ITRE20070024A1 - '' forno a tunnel modulare, metodo e attrezzatura per il montaggio dello stesso '' - Google Patents

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ITRE20070024A1
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IT
Italy
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side panel
bottom element
support surface
modular
support
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Application number
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English (en)
Inventor
Elio Filippini
Giuseppe Pifferi
Original Assignee
Sacmi Forni Spa
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    • FMECHANICAL ENGINEERING; LIGHTING; HEATING; WEAPONS; BLASTING
    • F27FURNACES; KILNS; OVENS; RETORTS
    • F27BFURNACES, KILNS, OVENS, OR RETORTS IN GENERAL; OPEN SINTERING OR LIKE APPARATUS
    • F27B9/00Furnaces through which the charge is moved mechanically, e.g. of tunnel type; Similar furnaces in which the charge moves by gravity
    • F27B9/02Furnaces through which the charge is moved mechanically, e.g. of tunnel type; Similar furnaces in which the charge moves by gravity of multiple-track type; of multiple-chamber type; Combinations of furnaces
    • F27B9/029Multicellular type furnaces constructed with add-on modules

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  • Engineering & Computer Science (AREA)
  • Mechanical Engineering (AREA)
  • General Engineering & Computer Science (AREA)
  • Furnace Charging Or Discharging (AREA)
  • Lining And Supports For Tunnels (AREA)
  • Tunnel Furnaces (AREA)
  • Conveying And Assembling Of Building Elements In Situ (AREA)

Description

DESCRIZIONE
del Brevetto Italiano per Invenzione Industriale dal titolo:
“FORNO A TUNNEL MODULARE, METODO E ATTREZZATURA PER IL MONTAGGIO
DELLO STESSO”
La presente invenzione riguarda un forno a tunnel per la cottura di prodotti ceramici, tipicamente piastrelle, nonché un metodo ed una attrezzatura per il montaggio del forno stesso.
Come è noto, un forno a tunnel per la cottura di prodotti ceramici comprende generalmente una struttura di supporto esterna, realizzata tipicamente in materiale metallico, la quale è internamente ricoperta da un rivestimento di materiale refrattario che definisce un lungo tunnel di cottura, la cui temperatura interna è generata e controllata per mezzo di una pluralità di bruciatori.
I prodotti ceramici sono fatti avanzare all’interno del tunnel di cottura stando in appoggio su appositi dispositivi trasportatori, i quali sono realizzati in modo da resistere alle alte temperature d’esercizio.
Generalmente la lunghezza di un tunnel di cottura può raggiungere valori di parecchie decine di metri, e può variare secondo le esigenze specifiche del forno cui è destinato.
Per queste ragioni, i forni a tunnel sono solitamente modulari, ossia sono composti da una successione di moduli prefabbricati componibili, ciascuno dei quali è atto a definire un tratto limitato del tunnel di cottura.
Ogni modulo componibile comprende generalmente un’unica struttura metallica di sostegno a forma di canale, la quale è internamente rivestita di materiale refrattario.
I moduli componibili sono fabbricati in stabilimenti appositamente dedicati, e vengono successivamente trasportati nel luogo d’installazione, dove vengono disposti in fila e fissati adiacenti gli uni agli altri, sino ad ottenere un canale continuo della lunghezza desiderata, il quale viene infine completato in opera con una copertura di materiale refrattario che chiude il cielo del canale, delimitando all’interno di quest’ultimo il tunnel di cottura. Come facilmente comprensibile, per trasferire i moduli componibili dagli stabilimenti di fabbricazione al luogo d’installazione, gli stessi devono necessariamente essere stivati all’interno di opportuni contenitori, ad esempio all’interno di container.
A causa della conformazione a canale, i moduli componibili occupano molto spazio all’interno dei suddetti contenitori, lasciando ampi volumi inutilizzati.
Per questa ragione, il trasporto richiede generalmente un elevato numero di contenitori, che vengono sfruttati solo in modo parziale, con conseguenti ripercussioni in termini di costo.
Scopo della presente invenzione è quello di superare il menzionato inconveniente, rendendo disponibile un forno a tunnel modulare che possa essere trasportato in modo più efficiente ed economico rispetto alla tecnica nota.
Ulteriore scopo dell’invenzione è quello di rendere disponibile un metodo ed un’attrezzatura per il montaggio di detto forno a tunnel modulare.
Infine, l’invenzione si propone di raggiungere i menzionati obiettivi nell’ambito di una soluzione semplice, razionale e dal costo contenuto.
Tali scopi sono raggiunti dall’invenzione così come caratterizzata nelle rivendicazioni indipendenti. Le rivendicazioni dipendenti delineano aspetti e caratteristiche preferite dell’invenzione.
In generale, si rende disponibile un forno modulare per la cottura di prodotti ceramici del tipo comprendente una pluralità di moduli componibili disposti in fila, i quali sono globalmente atti a realizzare una struttura esterna di supporto che sostiene un rivestimento interno di materiale refrattario atto a definire un tunnel di cottura per i prodotti ceramici.
Secondo l’invenzione, ogni singolo modulo componibile è a sua volta modulare, nel senso che è realizzato grazie all’assemblaggio di un insieme di elementi componibili prefabbricati.
In particolare, detti elementi prefabbricati comprendono due distinte fiancate laterali, reciprocamente contrapposte, tra le quali è interposto almeno un elemento di fondo, e mezzi di fissaggio atti a fissare dette fiancate laterali a detto elemento di fondo.
Grazie a questa soluzione, le fiancate laterali e l’elemento di fondo possono essere fabbricati in stabilimenti appositamente dedicati, ed essere trasportati nel luogo d’installazione in modo più semplice, razionale ed economico rispetto alla tecnica nota, occupando efficacemente la maggior parte dello spazio disponibile all’interno degli usuali contenitori di stivaggio.
Dopo aver raggiunto il luogo di installazione, le fiancate laterali potranno quindi essere assemblate all’elemento di fondo, in modo da realizzare il modulo componibile completo, il quale sarà infine accostato e fissato ad altri analoghi moduli componibili per realizzare il forno a tunnel.
Preferibilmente, tra ciascuna fiancata laterale e l’elemento di fondo sono interposti mezzi di tenuta atti a realizzare una tenuta pneumatica, che garantisce l’ermeticità del tunnel di cottura nel forno finito.
Preferibilmente, le fiancate laterali sono identiche tra loro in sezione trasversale, e sono fissate in modo reciprocamente speculare ai lati opposti dell’elemento di fondo.
In questo modo, si riduce efficacemente il numero di elementi prefabbricati che debbono essere realizzati per consentire la realizzazione del forno a tunnel, riducendo significativamente i costi di produzione e di montaggio.
Secondo un preferito aspetto dell’invenzione, sia le fiancate laterali sia l’elemento di fondo comprendono un telaio portante, preferibilmente realizzato in materiale metallico, sul quale è fissata una parete di materiale refrattario.
Il telaio portante è destinato a realizzare una porzione della struttura esterna di supporto del forno a tunnel, mentre la parete di materiale refrattario è destinata a realizzare una porzione del rivestimento interno che delimita il tunnel di cottura.
Più in particolare, il telaio portante dell’elemento di fondo è conformato come una base piana orizzontale, sulla quale è posta in appoggio una parete sostanzialmente piana di materiale refrattario. Il telaio portante di ciascuna fiancata laterale presenta invece un profilo trasversale conformato sostanzialmente a L, comprendente una stretta porzione orizzontale di base su cui poggia una parete sostanzialmente verticale di materiale refrattario, ed una più estesa porzione saliente atta a sostenere lateralmente il dorso di detta parete di materiale refrattario.
