ITTO20010756A1 - Disposivito di attuazione di tipo termico. - Google Patents

Disposivito di attuazione di tipo termico. Download PDF

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ITTO20010756A1
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Daniele Cerruti
Giovanni Perucca
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Description

Descrizione dell'invenzione industriale dal titolo:
"DISPOSITIVO DI ATTUAZIONE DI TIPO TERMICO"
RIASSUNTO
Un dispositivo di attuazione di tipo termico (1) comprendente almeno:
- un materiale dilatabile o deformabile in temperatura,
- mezzi riscaldatori (5),
- mezzi (6A,6B) per alimentare elettricamente detti mezzi riscaldatori (5), mezzi di spinta (4A), suscettibili di movimento a seguito della dilatazione o deformazione di detto materiale, per compiere una corsa di entità sostanzialmente predeterminata da una prima ad una seconda posizione,
almeno un organo di attuazione (3), movimentato linearmente a seguito dell’azione di detti mezzi di spinta (4A), per compiere una corsa di entità sostanzialmente predeterminata rispetto ad una struttura fissa o corpo (2) del dispositivo (1), da una prima ad una seconda posizione,
- mezzi elastici o resilienti (MS) atti a determinare il ripristino o ritorno di detti mezzi di spinta (4 A) e/o detto organo di attuazione (3) alla rispettiva prima posizione, Secondo l’invenzione sono ulteriormente previsti mezzi moltiplicatori del moto (7-10) azionati tramite detti mezzi di spinta (4A) ed operativi per far si che la corsa di detto organo di attuazione (3) sia maggiore della corsa di detti mezzi di spinta (4A).
DESCRIZIONE
La presente invenzione si riferisce ad un dispositivo di attuazione di tipo termico, del tipo indicato al preambolo della rivendicazione 1 allegata.
I dispositivi del tipo citato, noti anche con il nome di termoattuatori o motori lineari elettrotermici, comprendono solitamente un involucro entro il quale è posizionata una testina termica, ossia un dispositivo comprendente un corpo realizzato con un materiale termicamente conduttivo (ad esempio metallo), posto a contatto con un riscaldatore elettrico. Nel citato corpo è contenuto un materiale dilatabile in temperatura (quale ad esempio della cera) e, almeno parzialmente, uno stelo o elemento spintore; il riscaldatore elettrico è tipicamente costituito da un resistore a coefficiente di temperatura positivo PTC, alimentato elettricamente tramite due terminali.
In presenza di tensione a dei terminali di alimentazione, il riscaldatore elettrico genera calore e provoca l’aumento di volume del materiale termicamente dilatabile: tale variazione di volume provoca lo spostamento lineare dello spintore verso l'esterno del corpo della testina, a muovere un albero di azionamento, fino al raggiungimento di una determinata posizione, generalmente stabilita da un fine corsa meccanico. Al cessare dell’alimentazione elettrica, il riscaldatore si raffredda ed il materiale termodilatabile si contrae, provocando il ritorno dell’albero e dello spintore nella posizione iniziale di riposo, eventualmente dietro l'ausilio di un elemento elastico di richiamo, quale una molla.
Gli attuatori termici del tipo citato sono di realizzazione semplice ed economica e si dimostrano generalmente molto affidabili; loro ulteriori importanti vantaggi sono costituiti dalla notevole potenza sviluppabile, in rapporto alle loro dimensioni contenute, e soprattutto la loro silenziosità di funzionamento; per tali ragioni, gli attuatori di tipo termico o elettro-termico sono largamente impiegati in vari settori, tra i quali quello degli elettrodomestici e quello del condizionamento ambientale.
I dispositivi del tipo suddetto presentano tuttavia la limitazione di consentire l'ottenimento di corse utili per l’albero di azionamento di entità piuttosto limitata.
Tipicamente, un termoattuatore standardizzato noto del tipo citato, avente un involucro esterno di circa 15 x 20 x 45 mm e comprendente una testina termica di circa 6 x 6 x 20 mm, è in grado di movimentare o attuare un carico di alcune decine di chilogrammi (ad esempio 10 - 20 Kg) per alcuni millimetri (ad esempio 6 - 8 mm) di spostamento.
Per ovviare all’inconveniente della corsa limitata sono quindi stati proposti dispositivi sull’impiego di più termoattuatori.
Ad esempio, da EP-A-0 781 920 è noto un dispositivo di attuazione di tipo elettrotermico in cui gli involucri di due termoattuatori sono resi solidali ad un ulteriore corpo contenitore comune; i due termoattuatori, che sono quindi in posizioni relative fisse, sono disposti in serie l’uno rispetto all’altro, in modo tale che i relativi elementi spintori operino sostanzialmente lungo un medesimo asse.
Nelle due possibili forme realizzative descritte nel documento citato gli spintori dei due termoattuatori sono rivolti o in direzioni opposte, oppure l’uno verso l’altro; in entrambi i casi, comunque, detti spintori provvedono ad operare una spinta, da una parte, su di un mezzo di ancoraggio del dispositivo, e dall’altra parte su di un organo di attuazione, destinato a trasmettere la traslazione alla quale il dispositivo è preposto.
Alimentando in tempi opportuni l'uno, l'altro o entrambi i detti termoattuatori, che operano in serie, è così possibile ottenere una pluralità di diverse posizioni per l’organo di attuazione, ossia una pluralità di posizioni stabili di lavoro; in particolare, per quanto qui di interesse, alimentando contemporaneamente entrambi i termoattuatori, è possibile ottenere una traslazione dell’organo di attuazione che è sostanzialmente pari alla somma delle corse utili degli alberi di azionamento dei due i termoattuatori.
II dispositivo descritto in EP-A-0 781 920, per quanto di realizzazione affidabile e di impiego versatile, si dimostra tuttavia piuttosto costoso ed ingombrante; in tale ottica, un altro limite del dispositivo di cui a EP-A-0 781 920 è che questo presuppone la presenza di due elementi funzionali (i mezzi di ancoraggio e Γ elemento mobile), che si estendono dalle due estremità longitudinali del corpo principale del dispositivo; la soluzione citata presuppone altresì l’impiego di almeno due elementi di comando elettrico.
La presente invenzione si propone di risolvere gli inconvenienti suddetti.
In tale ambito, un primo scopo della presente invenzione è quello di indicare un dispositivo di attuazione di tipo termico che sia di concezione semplice e compatta e che, pur mantenendo i pregi di affidabilità, potenza e silenziosità dei dispositivi di tipo noto, consenta l'ottenimento di corse significative per un organo di attuazione mobile linearmente, senza la necessità di cinematismi meccanici complessi o ingombranti, o di complessi e costosi componenti e circuiti di controllo.
