ITSS20100007A1 - Metodica per l'utilizzo delle proteine fosforilate in tirosina presenti nelle urine per la diagnostica "in vitro" di carcinoma della vescicca. - Google Patents

Metodica per l'utilizzo delle proteine fosforilate in tirosina presenti nelle urine per la diagnostica "in vitro" di carcinoma della vescicca. Download PDF

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Description

DESCRIZIONE
La presente invenzione riguarda l'utilizzo delle fosfoproteine presenti nelle urine per eseguire la diagnosi del carcinoma della vescica.
Il tumore della vescica ? una importante causa di mortalit? nell'uomo perch? la sua diagnosi ? spesso tardiva a causa della mancanza di efficaci markers diagnostici e/o prognostici. Le urine rappresentano il campione biologico di elezione per la ricerca di eventuali markers tumorali nel tumore della vescica in quanto raccolgono le cellule tumorali o sostanze da esse direttamente o indirettamente rilasciate. Le urine sono, inoltre, facilmente reperibili e sono, per questo, adatte a test diagnostici rapidi e non invasivi.
La diagnosi del carcinoma della vescica riveste grande rilevanza in medicina umana in quanto pi? ? tardiva la diagnosi minori sono le probabilit? di guarigione. Purtroppo le lesioni precoci non causano una sintomatologia e quindi spesso sfuggono alla diagnosi. E' inoltre interessante notare che il carcinoma della vescica ? considerato una patologia legata agli ambienti di lavoro, in particolare, la sua aumentata incidenza ? legata ad alcuni cicli produttivi dell'industria chimica o all'uso di una serie di composti chimici quali solventi, composti alogenati, etc., che vengono utilizzati nelle verniciature o lavorazioni delle materie plastiche.
Attualmente il metodo diagnostico di elezione per la diagnosi di carcinoma della vescica ? la cistoscopia transureterale. Questa metodologia ? per? invasiva, causa un disagio per il paziente ed ha costi elevati. Oltre all'analisi citologica delle urine per la ricerca di cellule tumorali, una serie di metodiche diagnostiche si basano invece sulla rivelazione di marcatori tumorali nelle urine. Questo approccio ha il grande vantaggio di non essere invasivo e di essere potenzialmente molto meno costoso della cistoscopla. Alcuni nuovi marcatori urinari del carcinoma della vescica sono stati recentemente scoperti ed hanno trovato applicazione pratica. La sensibilit? e specificit? diagnostica dell'esame citologico delle urine e delle nuove metodiche non invasive risulta comunque inferiore al 50% e quindi il problema della diagnosi precoce e non invasiva del carcinoma delle vescica resta irrisolto.
Per risolvere il problema della diagnosi precoce del carcinoma della vescica, i presenti inventori hanno studiato e verificato la presenza di fosfoproteine nelle urine di soggetti normali e affetti da carcinoma della vescica, allo scopo di verificare se la presenza di fosfoproteine urinarie potesse consentire diagnosi del carcinoma della vescica.
Alterazioni di livelli di alcune fosfoproteine sono state ampiamente riscontrate nelle cellule tumorali ma, nei liquidi biologici quali sangue e plasma, la reazione di defosforilazione delle proteine avviene rapidamente ed ? fortemente accelerata dalla presenza di enzimi con attivit? proteina fosfatasica. Per questo motivo, le fosfoproteine presenti nei campioni biologici sono rapidamente degradate e non sono di aiuto per la diagnosi tumorale.
Nelle urine le fosfoproteine sono stabilizzate dall'alta concentrazione di fosfati e dal pH acido.
La presenza di fosfoproteine nelle urine umane rappresenta quindi un dato nuovo e relativamente inatteso.
Alla luce della letteratura scientifica corrente non risulta precedentemente descritta la presenza di fosfoproteine nelle urine umane n? come dato generale n? in relazione alla diagnosi di tumori.
Mirowski M, et al. (Carcinogenesis 1993 Aug;14(8):165964) hanno dato evidenza di una fosfoproteina del peso di 65 kDa nelle urine di ratti che presentavano adenocarcinoma delle ghiandole mammarie indotto dal trattamento con N-methyl-N-nitrosourea . Nell'articolo sopra citato si specula che la fosfoproteina di 65 kDa possa essere utilizzata nella diagnosi di tumore della mammella ma, questi studi eseguiti in tumori sperimentali dei ratti, non hanno successivamente trovato riscontro nell'uomo.
