ITPD20090208A1 - Pontone autosollevante - Google Patents

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ITPD20090208A1
ITPD20090208A1 IT000208A ITPD20090208A ITPD20090208A1 IT PD20090208 A1 ITPD20090208 A1 IT PD20090208A1 IT 000208 A IT000208 A IT 000208A IT PD20090208 A ITPD20090208 A IT PD20090208A IT PD20090208 A1 ITPD20090208 A1 IT PD20090208A1
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IT
Italy
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lifting
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pontoon
locking member
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IT000208A
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English (en)
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Stefano Malagodi
Andrea Tiberio
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In Novo D O O
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    • BPERFORMING OPERATIONS; TRANSPORTING
    • B63SHIPS OR OTHER WATERBORNE VESSELS; RELATED EQUIPMENT
    • B63BSHIPS OR OTHER WATERBORNE VESSELS; EQUIPMENT FOR SHIPPING 
    • B63B35/00Vessels or similar floating structures specially adapted for specific purposes and not otherwise provided for
    • B63B35/44Floating buildings, stores, drilling platforms, or workshops, e.g. carrying water-oil separating devices

Landscapes

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  • Structural Engineering (AREA)
  • Chemical & Material Sciences (AREA)
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  • Mechanical Engineering (AREA)
  • Ocean & Marine Engineering (AREA)
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  • Ship Loading And Unloading (AREA)
  • Underground Or Underwater Handling Of Building Materials (AREA)

Description

PONTONE AUTOSOLLEVANTE
Campo di applicazione
La presente invenzione concerne un pontone autosollevante secondo il preambolo della rivendicazione indipendente n.1.
Il pontone autosollevante di cui trattasi à ̈ destinato ad essere impiegato per operare in ambienti marini, lacustri o fluviali, e, più in generale, in ambienti in cui sia necessario predisporre una piattaforma artificiale stabile sopra il pelo libero dell’acqua, dalla quale svolgere agevolmente previste operazioni al di sotto della superficie dell’acqua, ad esempio di manutenzione di impianti subacquei o di intervento sui fondali.
Stato della tecnica
Come à ̈ noto, i pontoni autosollevanti sono impiegati in molteplici settori della tecnica, come ad esempio, nel settore petrolifero, per svolgere attività di ricerca di giacimenti, di estrazione e di trasporto di petrolio e di gas naturale sui fondali.
I pontoni autosollevanti sono inoltre largamente impiegati in diversi altri settori della tecnica come, ad esempio, per eseguire operazioni di ripristino di fondali marini, per eseguire operazioni di mantenimento di canali di navigazione, per eseguire prove geologiche e penetrometriche, ovvero per eseguire molte altre operazioni ancora.
In tali settori della tecnica à ̈ infatti necessario predisporre una piattaforma stabile da cui operare ad esempio mediante escavatori o gru sui fondali o mediante apposite apparecchiature per le previste attività di manutenzione di impianti, attività di ricerca, etc.
I pontoni autosollevanti, altrimenti noti nel settore di riferimento con la dicitura inglese “jack-up platform†, sono strutture appositamente progettate per rispondere a specifiche esigenze operative del tipo sopra citato.
Come à ̈ noto, essi comprendono una piattaforma, in grado di galleggiare sull’acqua, e più gambe di supporto della piattaforma destinate ad andare in appoggio sul fondale.
Sono noti pontoni autosollevanti provvisti di una piattaforma la quale à ̈ formata da una pluralità di elementi modulari tra loro fissabili uno a fianco all’altro per ottenere piattaforme a geometria generalmente quadrangolare. La possibilità di montare e smontare gli elementi modulari di tali piattaforme rende più agevole il trasporto dei pontoni prima del loro assemblaggio, che avviene generalmente in acqua. Inoltre, l’impiego di elementi modulari consente di realizzare piattaforme di dimensioni variabili che rispondano alle specifiche esigenze operative, che il pontone à ̈ destinato a soddisfare.
Generalmente, gli elementi modulari sono disponibili in diverse dimensioni e sono dotati di opportuni mezzi di fissaggio amovibile, che ne consentono l’accoppiamento reciproco.
I pontoni autosollevanti possono assumere due diverse configurazioni: una configurazione di natante, in cui le gambe sono sollevate e la piattaforma galleggia sull’acqua, ed una configurazione stabile, in cui le gambe sono calate fino a poggiare sul fondale e sostengono la piattaforma.
In particolare, i pontoni autosollevanti vengono predisposti nella configurazione di natante quando devono effettuare lunghi spostamenti in acqua, ad esempio in modo propulso o trainato, mentre vengono predisposti nella configurazione stabile solitamente per lo svolgimento delle previste attività operative.
Nella configurazione stabile, la piattaforma del pontone à ̈ generalmente mantenuta sospesa sopra il pelo libero dell’acqua, onde evitare che l’azione delle onde o di eventuali correnti sottoponga la struttura del pontone a sollecitazioni meccaniche eccessive, soprattutto in caso di condizioni metereologiche avverse.