Altro scopo della presente invenzione è quello di indicare un dispositivo di attuazione, comprendente mezzi moltiplicatori del moto, il cui modo di funzionamento possa essere agevolmente trasformato tramite il diverso orientamento di un componente di detti mezzi moltiplicatori, in particolare per far si che il suo organo di attuazione mobile sia suscettibile di realizzare alternativamente una spinta oppure una trazione.
Questi ed altri scopi ancora, che risulteranno chiari in seguito, vengono raggiunti secondo la presente invenzione, da un dispositivo di attuazione incorporante le caratteristiche delle rivendicazioni allegate, che si intendono parte integrante della presente descrizione.
Ulteriori scopi, caratteristiche e vantaggi della presente invenzione risulteranno chiari dalla descrizione particolareggiata che segue e dai disegni annessi, fomiti a puro titolo di esempio esplicativo e non limitativo, in cui:
- la Fig. 1 rappresenta una vista in prospettiva di un dispositivo di attuazione realizzato in accordo alla presente invenzione, in una sua prima possibile forma realizzativa; - la Fig. 2 rappresenta una vista esplosa del dispositivo di Fig. 1 ;
- la Fig. 3 rappresenta una sezione del dispositivo di Fig. 1, in due diverse posizioni operative;
- la Fig. 4 rappresenta una vista in prospettiva di un dispositivo di attuazione realizzato in accordo alla presente invenzione, in una sua seconda possibile forma realizzativa; - la Fig. 5 rappresenta una vista parzialmente esplosa del dispositivo di Fig. 4;
- la Fig. 6 rappresenta una vista in esploso di uno dei componenti del dispositivo di Fig. 4;
- la Fig. 7 rappresenta una sezione parziale del dispositivo di Fig. 4, in una prima condizione di impiego ed in due diverse posizioni operative;
- la Fig. 8 rappresenta una sezione parziale del dispositivo di Fig. 4, in una seconda condizione di impiego ed in due diverse posizioni operative.
Nelle Figg. 1, 2 e 3 viene rappresentata una prima possibile forma realizzativa del dispositivo di attuazione secondo la presente invenzione, il quale è del tipo atto a movimentare un dispositivo asservito, ad esempio un organo di erogazione di un distributore di detersivi di una macchina di lavaggio.
Nel caso esemplificato il dispositivo, indicato nel complesso con 1, è del tipo ad azionamento termo-elettrico e comprende un corpo 2, realizzato in due gusci 2A e 2B in materiale termoplastico tra loro accoppiati in modo noto; il corpo 2 presenta un passaggio frontale PF per un albero di azionamento 3, suscettibile di movimento lineare. Come si nota in Fig. 2, entro il corpo formato dai gusci 2A e 2B è alloggiata una testina termica 4, costituita da un corpo in materiale elettricamente e termicamente conduttivo (ad esempio metallo), entro il quale è contenuto un materiale termodilatabile (ad esempio cera); la testina 4 è dotata di un relativo stelo o elemento spintore 4A; un’estremità di tale spintore 4A è confinata all'intemo del corpo della testina 4, mentre l'altra estremità fuoriesce dallo stesso. Lo spintore 4 A è atto a compiere una corsa predeterminata che, per semplicità descrittiva, si supponga essere di 6 millimetri.
Con 5 viene indicato un elemento riscaldante, quale ad esempio un termistore a coefficiente di temperatura positivo PTC, per il corpo della testina 4; con 6 A e 6B sono indicati due terminali di alimentazione elettrica, per l’elemento riscaldante 5; come si nota, il terminale 6A è posto a diretto contatto con il corpo della testina 4, mentre il terminale 6B è a contatto con l’elemento riscaldante 5, quest’ultimo essendo a sua vola a contatto con il corpo della testina 4, il quale opera anche da ponte di contatto tra il terminale 6A e l’elemento riscaldante 5; dalla Fig. 1 è possibile notare come una porzione dei contatti 6A e 6B fuoriesca dal corpo 2, tramite aperture definite nel guscio 2B (una delle quali visibile in 2B’ in Fig. 2), al fini di consentire il collegamento elettrico tramite idonei conduttori.
In Fig. 2, con 7 viene indicato nel suo complesso un elemento a forcella, sostanzialmente a forma di “U”, destinato ad essere movimentato a mezzo dello spintore 4A; l’elemento a forcella 7 presenta due bracci sostanzialmente paralleli 7A e 7B, alle cui estremità sono imperniati in modo noto due ingranaggi o ruote dentate 8, con possibilità di rotazione.
Sempre in Fig. 2, con 3 viene indicato nel suo complesso il già citato albero di azionamento, il quale presenta una prima porzione 3A, sostanzialmente cilindrica, ed una porzione appiattita 3B, le due citate porzioni essendo tra loro separate a mezzo di una flangia 3C.
La porzione cilindrica 3A è prevista per scorrere nel passaggio frontale PF del corpo 2, e su di essa è destinata ad essere calzato un elemento elastico, quale una molla a spirale MS; la molla MS è in particolare destinata ad operare tra la flangia 3C dell’albero 3 e la porzione del corpo 2 in cui è definito il passaggio PF (si veda Fig. 3).
Su entrambe le facce della porzione appiattita 3B sono definite rispettive prime cremagliere 9, in posizioni sostanzialmente parallele, destinate a cooperare con le ruote dentate 8 dell’elemento a forcella 7, come sarà in seguito descritto.
Con 10 vengono infine indicate due seconde cremagliere contrapposte, le quali sono definite sulla superficie interna di due lati paralleli del guscio 2A; come si vedrà, anche le cremagliere 10 sono destinate a cooperare con le ruote dentate 8 dell’elemento a forcella 7.
Nella Fig. 3, il dispositivo 1 viene rappresentato tramite rispettive sezioni ed in due diverse condizioni operative, ossia in condizione di non alimentazione della testina 4 (parte A di Fig. 3) ed in condizione di alimentazione della testina 4 (parte B di Fig. 3). Dalla Fig. 3 è possibile notare la disposizione dei vari componenti del dispositivo 1 all’interno del relativo corpo 2.
Come si nota, la testina 4, con l’elemento riscaldante 5 ed i relativi terminali 6, è posta sostanzialmente ad una estremità del corpo 2, in modo che il suo lato posteriore sia a contatto con la parete di fondo del corpo 2 e lo spintore 4A sia rivolto in direzione del passaggio frontale PF. Innanzi allo spintore 4A è posto l’elemento a forcella 7.
