito ed estratto negli opportuni fori manualmente e senza l’impiego di martelli, mazze o simili; tale tecnologia è anche detta “hammerless”. Secondo la presente invenzione, questi ed altri scopi vengono raggiunti mediante un dispositivo realizzato secondo l’annessa rivendicazione 1. E’ da intendersi che le annesse rivendicazioni costituiscono parte integrante degli insegnamenti tecnici qui forniti nella descrizione dettagliata che segue in merito alla presente invenzione. Breve descrizione dei disegni Ulteriori caratteristiche e vantaggi della presente invenzione appariranno chiari dalla descrizione dettagliata che segue, data a puro titolo esemplificativo e non limitativo, con riferimento ai disegni allegati, in cui: - la figura 1 è una vista di un utensile collegato ad una macchina per mezzo della presente invenzione; - la figura 2 è una vista esplosa di un esempio di dispositivo in accordo con la presente invenzione; - la figura 3 è una sezione del dispositivo raffigurato in figura 2, in una condizione retratta; - la figura 4 è una sezione del dispositivo raffigurato in figura 2, in una condizione estratta; - la figura 5 è una sezione lungo la linea V-V del dispositivo raffigurato in figura 4; - la figura 6 è una sezione di una seconda forma realizzativa del dispositivo, in una condizione estratta; - la figura 7 è una sezione di una terza forma realizzativa del dispositivo, in una condizione estratta. Descrizione dettagliata dell’invenzione Con riferimento alle citate figure, è presente un dispositivo 1 che collega un utensile 3 ad un portautensile 4. In particolare l’utensile 3 è un dente 3 ed il portautensile 4 è un portadente 4 di una benna 5 appartenente ad una macchina movimento terra, come ad esempio una macchina scavatrice utile allo scavo/movimentazione del terreno. Come è chiaro ad un tecnico del settore, generalmente i portautensili 4, nel caso i portadenti 4 della benna 5, sono conformati per inserirsi almeno parzialmente in una cavità ricavata negli utensili 3 destinati ad essere montati sulla macchina stessa e, quando necessario, essere sostituiti. È necessario quindi un dispositivo in grado di mantenere saldamente in contatto l’utensile 3 col portautensile 4 durante l’utilizzo della macchina. Il dispositivo 1 “hammerless” comprende un perno 10 destinato ad inserirsi in modo removibile attraverso almeno una prima apertura 12 su un utensile 3 ed una seconda apertura 14 su un portautensile 4 di una macchina. Il dispositivo 1 comprende almeno un elemento espansore 20 atto a passare reversibilmente da una posizione retratta, nella quale detto elemento espansore 20 si trova ad una minima distanza dall’asse longitudinale x-x di detto perno 10, ad una posizione estratta, nella quale detto elemento espansore 20 si trova ad una massima distanza dall’asse longitudinale x-x di detto perno 10. In accordo con una conveniente forma realizzativa illustrata nelle figure da 1 a 5, l’elemento espansore 20 è atto a passare reversibilmente da detta posizione retratta a detta posizione estratta, muovendosi su un piano sostanzialmente perpendicolare all’asse longitudinale x-x di detto perno 10. Il dispositivo 1 comprende inoltre almeno un elemento di ritegno 22, associato ad almeno una tra detta prima e seconda apertura 12, 14, dotato di almeno una sede 24 atta ad accogliere almeno parzialmente detto almeno un elemento espansore 20 quando detto almeno un elemento espansore 20 si trova in detta posizione di estratta. L’elemento di ritegno 22 è associato ad almeno una tra la prima e seconda apertura 12, 14 attraverso metodi di per sé noti; ad esempio è possibile che su almeno una tra detta prima e seconda apertura 12, 14 sia ricavata una cavità, detta anche “lamatura”, in cui inserire, almeno parzialmente, l’elemento di ritegno 22. In figura 1 è rappresentata una conveniente forma realizzativa della presente invenzione, in cui il dente 3 presenta una cavità nella quale si inserisce il portadente 4, e sulle facce che delimitano la cavità ci sono due prime aperture 12; quindi il perno 10 viene inserito attraverso le prime aperture 12 sul dente 3 e la seconda apertura 14 sul portadente 4 della benna 5. La parte del portadente 4 destinata ad