ITRE20100098A1 - Anta oscurante - Google Patents

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Demos Salardi
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Cormo Societa Cooperativa
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    • E06DOORS, WINDOWS, SHUTTERS, OR ROLLER BLINDS IN GENERAL; LADDERS
    • E06BFIXED OR MOVABLE CLOSURES FOR OPENINGS IN BUILDINGS, VEHICLES, FENCES OR LIKE ENCLOSURES IN GENERAL, e.g. DOORS, WINDOWS, BLINDS, GATES
    • E06B9/00Screening or protective devices for wall or similar openings, with or without operating or securing mechanisms; Closures of similar construction
    • E06B9/02Shutters, movable grilles, or other safety closing devices, e.g. against burglary
    • E06B9/04Shutters, movable grilles, or other safety closing devices, e.g. against burglary of wing type, e.g. revolving or sliding

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  • Structural Engineering (AREA)
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  • Civil Engineering (AREA)
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Description

DESCRIZIONE
del Brevetto Italiano per Invenzione Industriale dal titolo:
"ANTA OSCURANTE"
La presente invenzione riguarda un'anta oscurante, per oscurare porte o finestre.
Più in particolare, l'invenzione riguarda un'anta oscurante formata da più elementi lastriformi modulari, detti doghe o perline, tra loro complanari e affiancati, associati mediante mezzi di trattenimento reciproco ad esempio mediante tiranti o profili ad incastro, e atti ad occludere la luce di passaggio di una porta o di una finestra a cui è associata l'anta stessa.
Come è noto un'anta oscurante comprende una pluralità di tali elementi lastriformi, che sono generalmente realizzati in legno o materiale polimerico, come Polivinilcloruro (PVC) o altra materia plastica, o in materiale metallico, come ad esempio Alluminio.
Tali elementi lastriformi, che normalmente prevedono fianchi sagomati secondo profili coniugati ad esempio di tipo maschio-femmina, vengono tra loro accostati e sostanzialmente accoppiati mediante tali profili sagomati .
Ad esempio, gli elementi lastriformi presentano, poi, fori passanti che attraversano l'elemento lastriforme stesso nella direzione di affiancamento reciproco, in modo da permettere l'introduzione di tiranti nei fori stessi per collegare stabilmente tra di loro gli elementi lastriformi, a formare un'anta.
Normalmente i tiranti sono disposti a coppie, ovvero due nella zona superiore dell'anta e due nella zona inferiore della stessa.
In alternativa, specie nelle ante realizzate mediante elementi lastriformi ottenuti per estrusione (in cui la sezione trasversale è sostanzialmente costante) i profili sagomati maschio-femmina sono tali da realizzare un incastro reciproco e i vari elementi lastriformi sono trattenuti vicendevolmente da spine atte ad interporsi tra i vari elementi lastriformi stessi.
La realizzazione di tali ante oscuranti, tuttavia, non è scevra da inconvenienti, tra i quali va annoverato il fatto che gli elementi lastriformi, siano essi realizzati in PVC, in metallo o in legno, presentano irregolarità dimensionali che, nelle zone che presentano dimensioni minori del dovuto, si traducono in fessurazioni tra gli elementi lastriformi e, nelle zone che presentano dimensioni maggiori rispetto al dovuto, si traducono in eccessive forze di schiacciamento .
Tali fenomeni sono tanto più accentuati nelle doghe realizzate in legno, soggette a ritiro o a espansione termica o dovuta all'umidità che possono generare fenomeni di deformazione dell'anta.
Per ovviare a tale inconveniente è noto l'utilizzo di distanziali deformabili atti ad essere disposti in corrispondenza dei tiranti e che hanno il compito di compensare gli scostamenti della larghezza degli elementi lastriformi, sia in eccesso che in difetto, rispetto al valore di larghezza nominale richiesto.
In particolare, i distanziali di tipo noto comprendono un corpo piastriforme rigido dotato di una porzione cedevole che può compensare col proprio spessore i difetti dimensionali degli elementi lastriformi .
