ITTO20110770A1 - Metodo per il riconoscimento del fenomeno di misfire in un motore a combustione interna - Google Patents

Metodo per il riconoscimento del fenomeno di misfire in un motore a combustione interna Download PDF

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ITTO20110770A1
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misfire
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signal
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Francesco Alunni
Canio Rocco Caterini
Luca Luigi De
Stefano Sgatti
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Magneti Marelli Spa
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Description

DESCRIZIONE
del brevetto per invenzione industriale dal titolo:
“METODO PER IL RICONOSCIMENTO DEL FENOMENO DI MISFIRE IN UN MOTORE A COMBUSTIONE INTERNAâ€
di MAGNETI MARELLI S.P.A.
SETTORE DELLA TECNICA
La presente invenzione à ̈ relativa ad un metodo per il riconoscimento del fenomeno di misfire in un motore a combustione interna.
ARTE ANTERIORE
In un motore a combustione interna ad accensione comandata, con il termine di fenomeno di misfire o misfire viene indicato un fenomeno di cattiva combustione avvenuto all'interno di uno o più cilindri; in particolare, il misfire viene denominato misfire della accensione quando esso à ̈ causato dall'insufficiente o assente energia della scintilla generata dalla candela, oppure viene denominato misfire di iniezione quando esso à ̈ causato dall'insufficiente o assente apporto di combustibile.
La presenza del fenomeno di misfire risulta particolarmente dannoso, in quanto una cattiva combustione comporta un decadimento delle prestazioni del motore, un incremento del livello di emissioni inquinanti del motore, ed un possibile danno permanente al catalizzatore. Per tale motivo, la normativa Europea sui limiti di emissione per autoveicoli prevede sia di predisporre un riconoscimento efficace del fenomeno di misfire, sia di segnalare la presenza del fenomeno di misfire al conducente mediante lampeggio di una lampada posta sul quadro di bordo. Più precisamente, la normativa Europea sui limiti di emissione per autoveicoli prevede di segnalare un incremento del livello di emissioni inquinanti quando il numero di misfire in un primo intervallo (ad esempio 1000 PMS – Punti Morti Superiori) supera una prima soglia, e di segnalare un degrado permanente del catalizzatore quando il numero di misfire in un secondo intervallo (ad esempio 200 PMS – Punti Morti Superiori) supera una secondo soglia.
Attualmente, il riconoscimento del fenomeno di misfire viene effettuato in modo indiretto, cioà ̈ analizzando il valore istantaneo della accelerazione angolare dell’albero motore oppure il valore istantaneo della coppia motrice, in quanto una analisi diretta della combustione mediante sensori disposti all’interno di ciascun cilindro non risulta praticabile per motivi di costo.
Il metodo più diffuso per il riconoscimento del fenomeno di misfire prevede di analizzare la accelerazione angolare dell’albero motore; in particolare, utilizzando il segnale fornito dalla ruota fonica viene calcolato il valore della accelerazione angolare dell’albero motore in corrispondenza di posizioni angolari determinate dell’albero motore stesso, e viene riconosciuto il fenomeno di misfire se il valore assoluto della accelerazione angolare dell’albero motore à ̈ superiore ad un valore di soglia determinato.
Tuttavia, à ̈ stato osservato che tale metodo non à ̈ molto affidabile in quanto il valore assoluto della accelerazione angolare dell’albero motore può superare il valore di soglia anche per cause non collegate al fenomeno di misfire, quali, ad esempio, l’attacco o lo stacco del compressore dell’impianto di condizionamento, le asperità della strada, oppure brusche decelerazioni. Inoltre, in corrispondenza di un fenomeno di misfire singolo, sul valore della accelerazione angolare dell’albero motore si possono innescare delle oscillazioni torsionali che portano il valore assoluto della accelerazione angolare dell’albero motore a superare il valore di soglia in più istanti successivi; in questo caso, un fenomeno di misfire singolo viene erroneamente riconoscimento come pluralità di misfire successivi.
