ITTO20100016A1 - Sistema e metodo per uno stabilimento di lavorazione di pietre naturali - Google Patents

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ITTO20100016A1
ITTO20100016A1 IT000016A ITTO20100016A ITTO20100016A1 IT TO20100016 A1 ITTO20100016 A1 IT TO20100016A1 IT 000016 A IT000016 A IT 000016A IT TO20100016 A ITTO20100016 A IT TO20100016A IT TO20100016 A1 ITTO20100016 A1 IT TO20100016A1
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Marco Ferlini
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Description

Sistema e metodo per uno stabilimento di lavorazione di pietre naturali
Settore della Tecnica
La presente invenzione si riferisce, in generale, ad un'architettura di sistema configurata per controllare e gestire in uno stabilimento la lavorazione di pietre naturali.
La presente invenzione si riferisce anche ad un metodo per la gestione ed il controllo di processi di lavorazione di pietre naturali.
La presente invenzione si riferisce inoltre a dispositivi peculiari alla realizzazione del sistema e del processo.
In particolare, la presente invenzione si riferisce ad un sistema e metodo per gestire la lavorazione di pietre naturali nell'ambito di uno stabilimento.
Nella presente descrizione, in ogni caso, il riferimento alla lavorazione di pietre naturali o marmo non è limitato alla lavorazione di tali materiali ma si riferisce, anche, in generale, alla lavorazione di blocchi o lastre di materiale naturale e non come ad esempio: graniti, marmi, onici, conglomerati a base di marmo e/o quarzo, ecc.
Arte Nota
La lavorazione di pietre naturali, come ad esempio blocchi di marmo e materiali similari prevede in genere la disponibilità di aree particolarmente estese oltre che di macchinari di lavorazione specializzati allo scopo.
Ad esempio la superfice di uno stabilimento per la lavorazione del marmo può essere di 200.000 mq e l e lavorazioni con rispettivi macchinari possono comprendere: segagione dei blocchi per ottenere lastre di spessore predefinito, resinatura, lucidatura o fiammatura delle lastre, ecc.
I problemi più generali degli stabilimenti che lavorano pietre naturali (marmo) comprendono la capacità di conoscere:
- posizione nello stabilimento dei blocchi e delle lastre; - tipo/i di lavorazione effettuati sui blocchi o sulle lastre;
- parametri di lavorazione associati alle macchine (ore, materiale di consumo, ecc.) così da poter prevedere una loro manutenzione preventiva.
Più in particolare, avendo le pietre naturali caratteristiche peculiari di dimensioni, tipologia di superfice, ecc., i problemi più generali si traducono in problemi peculiari alle tipologie dei materiali che non possono essere risolti con banali adattamenti di tecnologie note.
Infatti, nel settore specifico degli stabilimenti che lavorano le pietre naturali devono essere risolti efficacemente ed in modo affidabile:
- processi di riconoscimento dei blocchi e delle lastre;
- processi di localizzazione dei blocchi e delle lastre;
- processi di definizione e organizzazione delle informazioni relativi a blocchi, lastre, lavorazioni mediante opportuni protocolli.
In generale, il Titolare ha osservato che nel settore della lavorazione delle pietre naturali, al di là di tentativi di parziale automazione, non esiste una soluzione che garantisca efficacia ed affidabilità nella gestione delle pietre naturali in uno stabilimento.
Descrizione dell’Invenzione
Scopo della presente invenzione è quello di risolvere in modo efficace ed affidabile i problemi sopra esposti dell'arte nota.
Raggiunge lo scopo il sistema per gestire uno stabilimento di lavorazione di pietre naturali come rivendicato.
La presente invenzione riguarda anche metodo per gestire uno stabilimento di lavorazione di pietre naturali, nonché un prodotto informatico caricabile nella memoria di almeno un elaboratore e comprendente porzioni di codice software per attuare il suddetto metodo, quando il prodotto è eseguito su almeno un elaboratore. Così come qui utilizzato, il riferimento ad un tale prodotto informatico è inteso come equivalente al riferimento ad un mezzo leggibile da elaboratore contenente istruzioni per controllare un sistema o un dispositivo ad elaboratore al fine di coordinare lo svolgimento del metodo secondo l’invenzione. Il riferimento ad “almeno un elaboratore” è diretto a mettere in luce la possibilità che la presente invenzione sia attuata in modo distribuito su una pluralità di elaboratori.
Le rivendicazioni costituiscono parte integrante dell’insegnamento tecnico qui fornito in merito all’invenzione.
