ITRM960360A1 - Farmaco a base di un derivato della carnitina per il trattamento del= la demenza di alzheimer in pazienti ad insorgenza precoce della pato= - Google Patents

Farmaco a base di un derivato della carnitina per il trattamento del= la demenza di alzheimer in pazienti ad insorgenza precoce della pato= Download PDF

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Description

Descrizione dell'invenzione industriale avente per titolo:
“Farmaco a base di un derivato della carnitina per il trattamento della demenza di Alzheimer in pazienti ad insorgenza precoce della patologia”.
La presente invenzione riguarda l’uso dell’acetil L-camitina e dei suoi sali farmacologicamente accettabili per produrre un medicamento per il trattamento di pazienti affetti dalla demenza di Alzheimer (AD).
Più precisamente, la presente invenzione riguarda l’uso dei composti anzidetti per produrre un medicamento per rallentare il peggioramento dei sintomi tipici di questa patologia, selettivamente nei pazienti affetti dalla forma presenile di AD, o pazienti ad insorgenza precoce di tale patologia.
La demenza di Alzheimer è un progressivo, irreversibile processo degenerativo del cervello che si esprime clinicamente con compromissione delle funzioni intellettive, il primo e più manifesto sintomo essendo la perdita della memoria recente e successivamente delle funzioni cognitive. Con il progredire della patologia anche la memoria remota risulta chiaramente compromessa e il paziente si dimostra crescentemente disorientato nei riguardi delle relazioni temporali, poi verso quelle spaziali ed, infine, verso le persone. La capacità del paziente a formulare dei giudizi e dei pensieri astratti si deteriora rapidamente mentre sono sempre più evidenti alterazioni dell'umore. Nello stadio finale della malattia il paziente che è obbligato a letto ed è Incontinente perde ogni contatto con il mondo reale e i suoi sensi e facoltà intellettive sono completamente deteriorati.
Poiché sia in pazienti relativamente giovani ad insorgenza precoce che in pazienti anziani ad insorgenza tardiva della demenza si riscontrano all’esame anatomo-patologico alterazioni cerebrali simili (placche neuritiche, placche beta-amiloidi e degenerazioni neurofibrillari), per lungo tempo si è ritenuto che non esistessero sostanziali, significative differenze fra questi due gruppi di pazienti.
Tuttavia, sono stati ormai raccolti dei dati clinici, genetici e neurobiologici definitivamente convincenti e raggiunte conclusive evidenze che dimostrano che i pazienti ad insorgenza precoce della demenza di Alzheimer (che nel seguito indicheremo brevemente come pazienti AD “early-onset") costituiscono una popolazione ben distinta dalla popolazione dei pazienti ad insorgenza tardiva della patologia (che nel seguito indicheremo brevemente come pazienti AD “late-onset") al punto da suggerire che debbano venir considerati differenziati approcci terapeutici per la popolazione degli AD early-onset rispetto a quella degli AD late-onset. Della ricca letteratura su tale argomento si veda ad es. la recentissima pubblicazione di E. Koss et al. "Clinical and neuropsychological differences between paUents with earlier and later onset of Alzheimer’s disease: A. CERAD analysis, part ΧΙΓ in Neurology, 46. 136-141 (1996).
Un’ulteriore risultato definitivamente acquisito è che i pazienti “early-onset” tendono a peggiorare più rapidamente dei pazienti “lateonset".
Sebbene ancora oggi una diagnosi assolutamente certa di demenza di Alzheimer (definite Alzheimer's disease) richieda conferma anatomo-patologica, negli ultimi quindici anni si sono fatti notevoli progressi nell'identifìcare e stabilire dei criteri clinici per la diagnosi di tale patologia. L'individuazione di tali criteri è di particolare importanza per redigere accurati protocolli di ricerca e per stabilire riproducibili norme di arruolamento per pazienti da includere in studi clinici controllati, condizione necessaria affinchè vari trial clinici possano venir significativamente confrontati.
Lo studio di questi criteri è stato condotto negli USA congiuntamente dal National Institute of Neurologlcal and Communicative Disorders and Stroke (NINCDS) e dall’Alzheimer’s Disease and Related Disorders Association (ADRDA). Tali criteri sono compatibili con le definizioni fornite dal Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders (DSM IV R) edito a cura della American Psychiatric Association. Si veda in proposito la pubblicazione di G. McKhann et al. “Clinical diagnosis of Alzheimer’s disease: Report of thè NINCDS-ADRDA Work group under thè auspices of Department of Health and Human Services Task Force on Alzheimer’s Disease" in Neurology. 34. 939-944 (1984).