Come si nota nella parte A di Fig. 3, in condizione di non alimentazione della testina 4 (ossia con lo spintore 4A in posizione arretrata), le ruote dentate 8 risultano ingranate sul tratto iniziale delle cremagliere 10, con riferimento alla direzione di movimento dell’elemento a forcella 7; nella stessa condizione, la porzione appiattita 3B risulta insinuata tra i bracci paralleli 7A e 7B dell’elemento a forcella 7, in modo tale che le ruote dentate 8 risultino ingranate sul tratto finale delle cremagliere 9, con riferimento alla direzione di movimento dell’albero 3.
La molla MS risulta, come detto, calzata sulla porzione 3A dell’albero 3, tra la flangia 3C e la superficie del corpo 2 nel quale è definito il passaggio PF, di modo che la sua reazione elastica mantenga i componenti 3 e 7 nelle posizioni testé descritte; in tale condizione, pertanto, dal passaggio frontale PF del corpo 2 sporge solo una minima parte della porzione 3 A dell’albero 3.
In presenza di alimentazione elettrica ai contatti 6A e 6B, l’elemento riscaldante 5 genera calore sul corpo della testina 4, in modo da provocare la dilatazione del materiale termoespandibile ivi contenuto. Tale espansione provoca la movimentazione lineare dello spintore 4A verso l’esterno del corpo della testina 4, a provocare una spinta sull’elemento a forcella 7, che quindi avanza linearmente.
Nel corso di tale movimento, le ruote dentate 8 sono quindi portate in rotazione a mezzo delle cremagliere 10, una ruota ruotando in senso orario e l’altra in senso antiorario; tale rotazione indotta alle ruote dentate 8 dalle cremagliere 10 produce evidentemente il contemporaneo avanzamento delle cremagliere 9 rispetto alle ruote stesse, e quindi l’avanzamento dell’albero 3, in contrasto alla reazione elastica della molla MS.
Al termine della corsa massima dello spintore 4A, il dispositivo si presenta nella condizione illustrata nella parte B di Fig. 3, in cui le ruote dentate 8 risultano ingranate sul tratto finale delle cremagliere 10, con riferimento alla direzione di movimento dell’elemento a forcella 7, e sul tratto iniziale delle cremagliere 9, con riferimento alla direzione di movimento dell’albero 3.
In tale condizione, l’ulteriore fuoriuscita dello spintore 4 A dal corpo della testina 4 viene impedita, da un lato, dalla molla MS che risulta completamente compressa tra la flangia 3C dell’albero 3 e la superficie del corpo 2 in cui è definito il passaggio PF, e dall’altro lato dal fatto che il possibile arretramento del corpo della testina 4 viene impedito dal contatto tra quest’ultimo e la parete di fondo del corpo 2; ovviamente, in alternativa, potrebbero essere previsti opportuni fermi solidali al corpo 2 ed atti ad operare in arresto dell’albero 3, al raggiungimento di una predeterminata posizione. Nel caso esemplificato in Fig. 3, il rapporto tra le dentature/dimensioni delle ruote 8 e delle cremagliere 9 e 10 è tale per cui ad un movimento lineare di 6 millimetri dell’elemento a forcella 7 (ossia corrispondente alla corsa massima dello spintore 4A), corrisponda un movimento lineare di 12 millimetri dell’albero 3.
Come si vede, pertanto, secondo l’invenzione vengono previsti mezzi moltiplicatori del moto, operativi per far si che la corsa dell’organo di attuazione costituito dall’albero 3 sia maggiore, ed in particolare doppia, rispetto alla corsa dei mezzi di spinta 4A della testina 4.
Al cessare dell’alimentazione elettrica ai contatti 6A e 6B, l’elemento riscaldante 5 si raffredda, con la conseguente contrazione del materiale contenuto entro il corpo della testina 4; in tal modo, lo spintore 4A, l’elemento a forcella 7 e l’albero 3 possono ritornare alla posizione iniziale di riposo, illustrata nella parte A di Fig. 3, in virtù dell'azione della molla MS.
Il cinematismo di cui all’esempio realizzativo delle Figg. 1-3 risulta composto da due gruppi di cremagliere 9, 10 ed ingranaggi 8, sostanzialmente uguali e speculari, particolarmente al fine di garantire un funzionamento centrato e con bassi attriti dell’albero di azionamento 3; nulla vieta tuttavia di utilizzare uno solo di detti gruppi di cremagliere ed ingranaggi (ossia come se il cinematismo di Fig. 3 venisse diviso lungo l’asse dell’albero 3).
Nell’esempio illustrato a titolo esemplificativo, inoltre, al fine di ottenere uno spostamento doppio dell’albero 3 rispetto alla corsa dello spintore 4A, la forza risultante disponibile sullo stesso albero 3 risulta dimezzata rispetto alla forza contemporaneamente esercitata dallo spintore 4A.
Tale configurazione ha tuttavia il vantaggio che la forza della molla MS può essere dimensionata per una forza dimezzata, rispetto ad una analoga molla che spinga direttamente sullo spintore 4A, pur rimanendo tale da vincere gli attriti interni della testina termica 4 e garantire la fase di rientro di detto spintore 4A.
Nelle Figg. 4 - 8 viene rappresentata una seconda possibile forma realizzativa di un dispositivo di attuazione 1 ’ secondo la presente invenzione, il quale è del tipo atto a movimentare un dispositivo asservito, che anche in questo caso si supponga essere ad esempio un organo di erogazione di un distributore di detersivi di una macchina di lavaggio.
Come si nota dal confronto tra le Figg. 4 e 5, nel caso esemplificato il dispositivo Γ secondo l’invenzione è costituito da due parti principali tra loro accoppiate, e precisamente un termoattuatore TA ed un elemento adattatore 11.
Il termoattuatore TA è realizzato con tecnica sostanzialmente nota, ad esempio quella descritta nel documento EP-A-0 953 198, i cui insegnamenti al riguardo si considerano qui incorporanti per riferimento; in tale ottica, il termoattuatore TA comprende un corpo CT realizzato in due gusci in materiale termoplastico, tra loro accoppiati, entro il quale è prevista una testina termica del tutto simile quella precedenza indicata con 4, dotata di un relativo elemento riscaldante e di relativi terminali elettrici di alimentazione 6A e 6B; la testina del termoattuatore TA comprende un relativo spintore, simile a quello in precedenza indicato con 4A, atto a spingere su di una prima estremità di un albero di attuazione, per muoverlo linearmente in contrasto all'azione di una molla; l’altra estremità di tale albero di azionamento, indicato con AA in Fig. 5, fuoriesce parzialmente da un passaggio frontale del corpo del termoattuatore TA; anche in questo caso si supponga, per semplicità, che la corsa massima del citato spintore sia di 6 millimetri.
