ITTO20070597A1 - Dispositivo di attuazione - Google Patents

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ITTO20070597A1
ITTO20070597A1 IT000597A ITTO20070597A ITTO20070597A1 IT TO20070597 A1 ITTO20070597 A1 IT TO20070597A1 IT 000597 A IT000597 A IT 000597A IT TO20070597 A ITTO20070597 A IT TO20070597A IT TO20070597 A1 ITTO20070597 A1 IT TO20070597A1
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IT
Italy
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seat
floating body
region
actuation
seats
Prior art date
Application number
IT000597A
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English (en)
Inventor
Michele Cerrano
Franco Musso
Daniele Sforzin
Original Assignee
Eltek Spa
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Priority to ES08162114T priority patent/ES2363456T3/es
Priority to PL08162114T priority patent/PL2025982T3/pl
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Priority to DE200860006135 priority patent/DE602008006135D1/de
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    • AHUMAN NECESSITIES
    • A47FURNITURE; DOMESTIC ARTICLES OR APPLIANCES; COFFEE MILLS; SPICE MILLS; SUCTION CLEANERS IN GENERAL
    • A47LDOMESTIC WASHING OR CLEANING; SUCTION CLEANERS IN GENERAL
    • A47L15/00Washing or rinsing machines for crockery or tableware
    • A47L15/42Details
    • A47L15/44Devices for adding cleaning agents; Devices for dispensing cleaning agents, rinsing aids or deodorants
    • A47L15/4409Devices for adding cleaning agents; Devices for dispensing cleaning agents, rinsing aids or deodorants by tipping containers or opening their lids, e.g. with the help of a programmer
    • YGENERAL TAGGING OF NEW TECHNOLOGICAL DEVELOPMENTS; GENERAL TAGGING OF CROSS-SECTIONAL TECHNOLOGIES SPANNING OVER SEVERAL SECTIONS OF THE IPC; TECHNICAL SUBJECTS COVERED BY FORMER USPC CROSS-REFERENCE ART COLLECTIONS [XRACs] AND DIGESTS
    • Y10TECHNICAL SUBJECTS COVERED BY FORMER USPC
    • Y10TTECHNICAL SUBJECTS COVERED BY FORMER US CLASSIFICATION
    • Y10T137/00Fluid handling
    • Y10T137/7287Liquid level responsive or maintaining systems
    • Y10T137/7358By float controlled valve

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  • Seal Device For Vehicle (AREA)
  • Actuator (AREA)

Description

DESCRIZIONE dell’invenzione industriale dal titolo:
"Dispositivo di attuazione”
TESTO DELLA DESCRIZIONE
La presente invenzione è relativa ai dispositivi di attuazione aventi un organo di comando, un organo comandato e mezzi attuatoli azionabili per produrre un movimento dell’organo di comando. L’invenzione è stata sviluppata con particolare riferimento a dispositivi in cui il movimento predeterminato dell’organo di comando è suscettibile di causare, in modo selettivo, corse di diversa entità dell’organo comandato.
Un dispositivo avente le caratteristiche di cui al preambolo della rivendicazione 1 è noto dal documento WO 2007/017749 a nome della stessa Richiedente, alla parte introduttiva del quale si rimanda anche con riferimento allo stato generale della tecnica. Il dispositivo descritto nel documento anteriore si dimostra efficace, compatto, poco soggetto ad usure, di costo contenuto e generalmente affidabile. Si è tuttavia rilevato che, in condizioni di impiego particolarmente critiche, il funzionamento del dispositivo può essere soggetto ad errori. Il funzionamento del dispositivo è infatti basato sull’impiego di un corpo flottante, il quale è suscettibile di spostarsi tra due sedi, ricavate rispettivamente nell’organo di comando e nell’organo comandato del dispositivo di attuazione. Si è ad esempio rilevato che il funzionamento del dispositivo può occasionalmente risentire di urti violenti sopportati dal componente al quale il dispositivo stesso è associato, quale ad esempio un generico sportello: un urto violento al suddetto componente viene infatti trasmesso al dispositivo di attuazione, con il rischio di causare un spostamento accidentale ed indesiderato del corpo flottante, e quindi un errore nel ciclo di funzionamento del dispositivo.
La presente invenzione si propone principalmente di risolvere il suddetto inconveniente, realizzando un dispositivo del tipo indicato di affidabilità accresciuta, suscettibile di sopportare condizioni di impiego gravose contraddistinte da urti, colpi, sbattimenti, vibrazioni e simili sollecitazioni anche di notevole entità, impartite in modo indiretto o indiretto al dispositivo stesso.
Questo scopo è raggiunto, secondo la presente invenzione, da un dispositivo di attuazione avente le caratteristiche delle rivendicazioni allegate, che costituiscono parte integrante dell’ insegnamento tecnico qui fornito in relazione al trovato.
Ulteriori scopi, caratteristiche e vantaggi della presente invenzione risulteranno chiari dalla descrizione particolareggiata che segue e dai disegni annessi, fomiti a puro titolo di esempio esplicativo e non limitativo, in cui:
- la figura 1 è una vista parziale, in prospettiva, di una lavastoviglie con porta aperta, dotata di un dispensatore di agenti di lavaggio che integra un dispositivo di attuazione secondo Γ invenzione;
- la figura 2 è una sezione schematica di una parte della macchina di lavaggio di figura 1, con porta chiusa;
- le figure 3 e 4 sono viste schematiche in prospettiva, in due diverse angolazioni, di un dispensatore di agenti di lavaggio impiegante un dispositivo di attuazione secondo Γ invenzione;
- la figura 5a è un dettaglio ingrandito di figura 4, relativo al dispositivo di attuazione secondo Γ invenzione;
- la figura 5b è una vista in prospettiva dall’alto di una parte del dispositivo di attuazione di figura 4;
- le figure 6 e 7 sono una vista in prospettiva ed un relativo dettaglio ingrandito di un organo di comando del dispositivo di attuazione di figura 5;
- le figure 8 e 9 sono una vista in prospettiva ed un relativo dettaglio ingrandito un organo comandato del dispositivo di attuazione di figura 5;
- la figura 10 è una sezione trasversale schematica di parti di interesse del dispositivo di attuazione secondo l’invenzione, in una condizione di reset (ovvero di apertura della porta della lavastoviglie, come in figura 1);
- le figure 11 e 12 sono una vista laterale ed una vista in prospettiva, parzialmente sezionata ed in maggior scala, rispettivamente, di parti del dispositivo di attuazione secondo l’invenzione, in una prima condizione, e le figure 13 e 14 sono sezioni parziali e schematiche di figura 11, in scale diverse;
- le figure 15-18 sono viste simili a quelle delle figure 11-14, ma con il dispositivo in una seconda condizione;
- le figure 19-22 sono viste simili a quelle delle figure 11-14, ma con il dispositivo in una terza condizione;
- le figure 23-26 sono viste simili a quelle delle figure 11-14, ma con il dispositivo in una quarta condizione.
Nell’esempio che segue il dispositivo di attuazione oggetto dell’invenzione verrà descritto con riferimento ad un sua applicazione vantaggiosa, ossia per il controllo del funzionamento di un dispensatore di agenti di lavaggio per una macchina lavastoviglie. Il dispositivo secondo l’invenzione è in ogni caso suscettibile di applicazione anche in altri ambito, similmente a quanto precisato in WO 2007/017749.