A seguito di un'espansione delle doghe, dovuta all'incremento della temperatura o all'umidità, si viene ad esercitare sui distanziali una forza di compressione che dapprima è atta a deformare la porzione cedevole del distanziale (ad esempio di qualche decimo di millimetro) e successivamente si scarica sulla zona rigida del distanziale ed è tale da fare penetrare tale zona rigida all'interno dell'elemento lastriforme .
Un inconveniente riscontrato nelle ante oscuranti di tipo noto che siano realizzate mediante doghe in legno, è quello che tali doghe, quando soggette a basse temperature, sono soggette ad un ritiro; a seguito di tale fenomeno la porzione deformabile dei distanziali può risultare insufficiente a recuperare i difetti di forma degli elementi lastriformi con la conseguenza che i tiranti si allentano e perdono, dunque, la loro funzione di mantenere a contatto gli stessi elementi lastriformi; ne consegue quindi una scarsa stabilità dell'intera anta oscurante.
Tale fenomeno è tanto più accentuato quando ad una fase di forte espansione delle doghe, ovvero che ha comportato nei distanziali sia la compressione della porzione cedevole cha la penetrazione della zona rigida negli elementi lastriformi, segue una fase di forte ritiro della doghe stesse; in tale circostanza, infatti, la zona rigida del distanziale rimarrà nella sua nuova posizione e la porzione cedevole, anche qualora tornasse ad avere la sua forma originaria, non è sufficiente a recuperare l'intero interspazio tra le doghe stesse e a garantire all'anta sufficiente stabilità strutturale .
Lo scopo della presente invenzione è quello di porre rimedio ai su lamentati inconvenienti nell'ambito di una soluzione semplice ed economica .
In particolare, uno scopo dell'invenzione è quello di realizzare un'anta oscurante in cui gli elementi lastriformi modulari che la costituiscono siano uniformemente distribuiti e mantenuti sostanzialmente equidistanti tra loro, anche nel caso in cui tali elementi lastriformi siano soggetti a ritiro o rigonfiamento.
Inoltre, uno scopo ulteriore del trovato è quello di consentire un più ampio recupero dei giochi tra le doghe, consentendo di realizzare con lo stesso numero di doghe ante di larghezza diversa e diminuendo la necessità di impiego di elementi lastriformi di compensazione che presentano dimensioni speciali ed influiscono negativamente sui costi di produzione dell'anta stessa.
Tali scopi sono raggiunti dalle caratteristiche dell'invenzione riportate nelle rivendicazioni indipendenti. Le rivendicazioni dipendenti delineano aspetti preferiti e/o particolarmente vantaggiosi dell'invenzione.
Ulteriori caratteristiche e vantaggi dell'invenzione risulteranno evidenti dalla lettura della descrizione seguente fornita a titolo esemplificativo e non limitativo, con l'ausilio delle figure illustrate nelle tavole allegate.
La figura 1 è una vista schematica di insieme di un'anta secondo l'invenzione.
La figura 2 è la vista assonometrica di una porzione di elemento lastriforme costituente l'anta di figura 1.
La figura 3 è la vista frontale parziale di figura 1.
La figura 4 è la sezione parziale IV-IV di figura 1.
La figura 5 è una vista ingrandita di un particolare di figura 4. Le figure 6-9 sono viste di particolari di rispettive forme di realizzazione alternative dell'invenzione, rispetto a quella illustrata in figura 5.
La figura 10 è una vista schematica di insieme di un'alternativa forma di realizzazione di un'anta realizzata mediante elementi lastriformi, ad esempio ottenuti per estrusione.
La figura 11 è una vista in pianta di figura 10.
Con riferimento a tali figure si è indicato globalmente con 1 un'anta oscurante per porte o finestre.
L'anta 1 comprende una pluralità di elementi lastriformi 2 modulari, detti doghe o perline, affiancati e mantenuti sostanzialmente a contatto mediante mezzi di trattenimento 3,5 reciproco.
L'anta 1 comprende una pluralità di elementi distanziali 4, ciascuno dei quali è interposto tra due elementi lastriformi 3 adiacenti.
Nelle figure da 1 a 9 si fa riferimento ad una prima categoria di ante 1 in cui i mezzi di trattenimento sono quattro tiranti 3, ad esempio una coppia di tiranti disposti in una zona superiore dell'anta 1 e una coppia di tiranti nella zona inferiore dell'anta stessa, come visibile in figura 1.
