ITTO20130641A1 - Meccanismo articolato per attacchi per sci. - Google Patents

Meccanismo articolato per attacchi per sci.

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ITTO20130641A1
ITTO20130641A1 IT000641A ITTO20130641A ITTO20130641A1 IT TO20130641 A1 ITTO20130641 A1 IT TO20130641A1 IT 000641 A IT000641 A IT 000641A IT TO20130641 A ITTO20130641 A IT TO20130641A IT TO20130641 A1 ITTO20130641 A1 IT TO20130641A1
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IT
Italy
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ski
boot
frame
connection member
elongated connection
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Application number
IT000641A
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English (en)
Inventor
Luca Girolamo Butera
Giuseppe Quaglia
Original Assignee
Torino Politecnico
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    • AHUMAN NECESSITIES
    • A63SPORTS; GAMES; AMUSEMENTS
    • A63CSKATES; SKIS; ROLLER SKATES; DESIGN OR LAYOUT OF COURTS, RINKS OR THE LIKE
    • A63C9/00Ski bindings
    • A63C9/08Ski bindings yieldable or self-releasing in the event of an accident, i.e. safety bindings
    • A63C9/0807Ski bindings yieldable or self-releasing in the event of an accident, i.e. safety bindings for both towing and downhill skiing

Landscapes

  • Golf Clubs (AREA)
  • Manipulator (AREA)

Description

“Meccanismo articolato per attacchi per sciâ€
DESCRIZIONE
La presente invenzione si riferisce ad un meccanismo articolato per attacchi per sci, detti anche binding, attrezzi dedicati ad attività di sci-alpinismo e freeride.
Lo sci alpinismo à ̈ una disciplina sportiva che, mediante l’utilizzo di una specifica attrezzatura, permette di muoversi in montagna durante i periodi di innevamento, sia in salita sia in discesa, su percorsi caratterizzati anche da notevole dislivello.
Per l’attività si utilizzano gli sci, dotati di appositi attacchi mobili per vincolare tra loro sci e scarponi, che sono dotati di due configurazioni di lavoro, una per la salita e l’altra per la discesa. In discesa, gli attacchi devono impedire il movimento relativo tra scarpone ed attacco, ma devono essere dotati di opportuni meccanismi di sgancio che intervengono in caso di caduta. Durante la salita, gli attacchi devono permettere di alzare il tallone, come in una camminata. Per favorire la salita su pendenze anche molto ripide gli attacchi sono dotati di alzatacco. Sotto gli sci si fissano le cosiddette pelli di foca (oggi sintetiche), che permettono agli sci di scivolare in avanti, ma non all'indietro, consentendo quindi la progressione dello sciatore sul pendio.
Gli attacchi mobili ("binding") comunemente utilizzati, permettono al piede di eseguire il movimento come in una camminata ma sono caratterizzati dal fatto che il movimento possibile à ̈ solo una rotazione dello scarpone attorno ad una cerniera fissata allo sci e posizionata nella zona prossima alla punta dello scarpone. Questo particolare movimento, se confrontato con il movimento che si effettua durante una camminata, mette in evidenzia la non “naturalezza†dello stesso e quindi uno sforzo maggiore che l’utilizzatore deve effettuare per eseguire il passo.
In commercio esistono diversi tipi di attacchi: in particolare, si hanno tre macro famiglie, ognuna delle quali presenta caratteristiche costruttive differenti.
La prima macro famiglia di attacchi prevede che lo scarpone venga ancorato allo sci mediante l’accoppiamento degli inserti, presenti nello scarpone, con i perni presenti nell’attacco. Lo sgancio laterale in questo tipo di attacchi à ̈ previsto sulla talloniera. In questo tipo di attacchi, la base dello scarpone à ̈ molto vicina allo sci, come si vede in Figura 1.
La seconda tipologia di attacchi prevede il blocco dello scarpone ad una struttura che ruota attorno ad una cerniera fissa posizionata nella zona della punta. Il piano dello scarpone à ̈ posizionato sopra la cerniera fissa e tale soluzione permette di avere lo sgancio laterale sulla parte anteriore dell’attacco. In questo tipo di attacchi la distanza tra il piano scarpone e quello dello sci à ̈ maggiore rispetto a tutte le tipologie, come si vede in Figura 2.