In figura 1 , con 1 è indicata nel suo complesso una lavastoviglie, comprendente un mobile o struttura 2 all’interno del quale è definita una vasca di lavaggio 3. Al mobile 2 è associata una porta 4, incernierata nella sua zona inferiore al mobile 2, in modo da poter ruotare attorno ad un asse sostanzialmente orizzontale. La superficie della porta 4 destinata a delimitare frontalmente la vasca 3 - ossia la cosiddetta “controporta” - presenta una zona sagomata o imbutita 5, comprendente una porzione di parete inclinata 5a, in cui è definita una apertura, nella quale è parzialmente alloggiato a tenuta un dispensatore di agenti di lavaggio, indicato con 10.
Il dispensatore 10 comprende due erogatori di diversi agenti di lavaggio, ed in particolare un erogatore per un detersivo in forma solida, in polvere o in pastiglia, ed un erogatore per un additivo liquido, o brillantante; nel seguito, per semplicità, il primo ed il secondo erogatore verranno anche definiti “erogatore detersivo” ed “erogatore brillantante”, rispettivamente. Come visibile in figura 3, il dispensatore ha un corpo principale 11, ad esempio comprensivo di almeno due pezzi in materiale termoplastico saldati tra loro. Come da tecnica nota, nel pezzo frontale del corpo 11 è formato un vano di contenimento del detersivo, non visibile, cui è funzionalmente associato un rispettivo sportellino 12, qui di tipo montato scorrevolmente sul corpo 11 e capace di movimento tra una posizione di apertura ed una posizione di chiusura, solo quest’ultima essendo rappresentata nelle figure. Si noti che lo sportellino 12 potrebbe anche essere di tipo differente, ad esempio ribaltabile o rotante, ossia guidato o incernierato al corpo 11, secondo tecnica nota. All’ interno del corpo 11 è formato un serbatoio per il brillantante liquido, non visibile, in comunicazione sia con un’apertura di caricamento dotata di un tappo asportabile, indicato con 13, che con una apertura di erogazione 14.
Il dispensatore 10 è dotato di un dispositivo di aggancio/sgancio, predisposto per bloccare lo sportellino 12 nella rispettiva posizione di chiusura e successivamente sbloccarlo, onde consentirne l’apertura dietro l’azione di mezzi elastici, quando il detersivo deve essere erogato. Il dispensatore 10 è inoltre dotato di un dispositivo a valvola, per il controllo dell’erogazione del brillantante. I citati dispositivi sono di concezione nota nel settore e pertanto essi non verranno descritti in dettaglio; qui basti precisare che, nell’ implementazione esemplificata:
- il suddetto dispositivo di aggancio/sgancio comprende un piccolo albero girevole, indicato con 15 in figura 5a, che attraversa il corpo Il e che reca, ad una prima estremità, un organo di aggancio suscettibile di cooperare con un rispettivo organo di aggancio dello sportello 12, non visibile; la seconda estremità dell’albero è operativamente collegata ad un dispositivo di attuazione, indicato nel complesso con 17 nelle figure 4 e 5a, presente nella parte posteriore del corpo 11 ed atto a determinare la rotazione dell’albero stesso attorno al proprio asse, sotto il controllo del dispositivo programmatore della macchina 1 ;
- il suddetto dispositivo a valvola, una parte del quale è indicata complessivamente con 16 in figura 5a, è selettivamente azionabile per causare la fuoriuscita dall’apertura 14 di almeno una dose di brillantante; anche il citato dispositivo a valvola è azionato tramite il suddetto dispositivo di attuazione 17, sotto il controllo del programmatore della macchina 1 ; eventualmente, il dispositivo a valvola può essere associato ad una nota vaschetta o altro sistema di dosaggio interno al corpo 11, in comunicazione con il serbatoio del brillantante e con l’apertura 14.
In figura 1 la porta 4 è rappresentata nella posizione di apertura. In tale condizione, il vano destinato a contenere il detersivo e l’apertura di accesso al serbatoio del brillantante sono accessibili dall’alto, per le normali operazioni di caricamento degli agenti di lavaggio. In figura 2 è invece rappresentata la condizione di porta 4 chiusa. In tale condizione, a seguito dell’apertura dello sportellino 12 del dispensatore 10, il detersivo è libero di cadere per gravità all’interno della vasca 3; parimenti, a seguito dell’azionamento del suddetto dispositivo a valvola dell’erogatore del brillantante, l’agente di lavaggio liquido può fuoriuscire dal corpo 11 tramite l’apertura 14 e fluire all’intemo della vasca 3.
Come accennato, l’albero facente parte del sistema di aggancio/sgancio dell’erogatore detersivo ed il dispositivo a valvola facente parte dell’erogatore brillantante sono azionati tramite un medesimo dispositivo di attuazione, indicato complessivamente con 17 in figura 4, che costituisce l’oggetto specifico della presente invenzione. Il dispositivo di attuazione 17, rappresentato in maggior scala in figura 5a, comprende un singolo attuatore, indicato nel complesso con 20: nel caso esemplificato, Γ attuatore 20 è del tipo a solenoide, ben noto nel settore ed in quanto tale non necessitante di descrizione dettagliata.
Qui basti precisare che
- Γ attuatore 20 comprende un avvolgimento induttore o bobina 21, con associato un connettore 22 per Γ alimentazione elettrica, quale un connettore del tipo Rast 2,5, ed un nucleo mobile 23 ;
- a seguito dell’alimentazione della bobina 21, il nucleo 23 viene attirato dalla bobina 21 ovvero indotto a muoversi in una direzione lineare, sostanzialmente coincidente o parallela a quella indicata dalla freccia FI, in contrasto all’azione di almeno un mezzo elastico.
È ovviamente possibile utilizzare mezzi attuatori di altra tipologia, come decritto in WO 2007/017749, quale ad esempio un attuatore di tipo termico o termo-attuatore.
Il nucleo mobile 23 ha una rispettiva estremità che sporge costantemente dalla bobina 20 ed è operativamente vincolata, nell’esempio tramite un elemento a perno 23 a, ad un organo di comando. Nel caso esemplificato, tale organo di comando è costituito da una leva, indicata complessivamente con 30, mobile angolarmente, come indicato dalla freccia F2. La leva 30 è calettata, nella sua parte inferiore, all’albero 15, facente parte del dispositivo di aggancio/sgancio dello sportellino 12.
La leva 30 è operativamente vincolata, in una sua regione intermedia, ad un organo comandato.
Nel caso esemplificato, tale organo comandato è costituito da un’asta o cursore, indicato con 40 in figura 5b, linearmente scorrevole in direzione parallela al nucleo mobile 23, ovvero nel senso indicato dalla freccia FI; tale asta 40 è associata o parte del suddetto dispositivo a valvola 16, facente parte dell’erogatore brillantante. Come si intuisce, la disposizione è tale per cui, a seguito dell’alimentazione della bobina 21, con il conseguente arretramento o trazione del nucleo mobile 23 nel senso indicato dalla freccia FI, la leva 30 è suscettibile di muoversi angolarmente nel senso indicato dalla freccia F2 di figura 5 a, in contrasto alla reazione elastica di una molla 18, interagente tra la leva stessa ed il corpo principale 11 del dispensatore.