Ciascuna fiancata laterale comprende preferibilmente una pluralità di piedini di supporto al suolo, i quali sono fissati alla detta porzione di base del telaio portante, al di sotto della parete di materiale refrattario.
Secondo un preferito aspetto dell’invenzione, i mezzi di fissaggio comprendono, per ciascuna fiancata laterale, almeno una mensola sporgente, la quale è resa solidale all’elemento di fondo ed è posizionata sotto la fiancata laterale.
La distanza che separa la mensola sporgente dal bordo inferiore della fiancata laterale consente efficacemente di compensare eventuali errori di fabbricazione delle parti.
I mezzi di fissaggio comprendono inoltre mezzi di compensazione che sono interposti tra detta mensola sporgente e la fiancata laterale, e mezzi di bloccaggio atti a mantenere a pacco detti mezzi di compensazione tra la mensola sporgente e la fiancata laterale.
Secondo una prima forma di attuazione dell’invenzione, i mezzi di compensazione comprendono elementi di spessoramento di varie dimensioni, ad esempio una o più piastrine metalliche sovrapposte, le quali vengono interposte tra la mensola sporgente e la fiancata laterale.
Secondo una diversa forma di attuazione, i mezzi di compensazione comprendono almeno una vite di compensazione orientata verticalmente, la quale è avvitata in un foro filettato ricavato nella mensola sporgente, in modo da agire dal basso verso l’alto contro la fiancata laterale.
In questo modo, regolando la vite di compensazione è efficacemente possibile creare un collegamento diretto tra la mensola sporgente e la porzione di base della fiancata laterale, che compensa la distanza reciproca.
I mezzi di bloccaggio comprendono preferibilmente almeno una vite di serraggio orientata verticalmente, la quale si infila liberamente in un foro ricavato nella mensola sporgente e si avvita in un foro filettato ricavato nella sovrastante fiancata laterale. In questo modo, la vite di serraggio è atta ad agire nel senso di stringere verticalmente a pacco la mensola sporgente e la fiancata laterale contro i mezzi di compensazione interposti tra esse.
In alternativa o in aggiunta a detta vite di serraggio, l’invenzione prevede che i mezzi di bloccaggio possano comprendere una o più saldature atte a unire la mensola sporgente alla fiancata laterale, con interposti i mezzi di compensazione.
Secondo un ulteriore preferito aspetto dell’invenzione, è previsto completare il modulo componibile, collegando direttamente la sommità delle fiancate laterali mediante una o più traverse rigide, realizzate ad esempio in materiale metallico, le quali potranno essere destinate a fungere anche da supporto per la copertura del forno a tunnel.
L’invenzione rende inoltre disponibile un metodo per un corretto ed efficace assemblaggio delle fiancate laterali e dell’elemento di fondo, nonché un attrezzatura di montaggio atta a facilitare lo svolgimento di tale metodo.
Ulteriori caratteristiche e vantaggi dell’invenzione risulteranno evidenti dalla lettura della descrizione seguente fornita a titolo esemplificativo e non limitativo, con l’ausilio delle figure illustrate nelle tavole allegate, in cui:
- la figura 1 è una vista frontale di un modulo componibile per la realizzazione di un forno a tunnel secondo l’invenzione;
- la figura 2 è una vista frontale di una fiancata laterale del modulo componibile di figura 1;
- la figura 3 è la vista laterale della fiancata laterale di figura 2;
- la figura 4 è una vista frontale di un elemento di fondo del modulo componibile di figura 1;
- la figura 5 è una vista in pianta dell’elemento di fondo di figura 4;
- la figura 6 è una vista frontale di un’attrezzatura di montaggio utilizzata per l’assemblaggio del modulo componibile di figura 1;
- la figura 7 è una vista in pianta dell’attrezzatura di montaggio di figura 6;
- la figura 8 è una vista laterale dell’attrezzatura di montaggio di figura 6;
- le figure 9a e 9b sono rispettivamente una vista frontale ed una vista laterale di un telaio smontabile dell’attrezzatura di figura 6; - la figura 10 è il dettaglio A di figura 7 in scala ingrandita;
- la figura 11 è la sezione XI-XI di figura 10;
- la figura 12 è il dettaglio B di figura 8 in scala ingrandita;
- la figura 13 è una vista frontale dell’attrezzatura di montaggio di figura 6, durante una prima fase dell’assemblaggio del modulo componibile di figura 1;
- le figure 14 e 15 sono una vista in pianta di figura 13 mostrata in due istanti successivi di detta prima fase di assemblaggio;
- la figura 16 è una vista laterale di figura 13 al termine di detta prima fase di assemblaggio;
- la figura 17 è il dettaglio C di figura 16 in scala ingrandita;
- le figure 18 e 19 sono una vista frontale dell’attrezzatura di montaggio di figura 6, durante due istanti successivi di una seconda fase dell’assemblaggio del modulo componibile di figura 1;
- la figura 20 è una vista laterale dell’attrezzatura illustrata nelle figure 18 e 19, durante detta seconda fase dell’assemblaggio; - le figure 21 e 22 sono i dettagli rispettivamente E ed F di figura 20;
- la figura 23 è la sezione XXIII-XXIII di figura 21;
- la figura 24 è una vista frontale parziale dell’attrezzatura di montaggio di figura 6, durante una terza fase del procedimento di assemblaggio del modulo componibile di figura 1;
- la figura 25 è il dettaglio H di figura 24 in scala ingrandita;
- le figure 26 e 27 sono una vista laterale di figura 24 mostrata in due istanti diversi durante detta terza fase dell’assemblaggio;
- la figura 28 è una vista frontale dell’attrezzatura di montaggio di figura 6, al termine di detta terza fase del procedimento di assemblaggio del modulo componibile di figura 1;
- la figura 29 è la figura 28 mostrata dopo una fase di fissaggio delle parti prefabbricate che formano il modulo componibile di figura 1;
- la figura 30 è il dettaglio L di figura 29 in scala ingrandita;
- la figura 31 è un’alternativa alla soluzione mostrata in figura 29.
Il modulo componibile 1 illustrato in figura 1 è destinato ad essere disposto in fila con altri identici moduli componibili 1, in modo da realizzare un forno a tunnel per la cottura di prodotti ceramici.
Complessivamente, il modulo componibile 1 comprende una struttura di supporto esterna 10 a forma di canale, preferibilmente di materiale metallico, la quale è ricoperta internamente da un rivestimento 11 di materiale refrattario destinato a definire, in associazione con il rivestimento refrattario degli altri moduli componibili 1, un tunnel di cottura in cui vengono fatti avanzare i prodotti ceramici all’interno del forno.
Il modulo componibile 1 è realizzato in forma modulare, ossia è realizzato tramite l’assemblaggio di un gruppo di componenti prefabbricati, i quali possono essere vantaggiosamente realizzati in stabilimenti dedicati, ed essere montati direttamente nel luogo di installazione.
In particolare, i componenti prefabbricati che compongono il modulo componibile 1 comprendono un elemento di fondo 2 sostanzialmente piano, e due fiancate laterali 3 a sviluppo prevalentemente verticale.
Come illustrato in figura 2, ogni fiancata laterale 3 comprende un telaio portante 30, preferibilmente realizzato in elementi d’acciaio, sul quale è installata una parete 31 di materiale refrattario.
Il telaio portante 30 è destinato a realizzare una porzione della struttura di supporto 10 del modulo componibile 1, mentre la parete di materiale refrattario 31 è destinata a realizzare una porzione del rivestimento refrattario 11.