L’ultima macro famiglia di attacchi à ̈ simile alla seconda: la cerniera che permette il movimento à ̈ posizionata in una zona che à ̈ prossima al piano dello sci, ma in una posizione che à ̈ avanzata rispetto alla punta dello scarpone, come illustrato in Figura 3. Questa soluzione à ̈ dotata di ridotti ingombri e semplicità costruttiva. Lo sgancio sia laterale che verticale in questo tipo di attacchi à ̈ previsto sulla parte posteriore dell’attacco.
Sono presenti anche diverse soluzioni brevettate, che cercano di affrontare il problema di garantire maggior comfort all’utilizzatore dei binding durante l’utilizzo in fase di salita. Vi sono soluzioni che prevedono elementi deformabili ancorati ad una cerniera fissa posta nella zona della punta dello scarpone, come quelle descritte nei documenti US-B1-6390439 o WO-A1-2004/020055. Altre soluzioni prevedono il collegamento di più elementi tra loro, sempre con l’elemento principale collegato ad un’unica cerniera fissa, come descritto nei documenti EP-A1-0 890 377 ed EP-A1-1 364 685. Tali soluzioni non garantiscono l’esecuzione di un passo “naturale†, anzi nella fase finale del movimento lo scarpone si posiziona ad una distanza dallo sci che risulta essere innaturale. Infine, il brevetto EP-B1-1 679 099 presenta la soluzione in cui allo scarpone à ̈ permesso un movimento roto-traslatorio ma à ̈ garantito dallo strisciamento tra l’attacco e lo sci.
Scopo della presente invenzione à ̈ risolvere i problemi sopra citati, fornendo un dispositivo meccanico in grado di simulare al meglio le fasi del passo, in maniera da diminuire lo sforzo che si verifica durante la pratica di questo sport.
La realizzazione di questo dispositivo ha interessato diverse fasi ed in particolare, partendo dall’analisi delle diverse tipologie di attacchi presenti in commercio si à ̈ passati allo studio del passo umano e cioà ̈ alle posizioni assunte dal piede durante il passo. La fase successiva à ̈ stata quella di schematizzare le varie fasi e di isolarne in particolare tre, che interessano specificatamente l’avanzamento in salita. Si sono poi utilizzate tecniche di sintesi dei sistemi articolati, sia grafiche che numeriche, per trovare una soluzione in grado di soddisfare le specifiche di progetto.
La successiva fase ha riguardato la progettazione, mediante software CAD 3D, del dispositivo per evidenziare eventuali problemi di ingombro o possibili movimenti non ammissibili.
La soluzione scelta à ̈ quella che ha evidenziato una migliore simulazione del movimento, che si ha durante l’esecuzione di un passo rispetto alle soluzioni presenti.
Si à ̈ anche progettata una soluzione che permette di ancorarsi su qualunque tipologia di sci andandosi ad inserire nel mezzo dei due corpi, che compongono l’attacco tradizionale per sci da discesa.
I suddetti ed altri scopi e vantaggi dell’invenzione, quali risulteranno dal seguito della descrizione, vengono raggiunti con un meccanismo articolato per attacchi per sci come quello descritto nella rivendicazione 1. Forme di realizzazione preferite e varianti non banali della presente invenzione formano l’oggetto delle rivendicazioni dipendenti.
Resta inteso che tutte le rivendicazioni allegate formano parte integrante della presente descrizione.