I presenti inventori hanno ora individuato la presenza di fosfoproteine nelle urine umane e questo risultato ? stato messo in relazione alla presenza di un tumore della vescica. Un aumento della concentrazione delle fosfoproteine ? stata infatti riscontrata nelle urine dei pazienti affetti da carcinoma della vescica.
Come verr? illustrato in dettaglio nella sezione relativa alla parte sperimentale, l'efficacia diagnostica di questi markers tumorali appare superiore rispetto a quello di altri markers urinari del tumore della vescica che non sono entrati a far parte delle metodologie diagnostiche di routine proprio a causa della loro scarsa specificit? e sensibilit?.
La presente invenzione ? pertanto rappresentata dalla ricerca delle fosfoproteine nelle urine per eseguire diagnosi di tumori della vescica.
Come mostrato nei dettagli nella parte sperimentale, le fosfoproteine devono essere distinte per la loro fosforilazione nei residui di serina e di tirosina. Quest'ultima modificazione appare avere una maggiore rilevanza diagnostica rispetto alle fosforilazioni nei residui di serina.
Un primo aspetto della presente invenzione ? quindi rappresentato da alterazioni del quadro elettroforetico delle fosfoproteine urinarie evidenziate mediante ant?corpi antifosfotirosina ed anti-fosfoserina nei soggetti affetti da carcinoma della vescica.
Un secondo aspetto sono i metodi di arricchimento e separazione delle fosfoproteine urinarie finalizzati alla loro evidenziazione per la diagnosi di tumore della vescica.
Un terzo aspetto sono I metodi di rilevazione delle fosfoproteine urinarie ed alla loro caratterizzazione finalizzata alla diagnosi di tumore della vescica.
La composizione dell'invenzione pu? comprendere una qualsiasi metodologia o combinazione di pi? metodologie finalizzate alla misura delle fosfoproteine totali, di classi di fosfoproteine (fosforilate in serina o in tirosina) o di specifiche fosfoproteine nelle urine con la finalit? di eseguire la diagnosi di tumore della vescica.
Parte sperimentale
Dimostrazione della presenza di fosfoproteine nelle urine umane e descrizione di specifici patterns di fosfoproteine che discriminano tra soggetti sani e pazienti affetti da carcinoma della vescica
L'efficacia dell'invenzione ? stata testata su 50 (cinquanta) campioni di urine di soggetti sani e 50 (cinquanta) campioni di urine affetti da carcinoma della vescica a diversi stadi di progressione della malattia.
In primo luogo, le fosfoproteine sono state ricercate e caratterizzate nelle urine in assenza di metodiche cromatografiche atte ad un loro arricchimento pre-analitico. Le proteine sono state isolate dalle urine mediante precipitazione con acido tricloroacetico (Sigma-Aldrich Corporation, Stati Uniti d'America) e risospese in sodio dodecilfosfato (SDS) al 2%. 10 ?? di proteine sono state quindi separate mediante SDS-PAGE al 10% e colorate mediante blu di Comassie. Esperimenti eseguiti in parallelo sono stati utilizzati per trasferire le proteine su nitrocellulosa mediante tecnica di western blotting. Le proteine trasferite sono state incubate con anticorpi anti-fosfoserina o antifosfotirosina (Sigma-Aldrich Corporation, Stati Uniti d'America)diluiti 1:1000 rispetto alla loro concentrazione iniziale. I quadri rappresentativi ottenuti in 5 soggetti sani e 5 soggetti affetti da carcinoma della vescica sono presentati nel disegno 1 (pannelli A e B). E' evidente una diversa rappresentazione delle fosfoproteine marcate con anticorpo anti-fosfotirosina a pi? alto peso molecolare (>75kDa) tra soggetti sani ed affetti da carcinoma della vescica.
L'analisi dei quadri di fosforilazione delle proteine urinarie mostra che i risultati divergono tra soggetti in sani e soggetti affetti da carcinoma della vescica sia in termini quantitativi sia qualitativi.
In particolare, come evidenziato nel disegno 1, in seguito a marcatura con anticorpi anti-fosfotirosina, una serie di bande relative alle fosfoproteine sono pi? intensamente marcate nei soggetti affetti da carcinoma della vescica (pannello B) rispetto ai controlli normali (pannello A).
Nessun soggetto sano ha presentato un quadro delle fosfoproteine simile ai pazienti affetti da tumore della vescica. Alterazioni del quadro fosfoproteico sono state evidenziate anche nei pazienti che presentavano quadri iniziali della patologia. Il quadro ? risultato maggiormente discriminante tra soggetti sani e patologici se le fosfoproteine sono state evidenziate mediante anticorpi anti-fosfotirosina rispetto alla marcatura con anticorpi anti-fosfoserina.
