ITTO20110467A1 - Pompa per vuoto rotativa, in particolare per autoveicoli, e relativo metodo di comando - Google Patents

Description

POMPA PER VUOTO ROTATIVA, IN PARTICOLARE PER AUTOVEICOLI, E RELATIVO METODO DI COMANDO

Campo dell'invenzione

La presente invenzione si riferisce alle pompe, e più in particolare riguarda una pompa per vuoto rotativa munita di un dispositivo di comando atto a disaccoppiare la pompa da un organo di azionamento nei periodi in cui il funzionamento della pompa stessa non à ̈ necessario o desiderato.

Preferibilmente, ma non esclusivamente, la presente invenzione trova applicazione in pompe per vuoto azionate da un motore di autoveicolo.

Stato della tecnica

Nel settore degli autoveicoli si usano pompe per vuoto per generare e mantenere, in un serbatoio o booster di servofreno, una depressione che serve principalmente per azionare freni e altri organi che richiedono una depressione per operare. Dopo che la depressione à ̈ stata generata, l'azionamento di queste pompe serve per compensare il consumo di vuoto da parte degli organi collegati alla sorgente di vuoto e le perdite. Poiché questi organi non sono attivi in permanenza e le perdite sono limitate, vi sono periodi di tempo, di durata anche notevole, durante i quali l'azionamento della pompa non à ̈ necessario. La disattivazione della pompa in questi periodi permetterebbe di ridurre la potenza totale richiesta al motore e quindi il consumo di carburante e l'emissione di gas di scarico, come pure di ridurre l'usura dei componenti della pompa e quindi di aumentarne la vita utile. Inoltre, per realizzare i componenti della pompa, si potrebbero scegliere materiali alternativi, meno costosi, viste le minori sollecitazioni a cui gli stessi sono sottoposti.

DE 102007056316 e WO 2010106505 descrivono pompe per vuoto rotative in cui, tra un organo di trascinamento collegato al motore e il rotore della pompa, sono previsti elementi di accoppiamento che possono assumere una prima o una seconda posizione per rendere solidali per la rotazione o rispettivamente indipendenti l'uno dall'altro l'organo di trascinamento e il rotore secondo le condizioni operative della pompa.

Queste soluzioni note non sono soddisfacenti a causa della complessità di costruzione, della necessità di avere tolleranze costruttive molto strette, dell'elevata pressione dell'olio richiesta per il cambiamento di configurazione e della difficoltà di evitare picchi di coppia assorbita, in particolare al riaccoppiamento tra albero di trascinamento e rotore.

Sommario dell'invenzione

Lo scopo dell'invenzione à ̈ di fornire una pompa e un procedimento di comando della stessa che ovvino agli inconvenienti suddetti.

Questo scopo à ̈ raggiunto con una pompa secondo la rivendicazione 1 e un procedimento di comando della stessa secondo la rivendicazione 9.

La pompa presenta un dispositivo di comando che comprende elementi di accoppiamento disposti tra un rotore della pompa e un organo di trascinamento rotante con il motore, ed elementi di precarico degli elementi di accoppiamento, associati ad un organo di azionamento comune. Secondo una vantaggiosa caratteristica dell'invenzione, l'organo di azionamento comune à ̈ atto, in periodi in cui il motore ruota in una direzione di lavoro della pompa, a comandare o consentire lo scorrimento degli elementi di precarico rispetto agli elementi di accoppiamento in modo da realizzare l'accoppiamento o il disaccoppiamento tra l'organo di trascinamento e il rotore, e quindi attivare o disattivare la pompa.

Secondo un'altra vantaggiosa caratteristica dell'invenzione, gli elementi di precarico sono atti a consentire il disaccoppiamento tra l'organo di trascinamento e il rotore anche qualora il motore ruoti in direzione opposta alla direzione di lavoro della pompa, Secondo un'altra vantaggiosa caratteristica dell'invenzione, gli elementi di precarico sono vincolati tra loro da una molla circolare atta a contrastare lo scorrimento degli elementi di precarico verso la periferia del rotore.

Secondo ancora un'altra vantaggiosa caratteristica dell'invenzione, gli elementi di precarico scorrono lungo una traiettoria che forma un primo angolo con una direzione radiale e/o presentano una superficie di contatto con gli elementi di accoppiamento che forma un secondo angolo, opposto al primo, con la direzione radiale.