In accordo ad una caratteristica di una forma preferita di realizzazione il sistema comprende almeno una postazione di lavorazione in cui è previsto che una pluralità di blocchi in pietra naturale siano caricati su un carrello, che a ciascun blocco sia associata un'etichetta RFID, che al carrello siano associate, su lati opposti, almeno due rispettive etichette RFID, per cui mediante antenne collegate a rispettivi terminali è possibile, mediante la lettura dell'etichetta associata al blocco e la lettura di una delle due etichette associata al carrello, determinare la posizione di ciascun blocco sul carrello.
In accordo ad un ulteriore caratteristica della presente invenzione è previsto che le etichette comprendano una prima faccia ricoperta di materiale su cui è possibile effettuare una stampa ed una seconda faccia su cui sono depositate strisce alternate di colla in cui le prime strisce comprendono adesivo atto a trattenere in modo amovibile le etichette su un supporto e le seconde strisce comprendono adesivo, ad esempio di tipo bi-componente, atto a fissare in modo sicuro le etichette alle pietre naturali.
Descrizione Sintetica delle Figure
Queste ed altre caratteristiche e vantaggi della presente invenzione risulteranno chiare dalla seguente descrizione di una forma preferita di realizzazione fatta a titolo esemplificativo e non limitativo con l'ausilio delle annesse figure, in cui elementi indicati con uno stesso o un simile riferimento numerico indicano elementi che hanno stessa o simile funzionalità e costruzione ed in cui:
Fig. 1 rappresenta schematicamente un'architettura di sistema per stabilimenti di lavorazione di pietre naturali secondo la presente invenzione;
Fig. 2 rappresenta uno schema di flusso generale relativo a lavorazioni previste nello stabilimento di Fig. 1;
Fig. 3 rappresenta uno schema di flusso di una prima fase dello schema di Fig. 2;
Fig. 4 rappresenta uno schema di flusso di una seconda fase dello schema di Fig. 2;
Fig. 5 rappresenta una forma preferita di realizzazione di etichette per blocchi o lastre di pietre naturali.
Descrizione di una Forma Preferita di Realizzazione Con riferimento alla Fig. 1 un'architettura di sistema (sistema) 10 per uno stabilimento che lavora pietre naturali 50, preferibilmente nella forma di blocchi 51 o lastre 52, comprende un elaboratore o server centrale (server) 12 collegato mediante una rete locale 14, ad esempio una rete Ethernet o una rete senza fili di tipo noto, a postazioni di lavorazione (15a, 15b, 18a, 18b, 18c) presenti nello stabilimento.
Le postazioni possono essere, ad esempio, postazioni di ingresso blocchi 15a, postazioni di caricamento blocchi e segagione 15b, postazioni di lucidatura 18a, postazioni di resinatura 18b, postazioni di fiammatura 18c, ecc., a cui nel presente esempio di realizzazione si fa riferimento, per semplicità di descrizione.
Il server 12 comprende un sistema operativo di tipo noto, ad esempio Windows 2003 , ed è configurato per gestire uno o più Basi Dati aziendali (Data Base centrale o DB) 16, ad esempio Basi Dati di tipo relazionale, con programmi di gestione di tipo noto, ad esempio il programma o sistema SQL Server di MICROSOFT o il sistema oracle 10g di ORACLE.
Il server 12, preferibilmente, è collegato ad una stampante 25, ad esempio una stampante seriale ToshibaTEC BSX5T dotata di lettore RFID SKYTEK M9. In particolare, nella forma preferita di realizzazione, la stampante 25 è collegata, mediante un dispositivo di interfaccia di tipo noto, alla rete locale 14 per poterne ottimizzare l'utilizzo da parte di più postazioni ed è atta a stampare e memorizzare informazioni in etichette RFID.
Il server comprende, inoltre, programmi sviluppati in fase di progetto del sistema 10 ed atti scambiare informazioni con le postazioni (15a, 15b, 18a, 18b, 18c), come verrà più avanti descritto in dettaglio con riferimento al diagramma di flusso generale relativo alle lavorazioni previste nello stabilimento.
Le postazioni, in generale, possono essere fisse o mobili e, in accordo al presente esempio di realizzazione, in corrispondenza di ciascuna postazione sono presenti o utilizzati uno o più dispositivi elettronici di cui viene qui introdotto, per semplicità di descrizione, un elenco a cui si farà riferimento nel seguito per descrivere la struttura ed il funzionamento delle varie postazioni.