A prova che la marcatura ? altamente specifica per residui fosforilati delle proteine, i campioni sono stati pretrattati con fosfatasi alcalina (Sigma-Aldrich Corporation, Stati Uniti d'America) per 60' a 37?C. Il risultato di questo trattamento ? stato una riduzione del segnale pari a circa il 95% per tutte le bande elettroforetiche marcate con anticorpi anti fosfotirosina e fosfoserina.
Dai dati sopra riportati risulta che un quadro alterato delle fosfoproteine urinarie ? un indice della presenza di carcinoma della vescica. In particolare, appare avere una chiara rilevanza diagnostica la presenza di fosfoproteine fosforilate in tirosina.
In una seconda serie di esperimenti, sia per convalidare la specificit? dei marcatori urinari, sia per evidenziare la possibilit? di ottenere metodiche pi? sensibili, abbiamo sottoposto i campioni urinari a cromatografia per affinit? mediante tecnica IMAC ( immobilised metal affinity chromatography). Sono stati provati diversi metalli quali ferro, rame e gallio. In tutte le condizioni sperimentali abbiamo verificato un arricchimento del segnale generato dalla presenza delle fosfoproteine nei campioni di urine di soggetti affetti da carcinoma della vescica, contemporaneamente, si ? assistito ad una diminuzione relativa dello stesso segnale nei campioni di urine di soggetti sani.
Questo dato conferma che, nei soggetti affetti da carcinoma, alcune proteine sono pi? fortemente fosforilate che nei soggetti sani e che queste possono essere efficacemente purificate mediante tecniche cromatografiche IMAC.
I risultati ottenuti mediante anticorpi anti-fosfoserina hanno fornito risultati di interesse seppur di minore rilievo diagnostico rispetto alle proteine fosforilate in tirosina .
Oltre alla tecnica IMAC le fosfoproteine sono state purificate mediante anticorpi specifici anti fosfotirosina ed anti-fosfoserina . Le proteine purificate sono state separate mediante SDS-PAGE e marcate con gli anticorpi relativi. Il pre-arricchimento con anticorpi anti-fosfotirosina ha mostrato un quadro sovrapponibile agli esperimenti effettuati con purificazione mediante cromatografia IMAC.
La purificazione mediante anticorpi anti-fosfoserina ha fornito risultati di minor rilievo diagnostico.
Anticorpi anti fosfotirosina sono stati inoltre adsorbiti a nitrocellulosa ed utilizzati per catturare proteine che presentano fosforilazioni sui residui di tirosina immergendo la nitrocellulosa direttamente nelle urine. Dopo aver fatto reagire 1'anticorpo con il relativo antigene, la nitrocellulosa ? stata lavata con PBS (NaCl 140 mM, NaHP04- 10 mM, pH 7.4) contenente Tween 20 al 1%. La nitrocellulosa ? stata successivamente incubata con anticorpi anti-fosfotirosina. In corrispondenza dell'area in cui era stato adsorbito 1'anticorpo anti-fosfotirosina ? stata rilevata una maggiore quantit? di fosfoproteine nelle urine di soggetti affetti da carcinoma della vescica. La misura quantitativa delle fosfoproteine mediante l'uso di anticorpi secondari marcati con composti fluorescenti di tutti i campioni oggetto dello studio ha permesso di visualizzare le distribuzioni dei valori nei soggetti sani ed affetti da carcinoma della vescica (disegno 1, pannello 3. Anche questo approccio metodologico ha quindi dimostrato la sua efficacia nel catturare le proteine fosforilate ed ha mostrato la capacit? di discriminare tra soggetti sani e soggetti affetti da carcinoma della vescica. Analizzando 68 soggetti sani e 52 pazienti affetti da carcinoma della vescica ? stato riscontrato un netto incremento medio della quantit? di proteine fosforilate in tirosina. I risultati dell'analisi sono riportati nel disegno 1 in cui sono mostrate le distribuzioni dei risultati ottenuti nei singoli soggetti analizzati. Questa metodica ha evidenziato una sensibilit? diagnostica superiore al 90% ed una specificit? superiore al 95% per 1' evidenziazione di carcinoma della vescica. Non ? stata dimostrata una correlazione tra grado di malignit? delle neoplasie e positivit? al test. Questa osservazione porta a ipotizzate che la metodica sia in grado di evidenziare anche le fasi precoci del carcinoma della vescica.