Breve descrizione dei disegni

Altre caratteristiche e vantaggi dell'invenzione risulteranno chiari dalla descrizione che segue di forme preferite di realizzazione, date a titolo di esempio non limitativo con riferimento ai disegni allegati, in cui:

- la fig. 1 mostra una sezione assiale di una pompa per vuoto secondo una prima forma di realizzazione e la valvola di comando dell'innesto, in una prima condizione di lavoro; - la fig. 2 Ã ̈ una sezione assiale secondo un piano ortogonale a quello della sezione di fig.

1;

- la fig. 3 Ã ̈ una sezione trasversale dell'innesto, secondo un piano passante per la linea III - III di fig.2;

- la fig. 4 à ̈ una vista esplosa del rotore con il meccanismo d’innesto;

- la fig. 5 Ã ̈ una vista prospettica di un particolare della fig.4, in condizione montata; - la fig. 6 Ã ̈ una rappresentazione schematica della valvola di comando, in una seconda condizione di lavoro;

- le figure 7 e 8 sono viste analoghe alle figure 2 e 3, che mostrano la pompa nella seconda condizione di lavoro;

- le figure 9 e 10 sono viste analoghe alle figure 2 e 3, che illustrano una seconda forma di realizzazione;

- le figure 11, 12 sono viste ingrandite di una variante degli elementi di precarico, rispettivamente nella prima e nella seconda forma di realizzazione; e

- le figure 13, 14 sono viste parziali, rispettivamente in sezione assiale e in sezione trasversale, di una variante della seconda forma di realizzazione.

Descrizione dettagliata di forme preferite di realizzazione

Con riferimento alle figure 1 - 5, la pompa per vuoto 1 à ̈ una pompa rotativa, per esempio una pompa a palette, che, nell'applicazione preferita, à ̈ azionata dal motore (a combustione interna, elettrico, ibrido) di un autoveicolo attraverso un albero di trascinamento (non rappresentato). Per chiarezza di descrizione, si suppone che la pompa sia azionata dal basso e che il suo verso normale di rotazione, quando à ̈ in funzione, sia il verso antiorario (freccia F1 in fig.3).

La pompa 1 si compone di due parti principali: una parte 10 (nel seguito chiamata "innesto") per l'accoppiamento tra l’albero di trascinamento e il rotore 12, e una valvola 11, destinata a pilotare l'innesto 10 in modo da consentire o interrompere la trasmissione di potenza alla pompa 1.

In particolare, l'innesto 10 Ã ̈ destinato a:

- consentire la trasmissione di potenza alla pompa 1 finché non si à ̈ raggiunto il livello di vuoto voluto, se il motore gira nel senso di rotazione normale;

- interrompere tale trasmissione di potenza nel caso di rotazione inversa del motore, evitando così possibili danneggiamenti della pompa stessa, oppure quando l’asservimento del vuoto non à ̈ necessario, per esempio se il servofreno ha già una depressione sufficiente, limitando quindi l’assorbimento di potenza da parte della pompa stessa ai soli periodi nei quali à ̈ realmente necessario il suo utilizzo; l'innesto 10 deve garantire che l’interruzione e la ripresa della trasmissione di potenza avvengano in maniera graduale, evitando impulsi anomali;

- limitare la coppia trasmessa alla pompa 1 ad un valore prestabilito, evitando così la sollecitazione della pompa con impulsi di coppia che si possono verificare in diverse condizioni di funzionamento, come per esempio durante gli avviamenti del motore a temperature particolarmente basse.

L'innesto 10 comprende una parte esterna, costituita dal giunto di trascinamento 13, solidale per la rotazione con l’albero di trascinamento, e una parte interna, costituita dal rotore 12. Questo à ̈ un elemento a tazza, con una parte superiore 12a di diametro maggiore, ospitata in una camera 30 della pompa e provvista di una fenditura 39 per il passaggio della paletta (non rappresentata), e una parte inferiore o di guida 12b, di diametro minore, ospitata nel giunto 13. La base del rotore presenta inferiormente sporgenze 14 che definiscono, con la superficie cilindrica interna 13a del giunto 13 e la faccia anteriore di alette radiali 17, camere a profondità radiale variabile 15, in ognuna delle quali à ̈ alloggiato un rullo 16.