Per passare da una configurazione all’altra, tali pontoni sono dotati di mezzi di regolazione dell’altezza delle gambe rispetto alla piattaforma, che consentono cioà ̈ di calare o di sollevare le gambe rispetto alla piattaforma.
Sono noti, ad esempio, pontoni dotati di mezzi di regolazione che comprendono una o più cremagliere fissate lungo ciascuna gamba del pontone e mezzi motorizzati montati sulla piattaforma e provvisti di pignoni impegnati alle cremagliere per abbassare o sollevare le gambe rispetto alla piattaforma. Generalmente ciascuna gamba à ̈ inserita in una sede solidale alla piattaforma atta a guidarla durante la sua movimentazione.
Tali mezzi di regolazione si sono dimostrati nella pratica non scevri di inconvenienti.
Le gambe dei pontoni, infatti, quando sono mantenute nell’acqua per periodi prolungati, possono essere interessate da fenomeni cosiddetti di “fouling†, ovvero fenomeni di deposizione ed accumulo di organismi marini, animali o vegetali. La presenza sulla superficie delle gambe di tali organismi può, inoltre, favorire successivi fenomeni di corrosione. Questo rappresenta un problema soprattutto per le cremagliere fissate alle gambe, le quali offrono, negli interstizi tra i denti, punti di facile crescita per i suddetti organismi e necessitano, pertanto, di una manutenzione attenta e costante, con conseguenti notevoli costi di mantenimento del pontone.
Sono inoltre noti pontoni con mezzi di regolazione dotati di cilindri idraulici fissati alla piattaforma e provvisti di pistoni meccanicamente collegabili in testa alle gambe, mediante perni inseribili amovibilmente in modo selettivo in appositi fori previsti ad intervalli regolari lungo le gambe medesime del pontone. I cilindri idraulici, ritraendo ed allungando il loro pistone, spostano, attraverso il perno, la relativa gamba entro la sede di guida, sollevandola ed abbassandola rispetto alla piattaforma.
Tuttavia anche tali mezzi di regolazione presentano alcuni svantaggi: risulta, infatti, poco pratico inserire selettivamente i perni nei fori e vi à ̈ la possibilità che i perni si pieghino o si incastrino nei fori stessi, risultando in tal caso difficile la loro estrazione.
In accordo con una diversa forma realizzativa del tipo noto sopra descritto, il pontone à ̈ dotato di mezzi di regolazione aventi cilindri idraulici, i quali portano fissate alle teste dei relativi pistoni pinze di serraggio atte a fare presa sulle gambe per attrito.
Il principale inconveniente di tale pontone risiede nel fatto che le pinze di serraggio non garantiscono una presa sicura, dal momento che lavorano solo per attrito. Conseguentemente, sia le pinze che le gambe sono soggette ad importanti fenomeni di usura.
Presentazione dell’invenzione
Il problema alla base della presente invenzione à ̈ pertanto quello di ovviare agli inconvenienti della tecnica nota sopra citata, mettendo a disposizione un pontone autosollevante, il quale sia dotato di mezzi per la sua regolazione in altezza sicuri ed operativamente del tutto affidabili.
Ulteriore scopo della presente invenzione à ̈ quello di mettere a disposizione un pontone autosollevante, il quale sia dotato di mezzi per la sua regolazione in altezza che richiedano costi di manutenzione contenuti.
Un altro scopo della presente invenzione à ̈ quello di mettere a disposizione un pontone autosollevante, il quale sia dotato di mezzi per la sua regolazione in altezza che siano di facile impiego.
Un altro scopo della presente invenzione à ̈ quello di mettere a disposizione un pontone autosollevante, il quale presenti un peso complessivo ridotto pur mantenendo standard di sicurezza elevati.