La presente invenzione verrà meglio descritta da alcune forme preferite di realizzazione, fornite a titolo esemplificativo e non limitativo, con riferimento ai disegni allegati, in cui:
- la Figura 1 Ã ̈ una vista schematica di un meccanismo secondo la soluzione ad una cerniera fissa;
- la Figura 2 Ã ̈ una vista schematica di un altro meccanismo secondo la soluzione ad una cerniera fissa;
- la Figura 3 Ã ̈ una vista schematica di un altro ulteriore meccanismo secondo la soluzione ad una cerniera fissa;
- la Figura 4 illustra le due fasi che compongono un passo, quella di appoggio e quella di oscillazione;
- la Figura 5 illustra in dettaglio la fase di appoggio del passo, evidenziando la traiettoria del punto di applicazione della risultante normale sul piede, durante la sequenza d’appoggio;
- la Figura 6 descrive l’angolo formato tra il piede e la superficie d’appoggio in funzione della fase del passo, il quale assume valori massimi nell’intorno della parte finale del periodo propulsivo;
- la Figura 7 illustra schematicamente polare fissa e mobile nel moto tra piede e piano d’appoggio e tre posizioni dello scarpone con i relativi centri di istantanea rotazione dello scarpone durante il moto;
- la Figura 8 illustra le tre posizioni master assunte dallo scarpone durante l’esecuzione della fase propulsiva;
- la Figura 9 illustra l'area limite di progetto utilizzata a titolo di esempio per la sintesi del meccanismo utilizzato nella presente invenzione;
- la Figura 10 illustra le successive posizioni master assunte dall’area limite di progetto;
- la Figura 11 illustra l’applicazione del metodo di sintesi con tre punti di precisione per il caso in esame;
- la Figura 12 illustra una configurazione di un meccanismo trovato mediante la tecnica di sintesi grafica con tre punti di precisione;
- la Figura 13 illustra il sistema di riferimento globale rispetto al quale sono state ricavate le coordinate delle cerniere del meccanismo;
- la Figura 14 illustra graficamente i valori assunti dal parametro nell’area limite di progetto;
- la Figura 15 illustra il meccanismo prodotto dal processo di sintesi dell'invenzione;
- le Figure 16 e 17 illustrano il confronto tra le traiettorie tracciate, durante il movimento ideale, dai punti “A†e “B†e le traiettorie tracciate dai due stessi punti considerati in questo ultimo caso come estremi della biella del meccanismo;
- la Figura 18 Ã ̈ una in prospettiva di una prima forma di realizzazione del meccanismo secondo la presente invenzione;
- la Figura 19 rappresenta tre viste laterali che illustrano la sequenza di movimento del meccanismo di Figura 18; e
- la Figura 20 Ã ̈ una vista schematica che illustra una seconda forma di realizzazione del meccanismo secondo la presente invenzione, con un modulo utilizzabile su qualunque tipo di sci e attacco tradizionale.
Facendo riferimento alle Figure, à ̈ illustrata e descritta una forma di realizzazione preferita del meccanismo articolato per attacchi per sci della presente invenzione. Risulterà immediatamente ovvio che si potranno apportare a quanto descritto innumerevoli varianti e modifiche (per esempio relative a forma, dimensioni, disposizioni e parti con funzionalità equivalenti) senza discostarsi dal campo di protezione dell'invenzione come appare dalle rivendicazioni allegate.
Per quanto riguarda la definizione delle specifiche di progetto, si à ̈ effettuata innanzitutto un'analisi del passo umano. Il passo à ̈ definito come l’intervallo di tempo che intercorre tra due urti successivi del tallone dello stesso piede.
In Figura 4 sono mostrate le due fasi che compongono un passo, quella di appoggio e quella di oscillazione.
Durante la fase di appoggio, che interessa il 60% circa della durata totale di un passo, la componente verticale della forza scambiata tra il piede ed il suolo, si sposta dal tallone fino alla punta dell’alluce, come si vede in Figura 5.
La fase di appoggio può essere divisa in tre periodi per facilitare l’osservazione clinica e l’individuazione della posizione del piede durante la locomozione:
• contatto
• intermedio
• propulsivo
Il primo inizia con il contatto del tallone con il suolo e finisce nell’istante successivo al sollevamento dell’altro piede. Il secondo inizia alla fine del periodo di contatto e finisce quando il tallone si solleva. Il periodo propulsivo invece comincia con il sollevamento del tallone e finisce con il distacco del piede dal suolo.