Una prima soluzione ai problemi sopra esposti à ̈ stata fornita dalla domanda di brevetto EP-0637738-A1, la quale descrive un metodo per il riconoscimento del fenomeno di misfire in un motore a combustione interna analizzando la accelerazione angolare dell’albero motore; per cercare di eliminare l'influenza dei disturbi, il valore della accelerazione angolare dell’albero motore viene elaborato creando un indice denominato ciclicità che, confrontato con opportune soglie, segnala la presenza del fenomeno misfire.
Tuttavia, anche il metodo per il riconoscimento del fenomeno di misfire proposto dalla domanda di brevetto EP-0637738-A1 tende a riconoscere erroneamente una pluralità di misfire successivi invece di un misfire singolo per effetto delle oscillazioni del valore della accelerazione angolare dell’albero motore innescate da un misfire singolo.
La domanda di brevetto EP-A1-1447655 descrive un metodo per il riconoscimento del fenomeno di misfire in un motore a combustione interna analizzando la accelerazione angolare dell’albero motore che prevede di stimare il valore della accelerazione angolare dell’albero motore in corrispondenza di posizioni angolari determinate dell’albero motore stesso, di confrontare il valore assoluto della accelerazione angolare dell’albero motore con un valore di soglia determinato, e di riconoscere la presenza del fenomeno di misfire se il valore assoluto della accelerazione angolare dell’albero motore à ̈ superiore al valore di soglia determinato. Quando viene riconosciuta la presenza di un fenomeno di misfire, cioà ̈ quando il valore assoluto della accelerazione angolare dell’albero motore supera il valore di soglia, vengono filtrati una serie di valori della accelerazione angolare dell’albero motore successivi al valore della accelerazione angolare dell’albero motore in corrispondenza del quale à ̈ stato riconosciuto il fenomeno di misfire per eliminare la componente di oscillazione indotta dal fenomeno di misfire sul valore della accelerazione angolare dell’albero motore. A questo punto, solo i valori filtrati della accelerazione angolare dell’albero motore venendo confrontati con il valore di soglia per riconoscere l’eventuale presenza di ulteriori fenomeni di misfire successivi a quello riconosciuto.
Tuttavia, si à ̈ verificato che il metodo per il riconoscimento del fenomeno di misfire proposto nella domanda di brevetto EP-A1-1447655 non garantisce buone prestazioni in condizioni di alti regimi di rotazione, in particolare quando il numero di giri à ̈ superiore a 4500 rpm.
DESCRIZIONE DELLA INVENZIONE
Scopo della presente invenzione à ̈ di fornire un metodo per il riconoscimento del fenomeno di misfire in un motore a combustione interna, il quale metodo sia privo degli inconvenienti sopra descritti e, in particolare, sia di facile ed economica implementazione e sia in grado di ridurre al minimo le percentuali di falsi riconoscimenti e di mancati riconoscimenti del fenomeno di misfire.
Secondo la presente invenzione viene fornito un metodo per il riconoscimento del fenomeno di misfire in un motore a combustione interna secondo quanto rivendicato dalle rivendicazioni allegate.
BREVE DESCRIZIONE DEI DISEGNI
La presente invenzione verrà ora descritta con riferimento ai disegni annessi, che ne illustrano un esempio di attuazione non limitativo, in cui:
- la figura 1 Ã ̈ una vista schematica, parziale, in elevazione laterale ed in sezione di un motore a combustione interna provvisto di una centralina di controllo che implementa il metodo per il riconoscimento del fenomeno di misfire oggetto della presente invenzione;
- la figura 2 à ̈ una rappresentazione grafica mediante fasori utilizzata dalla centralina di controllo per validare il riconoscimento del fenomeno di misfire. FORME DI ATTUAZIONE PREFERITE DELL’INVENZIONE
Nella figura 1, à ̈ parzialmente illustrato un motore a combustione interna alimentato a benzina, il quale à ̈ indicato nel suo complesso con il numero 1. Il motore a combustione interna 1 comprende quattro cilindri 2, ciascuno dei quali alloggia in modo scorrevole un rispettivo pistone 3 che à ̈ meccanicamente collegato ad un albero 4 motore mediante un accoppiamento biella-manovella. L’albero 4 motore à ̈ montato girevole attorno ad un asse X di rotazione longitudinale e riceve dai pistoni 3 la forza generata dalla combustione all’interno dei cilindri 2; ciascun pistone 3 à ̈ infatti meccanicamente collegato all’albero 4 motore per trasmettere all’albero 4 motore stesso la forza generata dalla combustione della benzina all’interno del cilindro 2.