Breve descrizione dei disegni
Le caratteristiche tecniche del trovato, secondo i suddetti scopi, sono chiaramente riscontrabili dal contenuto delle rivendicazioni sottoriportate ed i vantaggi dello stesso risulteranno maggiormente evidenti nella descrizione dettagliata che segue, fatta con riferimento ai disegni allegati, che ne rappresentano una forma di realizzazione puramente esemplificativa e non limitativa, in cui:
la Fig.1 mostra una vista prospettica dall’alto del pontone autosollevante oggetto della presente invenzione, con le gambe parzialmente sollevate;
la Fig.2 mostra una vista laterale del pontone autosollevante oggetto della presente invenzione, con le gambe completamente abbassate e poggianti su un fondale;
la Fig.3 mostra una vista laterale del pontone autosollevante oggetto della presente invenzione, con le gambe completamente sollevate;
la Fig. 4 mostra una vista in pianta del pontone autosollevante oggetto della presente invenzione, con alcune parti asportate per meglio evidenziarne altre;
le Figg.5A, 5B e 5C mostrano particolari del pontone autosollevante oggetto della presente invenzione relativi a mezzi di fissaggio amovibile e ad un elemento di serraggio per il collegamento di due moduli tra loro, ovvero per il collegamento di un modulo ad un modulo di sollevamento;
la Fig. 6 mostra una vista prospettica dall’alto di un particolare del pontone autosollevante oggetto della presente invenzione, relativo ad un modulo di sollevamento;
la Fig.7 mostra una vista prospettica dall’alto del modulo di sollevamento di Fig.6, con alcune parti asportate per meglio evidenziarne altre;
la Fig.8 mostra una vista in pianta di un particolare del modulo di sollevamento di Fig.7, relativo ad una intelaiatura di supporto e ad una struttura di guida ad essa fissata;
la Fig.9 mostra una sezione trasversale del particolare del modulo di sollevamento di Fig.8;
le Figg. 10A e 10B mostrano rispettivamente un particolare di una sezione longitudinale ed una diversa sezione trasversale della struttura di guida di Fig.8;
le Figg. 11A e 11B mostrano una vista dall’alto di una gamba del pontone autosollevante, con organi di bloccaggio di mezzi di regolazione del pontone autosollevante oggetto della presente invenzione rispettivamente in posizione di interferenza ed in posizione di non interferenza con elementi di ancoraggio di tale gamba;
la Fig.12 mostra un particolare degli organi di bloccaggio dei mezzi di regolazione del pontone autosollevante oggetto della presente invenzione, relativo ad un corpo arcuato;
la Fig.13 mostra una sezione trasversale di un particolare dei mezzi di regolazione del pontone autosollevante oggetto della presente invenzione, relativo ad un anello mobile;
le Figg.14a – 14f mostrano schematicamente una sequenza operativa di fasi per la movimentazione delle gambe rispetto alla piattaforma del pontone autosollevante oggetto della presente invenzione, mediante i mezzi di regolazione.
Descrizione dettagliata di un esempio di realizzazione preferita
Con riferimento agli uniti disegni à ̈ stato indicato nel suo complesso con 1 un esempio di pontone autosollevante, oggetto della presente invenzione.
Il pontone autosollevante 1 potrà essere delle dimensioni più idonee e per gli scopi applicativi più disparati senza per questo uscire dall’ambito di protezione della presente privativa.
Il pontone autosollevante 1 comprende una piattaforma galleggiante 2 ed una pluralità di gambe di supporto 3, che sono montate ortogonalmente sulla piattaforma galleggiante 2.
Vantaggiosamente, le gambe di supporto 3 sono almeno in numero di tre e, preferibilmente, sono in numero di quattro, al fine di assicurare la necessaria stabilità al pontone 1 anche nel caso in cui vi sia, ad esempio, un fondale irregolare o si abbia un cedimento localizzato del fondale, ovvero, ancora, nel caso in cui si verifichi una rottura di una delle gambe 3.
Per garantire una maggiore stabilità al pontone 1, le gambe 3 terminano inferiormente con piedi 35, atti a migliorare l’appoggio sul fondale. Ciascun piede 35 à ̈ collegato alla estremità inferiore della relativa gamba 3 mediante una prima flangia 36 e, vantaggiosamente, tra la prima flangia 36 ed il piede 35 à ̈ interposta una cerniera sferica 37, che consente al piede 35 di inclinarsi adattandosi alla superficie del fondale nell’esatto punto di appoggio.
Le gambe 3 possono essere ottenute giuntando consecutivamente più pali 38 in modo allineato, mediante una o più seconde flange 39, fino al raggiungimento della lunghezza desiderata.
In accordo con le figure allegate, la piattaforma galleggiante 2 à ̈ formata da una pluralità di moduli 4, giuntabili meccanicamente tra loro mediante mezzi di fissaggio amovibile 5.
Secondo una forma realizzativa esemplificativa e non limitativa del pontone autosollevante 1, illustrata in particolare in figura 4, i moduli 4 presentano ognuno un telaio tridimensionale, preferibilmente avente la forma di un parallelepipedo e generalmente realizzato mediante setti e travi in acciaio, a tamponatura del quale sono posti una pluralità di pareti metalliche, non illustrate in figura 4, anch’esse generalmente in acciaio, che sono tra loro accuratamente saldate, al fine di garantire la tenuta stagna dei moduli 4 e di assicurarne il galleggiamento.
I mezzi di fissaggio amovibile 5, atti a collegare tra loro i moduli 4, possono vantaggiosamente essere di tipo maschio-femmina. In particolare, in accordo con l’esempio realizzativo riportato nelle allegate figure, i mezzi di fissaggio amovibile 5 comprendono uno o più perni 6, fissati al telaio tridimensionale di un modulo 4 e sporgenti da almeno una parete laterale di quest’ultimo. Tali perni 6 sono destinati ad essere introdotti in altrettanti fori omologhi 7 ricavati sul telaio tridimensionale di un diverso modulo 4 ed emergenti su almeno una parete laterale di quest’ultimo da affiancare alla parete laterale provvista di perni 6 dell’altro modulo 4. Vantaggiosamente, i perni 6 ed i fori omologhi 7 sono disposti in una o più file verticali parallele.