È quest’ultimo periodo che interessa in particolar modo lo scialpinismo perché à ̈ proprio durante la salita che lo sciatore compie il maggiore sforzo. Rappresenta circa il 33% della fase di appoggio del passo, e le zone del piede da considerare sono quelle individuate dai punti F, G ed H della Figura 5.
Per quanto riguarda invece la definizione del movimento ideale, il piede, durante l’esecuzione di un passo, forma in ogni istante un determinato angolo rispetto al piano di appoggio. Questo angolo assume valori massimi nell’intorno della parte finale del periodo propulsivo, come si vede in Figura 6.
Considerando quindi il movimento del piede nel periodo propulsivo, à ̈ stato ipotizzato un movimento, che approssima quello reale, durante il quale lo scarpone ruota rispetto al suolo e questo à ̈ stato considerato come movimento ideale.
La Figura 7 illustra schematicamente polare fissa e mobile nel moto tra piede e piano d’appoggio e tre posizioni dello scarpone con i relativi centri di istantanea rotazione dello scarpone durante il moto;
Le tre posizioni, mostrate in Figura 8, rappresentano le tre posizioni master assunte dallo scarpone durante l’esecuzione della fase propulsiva.
Per quanto riguarda la definizione dell'area limite di progetto, analizzato il movimento dello scarpone durante il periodo propulsivo, si à ̈ definita l’area limite di progetto in cui à ̈ possibile posizionare le cerniere fisse e mobili del meccanismo articolato cercato.
L’area individuata à ̈ l’unione tra l’area che si trova in prossimità della punta dello scarpone, zona che à ̈ limitata per evitare soluzioni con ingombro eccessivo, unita a quella che si trova sotto il piano di appoggio dello scarpone, limitata dalla distanza tra il piano dello sci e la zona in prossimità dello stesso piano di appoggio, come mostrato in Figura 9, quest’area à ̈ definita come area limite di progetto.
Un successivo vincolo progettuale à ̈ che gli elementi che costituiscono il meccanismo assicurino una libertà di movimento anche in situazioni in cui l’angolo tra il piede e lo sci assume valori elevati, quali ad esempio la situazione in cui la suola dello scarpone à ̈ perpendicolare al piano dello sci, che possono presentarsi se lo sportivo appoggia il ginocchio sullo sci.
Per quanto riguarda la sintesi dei meccanismi utilizzati per la presente invenzione, secondo la definizione, essa consiste nel pervenire, mediante procedimento razionale, alla definizione del meccanismo che fornisce la legge del moto richiesta, soddisfacendo anche le altre specifiche di progetto.
In particolare, i meccanismi possono prevedere l’utilizzo di sole coppie inferiori oppure l’utilizzo di coppie sia inferiori che superiori. I meccanismi che presentano solo coppie inferiori sono i meccanismi articolati. Tali meccanismi approssimano la legge del moto desiderata attraverso la combinazione dei movimenti elementari consentiti dalle coppie cinematiche presenti. La sintesi dei meccanismi articolati può essere eseguita utilizzando metodi di sintesi diretta o metodi di sintesi indiretta. Inoltre sono disponibili due tipologie di approccio per arrivare alla progettazione del meccanismo. L’approccio geometrico-grafico e quello analitico-numerico. Un particolare metodo di sintesi diretta à ̈ il metodo di sintesi per punti di precisione. Con questo metodo viene imposto l’annullarsi dell’errore strutturale in alcune configurazioni prefissate.
Si hanno tre tipici problemi nei metodi di sintesi per punti di precisione e sono:
• Generazione di funzioni;
• Generazione di traiettorie;
• Generazione di moti piani.
Il metodo grafico di sintesi con tre punti di precisione permette di trovare una soluzione al problema assegnando tre posizioni, ed in particolare, nella generazione di moti piani, il procedimento prevede di posizionare il corpo rigido nelle tre posizioni assegnate e quindi di progettare un quadrilatero che guida il corpo considerato solidale alla biella.