All’albero 4 motore à ̈ calettata una ruota 5 fonica provvista di 60 denti 6 ed accoppiata ad un sensore 7, il quale à ̈ atto a rilevare il tempo intercorso tra il passaggio di due denti 6 consecutivi. Il motore 1 comprende, inoltre, una centralina 8 di controllo, la quale à ̈ collegata al sensore 7 ed à ̈ atta a riconoscere fenomeni di misfire che avvengono all’interno dei cilindri 2.
Viene di seguito descritta la modalità utilizzata dalla centralina 8 di controllo per effettuare il riconoscimento del fenomeno di misfire utilizzando le informazioni fornite dal sensore 7 accoppiato alla ruota 5 fonica.
All’interno della centralina 8 di controllo, viene memorizzato un buffer B circolare, la cui ampiezza à ̈ variabile in funzione della velocità in rotazione dell’albero 4 motore.
Si à ̈ verificato sperimentalmente che il metodo consente di raggiungere buone prestazioni differenziando l’ampiezza del buffer B circolare per bassi regimi di rotazione, medi regimi di rotazione e alti regimi di rotazione.
Secondo una preferita variante, i bassi regimi di rotazione sono individuati a velocità inferiori ai 2500 rpm; i medi regimi di rotazione sono compresi fra 2500 rpm e 4500 rpm; e gli alti regimi di rotazione sono superiori a 4500 rpm.
In corrispondenza di ciascun punto morto superiore PMS (o top dead centre TDC) il buffer B viene aggiornato con una logica di tipo FIFO (First In First Out) per cui, come in una coda, un nuovo set di campioni S à ̈ aggiunto nel buffer B mentre vengono liberate le celle di memoria del set di campioni S più vecchio che viene scaricato dal buffer B.
Secondo una preferita variante, anche il numero di campioni S Ã ̈ variabile.
In particolare, il numero di campioni S à ̈ variabile in funzione del tempo impiegato dall’albero 4 motore per percorrere un tratto angolare di misura, la cui ampiezza à ̈ misurata utilizzando il segnale proveniente dalla ruota 5 fonica. Indicativamente, ciascun tratto angolare di misura presenta una ampiezza angolare pari ad un numero di denti 6 della ruota 5 fonica compreso tra 3 e 12. Secondo una preferita variante ciascun tratto angolare di misura presenta una ampiezza angolare pari a 3, 6 oppure 10 denti 6 della ruota 5 fonica.
E’ importante ricordare che il periodo di combustione (vale a dire il tempo che intercorre tra due combustioni successive) à ̈ uguale a 180° (pari alla distanza fra il punto morto superiore PMS o top dead centre TDC ed il punto morto inferiore PMI o bottom dead centre BTC); poiché la ruota 5 fonica presenta 60 denti 5, risulta evidente che il periodo di combustione à ̈ pari a 30 tempi dente consecutivi.
È valida quindi la seguente relazione:
S = 30 / Nteeth_sample
in cui:
S: numero di campioni;
30: tempi dente consecutivi di ciascun periodo di combustione;
Nteeth_sample: tempi dente consecutivi per ciascun campione.
Inoltre, il numero di campioni S Ã ̈ variabile in funzione del numero di combustioni analizzate.
È valida quindi la seguente relazione:
S = B / Ncomb_sample
in cui:
S: numero di campioni;
B: dimensioni del buffer di memoria circolare;
Ncomb_sample: numero di combustioni analizzate per ciascun campione.
In definitiva, per basse velocità di rotazione (vale a dire con regimi di rotazione inferiori ai 2500 rpm) il buffer B di memoria presenta una dimensione di venti celle di memoria, à ̈ atto a contenere dieci campioni S, ciascuno dei quali à ̈ pari ad tratto angolare di misura di ampiezza angolare pari a tre denti 6 della ruota 5 fonica e vengono analizzate due combustioni.