Il corpo del termoattuatore TA presenta infine delle flange laterali di fissaggio, indicate con FL.
L’elemento adattatore 11 comprende un corpo 12, realizzato in due gusci 12A e 12B in materiale termoplastico tra loro accoppiati in modo noto, ad esempio a mezzo di alette AL e denti DE ad aggancio reciproco; il corpo 12 presenta un passaggio frontale PF per un albero di azionamento 13, suscettibile di movimento lineare; ciascun guscio 12A e 12B presenta poi delle sedi cooperanti SC, atte a ricevere e a ritenere le flange di fissaggio FL del termoattuatore TA, in modo da accoppiare rigidamente quest’ultimo all’elemento adattatore 11.
In Fig. 6 sono visibili i componenti alloggiati all’interno del corpo 12 formato dai gusci 12A e 12B.
In tale figura, con 17 viene indicato nel suo complesso un primo elemento a forcella, destinato ad essere movimentato a mezzo dell’albero di attuazione AA del termoattuatore TA; a tale scopo, l’elemento a forcella 17 comprende una sede 17’, idonea all’accoppiamento con un’estremità scanalata dell’albero AA del termoattuatore TA.
L’elemento a forcella 17 presenta due coppie di bracci paralleli 17A e 7B; i bracci 17A che giacciono ad un medesimo lato dell’elemento a forcella 17 definiscono, sulla loro superficie rivolta verso i bracci 17B, una rispettiva cremagliera, indicata con 18.
Con 19 viene indicato nel suo complesso un ingranaggio, comprende una ruota centrale dentata 19A e due ruote dentate laterali 19B tra loro uguali, le dimensioni ed il numero di denti della prima essendo maggiori rispetto alle seconde.
L’ingranaggio 19 presenta un passaggio assiale, atto a ricevere un perno P, le due estremità del quale sono destinate ad inserirsi in rispettive sedi S definite nei gusci 12A e 12B.
Con MS viene indicato un elemento elastico, che nel caso esemplificato è costituito da una molla a spirale; un’estremità di tale molla MS è destinata ad essere calzata su di un’appendice 17C dell’elemento a forcella, l’altra estremità essendo invece destinata a poggiare su di un riscontro R che si eleva dalla superficie interna del guscio 12 A.
Sempre in Fig. 6, con 13 viene indicato nel suo complesso il già citato albero di azionamento, il quale presenta una prima porzione 13 A, sostanzialmente cilindrica, destinata a scorrere nel passaggio frontale PF del corpo 12.
La porzione 13B dell’albero 13 destinata a rimanere all’interno del corpo 12 è invece sagomata a forcella, e come tale presenta due bracci paralleli 13B’ e 13B”; sulla faccia del braccio 13B’ rivolta verso l’altro braccio 13B” è definita una cremagliera 20.
Le prime cremagliere 18 di cui ai bracci 17A dell’elemento a forcella 17 sono destinate ad essere ingranate sulle ruote dentate laterali 19B dell’ingranaggio 19, mentre la seconda cremagliera 20 di cui al braccio 13B’ della porzione a forcella 13B dell’albero 13 è destinata ad essere ingranata sulla ruota dentata centrale 19A dell’ingranaggio 19; come si nota, nel caso delle Figg. 6 e 7, l’albero 13 risulta posizionato in modo tale che il braccio 13B’ della porzione 13B, sul quale è definita la cremagliera 20, sia posto dallo stesso lato dei bracci 17A dell’elemento a forcella 17.
Nella Fig. 7, il dispositivo Γ secondo la variante di cui alle Figg. 4-6 viene rappresentato tramite rispettive sezioni ed in due diverse condizioni operative; in particolare, nella parte A di Fig. 7 il dispositivo secondo l’invenzione viene rappresentato in condizione di non alimentazione del termoattuatore TA, mentre nella parte B della stessa figura il dispositivo 1 viene rappresentato in condizione di alimentazione del termoattuatore TA.
Dalla Fig. 7 è possibile notare la disposizione dei vari componenti dell’elemento adattatore 11 all’ interno del relativo corpo 12.
Come si nota, il corpo 12 definisce, dalla parte opposta a quella in cui è presente il passaggio PF, un’apertura nella quale può essere inserita l’estremità frontale del corpo CT del termoattuatore TA; dalla figura è altresì possibile notare come il corpo CT del termoattuatore risulti accoppiato al corpo 12 dell’elemento adattatore 11 a mezzo delle flange FL e delle sedi SC, nonché come l’estremità scanalata dell’albero AA del termoattuatore TA risulti accoppiata nella sede 17’ dell’elemento a forcella 17.
Come si nota nella parte A di Fig. 7, in condizione di non alimentazione del termoattuatore TA (ossia con il suo albero di attuazione AA in posizione arretrata), le ruote dentate laterali 19B dell’ingranaggio 19 risultano ingranate ciascuna sul tratto finale delle cremagliere 18 dell’elemento a forcella 17, con riferimento alla direzione di movimento di quest’ultimo; nella stessa condizione, la ruota dentata centrale 19A dell’ingranaggio 19 risulta ingranata sul tratto finale della cremagliera 20, con riferimento alla direzione di movimento dell’albero 13.
La molla MS risulta, come detto, calzata ad una estremità sull’appendice 17C dell’elemento a forcella 17 e poggia all’altra estremità sul riscontro R, di modo che la sua reazione elastica mantenga i componenti 13 e 17 nelle posizioni testé descritte; in tale condizione, pertanto, dal passaggio frontale PF del corpo 12 sporge solo una minima parte della porzione 13A dell’albero 13.
In presenza di alimentazione elettrica ai contatti 6A e 6B del termoattuatore TA, il suo l’elemento riscaldante interno genera calore sul corpo della relativa testina, in modo da provocare la dilatazione del materiale termoespandibile ivi contenuto e la conseguente movimentazione lineare del relativo spintore; tale movimento determina quindi un corrispondente movimento dell’albero di attuazione AA, che avanza linearmente.
Il movimento dell’albero AA determina l’avanzamento dell’elemento a forcella 17, in contrasto alla reazione elastica della molla MS, in modo tale che le prime cremagliere 18, ingranate sulle ruote dentate laterali 19B, producano la rotazione antioraria dell’ ingranaggio 19 attorno al perno P.