In particolare, vengono qui elencati i dispositivi di utilizzo preferenziale nell'architettura di sistema 10 della presente invenzione e che comunque vengono richiamati nella descrizione delle varie postazioni.
Tali dispositivi sono:
- Etichette o TAG RFID (Radio Frequency IDentification) (TAG) 20 (Fig. 5) preferibilmente per blocchi o lastre.
I TAG, sono associati, in generale, a blocchi 51, lastre 52 di marmo e, preferibilmente, a carrelli 54 o postazioni di stoccaggio e comprendono informazioni codificate, ad esempio su un numero limitato di byte, funzionali all'oggetto a cui sono applicate.
In accordo al presente esempio di realizzazione i TAG 20 sono di tipo passivo, operano in banda UHF e comprendono informazioni che possono essere lette e modificate dall'esterno.
I TAG, preferibilmente, sono allineati su supporti (ribbon) 29, ad esempio supporti cartacei, da cui posso essere rimossi per essere fissati, ad esempio, ai blocchi o alle lastre.
I TAG sono sigillati all'interno di rispettivi contenitori in plastica resistente alle intemperie, ad esempio in PE HD e comprendono una prima faccia 21 ricoperta di materiale su cui è possibile effettuare una stampa, ad esempio carta, ed una seconda faccia 22 su cui sono depositate, nella forma preferita di realizzazione, strisce alternate di colla:
- prime strisce 22a comprendenti adesivo atto a trattenere i TAG associati al ribbon 29 di supporto;
- seconde strisce 22b comprendenti adesivo, ad esempio di tipo bi-componente, atto a fissare i TAG alle pietre naturali.
La disposizione, preferita, degli adesivi, 22a e 22b, a strisce alternate, permette di ottimizzare la funzione di ciascun tipo di adesivo o colla.
All'interno del TAG 20 è compreso un circuito RFID che, operando in banda UHF, può essere letto e scritto a distanze comprese fra 10 e 50 cm.
Ta le f at to sembra, alla Richiedente, particolarmente importante in quanto permette una lettura/scrittura efficace dei TAG senza dover operare a contatto (come ad esempio necessario nel caso di codici a barre) o a distanza di pochi centimetri (come ad esempio nel caso di RFID in banda HF). - Etichette o TAG RFID (Radio Frequency IDentification) (TAG) 24a, 24b (Fig. 1) preferibilmente per carrelli o postazioni.
I TAG 24a, 24b per carrelli o postazioni, nella forma preferita di realizzazione, sono associati, in generale, ai carrelli 54 o a supporti presenti nelle postazioni di lavorazione e, ad esempio, sono TAG metallici Mod. OnMetal Tag Ironside della Società Confidex.
Questi TAG RFID sono considerati preferibili soprattutto nel caso esista la necessità di una loro applicazione su postazioni fisse o mobili, in particolare se dotate di superfici metalliche. Anche questi TAG 24a, 24b, in accordo al presente esempio di realizzazione, sono di tipo passivo, operano in banda UHF e comprendono informazioni che possono essere lette e modificate dall'esterno.
Come facilmente comprensibile per un tecnico del settore, nulla vieta che nello stabilimento, in ulteriori forme di realizzazione, venga usato un unico tipo di TAG, senza per questo uscire dall'ambito dell'invenzione come rivendicata.-Antenne 30
Le antenne 30 possono essere fisse, se associate a macchinari di postazioni di lavorazione, o mobili e sono atte a leggere dati contenuti nei TAG fissati ai blocchi 51 o alle lastre 52 e/o a scrivere dati sugli stessi TAG 20. Le antenne sono ad esempio antenne Mod. ISC.ANT.U250/250-EU della Società FEIG ELECTRONIC GmbH e controllate dai lettori LRU2000-A-EU UHF Fixed Long Range Reader della Società FEIG ELECTRONIC GmbH .
Le antenne, nella forma preferita di realizzazione, sono collegate mediante collegamenti fissi ad elaboratori locali 32 previsti nelle postazioni di lavorazione (15, 18a, 18b, 18c), configurazione questa considerata preferibile, o, mediante la rete 14, al server 12.
Elaboratori locali 32
Gli elaboratori locali 32 sono collegati, in modo noto, alle antenne 30 ed al server 12 e configurati per leggere mediante le antenne 30 informazioni di stato relative alle lavorazioni (inizio lavorazione, fase di lavorazione, fine lavorazione) e per integrare le informazioni con informazioni specifiche mediante opportune maschere.