Al fine di evitare che, una volta infilati, i perni 6 di ciascuna fila possano sfilarsi dai corrispondenti fori omologhi 7, à ̈ opportunamente previsto un elemento di serraggio 8, atto a bloccare i perni 6 all’interno dei fori omologhi 7. In accordo con la forma realizzativa illustrata nelle Figure 5A, 5B e 5C, l’elemento di serraggio 8 à ̈ un elemento a ghigliottina che si estende internamente a ciascun modulo 4, in corrispondenza di una fila di fori omologhi 7, per tutta l’altezza del modulo 4 e sporge superiormente da quest’ultimo con una porzione di presa 9, che ne consente la movimentazione dall’esterno. Più in dettaglio, l’elemento di serraggio 8 comprende una pluralità di placche 10 di spessore decrescente verso il basso, raccordate mediante una o più barre 11. Le placche 10 sono dotate di fori sagomati 12, ricavati in corrispondenza dei fori omologhi 7. Tali fori sagomati 12 presentano una porzione inferiore allargata 13 ed una porzione superiore ridotta 14. Durante il montaggio di due moduli 4 tra loro, ciascun perno 6 à ̈ inserito nel corrispondente foro omologo 7, attraversando agevolmente la porzione inferiore allargata 13 del foro sagomato 12, come illustrato nella figura 5C. In seguito, l’elemento di serraggio 8 viene spinto verso il basso ed il perno 6 viene accolto nella porzione ridotta 14 del foro sagomato 12. Ciascuna delle placche 10, quindi, si incunea in una apposita scanalatura 15 ricavata su ciascun perno 6, serrando così quest’ultimo all’interno del foro omologo 7, come illustrato nelle figure 5A e 5B, e conseguentemente serrando tra loro i due moduli 4 accostati.
Vantaggiosamente, i perni 6 sporgono da due pareti laterali adiacenti di ciascun modulo 4 ed i fori omologhi 7 sono ricavati sulle restanti due pareti laterali adiacenti.
Secondo l’idea alla base della presente invenzione, i moduli 4 comprendono tre o più moduli di sollevamento 16, ciascuno dei quali à ̈ meccanicamente associato ad una gamba 3 ed à ̈ dotato di una intelaiatura di supporto 17. Tale intelaiatura di supporto 17 presenta, fissata centralmente, una struttura di guida 18 con inserita la gamba 3 e porta fissati una pluralità di pannelli di tamponatura 19 atti a delimitare, unitamente alla struttura di guida 18, un corpo scatolare chiuso, il quale partecipa alla spinta idrostatica di galleggiamento della piattaforma galleggiante 2.
La struttura di guida 18 Ã ̈ atta ad accogliere ed a guidare la gamba 3 durante la sua movimentazione.
In accordo con la forma realizzativa illustrata nelle allegate figure, la struttura di guida 18 presenta una forma cilindrica cava ed à ̈ fissata all’intelaiatura di supporto 17 mediante primi piatti 20 di lamiera radiali, ad esempio fissati mediante saldatura.
Vantaggiosamente, come illustrato nelle figure 10A e 10B, la struttura di guida 18 porta montati radialmente e rivolti verso il suo interno una pluralità di primi rulli 21, atti ad agevolare lo scorrimento della gamba 3 al suo interno. Tali primi rulli 21 possono essere, ad esempio, montati su forcelle 24 fissate mediante viti 22a e dadi di serraggio 22b alla struttura di guida 18 e, preferibilmente, anche imperniati su nervature di rinforzo radiale 23 della struttura di guida 18. Tali nervature di rinforzo radiale 23 si sviluppano da un rinforzo anulare inferiore 61 e da un rinforzo anulare superiore 62 della struttura di guida 18. Quest’ultima, inoltre, può vantaggiosamente presentare costole di irrigidimento orizzontale 25, aventi lo scopo di aumentare la resistenza della struttura di guida 18 stessa alle sollecitazioni meccaniche a cui à ̈ sottoposta durante le operazioni di movimentazione della gamba 3.
Ciascun modulo di sollevamento 16 à ̈ provvisto di mezzi di regolazione 26 per modificare l’altezza delle gambe 3 rispetto alla piattaforma galleggiante 2.
Tali mezzi di regolazione 26 comprendono una pluralità di elementi di ancoraggio 27 predisposti lungo lo sviluppo delle gambe 3, almeno un anello fisso 28, fissato concentricamente alla struttura di guida 18 del modulo di sollevamento 16 ed attraversato dalla gamba 3 inserita nella struttura di guida 18, almeno un anello mobile 29, assialmente allineato all’anello fisso 28 ed attraversato dalla gamba 3, e mezzi attuatori di sollevamento 30, i quali supportano l’anello mobile 29 rispetto all’anello fisso 28 e sono azionabili per modificare la distanza tra i due anelli.