I rulli 16 costituiscono gli elementi di accoppiamento tra il giunto 13 e il rotore 2 e le alette 17 costituiscono elementi di precarico per i rulli 16, ed agiscono su di essi mediante una superficie di contatto 17a quando occorre trasmettere potenza al rotore 12.

Le alette 17 sono montate in modo da scorrere su superfici laterali di guida 14a delle sporgenze 14 adiacenti. In questa forma di realizzazione, le superfici 14a e 17a formano con la direzione radiale rispettivi angoli α, β tali che le superfici 17a si avvicinino ai rulli 16 quando le alette 17 si spostano verso l'asse di rotazione. In particolare, nell'esempio illustrato in fig. 3, le superfici 17a sono inclinate nella direzione di rotazione della pompa di un angolo β vantaggiosamente compreso tra 5° e 35° circa e le superfici 14a sono parallele alla direzione radiale, cioà ̈ α = 0°. L'angolo α non à ̈ pertanto indicato in fig. 3.

Una molla circolare 18, inserita in incavi assiali 19 delle alette 17, à ̈ precaricata in modo da avvicinarle all’asse di rotazione, come indicato dalle frecce F2 in fig. 3. Grazie all'elasticità della molla 18, tutte le alette 17 ricevono lo stesso precarico e quindi agiscono con la stessa forza sui rulli 16, cosicché la trasmissione di coppia à ̈ meglio bilanciata. Inoltre, questa disposizione rende la struttura auto-centrante e poco sensibile alle tolleranze tra le parti.

Le superfici radialmente interne 20 delle alette 17 sono inclinate, almeno per un loro tratto, rispetto all'asse di rotazione e definiscono una sede per una parte inferiore rastremata 22 (p. es. conica) di un pistone 21 scorrevole assialmente all’interno della parte 12b del rotore 12. Una testa allargata 23 del pistone 21 delimita inferiormente una camera 24 chiusa superiormente da un tappo 25. La testa 23 ha diametro tale da consentire a un fluido di azionamento di provocare lo scorrimento del pistone 21. Lo scorrimento à ̈ contrastato da un'eventuale molla di richiamo 26, disposta tra la faccia inferiore della testa 23 e il fondo del rotore 12.

Un disco di ritegno 27, solidale con le sporgenze 14, permette, durante le fasi in cui la trasmissione di potenza alla pompa 1 Ã ̈ interrotta, di evitare contatti indesiderati fra il fondo del giunto 13, sempre in rotazione con il motore, e le superfici inferiori dei rulli 16 e delle alette 17 che, in tali fasi, sono fermi (ferme) e sono spinti (spinte) verso il basso dalla superficie conica 22 del pistone 21.

Per quanto concerne la valvola 11, essa à ̈ per esempio una valvola a cassetto, collegata al circuito di lubrificazione 11b del veicolo e comandata dal livello di depressione nel circuito del vuoto 11a mediante un attuatore pneumatico o un solenoide (non rappresentati). Essa può assumere una prima e una seconda condizione operativa, rappresentate rispettivamente nelle figure 1 e 6, a seconda che la pompa abbia generato o no il livello di vuoto prestabilito.

Nella prima posizione, la valvola 11 convoglia l’olio alla camera 30 attraverso un condotto 32 formato nel corpo 31 della pompa, per garantire la lubrificazione della pompa e l’asportazione del calore.

Nella seconda posizione, la valvola 11 convoglia l’olio alla camera 24 del rotore 12, attraverso un condotto 33 che sbocca in una gola 34 formata sulla superficie esterna del rotore 12 e comunicante con la camera 24 attraverso fori 35. Per evitare qualsiasi trafilamento di olio verso la pompa durante i periodi di distacco, fra la gola 34 e la camera 30 può essere prevista una guarnizione di tenuta (non rappresentata).

Si descriverà ora il funzionamento dell'invenzione, con riferimento anche alle figure 6 - 8.

Nei periodi in cui la pompa 1 deve essere in funzione, cioà ̈ quando il livello di depressione nel circuito del vuoto 11a deve essere incrementato, la valvola 11 à ̈ nella condizione illustrata in fig.1 e invia olio nella camera 30. La camera 24 non à ̈ in pressione e il pistone 21 à ̈ tenuto sollevato. In queste condizioni, il precarico della molla 18 applica una forza centripeta alle alette, portandole a contatto con i rulli 16 (fig.3). Tale contatto si traduce in una forza applicata sui rulli 16, che li porta nella zona con profondità minore delle camere 15 e li mette in contatto con le sporgenze 14 e la superficie 13a del giunto.