Nell’ultima edizione del Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders (DSM IV R) la distinzione fra il sottotipo degli “earlyonset” (definito come la sottopopolazione nella quale l’insorgenza della demenza avviene all’età di 65 anni o inferiore) e i “late-onset” (sottopopolazione nella quale tale età è superiore a 65 anni) è stata pienamente riconosciuta (si veda DSM IV R, pag. 140-143), per cui non sembra più possibile prescindere da tale distinzione quale criterio di inclusione in trials clinici controllati aventi lo scopo di verificare l'efficacia di candidati farmaci per il trattamento della demenza di Alzheimer.
L'unico farmaco registrato negli USA attualmente in commercio per il trattamento della demenza di Alzheimer è il TACRINE (tetraidroamminoacridina) un inibitore della colinesterasi sulla cui efficacia vengono avanzati molti dubbi, mentre è certa la sua potente epatotossicità. Ad esempio, l'autorevole MARTINDALE, The Extra Pharmacopoeia, trentesima edizione (1993), afferma:
“The cholinesterase inhibitor tacrine .... is thè subject of much controversy. One of thè originai studies in which it was reported to produce encouraging improvements in some symptoms of senile dementia was much criticised and on subsequent investigation thè FDA concluded that flaws in thè conduct of thè study damaged thè credibility of thè results . Later studies which were considered to demonstrate little
benefit have also been criticised.”
Inoltre, in Goodman & Gilman’s, The pharmacological basis of therapeutics, nona edizione (1996) si afferma:
“While tacrine represents thè only current
therapeutic option for thè treatment of
Alzheimer’s disease, it should be recognized
that most suitable patient cadidates will not
benefit substantially from thè treatment
regimens. Dosing regimens, weekly monitoring
of alanine aminotransferase. and thè limitations
of cholinergic side effects require substantive
oversight on thè part of thè physician".
Infine, Drug Information 1995, edito da American Hospital Formulary Service, commentando i risultati di uno studio clinico della durata di 30 mesi con tacrine conclude:
"These findings and those from several other
studies have been less favourable than those
reported by an earller, controversial study of thè
drug. and there currently is no evidence from
well-designed studies that therapy with thè
drug can alter thè underlying disease process of
dementia”.
Negli anni passati, in base agli insegnamenti del brevetto US 4,346, 107 che descrive e rivendica un metodo terapeutico per il trattamento di pazienti affetti da alterato metabolismo cerebrale, demenza di Alzheimer ed altre patologie del sistema nervoso centrale che consiste nel somministrare quale principio attivo un acil derivato della camitina che può essere la acetil camitina. sono stati effettuati vari studi clinici volti a verificare l'efficacia della acetil L-carnitina nel rallentare il progredire della demenza di Alzheimer in pazienti affetti dalle forme lieve e moderata di tale patologia.
I risultati di tali studi si sono rivelati notevolmente contraddittori, non producendo alcuna apprezzabile certezza sull'efficacia delì'acetil L-carnitina.
Ad esempio, Spagnoli et al., in Neurology, 41, 1726-1732 (1991) descrivono i risultati di uno studio in doppio cieco in cui una coorte di 130 pazienti affetti da Alzheimer vengono trattati con acetil L-camitina per l anno.
Alla fine del trattamento, sia il gruppo dei trattati con acetil L-camitina che quello dei trattati con placebo era peggiorato, ma il gruppo dei trattati con acetil L-carnitina mostrava una minore velocità di deterioramento in 13 dei 14 parametri primari prescelti, raggiungendo la significatività statistica per la Blessed Dementia Scale. l'ideazione, l'apprassia ideomotoria e buccofacciale e l'attenzione selettiva.
Per contro, un più recente studio condotto negli Stati Uniti su una ben più ampia popolazione (431 pazienti di cui Γ83% ha completato l'anno previsto di trattamento) in cui i parametri principali erano la componente cognitiva della Alzheimer’s Disease Assessement Scale (ADAS-Cog) e la Clinical Dementia Rating Scale (CDR), non ha consentito di confermare i risultati del precedentemente menzionato studio di Spagnoli et al. Infatti, a termine di tale studio sia i pazienti trattati con acetil L-camitina che quelli trattati con placebo mostravano di essere peggiorati con la stessa velocità nei parametri principali e nella maggior parte di quelli secondari.