In particolare, il telaio portante 30 presenta una sezione trasversale conformata sostanzialmente a L, comprendente una porzione di base 32 ed una porzione laterale saliente 33 reciprocamente ortogonali.
Sulla porzione di base 32 poggia la già menzionata parete 31 di materiale refrattario, la quale si sviluppa prevalentemente in senso verticale ed il cui dorso è sostenuto lateralmente dalla porzione saliente 33.
Sul telaio portante 30 sono inoltre installate due lamiere sagomate 34, di cui una prima lamiera sagomata è posta in corrispondenza dello spigolo tra la porzione di base 32 e la porzione saliente 33, mentre la seconda lamiera sagomata è posta alla sommità della porzione saliente 33.
Ciascuna lamiera sagomata 34 si sviluppa longitudinalmente per l’intera lunghezza della fiancata laterale 3, in modo da definire un canale longitudinale vuoto, in cui possono essere alloggiati ad esempio i condotti di passaggio dell’aria comburente del forno a tunnel.
Il telaio portante 30 comprende inoltre quattro piedini di supporto, di cui due piedini interni 35 e due piedini esterni 36, i quali sono fissati saldamente al di sotto della porzione di base 32 e sono destinati a stare in appoggio al suolo.
Ovviamente, le superfici d’appoggio al suolo di tutti i piedini di supporto 35,36 giacciono in uno stesso piano orizzontale, il quale deve essere il più possibile parallelo alla porzione di base del telaio portante 30.
Come illustrato in figura 3, i piedini di supporto esterni 36 sono posti in corrispondenza delle opposte estremità del telaio portante 30, e sono reciprocamente separati da un interasse D1.
I piedini di supporto interni 35 sono invece leggermente distanziati dalle opposte estremità del telaio portante 3, e sono reciprocamente separati da un interasse D2 più piccolo.
Come illustrato in figura 2, i piedini di supporto esterni 36 sono reciprocamente allineati nella direzione dello sviluppo longitudinale della fiancata laterale 3, ossia in una direzione parallela allo spigolo formato dalla porzione di base 32 e dalla porzione saliente 33 del telaio portante 30.
Anche i piedini di supporto interni 35 sono allineati tra loro lungo una direzione parallela allo sviluppo longitudinale della fiancata laterale 3, ma sono spostati rispetto ai piedini esterni 36 di una quantità D3.
In questo modo, i piedini di supporto esterni 35 ed interni 36 risultano disposti in pianta sostanzialmente ai vertici di un trapezio isoscele.
Come illustrato in figura 2, il telaio portante 30 presenta inoltre una prima coppia di fori di riferimento 37, i quali sono ricavati ad un’estremità della porzione saliente 33 ed hanno assi orizzontali paralleli allo sviluppo longitudinale della fiancata laterale 3.
Detti fori di riferimento 37 sono verticalmente allineati tra loro e sormontano i piedini di supporto esterni 36, cosicché i loro assi giacciono in uno stesso piano verticale perpendicolare alla porzione di base 32 del fianco laterale 3.
Inoltre, i fori di riferimento 37 sono posti a quote differenti rispetto alla superficie d’appoggio al suolo dei piedini di supporto esterni 36, dalla quale sono separati rispettivamente da una distanza D4 e D5.
Il telaio portante 30 presenta infine una seconda coppia di fori di riferimento 37, esattamente allineati con quelli sopra descritti, i quali sono ricavati all’estremità opposta del fianco laterale 3 (v. fig.3).
Come illustrato nelle figure 4 e 5, l’elemento di fondo 2 ha una forma sostanzialmente rettangolare in pianta, e comprende una base piana portante 20, preferibilmente realizzata in elementi d’acciaio, sulla quale è installata una parete orizzontale 21 di materiale refrattario avente spessore pressoché costante.
La base piana 20 è destinata a realizzare una porzione della struttura di supporto 10 del modulo componibile 1, mentre la parete di materiale refrattario 21 è destinata a realizzare una porzione del rivestimento refrattario 11.
Si desidera qui osservare che le pareti di materiale refrattario 21 e 31 appartenenti rispettivamente all’elemento di fondo 2 e alle fiancate laterali 3 sono generalmente formate da pannelli e/o da mattoni di materiale refrattario le cui caratteristiche, e la cui disposizione reciproca, sono ben note nel campo della fabbricazione dei forni a tunnel, e non vengono pertanto illustrate nella presente trattazione.
Come illustrato in figura 1, le fiancate laterali 3 del modulo componibile 1 sono posizionate in modo reciprocamente speculare da parti opposte dell’elemento di fondo 2.
In particolare, esse sono poste adiacenti a due lati opposti 22 dell’elemento di fondo 2, i quali hanno la stessa lunghezza delle fiancate laterali 3, e sono singolarmente ricoperti da un materassino 23 di fibra isolante e resistente alle alte temperature che si interpone tra essi e la relativa fiancata laterale 3 (Fig.1).
Detto materassino di fibra 23 garantisce un’efficace tenuta pneumatica tra l’elemento di fondo 2 e le fiancate laterali 3, in modo da permettere la realizzazione di un tunnel di cottura ermeticamente chiuso.
Come illustrato in figura 1, ogni materassino di fibra 23 viene superiormente ricoperto da una fila di mattoni di materiale refrattario 24, i quali vengono inseriti all’interno di un rispettivo canale d’accoglimento 25 che rimane definito tra la fiancata laterale 3 e l’elemento di fondo 2, e che si sviluppa per l’intera lunghezza del modulo 1.
Detta fila di mattoni di materiale refrattario 24 è atta a coprire il relativo materassino di fibra 23 rispetto all’ambiente interno del tunnel di cottura, in modo da preservare la funzionalità del materassino 23 durante l’utilizzo del forno.
Le fiancate laterali 3 sono fissate all’elemento di fondo 2 mediante due coppie di mensole sporgenti 40, le quali sono fissate complanari sul fondo della base piana 20 e sporgono lateralmente dai lati opposti 22 dell’elemento di fondo 2.
Le mensole sporgenti 40 di ciascuna coppia sono poste alle estremità del relativo lato 22 (v. fig.5), in modo da non interferire con i piedini anteriori 35 della fiancata laterale 3, e sono distanziate dalle mensole sporgenti 40 dell’altra coppia di una quantità costante D6 (v. fig.4).
Come illustrato in figura 1, le mensole sporgenti 40 di ciascuna coppia si collocano ad una quota inferiore sotto la porzione di base 32 della relativa fiancata laterale 3, verticalmente allineate con un rispettivo piatto di collegamento 43 che è saldamente fissato alla porzione di base 32 della fiancata laterale 3.
Ogni mensola sporgente 40 è collegata e fissata a detto piatto di collegamento 43 mediante mezzi che saranno decritti meglio in seguito.
Le fiancate laterali 3 sono inoltre collegate tra loro mediante una o più traverse rigide 12, le quali sono fissate ai rispettivi telai portanti 30, in corrispondenza della sommità della porzione saliente 33 e sormontano l’elemento di fondo 2.
Secondo l’invenzione, l’assemblaggio del modulo componibile 1 è realizzato mediante un’attrezzatura di montaggio che comprende una struttura rigida 5 illustrata nelle figure da 6 a 8.
Detta struttura rigida 5 comprende un telaio orizzontale di supporto 6, il quale è dotato di appositi piedini d’appoggio 60 che sono destinati ad essere stabilmente fissati al suolo.