Tale rotazione dell’ingranaggio 19 determina anche il movimento angolare della ruota dentata centrale 19A, con il contemporaneo avanzamento della cremagliera 20 rispetto alla ruota stessa, e quindi l’avanzamento dell’albero 13.
Al termine della corsa massima dell’albero di attuazione AA, il dispositivo secondo l’invenzione si presenta nella condizione illustrata nella parte B di Fig. 7, in cui le ruote dentate laterali 19B risultano ingranate su di un tratto intermedio delle cremagliere 18, con riferimento alla direzione di movimento dell’elemento a forcella 17, e sul tratto iniziale della cremagliera 20, con riferimento alla direzione di movimento dell’albero 13. In tale condizione, l’ulteriore fuoriuscita dell’albero di attuazione AA (e quindi dello spintore della testina termica interna al termoattuatore TA) viene impedita dalla molla MS, che risulta completamente compressa tra l’elemento a forcella 17 ed il riscontro R. Nel caso esemplificato in Fig. 7, il rapporto tra le dentature/dimensioni delle ruote 19A, 19B e delle cremagliere 18, 20 è tale per cui ad un movimento lineare di 6 millimetri dell’elemento a forcella 17 (ossia corrispondente alla corsa massima dell’albero di attuazione AA), corrisponda un movimento lineare di circa 15 millimetri dell’albero 13. Come si vede, quindi, anche in questo caso, secondo l’invenzione vengono previsti mezzi moltiplicatori del moto, operativi per far si che la corsa dell’organo di attuazione costituito dall’albero 13 sia maggiore rispetto alla corsa dell’albero AA del termoattuatore TA.
Va ancora sottolineato come i termoattuatori del tipo di quello in precedenza indicato con TA sono componenti standardizzati, ossia prodotti in grande serie per una vasta gamma di possibili applicazioni; in tale ottica, pertanto, la previsione di un elemento adattatore 11 determina evidenti vantaggi in termini di normalizzazione produttiva e flessibilità di impiego.
La forma realizzativa di cui alle Figg. 4-7 si dimostra particolarmente vantaggiosa poiché consente, tramite i medesimi componenti in precedenza descritti, anche di realizzare un dispositivo di attuazione il cui albero 13 sia previsto per effettuare una trazione, anziché una spinta, come nel caso in precedenza esemplificato.
A tale scopo, infatti, nel corso della fase di assemblaggio dei componenti suddetti, non occorre far altro che orientare e posizionare l’albero 13 sull’ingranaggio 19 in modo diverso rispetto al caso di Fig. 7. In particolare, come si nota in Fig. 8, nel caso in cui l’albero 13 debba essere previsto per realizzare una trazione:
l’albero 13 risulta posizionato nel corpo 2 in modo tale che il braccio 13B’ della porzione 13B, sul quale è definita la cremagliera 20, giaccia dal lato opposto dell’ingranaggio 19 rispetto a quello in cui si trovano i bracci 17A dell’elemento a forcella 17, su cui sono definite le cremagliere 18;
- in condizione di non alimentazione del termoattuatore TA, la ruota dentata centrale 19A dell’ingranaggio 19 risulta ingranata sul tratto iniziale della cremagliera 20, con riferimento alla direzione di movimento dell’albero 13.
Tale montaggio, in condizione di non alimentazione del termoattuatore TA, viene illustrata nella parte A di Fig. 8.
In questa forma di impiego, a seguito dell’alimentazione elettrica del termoattuatore TA e del conseguente movimento lineare dell’albero A A, viene realizzato l’avanzamento dell’elemento a forcella 17, in contrasto alla reazione elastica della molla MS; le prime cremagliere 18, ingranate sulle ruote dentate laterali 19B, producono quindi la rotazione antioraria dell’ingranaggio 19 attorno al perno P. Il movimento angolare della ruota dentata centrale 19A determina dall’altro lato il contemporaneo movimento della cremagliera 20 rispetto alla ruota dentata 19 A, e quindi Γ arretramento dell’albero 13. Al termine della corsa massima dell’albero di attuazione AA, il dispositivo Γ si presenta quindi nella condizione illustrata nella parte B di Fig. 8, in cui le ruote dentate laterali 19B risultano ingranate su di un tratto intermedio delle cremagliere 18, con riferimento alla direzione di movimento dell’elemento a forcella 17, e la ruota dentata centrale 19A risulta ingranata sul tratto iniziale della cremagliera 20, con riferimento alla direzione di movimento dell’albero 13.
Anche nel caso esemplificato in Fig. 8, il rapporto tra le dentature/dimensioni delle ruote 19 A, 19B e delle cremagliere 18, 20 è tale per cui ad un movimento lineare di 6 millimetri dell’elemento a forcella 17 corrisponda un movimento lineare di circa 15 millimetri dell’albero 13 (rapporto 1 : 2,5).
E’ poi chiaro che il medesimo effetto di trasformazione del dispositivo 1 ’ da attuatore operante in spinta ad attuatore operante in trazione può essere realizzato anche ribaltando la disposizione dell’elemento a forcella 17, rispetto a quanto illustrato in Fig. 7. In particolare, qualora l’albero 13 debba essere previsto per realizzare una trazione: l’elemento a forcella 17 viene posizionato nel corpo 2 in modo tale che il braccio 17A, sul quale è definita la cremagliera 18, operi sulla parte superiore dell’ingranaggio 19, con riferimento a Fig. 7 (e quindi dal lato opposto rispetto a quello in cui si trova il braccio 13B’ della porzione 13B, sul quale è definita la cremagliera 20),
in condizione di non alimentazione del termoattuatore TA, la ruota dentata centrale 19A dell’ingranaggio 19 risulta ingranata sul tratto iniziale della cremagliera 20, con riferimento alla direzione di movimento dell’albero 13.
Dalla descrizione effettuata risultano chiare le caratteristiche del dispositivo di attuazione oggetto della presente invenzione, così come chiari risultano i suoi vantaggi.
La soluzione è basata sull’ impiego di componenti semplici, poco voluminosi, economici ed affidabili, senza la necessità di cinematismi, o circuiti, o sequenze di funzionamento complicati.
Come in precedenza accennato, il dispositivo oggetto della presente invenzione risulta di impiego vantaggioso nel settore degli elettrodomestici, in particolare quale attuatore per sistemi deviatori dei flussi di liquido o per organi erogatori di distributori di agenti di lavaggio. Un ulteriore settore di utilizzo é poi quello dei sistemi di condizionamento ed idraulici in generale, nei quali il dispositivo oggetto della presente invenzione può costituire un efficiente attuatore per paratie o valvole di condotti, secondo differenti gradi di apertura e/o angolazione.