I tiranti 3 comprendono, ad esempio, un tondino 31, realizzato in acciaio o altro adatto materiale, con sezione cava o piena.
Ciascun tirante 3 comprende in corrispondenza delle estremità distali dello stesso mezzi di bloccaggio 33 assiale rispettivamente del primo e dell'ultimo elemento lastriforme 2 della serie di elementi lastriformi stessi.
Vantaggiosamente, ciascun elemento lastriforme 2 comprende fori passanti 21 atti ad attraversare l'intera larghezza degli elementi lastriformi stessi nella direzione di affiancamento reciproco, identificata nelle figure con la lettera A.
I tiranti 3 sono tali da infilarsi in tali fori passanti 21.
In particolare, i fori passanti 21 del primo e l'ultimo elemento lastriforme 2 della serie sono tali da essere associati ai tiranti 3 sostanzialmente con interferenza, in modo da bloccare lo scorrimento reciproco degli stessi lungo l'asse longitudinale del tirante 3; i fori passanti 21 dei restanti elementi lastriformi, ovvero quelli centrali dell'anta, sono associati ai tiranti stessi sostanzialmente con gioco, in modo che possano scorrere assialmente.
I fori passanti 21 degli elementi lastriformi di estremità presentano diametro leggermente inferiore rispetto al diametro del tirante 3, mentre i fori passanti 21 degli altri elementi lastriformi 2 centrali presentano diametro di poco maggiore rispetto al diametro dei tiranti 3.
I tiranti 3, inoltre, comprendono cianfrinature 32 realizzate in corrispondenza delle estremità distali dello stesso per il bloccaggio assiale degli elementi lastriformi 2 di estremità dell'anta 1.
I mezzi di bloccaggio 33 comprendono ognuno una vite associata di testa a ciascun tirante 3, che è atta a serrare l'elemento lastriforme 2 di estremità dell'anta stessa e mantenerlo sostanzialmente a contatto con l'elemento lastriforme adiacente.
Come visibile nelle figure gli elementi lastriformi 2 comprendono fianchi 22 sagomati con profili coniugati a maschio e femmina.
Ciascun elemento lastriforme 2 destinato ad essere disposto centralmente all'anta 1 presenta su un fianco un profilo maschio dotato di una sporgenza 23 e sul fianco opposto un profilo femmina dotato di un incavo 24, avente profilo coniugato con la sporgenza 23. Gli elementi lastriformi 2 di estremità presentano, come noto, uno solo dei suddetti profili.
Gli elementi distanziali 4, posti ad esempio tra la sporgenza 23 e l'incavo 24 di due elementi lastriformi 2 adiacenti, comprendono mezzi elastici di spinta 40 atti a spingere detti elementi lastriformi 2 in allontanamento reciproco.
Gli elementi distanziali 4 presentano nella fattispecie sviluppo longitudinale ridotto, interessando una piccola porzione dello sviluppo longitudinale dell'elemento lastriforme 2 in corrispondenza di una zona superiore, inferiore ed, eventualmente centrale, dell'anta 1.
In una prima forma di realizzazione, mostrata nelle figure 2-5 gli elementi distanziali 4 comprendono un corpo di compensazione 42, ad esempio una piastra rigida dotata di una superficie d'appoggio 43 atta ad appoggiarsi ad un elemento lastriforme 2 e di un'asola 41 passante atta ad essere infilata sul rispettivo tirante 3. Al corpo di compensazione 42 sono associati i mezzi di spinta, genericamente indicati con 40 in Fig. 2, che agiscono sull'elemento lastriforme 2 adiacente .
In particolare, i mezzi di spinta 40 sono tali da mantenere sempre equidistanti i vari elementi lastriformi 2 tra loro, anche qualora fossero soggetti ad espansione e/o ritiro dimensionale differente da elemento lastriforme ad elemento lastriforme, esercitando una spinta costante tra gli stessi atta a provocare lo scorrimento, lungo l'asse dei tiranti, degli elementi lastriformi 2 disposti nella zona centrale dell'anta 1.