Anche per medie velocità di rotazione (vale a dire con regimi di rotazione compresi fra 2500 rpm e 4500 rpm) il buffer B di memoria presenta una dimensione di venti celle di memoria, à ̈ atto a contenere cinque campioni S, ciascuno dei quali à ̈ pari ad tratto angolare di misura di ampiezza angolare pari a sei denti 6 della ruota 5 fonica e vengono analizzate quattro combustioni.
Per alte velocità di rotazione (vale a dire con regimi di rotazione superiori a 4500 rpm) il buffer di memoria presenta una dimensione di ventiquattro celle di memoria, à ̈ atto a contenere tre campioni S, ciascuno dei quali à ̈ pari ad tratto angolare di misura di ampiezza angolare pari a dieci denti 6 della ruota 5 fonica e vengono analizzate otto combustioni.
L’intensità del segnale S generato dal passaggio dei denti 6 della ruota 5 fonica viene quindi campionato attraverso i buffer nel modo sopra descritto.
Si ottiene quindi una funzione discreta su cui viene operata una trasformata discreta di Fourier o anche DFT (Discrete Fourier Transform) che, come noto, rappresenta un particolare tipo di trasformata di Fourier.
In corrispondenza di un misfire, si à ̈ verificato che il segnale S campionato generato dal passaggio dei denti 6 della ruota 5 fonica e su cui à ̈ stata operata una trasformata discreta di Fourier DFT presenta un incremento dell’ampiezza del segnale S stesso. In altre parole, a seguito di un misfire, il segnale S campionato generato dal passaggio dei denti 6 della ruota 5 fonica e su cui à ̈ stata operata una trasformata discreta di Fourier DFT ha una ampiezza maggiore rispetto alle condizioni precedenti in assenza del misfire.
Il segnale S generato dal passaggio dei denti 6 della ruota 5 fonica consente quindi di riconoscere gli eventi di misfire individuando in incremento nella ampiezza del segnale S stesso.
Una volta individuato l’evento di misfire, il corretto riconoscimento viene validato attraverso una rappresentazione grafica realizzata mediante l’impiego di fasori. Come noto, un fasore à ̈ un numero complesso, che può essere rappresentato nel piano di Gauss come un vettore in rotazione ed à ̈ equivalente ad una funzione sinusoidale. Conviene quindi offrire del fasore una rappresentazione vettoriale come illustrato nella figura 2.
In sostanza, viene generato un fasore VP virtuale associato al segnale S sinusoidale ottenuto operando la trasformata discreta di Fourier DFT (Discrete Fourier Transform). Il fasore VP virtuale à ̈ quel numero complesso avente per modulo il valore efficace del segnale S ottenuto applicando la trasformata discreta di Fourier e per argomento la fase del detto segnale S ottenuto applicando la trasformata discreta di Fourier.
In altre parole ancora, la rappresentazione vettoriale del fasore FP virtuale che si ottiene nel piano complesso à ̈ costituita da un vettore che parte dall’origine e che forma con l’asse reale (o asse X delle ascisse) un angolo α pari alla fase del detto segnale sinusoidale ottenuto applicando la trasformata discreta di Fourier; inoltre il vettore ha una ampiezza Y pari al valore efficace del segnale sinusoidale ottenuto applicando la trasformata discreta di Fourier.
Viene di seguito descritta la modalità utilizzata dalla centralina 8 di controllo per validare il riconoscimento del fenomeno di misfire utilizzando la rappresentazione grafica mediante fasori.
Il metodo prevede di determinare, per ciascun fasore VP virtuale, un fasore TP teorico che rappresenta l’evoluzione nel tempo che dovrebbe avere il fasore FP virtuale che rappresenta graficamente il segnale proveniente dalla ruota 5 fonica. Il fasore VP virtuale viene confrontato con il fasore TP teorico in un numero predeterminato di punti.
In particolare, il fasore TP teorico percorre degli step di rotazione di ampiezza prestabilita e fissa e pari a:
αstep = 360 / NTDC
in cui:
αstep: ampiezza di ogni singolo step di rotazione;
NTDC: numero di punti morti superiori TDC analizzati (ovvero, numero di combustioni analizzate).