Come visibile in figura 6, la leva 30 presenta, nella sua zona inferiore, un passaggio sagomato 31 per il calettamento all’albero 15. In una zona intermedia, superiore al passaggio 31. Nella parte superiore la leva 30 presenta una regione avente una parete o superficie piana 33. In tale regione è definito un incavo sagomato, che realizza una sede longitudinalmente estesa, indicata complessivamente con 34, che è aperta in corrispondenza della suddetta superficie 33, in seguito definita frontale. Dalla superficie frontale 33 sporge inoltre una parte di impegno 35, configurata come appendice o rilievo opportunamente sagomato. Tale parte 35 è preferibilmente parte integrante della leva 30, ad esempio ricavata da uno stampaggio in un pezzo unico, ma può essere anche concepita come un elemento indipendente associato alla leva (ad esempio tramite montaggio, incollaggio, saldatura o altra tecnica nota). Anche l’elemento a perno 23a, per Γ accoppiamento al nucleo mobile 23, può essere definito dal corpo della leva 30 oppure configurato come componente distinto associato alla leva.
Come visibile in figura 7, la sede 34 ha un fondo 34a ed un profilo periferico in cui sono individuabili una superficie superiore, non indicata, due superfici di estremità longitudinale 34b, 34c ed una superficie inferiore. Tale superficie inferiore è sagomata in modo da definire una prima porzione sostanzialmente piana o leggermente inclinata, indicata con 34d, ed una seconda porzione sostanzialmente piana o leggermente inclinata 34e, la seconda porzione giacendo ad un’altezza inferiore rispetto alla prima porzione. Tra le porzioni di superficie 34d e 34e è presente un gradino definente una cuspide 34f, preferibilmente almeno in parte arrotondata. Tra la cuspide 34f e la porzione di superficie 34d si estende una prima superficie di gradino, indicata con 34f , e tra la cuspide 34f e la porzione di superficie 34e si estende una seconda superficie di gradino, indicata con 34f ’, tali due superficie di gradino essendo inclinate con versi opposti.
La superficie inferiore della sede 34 presenta inoltre una terza porzione 34g, qui sostanzialmente piana, ad un’ altezza superiore alla prima porzione 34d, tra le porzioni di superficie inferiore 34d e 34g essendo formato un altro gradino, indicato con 34h. Dalla figura 7 si può inoltre notare che, nel caso esemplificato, il rilievo 35 ha una superficie laterale “attiva” sostanzialmente in comune con la superficie di estremità longitudinale 34c della sede 34 (tale superficie del rilievo 35 - indicata con 35a in figura 10 - è di preferenza leggermente inclinata rispetto alla superficie 34c).
Dalle figure 7 e 10 si evince la conformazione del fondo sagomato 34a della sede 34, che presenta un incavo intermedio 34m, definito nel fondo stesso, sostanzialmente in corrispondenza della porzione di superficie inferiore 34d, formando anche un piccolo gradino 34m’ rispetto a quest’ultima. Il fondo 34a presenta inoltre una regione a profilo curvo e inclinato - che si estende sostanzialmente tra l’incavo 34m e la porzione di superficie 34e, raccordandosi a quest’ultima, che è definita a sua volta da due porzioni 34n e 34o, separate tra loro da un gradino 34p. Si osserva, ad esempio in figura 7, che la profondità della sede 34 - intesa come distanza tra il piano della superficie frontale 33 e le superfici che formano il fondo 34a - è diversa in corrispondenza di diverse zone della sede. In particolare, la porzione del fondo 34a che si trova in corrispondenza della porzione di superficie inferiore 34g è sostanzialmente parallela alla superficie frontale 33, ad una prima distanza rispetto ad essa; il fondo dell’incavo 34m è anch’esso sostanzialmente parallelo rispetto alla superficie frontale 33, ma ad una seconda distanza rispetto ad essa, maggiore della suddetta prima distanza; la porzione di fondo 34n ha inizio, a partire da un rispettivo lato dell’incavo 34m, ad una terza distanza dalla superficie 33, che è compresa tra le suddette prima e seconda distanza, la quale terza distanza decresce sino alla superficie di estremità 34c; la porzione di fondo 34o ha invece inizio, a partire dal gradino 34p, ad una quarta distanza dalla superficie 33, che è compresa tra le suddette prima e terza distanza, la quale quarta distanza decresce sino alla porzione di superficie inferiore 34e. In definitiva, quindi, il fondo dell’incavo 34m definisce il punto di maggiore profondità della sede 34, rispetto alla superficie frontale 33 della leva 30, mentre le porzioni di fondo 34n e 34o definiscono un tratto a profondità decrescente della sede 34, sempre rispetto superficie frontale 33 della leva 30. Con tale conformazione, inoltre, tra il fondo dell’incavo 34m e la superficie 34n risulta definito un ulteriore piccolo gradino, indicato con 34m” in figura 7.
L’asta 40 sporge da un’apertura formata in un coperchio 41, agganciato a tenuta ad una porzione del corpo 11 del dispensatore. Come visibile in figura 8; nella regione dell’asta 40 che sporge dal coperchio 41 è definita una superficie sostanzialmente piana 43, in seguito definita frontale, ed in tale regione è formato un incavo sagomato, che realizza una sede indicata complessivamente con 44, longitudinalmente estesa ed aperta in corrispondenza della superficie frontale 43. La sede 44 ha uno sviluppo in parte inclinato verso l’alto e dimensioni tali da poter ricevere, con possibilità di movimento, almeno parte del rilievo 35 della leva 30, come risulterà in seguito. Dalla superficie frontale 43 della leva 40 si elevano inoltre due parti di vincolo, configurate come appendici o rilievi, indicati con 45a e 45b, costantemente ricevuti o inseriti almeno in parte nell’ ambito della sede 34. Nell’esempio illustrato, il rilievo 45a ha volume maggiore rispetto al rilievo 45b. Entrambi i rilievi 45a, 45b si trovano in una zona della superficie frontale 43 che, nelle varie posizioni di funzionamento del dispositivo di attuazione 17, è destinata a risultare almeno in parte affacciata alla sede 34 della leva 30. I rilievi 45a, 45b sono distanziati in una direzione sostanzialmente parallela all’asse dell’asta 40, o alla sua direzione di movimento F2, per delimitare tra loro una zona di vincolo per un corpo flottante, in seguito descritto. Similmente al rilievo 35 della leva 30, anche i rilievi 45a e 45b possono essere parte integrante dell’asta 40, ad esempio ricavati da uno stampaggio in un pezzo unico, oppure essere elementi indipendenti associati all’asta stessa.
Come visibile in figura 9, la sede 44 ha un fondo 44a, sostanzialmente piano o in parte leggermente inclinato (si veda anche figura 10), ed un profilo periferico in cui sono individuabili una superficie superiore, non indicata, due superfici di estremità longitudinale 44b, 44c ed una superficie inferiore. Tale superficie inferiore presenta una porzione sostanzialmente piana, indicata con 44d, ed una porzione inclinata o curva o raggiata 44e, che sale dalla porzione 44d sino alla superficie di estremità longitudinale 44c, quest’ultima essendo più in alto rispetto all’altra superficie di estremità 44b. Eventualmente, per quanto questo non sia strettamente necessario, tra almeno parte della superficie inferiore 44d-44e della sede 44 e la superficie frontale 43 dell’asta 40 può essere prevista uno smusso o uno scivolo, indicato con 44f solo in figura 9, inclinato in senso trasversale rispetto allo sviluppo della detta superficie inferiore 44d-44e.