In tale prima forma di realizzazione (Figg. 2-5) i mezzi di spinta 40 comprendono un elemento elastico realizzato mediante uno strato 46 di materiale elastomerico associato solidalmente, ad esempio mediante incollaggio o altro mezzo di fissaggio, al corpo di compensazione 42 in corrispondenza della superficie opposta alla superficie d'appoggio 43.
Tutti gli strati 46 elastomerici dell'anta 1 sono sostanzialmente uguali tra loro in modo da poter esercitare la stessa forza su tutti gli elementi lastriformi 2 e presentare gli stessi ingombri spaziali.
La superficie d'appoggio 43 del corpo di compensazione 42, in particolare, è atta ad essere appoggiata ad uno tra la sporgenza 23 e l'incavo 24 (nell'esempio raffigurato all'incavo 24) di uno degli elementi lastriformi 2, mentre lo strato elastomerico 46 è tale da definire un'ulteriore superficie d'appoggio, disposta da parte opposta rispetto alla superficie 43, per l'appoggio all'altro tra la sporgenza 23 e l'incavo 24 (nell'esempio alla sporgenza 23) dell'elemento lastriforme 2 adiacente.
In una seconda forma di realizzazione, mostrata in figura 6, i mezzi di spinta 40 e il corpo di compensazione 42 sono realizzati in pezzo unico.
Nella fattispecie, i mezzi di spinta 40 comprendono una molla di compressione 451, ad esempio del tipo di una molla elicoidale.
La molla di compressione 451 è direttamente interposta tra l'incavo 24 e la sporgenza 23 di due rispettivi elementi lastriformi 2 adiacenti e, ad esempio, è infilata sul tirante 31.
In tal caso il corpo di compensazione 42 rigido è definito dalla stessa molla di compressione 451 quando questa è sostanzialmente a pacco .
Tutte le molle di compressione 451 sono sostanzialmente uguali tra loro, in modo da poter esercitare la stessa forza su tutti gli elementi lastriformi 2 e presentare gli stessi ingombri spaziali. In una terza forma di realizzazione mostrata nella figura 7 il corpo di compensazione 42 e i mezzi di spinta 40 sono due corpi separati che sono destinati, in uso, ad essere tra loro associati solidalmente .
In particolare, il corpo di compensazione 42 è una piastra rigida dotata di una superficie d'appoggio 43 e asole 41, del tutto analoga a quella descritta in precedenza relativamente alla prima forma di realizzazione e atta ad essere infilata sui tiranti 3.
I mezzi di spinta 40, in tale forma realizzativa, comprendono un elemento elastico del tipo di una ulteriore molla di compressione 452, anch'essa ad esempio elicoidale.
La superficie opposta alla superficie d'appoggio 43 della piastra rigida che costituisce il corpo di compensazione 42 è associata solidalmente ad una spira d'estremità della molla di compressione 452.
Anche in tal caso, tutte le molle di compressione 452 sono sostanzialmente uguali tra loro, in modo da poter esercitare la stessa forza su tutti gli elementi lastriformi 2 e presentare gli stessi ingombri spaziali.
In un'ulteriore alternativa forma di realizzazione mostrata nelle figure 8 e 9 i mezzi di spinta 40 comprendono una molla a balestra 47.
Ogni molla a balestra 47 dell'anta 1 presenta le stesse caratteristiche in modo tale che ciascuna molla a balestra stessa determini una uguale spinta tra gli elementi lastriformi 2 e presenti il medesimo ingombro spaziale.
Nella forma di realizzazione di figura 8 la molla a balestra 47 è direttamente interposta tra l'incavo 24 e la sporgenza 23 di due rispettivi elementi lastriformi 2 adiacenti e, ad esempio, può comprendere un foro passante (non illustrato) atto ad infilarsi sul tirante 3.
In tal caso il corpo di compensazione 42 rigido è definito dalla stessa molla a balestra 47 quando questa è al massimo della compressione .
L'elemento distanziale 4 di figura 9 differisce da quello di figura 8 per la presenza di un corpo di compensazione 42 formato da una piastra rigida associata solidalmente, in uso, alla molla a balestra 47.
La piastra rigida è anche in questo caso dotata di una superficie d'appoggio 43, destinata ad essere appoggiata all'incavo 24 o alla sporgenza 23 dell'elemento lastriforme 2 e, dalla parte opposta di essa, è associata solidalmente ad un'estremità assiale della molla a balestra 47 (o realizzata in pezzo unico con essa).
