ITRA20120009A1 - Metodo per accoppiare la crosta di pelle ad un tessuto e manufatto cosi' ottenuto - Google Patents

Description

“METODO PER ACCOPPIARE LA CROSTA DI PELLE AD UN TESSUTO E MANUFATTO COSI’ OTTENUTOâ€

DESCRIZIONE

La crosta à ̈ la parte inferiore di una pelle bovina che mediante la cosiddetta spaccatura, eseguita con l'ausilio di apposite macchine, viene separata dalla parte superiore detta “fiore" e notoriamente più pregiata. Pertanto la crosta di pelle à ̈ un sottoprodotto della lavorazione dei pellami e come tale utilizzata per produrre articoli di minor pregio e più economici di quelli realizzati con il “fiore".

Il presente trovato propone l’utilizzo di un sottoprodotto di basso costo come la crosta per accoppiarlo ad un tessuto che, sostituendo il “fiore†asportato con la spaccatura, gli conferisca caratteristiche simili a quelle di una pelle pregiata naturale tipo “nabuk†, in aggiunta a quelle già proprie del tessuto circa la tenuta all'usura e la possibile smacchiatura, che lo rendono ancora più apprezzabile sia nel settore dell’abbigliamento come in quello deH’arredamento. Ciò, anche in virtù del fatto che la notoria traspirabilità di ciascuno dei due materiali accoppiati non viene compromessa dalla particolare unione ottenuta con il metodo ideato.

La crosta con cui realizzare un prodotto siffatto à ̈ ottenuta da pelli bovine conciate in maniera abbastanza regolare ed ha uno spessore uniforme compreso tra 1 e 2 millimetri.

Invece il tessuto da accoppiare alla crosta di pelle secondo il metodo ideato à ̈ realizzato con una microfibra di poliestere, tessuta a navetta, già tinta a pressione, centrifugata, asciugata, termofìssata, ammorbidita ed infine trattata con additivi in grado di garantirne la pulitura e la smacchiabilità.

Poiché, durante la preparazione alla tinta, il tessuto di microfibra di poliestere viene sottoposto ad un trattamento chimico come il bagno cieco di soda caustica e ad un trattamento meccanico come l’abrasione con spazzole con conseguente apertura delle bave di microfibra e loro scoppio, tutto ciò, oltre a facilitare la penetrazione delle molecole di colorante nel tessuto, conferisce a questo anche un gradevole aspetto vellutato ed una superficie particolarmente morbida al tatto.

Ovviamente, al fine di rendere indissolubile l’unione della crosta di pelle e del tessuto di microfibra di poliestere descritti, à ̈ stato necessario reperire una sostanza adesiva adeguata, ovvero in grado di coniugare le ragioni prettamente estetiche del prodotto da realizzare con quelle tecniche di tenuta dell’unione nel tempo e soprattutto durante le sollecitazioni termiche e meccaniche del metodo in oggetto.

La colla sperimentata con successo nell’accoppiamento in oggetto à ̈ un prodotto adesivo hot melt poliuretanico, igroreattivo per laminazione (polimero base isocianatico) dotato di elevato tack iniziale ed in grado di garantire ottimi risultati anche in termini di morbidezza dei materiali accoppiati.

In pratica il metodo ideato per accoppiare i materiali descritti, al fine di conferire alla crosta di pelle caratteristiche simili a quelle di una pelle pregiata naturale, quale ad esempio il "nabuk†, ha inizio con il riscaldare la colla poliuretanica in una macchina hot melt di tipo noto, portandola ad una temperatura di fusione di circa 110°C e ad una temperatura di accoppiatura reale di circa 80°C.

Su almeno una delle due superfici da accoppiare, preferibilmente quella del tessuto di fibra di poliestere, viene effettuata, con un apposito cilindro, la deposizione a punti della colla poliuretanica fusa, che mantiene tale distribuzione a punti anche dopo la calandratura di accoppiamento dei due materiali la cui unione, seppure sufficientemente salda, resta limitata ai soli punti di colla frapposti.

Dopo uno stoccaggio di circa 24 ore, il manufatto ottenuto con l'incollaggio a punti viene rifilato manualmente, sagomandolo secondo la forma delle croste di pelle utilizzate e quindi inserite in un bottale dove, per circa 15 minuti e ad una temperatura di circa 80°C, subisce l’azione meccanica impressa dal movimento rotatorio del bottale e dalle caviglie rigide sporgenti al suo interno.

Nei 10 minuti successivi, il bottalaggio del manufatto viene integrato dall'immissione di vapore acqueo alla stessa temperatura di formazione. Cessata l'immissione di vapore acqueo all'interno del bottale, il bottalaggio prosegue a secco fino alla completa asciugatura del materiale trattato.

Fermo restando che ogni fase del metodo descritto à ̈ determinante per la realizzazione del manufatto ideato, particolarmente significative risultano essere, soprattutto per le caratteristiche estetiche del prodotto, quelle che si susseguono all’interno del bottale.