E’ essenziale notare che in entrambi gli studi precedentemente menzionati 1 pazienti trattati costituivano una popolazione indifferenziata per quanto riguarda l’età di insorgenza della demenza e che l’interpretazione statistica dello studio è stato effettuato sull’intera coorte di pazienti senza distinzione fra la sottopopolazione degli "earlyonset” e quella dei “late-onset".
E’ stato ora trovato, a conclusione di una analisi retrospettiva di una serie di studi controllati in doppio cieco contro placebo, che verrà nel seguito descritta in maggior dettaglio, che il trattamento selettivo con acetil L-carnitina dei pazienti definiti “early-onset" in base al criterio stabilito nel Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, 4th ed., revised (DSM-IV-R) consegue in tali pazienti un declino più lento in modo statisticamente significativo dei parametri primari prescelti e in particolare dell’ADAS-Cog e del CDR rispetto ai pazienti “early-onset" trattati con placebo.
Tale favorevole risultato terapeutico risulterebbe totalmente oscurato se il gruppo dei trattati con acetil L-carnitina comprendesse anche un numero significativamente elevato di pazienti “late-onset” e l’interpretazione statistica dello studio venisse estesa ad entrambe le sottopopolazioni considerate quale unica coorte.
Se si considera che, come già precedentemente menzionato, i pazienti “early-onset" tendono a peggiorare più rapidamente dei “lateonset” e che non vi è nessuna spiegazione teorica per giustificare che un principio attivo efficace nel rallentare una patologia in un gruppo di pazienti con tendenza a peggiorare più rapidamente non sia più efficace nel rallentare la patologia nel gruppo di pazienti con minor tendenza al peggioramento, l’efficacia selettiva della acetil L-carnitina nel trattamento dei pazienti “early-onset” risulta inattesa e sorprendente.
Costituisce pertanto l’oggetto della presente invenzione l’uso della acetil L-carnitina o dei suoi sali farmacologicamente accettabili per produrre un medicamento atto a rallentare il peggioramento del quadro sintomatologico in pazienti ad insorgenza precoce della demenza di Alzheimer.
Più particolarmente, è oggetto della presente invenzione l’uso della acetil L-carnitina o dei suoi sali farmacologicamente accettabili per produrre un medicamento atto a rallentare il peggioramento del quadro sintomatologico selettivamente in quei pazienti che soddisfano alla definizione di pazienti early-onset in accordo alle norme del Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, 4th ed., revised (DSM-IV-R) della American Psychiatric Association.
Si è inoltre trovato che sebbene la dose giornaliera da somministrare dipenda, a seconda del giudizio del medico curante, dal peso, età e condizioni generali del soggetto, è generalmente opportuno somministrare da 1 a 4 g/ giorno, preferibilmente 2-3 g/giorno di acetil L-cainitina o una quantità equimolare di un suo-sale farmacologicamente accettabile, anche se possono venir somministrate dosi maggiori a causa della sostanziale atossicità della acetil L-carnitina.
Il medicamento secondo l’invenzione può essere ottenuto miscelando il principio attivo (acetil L-carnitina o suo sale farmacologicamente accettabile) con .. opportuni, eccipienti atti alla formulazione di composizioni che si prestano alla somministrazione enterale (in particolare orale) o alla somministrazione parenterale (in particolare per via intramuscolare o endovenosa). Tutti tali eccipienti sono ben noti agli esperti di tecnologia farmaceutica.
Per sale farmacologicamente accettabile della acetil L-carnitina si intende qualsiasi sale di questa con un acido che non dia origine a indesiderati effetti collaterali. Tali acidi sono ben noti ai farmacologi ed agli esperti di tecnologia farmaceutica.
Esempi non limitativi di tali sali sono cloruro, bromuro, orotato, aspartato acido, citrato acido, fosfato acido, fumarato e fumarato acido, lattato, maleato e maleato acido, ossalato acido, solfato acido, glucosio fosfato, tartrato e tartrato acido.
Vengono di seguito forniti alcuni esempi di formulazioni sotto forma di dosaggio unitario.
(a) Formulazione per compresse
Una compressa contiene:
Principio attivo
- Acetil L-carnitina.HCl mg 590
(pari a 500 mg di acetil L-carnitina, sale interno)
Eccipienti
- Cellulosa microcristallina, polivinilpirrolidone magnesio stearato, cellulosa acetoftalato, diedi ftalato, dimeticone.