E’ infine chiaro che numerose varianti sono possibili per l’uomo del ramo al dispositivo di attuazione descritto come esempio, senza per questo uscire dagli ambiti di novità insiti nell’idea inventiva.
La forma realizzativa di cui alle Figg. 1-8 è stata descritta con riferimento ad una particolare tipologia di attuatore di tipo termo-elettrico, comprendente una cera espandente in temperatura, ma è chiaro che la medesima è suscettibile di applicazione ad altre tipologie di attuatori di tipo termico o termo-elettrico, ad esempio provvisti di differente materiale termodilatabile, quali attuatori contenenti un gas o un liquido espandente in temperatura, o attuatori comprendenti un materiale deformabile in temperatura, quali attuatori del tipo a bimetallo o in lega a memoria di forma.
Naturalmente, il rapporto di trasmissione dei mezzi moltiplicatori del moto 7-10 e 17-20 descritti può all’ occorrenza essere modificato secondo le necessità, tramite la semplice sostituzione di almeno parte dei componenti previsti, quali ad esempio i mezzi cinematici 9 e 20 e/o i mezzi cinematici 10 e 19.

Claims (48)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Dispositivo di attuazione di tipo termico (1 ; 1 ’) comprendente almeno: - un materiale dilatabile o deformabile in temperatura, - mezzi riscaldatori (5), - mezzi (6A,6B) per alimentare elettricamente detti mezzi riscaldatori (5), - mezzi di spinta (4A;AA), suscettibili di movimento a seguito della dilatazione o deformazione di detto materiale, per compiere una corsa di entità sostanzialmente predeterminata, da una prima ad una seconda posizione, almeno un organo di attuazione (3; 13), movimentato linearmente a seguito dell’azione di detti mezzi di spinta (4A;AA) per compiere una corsa di entità sostanzialmente predeterminata rispetto ad una struttura fissa o corpo (2; 12) del dispositivo (1 ;Γ), da una prima ad una seconda posizione, mezzi elastici o resilienti (MS) atti a determinare il ripristino o ritorno di detti mezzi di spinta (4A;AA) e/o detto organo di attuazione (3; 13) alla rispettiva prima posizione, caratterizzato dal fatto che sono ulteriormente previsti mezzi moltiplicatori del moto (7-10; 17-20) azionati tramite detti mezzi di spinta (4A;AA) ed operativi per far si che la corsa di detto organo di attuazione (3; 13) sia maggiore della corsa di detti mezzi di spinta (4A;AA).
  2. 2. Dispositivo, secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detti mezzi moltiplicatori del moto (7- 10; 17-20) comprendono primi mezzi cinematici (9;20), azionati da detto organo di attuazione (3; 13) e cooperanti con secondi mezzi cinematici (10;19) operativamente associati a detta struttura o corpo (2; 12).
  3. 3. Dispositivo, secondo la rivendicazione 2, caratterizzato dal fatto che detti primi mezzi cinematici comprendono primi mezzi a cremagliera (9;20).
  4. 4. Dispositivo, secondo la rivendicazione 3, caratterizzato dal fatto che detti secondi mezzi cinematici comprendono una cremagliera (10).
  5. 5. Dispositivo, secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detti mezzi moltiplicatori del moto (7- 10; 17-20) comprendono ulteriormente un elemento di trasmissione (7; 17), interposto tra detti mezzi di spinta (4A;AA) e detto organo di attuazione (3; 13).
  6. 6. Dispositivo, secondo le rivendicazioni 4 e 5, caratterizzato dal fatto che detti mezzi moltiplicatori del moto (7- 10; 17-20) comprendono ulteriormente almeno una ruota dentata (8), portata da detto elemento di trasmissione (7) ed ingranata sia su detti primi mezzi a cremagliera (9) che su detti secondi mezzi a cremagliera (10).
  7. 7. Dispositivo, secondo la rivendicazione 2, caratterizzato dal fatto che detti secondi mezzi cinematici comprendono un elemento rotante dentato (19), accoppiato a detta struttura o corpo (2; 12) con possibilità di rotazione.
  8. 8. Dispositivo, secondo le rivendicazioni 5 e 7, caratterizzato dal fatto che detti mezzi moltiplicatori del moto (7- 10; 17-20) comprendono ulteriormente secondi mezzi a cremagliera (18) portati da detto elemento di trasmissione (7), detto elemento rotante dentato (19) essendo ingranato sia su detti primi mezzi a cremagliera (20) che su detti secondi mezzi a cremagliera (18).
  9. 9. Dispositivo, secondo la rivendicazione 2, caratterizzato dal fatto che detti primi mezzi a cremagliera (9;20) sono definiti in un primo elemento (3B;13B) associato a detto organo di attuazione (3; 13).
  10. 10. Dispositivo, secondo la rivendicazione 2, caratterizzato dal fatto che detta cremagliera (10) è definita in detta struttura o corpo (2).
  11. 11. Dispositivo, secondo la rivendicazione 6, caratterizzato dal fatto che l’asse di rotazione di detta ruota dentata (8) è linearmente traslabile.
  12. 12. Dispositivo, secondo almeno una delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detto elemento di trasmissione (7; 17) è configurato sostanzialmente a forcella (7; 17).
  13. 13. Dispositivo, secondo almeno una delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detto elemento di trasmissione (7; 17) comprende almeno una coppia di bracci (7A,7B;17A;17B).
  14. 14. Dispositivo, secondo le rivendicazioni 6 e 13, caratterizzato dal fatto che detta ruota dentata (8) è imperniata ad una estremità di uno di detto bracci (7A,7B).
  15. 15. Dispositivo, secondo la rivendicazione precedente, caratterizzato dal fatto che ad una estremità dell’altro di detti bracci (7A,7B) è imperniata una seconda ruota dentata (8).
  16. 16. Dispositivo, secondo la rivendicazione precedente, caratterizzato dal fatto che detti primi mezzi a cremagliera (9) sono ingranati su entrambe dette ruote dentate (8) e posti operativamente tra queste ultime.
  17. 17. Dispositivo, secondo le rivendicazioni 3 e 13, caratterizzato dal fatto che detti primi mezzi a cremagliera (18) sono definiti su almeno uno di detti bracci (17A,7B).
  18. 18. Dispositivo, secondo la rivendicazione 7, caratterizzato dal fatto che detto elemento rotante dentato (19) comprende una prima ruota dentata centrale (19A) e due ruote dentate laterali (19B), tra loro coassiali, le dimensioni ed il numero di denti della prima essendo maggiori rispetto alle seconde.