Il confronto fra il fasore TP teorico ed il fasore VP virtuale avviene in corrispondenza di ogni singolo step di rotazione.
Nel caso che il confronto fra il fasore TP teorico ed il fasore VP virtuale che rappresenta graficamente il segnale proveniente dalla ruota 5 fonica dia esito positivo, allora viene validato il riconoscimento del fenomeno di misfire.
Secondo una prima variante, viene validato il riconoscimento del fenomeno di misfire nel caso in cui il fasore VP virtuale coincida con il fasore TP teorico.
Secondo una seconda variante, viene invece determinato, in una fase preliminare di settaggio e messa a punto, un intervallo di tolleranza TI. Il riconoscimento del fenomeno di misfire viene validato nel caso in cui il fasore VP virtuale coincida sostanzialmente con il fasore TP teorico, vale a dire nel caso in cui il fasore VP virtuale sia compreso all’interno di un intervallo di confidenza che à ̈ centrato nel fasore TP teorico e presenta una ampiezza pari all’intervallo di tolleranza TI e delimitato dai due fasori di estremità Pmine Pmax.
Inoltre, secondo una preferita variante, il riconoscimento del fenomeno di misfire viene validato solo nel caso in cui il fasore VP virtuale coincida sostanzialmente con il fasore TP teorico per un intervallo di tempo di durata prestabilita.
Secondo una prima variante, questo intervallo di tempo di durata prestabilita à ̈ pari ad un numero di step di rotazione. In altre parole, il riconoscimento del fenomeno di misfire viene validato solo nel caso in cui il confronto fra il fasore TP teorico ed il fasore VP virtuale dia esito positivo per un certo numero di step di rotazione in successione.
Secondo una seconda variante, questo intervallo di tempo di durata prestabilita à ̈ pari ad un valore S di soglia determinato in una fase preliminare di settaggio e messa a punto. In questo caso, la presenza del fenomeno di misfire viene riconosciuta nel caso in cui il fasore VP virtuale coincida sostanzialmente con il fasore TP teorico per un intervallo di tempo di durata almeno pari al valore S di soglia determinato.
Può facilmente verificarsi che vengano riconosciuti un numero di fenomeni di misfire. In questo caso, il metodo prevede di rappresentare graficamente il segnale proveniente dalla ruota 5 fonica mediante un fasore VP virtuale per ciascun fenomeno di misfire rilevato; e, chiaramente, di determinare per ciascun fenomeno di misfire un corrispondente fasore TP teorico che rappresenta l’evoluzione nel tempo che dovrebbe avere il relativo fasore VP virtuale.
Anche in questo caso, ciascun fasore TP teorico percorre degli step di rotazione di ampiezza prestabilita e fissa. Per ciascuno step di rotazione à ̈ possibile effettuare una somma vettoriale dei fasori VP virtuali e, analogamente, una somma vettoriale dei fasori TP teorici associati ai detti fasori VP virtuali.
A questo punto, la somma vettoriale dei fasori TP teorici viene confrontata con la somma dei fasori VP virtuali; la presenza dei fenomeni di misfire viene validata solo nel caso in cui il confronto fra la somma vettoriale dei fasori TP teorici e la somma dei fasori VP virtuali dia esito positivo, cioà ̈ solo nel caso in cui la somma vettoriale dei fasori VP virtuali coincida sostanzialmente (a meno dell’ intervallo di tolleranza TI) con la somma vettoriale dei fasori TP teorici.
Inoltre anche in questo caso, secondo una preferita variante, il riconoscimento del fenomeno di misfire viene validato solo nel caso in cui la somma vettoriale dei fasori VP virtuali coincida sostanzialmente con la somma vettoriale dei fasori TP teorici per un intervallo di tempo di durata prestabilita.
Secondo una prima variante, questo intervallo di tempo di durata prestabilita à ̈ pari ad un numero di step di rotazione.
Secondo una seconda variante, questo intervallo di tempo di durata prestabilita à ̈ pari ad un valore S di soglia determinato in una fase preliminare di settaggio e messa a punto. In questo caso, la presenza dei fenomeni di misfire viene riconosciuta nel caso in cui la somma vettoriale dei fasori VP virtuali coincida sostanzialmente con la somma vettoriale dei fasori TP teorici per un intervallo di tempo di durata almeno pari al valore S di soglia determinato.