(b) Formulazione per fiale iniettabili per via endovena
una fiala liofilizzata contiene:
Principio attivo
- acetil L-camitina mg 500
Eccipienti
- Mannitolo
Una fiala solvente contiene:
- acqua per prep. iniett. q.b. a mi 5
(c) Formulazione per bustine
Una bustina contiene:
Principio attivo
- acetil L-camitina. HC1 mg 590
(pari a 500 mg di acedl L-camitina, sale interno)
Eccipienti
- silice precipitata, saccarina sodica, idrossipropilcellulosa. sodio bicarbonato, acqua tonica (1 x 1000), mannitolo.
(d) Formulazione per soluzione estemporanea
un flacone da g 12.316 condene:
Principio attivo
- acetil L-camitina. HC1 g 12.0
(pari a base 10,17 g)
Eccipienti
- p-idrossibenzoato di metile, p-idrossibenzoato di propile, polivilpirrolidone;
Viene di seguito brevemente descritto uno studio clinico che dimostra l'efficacia selettiva della acetil L-carnitina nel rallentare il peggioramento di parametri primari in un gruppo di pazienti AD “earlyonset".
STUDIO CLINICO
Allo scopo di valutare l’efficacia clinica della acetil L-carnitina su pazienti AD “early-onset", sono stati raggruppati e valutati nel loro insieme 8 differenti studi clinici in doppio-cieco, randomizzati, paralleli, controllati verso placebo, in cui l'acetil L-carnitina era somministrata cronicamente per via orale a soggetti affetti da malattia di Alzheimer ad insorgenza precoce (prima dei 65 anni di età) o tardiva (dopo i 65 anni di età).
Di questi 8 studi, 2 erano multicentrici (uno effettuato negli USA, l’altro in Italia) della durata di 44 settimane, e gli altri 5 (1 negli USA, 3 in Gran Bretagna. 1 in Italia) della durata di 6 mesi. L’acetil L-carnitina o il placebo erano somministrati a dosi comprese fra i 2 ed i 3 g/giorno nei differenti studi. Tutti i pazienti arruolati in questi studi avevano diagnosi di probabile malattia di Alzheimer secondo i criteri dettati dal DSM-III-R e dai NINCDS-ADRDA, non dovevano presentare un punteggio superiore ai 4 punti alla Hachinski Ischemie Score e dovevano avere un esame TAC o di Risonanza Magnetica Nucleare non indicativo di lesioni cerebrali di natura diversa dall’Alzheimer, Negli 8 studi considerati è stato arruolato un numero complessivo di 834 pazienti. Di questi. 140 (16,8%) erano affetti da malattia di Alzheimer ad insorgenza precoce (prima dei 65 anni di età, secondo la definizione del DSM-IV). Il criterio adottato per identificare questi pazienti come “early-onset" era quello dell’età effettiva al momento dell’arruolamento nello studio.
Si è dunque valutato in via retrospettiva mediante una metaanalisi statistica l’andamento progressivo della malattia di Alzheimer in questi 140 soggetti, che risultarono equamente randomizzati fra il gruppo dei trattati con acetil L-carnitina (N=68) e quello dei trattati con placebo (N=72) negli 8 studi (Tab. 1).
Due erano le ipotesi da testare:
a) che il gruppo placebo “early-onset” presentasse una più rapida progressione della malattia rispetto ai pazienti placebo “late-onset"; e
b) che il gruppo "early-onset" trattato con acetil L-carnitina mostrasse una più lenta progressione della malattia rispetto ai pazienti “earlyonset" che avevano assunto placebo.
Negli 8 studi considerati la progressione della demenza di Alzheimer era stata valutata secondo scale cliniche cognitive (componente cognitiva della Alzheimer Disease Assessment Scale (ADAS-Cog); MMSE - Mini Mental State Examination; BIMC - Blessed Information Memory Concentration) e scale cliniche funzionali o globali (CDR - Clinical Dementìa Rating Scale: BDS - Blessed Dementia Scale: CGI -S e -C - Clinical Global Impression of Severity and Change), secondo 1 criteri scientifici indicati ed approvati dai vari enti regolatori intemazionali.