L’anello fisso 28 supporta un primo organo di bloccaggio 31, azionabile da almeno un primo attuatore 32 a spostarsi tra una prima posizione di interferenza, in cui intercetta almeno un elemento di ancoraggio 27 della gamba 3, impedendo a quest’ultima di spostarsi assialmente in almeno una direzione, ed una prima posizione di non interferenza, in cui à ̈ svincolato dagli elementi di ancoraggio 27 della gamba 3, liberandola rispetto a spostamenti assiali entro la struttura di guida 18.
L’anello mobile 29 supporta un secondo organo di bloccaggio 33, azionabile da almeno un secondo attuatore 34 a spostarsi tra una seconda posizione di interferenza (v. figura 11A), in cui intercetta almeno un elemento di ancoraggio 27 della gamba 3, impedendo a quest’ultima di spostarsi assialmente in almeno una direzione, ed una seconda posizione di non interferenza (v. figura 11B), in cui à ̈ svincolato dagli elementi di ancoraggio 27 della gamba 3, liberandola rispetto a spostamenti assiali entro la struttura di guida 18.
In accordo con una forma realizzativa preferenziale, illustrata nelle allegate figure, gli elementi di ancoraggio 27 sono costituiti da piastre sporgenti fissate su ciascuna gamba 3. Vantaggiosamente le suddette piastre sono allineate, secondo almeno una fila, lungo lo sviluppo longitudinale di ciascuna gamba 3 e sono disposte a distanza regolare l’una dall’altra. Preferibilmente tali piastre sono realizzate in un materiale metallico e sono fissate a ciascuna gamba 3 per saldatura.
Il primo ed il secondo organo di bloccaggio, 31 e 33, come illustrato in figura 12, comprendono ciascuno almeno un corpo arcuato 40, il quale si sviluppa, almeno parzialmente, attorno alla gamba 3 ed à ̈ dotato di almeno un elemento di blocco 41 sporgente verso la gamba 3 e suscettibile di interferire con gli elementi di ancoraggio 27 della gamba 3 quando il primo e/o il secondo organo di bloccaggio sono rispettivamente nella prima e/o nella seconda posizione di interferenza.
Vantaggiosamente il primo ed il secondo organo di bloccaggio, 31 e 33, comprendono ciascuno due corpi arcuati 40, disposti in posizioni diametralmente opposte rispetto alla gamba 3 e dotati ciascuno di due elementi di blocco 41.
Gli elementi di blocco 41 sono fissati, preferibilmente saldati, a ciascun corpo arcuato 40 e presentano vantaggiosamente una superficie superiore 42 ed una superficie inferiore 43 piane, atte ad andare in appoggio rispettivamente sulla superficie di interferenza inferiore 45 e sulla superficie di interferenza superiore 44 degli elementi di ancoraggio 27 delle gambe 3, quando il primo e/o il secondo organo di bloccaggio sono rispettivamente nella prima e/o nella seconda posizione di interferenza.
Il primo ed il secondo attuatore, 32 e 34, azionano rispettivamente il primo ed il secondo organo di bloccaggio, 31 e 33, a ruotare con il corpo arcuato 40 attorno alla gamba 3, tra le proprie rispettive posizioni di interferenza e posizioni di non interferenza.
Come illustrato nelle figure 11A ed 11B, ruotando di un angolo opportuno i corpi arcuati 40, gli elementi di blocco 41 ad essi fissati sono portati ad interferire o meno con gli elementi di ancoraggio 27 della gamba 3.
In accordo con un esempio realizzativo preferenziale illustrato nelle allegate figure, il primo ed il secondo attuatore, 32 e 34, comprendono rispettivamente uno o più primi cilindri idraulici 47, atti ad azionare il primo organo di bloccaggio 31, ed uno o più secondi cilindri idraulici 49, atti ad azionare il secondo organo di bloccaggio 33.
Più in dettaglio, i primi cilindri 47 sono fissati esternamente all’anello fisso 28 e, vantaggiosamente, possono essere imperniati su due secondi piatti 50 saldati all’anello fisso 28, come illustrato nelle figure 6 e 7. I primi cilindri 47 sono provvisti di primi pistoni mobili 46 collegati in testa ai corpi arcuati 40 del primo organo di bloccaggio 31 ed, in particolare, possono essere imperniati su primi golfari 51 saldati sulla superficie esterna dei corpi arcuati 40. I primi golfari 51 sporgono dall’anello fisso 28 attraverso prime fessure 52 in esso appositamente ricavate.
Allo scopo di azionare il primo organo di bloccaggio 31, i primi cilindri 47 agiscono con i loro primi pistoni 46 sui corpi arcuati 40, che quindi ruotano di un angolo opportuno, portando gli elementi di blocco 41 ad interferire o meno con gli elementi di ancoraggio 27 della gamba 3.