Secondo una preferita variante viene determinato, in una fase preliminare di settaggio e messa a punto, un numero massimo di fenomeni di misfire riconoscibili; preferibilmente il numero massimo di fenomeni di misfire riconoscibili à ̈ pari a tre.
Nel caso in cui il confronto fra la somma vettoriale dei fasori TP teorici e la somma dei fasori VP virtuali dia esito negativo, cioà ̈ solo nel caso in cui la somma vettoriale dei fasori VP virtuali non coincida sostanzialmente con la somma vettoriale dei fasori TP teorici, la centralina 8 di controllo à ̈ predisposta per implementare una modalità di verifica allo scopo di validare il riconoscimento solo di alcuni fenomeni di misfire.
A titolo di esempio, la modalità di verifica prevede di non considerare l’ultimo evento di misfire che à ̈ stato riconosciuto e ripetere il confronto fra la somma vettoriale dei fasori TP teorici e la somma dei fasori VP virtuali senza tenere conto del fasore VP virtuale associato all’ultimo evento di misfire e del corrispondente fasore TP teorico.
Prove sperimentali hanno evidenziato che il metodo fin qui descritto garantisce buone prestazioni, in termini di affidabilità e precisione del riconoscimento dei fenomeni di misfire, a tutti i regimi di rotazione senza compromettere eccessivamente l’occupazione di memoria della centralina 8 di controllo.

Claims (1)

  1. RIVENDICAZIONI 1.- Metodo per il riconoscimento del fenomeno di misfire in un motore (1) a combustione interna, provvisto di un albero (4) motore a cui à ̈ calettata una ruota (5) fonica accoppiata ad un sensore (7); il metodo à ̈ caratterizzato dal fatto di: rilevare mediante il sensore (7) l’intensità del segnale (S) generato dal passaggio dei denti (6) della ruota (5) fonica; realizzare un campionamento del segnale (S) generato dal passaggio dei denti (6) della ruota (5) fonica; elaborare il segnale (S) campionato operando una trasformata discreta di Fourier (DFT - Discrete Fourier Transform); determinare la presenza del fenomeno di misfire in funzione del segnale (S) campionato ed elaborato mediante la trasformata discreta di Fourier (DFT - Discrete Fourier Transform). 2.- Metodo secondo la rivendicazione 1, in cui la fase di riconoscere la presenza del fenomeno di misfire in funzione del segnale (S) campionato ed elaborato mediante la trasformata discreta di Fourier (DFT - Discrete Fourier Transform) comprende la sotto fase di riconoscere la presenza del fenomeno di misfire in base ad un incremento nella ampiezza del segnale (S) campionato ed elaborato mediante la trasformata discreta di Fourier (DFT - Discrete Fourier Transform). 3.- Metodo secondo la rivendicazione 1 o 2 e comprendente le ulteriori fasi di: rappresentare graficamente il segnale (S) campionato ed elaborato mediante la trasformata discreta di Fourier mediante un fasore (VP) virtuale; e validare la presenza del fenomeno di misfire mediante la rappresentazione grafica realizzata mediante il fasore (VP) virtuale del segnale (S) campionato ed elaborato mediante la trasformata discreta di Fourier. 4.- Metodo secondo la rivendicazione 3, in cui la fase di validare la presenza del fenomeno di misfire mediante il fasore (VP) virtuale del segnale (S) campionato ed elaborato mediante la trasformata discreta di Fourier prevede le sotto fasi di: determinare un fasore (TP) teorico, il quale rappresenta l’evoluzione nel tempo che dovrebbe avere il fasore (VP) virtuale che rappresenta graficamente il segnale (S) campionato ed elaborato mediante la trasformata discreta di Fourier mediante un fasore (VP) virtuale; confrontare il fasore (TP) teorico con il fasore (VP) virtuale; validare la presenza del fenomeno di misfire mediante il confronto fra il fasore (TP) teorico ed il fasore (VP) virtuale che rappresenta il segnale (S) campionato ed elaborato mediante la trasformata discreta di Fourier. 