Come illustrato in figura 7, il telaio di supporto 6 comprende due identiche barre longitudinali 61, le quali giacciono in un piano orizzontale comune, dove sono perfettamente parallele tra loro e reciprocamente contrapposte.
Dette barre longitudinali 61 sono saldate a due barre trasversali 62, anch’esse reciprocamente parallele, le quali sono complanari alle barre laterali 61 e sono disposte trasversalmente rispetto alle stesse, in modo da rendere rigido il telaio orizzontale 6.
Detto telaio orizzontale 6 è ulteriormente irrigidito da una coppia di tiranti 63, ciascuno dei quali è disposto in diagonale ad unire due piatti angolari 64 che sono saldati ai vertici del telaio 6 stesso.
Le barre longitudinali 61 sono due profilati d’acciaio aventi sezione trasversale prismatica, cosicché il fianco superiore di ciascuno di essi rende disponibile una stretta superficie d’appoggio orizzontale piana 65, che si estende per tutto lo sviluppo della relativa barra longitudinale 61.
Ciascuna barra longitudinale 61 comprende due distinti elementi di riferimento laterali 66, i quali sono saldati in corrispondenza delle opposte estremità della barra longitudinale 61 stessa, dove sporgono verticalmente dalla superficie d’appoggio 65 (v. anche figg.6 e 8). In particolare, detti elementi di riferimento laterali 66 sono entrambi disposti lungo il bordo esterno della superficie d’appoggio 65, ossia quello che è rivolto dalla parte opposta rispetto alle barre trasversali 62, e sono reciprocamente allineati nel senso dello sviluppo assiale della relativa barra longitudinale 61, separati da un interasse S1 sostanzialmente uguale all’interasse D1 che separa i piedini esterni 36 di una fiancata laterale 3 (v. fig.7).
A ciascuno di detti elementi di riferimento laterali 66 è contrapposto un blocchetto 67, anch’esso sporgente verticalmente dalla superficie d’appoggio 65, il quale è posto in corrispondenza del bordo interno della superficie d’appoggio 65.
Detto blocchetto 67 presenta un foro filettato in cui è avvitata una vite di regolazione 68, orientata orizzontalmente, la quale è atta ad avvicinarsi/allontanarsi rispetto al relativo elemento di riferimento 66 (v. figg.10 e 11).
Ciascuna barra longitudinale 61 comprende inoltre un elemento di riferimento assiale 69, il quale è fissato ad un’estremità della barra stessa.
Detto elemento di riferimento assiale 69 sporge al di sopra dalla superficie d’appoggio 65 della barra longitudinale 61, ed è posto sostanzialmente al centro della stessa, disallineato rispetto agli elementi di riferimento laterali 66 (v. anche fig.10).
A detto elemento di riferimento assiale 69 è contrapposto un rispettivo blocchetto 70, il quale è fissato all’estremità opposta della barra longitudinale 61, dove sporge verticalmente dalla superficie d’appoggio 65 (v. fig.12).
Detto blocchetto 70 presenta anch’esso un foro filettato in cui è avvitata una vite di regolazione 71, orientata orizzontalmente, la quale è atta ad avvicinarsi/allontanarsi rispetto all’elemento di riferimento trasversale 69.
Come illustrato in figura 7, sul telaio di supporto 6 sono fissate due ulteriori barre profilate 72 a sezione trasversale costante, le quali sono uguali tra loro e sono saldate al di sopra delle barre trasversali 62, in posizione intermedia rispetto alle barre longitudinali 61.
Dette barre intermedie 72 sono perfettamente contrapposte tra loro e sono orientate parallelamente alle barre longitudinali 61, dalle quali sono equidistanti.
Le barre intermedie 72 supportano quattro identici piatti d’appoggio 73, ciascuno dei quali è collocato all’estremità di una rispettiva barra intermedia 72, dove è saldato sul fianco superiore di quest’ultima.
In questo modo, detti piatti d’appoggio 73 risultano disposti in pianta sostanzialmente ai vertici di un rettangolo, e giacciono in uno stesso piano orizzontale, che è posto ad una quota superiore rispetto ai piani d’appoggio 65 definiti dalle barre longitudinali 61 (v. anche figg.6 e 8).
Ciascuna barra intermedia 72 supporta inoltre una coppia di piatti di riferimento laterali 74, ciascuno dei quali è posto in corrispondenza di un rispettivo piatto d’appoggio 73, ed è saldato sul fianco laterale esterno della barra intermedia 72, ossia quello che è rivolto verso la barra longitudinale 61 più vicina.
In particolare, la superficie esterna di ogni coppia di piatti di riscontro 74 dista dalla superficie esterna dei piatti di riscontro 74 dell’altra coppia di una quantità costante S6 (v. fig.7), la quale è leggermente inferiore alla distanza D6 che separa le mensole sporgenti 40 di un elemento di fondo 2.
Infine, a ciascuna barra intermedia 72 è fissato, in corrispondenza di una sola estremità, un perno di riferimento assiale 75 che sporge verticalmente dal piatto d’appoggio 73.
In pianta, i perni di riferimento 75 sono allineati con gli elementi di riferimento 69 appartenenti alle barre longitudinali 61, lungo una direzione perpendicolare allo sviluppo assiale delle barre intermedie 72.
Come illustrato in figura 7, nello spazio compreso tra ciascuna barra longitudinale 61 e la barra intermedia 72 più vicina, è presente una coppia di mensole orizzontali 76, ciascuna delle quali è fissata a sbalzo ad una rispettiva barra trasversale 62.
Ogni mensola orizzontale 76 presenta un foro filettato all’interno del quale è avvitata una vite di sollevamento 77, la quale è orientata verticalmente in modo da traslare verso l’alto o alternativamente verso il basso.
In particolare, le viti di sollevamento 77 associate ad una stessa coppia di mensole orizzontali 76 sono allineate lungo una direzione parallela alle barre longitudinali 61, e sono reciprocamente separate da un interasse S2 sostanzialmente uguale all’interasse D2 che separa i piedini interni 36 di una fiancata laterale 3 (v. fig.7).
Inoltre, ogni vite di sollevamento 77 è distanziata dalla barra longitudinale 61 ad essa più vicina da un interasse S3 sostanzialmente uguale all’interasse D3 che separa i piedini interni 35 dai piedini esterni 36 di una fiancata laterale 3.
Come illustrato nelle figure 6-8, la struttura rigida 5 comprende inoltre un telaio verticale 8, il quale è disposto esattamente perpendicolare rispetto alle barre longitudinali 61 del telaio di supporto orizzontale 6.
In particolare, il telaio verticale 8 è posto adiacente alle estremità delle barre longitudinali 61 dove sono fissati gli elementi di riferimento trasversali 69, ed è rigidamente fissato ad entrambe le barre longitudinali 61, ad esempio per imbullonatura.
Come illustrato in figura 6, il telaio verticale 8 presenta due coppie di fori di riferimento 80, ciascuno dei quali ha asse orizzontale parallelo alle barre longitudinali 61 del telaio di supporto 6 (v. fig.8).
In particolare, i fori di riferimento 80 di ciascuna coppia sono verticalmente allineati al di sopra del piano d’appoggio 65 di una rispettiva barra longitudinale 61, ed i loro assi sono collocati a quote differenti rispetto a detto piano di appoggio 65, indicate rispettivamente con S4 ed S5 (Fig.6).
In particolare, le quote S4 ed S5 sono sostanzialmente uguali rispettivamente alle distanze D4 e D5 che separano i fori di riferimento 37 di una fiancata laterale 3 dalla superficie d’appoggio dei relativi piedini di supporto esterni 36.