Se il motore gira nel verso della freccia F1, le forze di attrito fra rulli 16 e superficie 13a sono rivolte nello stesso senso della forza applicata dalle alette 17 e si ottiene quindi una trasmissione di potenza dal giunto 13 ai rulli 16 e di conseguenza al rotore 12, che à ̈ così messo in rotazione. La coppia trasmissibile dipende dalla forza scambiata tra le alette 17 e i rulli 16, dalla molla 18 e dalla geometria degli elementi a contatto.

Se il motore gira in verso opposto, le forze di attrito fra rulli 16 e superficie 13a sono rivolte nel senso contrario alla forza applicata dalle alette 17, riducendo fino ad annullare la trasmissione di coppia dal giunto 13 ai rulli 16, e di conseguenza al rotore 12.

Al raggiungimento della depressione voluta nel circuito 11a, la valvola a cassetto 11 commuta portandosi nella posizione di fig. 6, cosicché l’olio à ̈ inviato alla camera 24. La pressione dell’olio spinge verso il basso il pistone 21 (freccia F3, fig.7): di conseguenza la parte conica 22 del pistone, agendo sulle superfici inclinate 20 delle alette 17, provoca uno spostamento graduale delle alette stesse verso l'esterno (frecce F4, figure 7, 8) contro il precarico della molla 18, con un conseguente calo della forza trasmessa ai rulli 16 e quindi della coppia trasmessa al rotore 12. Quando si ha il completo distacco delle alette 17 dai rulli 16, questi sono liberi di muoversi nelle camere 15 (vedi il particolare ingrandito di fig. 8), con conseguente interruzione della trasmissione di potenza al rotore.

Quando occorre riattivare la pompa, la valvola 11 torna nella condizione di fig.1, cosicché si interrompe l'alimentazione alla camera 24 e si invia nuovamente l’olio alla camera 30. La conseguente riduzione della pressione sulla testa 23 del pistone 21 fa sì che la molla 18 tenda ad imprimere la forza centripeta sulle alette 17, le cui superfici 20 spingono il pistone 21 verso l’alto, facendo defluire l'olio dalla camera 24. La forza scambiata tra alette 17 e rulli 16, e conseguentemente la coppia trasmessa tra superficie cilindrica 13a e rulli 16, aumenta gradualmente. Si ha, in questo modo, un comportamento analogo ad una vera propria frizione, poiché si ha inizialmente uno slittamento fra rulli 16 e superficie cilindrica 13a. La velocità relativa di scorrimento si riduce gradualmente fino a zero, portando il rotore 12 alla stessa velocità dell’albero di trascinamento. La pompa riprende così la sua rotazione, garantendo la sua funzionalità di depressore, ma evitando al contempo il verificarsi di aumenti impulsivi di coppia.

La gradualità dello spostamento verso l’alto del pistone 21, e quindi dell’innesto, può essere garantita attraverso una regolazione della portata di deflusso dell’olio dalla camera 24. Esistono vari metodi per regolare questa portata. per esempio:

- utilizzo di una strozzatura 36 (fig.1) nel canale 33;

- opportuno dimensionamento del gioco diametrale tra la testa 23 del pistone 21 e il rotore 12.

Per evitare che durante la fase di riattacco della pompa, nel periodo che intercorre fra l’azionamento della valvola 11 e la ripresa della trasmissione, vi sia un invasamento di olio nella camera 30 attraverso il canale 32, si possono prevedere sistemi che ritardino opportunamente il flusso di olio nel canale 32, ad esempio un volume morto 37 da riempire e/o una strozzatura 38 (fig.1), opportunamente dimensionati.

Il sistema descritto presenta due vantaggiosi sistemi di moltiplicazione della forza: uno à ̈ dovuto all’inclinazione delle superfici 17a, l’altro alla superficie conica 22 con angolo acuto, che agisce sostanzialmente da cuneo. La prima moltiplicazione amplifica il precarico della molla circolare 18. Questo precarico può quindi essere contenuto entro valori accettabili. La seconda moltiplicazione amplifica l’effetto della forza generata dalla pressione dell’olio sul pistone 21, garantendo il distacco della pompa anche con pressioni disponibili molto basse.