5.- Metodo secondo la rivendicazione 4, in cui il fasore (TP) teorico percorre degli step di rotazione di ampiezza prestabilita e fissa e pari a : αstep= 360 / NTDC in cui: αstep: ampiezza di ogni singolo step di rotazione; NTDC: numero di punti morti superiori TDC analizzati. 6.- Metodo secondo la rivendicazione 4 o 5 e comprendente le ulteriori fasi di: determinare, in una fase preliminare di settaggio e messa a punto, un valore (S) di soglia determinato; e riconoscere la presenza del fenomeno di misfire nel caso in cui il fasore (VP) virtuale coincida sostanzialmente con il fasore (TP) teorico per un intervallo di tempo di durata almeno pari al valore (S) di soglia determinato. 7.- Metodo secondo la rivendicazione 6 e comprendente le ulteriori fasi di: determinare, in una fase preliminare di settaggio e messa a punto, un intervallo di tolleranza (TI); riconoscere la presenza del fenomeno di misfire nel caso in cui il fasore (VP) virtuale sia compreso all’interno di un intervallo di confidenza centrato nel fasore (TP) teorico e di ampiezza pari all’intervallo di tolleranza (TI). 8.- Metodo secondo una delle rivendicazioni da 3 a 7 in cui, in caso di riconoscimento della presenza di un numero di fenomeni di misfire, il metodo comprende le ulteriori fasi di: rappresentare graficamente il segnale (S) campionato ed elaborato mediante la trasformata discreta di Fourier mediante un fasore (VP) virtuale per ciascun fenomeno di misfire rilevato; determinare per ciascun fenomeno di misfire un fasore (TP) teorico, il quale rappresenta l’evoluzione nel tempo che dovrebbe avere il corrispondente fasore (VP) virtuale; effettuare una somma vettoriale dei fasori (VP) virtuali; effettuare una somma vettoriale dei fasori (TP) teorici associati ai detti fasori (VP) virtuali; confrontare la somma vettoriale dei fasori (TP) teorici con la somma vettoriale dei fasori (VP) virtuali; e validare la presenza dei fenomeni di misfire mediante il confronto fra la somma vettoriale dei fasori (TP) teorici e la somma vettoriale dei fasori (VP) virtuali. 9.- Metodo secondo la rivendicazione 8 e comprendente l’ulteriore fase di determinare, in una fase preliminare di settaggio e messa a punto, un numero massimo di fenomeni di misfire riconoscibili. 10.- Metodo secondo una delle rivendicazioni precedenti in cui la fase di realizzare un campionamento del segnale (S) generato dal passaggio dei denti (6) della ruota (5) fonica à ̈ realizzato mediante un buffer (B) di memoria circolare. 11.- Metodo secondo la rivendicazione 10, in cui l’ampiezza del buffer (B) di memoria circolare à ̈ variabile in funzione della velocità in rotazione dell’albero (4) motore. 12.- Metodo secondo la rivendicazione 11, in cui l’ampiezza del buffer (B) di memoria circolare à ̈ differenziato per i bassi regimi di rotazione, individuati a velocità preferibilmente inferiori ai 2500 rpm, i medi regimi di rotazione, preferibilmente compresi fra 2500 rpm e 4500 rpm, e gli alti regimi di rotazione, individuati a velocità preferibilmente superiori a 4500 rpm. 13.- Metodo secondo una delle rivendicazioni da 10 a 12, in cui il numero di campioni (S) utilizzati per realizzare il campionamento del segnale (S) generato dal passaggio dei denti (6) della ruota (5) fonica à ̈ variabile. 14.- Metodo secondo la rivendicazione 13, in cui il numero di campioni (S) à ̈ variabile in funzione del tempo impiegato dall’albero (4) motore per percorrere un tratto angolare di misura di ampiezza pari ad un numero di denti (6) della ruota (5) fonica compreso tra 3 e 12, preferibilmente pari a 3, 6 oppure 10 denti (6) della ruota (5) fonica. 15.- Metodo secondo una delle rivendicazioni da 10 a 13, in cui il numero di campioni (S) à ̈ variabile in funzione del numero di combustioni analizzate.
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