Gli elaboratori locali sono, ad esempio, PC ASEM OT1200 17"/T o anche terminali di tipo "thin-client", ad esempio terminali modello T5545 della H.P.; questi ultimi sono considerati preferibili in quanto sono particolarmente adatti ad essere utilizzati in ambienti "ostili".
Infatti, i terminali "thin-client" funzionano, collegandosi via rete locale 14 al server, come "terminali remoti" e sono atti a rimappare la tastiera, il monitor ed il mouse sulla base delle istruzioni ricevute dal server in modo che tutta la logica di gestione risieda sul server con ovvi maggiori benefici in termini di sicurezza e gestione risorse.
Apparecchi palmari 40 con culla 41
Gli apparecchi palmari (palmari) 40 sono configurati per essere utilizzati dagli addetti alla gestione dei blocchi 51 e delle lastre 52 e comprendono antenne atte a leggere/scrivere informazioni o codici dai/sui TAG.
Le culle 41 sono collegate alla rete 14 e sono configurate per essere utilizzate sia per ricaricare elettricamente, in modo noto, i palmari 40 che per scambiare informazioni col server 12.
In accordo alla forma preferita di realizzazione, i palmari 40 sono configurati per leggere/scrivere informazioni dai/sui TAG 20 ed a trasferire le informazioni al server 12 quando posizionati nelle culle 41.
La configurazione preferita garantisce che solo al termine delle operazioni di scambio di informazioni con i TAG 20 posizionati sui blocchi 51 o sulle lastre 52 le informazioni vengano trasmesse al server 12 per aggiornare il DB 16.
Vantaggiosamente, tale scelta permette anche di garantire che i palmari vengano ricaricati elettricamente con periodicità dettata dalle operazioni effettuate.
I palmari 40 e le culle 41 possono essere, ad esempio Palmari Mod. WorkAbout PRO Colour G2 di PSION TEKLOGIX.
I dispositivi sopra descritti congiuntamente con i programmi software sviluppati in fase di progetto del sistema 10, permettono, come viene di seguito descritto in dettaglio, di gestire le lavorazioni in ciascuna postazione dello stabilimento e di mantenere aggiornato il DB 16 aziendale in modo automatico ed affidabile.
Vengono, pertanto, descritte di seguito, nella forma di esempi non limitativi, il flusso delle lavorazioni previste in uno stabilimento per la lavorazione di pietre naturali 50, le tipologie di postazioni previste e i dispositivi elettronici previsti in tali postazioni.
In generale, va precisato che scopo principale della presente invenzione è di configurare tutte le lavorazioni ed a tutte le postazioni in modo da renderle automatiche ed esenti da possibili errori umani da parte degli addetti così da avere, istante per istante, un quadro sicuro delle pietre naturali presenti, del loro stadio di lavorazione e della loro collocazione nello stabilimento.
Si deve tener presente, infatti, che gli addetti previsti negli stabilimenti di lavorazione di pietre naturali sono spesso di cultura o provenienza tale da non garantire una sicura lettura di informazioni su etichette o quant'altro e dunque si rende importante risolvere il problema di prevedere per ciascuna lavorazione ed associata postazione strumenti adeguati per evitare ogni possibile errore nei dati complessivi necessari a mantenere aggiornato il DB 16.
Il flusso di lavorazioni in uno stabilimento per la lavorazione di pietre naturali 50 prevede, in accordo al presente esempio di realizzazione, le seguenti procedure: - 100 (Fig. 2) Ingresso blocchi e loro etichettatura.
Tale procedura viene effettata nella postazione di ingresso blocchi 15a e prevede che i blocchi all'arrivo nello stabilimento vengono etichettati con i TAG 20 su cui vengono memorizzate con il palmare 40, ad esempio, una o più delle seguenti informazioni o codici:
- codice univoco del blocco;
- misure del blocco;
- misure di ingombro (derivano dalla forma più o meno regolare del blocco);
- lavorazione di destinazione o magazzino di destinazione; - un disegno rappresentativo del blocco e/o di particolarità dello stesso (difetti, rotture, ecc.).
Le informazioni di cui sopra vengono memorizzate automaticamente nel DB 16 (Fig. 1) posizionando, ad esempio, i palmari 40 in rispettive culle 41 collegate per mezzo della rete 14 al server 12. Ciò evita la necessità per gli addetti di attivare comandi specifici per la memorizzazione dei dati nel DB 16.
- 200 (Fig. 2, Fig. 3) Caricamento blocchi su carrello 54 di segagione e loro segagione.