Le figure 9 e 10 illustrano una pompa 101 secondo un'altra forma di realizzazione dell'invenzione, indicata con 101, nella condizione di accoppiamento tra albero di trascinamento e rotore. Elementi presenti anche nelle figure 1 - 8 sono indicati con riferimenti aumentati di 100.

In questa seconda forma di realizzazione, la camera 124 portata in pressione per azionare il pistone 121 à ̈ definita tra la faccia inferiore della testa 123 del pistone e il fondo del rotore 112, mentre la faccia superiore della testa 123 e il tappo 125 definiscono una sede 140 per la molla 126, il cui precarico mantiene il pistone 121 nella posizione inferiore (freccia F5), in cui spinge le alette 117 verso l'esterno (frecce F6). La molla 118 agisce qui da molla di richiamo per riportare le alette 117 verso l'asse di rotazione quando il pistone 121 à ̈ sollevato per disaccoppiare il rotore dall'albero di trascinamento. Gli angoli α, β tra le superfici 114a e 117a e la direzione radiale sono tali che le superfici 117a si avvicinino ai rulli 116 quando le alette 117 si allontanano dall'asse di rotazione. In particolare, nell'esempio illustrato in fig. 10, le superfici 114a sono inclinate rispetto alla direzione radiale di un angolo α (vantaggiosamente compreso tra 5° e 35° circa) nella direzione di rotazione della pompa e le superfici 117a sono parallele alla direzione radiale, cioà ̈ β = 0°. L'angolo β non à ̈ pertanto indicato in fig.10. Come conseguenza della diversa posizione della camera 124, il condotto 133, la gola 134 e i fori 135 sono spostati verso il basso rispetto alla realizzazione delle figure 1 - 8. Per semplicità, non si à ̈ rappresentata la valvola, il cui funzionamento à ̈ invariato.

Il funzionamento di questa realizzazione à ̈ complementare a quello descritto in precedenza. Quando si deve trasmettere potenza alla pompa (valvola 11 nella posizione di fig. 1), il pistone 121 à ̈ tenuto abbassato dal precarico della molla 126, cosicché le alette 117 sono spinte verso l'esterno e trasmettono ai rulli 116 il precarico necessario per garantire le forze di contatto richieste per la trasmissione di potenza. Quando si raggiunge il valore di depressione voluto (valvola 11 nella posizione di fig. 6), la pressione dell’olio inviato nella camera 124 vince il precarico della molla 126, spingendo il pistone 121 verso l’alto ed andando a togliere progressivamente il precarico agli elementi 117 e, di conseguenza, ai rulli 116. Si ottiene così il progressivo calo della coppia trasmessa, fino al completo distacco della pompa. Quando si riporta la valvola nella posizione iniziale, la molla di precarico 126 riporta il pistone 121 nella sua posizione originaria, garantendo il precarico agli elementi 117 e ai rulli 116 e aumentando progressivamente la coppia trasmessa alla pompa. La gradualità del riattacco à ̈ ottenuta come nella prima forma di realizzazione.

La presente invenzione implementa anche un procedimento di comando di una pompa per vuoto. Il procedimento comprende le operazioni di:

- disporre, tra il rotore 12, 112 della pompa e il giunto di trascinamento 13, 113, elementi di accoppiamento 16, 116 atti a rendere solidali per la rotazione il giunto e il rotore solo in periodi in cui il funzionamento della pompa à ̈ necessario o desiderato, e a renderli indipendenti l'uno dall'altro in altri periodi;

- riconoscere prime e seconde condizioni operative della pompa corrispondenti rispettivamente ai periodi in cui il funzionamento della pompa à ̈ necessario o desiderato e agli altri periodi; e

- portare gli elementi di accoppiamento 16, 116 in una prima o una seconda posizione in funzione del riconoscimento delle prime oppure delle seconde condizioni operative. Quest'ultima operazione prevede di far muovere in un primo o un secondo verso elementi di precarico 17, 117 associati ad ognuno degli elementi di accoppiamento 16, 116 per portarli in impegno con questi o disimpegnarli dagli stessi, il movimento essendo ottenuto con un'amplificazione di una forza applicata ad organi di azionamento 21, 121 degli elementi di precarico 17, 117.