Il processo che ha portato alla sintesi grafica del meccanismo à ̈ stato l’applicazione del metodo di sintesi con tre punti di precisione. Per il caso in esame il metodo à ̈ stato applicato seguendo i seguenti passaggi.
Per prima cosa si sono individuate le due successive posizioni master assunte dall’area limite di progetto, posizioni che derivano dal rendere solidale l’area limite allo scarpone durante il moto.
La posizione master iniziale dell’area limite rappresenta la posizione di riferimento in cui andare a posizionare le cerniere fisse e mobili del meccanismo.
La Figura 10 mostra le successive posizioni master assunte dall’area limite di progetto.
Successivamente, conoscendo le tre posizioni assunte da un generico punto appartenente all’area limite di progetto nella posizione iniziale, à ̈ possibile tracciare una circonferenza che le interseca, poiché per tre punti passa una sola circonferenza. Il centro della circonferenza tracciata ed il corrispettivo punto generico considerato, rappresentano gli estremi di un’asta del meccanismo che ha come centro di rotazione il centro della circonferenza stessa. Questa procedura presenta una molteplice infinità di soluzioni, potendosi scegliere infinite posizioni per le cerniere mobili all’interno dell’area limite precedentemente definita.
La Figura 11 mostra l’applicazione del metodo di sintesi con tre punti di precisione per il caso in esame, dove “A†rappresenta l’estremo del membro “A-A0†che ruota attorno alla cerniera fissa “A0†.
Scegliendo quindi due punti generici all’interno dell’area limite nella posizione iniziale à ̈ possibile determinare i centri delle cerniere che rappresentano il telaio del meccanismo. I meccanismi ammissibili sono quelli che presentano la disposizione delle cerniere fisse e mobili all’interno dell’area limite nella posizione iniziale.
Dall’analisi fatta applicando le tecniche di sintesi grafica, si à ̈ evidenziato anche che ad ogni particolare zona dell’area limite corrisponde una particolare zona in cui vanno a posizionarsi i centri di rotazione fissi delle aste e che solo particolari zone possono essere considerate, in quanto alcune non permettono di soddisfare la condizione di posizionamento delle cerniere all’interno dell’area limite di progetto.
In Figura 12 à ̈ riportata una configurazione di un meccanismo trovato mediante la tecnica di sintesi grafica con tre punti di precisione. Questa configurazione riportata rappresenta una delle doppie infinità di configurazioni ammissibili che possono essere trovate con il metodo di sintesi utilizzato. I punti che rappresentano le cerniere mobili sono “A†e “B†mentre le cerniere fisse, che rappresentano il telaio, sono “A0†e “B0†. Il movimento dello scarpone à ̈ garantito rendendo solidale lo stesso con la biella “AB†del meccanismo trovato. Sono anche riportate le due successive posizioni assunte dai membri del meccanismo.
Per quanto riguarda la sintesi numerica del meccanismo, lo studio dei quadrilateri articolati affrontato per via analitico-numerica utilizza la rappresentazione vettoriale su piano complesso. Questa tecnica permette di affrontare il problema in maniera semplice e versatile.
In particolare, considerando una generica asta del quadrilatero di lunghezza “a†ed inclinata rispetto all’asse reale di un angolo “α†può essere rappresentata dalla seguente notazione:
Se la stessa asta considerata effettua una rotazione “Π́†la nuova posizione può essere rappresentata dal vettore:
Un meccanismo articolato può quindi essere rappresentato da un sistema di equazioni vettoriali, dette equazioni di chiusura e tali equazioni valgono per qualsiasi movimento delle aste che rispetta i vincoli imposti.
Come detto sopra, le equazioni di chiusura valgono per ogni posizione assunta dal meccanismo, ma generalmente si preferisce rappresentare il quadrilatero nella posizione iniziale ed à ̈ per questo motivo che si utilizzano le cosiddette equazioni di congruenza degli spostamenti per rappresentare la generica posizione diversa da quella iniziale.
Il problema del moto piano consiste nel determinare un quadrilatero in grado di far assumere ad un corpo solidale alla biella delle determinate posizioni.