Una volta assemblata l'anta 1 mediante l'interposizione degli elementi distanziali 4 sopradescritti tra gli elementi lastriformi 2, il serraggio delle viti 33 al tondino 31 è tale da mantenere uniti (e sostanzialmente a pacco) i vari elementi lastriformi 2 dell'anta stessa, in modo da precaricare leggermente i mezzi di spinta 40.
Per ottenere ciò è necessario serrare le viti 33 dei tiranti 3 in modo da esercitare una forza di compressione fra i vari mezzi di spinta 40 (ovvero lo strato 46 o le molle di compressione 451,452 o le molle a balestra 47), i quali non risultino né in configurazione di massima compressione né di massima espansione.
In tal modo tali mezzi di spinta 40 potranno reagire sia all'espansione degli elementi lastriformi 2, mediante un'ulteriore compressione rispetto a quella esercitata dai tiranti 3, che al ritiro degli stessi elementi lastriformi, mediante l'espansione dei mezzi di spinta stessi che si mantengono sempre a contatto forzato con l'elemento lastriforme 2 su cui esercitano la spinta.
I mezzi di spinta 40 sono tali da esercitare una forza costante ed uniforme sugli elementi lastriformi 2 dell'anta 1 nel verso di allontanamento reciproco e, dunque, mantenere gli stessi sostanzialmente equidistanti.
Qualora uno o più degli elementi lastriformi 2 avesse una larghezza (dimensione degli stessi lungo l'asse di affiancamento A) minore o maggiore della dimensione nominale voluta, i mezzi di spinta 40 (ovvero la molla di compressione 451, 452 o lo strato elastomerico 46 o la molla a balestra 47) andrebbero a compensare tale scostamento, estendendosi o comprimendosi rispettivamente, e a ridistribuire i vari elementi lastriformi 2, mediante lo scorrimento degli stessi sui tiranti 3, in modo da riequilibrare le forze di spinta dell'intera serie di elementi distanziali.
Ciò accade anche qualora, nel tempo, le dimensioni degli elementi lastriformi 2 (ad esempio nel caso siano doghe in legno) dovessero variare, aumentando o diminuendo lo spessore.
Nelle figure 10 e il, si fa riferimento ad un'anta 1 in cui gli elementi lastriformi 2 sono ottenuti per estrusione (ad esempio per elementi lastriformi metallici o in materia plastica), in cui i fianchi 22 degli stessi, presentano profili a maschio e femmina atti ad essere associati reciprocamente ad incastro.
Il fianco 22 con profilo femmina presenta una guida di scorrimento 25 longitudinale nel cui è inseribile a scorrimento un profilo coniugato 26 realizzante il profilo maschio del fianco 22 di un elemento lastriforme adiacente.
La guida di scorrimento 25, inoltre, presenta elementi di battuta atti a trattenere il profilo coniugato in ogni direzione ortogonale alla direzione di scorrimento (ovvero la direzione longitudinale degli elementi lastriformi 2).
I mezzi di trattenimento in tal caso comprendono perni 5, ad esempio spinotti zigrinati o filettati, che sono atti ad essere inseriti, con asse longitudinale parallelo all'asse longitudinale degli elementi lastriformi 2, in corrispondenza delle estremità superiore ed inferiore degli elementi lastriformi stessi ed, in particolare, interposti tra i fianchi 22.
I perni 5 sono tali da impedire lo scorrimento reciproco tra i vari elementi lastriformi.
In tale categoria di ante 1 gli elementi distanziali 4, che sono interposti tra gli elementi lastriformi 2 ad esempio in corrispondenza di una zona centrale dell'anta 1 compresa tra l'estremità inferiore e l'estremità superiore degli elementi lastriformi stessi, comprendono anch'essi mezzi di spinta, indicati genericamente con il numero 40 in figura 10, atti a spingere gli elementi lastriformi 2 in allontanamento reciproco.