I dati sopra riportati dimostrano inoltre l'efficacia della metodica cromatografica per immuno-affinit? mediante anticorpi anti fosfoserina e fosfotirosina allo scopo di aumentare la sensibilit? e la specificit? del risultato diagnostico. Questi dati hanno ulteriormente dimostrato che la classe di fosfoproteine cha hanno maggiore potere diagnostico ? rappresentata dalle proteine fosforilate in tirosina. I risultati ottenuti mediante cattura con anticorpi legati a nitrocellulosa dimostrano inoltre la possibilit? di attuare metodiche di detezione rapide tipo Dip-Stick per la diagnosi di carcinoma della vescica.
In conclusione, gli inventori hanno dimostrato un sostanziale aumento delle fosfoproteine presenti nelle urine di pazienti affetti da carcinoma della vescica rispetto ai soggetti sani. In particolare il quadro delle fosfoproteine urinarie ? spiccatamente modificato riguardo alle fosforilazioni che interessano i residui di tirosina. Tecniche di purificazione tipo IMAC o immuno-affinta mediante anticorpi anti-fosfotirosina hanno dimostrato la loro efficacia nell' aumentare la specificit? e la sensibilit? delle metodiche analitiche finalizzate alla diagnostica. L'uso sequenziale di tali metodiche cromatografiche ha inoltre dimostrato la sua efficacia nell'aumentare la sensibilit? analitica di misura delle fosfoproteine urinarie. L'analisi eseguita dopo trattamento con fosfatasi alcalina del campione ha chiaramente dimostrato la specificit? del segnale rilevato, in altri termini: il segnale rilevato nei saggi immunoenzimatici ? specifico per le fosfoproteine e la loro capacit? di agire come markers diagnostici per il tumore della vescica risiede specificamente nelle loro modificazioni fosforilative. Questi risultati indicano pertanto che la ricerca e/o caratterizzazione delle fosfoproteine urinarie pu? essere utilizzata nella diagnosi non-invasiva del tumore della vescica. La specificit? e la sensibilit? diagnostica del nuovo metodo basato sulla ricerca delle fosfoproteine nelle urine risultano superiori ai valori ottenibili con metodiche che utilizzano altri markers tumorali urinari.

Claims (2)

  1. RIVENDICAZIONI 1). L' uso di un qualsiasi polipeptide fosforilato presente nelle urine come marcatore tumorale per la diagnosi del carcinoma della vescica, indipendentemente dalla loro dimensione, sequenza aminoacidica e dei siti fosforilati. 2). L' uso di un qualsiasi polipeptide fosforilato presente nelle urine come marcatore tumorale per il follow up post operatorio di pazienti affetti da carcinoma della vescica, indipendentemente dalla loro dimensione, sequenza aminoacidica e dei siti di fosforilazione. 3). Le metodiche per la rivelazione delle fosfoproteine nelle urine secondo le rivendicazioni 1 e
  2. 2. Il metodo potr? essere rivolto alla rivelazione di tutte le fosfoproteine presenti nelle urine o di specifiche proteine e/o di specifiche modificazioni delle stesse come fosforilazioni in tirosina e/o serina. I metodi potranno essere basati sull'uso di una delle seguenti metodiche o molecole e/o sul loro uso sequenziale o combinato. a)purificazione, evidenziazione e/o caratterizzazione delle fosfoproteine urinarie mediante una serie di ligandi: anticorpi rivolti ai residui aminocidici fosforilati (anti-fostotirosina e anti fosfoserina), anticorpi specifici per le sequenze circostanti ai residui aminoacidici fosforilati o anticorpi specifici per le proteine fosforilate, tecniche IMAC (immobilizeded metal ion affinity chromatography) per purificare le fosfoproteine attraverso ligandi che legano specificamente i residui fosforilici. I ligandi sopra menzionati potranno essere differentemente marcati con molecole fluorescenti, enzimi, ed altre molecole atte a permettere la loro individuazione e misura; b) tecniche di spettrometria di massa per l'identificazione delle fosfoproteine urinarie; c) sulla separazione delle fosfoproteine urinarie mediante SDS-PAGE e immunoblotting con anticorpi anti-residuo fosforilato e/o proteina fosforilata; d) tecniche tipo dot-blot basate sulla adesione delle fosfoproteine urinarie a supporti solidi quali nitrocellulosa o nylon o PVDF per legame diretto o mediato da anticorpi e successiva loro rivelazione mediante tecniche di chemiluminescenza, fluorescenza o rivelazione UV-visibile e) l'uso combinato di due o pi? metodologie sopramenzionate per la rivelazione delle fosfoproteine urinarie
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