Tale procedura 200 viene effettata nella postazione di caricamento blocchi e segagione 15b e prevede:
- fase 210: i blocchi 51 etichettati con i TAG 20 e le cui informazioni sono state memorizzate nel DB 16 vengono caricati su carrelli 54, preferibilmente metallici e di larghezza di circa 4/6 m); nella forma preferita di realizzazione i carrelli hanno dimensioni tali da permettere il caricamento di una pluralità di blocchi, ad esempio 5 blocchi, e comprendono su lati opposti, 54a e 54b rispettivamente, TAG di carrello 24a e 24b, in cui sono memorizzate, ad esempio, una o più delle seguenti informazioni:
-- dati relativi al carrello (codice o numero, tipo); -- dati o codici relativi al lato (convenzionalmente Fronte o Retro) del carrello su cui il TAG, 24a o 24b, è posizionato;
- fase 220: il codice ed il lato del carrello viene identificato mediante i TAG di carrello, 24a o 24b; una volta identificato il carrello con il palmare 40 viene selezionato uno dei blocchi e viene attivata, dall'addetto, la lettura del TAG 20 del blocco 51. In tale fase, ad esempio, il programma previsto sul palmare:
-- illumina carrello e blocco selezionato;
-- legge il TAG del blocco evidenziando, ad esempio con un pallino rosso, la lettura.
Tale procedura, naturalmente è ripetuta per tutti o una parte dei blocchi caricati sul carrello. Infatti il caricamento del carrello può essere effettuato in tempi diversi e non necessariamente deve essere tale da completare il carrello.
Evidenziando con il palmare 40 i vari blocchi 51 e leggendo di volta in volta l’etichetta di blocco 20 e di carrello, 24a o 24b, è così possibile rilevare il contenuto del carrello senza rischi di errori.
Infatti, come facilmente comprensibile per un tecnico del settore, anche nel caso di lettura del contenuto del carrello da un lato diverso da quello in cui sono stati associati i blocchi al carrello, grazie alla codifica diversificata delle etichette del carrello 54, si ha il “rovesciamento” della sequenza dei blocchi a seconda che il carrello sia letto da un primo lato, ad esempio dal Fronte, o da un secondo lato, ad esempio dal Retro.
Appare dunque evidente come, indipendentemente dal momento in cui il carrello viene caricato, la posizione dei blocchi sul carrello è in ogni istante nota grazie alla presenza dei TAG di carrello che identificano i lati del carrello.
- fase 230: fase di segagione vera e propria dei blocchi 51 in lastre 52.
In tale fase il carrello 54 viene “caricato” in un telaio di segagione anch'esso dotato di codice, così che il telaio può essere associato al carrello e, contestualmente, il palmare 40 viene alloggiato nella sua culla 41 per trasferire i dati di telaio, carrello e blocchi al database centrale 16.
In tale fase, un apposito programma, installato preferibilmente sul server 12 e denominato ad esempio “Segagione”, permette:
-- di modificare/aggiornare i dati riguardanti i vari blocchi caricati sul carrello,
-- di predisporre, in particolare, i dati necessari per la successiva stampa delle etichette da associare alle lastre generate nella fase di segagione, e
-- di stampare sulla prima faccia 21 con la stampante 25 le etichette di una “telaiata” o dei singoli blocchi che la compongono e di memorizzare nelle etichette 20 le informazioni relative, in particolare, alle lastre secondo protocolli predefiniti.
- fase 240: i blocchi vengono segati da una macchina di segagione 55 in lastre e lavati così che per gli addetti è possibile procedere ad attaccare le etichette 20 alle lastre 52 segate, rimuovendo le etichette o TAG 20 dal ribbon 29 ed applicando un secondo componente di colla o "colla per lastre", alla seconda faccia 22 del TAG. Il secondo componente aderisce, in particolare, sulla parte (strisce) di etichetta in cui non è presente l’adesivo che la mantiene solidale con il ribbon 29 usato per la stampa.
- fase 250: le lastre etichettate vengono lette ed associate al rispettivo blocco mediante una procedura similare a quella descritta relativamente alla fase 220, ad esempio:
-- illuminando sul palmare il blocco segato;
-- leggendo i TAG delle lastre ed associandole al blocco illuminato sul palmare.
Completata la lettura e l'associazione delle lastre ai rispettivi blocchi il palmare 40 viene riposto in una culla 41 in modo da memorizzare il codice di ciascuna lastra etichettata nel DB 16.