Il movimento ideale dello scarpone, precedentemente definito, rappresenta anche il moto del piano di biella del meccanismo cercato, poiché si considerano solidali tra loro la biella e lo scarpone. Questo permette di dire che durante il moto del piano di biella, di ogni suo punto si conosce la traiettoria tracciata.
La tecnica di sintesi con tre punti di precisione permette di determinare le aste del meccanismo cercato, conoscendo le tre posizioni assunte da due punti appartenenti al piano di biella.
La definizione del meccanismo in grado di approssimare al meglio il movimento ideale à ̈ stata condotta minimizzando l’errore di traiettoria dei due estremi della biella A e B.
Il vincolo imposto al processo di ottimizzazione per la ricerca del meccanismo, à ̈ rappresentato dall’area limite di posizionamento delle cerniere che appunto à ̈ rappresentata dall’area limite di progetto.
L’errore di traiettoria, scelto un punto “P†interno all’area limite di progetto, à ̈ definito come la distanza euclidea tra Pided il corrispondente Pm, dove Pidrappresenta la posizione assunta dal generico punto durante il moto ideale mentre Pmrappresenta la posizione assunta dal punto considerato come l’estremo dell’asta ottenuta mediante la tecnica di sintesi per tre punti di precisione. Questi punti sono espressi rispetto al sistema di coordinate globali e nello specifico Pid=[PXid, PYid]<T>e Pm=[PXm, PYm]<T>.
In Figura 13 Ã ̈ riportato il sistema di riferimento globale rispetto al quale sono state ricavate le coordinate delle cerniere del meccanismo.
Il problema di sintesi del quadrilatero articolato ha visto come primo step la definizione di una funzione in grado di determinare l’errore di traiettoria per un generico punto durante l’esecuzione del moto, Equazione (1):
dove l’apice “i†à ̈ riferito alla posizione i-esima del punto P durante il moto.
Successivamente, à ̈ stato definito il parametro in grado di stabilire l’errore di traiettoria medio, mediante la seguente equazione, Equazione (2):
La Figura 14 mostra graficamente i valori assunti dal parametro nell’area limite di progetto, ed à ̈ possibile individuare le zone dei punti che approssimano al meglio il movimento ideale. La figura presenta anche zone che rappresentano quei punti che permettono di determinare delle aste, ricavate mediante la tecnica dei tre punti di precisione, che si portano sotto il piano dello sci oppure quei punti che determinano delle aste che hanno la cerniera fissa fuori dall’area limite di progetto.
È stato anche definito un vincolo geometrico, che coinvolge la lunghezza minima delle aste del meccanismo, Equazione (3).
La lunghezza minima delle aste à ̈ imposta per garantire la realizzazione fisica dei membri del quadrilatero, e nel caso in esame tale valore à ̈ stato assunto pari a 30 [mm].
Il processo di definizione del quadrilatero articolato ha interessato nella fase finale di sintesi, la minimizzazione dell’Equazione (4):
Il parametro minimizzato ETà ̈ dato dalla somma di tre termini di natura diversa. I primi due, e , rappresentano l’errore di traiettoria medio di due generici punti “A†e “B†scelti all’interno dell’area limite di progetto. Il terzo termine invece à ̈ un termine di penalizzazione dato dal prodotto di S1, parametro che assume un valore pari a 100 volte il valore massimo assunto dall’errore , e h1, che riferendosi al vincolo descritto dall’Equazione (3), vale 0 se l’equazione à ̈ rispettata oppure 1 se non à ̈ rispettata.
Il parametro ETminimo à ̈ stato ottenuto calcolando tutte le combinazioni tra i punti appartenenti all’area di progetto, e successivamente scegliendo quella che ha assunto il valore minore.
Il processo di sintesi ha portato alla definizione di un meccanismo che à ̈ quello mostrato in Figura 15.