La leva 30 e l’asta 40, con le relative sedi 34, 44 possono essere convenientemente formate in materiale termoplastico, tramite operazioni di stampaggio, in modo semplice e economico.
Il dispositivo di attuazione secondo l’invenzione comprende ulteriormente un corpo flottante, indicato con 50 in figura 10 e nelle figure successive, avente dimensioni tali da poter essere ricevuto alternativamente nella sede 34 e nella sede 44, con possibilità di spostarsi in modo selettivo tra le sedi stesse, che sono all’uopo predisposte; il corpo flottante 50 è destinato ad assumere posizioni diverse nell’ambito di almeno una delle sedi 34, 44 a seguito di successivi azionamenti dei mezzi attuatoli 20 e/o di movimenti impartiti al dispositivo 17. Come risulterà anche in seguito, con il termine “flottante” si intende qui indicare che il corpo 50 non è unito ad altre parti del dispositivo, fermo restando che lo stesso, come detto, viene ospitato alternativamente nelle sedi 34 e 44.
Nella forma di implementazione esemplificata, e che al momento è ritenuta preferenziale, il corpo flottante è costituito da una sfera, ad esempio in acciaio; sempre con riferimento all’esempio illustrato, la sede 34 ha profondità tale da poter contenere completamente il volume della sfera 50 (si veda ad esempio la figura 10), mentre la sede 44 ha profondità tale da poter contenere in massima parte il volume della sfera 50 (si veda ad esempio la figura 22).
Quando assemblate sul dispensatore, la leva 30 e l’asta 40 sono disposte in modo tale per cui la superficie frontale 33 è rivolta ed adiacente alla superficie frontale 43. In tale condizione, anche almeno parte delle sedi 34, 44 sono affacciate l’una all’altra, con il rilievo 35 della leva 30 inserito almeno in parte nell’ ambito della sede 44 dell’asta 40 e con i rilievi 45a, 45b dell’asta 40 inseriti almeno in parte nell’ambito della sede 34 della leva 30, come ben visibile ad esempio in figura 10.
In figura 10 le parti di interesse del dispositivo di attuazione secondo l’invenzione sono rappresentate in una condizione inoperativa iniziale o di ripristino: con riferimento all’esempio di applicazione sul dispensatore 10, un dose di detersivo è già stata caricata nel relativo vano chiuso dallo sportello 12, ma con la porta 4 della lavastoviglie 1 che è ancora aperta (orizzontale o inclinata in modo sostanziale), come in figura 1. La condizione del dispositivo di attuazione 17 con porta 4 chiusa, e quindi sostanzialmente verticale, è invece rappresentata, limitatamente alle parti di interesse, in figura 14, nelle figure 11 e 13 e nella figura 12, nella quale la leva 30 risulta parzialmente sezionata in corrispondenza della sede 34. Si noti che, nella realtà, leva 30 e asta 40 si trovano in posizione inclinata rispetto alla verticale, come visibile in figura 13: nelle figure 11, 12 e 14 i componenti appaiono come disposti verticalmente, solo per esigenze di maggior chiarezza di rappresentazione.
Come si evince, particolarmente dalle figure 12 e 14, nella condizione iniziale le sedi 34 e 44 sono parzialmente affacciate: al riguardo si precisa che lo sviluppo longitudinale della sede 34 (intesa come distanza tra le due rispettive superfici di estremità o lunghezza nel senso dell’asse dell’asta 40) è maggiore rispetto allo sviluppo longitudinale della sede 44.
La sfera 50 si trova in massima parte nell’ ambito della sede 34 della leva 30, ed in particolare in appoggio sulla porzione di superficie inferiore 34d. Nonostante l’inclinazione del dispensatore 10 (si vedano le figure 2 e 13), e quindi del dispositivo di attuazione, la sfera 50 è impossibilitata a spostarsi nella sede 44 poiché, nella condizione in esame, la parte della superficie frontale 43 dell’asta 40 in cui si trovano i rilievi 45a e 45b, risulta affacciata in corrispondenza della zona della sede 34 in cui si trova la sfera 50; a causa dell’ inclinazione del sistema di attuazione, la sfera 50 poggia per gravità contro la superficie frontale 43, proprio nello spazio compreso tra i due rilievi 45 a e 45b, come ben visibile in figura 14.
Ad un certo momento del ciclo di lavaggio, quando il detersivo solido deve essere erogato, il programmatore della macchina 1 comanda l’alimentazione della bobina 21 (figura 5), così determinando l’arretramento del nucleo 23 ed il movimento della leva 30, come visibile nelle figure 15 e 16. In questo modo l’albero 15 (figura 5) viene portato in rotazione e lo sportellino 12 del dispensatore 10 viene sganciato, ed il detersivo è libero di cadere per gravità nell’ambito della vasca di lavaggio 3 della macchina 1. Il movimento angolare della leva 30 non viene di fatto trasmesso all’asta 40, poiché il rilievo 35 è libero di scorrere all’interno della sede 44, compiendo una corsa massima, sino a giungere a contatto o in prossimità della superficie di estremità 44c, come visibile ad esempio in figura 18. In alternativa, il sistema può essere concepito in modo che, a seguito del movimento della leva 30, l’interazione tra il rilievo 35 e la superficie di estremità 44c della sede 44 determini uno scorrimento non significativo dell’asta 40, ossia di entità ridotta o comunque non sufficiente ad abilitare l’erogazione dell’additivo liquido (o altra funzione eventualmente associata all’asta).
Nel corso del movimento della leva 30 la sfera 50 è vincolata al movimento laterale, in quanto posizionata tra i rilievi 45a e 45b dell’asta 40, appoggiando sulla relativa superficie frontale 43. In questo modo, atteso che in questa fase l’asta 40 è statica o sostanzialmente statica, la superficie inferiore della sede 34 della leva 30 può “scorrere” al di sotto della sfera 50. Nel corso del movimento della leva 30, la sfera 50 può invece innalzarsi leggermente, stante Γ inclinazione verso l’alto della porzione di superficie inferiore che forma la cuspide 34f.
Ad un certo punto del movimento della leva 30, la sfera 50 supera la cuspide 34f, per poi cadere verso la porzione di superficie inferiore 34e. Va notato che la superficie di gradino 34f (figura 7) è preferibilmente inclinata verso la cuspide 34f, ovvero verso la superficie 34d, particolarmente al fine di agevolare la caduta della sfera 50 verso la porzione di superficie 34e; di preferenza rinclinazione della superficie 34fi è tale da evitare un ritorno della sfera 50 verso la cuspide 34f, ovvero realizzare un mezzo o vincolo contro movimenti accidentali e/o in direzione anomala del corpo flottante.
Come precedente spiegato, le porzioni 34n e 34o definiscono nel complesso un tratto del fondo delle sede 34 avente profilo curvo e inclinato, raccordato alla porzione di superficie inferiore 34e; grazie alla conformazione della porzione 34o ed al fatto che i componenti 30, 40 sono in posizione inclinata (figura 17), al termine della corsa della leva 30 la sfera 50 è mantenuta ancora in appoggio laterale alla superficie frontale 43 dell’asta 40, pur rimanendo in massima parte nell’ ambito della sede 34. La sfera è mantenuta nella posizione raggiunta anche grazie alla presenza della superficie di gradino 34f” (figura 7). Come si nota, particolarmente nelle figure 16 e 18, al termine della corsa della leva 30 le due sedi 34 e 44 non sono più parzialmente affacciate, di fronte a parte della sede 34 trovandosi ora la porzione della superficie 43 dell’asta 40 recante i rilievi 45a, 45b.