  19. 19. Dispositivo, secondo le rivendicazioni 8, 13 e 18, caratterizzato dal fatto che detto elemento di trasmissione (17) comprende due coppie di bracci (17A;17B), detti secondi mezzi a cremagliera (18) sono definiti su almeno uno (17A) dei bracci di ciascuna coppia e sono ingranati su dette ruote dentate laterali (19B), detti primi mezzi a cremagliera (20) sono ingranati su detta ruota dentata centrale (19A).
  20. 20. Dispositivo, secondo la rivendicazione 9, caratterizzato dal fatto che detto primo elemento è formato da una porzione (3B;13B) di detto organo di attuazione (3; 13), detti primi mezzi a cremagliera (9;20) essendo definiti su almeno una superficie di detta porzione (3B;13B).
  21. 21. Dispositivo, secondo le rivendicazioni 16 e 20, caratterizzato dal fatto che detti primi mezzi a cremagliera (9) sono definiti su due superfici parallele di detta porzione (3B), detta porzione (3B) essendo inserita tra detti due bracci (7A,7B).
  22. 22. Dispositivo, secondo la rivendicazione 20, caratterizzato dal fatto che detta porzione (13B) è configurata a forcella, comprendente due bracci paralleli (13B’;13B”), detti primi mezzi a cremagliera (20) essendo definiti su una superficie di uno (13B’) di detti bracci (13B’;13B”).
  23. 23. Dispositivo, secondo almeno una delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detto organo di attuazione (13) è mobile per esercitare una spinta.
  24. 24. Dispositivo, secondo la rivendicazione precedente, caratterizzato dal fatto che il braccio (13B’) di detta porzione (13B) sul quale sono definiti detti primi mezzi a cremagliera (20) si trova dallo stesso lato di detto elemento rotante dentato (19) rispetto a quello in cui si trovano il o i bracci (17A) di detto elemento di trasmissione (17) sul quale sono definiti detti secondi mezzi a cremagliera (18).
  25. 25. Dispositivo, secondo almeno una delle rivendicazioni da 1 a 22, caratterizzato dal fatto che detto organo di attuazione (13) è mobile per esercitare una trazione.
  26. 26. Dispositivo, secondo la rivendicazione precedente, caratterizzato dal fatto che il braccio (13B’) di detta porzione (13B) sul quale sono definiti detti primi mezzi a cremagliera (20) si trova dal lato opposto di detto elemento rotante dentato (19) rispetto a quello in cui si trovano il o i bracci (17A) di detto elemento di trasmissione (17) sul quale sono definiti detti secondi mezzi a cremagliera (18).
  27. 27. Dispositivo, secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detto primo elemento (13B) è suscettibile di essere montato, rispetto a detta struttura o corpo (12), in due diverse posizioni alternative, onde realizzare alternativamente un dispositivo di attuazione il cui organo di attuazione (13) sia mobile per esercitare una spinta ovvero un dispositivo di attuazione il cui organo di attuazione (13) sia mobile per esercitare una trazione. 28. Dispositivo, secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detto elemento di trasmissione (17) è suscettibile di essere montato, rispetto a detta struttura o corpo (12), in due diverse posizioni alternative, onde realizzare alternativamente un dispositivo di attuazione il cui organo di attuazione (13) sia mobile per esercitare una spinta ovvero un dispositivo di attuazione il cui organo di attuazione (13) sia mobile per esercitare una trazione.
  28. 28. Dispositivo, secondo la rivendicazione 27 o 28, caratterizzato dal fatto che, in caso di organo di attuazione (13) mobile per esercitare una spinta, detti primi mezzi a cremagliera (20) e detti secondi mezzi a cremagliera sono disposti da una medesima parte rispetto a detto elemento rotante dentato (19).
  29. 29. Dispositivo, secondo la rivendicazione 27 o 28, caratterizzato dal fatto che, in caso di organo di attuazione (13) mobile per esercitare una trazione, detti primi mezzi a cremagliera (20) e detti secondi mezzi a cremagliera sono disposti da parti opposte rispetto a detto elemento rotante dentato (19).
  30. 30. Dispositivo, secondo almeno una delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fato che deti mezzi elastici (MS) sono interposti tra deto primo elemento (3B) o deto organo di attuazione (3) e deta strutura o corpo (2) del dispositivo (1).
  31. 3 1. Dispositivo, secondo almeno una delle rivendicazioni precedenti, caraterizzato dal fato che detti mezzi elastici (MS) sono interposti tra deto elemento di trasmissione (17) e deta strutura o corpo (12) del dispositivo (Γ).
  32. 32. Dispositivo, secondo almeno una delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che deta struttura comprende un corpo fisso (2; 12) realizzato in due parti (2A,2B;12A,12B) tra loro accoppiate, in deto corpo essendo contenuti almeno deti mezzi moltiplicatori del moto (7- 10; 17-20).
  33. 33. Dispositivo, secondo la rivendicazione precedente, caraterizzato dal fatto che deto corpo fisso (2; 12) presenta un passaggio (PF) atraverso il quale almeno parte (3A;13A) di deto organo di attuazione (3; 13) è suscetibile di scorrimento.
  34. 34. Dispositivo, secondo almeno una delle rivendicazioni precedenti, caraterizzato dal fato che alFintemo di deto corpo fisso (2) sono altresì contenuti almeno un contenitore (4) di detto materiale dilatabile in temperatura, deti mezzi riscaldatori (5), deti mezzi di spinta (4A) ed almeno parte di deto organo di atuazione (3;13).
  35. 35. Dispositivo, secondo almeno una delle rivendicazioni da 1 a 33, caraterizzato dal fato che almeno deti mezzi riscaldatori (5), deti mezzi di spinta (AA) ed un contenitore (4) di deto materiale dilatabile in temperatura sono parte di un atuatore (TA) configurato come componente distinto rispeto a deto corpo fisso (12), il primo essendo accoppiato al secondo.
  36. 36. Dispositivo, secondo almeno una delle rivendicazioni precedenti, caraterizzato dal fato che il rapporto di trasmissione di deti mezzi moltiplicatori del moto (7- 10; 17-20) è modificabile tramite la sostituzione di almeno detti primi mezzi cinematici (9;20) e/o detti secondi mezzi cinematici (10;19).
  37. 37. Dispositivo, secondo almeno una delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detto materiale dilatabile o deformabile in temperatura, detti mezzi riscaldatori (5), detti mezzi (6A,6B) per alimentare elettricamente detti mezzi riscaldatori (5)e detti mezzi di spinta (4A;AA) sono parte di un termoattuatore di tipo standardizzato (TA), mentre detto organo di attuazion (13) e detti mezzi moltiplicatori del moto (17-20) sono parte di un dispositivo adattatore (11) accoppiabile a detto termoattuatore di tipo standardizzato (TA).