I mezzi di spinta 40, che in figura 1 sono solo schematicamente indicati, sono del tutto simili a quelli sopra descritti per la prima categoria di ante ed in breve possono comprendere molle di compressione (ad es. di tipo elicoidale), molle a balestra e strati di materiale elastomerico, tali da essere interposti tra i fianchi 22 di elementi lastriformi 2 adiacenti.
I mezzi di spinta 40, disposti in una zona centrale dell'anta sono tali da esercitare una spinta di allontanamento tra gli elementi lastriformi atta a mantenere sempre in tensione le porzioni di estremità degli stessi e dunque permettere un'elevata stabilità strutturale dell'anta.
Inoltre, gli elementi distanziali 4 possono comprendere un corpo di compensazione (analogo a quello descritto per la prima categoria di ante) che può essere realizzato in pezzo unico con i mezzi di spinta 40 o da esso separato.
In alternativa, lo stesso perno 5 può fungere oltre che da mezzo di trattenimento tra gli elementi lastriformi 2 anche da ulteriore corpo di compensazione rigido.
Secondo l'invenzione, vantaggiosamente, si realizzano ante sempre stabili dal punto di vista meccanico e che, al contempo, risultano di elevata gradevolezza estetica, presentando una distribuzione sempre e comunque uniforme degli elementi lastriformi 2.
Ovviamente all'invenzione in oggetto potranno venire apportate numerose modifiche di natura pratico-applicativa, senza con ciò uscire dall'ambito dell'idea inventiva come sotto rivendicata.

Claims (11)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Anta (1) oscurante che comprende una pluralità di elementi lastriformi (2) complanari, affiancati e uniti mediante mezzi di trattenimento (3,5) reciproco, e una pluralità di elementi distanziali (4) interposti tra elementi lastriformi (2) adiacenti caratterizzato dal fatto che detti elementi distanziali (4) comprendono mezzi elastici di spinta (40) atti a spingere detti elementi lastriformi (2) in allontanamento reciproco.
  2. 2. Anta (1), secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detti mezzi elastici di spinta (40) comprendono una molla di compressione (451,452).
  3. 3. Anta (1), secondo la rivendicazione 1, caratterizzata dal fatto che detti mezzi elastici di spinta (40) comprendono una molla a balestra (47).
  4. 4. Anta (1), secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che ciascun elemento distanziale (4) comprende almeno un corpo di compensazione (42) sostanzialmente rigido a contatto con almeno uno degli elementi lastriformi (2).
  5. 5. Anta (1), secondo la rivendicazione 4, caratterizzata dal fatto che i mezzi di spinta (40) sono associati solidalmente a detto corpo di compensazione (42).
  6. 6. Anta (1), secondo la rivendicazione 4, caratterizzato dal fatto che i mezzi di spinta (40) e il corpo di compensazione (42) sono realizzati in pezzo unico.
  7. 7. Anta (1), secondo la rivendicazione 1, caratterizzata dal fatto che detti mezzi di trattenimento comprendono almeno un tirante (3) e ciascuno di detti elementi distanziali (4) è disposti in corrispondenza dell'almeno un tirante (3), detti mezzi di spinta (40) esercitando una spinta sostanzialmente localizzata sugli elementi lastriformi (2).
  8. 8. Anta (1), secondo la rivendicazione 7, caratterizzato dal fatto che almeno uno tra il corpo di compensazione (42) e i mezzi di spinta (40) definisce almeno un'asola (41) passante atta ad infilarsi su detto almeno un tirante (3).
  9. 9. Anta (1), secondo la rivendicazione 4, caratterizzato dal fatto che il corpo di compensazione (42) e i mezzi di spinta (40) presentano sviluppo longitudinale sostanzialmente minore dello sviluppo longitudinale degli elementi lastriformi (2).
  10. 10. Anta (1), secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detti mezzi di trattenimento comprendono una pluralità di perni (5) tra elementi lastriformi (2) adiacenti per il trattenimento reciproco .
  11. 11. Metodo per la compensazione della distanza reciproca tra elementi lastriformi (2) modulari di un'anta (1) oscurante dotata di almeno due elementi lastriformi (2) di estremità in posizione sostanzialmente fissa caratterizzato dal fatto di comprendere la fase di spingere uniformemente gli elementi lastriformi (2) compresi tra detti elementi lastriformi di estremità in allontanamento reciproco.
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