In questa fase gli addetti, prima di procedere a riporre i palmari nelle culle, inseriscono anche, ad esempio, per ciascuna lastra gli spessori, eventuali modifiche alle dimensioni, dato che raramente i blocchi hanno una forma perfettamente squadrata, ed eventuali indicazioni del fatto che una particolare lastra risulti rotta e dunque debba essere rimossa.
Tale fase 250 completa la procedura di caricamento blocchi e segagione 200 in corrispondenza della postazione di caricamento blocchi e segagione 15b.
- 300 (Fig. 2, Fig. 4) Eventuali procedure di lavorazione successive alla procedura di segagione.
In tali procedure 300 sono previste:
- fase 310: le singole lastre 52, indipendentemente dai blocchi di appartenenza, vengono caricate su una linea di lavorazione, ad esempio una linea scelta fra le postazioni di lucidatura 18a, postazioni di resinatura 18b, postazioni di fiammatura 18c.
In tale fase è previsto che ciascuna postazione abbia, preferibilmente, un'antenna 30 in ingresso alla postazione ed una in uscita collegata ad un rispettivo elaboratore locale 32 della postazione e che dunque, all'ingresso della lastra nella postazione, il TAG 20 della lastra 52 venga letto dall'antenna 30 in ingresso e che l'informazione in esso contenuta sia trasmessa all'elaboratore locale 32.
Un addetto all'elaboratore locale può, in tale caso, mediante opportune maschere visualizzate su uno schermo dell'elaboratore locale 32, inserire informazioni aggiuntive a quelle rilevate dal TAG 20 della lastra, procedere ad attivare la lavorazione ed a trasmettere al server 12, perché le memorizzi nel DB 16, informazioni quali:
-- dati o codici associati alla latra (tali dati comprendono, preferibilmente, informazioni relative all'ultima lavorazione subita dalla lastra);
-- dati o codici relativi alla lavorazione in atto;
-- dati o codici indicativi che la lastra è in lavorazione, ad esempio "lastra inizia lavorazione".
- fase 320: il server 12, sulla base delle informazioni ricevute verifica se il tipo di lavorazione è tale da comportare la distruzione del TAG 20.
Come noto, infatti, nelle postazioni di lucidatura 18a e di resinatura 18b le lavorazioni sono tali da non comportare la distruzione dei TAG 20, mentre nella postazione di fiammatura 18c le lavorazioni sono tali da comportare la distruzione dei TAG 20.
A fronte del controllo, nel caso si tratti di lavorazioni in postazioni del tipo lucidatura 18a o resinatura 18b, il server attende che venga trasmesso il completamento della lavorazione.
- fase 330: nel caso in cui la lavorazione non comporti la distruzione del TAG 20, l'antenna 30 in uscita dalla postazione trasmette al server 12, ad esempio, un informazione di:
-- "lastra lavorata", a cui segue
- fase 360: il server 12 trasmette all'elaboratore locale istruzioni di cambio stato della lastra che, mediante l'antenna 30 in uscita, vengono memorizzate sul TAG 20 della lastra 52.
Nella forma preferita di realizzazione è previsto che il TAG 20 di ciascuna lastra contenga l'informazione o il codice dell'ultima operazione subita e che il DB 16 contenga informazioni o codici relativi a tutte le operazioni subite dalla lastra 52.
- fase 340: nel caso in cui la lavorazione, come nel caso esemplificato per la postazione 18c, comporti la distruzione del TAG 20, il server 12 memorizza il contenuto del TAG e procede a generare e stampare sulla stampante 25 un nuovo TAG ed a memorizzare le informazioni lette in precedenza dal TAG distrutto.
- fase 350: il nuovo TAG 20 viene applicato alla lastra lavorata, viene effettuata una nuova associazione mediante p al ma re 40 de l T AG a ll a la st ra , v ie ne i ns er it a l'informazione di "lastra lavorata" e viene trasmessa l'informazione al server 12, ad esempio per mezzo della culla 41.
Completata la fase 350 la lastra, ad esempio, può essere inserita in uscita alla postazione così che venga effettuata la fase 360.
- 400 (Fig. 2) Procedura di stoccaggio in deposito.
In tale procedura 400 è previsto:
- fase 410: movimentazione delle lastre mediante ralle in aree di stoccaggio 19.
In accordo alla forma preferita di realizzazione le aree di stoccaggio o depositi comprendono, dislocati in modo regolare, pali di appoggio 19a, ciascuno dotato di TAG, che nella forma preferita di realizzazione sono equivalenti a quelli fissati ai carrelli e che qui vengono indicati come TAG 24a e contengono memorizzate informazioni o codici indicativi della posizione del palo di appoggio 19a.