Analogamente, i secondi cilindri 49 sono fissati esternamente all’anello mobile 29 e, vantaggiosamente, possono essere imperniati su due terzi piatti 53 saldati all’anello mobile 29, come illustrato nelle figure 6 e 7. I secondi cilindri 49 sono provvisti di secondi pistoni mobili 48 sono collegati in testa ai corpi arcuati 40 del secondo organo di bloccaggio 33 ed, in particolare, possono essere imperniati su secondi golfari 54 saldati sulla superficie esterna dei corpi arcuati 40. I secondi golfari 54 sporgono dall’anello mobile 29 attraverso seconde fessure 55 in esso appositamente ricavate.
Allo scopo di azionare il secondo organo di bloccaggio 33, i secondi cilindri 49 agiscono con i loro secondi pistoni 48 sui corpi arcuati 40, che quindi ruotano di un angolo opportuno, portando gli elementi di blocco 41 ad interferire o meno con gli elementi di ancoraggio 27 della gamba 3.
Al fine di rendere più agevole e scorrevole la rotazione del primo e del secondo organo di bloccaggio, 31e 33, rispettivamente rispetto all’anello fisso 28 e rispetto all’anello mobile 29, sulla superficie esterna dei corpi arcuati 40 del primo e del secondo organo di bloccaggio, 31 e 33, sono vantaggiosamente previsti una pluralità di elementi antifrizione 56.
I mezzi attuatori di sollevamento 30, che supportano l’anello mobile 29 rispetto all’anello fisso 28, comprendono uno o più terzi cilindri 57, meccanicamente collegati all’anello fisso 28 e provvisti di terzi pistoni 58, collegati all’anello mobile 29. Vantaggiosamente, al fine di rendere più agevoli e più sicure le operazioni di movimentazione dell’anello mobile 29 e dell’anello fisso 28, i terzi cilindri 57 sono in numero di due, disposti in posizioni diametralmente opposte rispetto ai due anelli.
In accordo con la forma realizzativa illustrata nelle allegate figure, i terzi cilindri 57 sono imperniati su terzi golfari 59 saldati sulla superficie esterna dell’anello fisso 28, mentre le teste dei loro terzi pistoni 58 sono collegate all’anello mobile 29, e, più in dettaglio, sono imperniate su quarti golfari 60 saldati sulla superficie esterna dell’anello mobile 29.
Vantaggiosamente l’anello fisso 28 e l’anello mobile 29 portano montati radialmente e rivolti verso il loro interno uno o più secondi rulli 63, atti ad agevolare lo scorrimento della gamba 3 al loro interno. Inoltre, l’anello fisso 28 e l’anello mobile 29 presentano fissati superiormente ad essi uno o più elementi di antirotazione 64, atti ad essere disposti allineati alle file di elementi di ancoraggio 27 fissati alla gamba 3. Quando la gamba 3 scorre attraverso l’anello fisso 28, ovvero attraverso l’anello mobile 29, gli elementi di ancoraggio 27 sono portati a scorrere attraverso gli elementi di antirotazione 64, i quali li guidano nel loro moto verticale, impedendo alla gamba 3 di ruotare attorno al proprio asse longitudinale.
Il pontone autosollevante 1, oggetto della presente invenzione e finora descritto dal punto di vista per lo più strutturale, à ̈ destinato funzionalmente ad operare come qui di seguito specificato.
Al fine di abbassare le gambe 3 rispetto alla piattaforma galleggiante 2, ovvero per portare il pontone autosollevante 1 dalla configurazione galleggiante alla configurazione stabile, i mezzi di regolazione 26 operano secondo la una sequenza di fasi qui di seguito descritte e schematizzate in figura 14.
In particolare, la sequenza di fasi prevede di partire inizialmente dalla condizione di figura 14a, in cui il primo organo di bloccaggio 31 à ̈ nella prima posizione di interferenza, con gli elementi di blocco 41, ad esso fissati, che intercettano gli elementi di ancoraggio 27 della gamba 3, impedendo lo scorrimento assiale di quest’ultima entro l’anello fisso 28. In particolare, in questa condizione, la superficie superiore 42 di ciascun elemento di blocco 41 riceve in appoggio la superficie di interferenza inferiore 45 di un elemento di ancoraggio 27 della gamba 3, sostenendo la gamba 3 medesima.
E’ quindi previsto di spostare il secondo organo di bloccaggio 33 nella seconda posizione di non interferenza con gli elementi di blocco 41, ad esso fissati, che non intercettano gli elementi di ancoraggio 27 della gamba 3, consentendo lo scorrimento assiale di quest’ultima entro l’anello mobile 29. In tale condizione, in particolare, gli elementi di blocco 41 risultano interposti tra due file adiacenti di elementi di ancoraggio 27, svincolando il secondo organo di bloccaggio 33 dagli elementi di ancoraggio 27 della gamba 3 e consentendo all’anello mobile 29 di scorrere assialmente lungo la gamba 3.
Successivamente (v. figura 14b), i mezzi attuatori di sollevamento 30 spingono l’anello mobile 29 in allontanamento dall’anello fisso 28, facendolo scorrere assialmente rispetto alla gamba 3.