E' evidente che quanto descritto à ̈ dato unicamente a titolo di esempio non limitativo e che varianti e modifiche sono possibili senza uscire dal campo di protezione dell'invenzione, come definito dalle rivendicazioni che seguono.

Per esempio, in ognuna delle due forme di realizzazione gli angoli α e β possono essere entrambi diversi da 0°, come illustrato nelle figure 11 e 12 rispettivamente per la prima e la seconda forma di realizzazione. In particolare, nella prima forma di realizzazione le superfici 14a saranno inclinate di un angolo α in direzione opposta alla rotazione della pompa, mentre nella seconda forma di realizzazione le superfici 117a saranno inclinate di un angolo β in direzione opposta alla rotazione della pompa. Nelle due figure, si à ̈ indicata con linea continua la posizione di impegno tra alette 17, 117 e rulli 16, 116, e con linea a punti la condizione di disimpegno.

Allo scopo di ottenere nel caso della seconda forma di realizzazione un effetto autocentrante per ciò che riguarda gli elementi di precarico sono previste forme di realizzazione atte a caricare in maniera uniformemente distribuita gli elementi di precarico in fase di attuazione.

Ad esempio l’effetto di cui sopra può essere ottenuto utilizzando una forma piramidale atta a realizzare una pinza elastica ad espansione.

Un esempio di forma di realizzazione di tale tipo, ovvero la predisposizione di una pinza elastica ad espansione, prevede che la parte rastremata piramidale appartenga ad un componente separato dal pistone 121 e libero di centrarsi rispetto agli elementi di precarico. In questa variante, la parte rastremata può anche consistere in una pluralità di elementi distinti o "spicchi", atti ognuno a cooperare con uno degli elementi di precarico 117 e realizzati preferibilmente in materiale elastico (p. es. acciaio per molle o gomma), per consentire una ripartizione di forza tra gli spicchi stessi. Se la parte rastremata à ̈ piramidale (quindi con superfici piane), anche le superfici inclinate 120 degli elementi di precarico saranno vantaggiosamente superfici piane.

Un possibile esempio di una tale variante à ̈ riportato nelle Figure 13 e 14, in cui il riferimento numerico 150 rappresenta la parte rastremata piramidale separata dal pistone 121, atta a realizzare la pinza elastica ad espansione e composta, ad esempio, da una pluralità di elementi distinti.

Claims (10)