Al cessare dell’impulso di alimentazione della bobina 21 il nucleo 23 e la leva 30 ritornano alle rispettive posizioni iniziali, grazie all’azione della molla 18 (figura 5), come rappresentato nelle figure 19-22. In questo modo la superficie frontale 33 della leva 30 e la sfera 50 scorrono rispetto alla superficie frontale 43 dell’asta 40, che è immobile, sino a quando le sedi 34 e 44 risultano nuovamente parzialmente affacciate l’una all’altra, come visibile ad esempio nelle figure 20 e 22. Stante la disposizione inclinata del dispositivo, e l’eventuale presenza della porzione a scivolo 44f (figura 9), la sfera 50 è libera di rotolare sulla porzione di superficie inferiore 34e della sede 34 e poi sulla porzione di superficie inferiore 44e della sede 44, come visibile in figura 21 e 22, sino a poggiare sul fondo 44a della stessa sede 44. Di fatto, quindi, la sfera 50 passa dalla sede 34 alla sede 44, e la sfera rimane nella posizione raggiunta grazie all’inclinazione del dispositivo di attuazione e/o del dispensatore 10. In un momento successivo del ciclo di lavaggio, quando si rende necessaria l’erogazione di una dose di brillantante, il programmatore della macchina 1 determina una nuova alimentazione della bobina 21, così causando un nuovo arretramento del nucleo 23 (figura 5) e quindi un nuovo movimento angolare della leva 30, come visibile nelle figure 23-26. Nel corso del movimento della leva 30, il rispettivo rilievo 35 scorre nell’ambito della sede 44 dell’asta 40 : tuttavia, a differenza di quanto avvenuto nel corso della prima attuazione (figure 15-18), in questa fase la sfera 50 è ospitata nell’ambito della sede 44, così riducendo la corsa ammessa per il rilievo 35 nella sede stessa. Nel corso della sua corsa, quindi, il rilievo 35 si muove sino ad incontrare la sfera 50, per poi spostarla lungo la sede 44, facendola muovere o risalire lungo la porzione di superficie inferiore 44e (figura 9). Ad un certo punto la sfera 50 giunge in appoggio, da una parte, contro la superficie di estremità 44c della sede 44 e, dalla parte opposta, su di essa viene esercitata una spinta da parte del rilievo 35 della leva 30 in movimento. Come in precedenza accennato (si veda figura 10), la superficie attiva 35a del rilevo 35 - ossia cooperante con la sfera 50 - presenta di preferenza una pur minima inclinazione rispetto alla superficie 34c, in modo agevolare la spinta della sfera 50 verso l'elemento 40, evitando al contempo che la stessa sfera si sposti lateralmente verso la sede 34. In particolare, grazie a questa lieve inclinazione della superficie 35a, il rilievo 35 può spingere la sfera 50 sino nell’angolo delimitato dalle superficie 44c e 44e, senza il rischio che la sfera riceva una componente tendente a farla saltar via dalla posizione di lavoro, verso l’interno della cavità 34 (in pratica, come si intuisce dalla figura 26, nella fase considerata, la superficie 35a del rilievo 35 non è parallela alla superficie 44c).
E’ evidente come, a differenza della precedente attuazione, parte del movimento angolare della leva 30 viene in questo caso trasferito all’asta 40, con una conseguenze traslazione lineare di quest’ ultima. Come si intuisce, l’entità di tale traslazione è funzione delle dimensioni di ingombro della sfera 50 (oltre che, ovviamente, della forma e dimensioni delle sedi 34, 44 e del rilievo 35). Il movimento così ottenuto dell’asta 40 determina l’azionamento del dispositivo a valvola 16 dell’erogatore brillantante, con la conseguente emissione, dal passaggio 14 di figura 3, di una dose dell’agente di lavaggio liquido verso la vasca di lavaggio 3 della macchina 1.
Anche in questo caso, al cessare dell’alimentazione della bobina 21, il nucleo 23, la leva 30 e l’asta 40 ritorneranno alle rispettive posizioni di riposo, in virtù dell’azione della molla 18, sino ad una posizione simile a quella di figura 20 o 22. La sfera 50, rimanendo nell’ambito della sede 44, rotolerà all’indietro sulla porzione di superficie inferiore 44e, particolarmente sino a poggiare contro il rilievo 35, come in figura 22.
Naturalmente, qualora il ciclo di lavaggio selezionato preveda una o più ulteriori erogazioni di brillantante, la bobina 21 verrà nuovamente alimentata, producendo un funzionamento del sistema di attuazione 17 analogo a quello descritto con riferimento alle figure 23-26, con conseguente attuazione dell’asta 40 ad ogni eccitazione della bobina 21.
Il ripristino o riarmo del sistema di attuazione 17 alla condizione iniziale delle figure 11-14 si ottiene dopo la conclusione del ciclo di lavaggio, quando l’utilizzatore della macchina 1 apre la porta 4, portandola ad esempio nella posizione visibile in figura 1 (si veda a riferimento anche la figura 10).
Al termine del ciclo di lavaggio le sedi 34 e 44 sono parzialmente affacciate (si veda figura 22): come si intuisce, quindi, nel corso del ribaltamento in apertura della porta 4, le sedi stesse vengono a trovarsi in posizione sovrapposta, in particolare con la sede 44 dell’asta 40 al di sopra della sede 34 della leva 30, e con la sfera 50 che può così liberamente passare o cadere per gravità dalla prima alla seconda. In particolare, la sfera 50 passa dalla porzione di superficie inferiore 44d della sede 44 sulla porzione di superficie inferiore 34e della sede 34, per poi rotolare sulle porzioni di fondo 34o e 34n della sede 34 che, come più volte ricordato, formano un profilo ricurvo e inclinato. Grazie a tale forma, la sfera 50 è quindi indotta a rotolare sino all’ incavo 34m del fondo della sede 34, come visibile in figura 10, per rimanervi impegnata. In questa fase, quando la sfera 50 supera il gradino 34p, il gradino stesso e l’inclinazione della porzione di fondo 34n guidano con precisione la sfera sino nell’ ambito nell’incavo 34m; una volta giunta nell’ambito dell’incavo 34m, la sfera 50 non può evidentemente arretrare di nuovo sulla porzione di fondo 34n, a causa della presenza del gradino 34m”.
Nel corso della successiva chiusura della porta 4, la sfera 50 sarà poi impedita a passare nella sede 44, grazie alla presenza dell’incavo 34m, del gradino formato tra l’incavo stesso e la porzione di fondo 34n, della cuspide 34f e del rilievo 45b. Si noti al riguardo che, nel corso del movimento della porta, la sfera è portata a passare, per gravità, dall’incavo 34m alla porzione di superficie inferiore 34d della sede 34, in quanto guidata proprio tramite l’incavo 34m. Una volta raggiunta la porzione di superficie inferiore 34d, la sfera 50 non può spostarsi a sinistra o a destra, con riferimento alla figura 10, stante la presenza dei rilievi 45a e 45b. Si è quindi ritornati alla condizione delle figure 11-14.