Più in dettaglio, il terzo cilindro 57, montato sull’anello fisso 28, spinge in uscita il relativo terzo pistone 58 che à ̈ collegato all’anello mobile 29, viene spinto in uscita dal terzo cilindro 57 collegato all’anello fisso 28, sollevando così l’anello mobile 29 ed allontanandolo dall’anello fisso 28.
Quando l’anello mobile 29 ha raggiunto l’altezza desiderata, il secondo organo di bloccaggio 33 à ̈ portato nella seconda posizione di interferenza (v. figura 14c), con gli elementi di blocco 41 ad esso fissati che intercettano gli elementi di ancoraggio 27 della gamba 3, impedendo lo scorrimento assiale di quest’ultima entro l’anello mobile 29. In seguito, il primo organo di bloccaggio 31 à ̈ portato nella prima posizione di non interferenza(v. figura 14d) con gli elementi di blocco 41 che non intercettano gli elementi di ancoraggio 27 della gamba 3, consentendo lo scorrimento assiale di quest’ultima entro l’anello fisso 28.
Infine, i mezzi attuatori di sollevamento 30 portano l’anello mobile 29 in avvicinamento all’anello fisso 28 (v. figura 14e), facendo scorrere la gamba 3 assialmente rispetto all’anello fisso 28 e, quindi, abbassandola rispetto alla piattaforma galleggiante 2.
Tali fasi sono ripetute nella sequenza indicata fino a che i piedi 35 delle gambe 3 giungono in appoggio sul fondale. Generalmente, la piattaforma 2 à ̈ poi ulteriormente sollevata rispetto alle gambe 3 ed à ̈ portata in sospensione sopra al pelo libero dell’acqua. Al fine di sollevare la piattaforma 2, à ̈ possibile eseguire la sequenza di fasi operative sopra descritta. Tuttavia, in quest’ultimo caso, diversamente da quanto accade durante l’abbassamento delle gambe 3, ciascuno degli elementi di blocco 41 del primo e del secondo organo di bloccaggio, 31 e 33, quando questi ultimi sono portati rispettivamente nella prima e nella seconda posizione di interferenza, appoggia con la propria superficie inferiore 43 sulla superficie di interferenza superiore 44 di un elemento di ancoraggio 27 della gamba 3.
Una volta raggiunta l’altezza finale desiderata della gamba 3 rispetto alla piattaforma 2, à ̈ preferibile portare il primo organo di bloccaggio 31 nella prima posizione di interferenza onde evitare di fare gravare il peso della gamba 3 sui terzi pistoni 58.
In modo analogo, mutatis mutandis, à ̈ possibile utilizzare i mezzi di regolazione 26 per portare il pontone autosollevante 1 dalla configurazione stabile alla configurazione natante, ovvero per calare la piattaforma 2 fino a portarla in galleggiamento sull’acqua e, successivamente, per sollevare le gambe 3 rispetto alla piattaforma 2.
In questo caso la sequenza di fasi prevede inizialmente di passare dalla condizione di figura 14a con il primo organo di bloccaggio 31 nella prima posizione di interferenza e con il secondo organo di bloccaggio 33 nella seconda posizione di non interferenza alla condizione di figura 14e con il primo organo di bloccaggio 31 nella prima posizione di non interferenza e con il secondo organo di bloccaggio 33 nella seconda posizione di interferenza, passando attraverso la condizione intermedia di figura 14f, in cui entrambi gli organi di bloccaggio 31 e 33 sono nella rispettiva posizione di interferenza. A questo punto, l’azionamento dei mezzi di sollevamento 30 determina il passaggio dalla condizione di figura 14e a quella di figura 14d, con l’abbassamento della piattaforma 2. Quindi dopo aver prima portato i primi organi di bloccaggio 31 nella prima posizione di interferenza (v. figura 14c) e poi i secondi organi di bloccaggio 33 nella seconda posizione di non interferenza (v. figura 14b) à ̈ possibile recuperare i terzi pistoni 58 dei terzi cilindri 57 (v. figura 14a) prima di riprendere un ciclo di abbassamento della piattaforma 2 o di innalzamento della gamba 3.
In particolare, finché la piattaforma 2 giunge in galleggiamento sull’acqua, la superficie inferiore 43 di ciascun elemento di blocco 41 poggia sulla superficie di interferenza superiore 44 di un elemento di ancoraggio 27 della gamba 3 sostenendo la piattaforma 2. Successivamente, durante il sollevamento delle gambe 3 rispetto alla piattaforma 2 in galleggiamento, la superficie superiore 42 di ciascun elemento di blocco 41 riceve in appoggio la superficie di interferenza inferiore 45 di un elemento di ancoraggio 27 della gamba 3, sostenendo la gamba 3.
Le suddette fasi sono quindi ripetute nella sequenza indicata fino a che le gambe 3 risultano sufficientemente sollevate ed il pontone autosollevante 1 può essere, ad esempio, trasportato sull’acqua.
Al fine di evitare possibili errori umani, tutte le sequenze di fasi che portano a sollevare o abbassare le gambe 3 rispetto alla piattaforma 2 sono controllate mediante software dedicato.