inserirsi nella cavità del dente 3 è anche detta “nasello”, tuttavia nella descrizione si farà riferimento solamente al portadente 4, senza variare l’ambito di tutela della presente invenzione. In figura 2 è rappresentata una conveniente forma realizzativa della presente invenzione, in cui il perno 10 possiede una superficie esterna sostanzialmente cilindrica; tuttavia sono possibili altre forme, ad esempio prismatica con sezione trasversale quadrata, rettangolare, triangolare, poligonale, etc. L’elemento espansore 20 comprende una coppia di sfere diametralmente opposte rispetto all’asse x-x del perno 10, atte a spostarsi lungo un percorso radiale durante il passaggio reversibile tra la posizione estratta e quella retratta. Sono possibili ulteriori varianti in cui il perno contiene un numero diverso di elementi espansori 20 (anche uno solo). Inoltre, l’elemento espansore 20 può essere realizzato con altre svariate forme non limitative della presente invenzione, tra cui: barra, parallelepipedo, cilindro, ellisse, etc. L’elemento di ritegno 22 illustrato è di forma sostanzialmente anulare, in cui è presente una sede 24 ricavata sulla faccia dell’elemento di ritegno 22 rivolta verso il perno 10. Tale sede 24 è una rientranza conformata in maniera tale da accogliere agevolmente l’elemento espansore 20, che in questo caso è realizzato per mezzo di una coppia di sfere. Nell’esempio illustrato, la sede 24 ha convenientemente uno sviluppo anulare continuo lungo tutto l’elemento di ritegno 22, in modo tale da poter accogliere l’elemento espansore 20 qualsiasi sia l’angolazione tra il perno 10 e l’elemento di ritegno 22. In accordo con ulteriori varianti realizzative non illustrate, il dispositivo 1 comprende più sedi 24 disposte sull’elemento di ritegno 22, ciascuno destinata ad accogliere uno o più elementi espansori 20. L’elemento di ritegno 22 può assumere diverse forme, preferibilmente in accordo con la forma della sezione trasversale del perno 10, quali: quadrata, rettangolare, triangolare, poligonale, a sezione aperta, a “C”, etc. Con riferimento alla figura 3, il dispositivo 1 si trova nella posizione retratta, in cui gli elementi espansori 20 (in questo caso sfere) sono prossime all’asse x-x e non fuoriescono dalla superficie esterna del perno 10. Le sfere 20 non sono in contatto con l’elemento di ritegno 22, e quindi è possibile un movimento relativo (lungo l’asse x-x) tra perno 10 ed elemento di ritegno 22, che permette di estrarre il perno 10 dalle aperture 12, 14 e di disimpegnare il dente 3 dal portadente 4 della benna 5. Nella forma realizzativa illustrata, il dispositivo 1 comprende almeno un condotto 26, ricavato nel perno 10, atto a permettere lo spostamento reversibile dell’almeno un elemento espansore 20 tra la condizione estratta e quella retratta. In figura 4 è rappresentato il dispositivo 1 nella posizione estratta, in cui le sfere 20 fuoriescono almeno in parte dalla superficie esterna del perno 10 per collaborare meccanicamente con elemento di ritegno 22, in modo da impedire movimenti relativi tra perno 10 ed elemento di ritegno 22, in modo da impegnare saldamente il dente 3 con il portadente 4 delle benna 5. Il dispositivo 1 comprende inoltre un attuatore 30 atto a consentire il passaggio in modo reversibile di detto almeno un elemento espansore 20 dalla posizione retratta alla posizione estratta. In particolare, come illustrato nelle figure 3 e 4, l’attuatore 30 è una vite filettata destinata ad inserirsi almeno parzialmente attraverso un foro 32 presente sul perno. Un utente, generalmente per mezzo di una chiave, agisce sulla vite 30 in modo da avvicinare tale vite 30 all’almeno un elemento espansore 20 fino a quando sono entrati in contatto; a questo punto la punta della vite 30 sospinge durante il suo avanzamento l’elemento espansore 20 verso una posizione distanziata rispetto all’asse x-x, vale a dire verso la posizione estratta, fissando quindi il dente 3 alla benna 5 e permettendo il normale utilizzo della macchina scavatrice. Analogamente, quando è necessario sostituire il dente 3, l’utente svita la vite 30 portando l’almeno un elemento espansore 20 nella condizione retratta e permettendo così di sfilare il