Ogni foro passante 80 del telaio verticale 8 è atto a ricevere un rispettivo perno di bloccaggio 81 (v. fig.8), il quale è a sua volta atto ad infilarsi nei fori di riferimento 37 di una fiancata laterale 3.
Come illustrato nelle figure 9a e 9b, l’attrezzatura di montaggio comprende infine un telaio piano ausiliario 9, il quale è separato e svincolato dalla struttura rigida 5.
Detto telaio ausiliario 9 è conformato sostanzialmente come il telaio verticale 8, nel senso che presenta due coppie di fori passanti 90 reciprocamente disposti esattamente come i fori passanti 80 del telaio verticale 8, ciascuno dei quali è atto ad accogliere un perno di bloccaggio 91 che, a sua volta, è atto ad infilarsi nei fori di riferimento 37 di una fiancata laterale 3.
L’assemblaggio del modulo componibile 1 oggetto dell’invenzione viene illustrato nel seguito.
Per prima cosa si procede con il posizionamento in opera della struttura rigida di montaggio 5, appoggiando a terra il telaio di supporto 6, mettendolo a livello in modo che sia perfettamente orizzontale, ed infine fissandolo saldamente a terra mediante il bloccaggio dei piedini d’appoggio 60.
La prima fase dell’assemblaggio prevede di posizionare un elemento di fondo 2 sul telaio di supporto orizzontale 6, ad esempio mediante un carrello elevatore.
In particolare, come illustrato nelle figure 14 e 15, l’elemento di fondo 2 viene orientato con i lati 22 paralleli alle barre longitudinali 61 del telaio 6; quindi viene fatto avanzare in una direzione F, anch’essa parallela alle barre longitudinali 61, in modo da farlo scorrere sopra delle barre intermedie 72.
Durante l’avanzamento, l’elemento di fondo 2 è disposto in modo che i piatti di riscontro 74 associati alle barre intermedie 72 siano compresi tra le mensole sporgenti 40 dell’elemento di fondo 2 (v. fig.13), cosicché quest’ultimo risulti orientato e guidato correttamente rispetto al telaio di supporto 6.
Come illustrato nelle figure 15 e 16, quando l’elemento di fondo 2 giunge a contatto dei perni di riferimento 75, posti all’estremità delle barre intermedie 72, la base piana 20 viene arrestata e successivamente appoggiata sui piatti d’appoggio 73 che ne assicurano l’orizzontalità.
In questo modo, l’elemento di fondo 2 risulta installato a bordo del telaio di supporto 6 in una precisa e prefissata posizione di montaggio.
Come illustrato in figura 18, la seconda fase dell’assemblaggio prevede di posizionare sul telaio di supporto 6 le fiancate laterali 3, ad esempio mediante un carrello elevatore, accostandole da parti opposte ai lati 22 dell’elemento di fondo 2.
In questo modo, i materassini di fibra 23 risultano compressi tra le fiancate laterali 3 e l’elemento di fondo 2, garantendo un’efficace tenuta pneumatica tra essi.
In particolare, le fiancate laterali 3 vengono posizionate una dopo l’altra, facendole avanzare in direzioni opposte G’ e G’’, ortogonalmente rispetto alle barre longitudinali 61 del telaio di supporto 6.
Ciascuna fiancata laterale 3 viene posizionata in modo da porre i relativi piedini di supporto esterni 36 sopra la superficie d’appoggio 65 di una rispettiva barra longitudinale 61, cosicché i piedini di supporto interni 35 siano corrispondentemente sovrapposti ad una coppia di viti di sollevamento 77 (v. figg.19 e 23).
A questo punto, viene regolata con precisione la posizione di ciascuna fiancata laterale 3 sulla relativa superficie d’appoggio 65, in modo che le fiancate laterali 3 risultino perfettamente contrapposte l’una all’altra, e che i rispettivi piedini di supporto esterni 36 siano allineati in direzioni reciprocamente parallele, nella fattispecie allineati in direzioni parallele alle barre longitudinali 61 del telaio di supporto 6.
Per ciascuna fiancata laterale 3, tale regolazione è ottenuta in direzione longitudinale mediante l’elemento di riferimento assiale 69 e la corrispondente vite di regolazione 71.
Come illustrato nelle figure 20, 21 e 22, la vite di regolazione 71 agisce infatti contro un piedino di supporto esterno 36 della fiancata laterale 3, spingendolo in direzione longitudinale. Tale spinta provoca la traslazione dell’intera fiancata laterale 3, che si arresta in una posizione prefissata quando l’altro piedino di supporto esterno 36 giunge a contatto con l’elemento assiale 69 posto all’estremità opposta.
In senso trasversale, la regolazione della posizione della fiancata laterale 3 sul piano di appoggio 65 è invece ottenuta mediante i due elementi di riferimento laterali 66 e le relative viti di regolazione 68 (Fig.23).
Come illustrato in figura 23, ciascuna vite di regolazione 68 agisce contro un rispettivo piedino d’appoggio esterno 36, spingendolo in direzione trasversale, sino a portarlo a contatto del corrispondente elemento di riferimento laterale 66. Poiché gli elementi di riferimento laterali 66 sono allineati lungo la barra longitudinale 61, al termine della regolazione, anche i piedini di supporto esterni 36 risulteranno allineati lungo la barra longitudinale 61.
Dopo aver correttamente posizionato i piedini di supporto esterni 36, viene infine regolata con precisione l’inclinazione di ciascuna fiancata laterale 3 rispetto alla relativa superficie d’appoggio 65, in modo da porle esattamente verticali ed in squadro con l’elemento di fondo 2.
Come illustrato nelle figure 24 e 25, per ciascuna fiancata laterale 3, la regolazione dell’inclinazione è ottenuta mediante l’azionamento delle relative viti di sollevamento 77, le quali sono poste al di sotto dei piedini d’appoggio interni 35.
Infatti, lo spostamento verticale delle viti di sollevamento 77, e corrispondentemente dei piedini di appoggio interni 35, provoca la rotazione della fiancata laterale 3 rispetto ai piedini d’appoggio esterni 36, che sono fissi a contatto con la superficie d’appoggio 65, variando così l’inclinazione della fiancata laterale 3.
In particolare, la corretta inclinazione della fiancata laterale 3 si raggiunge quando i fori di riferimento 37 del telaio portante 30 sono perfettamente allineati con una rispettiva coppia di fori di riferimento 80 del telaio verticale 8.
Al termine di queste operazioni, ogni fiancata laterale 3 viene vincolata al telaio verticale 8, in modo da mantenere l’inclinazione raggiunta.
Tale vincolo è ottenuto mediante i perni di bloccaggio 81, ciascuno dei quali viene infilato in un foro di riferimento 80 del telaio verticale 8 e nel foro di riferimento 37 ad esso allineato della fiancata laterale 3.
Per garantire che le fiancate laterali 3 siano inclinate correttamente rispetto all’elemento di fondo 2, si procede infine al montaggio del telaio ausiliario 9, il quale viene accoppiato alle estremità opposte delle fiancate laterali 3, così come illustrato in figura 27.
In particolare, i fori di riferimento 90 di detto telaio 9 vengono allineati con i fori di riferimento 37 ricavati in dette estremità delle fiancate laterali 3, in modo che ciascuno di essi possa ricevere un perno di bloccaggio 91 che si accoppia con un corrispondente foro di riferimento 37.
Come illustrato in figura 28, al termine di queste operazioni, l’elemento di fondo 2 e le due fiancate laterali 3 risultano bloccati ciascuno in una rispettiva prefissata posizione di montaggio, in cui sono disposti gli uni rispetto agli altri esattamente nelle posizioni che devono mantenere nel modulo componibile 1 finito.