Il trovato così concepito raggiunge pertanto gli scopi prefissi.
Ovviamente esso potrà assumere, nella sua realizzazione pratica, anche forme e configurazioni diverse da quella sopra illustrata senza che, per questo, si esca dal presente ambito di protezione. Inoltre tutti i particolari potranno essere sostituiti da elementi tecnicamente equivalenti e le forme, le dimensioni ed i materiali impiegati potranno essere qualsiasi a seconda delle esigenze.

Claims (6)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Pontone autosollevante (1), il quale comprende: - una piattaforma galleggiante (2) formata da una pluralità di moduli (4) giuntabili meccanicamente tra loro mediante mezzi di fissaggio amovibile (5); - una pluralità di gambe di supporto (3) montate ortogonalmente su detta piattaforma galleggiante (2); caratterizzato dal fatto che detti moduli (4) comprendono tre o più moduli di sollevamento (16), ciascuno dei quali à ̈ meccanicamente associato ad una gamba (3), à ̈ dotato di una intelaiatura di supporto (17) avente centralmente fissata una struttura di guida (18) con inserita detta gamba (3) e portante fissati una pluralità di pannelli di tamponatura (19) atti a delimitare, unitamente a detta struttura di guida (18), un corpo scatolare chiuso, il quale partecipa alla spinta idrostatica di galleggiamento di detta piattaforma galleggiante (2).
  2. 2. Pontone autosollevante (1) secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che ciascun modulo di sollevamento (16) à ̈ provvisto di mezzi di regolazione (26) per modificare l’altezza di dette gambe (3) rispetto a detta piattaforma galleggiante (2), i quali comprendono: - una pluralità di elementi di ancoraggio (27) predisposti lungo lo sviluppo di dette gambe (3); - almeno un anello fisso (28), il quale à ̈ fissato concentricamente alla struttura di guida (18) di detto modulo di sollevamento (16), à ̈ attraversato da detta gamba (3) e supporta un primo organo di bloccaggio (31) azionabile da almeno un primo attuatore (32) a spostarsi tra una prima posizione di interferenza, in cui intercetta almeno un elemento di ancoraggio (27) di detta gamba (3) impedendone spostamenti assiali in almeno una direzione, ed una prima posizione di non interferenza, in cui à ̈ svincolato dagli elementi di ancoraggio (27) di detta gamba (3), liberandola rispetto a spostamenti assiali entro detta struttura di guida (18); - almeno un anello mobile (29), il quale à ̈ assialmente allineato a detto anello fisso (28), à ̈ attraversato da detta gamba (3) e supporta un secondo organo di bloccaggio (33) azionabile da almeno un secondo attuatore (34) a spostarsi tra una seconda posizione di interferenza, in cui intercetta almeno un elemento di ancoraggio (27) di detta gamba (3) impedendone spostamenti assiali in almeno una direzione, ed una seconda posizione di non interferenza, in cui à ̈ svincolato dagli elementi di ancoraggio (27) di detta gamba (3), liberandola rispetto a spostamenti assiali entro detta struttura di guida (18); - mezzi attuatori di sollevamento (30), i quali supportano detto anello mobile (29) rispetto a detto anello fisso (28) e sono azionabili per modificare la distanza tra detti due anelli.
  3. 3. Pontone autosollevante (1) secondo la rivendicazione 2, caratterizzato dal fatto che detto primo organo di bloccaggio (31) e detto secondo organo di bloccaggio (33) comprendono ciascuno almeno un corpo arcuato (40) sviluppantesi almeno parzialmente attorno a detta gamba (3), dotato di almeno un elemento di blocco (41) sporgente verso detta gamba (3) e suscettibile di interferire con gli elementi di ancoraggio (27) di detta gamba (3) quando detti primo e/o secondo organo di bloccaggio (31 e/o 33) sono rispettivamente in dette prima e/o seconda posizione di interferenza.
  4. 4. Pontone autosollevante (1) secondo una qualunque delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detti elementi di ancoraggio (27) sono costituiti da piastre sporgenti fissate allineate secondo almeno una fila lungo lo sviluppo longitudinale di ciascuna detta gamba (3).
  5. 5. Pontone autosollevante (1) secondo la rivendicazione 4, caratterizzato dal fatto che detti almeno un primo ed almeno un secondo attuatore (32 e 34) azionano rispettivamente detti primo e secondo organo di bloccaggio (31 e 33) a ruotare con detto corpo arcuato (40) attorno a detta gamba (3) tra detta posizione di interferenza e detta posizione di non interferenza.
  6. 6. Pontone autosollevante (1) secondo la rivendicazione 2, caratterizzato dal fatto che i mezzi attuatori di sollevamento (30) di detti mezzi di regolazione (26) comprendono almeno un terzo cilindro idraulico (57) meccanicamente collegato all’anello fisso (28) ed avente un terzo pistone (58) meccanicamente collegato all’anello mobile (29).
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