Nel caso dell’ esempio di applicazione esemplificato può avvenire che un utilizzatore della macchina 1 interrompa momentaneamente un ciclo di lavaggio in corso aprendo la porta 4, ad esempio per aggiungere stoviglie nella macchina, e questo potrebbe teoricamente rendere inefficacie parte del ciclo di attuazione del dispositivo 17. Come spiegato in WO 2007/017749, peraltro, il sistema di controllo della macchina può essere agevolmente predisposto per rilevare un’apertura della porta, e comandare di conseguenza almeno un azionamento addizionale dell’attuatore 20, volto a portare il sistema di attuazione 17 in una condizione corretta ai fini dell’erogazione dell’agente di lavaggio nel momento opportuno.
Come precedentemente accennato, il sistema di attuazione 17 può essere concepito in modo che, anche a seguito del primo azionamento dell’attuatore 20, una parte ridotta del movimento della leva 30 venga trasferita all’asta 40, ossia con l’organo comandato che può compiere una certa corsa, di entità limitata rispetto a quella ottenibile a seguito di un successivo azionamento dell’ attuatore 20, e comunque non sufficiente a causare l’erogazione del brillantante. Una tale implementazione semplifica la realizzazione del dispositivo, in termini di tolleranze di produzione e montaggio.
La forma di attuazione dell’invenzione in precedenza esemplificata presuppone, per il suo funzionamento, un certo grado di inclinazione del dispensatore e del dispositivo di attuazione 17. E’ tuttavia chiaro che il dispositivo 17 nel suo complesso e/o gli organi 30, 40 e/o le sedi 34, 44 possono essere configurati per consentire al dispositivo stesso di operare secondo altre possibili giaciture, e particolarmente una giacitura in cui la posizione reclinata del dispositivo sia sostanzialmente orizzontale e la posizione eretta del dispositivo sia sostanzialmente verticale. Il modo più semplice, ad esempio, è quello di formare o montare il dispositivo di attuazione 17 e/o gli organi 30 e 40 rispetto all’involucro 11 del dispensatore con una configurazione leggermente inclinata, nel senso desiderato per produrre gli effetti sopra descritti. Altra possibilità è quella di utilizzare una soluzione generale del tipo descritto con riferimento alle figure 22-38 di WO 2007/017749, al quale si rimanda.
L’invenzione è stata descritta con riferimento all’impiego in abbinamento ad un dispensatore di agenti di lavaggio per una lavastoviglie, ma è chiaro che il dispositivo di attuazione è suscettibile di impiego in altri ambiti. Ad esempio, il dispositivo secondo l’invenzione può essere abbinato ad un cassetto detersivi di tipo estraibile per una macchina lavabiancheria, come descritto in WO 2007/017749, o ad un distributore di detersivi montato sulla porta di una macchina lavabiancheria a carica dall’alto, in modo da sfruttare direttamente il tipico movimento della porta stessa - orizzontale quando chiuso e verticale quanto aperta - per ottenere il riarmo o reset del dispositivo secondo l’invenzione. L’invenzione è naturalmente suscettibile di applicazione anche in settori diversi da quello degli elettrodomestici, qui menzionato solo a scopo esemplificativo.
Dalla descrizione effettuata risultano chiare le caratteristiche ed i vantaggi della presente invenzione, principalmente rappresentati dalla compattezza del cinematismo di accoppiamento tra gli organi del sistema di attuazione, dalla semplicità di realizzazione dei suoi componenti, dalla sostanziale assenza di usure meccaniche tra le parti interagenti. Vantaggio sostanziale dell’invenzione è che il mantenimento della corretta posizione del corpo flottante 50 è sempre assicurato.
Come si è visto, nell’esempio di applicazione descritto, l’organo di comando 30 - suscettibile di compiere movimenti angolari -comanda un primo meccanismo 15 e l’organo comandato 40 - suscettibile di compiere movimenti lineari - comanda un secondo meccanismo 16. L’organo di comando 30 e l’organo comandato 40, ovvero le rispettive sedi 34, 44, sono predisposti o conformati in modo tale per cui almeno uno spostamento dell’organo flottante 50 da una sede all’altra avvenga in modo selettivo o controllato, particolarmente
- in funzione della posizione reciproca assunta da rispettive porzioni delle sedi 34, 44 a seguito di un azionamento dei mezzi attuatori 20, e quindi a seguito di uno spostamento relativo tra l’organo di comando 30 e l’organo comandato 40, e/o
- a seguito di una variazione della posizione angolare del dispositivo 17.
Nel funzionamento del dispositivo il corpo flottante 50 si muove in pratica lungo un “percorso chiuso”, definito in parte dalla sede 34 ed in parte dalla sede 44. Questo percorso viene effettuato in parte a seguito di azionamenti del dispositivo 17 ed in parte a seguito di uno spostamento del dispositivo stesso, ovvero di una variazione della sua giacitura. Lungo il suddetto percorso, il corpo flottante 50 assume in modo sequenziale una pluralità di diverse posizioni, anche nell’ ambito di una stessa sede, con i mezzi di vincolo rappresentati dagli elementi indicati con 34m, 34m’, 34m”, 34p, 45 a e 45b che guidano lo spostamento del corpo stesso tra queste posizioni sequenziali e/o ne prevengono spostamenti accidentali o anomali del corpo flottante 50. Ad esempio, come si è visto, almeno parte dei suddetti mezzi di vincolo è configurata per guidare movimenti successivi del corpo flottante 50 nell’ambito della sede 34, prevenendone spostamenti indesiderati.
L’organo di comando 30 e l’organo comandato 40, ovvero le rispettive sedi 34, 44, sono altresì predisposti o conformati in modo tale per cui, a seguito di un azionamento dei mezzi attuatori 20:
- con il corpo flottante 50 nella sede 44, l’organo comandato 40 compie una prima corsa, e
- quando il corpo flottante 50 è nella sede 34, l’organo comandato 40 compie una seconda corsa, di entità inferiore rispetto alla prima corsa, oppure rimane sostanzialmente immobile.
L’organo di comando 30 e l’organo comandato 40, ovvero le rispettive sedi 34, 44, sono inoltre predisposti o conformati in modo tale per cui:
- nel corso di una attuazione del dispositivo 17, con il corpo flottante 50 nella sede 34, la parte di impegno 35 può compiere una corsa massima entro la sede 44, in modo tale da
- causare un trasferimento di prima entità del movimento dell’organo di comando 30 all’organo comandato 40, oppure
- causare un trasferimento non significativo del movimento dell’organo di comando 30 all’organo comandato 40, oppure
- non causare un trasferimento del movimento dell’organo di comando 30 all’organo comandato 40; e
- nel corso di un’altra attuazione del dispositivo 17, con il corpo flottante 50 nella sede 44, la parte di impegno 35 può compiere solo una corsa ridotta entro la sede 44, onde causare
- un trasferimento di seconda entità del movimento dell’organo di comando 30 all’organo comandato 40, oppure
- un trasferimento significativo del movimento dell’organo di comando 30 all’organo comandato 40.
Come detto, nell’esempio descritto, il dispositivo di attuazione è associato ad una struttura 4 mobile angolarmente tra una posizione reclinata o abbassata ed una posizione eretta o sollevata, e l’organo di comando 30 e l’organo comandato 40, ovvero le rispettive sedi 34, 44, sono predisposti o conformati in modo tale per cui - con il corpo flottante 50 nella sede 44, un passaggio della struttura 4 tra la posizione eretta e la posizione reclinata causi il passaggio per gravità del corpo flottante 50 dalla sede 44 alla sede 34, e
- un passaggio del corpo flottante 50 dalla sede 34 alla sede 44 avvenga per gravità, a seguito di un azionamento dei mezzi attuatoli 20.