Le coordinate delle cerniere del meccanismo scelto sono riportate in Tabella 1 sotto:
Parametri del
meccanismo
Coord. X=182.8 Y=58.4
Cerniera “A0†[mm] [mm]
Coord. X=152.5 Y=55.0
Cerniera “A†[mm] [mm]
Coord. X=170.2 Y=13.8
Cerniera “B0†[mm] [mm]
Coord. Y=30.0
X=5.0 [mm]
Cerniera “B†[mm]
Parametro ET0.764
Tabella 4-1. Coordinate delle cerniere del meccanismo scelto
In Figura 16, ed in particolare in Figura 17, à ̈ invece mostrato il confronto tra le traiettorie tracciate, durante il movimento ideale, dai punti “A†e “B†e le traiettorie tracciate dai due stessi punti considerati in quest’ultimo caso come estremi della biella del meccanismo.
Per quanto riguarda invece la progettazione funzionale, la determinazione dello schema del meccanismo in grado di garantire al meglio l’esecuzione del movimento ideale ipotizzato à ̈ stata seguita da una modellazione mediante software CAD 3D per verificare la funzionalità del meccanismo e gli ingombri dei membri rispetto ai componenti che compongono l’insieme bindingscarpone-sci, come si vede in Figura 18.
Come illustrato in Figura 18 e 19, il meccanismo articolato 1 per attacchi per sci 3 della presente invenzione comprende pertanto: - una struttura di attacco mobile 5 a cui viene vincolato uno scarpone 7;
- un telaio 9 solidale allo sci 3; e
- un primo membro di connessione allungato 12, avente una prima lunghezza, imperniato ad una prima estremità 14 alla struttura di attacco mobile 5 ed imperniato ad una seconda estremità 16 al telaio 9, su un primo lato dello scarpone 7 e dello sci 3;
- un secondo membro di connessione allungato 18, avente una seconda lunghezza molto minore della prima lunghezza, imperniato ad una prima estremità 20 alla struttura di attacco mobile 5 ed imperniato ad una seconda estremità 22 al telaio 9, sul primo lato dello scarpone 7 e dello sci 3;
- un terzo membro di connessione allungato 24, avente la prima lunghezza, imperniato ad una prima estremità alla struttura di attacco mobile 5 ed imperniato ad una seconda estremità 26 al telaio 9, su un secondo lato dello scarpone 7 e dello sci 3;
- un quarto membro di connessione allungato 28, avente la seconda lunghezza molto minore della prima lunghezza, imperniato ad una prima estremità alla struttura di attacco mobile 5 ed imperniato ad una seconda estremità 30 al telaio 9, sul secondo lato dello scarpone 7 e dello sci 3.
Inoltre, il meccanismo 1 sopra descritto può comprendere almeno un elemento trasversale 32 atto ad unire tra loro il primo membro di connessione allungato 12 ed il terzo membro di connessione allungato 24, per rinforzare maggiormente la propria struttura e garantire una maggiore rigidezza torsionale. Anche se non presente in Figura 18 il meccanismo 1 può comprendere un elemento di unione trasversale tra il secondo membro di connessione allungato 18 ed il quarto membro di connessione allungato 28.
Nella configurazione illustrata, il telaio 9 Ã ̈ reso solidale allo sci 3 in modo permanente.
Alla soluzione proposta sopra à ̈ stata progettata una soluzione alternativa che permette di ancorarsi su qualunque tipologia di sci con attacco tradizionale, come illustrato in Figura 20.
In questo caso alternativo, il telaio 9 à ̈ separato dallo sci 3 in fase di non utilizzo del meccanismo 1 ed à ̈ reso solidale allo sci 3 tramite almeno una piastra 34 agganciata all’attaco tradizionale ed atta a connettersi al telaio 9 tramite un accoppiamento di forma ed un sistema di aggancio.
In questa configurazione, il meccanismo 1 può anche comprendere almeno una fibbia 36, od altri dispositivi, atti a vincolare e solidarizzare lo scarpone 7 con la struttura di attacco mobile 5.