L’ultima fase dell’assemblaggio è infine quella di fissare le fiancate laterali 3 e l’elemento di fondo 2, mantenendoli vincolati a bordo della struttura rigida 5 nelle suddette posizioni di montaggio, in modo da ottenere il modulo componibile 1.
Come illustrato in figura 29, il fissaggio prevede di collegare rigidamente tra loro le fiancate laterali 3, mediante uno o più traverse rigide d’acciaio 12, disposte trasversalmente, le cui opposte estremità vengono fissate, ad esempio per imbullonatura o saldatura, alla sommità delle porzioni salienti 33 dei telai portanti 30.
La fase di fissaggio prevede inoltre di unire saldamente ciascuna fiancata laterale 3 all’elemento di fondo 2, fissando le mensole sporgenti 40 di quest’ultimo alle porzioni di base 32 delle fiancate laterali 3.
Come illustrato in figura 28, quando le fiancate laterali 3 e l’elemento di fondo 2 sono in posizione di montaggio, ciascuna mensola sporgente 40 si trova sotto la porzione di base 32 di una fiancata laterale 3, verticalmente allineata con un rispettivo piatto di collegamento 43.
Le fiancate laterali 3 e l’elemento di fondo 2 sono progettati in modo che, in posizione di montaggio, tra ogni mensola sporgente 40 ed il relativo piatto di collegamento 43 rimanga sempre definito uno spazio vuoto.
Tale spazio vuoto consente efficacemente di recuperare eventuali errori di fabbricazione delle fiancate laterali 3 e/o dell’elemento di fondo 2, senza pregiudicare il loro corretto posizionamento reciproco.
Per ciascuna mensola sporgente 40, il fissaggio prevede quindi di interporre mezzi di compensazione regolabili tra la mensola sporgente 40 e la porzione di base 32, in modo da riempire esattamente lo spazio vuoto che le separa; quindi prevede di bloccare a pacco la mensola sporgente 40 ed il piatto di collegamento 43 con interposti detti mezzi di compensazione.
Nell’esempio illustrato in figura 30, i mezzi di compensazione comprendono un elemento di spessoramento 45 che viene interposto tra la mensola sporgente 40 ed il sovrastante piatto di collegamento 43. L’elemento di spessoramento 45 può essere formato da una o più piastrine metalliche sovrapposte, il cui numero viene scelto secondo le esigenze, in modo da riempire esattamente lo spazio vuoto tra la mensola sporgente 40 ed il piatto di collegamento 43, recuperando eventuali difetti di fabbricazione della fiancata laterale 3 e dell’elemento di fondo 2.
Il bloccaggio a pacco tra la mensola sporgente 40 ed il piatto di collegamento 43 è quindi ottenuto mediante una o più viti di serraggio 44, le quali sono liberamente infilate in corrispondenti fori passanti ricavati nella mensola sporgente 40 e nell’elemento di spessoramento 45, mentre sono avvitate in corrispondenti fori filettati ricavati nel piatto di collegamento 43.
In alternativa, o in aggiunta a dette viti di serraggio 44, il bloccaggio a pacco può essere ottenuto realizzando una o più saldature 46 tra il piatto di collegamento 43 e la sottostante mensola sporgente 40.
Secondo la forma di attuazione alternativa illustrata in figura 31, i mezzi di compensazione possono comprendere una o più viti di compensazione 47, orientate verticalmente, le quali sono avvitate in corrispondenti fori filettati ricavati nella mensola sporgente 40. Dette viti di compensazione 47 presentano il gambo che si sviluppa nello spazio tra la mensola sporgente 40 e la porzione di base 32 della fiancata laterale 3, e la testa che rimane collocata sotto la mensola sporgente 40.
In questo modo, ruotando dette viti di compensazione 47, si porta il gambo a contatto con il sovrastante piatto di collegamento 43 della porzione di base 32, in modo da compensare lo spazio vuoto che separa la mensola sporgente 40 dal piatto di collegamento 43 stesso.
Nel caso in esame, il bloccaggio a pacco è ottenuto mediante una o più viti di serraggio 48, orientate verticalmente, le quali sono liberamente infilate in un foro ricavato nella mensola sporgente 40 e si avvitano in un foro filettato ricavato nel piatto di collegamento 43 della porzione di base 32.
In questo modo, le viti di serraggio 48 tendono a tirare il piatto di collegamento 43 contro le viti di compensazione 47 avvitate alla mensola sporgente 40, bloccando la fiancata laterale 3 rispetto all’elemento di fondo 2.
In alternativa o in aggiunta alle viti di bloccaggio 48, è possibile prevedere anche in questo caso la realizzazione di una o più saldature 46 che uniscano direttamente il piatto di collegamento 43 alla mensola sporgente 40.
Una volta fissate correttamente le fiancate laterali 3 e l’elemento di fondo 2, il modulo componibile 1 è completo e può essereseparato dalla struttura di montaggio in modo da consentire l’assemblaggio di un ulteriore modulo componibile.
Come illustrato in figura 1, tra le fiancate laterali 3 e l’elemento di fondo 2 rimangono definite le due sedi d’accoglimento 25 a forma di canale, che si sviluppano per l’intera lunghezza del modulo 1 e che sovrastano un rispettivo materassino di fibra 23.
All’interno di ciascuna di dette sedi d’accoglimento 35 viene quindi collocata una corrispondente fila di mattoni di materiale refrattario 24, coprendo il materassino di fibra 23 rispetto all’ambiente interno del tunnel di cottura, in modo da preservare la funzionalità del materassino 23 stesso.
Ovviamente alle soluzioni proposte nella precedente descrizione, un tecnico del settore potrà apportare numerose modifiche di natura tecnico applicativa, senza per questo uscire dall’ambito dell’invenzione come sotto rivendicata.
In particolare, si desidera sottolineare che grazie alla costruzione modulare del modulo componibile 1, è possibile interporre tra le fiancate laterali 3 due o più elementi di fondo 2, i quali verranno fissati tra loro, in modo da realizzare moduli componibili 1 di qualunque larghezza desiderata.

Claims (46)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Forno modulare per la cottura di prodotti ceramici comprendente una pluralità di moduli componibili (1), i quali sono assemblati in fila in modo da realizzare un tunnel di cottura per i prodotti ceramici, caratterizzato dal fatto che ciascuno di detti moduli componibili (1) è a sua volta modulare e comprende due fiancate laterali (3) tra le quali è interposto almeno un elemento di fondo (2), e mezzi di fissaggio (40, 43-48) per posizionare e fissare dette fiancate laterali (3) a detto almeno un elemento di fondo (2) in posizione ortogonale.
  2. 2. Forno secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che le sezioni trasversali delle dette fiancate laterali (3) sono identiche tra loro.
  3. 3. Forno secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che dette fiancate laterali (3) e detto elemento di fondo (2) comprendono ciascuno un rispettivo telaio portante (30, 20), cui è fissata una parete (31, 21) di materiale refrattario.
  4. 4. Forno secondo la rivendicazione 3, caratterizzato dal fatto che detto telaio portante (30, 20) è realizzato in materiale metallico.
  5. 5. Forno secondo la rivendicazione 3, caratterizzato dal fatto che il telaio portante (30) di ciascuna fiancata laterale (3) è conformato sostanzialmente a L, comprendendo una porzione di base (32) ed una porzione saliente (33) reciprocamente ortogonali.