  38. 38. Dispositivo di attuazione (Γ), comprendente: - mezzi attuatori (TA) aventi mezzi di spinta (AA) mobili linearmente per compiere una corsa di entità sostanzialmente predeterminata, - almeno un organo di attuazione (13), movimentato linearmente a seguito dell’azione di detti mezzi di spinta (AA), per compiere una corsa di entità sostanzialmente predeterminata, - mezzi moltiplicatori del moto (17-20), operativi per far si che la corsa di detto organo di attuazione (13) sia maggiore della corsa di detti mezzi di spinta (AA), detti mezzi moltiplicatori del moto (17-20) comprendendo almeno un componente (13) suscettibile di essere montato, rispetto ad una struttura fissa o corpo (12) del dispositivo, in due diverse posizioni operative, onde realizzare alternativamente un dispositivo il cui organo di attuazione (13) è mobile per esercitare una spinta ovvero un dispositivo il cui organo di attuazione (13) è mobile per esercitare una trazione.
  39. 39. Dispositivo, secondo la rivendicazione precedente, caratterizzato dal fatto che detti mezzi moltiplicatori del moto comprendono almeno un elemento rotante dentato (19), il quale è operativamente ingranato su primi mezzi a cremagliera (18) e secondi mezzi a cremagliera (20), l’azionamento di detti mezzi di spinta (AA) determinando lo spostamento di detti primi mezzi a cremagliera (18) rispetto a detto elemento rotante dentato (19), con la conseguente rotazione di quest’ultimo, la rotazione di detto elemento rotante dentato (19) determinando lo spostamento di detti secondi mezzi a cremagliera (9;20) rispetto a detto elemento rotante dentato (8; 19), detti secondi mezzi a cremagliera (20) essendo operativamente collegati a detto organo di attuazione (13), almeno uno tra detti primi (18) e secondi mezzi a cremagliera (20) essendo suscettibili di essere montati, rispetto ad una relativa struttura fissa (12) del dispositivo, in due diverse posizioni alternative, onde realizzare alternativamente un dispositivo il cui organo di attuazione (13) sia mobile per esercitare una spinta ovvero un dispositivo il cui organo di attuazione (13) sia mobile per esercitare una trazione.
  40. 40. Dispositivo, secondo la rivendicazione precedente ed avente le caratteristiche secondo una o più tra le rivendicazioni 1 - 37.
  41. 41. Dispositivo di attuazione di tipo termico (1 ; 1 ’) comprendente almeno: - un materiale dilatabile o deformabile in temperatura, - mezzi riscaldatori (5), - mezzi (6A,6B) per alimentare elettricamente detti mezzi riscaldatori (5), mezzi di spinta (4A;AA), suscettibili di movimento a seguito della dilatazione o deformazione di detto materiale, per compiere una corsa di entità sostanzialmente predeterminata da una prima ad una seconda posizione, - almeno un organo di attuazione (3; 13), movimentato linearmente a seguito dell’azione di detti mezzi di spinta (4A;AA), per compiere una corsa di entità sostanzialmente predeterminata rispetto ad un corpo contenitore (2; 12) facente parte del dispositivo (1 ;Γ), da una prima ad una seconda posizione, mezzi elastici o resilienti (MS) in detto corpo contenitore (2; 12), atti a determinare il ripristino o ritorno di detti mezzi di spinta (4A;AA) e/o detto organo di attuazione (3; 13) alla rispettiva prima posizione, caratterizzato dal fatto che all 'interno di detto corpo contenitore (2; 12) sono ulteriormente previsti mezzi moltiplicatori del moto (7- 10; 17-20) operativi per far si che la corsa di detto organo di attuazione (3; 13) sia maggiore della corsa di detti mezzi di spinta (4A;AA).
  42. 42. Dispositivo, secondo la rivendicazione precedente, ed avente le caratteristiche secondo una o più tra le rivendicazioni 1 - 37.
  43. 43. Dispositivo, secondo la rivendicazione 38, caratterizzato dal fatto che detti mezzi moltiplicatori del moto (7- 10; 17-20) comprendono - primi mezzi a cremagliera (10; 18), - almeno un elemento rotante dentato (8; 19), ingranato su detti primi mezzi a cremagliera (10; 18), - secondi mezzi a cremagliera (9;20), ingranati su detto un elemento rotante dentato (8;19), - un primo elemento (7; 17), suscettibile di compiere movimenti lineari rispetto a detto corpo contenitore (2; 12) ed operativamente associato a detti mezzi di spinta (4A;AA) per produrre un movimento angolare di detto elemento rotante dentato (8; 19), - un secondo elemento (3B;13B), cui detti secondi mezzi a cremagliera (9;20) sono operativamente associati e suscettibile di compiere movimenti lineare (7; 17) rispetto a detta struttura (2; 12), per determinare la corsa di detto organo di attuazione (3; 13).
  44. 44. Dispositivo di attuazione (Γ), comprendente: - mezzi attuatori (TA) aventi mezzi di spinta (AA) mobili linearmente per compiere una corsa di entità sostanzialmente predeterminata, - almeno un organo di attuazione (13), movimentato linearmente a seguito dell’azione di detti mezzi di spinta (AA), per compiere una corsa di entità sostanzialmente predeterminata, - mezzi moltiplicatori del moto (17-20), operativi per far si che la corsa di detto organo di attuazione (13) sia maggiore della corsa di detti mezzi di spinta (AA), detti mezzi moltiplicatori comprendono almeno un elemento rotante dentato (19), il quale è operativamente ingranato su primi mezzi a cremagliera (18) e secondi mezzi a cremagliera (20), l’azionamento di detti mezzi di spinta (AA) determinando lo spostamento dell’organo di attuazione (3,13) in un verso opposto al verso dei detti mezzi di spinta (AA).
  45. 45. Uso del dispositivo di attuazione secondo una o più delle rivendicazioni precedenti in apparati elettrodomestici.
  46. 46. Uso del dispositivo di attuazione secondo la rivendicazione precedente, per la movimentazione di un erogatore di agenti di lavaggio.
  47. 47. Uso del dispositivo di attuazione secondo una o più delle rivendicazioni da 1 a 44 in apparati per il condizionamento ambientale.
  48. 48. Dispositivo di attuazione, secondo gli insegnamenti della presente descrizione e dei disegni annessi.
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