Infatti à ̈ all’interno del bottale che la crosta di pelle del manufatto viene ammorbidita soprattutto dall’azione meccanica di sbattimento, mentre il vapore acqueo e l'elevata temperatura fanno sollevare il pelo della microfibra di poliestere la cui lucentezza iniziale viene in tal modo sostituita da un più elegante aspetto “vissuto†, accompagnato da un tocco vellutato e da un effetto marcatamente scrivente che, solitamente, si riscontrano soltanto nelle pelli vere e di miglior qualità.

Ma ciò che maggiormente caratterizza il nuovo manufatto ed il metodo ideato per realizzarlo à ̈ il cosiddetto effetto “nabuk†che il tessuto di microfibra di poliestere assume alla fine dell’intero trattamento.

In pratica, nel tessuto si forma una miriade di piccole ondine irregolari in rilievo, tipo pelle di elefante o buccia d’arancia, dovute alla concomitanza di più fattori:

- la presenza della colla poliuretanica non sull’intera superficie di contatto dei due materiali, ma soltanto in punti disposti ad intervalli regolari e rimasti tali, ovvero isolati, anche dopo la calandratura;

- il diverso coefficiente di restringimento dei due materiali accoppiati e soprattutto il fatto che quello della crosta di pelle à ̈ più elevato di quello del tessuto di microfibra di poliestere;

- il bottalaggio del manufatto durante l’immissione di vapore acqueo in quantità sufficiente a provocare, durante la successiva asciugatura, i restringimenti consentiti dai due diversi materiali accoppiati.

Di conseguenza, il restringimento subito dalla crosta di pelle a causa del vapore acqueo e la presenza dei punti di colla poliuretanica che vi fissano sopra il tessuto, costringono quest’ultimo a corrugarsi per sopperire in tal modo al minor restringimento subito, rispetto alla crosta, tra un punto d’incollaggio e l’altro.

E' ovvio che numerose possono essere le varianti consentite dal metodo e dal manufatto in oggetto senza sconfinare daH’ambito della presente privativa; ad esempio, le ondine in rilievo del tessuto di poliestere potrebbero essere più o meno accentuate o formare un disegno diverso mediante la disposizione particolare dei punti d'incollaggio; la crosta di pelle potrebbe essere sottoposta preventivamente ad un trattamento di vapore, onde ottenere un restringimento più contenuto dopo l’accoppiamento col tessuto; la colla poliuretanica potrebbe essere sostituita da un collante diverso ma, comunque, resistente a tutte le sollecitazioni termiche e meccaniche del bottalaggio, nonché all’Immissione di vapore acqueo.

Claims (6)

1. RIVENDICAZIONI 1) Metodo per accoppiare la crosta di pelle ad un tessuto perché questo gli conferisca caratteristiche simili a quelle di una pelle pregiata naturale, caratterizzato dal fatto di comprendere in successione le seguenti fasi: - scaldare, in una macchina hot melt di tipo noto, una colla idonea ad unire saldamente una crosta di pelle ed un tessuto facendo giungere detta colla ad una temperatura che permetta di depositarla a punti e mediante un apposito cilindro su almeno una delle due superfici da unire; - calandrare la crosta di pelle ed il tessuto mantenendo pressoché inalterata la punteggiatura di colla frapposta, owero l'isolamento dei singoli punti di unione; - stoccare il manufatto ottenuto per circa 24 ore; - rifilare manualmente il manufatto sagomandolo secondo la forma delle singole croste di pelle utilizzate; - inserire il manufatto in un bottale e sottoporlo allo sbattimento imposto dalla rotazione di questo per circa 15 minuti ed ad una temperatura di circa 80°C; - integrare il bottaiaggio del manufatto con l'immissione di vapore acqueo alla temperatura di formazione e per circa 10 minuti; - sospendere l'immissione del vapore acqueo e continuare con il bottaiaggio a secco fino alla completa asciugatura del manufatto.
2. 2) Metodo per accoppiare la crosta di pelle ad un tessuto, come alla rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che il tessuto à ̈ costituito da una microfibra di poliestere tessuta a navetta e già tinta a pressione previo adeguato trattamento chimico e meccanico.
3. 3) Metodo per accoppiare la crosta di pelle ad un tessuto, come alla rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che la colla utilizzata à ̈ un adesivo hot melt poliuretanico in grado di resistere alle sollecitazioni termiche e meccaniche dei trattamenti all'interno del bottale, compresa l’immissione di vapore acqueo.
4. 4) Metodo per accoppiare la crosta di pelle ad un tessuto, come alla rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che la crosta di pelle ed il tessuto hanno coefficienti di restringimento diversi.
5. 5) Metodo per accoppiare la crosta di pelle ad un tessuto, come ad una o più delle precedenti rivendicazioni, caratterizzato dal fatto che la disposizione a punti della colla poliuretanica all’interno dei due materiali accoppiati, nonché il diverso coefficiente di restringimento di questi ultimi e l’immissione di vapore acqueo durante il bottalaggio del manufatto realizzato, costringono nel loro insieme il tessuto a corrugarsi (effetto “nabuk†) a causa del maggiore restringimento subito dalla crosta tra un punto d’incollaggio e l’altro.
6. 6) Manufatto, caratterizzato dal fatto di essere ottenuto accoppiando la crosta di pelle ad un tessuto secondo il metodo di una o più rivendicazioni precedenti.