- fase 420: posizionamento della lastra 52 in corrispondenza di un determinato palo di appoggio.
- fase 430: lettura mediante palmare dei TAG 20 della lastra 52 e del TAG 24a del palo di appoggio 19a, associazione del TAG 24a del palo di appoggio alla lastra, inserimento nel palmare di un informazione di lastra stoccata e trasmissione dell'informazione al server 12, ad esempio per mezzo della culla 41.
Tale fase completa la procedura di stoccaggio nei depositi. Nella descrizione non sono state prese in considerazione procedure rivolte a trasferire lavorazioni in conto terzi, procedure di vendita o procedure di scarto e resa a fornitori.
Tali procedure sono comunque previste come procedure di uscita dallo stabilimento memorizzando sul server l'uscita ed la tipologia di uscita.
Il sistema e la metodologia descritta permettono, in generale, di semplificare enormemente le operazioni di stabilimento con interventi sicuri sia di operatori adibiti a lavorazioni sulle pietre naturali sia di operatori amministrativi.
Infatti tutte le operazioni possono essere rese automatiche e affidabili in modo tale impedire dimenticanze ed errori di inserimento dati.
In accordo, ad esempio, a possibili varianti applicabili alle procedure di lavorazione 300 sulle lastre 52, è possibile, sulla base della metodologia descritta, attivare dispositivi di fotografia automatica delle lastre al termine delle fasi di lavorazione integrando ad esempio la fase 360 con tale operazione e prevedendo che l'immagine fotografica sia trasmessa dall'antenna in uscita dalla postazione di lavorazione al server per essere memorizzata nella base dati centrale associata alla lastra.
In questo modo un cliente può visionare in anticipo le lastre da acquistare.
Inoltre, vantaggiosamente, grazie alla automazione dei processi di stoccaggio delle lastre è possibile identificare con precisione la posizione di ogni lastra all'interno dei depositi e avere traccia di ogni spostamento delle lastre indipendentemente dalle dimensioni dei depositi e degli stabilimenti evitando ogni spreco di tempo derivante dalla ricerca di lastre già disponibili in deposito ed evitando, ad esempio, inutili lavorazioni di blocchi per gestire ordini di lastre già disponibili di cui, però, non si riesce a rintracciare la posizione e, nel contempo, rendendo estremamente veloce la fornitura delle lastre ai clienti.
Il sistema e la metodologia descritta permettono, inoltre, grazie ad ulteriori funzioni programmate sui palmari ed all'utilizzo di TAG RFID operanti in banda UHF, di inventariare con estrema semplicità il contenuto dei depositi.
Infatti, grazie alla tecnologia utilizzata è possibile inventariare blocchi e lastre senza la necessità di effettuare letture a contatto o a pochissimi cm di distanza dalle etichette.
I dati di inventario, inoltre, possono essere rapidamente confrontati con i dati disponibili nel data base centrale col risultato che è ora prevedibile che, inventari che in passato potevano richiedere almeno 5 giorni uomo, ora, con il sistema e metodo come descritto, possano essere effettuati con solo poche ore uomo.
Naturalmente, modifiche ovvie e/o varianti sono possibili alla descrizione di cui sopra, nelle forme, materiali, componenti e collegamenti così come nei dettagli della costruzione illustrata e del metodo di operare senza staccarsi dall'invenzione come precisata nelle rivendicazioni seguenti.

Claims (10)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Sistema per uno stabilimento di lavorazione di pietre naturali comprendente - un server (12) configurato per elaborare dati e gestire una banca dati centrale; - terminali (32, 41) distribuiti nello stabilimento e collegati al server (12), detti terminali comprendendo rispettive antenne (30, 40); - etichette RFID (20, 24a, 24b) applicabili a blocchi (51) o lastre (52) ricavabili dalle pietre naturali (50), dette etichette comprendendo informazioni identificative di detti blocchi o lastre ed essendo atte ad essere almeno lette da dette antenne (30, 40); - postazioni di lavorazione (15a, 15b, 18a, 18b, 18c) comprendenti almeno un rispettivo terminale (32, 41) associato alla postazione di lavorazione; caratterizzato da ciò che almeno una di dette postazioni è - una prima postazione (15b) comprendente; - almeno due di dette etichette RFID (24a, 24b) applicabili a lati opposti (54a, 54b) di un carrello (54) predisposto al trasporto di detti blocchi (51), ciascuna di dette etichette (24a, 24b) avendo memorizzato un codice identificativo del lato di applicazione di detta etichetta al carrello (54); e da ciò che - il terminale (41) associato a detta prima postazione (15b) è atto a determinare mediante dette antenne (40) la posizione di detti blocchi su detto carrello in funzione del codice identificativo letto da una di dette etichette; e da ciò che - dette antenne (40) e dette etichette (24a, 24b) operano in banda UHF.