perno 10. In figura 5 sono visibili i due condotti 26 entro cui scorrono le due sfere 20 per passare dalla posizione retratta alla posizione estratta e viceversa, per effetto dell’attuatore 30. I condotti 26 sono disposti radialmente rispetto all’asse x-x del perno 10 e hanno un andamento sostanzialmente rettilineo. In questa variante la vite 30 è coassiale al perno 10. Tuttavia, l’attuatore 30 può anche muoversi lungo un asse non coincidente con l’asse x-x. Nel caso in cui l’attuatore 30 sia una vite filettata, è inoltre possibile prevedere l’impiego di un elemento autobloccante, o materiale autobloccante, atto a prevenire la svitatura involontaria della vite, causando così il passaggio dell’elemento espansore 20 dalla posizione estratta alla posizione retratta. Secondo un’ulteriore forma realizzativa non illustrata, l’attuatore 30 è in grado di muovere detto almeno un elemento espansore 20 per mezzo di un ingranaggio od un sistema di ingranaggi. Secondo un’ulteriore forma realizzativa, l’attuatore 30 è in grado di muovere detto almeno un elemento espansore 20 per mezzo di una leva od un sistema di leve. In figura 6 è raffigurata un’ulteriore forma realizzativa, in cui è assente l’elemento di ritegno 22 e detto almeno un elemento espansore 20 è atto ad entrare in contatto con almeno una tra la superficie interna di detta prima apertura 12 sul dente 3 e la superficie interna di detta seconda apertura 14 sul portadente 4 quando detto almeno un elemento espansore 20 si trova in detta posizione di estratta. In questo modo il perno 10 rimane nella sua posizione grazie alla forza di attrito che si genera tra l’almeno un elemento espansore 20 ed almeno una tra la superficie interna del portadente 4 e la superficie interna del dente 3. La soluzione presenta alcuni vantaggi, tra cui l’assenza di un componente (elemento di ritegno 22), diminuendo i costi e il rischio di perdere tale elemento 22 durante l’operazione di montaggio/smontaggio del dente 3. Inoltre, utilizzando una chiave o attrezzo per portare l’elemento espansore 20 nella condizione estratta, è possibile esercitare una maggiore forza e quindi un maggiore attrito, riducendo così la possibilità di sfilamento del perno 10. In accordo con un’ulteriore variante illustrata nella figura 7, su almeno una tra la superficie interna di detta prima apertura 12 sul dente 3 e la superficie interna di detta seconda apertura 14 sul portadente 4 è ricavata almeno una sede 24b, atta ad accogliere almeno parzialmente l’almeno un elemento espansore 20 quando detto almeno un elemento espansore 20 si trova in detta posizione di estratta. Come si può osservare in alcune figure, è possibile che il dispositivo 1 sia conformato in maniera tale da accogliere un attrezzo o chiave, in modo tale da tenere fermo tale dispositivo 1 quando un operatore agisce sull’attuatore 30. Ad esempio, se l’attuatore 30 è una vite, dal lato opposto a tale vite può essere previsto un alloggiamento atto ad accogliere un secondo attrezzo (ad esempio una brugola) per esercitare la coppia di serraggio necessaria, senza che il dispositivo 1 ruoti all’interno delle aperture 12, 14. Inoltre, è anche possibile che detto utensile 3 sia uno strumento agricolo e detta macchina sia una macchina agricola. Naturalmente, fermo restando il principio dell’invenzione, le forme di attuazione ed i particolari di realizzazione potranno essere ampiamente variati rispetto a quanto descritto ed illustrato a puro titolo di esempio non limitativo, senza per questo uscire dall’ambito dell’invenzione come definito nelle annesse rivendicazioni. RIVENDICAZIONI 1. Dispositivo (1) per il fissaggio di utensili a macchine operatrici mediante perni, comprendente: - un perno (10) destinato ad inserirsi in modo removibile attraverso almeno una prima apertura (12) su un utensile (3) ed una seconda apertura (14) su un portautensile (4) di tale macchina; detto dispositivo (1) essendo caratterizzato dal fatto che detto perno (10) comprende: - almeno un elemento espansore (20) atto a passare reversibilmente da una posizione retratta ad una posizione estratta, muovendosi su un piano sostanzialmente perpendicolare all’asse longitudinale (x-x) di detto perno (10).