L’utilizzo di un quadrilatero articolato per binding, pur presentando una complessità meccanica maggiore rispetto alle soluzioni in commercio dotate di un'unica cerniera, oltre a garantire ingombri ridotti, leggerezza ed una limitata distanza tra la suola dello scarpone e lo sci, consente di ottenere un passo dalle caratteristiche ergonomiche, garantendo quindi un migliore comfort durante l’utilizzo dello stesso. Inoltre rispetto alle soluzioni esistenti dotate di coppia prismatica con strisciamento, non essendovi nel meccanismo proposto membri che strisciano tra loro ma solo coppie rotoidali, garantisce un minore affaticamento e quindi un maggiore risparmio di energia muscolare.
Sono state illustrate e descritte in precedenza alcune forme di realizzazione preferite della presente invenzione: ovviamente, agli esperti nel ramo risulteranno immediatamente evidenti numerose varianti e modifiche, funzionalmente equivalenti alle precedenti, che ricadono nel campo di protezione dell'invenzione come evidenziato nelle rivendicazioni allegate.

Claims (5)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Meccanismo articolato (1) per attacchi per sci (3), caratterizzato dal fatto di comprendere: - una struttura di attacco mobile (5) a cui viene vincolato uno scarpone (7); - un telaio (9) solidale allo sci (3); e - un primo membro di connessione allungato (12), avente una prima lunghezza, imperniato ad una prima estremità (14) alla struttura di attacco mobile (5) ed imperniato ad una seconda estremità (16) al telaio (9), su un primo lato dello scarpone (7) e dello sci (3); - un secondo membro di connessione allungato (18), avente una seconda lunghezza molto minore della prima lunghezza, imperniato ad una prima estremità (20) alla struttura di attacco mobile (5) ed imperniato ad una seconda estremità (22) al telaio (9), sul primo lato dello scarpone (7) e dello sci (3); - un terzo membro di connessione allungato (24), avente la prima lunghezza, imperniato ad una prima estremità alla struttura di attacco mobile (5) ed imperniato ad una seconda estremità (26) al telaio (9), su un secondo lato dello scarpone (7) e dello sci (3); - un quarto membro di connessione allungato (28), avente la seconda lunghezza molto minore della prima lunghezza, imperniato ad una prima estremità alla struttura di attacco mobile (5) ed imperniato ad una seconda estremità (30) al telaio (9), sul secondo lato dello scarpone (7) e dello sci (3).
  2. 2. Meccanismo (1) secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto di comprendere inoltre almeno un elemento trasversale (32) atto ad unire tra loro il primo membro di connessione allungato (12) ed il terzo membro di connessione allungato (24) e/o un ulteriore elemento trasversale atto ad unire tra loro il secondo membro di connessione allungato (18) ed il quarto membro di connessione allungato (28).
  3. 3. Meccanismo (1) secondo la rivendicazione 1 o 2, caratterizzato dal fatto che il telaio (9) Ã ̈ reso solidale allo sci (3) in modo permanente.
  4. 4. Meccanismo (1) secondo la rivendicazione 1 o 2, caratterizzato dal fatto che il telaio (9) à ̈ separato dallo sci (3) in fase di non utilizzo del meccanismo (1) ed à ̈ reso solidale allo sci (3) tramite almeno una piastra (34) agganciata all’attacco tradizionale ed atta a connettersi al telaio (9) tramite un accoppiamento di forma ed un sistema di aggancio.
  5. 5. Meccanismo (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto di comprendere inoltre almeno una fibbia (36) od altri dispositivi atti a vincolare e solidarizzare lo scarpone (7) con la struttura di attacco mobile (5).
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Citations (4)

* Cited by examiner, † Cited by third party
Publication number Priority date Publication date Assignee Title
WO1983002398A1 (en) * 1982-01-12 1983-07-21 Mitchell Spencer Coleman Ski binding
WO1996037269A1 (en) * 1995-05-24 1996-11-28 Gierveld Beheer B.V. Sport device
EP1034819A2 (de) * 1999-03-01 2000-09-13 Martin Dipl. Ing. Breuer-Bono Tourenschibindung mit Doppelgelenksmechanik
FR2843311A1 (fr) * 2002-08-08 2004-02-13 Salomon Sa Dispositif de fixation a accrochage integre

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