  6. 6. Forno secondo la rivendicazione 5, caratterizzato dal fatto che detta porzione di base (32) del telaio portante (30) è provvista di una pluralità di piedini di supporto (35, 36) atti ad essere appoggiati al suolo.
  7. 7. Forno secondo la rivendicazione 5, caratterizzato dal fatto che la parete (31) di materiale refrattario di ciascuna fiancata laterale (3) è posta in appoggio sulla detta porzione di base (32) del telaio portante (30), ed è sostenuta lateralmente dalla detta porzione saliente (33).
  8. 8. Forno secondo la rivendicazione 3, caratterizzato dal il fatto che la struttura portante (20) dell’elemento di fondo (2) è conformata sostanzialmente come una base piana, su cui è fissata la detta parete (21) di materiale refrattario.
  9. 9. Forno secondo la rivendicazione 3, caratterizzato dal fatto che per ciascuna fiancata laterale (3), detti mezzi di fissaggio comprendono almeno una mensola (40), la quale è fissata all’elemento di fondo (2) e sporge rispetto ad esso, in modo da posizionarsi sotto la fiancata laterale (3) ad una certa distanza da essa.
  10. 10. Forno secondo la rivendicazione 9, caratterizzato dal fatto che detti mezzi di fissaggio comprendono inoltre mezzi di compensazione (45, 47) interposti tra detta mensola sporgente (40) e la relativa fiancata laterale (3), e mezzi di bloccaggio (44, 46, 48) atti a bloccare a pacco la fiancata laterale (3) e la mensola sporgente (40) con interposti detti mezzi di compensazione (45, 47).
  11. 11. Forno secondo la rivendicazione 10, caratterizzato dal fatto che detti mezzi di compensazione comprendono un elemento di spessoramento (45).
  12. 12. Forno secondo la rivendicazione 10, caratterizzato dal fatto che detti mezzi di compensazione comprendono almeno una vite di compensazione (47), avvitata alla mensola sporgente (40), ed atta ad agire contro fiancata laterale (3).
  13. 13. Forno secondo la rivendicazione 10, caratterizzato dal fatto che detti mezzi di bloccaggio comprendono almeno una saldatura (46) atta ad unire la mensola sporgente (40) alla fiancata laterale (3).
  14. 14. Forno secondo la rivendicazione 10, caratterizzato dal fatto che detti mezzi di bloccaggio comprendono almeno una vite di serraggio (44, 48) passante in un foro della mensola sporgente (40) ed avvitata alla fiancata laterale (3).
  15. 15. Forno secondo la rivendicazione 3, caratterizzato dal fatto che comprende mezzi (12) per collegare direttamente tra loro le fiancate laterali (3).
  16. 16. Forno secondo la rivendicazione 15, caratterizzato dal fatto che detti mezzi comprendono almeno una traversa (12) fissata alla sommità dei telai portanti (30) delle fiancate laterali (3).
  17. 17. Forno secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che tra ciascuna fiancata laterale (3) e l’elemento di fondo (2) sono interposti mezzi di tenuta (23) atti a garantire tenuta pneumatica.
  18. 18. Forno secondo la rivendicazione 17, caratterizzato dal fatto che detti mezzi di tenuta comprendono un materassino (23) di fibra isolante e resistente alle alte temperature.
  19. 19. Forno secondo la rivendicazione 17, caratterizzato dal fatto che ciascun mezzo di tenuta (23) è superiormente coperto da elementi di materiale refrattario (24) atti a garantirne la funzionalità.
  20. 20. Metodo per la costruzione di un forno a tunnel modulare per la cottura di prodotti ceramici, comprendente la fase di realizzare una pluralità di moduli componibili (1) e di assemblarli tra loro in fila in modo da realizzare un tunnel di cottura per i prodotti ceramici, caratterizzato dal fatto che la realizzazione di ciascun modulo componibile (1) comprende le fasi operative di: - fabbricare due fiancate laterali (3) ed almeno un elemento di fondo (2), - posizionare dette fiancate laterali (3) e detto elemento di fondo (2) in rispettive prefissate posizioni di montaggio, a bordo di una struttura rigida di montaggio (5), - bloccare dette fiancate laterali (3) e detto elemento di fondo (2) alla struttura rigida di montaggio (5), in modo che conservino le rispettive posizioni di montaggio, e quindi - fissare rigidamente ciascuna di dette fiancate laterali (3) all’elemento di fondo (2).
  21. 21. Metodo secondo la rivendicazione 19, caratterizzato dal fatto che il posizionamento dell’elemento di fondo (2) prevede di appoggiare l’elemento di fondo (2) su mezzi (73) atti a definire un piano d’appoggio, e di regolare la posizione dell’elemento di fondo (2) su detto piano d’appoggio.
  22. 22. Metodo secondo la rivendicazione 21, caratterizzato dal fatto che la regolazione della posizione dell’elemento di fondo (2) prevede di porlo a contatto con mezzi di riferimento (74, 75) fissi rispetto al piano d’appoggio, di cui primi mezzi di riferimento (75) atti a vincolare l’elemento di fondo (2) in una prefissata direzione longitudinale, e secondi mezzi di riferimento (74) atti a vincolare l’elemento di fondo (2) in una direzione trasversale ortogonale a detta direzione longitudinale.
  23. 23. Metodo secondo la rivendicazione 21, caratterizzato dal fatto che il posizionamento di ciascuna fiancata laterale (3) prevede di appoggiare la fiancata laterale (3) su mezzi (61) atti a definire una superficie d’appoggio (65) parallela al piano d’appoggio dell’elemento di fondo (2), di regolare la posizione della fiancata laterale (3) su detta superficie d’appoggio (65), e di regolare l’inclinazione di della fiancata laterale (3) rispetto a detta superficie d’appoggio (65).
  24. 24. Metodo secondo la rivendicazione 23, caratterizzato dal fatto che la regolazione della posizione della fiancata laterale (3) sulla superficie d’appoggio (65) prevede di spingere la fiancata laterale (3) a contatto con mezzi di riferimento (66, 69) fissi rispetto alla superficie d’appoggio (65), di cui primi mezzi di riferimento (69) atti a vincolare la fiancata laterale (3) in una prefissata direzione longitudinale, e secondi mezzi di riferimento (66) atti a vincolare la fiancata laterale (3) in una direzione trasversale ortogonale a detta direzione longitudinale.
  25. 25. Metodo secondo la rivendicazione 23, caratterizzato dal fatto che la regolazione dell’inclinazione della fiancata laterale (3) rispetto alla superficie d’appoggio (65) prevede di mantenere almeno una prima porzione (36) della fiancata laterale (3) in appoggio sulla superficie d’appoggio (65), e di sollevare/abbassare rispetto a detta superficie d’appoggio (65) almeno una seconda porzione (35) della fiancata laterale (3), in modo da provocare la rotazione di quest’ultima rispetto alla prima porzione (36) in appoggio.
  26. 26. Metodo secondo la rivendicazione 23, caratterizzato dal fatto che la regolazione dell’inclinazione della fiancata laterale (3) rispetto alla superficie d’appoggio (65) prevede di allineare almeno un foro di riferimento (37), ricavato ad una estremità della fiancata laterale (3) ed avente asse parallelo allo sviluppo longitudinale di quest’ultima, con un corrispondente foro di riferimento (80) ricavato nella struttura rigida di montaggio (5) ad una quota superiore rispetto al piano d’appoggio (65).