L’analisi statistica, in questo caso definita metaanalìsi per la valutazione retrospettiva e globale di studi diversi, è stata effettuata applicando un’analisi non parametrica standardizzata per ranghi secondo una estensione del metodo di Mantel-Haenszel. L’uso di ranghi standardizzati per ciascuna misura di efficacia, sia cognitiva che funzionale, permetteva di raggruppare informazioni omogenee da studi differenti, valutando le differenze fra la visita basale e quella di fine studio per la popolazione cosidetta di “efficacy" o comunque l’ultima visita post-basale effettuata per la popolazione “intent-to-treat". Allo scopo di standardizzare la differente durata degli studi analizzati, si è calcolato un valore medio di fine trattamento, compreso fra i 6 ed i 12 mesi a seconda della durata di ciascuno studio. Sempre seguendo il metodo di Mantel-Haenzsel è stata inoltre valutata l’applicazione dei ranghi logaritmici invece di quelli standardizzati per meglio evidenziare un eventuale gruppo di pazienti rispondenti.
RISULTATI
L'analisi descrittiva dell’andamento clinico dei pazienti placebo "early-onset" rispetto a quelli “late-onset" mostra per singolo studio e globalmente che gli "early-onset" progrediscono più rapidamente in questo confermando i risultati di altri studi clinici e rendendo attendibili i risultati di confronto fra acetil L-carnitina e placebo nel gruppo di pazienti "early-onset".
Le caratteristiche cliniche alla visita basale dei pazienti “earlyonset” risultano equamente bilanciate fra i soggetti randomizzati trattati con acetil L-camitina e quelli trattati con placebo negli 8 studi. (Tab, 2, 3).
La metaanalisi delle misure di efficacia cognitiva e funzionali mostra chiaramente una tendenza omogenea, fra le varie scale cliniche utilizzate, dei pazienti “early-onset" trattati con acetil L-carnitina a progredire più lentamente dei placebo “early-onset" (Tab. 4), raggiungendo la significatività statistica sia nella popolazione “intent-totreat” che in quella “efficacy” in numerose valutazioni cognitive e funzionali, come mostrato nelle Tabelle 5 e 6.
TABELLA 1: Elementi essenziali dello studio
(55,64) (53%) TABELLA 2: Statistica descrittiva per i parametri cognitivi al basale per la p Acetil L-camitina
Codice dello Parametro N Media Range N
Studio
TABELLA 3: Statistica descrittiva per i parametri funzionali al basale per la Acetil Lrcamitina
Codice dello Parametro N Media Range N
Studio
TABELLA 4: Statistica descrittiva per la variazione media dei valori finali ri
" ” TABELLA 5: Valori P per studi combinati da confronti di trattamento per le
Tipo di Componenti dagli studi Parametro ST-901 ST-88102 DRN2-006 6mesi Score
Cognitivo ADAS-Cog ADAS-Cog BIMC MMSE Rank
TABELLA 6; Valori P per studi combin iti da confronti di trattamento per le basale.
Tipo di Componenti dagli studi parametro ST-901 ST-88102 DRN2-006 6mesi Score

Claims (8)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Uso dell’acetil L-carnitina e dei suoi sali farmacologicamente accettabili per produrre un medicamento atto a rallentare il peggioramento del quadro sintomatologico della demenza di Alzheimer in pazienti ad insorgenza precoce di tale patologia.
  2. 2. Uso secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che il medicamento è selettivamente adatto al trattamento di pazienti che soddisfano alla definizione di pazienti "early-onset" in accordo alle norme del Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, 4th ed., revised (DSM-IV-R) della American Psychiatric Association.
  3. 3. Uso secondo la rivendicazione 2. caratterizzato dal fatto che il medicamento è selettivamente adatto a rallentare il declino di parametri primari nei pazienti “early-onset".
  4. 4. Uso secondo la rivendicazione 3, caratterizzato dal fatto che il medicamento è selettivamente adatto a rallentare il declino dell'ADAS-Cog e del CDR nei pazienti “early-onset".
  5. 5. Uso secondo la rivendicazione 1 o 4 in cui il medicamento è atto alla somministrazione orale.
  6. 6. Uso secondo la rivendicazione 1 o 4 in cui il medicamento è atto alla somministrazione parenterale.
  7. 7. Uso secondo la rivendicazione 4 in cui il medicamento è atto alla somministrazione per via endovenosa.
  8. 8. Uso secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti il cui sale farmacologicamente accettabile della acetil L-carnitina è scelto fra cloruro, bromuro, orotato, aspartato acido, citrato acido, fosfato acido, fumarato e fumarato acido, lattato, maleato e maleato acido, ossalato acido, solfato acido, glucosio fosfato, tartrato e tartrato acido.
IT96RM000360A 1996-05-24 1996-05-24 Farmaco a base di un derivato della carnitina per il trattamento della demenza di alzheimer in pazienti ad insorgenza precoce della patologia IT1284650B1 (it)

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