  2. 2. Dispositivo (1) in accordo con la rivendicazione 1, comprendente un attuatore (30) atto a consentire il passaggio in modo reversibile di detto almeno un elemento espansore (20) da detta posizione retratta a detta posizione estratta.
  3. 3. Dispositivo (1) in accordo con la rivendicazione 1 o 2, comprendente almeno un elemento di ritegno (22), associato ad almeno una tra detta prima e seconda apertura (12, 14), dotato di almeno una sede (24) atta ad accogliere almeno parzialmente detto almeno un elemento espansore (20) quando detto almeno un elemento espansore (20) si trova in detta posizione di estratta.
  4. 4. Dispositivo (1) in accordo con la rivendicazione 1 o 2, in cui detto almeno un elemento espansore (20) è atto ad entrare in contatto con almeno una tra la superficie interna di detta prima apertura (12) e la superficie interna di detta seconda apertura (14) quando detto almeno un elemento espansore (20) si trova in detta posizione di estratta.
  5. 5. Dispositivo (1) in accordo con la rivendicazione 1 o 2, in cui su almeno una tra la superficie interna di detta prima apertura (12) e la superficie interna di detta seconda apertura (14) è ricavata almeno una sede (24b), atta ad accogliere almeno parzialmente detto almeno un elemento espansore (20) quando detto almeno un elemento espansore (20) si trova in detta posizione di estratta.
  6. 6. Dispositivo (1) in accordo con una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, comprendente un foro (32) atto ad accogliere almeno in parte detto attuatore (30).
  7. 7. Dispositivo (1) in accordo con una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui detto attuatore (30) comprende una vite.
  8. 8. Dispositivo (1) in accordo con una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui detto attuatore (30) comprende almeno un ingranaggio.
  9. 9. Dispositivo (1) in accordo con una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui detto attuatore (30) comprende almeno una leva.
  10. 10. Dispositivo (1) in accordo con una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui detto almeno un elemento espansore (20) si muove in maniera sostanzialmente radiale rispetto all’asse longitudinale (x-x) di detto perno (10).
  11. 11. Dispositivo (1) in accordo con una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui detto almeno un elemento espansore (20) comprende almeno una sfera.
  12. 12. Dispositivo (1) in accordo con una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui detto almeno un elemento espansore (20) comprende almeno una barra.
  13. 13. Dispositivo (1) in accordo con una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui la superficie esterna di detto perno (10) ha una forma sostanzialmente cilindrica.
  14. 14. Dispositivo (1) in accordo con una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui la superficie esterna di detto perno (10) ha una forma sostanzialmente prismatica.
  15. 15. Dispositivo (1) in accordo con una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui detto almeno un elemento di ritegno (22) è di forma anulare.
  16. 16. Dispositivo (1) in accordo con una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui detto almeno un elemento di ritegno (22) è di forma poligonale.
  17. 17. Dispositivo (1) in accordo con una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui detto utensile (3) è un dente e detto portautensile (4) è un portadente di una benna (5) di una macchina movimento terra.
  18. 18. Dispositivo (1) in accordo con una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui detto utensile (3) è uno strumento agricolo e detta macchina è una macchina agricola.
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