Prove pratiche effettuare dalla richiedente hanno consentito di appurare che il dispositivo di attuazione in precedenza descritto consente di raggiungere efficacemente gli scopi dell’ invenzione.
In particolare, la previsione dei mezzi di vincolo rappresentati dai rilievi o appendici 45a, 45b consente di garantire il mantenimento di una posizione sostanzialmente predefinita del corpo flottante 50, in occasione di una più fasi potenzialmente critiche. Quando viene portato nella condizione iniziale (figure 10 e 11-14), ad esempio con una chiusura violenta della porta 4 della lavastoviglie 1, il corpo flottante 50 è impossibilitato a spostarsi accidentalmente lungo la sede 34, e quindi verso la sede 44, proprio grazie alla presenza dei rilievi 45a, 45b, che ne guidano lo spostamento nell’ ambito della sede 34. Si noti peraltro che, a tale fine, anche la presenza del solo rilievo 45b è sufficiente a tale scopo.
Nel corso di una tale chiusura della porta 4, l’incavo 34m realizza anch’esso un mezzo di vincolo, nel senso che esso guida univocamente il corpo flottante 50 proprio nella regione compresa tra i rilievi 45a e 45b. Anche il gradino 34m’ definito tra l’incavo 34m e la porzione di superficie 34d (si veda figura 7) realizza un mezzo di vincolo per il corpo flottante 50, prevenendone un movimento anomalo o indesiderato, ossia l’arretramento o ritorno dalla superficie 34d verso l’intemo dell’incavo 34m ; similmente, il gradino 34m”, previene anomali o indesiderati spostamenti del corpo 50 dall’incavo 34m sulla porzione di superficie 34n.
I rilievi 45a, 45b consentono di controllare il mantenimento della corretta posizione del corpo flottante 50 nel corso della prima attuazione del dispositivo (figure 15-18), particolarmente nel caso in cui l’attuatore impiegato sia del tipo che impartisce un movimento angolare particolarmente brusco alla leva 30.
Anche a seguito del ritorno della leva 30 nella posizione di partenza e nella condizione seguente alla prima attuazione (figure 19-22), il funzionamento del dispositivo 17 risulta immune da urti o vibrazioni, in quanto la presenza del rilievo 45b e la particolare conformazione del fondo della sede 34 prevengono spostamenti o variazioni di posizione indesiderate del corpo flottante 50. Lo stesso dicasi per quanto riguarda la seconda fase di attuazione (figure 23-26).
Dalla descrizione effettuata è inoltre possibile rilevare come, oltre ad una diversa conformazione delle sedi dell’organo di comando e dell’organo comandato, il dispositivo secondo l’invenzione si distingua dalla tecnica nota precedentemente citata anche per la diversa posizione della sfera all’avvio del ciclo di funzionamento, ovvero nella fase di ripristino del sistema. Come si apprezza ad esempio dalla figure 10 e 14, infatti, nel corso ed al termine della fase di ripristino, alla zona della sede 34 in cui si trova il corpo flottante 50 risulta già affacciata una porzione della superficie frontale 43 dell’organo comandato 40, il che già di per sé limita il rischio che tale corpo possa assumere posizioni indesiderate o anomale a seguito di urti significativi subiti dal dispositivo di attuazione (ad esempio passare nella sede 40). Anche nel corso della prima attuazione (si veda figura 16), di fronte al corpo flottante 50 è comunque presente parte della superficie frontale 43.
Va infine sottolineato come, nel caso in cui sia il rilevo 45a dell’organo comandato 40 sia previsto, esso svolge anche una parte attiva per causare lo scavalcamento della cuspide 34f da parte del corpo flottante 50. Grazie a questa caratteristica, quindi, i mezzi attuatori del dispositivo non debbono essere necessariamente del tipo atto ad impartire all’organo di comando 30 un movimento rapido e brusco, sicché i medesimi potrebbero essere ad esempio costituiti da un attuatore termoelettrico o termoattuatore.
E’ chiaro che numerose varianti sono possibili per il tecnico del ramo al dispensatore descritto come esempio, senza per questo uscire dagli ambiti dell’ invenzione così come definita nelle rivendicazioni che seguono.
In accordo ad una possibile variante, il dispositivo secondo l’invenzione è concepito per essere fissato o montato su di un elemento fisso, o destinato a rimanere in posizione costantemente in verticale o quasi verticale, ovvero senza variazioni della sua giacitura. In tale variante, al fine di determinare il passaggio della sfera 50 dalla sede 44 alla sede 34, al dispositivo 17 sono operativamente associati mezzi (ad esempio un magnete permanente o un elettromagnete) per generare un campo magnetico idoneo a sollecitare, tramite attrazione o repulsione magnetica, uno spostamento dell’organo flottante 50, come descritto in WO 2007/017749.
Le superfici frontali 33 e 43 degli organi 30 e 40 non devono necessariamente essere piane, e potrebbero essere eventualmente tra loro complementari, e quindi anche di forma differente l’una dall’altra (ad esempio una superficie a profilo convesso che scorre su una superficie a profilo concavo); in termini generali, quindi, è sufficiente che le superfici 33, 43 siano atte a cooperare in scorrimento l’una rispetto all’altra.
Il rilevo 35 della leva 30 ed i rilievi 45a e 45b dell’asta 40 potrebbero naturalmente avere forma e/o disposizione differente da quella rappresenta a titolo di esempio, pur ai fini delle funzioni descritte.

Claims (24)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Un dispositivo di attuazione che comprende un organo di comando (30), un organo comandato (40) e mezzi attuatoli (20) azionabili per produrre un movimento dell’organo di comando (30), dove un primo di detti organi (40) ha una prima sede (44) in cui è almeno parzialmente inserita una parte di impegno (35) appartenente, o associata, ad un secondo di detti organi (30), e dove il secondo di detti organi (30) ha una seconda sede (34) che, in almeno una condizione del dispositivo di attuazione (17), risulta almeno parzialmente affacciata alla prima sede (44), il dispositivo di attuazione (17) comprendendo inoltre almeno un corpo flottante (50), suscettibile di spostarsi tra le due sedi (34, 44) quando le stesse sono tra loro almeno in parte affacciate, a seguito di successivi azionamenti dei mezzi attuatoli (20) e/o di movimenti impartiti al dispositivo (17), caratterizzato dal fatto che sono ulteriormente previsti mezzi di vincolo (34m, 34m’, 34m”, 34p, 45a, 45b) configurati per prevenire spostamenti accidentali o anomali del corpo flottante (50), particolarmente spostamenti accidentali o anomali dovuti a urti, vibrazioni e simili sollecitazioni meccaniche.
  2. 2. Il dispositivo secondo la rivendicazione 1, in cui detti mezzi di vincolo (34m, 34m’, 34m”, 34p, 45a, 45b) comprendono primi mezzi di vincolo (45a, 45b) appartenenti al primo di detti organi (40).
  3. 3. Il dispositivo secondo la rivendicazione 1 e/o 2, in cui detti mezzi di vincolo (34m, 34m’, 34m”, 34p, 45a, 45b) comprendono secondi mezzi di vincolo (34m, 34m’, 34m”, 34p) appartenenti al secondo di detti organi (30).