  27. 27. Metodo secondo la rivendicazione 26, caratterizzato dal fatto che la fase di bloccaggio di ciascuna fiancata laterale (3) alla struttura rigida di montaggio (5) prevede di infilare un perno di bloccaggio (81) all’interno di detti fori di riferimento reciprocamente allineati (37, 80).
  28. 28. Metodo secondo la rivendicazione 20, caratterizzato dal fatto che prevede di collegare direttamente tra loro le fiancate laterali (3) installate sulla struttura rigida di montaggio (5) mediante un telaio rigido amovibile (9), il quale è atto ad accoppiarsi con dette fiancate laterali (3) solo quando esse sono in posizione di montaggio.
  29. 29. Metodo secondo la rivendicazione 20, caratterizzato dal fatto che il fissaggio di ciascuna fiancata laterale (3) all’elemento di fondo (2) prevede di fissare detta fiancata laterale (3) ad almeno una mensola sporgente (40) dall’elemento di fondo (2), detta mensola sporgente (40) essendo atta a porsi sotto la fiancata laterale (3) ad una certa distanza verticale da essa, quando l’elemento di fondo (2) e la fiancata laterale (3) sono nelle rispettive posizioni di montaggio.
  30. 30. Metodo secondo la rivendicazione 29, caratterizzato dal fatto che il fissaggio prevede di interporre mezzi di compensazione (45, 47) tra detta mensola sporgente (40) e la fiancata laterale (3), e di bloccare a pacco la fiancata laterale (3) e la mensola sporgente (40) con interposti detti mezzi di compensazione (45, 47).
  31. 31. Metodo secondo la rivendicazione 30, caratterizzato dal fatto che detto bloccaggio è ottenuto saldando la fiancata laterale (3) alla mensola sporgente (40).
  32. 32. Metodo secondo la rivendicazione 30, caratterizzando dal fatto che detto bloccaggio è ottenuto avvitando la fiancata laterale (3) alla mensola sporgente (40), mediante almeno una vite di serraggio (44, 48).
  33. 33. Metodo secondo la rivendicazione 20, caratterizzato dal fatto che prevede di fissare direttamente tra loro le fiancate laterali (3), quando queste sono posizionate in posizione di montaggio sulla struttura rigida di montaggio (5).
  34. 34. Metodo secondo la rivendicazione 33, caratterizzato dal fatto che detto fissaggio è ottenuto mediante almeno una traversa (12) che viene saldamente fissata alla sommità delle fiancate laterali (3).
  35. 35. Metodo secondo la rivendicazione 20, caratterizzato dal fatto che prevede di interporre tra ciascuna fiancata laterale (3) e l’elemento di fondo (2) mezzi di tenuta (23) atti a garantire tenuta pneumatica.
  36. 36. Metodo secondo la rivendicazione 35, caratterizzato dal fatto che detti mezzi di tenuta comprendono un materassino (23) di fibra isolante e resistente alle alte temperature.
  37. 37. Metodo secondo la rivendicazione 35, caratterizzato dal fatto che prevede di inserire tra ciascuna fiancata laterale (3) e l’elemento di fondo (2) elementi di materiale refrattario (24) che coprono detti mezzi di tenuta (23), in modo da preservarne la funzionalità.
  38. 38. Attrezzatura per il montaggio di un forno a tunnel modulare secondo la rivendicazione (1), caratterizzata dal fatto che comprende una struttura rigida (5) atta ad essere stabilmente appoggiata al suolo, la quale è provvista di: - mezzi per posizionare l’elemento di fondo (2) e le fiancate laterali (3) in rispettive prefissate posizioni di montaggio, e - mezzi per bloccare dette fiancate laterali (3) e detto elemento di fondo (2) alla struttura rigida di montaggio (5), in modo da mantenerli nelle rispettive posizioni di montaggio.
  39. 39. Attrezzatura secondo la rivendicazione 38, caratterizzato dal fatto che detti mezzi per posizionare l’elemento di fondo (2) comprendono mezzi (73) atti a definire un piano d’appoggio per l’elemento di fondo (2), e mezzi di riferimento (74, 75) atti a ricevere a contatto l’elemento di fondo (2) per regolarne la posizione su detto piano d’appoggio, di cui primi mezzi di riferimento (75) atti a vincolare l’elemento di fondo (2) in una prefissata direzione longitudinale, e secondi mezzi di riferimento (74) atti a vincolare l’elemento di fondo (2) in una direzione trasversale ortogonale a detta direzione longitudinale.
  40. 40. Attrezzatura secondo la rivendicazione 39, caratterizzata dal fatto detti mezzi per posizionare le fiancate laterali (3) comprendono mezzi (61) atti a definire una superficie d’appoggio (65) per ciascuna fiancata laterale (3), dove detta superficie d’appoggio (65) è parallela al piano d’appoggio dell’elemento di fondo (2), mezzi (66-71) per regolare la posizione di ciascuna fiancata laterale (3) sulla superficie d’appoggio (65), e mezzi (77) per regolare l’inclinazione di ciascuna fiancata laterale (3) rispetto al piano d’appoggio (65).
  41. 41. Attrezzatura secondo la rivendicazione 40, caratterizzata dal fatto che detti mezzi per regolare la posizione della fiancata laterale (3) sulla superficie d’appoggio (65) comprendono mezzi di riferimento (66, 69) atti a ricevere a contatto la fiancata laterale (3), di cui di cui primi mezzi di riferimento (69) atti a vincolare la fiancata laterale (3) in una prefissata direzione longitudinale, e secondi mezzi di riferimento (66) atti a vincolare la fiancata laterale (3) in una direzione trasversale ortogonale a detta direzione longitudinale.
  42. 42. Attrezzatura secondo la rivendicazione 41, caratterizzata dal fatto che detti mezzi per regolare la posizione della fiancata laterale (3) sulla superficie d’appoggio (65) comprendono mezzi (68, 71) per spingere la fiancata laterale (3) contro detti mezzi di riferimento (66, 69).
  43. 43. Attrezzatura secondo la rivendicazione 41, caratterizzata che detti mezzi per regolare l’inclinazione della fiancata laterale (3) comprendono almeno un dispositivo sollevatore (77) atto a sollevare/abbassare una almeno porzione (35) della fiancata laterale (3) rispetto alla superficie d’appoggio (65), in modo da provocare la rotazione della fiancata laterale (3) rispetto ad almeno un’altra porzione (36) che rimane in appoggio sulla superficie d’appoggio (65).
  44. 44. Attrezzatura secondo la rivendicazione 41, caratterizzato dal fatto che detti mezzi per regolare l’inclinazione della fiancata laterale (3) comprendono almeno un foro di riferimento (80) posto ad una quota superiore rispetto alla superficie d’appoggio (65), il quale è atto a porsi allineato con un corrispondente foro di riferimento (37) della fiancata laterale (3) quando quest’ultima è in posizione di montaggio, detto foro di riferimento (37) della fiancata laterale (3) essendo ricavato ad una estremità della fiancata laterale (3) ed avente asse parallelo allo sviluppo longitudinale di quest’ultima.
  45. 45. Attrezzatura secondo la rivendicazione 41, caratterizzato dal fatto che detti mezzi per bloccare ciascuna fiancata laterale alla struttura rigida di montaggio (5) comprendono un perno di bloccaggio (81) atto ad essere infilato in detti fori di riferimento (37, 80) quando sono reciprocamente allineati.
  46. 46. Attrezzatura secondo la rivendicazione 38, caratterizzata dal fatto che comprende un telaio rigido (9), svincolato dalla struttura rigida di montaggio (5), il quale può essere amovibilmente accoppiato alle fiancate laterali (3) solo quando esse sono in posizione di montaggio.
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