  2. 2. Sistema secondo la rivendicazione 1, in cui - detta prima postazione (15b) comprende anche - mezzi di segagione atti a segare detti blocchi (51) e generare per ciascun blocco una pluralità di lastre (52); in cui - detto server (12) è configurato per stampare un numero di etichette RFID (20) corrispondente alle lastre ricavabili dalla segagione di ciascun blocco (51); ed in cui - detto terminale (41) è configurato per individuare selettivamente per mezzo di dette antenne (40) le lastre (52) corrispondenti a ciascun blocco così da permettere il fissaggio di dette etichette stampate (20) su dette lastre.
  3. 3. Sistema secondo la rivendicazione 1 o 2, in cui dette etichette RFID (20) comprendono su una delle due facce strisce alternate di adesivo, in cui - un primo adesivo è atto a trattenere in modo amovibile dette etichette su un supporto (29); - un secondo adesivo atto a permettere il fissaggio di dette etichette a detti blocchi (51) o a dette lastre (52).
  4. 4. Sistema secondo una qualsiasi delle rivendicazioni 2 a 3, in cui è prevista - almeno una seconda postazione di lavorazione (18a, 18b, 18c), detta seconda postazione comprendendo - almeno una prima antenna (30) posizionata all'ingresso della seconda postazione; - almeno una seconda antenna (30) posizionata all'uscita della seconda postazione; - almeno un terminale (32) collegato alla prima e seconda antenna e configurato per trasmettere al server (12) informazioni associate alla lettura di un'etichetta RFID (20) associata ad una lastra in ingresso (52) nella seconda postazione e alla lettura della stessa etichetta in uscita dalla seconda postazione.
  5. 5. Sistema secondo la rivendicazione 4, in cui detto terminale (32) comprende mezzi configurati per richiedere al server (12) la ristampa di detta etichetta RFID (20) nel caso in cui detta etichetta sia destinata ad essere distrutta in detta seconda postazione di lavorazione.
  6. 6. Sistema secondo una qualsiasi delle rivendicazioni 1 a 5, in cui e previsto che - a mezzi di appoggio per blocchi o lastre dislocati in area di stoccaggio siano associabili etichette RFID comprendenti informazioni o codici di posizionamento, ed in cui - detti terminali sono configurati per rilevare dette informazioni di posizionamento da dette etiche RFID e ad associarle a blocchi o lastre comprendenti etichette RFID identificative di detti blocchi o lastre.
  7. 7. Metodo per gestire uno stabilimento di lavorazione di pietre naturali nella forma di blocchi o lastre, comprendente almeno una postazione in cui sono previste le fasi di - associare etichette RFID (20) operanti in banda UHF a detti blocchi (51) o lastre (52) ; - associare almeno due etichette RFID a lati opposti (54a, 54b) di un carrello (54) predisposto al trasporto di detti blocchi (51) o lastre (52), ciascuna di dette etichette (24a, 24b) avendo memorizzato un codice identificativo del lato (54a, 5r4b) di applicazione di detta etichetta al carrello (54); - determinare mediante antenne RFID la posizione di detti blocchi (51) o lastre (52) su detto carrello in funzione del codice identificativo letto da una di dette etichette.
  8. 8. Metodo secondo la rivendicazione 7 in cui detta almeno una postazione comprende le ulteriori fasi di - segare di detti blocchi (51) e generare per ciascun blocco una pluralità di lastre (52); - stampare un numero di etichette RFID (20) corrispondente alle lastre ricavabili dalla segagione di ciascun blocco (51); - individuare selettivamente per mezzo di dette antenne (40) le lastre (52) corrispondenti a ciascun blocco così da permettere il fissaggio di dette etichette stampate (20) su dette lastre.
  9. 9. Prodotto informatico o insieme di prodotti informatici caricabile nella memoria interna di almeno un elaboratore elettronico e comprendente porzioni di codice software per attuare,quando il prodotto viene fatto eseguire su almeno un elaboratore elettronico, il metodo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni 7 a 8.
  10. 10. Prodotto informatico come rivendicato nella rivendicazione 9 memorizzato su un supporto leggibile da almeno un elaboratore.
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