  4. 4. Il dispositivo secondo la rivendicazione 2, in cui detti primi mezzi di vincolo (45a, 45b) sono operativamente inseriti, con possibilità di movimento relativo, nella seconda sede (34).
  5. 5. Il dispositivo secondo la rivendicazione 4, in cui detti primi mezzi di vincolo comprendono due rilievi (45a, 45b) del primo di detti organi (40), i due rilievi (45a, 45b) individuando tra loro una regione di vincolo per il corpo flottante (50) in almeno una condizione del dispositivo (17).
  6. 6. Il dispositivo secondo la rivendicazione 3, in cui detti secondi mezzi di vincolo (34m, 34m’, 34m”, 34p) comprendono un incavo (34m) definito in un fondo (34a) della seconda sede (34), l’incavo (34m) individuando una regione di vincolo per il corpo flottante (50) in almeno una condizione del dispositivo (17).
  7. 7. Il dispositivo secondo la rivendicazione 3, in cui detti secondi mezzi di vincolo (34m, 34m’, 34m”, 34p) comprendono due o più gradini (34m, 34m’, 34m”, 34p) definiti nell’ ambito della seconda sede (34).
  8. 8. Il dispositivo secondo almeno una delle rivendicazioni precedenti, in cui la prima e la seconda sede (44, 34) sono sostanzialmente conformate come cavità cieche.
  9. 9. Il dispositivo secondo la rivendicazione 8, in cui la prima sede (44) ha un fondo (44a) ed un profilo periferico comprendente una superficie superiore, due superfici di estremità longitudinale (44b, 44c) ed una superficie inferiore (44d-44e), quest’ ultima avendo preferibilmente una prima regione (44d) ed una seconda regione (44e) diversamente inclinate.
  10. 10. Il dispositivo secondo la rivendicazione 8, in cui la seconda sede (34) ha un fondo (34a) ed un profilo periferico comprendente una superficie superiore, due superfici di estremità longitudinale (34b, 34c) ed una superficie inferiore (34d, 34e, 34g), nel fondo (34a) della seconda sede (34) essendo preferibilmente definito un incavo (34m) e/o una pluralità di gradini (34m’; 34m”, 34p).
  11. 11. Il dispositivo secondo la rivendicazione 10, in cui la detta superficie inferiore (34d, 34e, 34g) della seconda sede (34) ha una prima regione (34d) ed una seconda regione (34e) tra le quali è definita una cuspide (34f), la prima regione (34d) estendendosi preferibilmente ad un’altezza maggiore rispetto alla seconda regione (34e) e Γ incavo (34m) del fondo (34a) della seconda sede (34) essendo sostanzialmente allineato alla detta prima regione (34d).
  12. 12. Il dispositivo secondo la rivendicazione 10, in cui detto fondo (34a) ha almeno una regione ricurva e/o inclinata (34n , 340).
  13. 13. Il dispositivo secondo la rivendicazione 8, in cui ciascun organo (30, 40) ha una superficie frontale (33, 43) in corrispondenza della quale si apre la rispettiva sede (34, 44), ove in particolare la superficie frontale di un organo è predisposta per cooperare in scorrimento con la superficie frontale dell’ altro organo.
  14. 14. Il dispositivo secondo le rivendicazioni 2 e 13, in cui detti primi mezzi di vincolo (45a, 45b) si elevano dalla superficie frontale (43) del primo organo (40).
  15. 15. Il dispositivo secondo le rivendicazioni 3 e 13, in cui detti secondi mezzi di vincolo (34m, 34m’, 34m”, 34p) sono definiti in un fondo (34a) della seconda sede (34) che è opposto alla superficie frontale (34) del secondo organo (30).
  16. 16. Il dispositivo secondo almeno una delle rivendicazioni precedenti, in cui corpo flottante (50) ha forma sostanzialmente sferoidale e/o le sedi (44, 34) hanno dimensioni tali da poter alloggiare almeno in misura prevalente il corpo flottante (50) e consentirne almeno uno spostamento secondo una estensione longitudinale dell’incavo stesso.
  17. 17. Il dispositivo secondo la rivendicazione 14, in cui l’organo di comando (30) e l’organo comandato (40), ovvero le rispettive sedi (34, 44), sono predisposti o conformati in modo tale per cui, in una posizione di funzionamento del dispositivo (17), una regione della superficie frontale (43) del primo organo (40) da cui si elevano i detti primi mezzi di vincolo (45a, 45b) è affacciata ad una rispettiva porzione della seconda sede (34).
  18. 18. Il dispositivo secondo la rivendicazione 8, in cui la seconda sede (34) ha almeno profondità variabile, ovvero ha una superficie di fondo (34a) almeno in parte inclinata (34n, 34o).
  19. 19. Il dispositivo secondo la rivendicazione 13, in cui l’organo di comando (30) e l’organo comandato (40), ovvero le rispettive sedi (34, 44), sono predisposti o conformati in modo tale per cui, in ogni posizione di funzionamento del dispositivo (17), una regione della superficie frontale (43) del primo organo (40) è affacciata ad una rispettiva porzione della seconda sede (34).
  20. 20. Il dispositivo secondo la rivendicazione 13, in cui l’organo di comando (30) e l’organo comandato (40), ovvero le rispettive sedi (34, 44), sono predisposti o conformati in modo tale per cui, nel corso e/o al termine di fase di ripristino del dispositivo (17), una regione della superficie frontale (43) del primo organo (40) è affacciata ad una porzione della seconda sede (34) in cui è temporaneamente posizionato il corpo flottante (50).
  21. 21. Il dispositivo secondo la rivendicazione 1, in cui i mezzi di vincolo (34m, 34m’, 34m”, 34p, 45a, 45b) sono configurati per guidare movimenti sequenziali ammessi al corpo flottante nell’ambito della seconda sede (34), prevenendone spostamenti accidentali o anomali.
  22. 22. Il dispositivo secondo la rivendicazione 1, in cui il corpo flottante (50) è suscettibile di assumere una pluralità di posizioni sequenziali nell’ambito di almeno una di dette sedi (34, 44) a seguito di successivi azionamenti dei mezzi attuatoli (20) e/o di movimenti impartiti al dispositivo (17), ed i mezzi di vincolo (34m, 34m’, 34m”, 34p, 45a, 45b) sono configurati per guidare lo spostamento del corpo flottante (50) tra dette posizioni sequenziali, prevenendone spostamenti accidentali o anomali.
  23. 23. Un dispensatore di agenti di lavaggio per una macchina di lavaggio, in particolare una lavastoviglie, avente un primo (12, 15) ed un secondo (14, 16) erogatore di agenti di lavaggio controllati da un medesimo dispositivo di attuazione (17) che comprende almeno un organo di comando (30), un organo comandato (40) ed un dispositivo attuatore (20) azionabile per produrre un movimento dell’organo di comando (30), caratterizzato dal fatto che detto dispositivo di attuazione è realizzato secondo una o più delle rivendicazioni da 1 a 22.
  24. 24. Uso del dispositivo di attuazione secondo una o più delle rivendicazioni da 1 a 22 su di un elettrodomestico, quale una macchina lavabiancheria o una macchina lavastoviglie, particolarmente in abbinamento ad un distributore o dispensatore di agenti di lavaggio (10). Il tutto sostanzialmente come descritto ed illustrato, e per gli scopi specificati.
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