1. Rivendicazioni 1. Pompa per vuoto rotativa, con un dispositivo di comando (10; 110) che trasmette a un rotore (12; 112) della pompa (1; 101) il movimento di rotazione di un motore e comprende: - elementi di accoppiamento (16; 116), disposti tra il rotore (12; 112) e un organo di trascinamento (13; 113) ruotante con il motore e atti ad assumere una prima posizione operativa per rendere solidali per la rotazione l'organo di trascinamento (13; 113) e il rotore (12; 112) in periodi in cui il funzionamento della pompa à ̈ necessario o desiderato, e una seconda posizione operativa per rendere l'organo di trascinamento (13; 113) e il rotore (12; 112) indipendenti l'uno dall'altro in altri periodi; e - elementi di precarico (17; 117) per gli elementi di accoppiamento (16; 116), atti a portarli nella prima o nella seconda posizione operativa; caratterizzata dal fatto che gli elementi di precarico (17; 117) sono associati a organi di azionamento comuni (21; 121; 121, 150) atti, in periodi in cui il motore ruota in una direzione di lavoro della pompa (1; 101), a comandare o consentire lo scorrimento degli elementi di precarico (17; 117) in un primo o un secondo verso per avvicinarli ad un asse di rotazione del rotore o allontanarli da questo, lo scorrimento in uno dei due versi portando gli elementi di precarico (17; 117) in impegno con gli elementi di accoppiamento (16; 116) e lo scorrimento nell'altro verso disimpegnando gli elementi di precarico (17; 117) dagli elementi di accoppiamento (16; 116), lo scorrimento degli elementi di precarico (17; 117) essendo ottenuto mediante la cooperazione tra una superficie rastremata (22; 122) degli organi di azionamento (21; 121; 121, 150) e superfici (20; 120) degli elementi di precarico (17; 117) inclinate in modo corrispondente.
2. 2. Pompa secondo la riv. 1, in cui gli elementi di precarico (17; 117) sono distribuiti circonferenzialmente e sono vincolati tra loro da una molla circolare (18; 118) atta a contrastare lo scorrimento degli elementi di precarico (17; 117) nel verso che li allontana dall'asse di rotazione.
3. 3. Pompa secondo la riv. 2, in cui gli elementi di precarico (17; 117) sono inseriti tra elementi di guida (14; 114) che definiscono, con gli elementi di precarico (17; 117) e l'organo di trascinamento (13; 113), sedi (15; 115) a profondità radiale variabile per gli elementi di accoppiamento (16; 116).
4. 4. Pompa secondo la riv. 3, in cui una superficie di guida (14a) formata negli elementi di guida e una superficie di contatto (17a) degli elementi di precarico (17) con gli elementi di accoppiamento (16) formano, con una direzione radiale, un rispettivo angolo (α, β) tale che gli elementi di precarico (17) si portino in impegno con gli elementi di accoppiamento (16) mediante uno scorrimento di avvicinamento all’asse di rotazione.
5. 5. Pompa secondo la riv. 3, in cui una superficie di guida (114a) formata negli elementi di guida e una superficie di contatto (117a) degli elementi di precarico (117) con gli elementi di accoppiamento (116) formano, con una direzione radiale, un rispettivo angolo (α, β) tale che gli elementi di precarico (117) si portino in impegno con gli elementi di accoppiamento (116) mediante uno scorrimento di allontanamento dall'asse di rotazione.
6. 6. Pompa secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui gli organi di azionamento comprendono un pistone (21; 121) azionato da un fluido di comando per provocare lo spostamento degli elementi di precarico (17; 117) richiesto per ottenerne il disimpegno dagli elementi di accoppiamento (16; 116), e in cui un circuito per il fluido di comando prevede mezzi (36, 37, 38; 136, 138) per rendere graduale il ritorno nella condizione di impegno.
7. 7. Pompa secondo la riv. 6, in cui la superficie rastremata (22; 122) fa parte di una superficie laterale del pistone (21; 121), oppure à ̈ una superficie radialmente esterna di un elemento (150) distinto dal pistone (21; 121) e disposto tra questo e gli elementi di precarico (17; 117), tale elemento essendo atto a realizzare una pinza elastica ad espansione e potendo essere costituito da una pluralità di componenti realizzati in materiale elastico.
8. 8. Pompa secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui il motore di azionamento à ̈ il motore di un autoveicolo.
9. 9. Procedimento per il comando di una pompa per vuoto rotativa (1; 101), comprendente le operazioni di: - disporre, tra un rotore (12; 112) della pompa e un organo (13; 113) di trascinamento in rotazione dello stesso, elementi di accoppiamento (16; 116) atti a rendere solidali per la rotazione l'organo di trascinamento (13; 113) e il rotore (12; 112) solo in periodi in cui il funzionamento della pompa à ̈ necessario o desiderato, e a rendere l'organo di trascinamento (13;113) e il rotore (12;112) indipendenti l'uno dall'altro in altri periodi; - riconoscere prime e seconde condizioni operative della pompa corrispondenti rispettivamente ai periodi in cui il funzionamento della pompa à ̈ necessario o desiderato e agli altri periodi; e - portare gli elementi di accoppiamento (16; 116) in una prima o una seconda posizione in funzione del riconoscimento delle prime oppure delle seconde condizioni operative; caratterizzato dal fatto che l'operazione di portare gli elementi di accoppiamento (16; 116) in una prima o una seconda posizione prevede di far muovere in un primo o un secondo verso elementi di precarico (17; 117) associati ad ognuno degli elementi di accoppiamento (16; 116) per portarli in impegno con gli elementi di accoppiamento (16; 116) o disimpegnarli dagli stessi, il movimento essendo ottenuto con un'amplificazione di una forza applicata ad organi di azionamento (21; 121; 121, 150) degli elementi di precarico (17; 117).
10. 10. Procedimento secondo la riv. 9, in cui l'operazione di far muovere gli elementi di precarico (17; 117) prevede il movimento lungo una traiettoria che forma un primo angolo (α) con una direzione radiale e il contatto degli elementi di precarico (17; 117) con gli elementi di accoppiamento (16; 116) mediante una superficie di contatto (17a; 117a) che forma un secondo angolo (β) con la direzione radiale.