ITPC20130024A1 - Dispositivo per il bloccaggio di utensili in una pressa piegatrice - Google Patents
Dispositivo per il bloccaggio di utensili in una pressa piegatriceInfo
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Description
Descrizione dell’invenzione avente per titolo:
“DISPOSITIVO PER IL BLOCCAGGIO DI UTENSILI IN UNA PRESSA PIEGATRICE”
Il presente trovato concerne un dispositivo per il bloccaggio di utensili in una pressa piegatrice e in particolare a una pressa per la piegatura di lamiere o simili.
Nel settore delle macchine utensili sono ben note presse piegatrici configurate per conferire determinati angoli di piegatura a fogli di lamiera, lastre o simili, tramite deformazioni a freddo.
Le presse piegatrici sono costituite in genere da un basamento inferiore che definisce un piano fisso di appoggio della lamiera e che porta una matrice di piegatura secondo il cui profilo detta lamiera è piegata.
Una trave superiore è supportata in maniera mobile in avvicinamento e in allontanamento dal basamento, lungo un piano sostanzialmente verticale. La trave porta solidale un utensile di piegatura atto a cooperare con la matrice per conferire alla lamiera la sagoma desiderata.
Il movimento della trave superiore è generato da mezzi attuatori, idraulici, meccanici o elettrici, che forniscono la forza necessaria per l’operazione di deformazione.
L’utensile, in genere, presenta un’estremità inferiore conformata per cooperare con la superficie di superiore appoggio della matrice e una porzione superiore che definisce un codolo di attacco alla trave superiore.
In funzione del tipo di lavorazione da eseguire detto utensile può essere singolo, vale a dire con un corpo monolitico che si sviluppa per tutta, o una parte, della lunghezza della traversa, oppure frazionato, cioè costituito da più multipli affiancati nella direzione di sviluppo della traversa.
A questo scopo la trave superiore può essere provvista di uno o più dispositivi di bloccaggio (chiamati in gergo “intermedi”) che, serrando il codolo degli utensili, li rendono solidali con essa per consentire la pressatura.
Fra svariate forme e tipologie di codoli, alcune, più diffuse, sono diventate forme standardizzate per consentire l’installazione degli utensili su presse di differenti costruttori.
Secondo una variante assai diffusa, il codolo presenta su almeno un lato una sede, con un profilo scanalato di forma a “C”, nella quale s’impegna un dente di ritegno del dispositivo di bloccaggio che impedisce all’utensile di sfilarsi e cadere quando il dispositivo di bloccaggio è allentato.
Dispositivi di bloccaggio noti sono generalmente conformati a morsa e comprendono una ganascia fissa resa solidale alla trave superiore e una ganascia mobile mossa da un dispositivo di chiusura atto ad avvicinare o allontanare la ganascia mobile da quella fissa per il serraggio o il rilascio dell’utensile.
Una problematica comune che si riscontra nell’utilizzo di questi dispositivi riguarda le operazioni di cambio degli utensili.
Le modalità di inserimento ed estrazione degli utensili nei dispositivi di bloccaggio noti sono, in funzione della loro configurazione, essenzialmente due: per scorrimento orizzontale (parallelamente alla trave superiore) oppure dal basso, tramite un movimento combinato di traslazione e rotazione.
Nel primo caso l’utensile è inserito ai lati della pressa ed è fatto scorrere lungo la lunghezza della trave superiore sino alla posizione di lavoro prestabilita. Questa modalità presenta alcuni inconvenienti fra cui, il maggiore, è dato dalla scomodità dell’operazione e dall’elevato tempo di esecuzione che impone degli arresti macchina prolungati. Inoltre, nel caso in cui l’utensile montato sulla macchina comprenda più elementi frazionati affiancati, per rimuovere o sostituire un elemento intermedio è necessario rimuovere prima tutti quelli che lo precedono con un ulteriore aggravio dei tempi di sostituzione.
Per questi motivi sono preferibili i dispositivi di bloccaggio nei quali l’utensile può essere inserito dal basso verso l’alto poiché, oltre a richiedere un tempo molto inferiore per l’installazione o la rimozione di un singolo utensile, consentono anche la sostituzione di un utensile intermedio senza dover rimuovere o spostare quelli vicini già installati.
WO 2011 141774 descrive un tale dispositivo per il bloccaggio di utensili provvisto di una ganascia mobile sulla quale è ricavato un dente atto a impegnare il codolo dell’utensile per mantenerlo sospeso e impedire che questo possa cadere quando la ganascia mobile.
Detto dente inoltre, guidato lungo un percorso di serraggio della ganascia, consente inoltre di portare l’utensile a battuta con la ganascia fissa di mantenerlo in posizione durante la pressatura.
Tale dispositivo di bloccaggio noto presenta tuttavia alcuni inconvenienti e, in particolare, non è in grado di garantire sempre adeguate condizioni di sicurezza durante le operazioni di sostituzione degli utensili.
Più in dettaglio l’inconveniente consiste nel fatto che quando nella stessa ganascia sono installati più utensili frazionati aventi una larghezza inferiore a quella del dispositivo di bloccaggio, l’operazione di rimozione e di inserimento di un altro utensile può causare la caduta di quelli sostenuti dal dente della ganascia.
Questo accade poiché il dente ricavato sulla ganascia mobile e solidale con essa e si estende per tutta la sua larghezza; perciò nell’inserimento o nella rimozione di un utensile, quando la ganascia mobile è allontanata da quella fissa, il dente può disimpegnarsi dal codolo degli altri utensili frazionati che sono installati sul dispositivo di bloccaggio.
EP 1 244 528 B1 descrive un dispositivo di bloccaggio in cui la ganascia mobile è provvista di un dente inferiore, rivolto verso la ganascia fissa, che insiste su una pluralità di molle fissate su un dosso di altrettanti ganci di sicurezza, sui quali esercita, tramite dette molle, la forze necessaria a serrare l’utensile e mandarlo in battuta contro la ganascia fissa.
La ganascia mobile è inoltre provvista di un dente superiore rivolto verso l’alto che definisce un incavo di inserimento di un corrispondenti arpioni, sporgenti dall’estradosso dei ganci di sicurezza, che consente di mantenere sospesi detto ganci di sicurezza durante il serraggio o il rilascio delle ganasce.
L’inserimento e l’estrazione dell’utensile avviene con un movimento combinato di traslazione e rotazione dell’utensile sul piano verticale rispettivamente dal basso verso l’alto e viceversa.
In questo caso la presenza di una pluralità di ganci di sicurezza, aventi una larghezza inferiore a quella della ganascia, consente di mantenere sospesi in maniera indipendente anche utensili frazionati di piccole dimensioni.
Tale dispositivo di bloccaggio noto, tuttavia, presenta anch’esso alcuni inconvenienti fra i quali va segnalato che la realizzazione dei denti sulla ganascia e dei corrispondenti arpioni e dossi sul gancio di sicurezza richiede lavorazioni di precisione particolarmente laboriose e costose.
Un altro inconveniente di tale dispositivo consiste nella fragilità dei ganci di sicurezza che, avendo una forma sottile e allungata, ed essendo soggetti a continui urti con il codolo dell’utensile durante le operazioni di inserimento e rimozione dell’inserto, con il passare del tempo possono deformarsi o spezzarsi.
Un ulteriore inconveniente del dispositivo sopra descritto consiste nell’utilizzare molle per trasmettere la forza di serraggio dal dente inferiore della ganascia mobile al gancio di sicurezza. In particolare l’utilizzo di molle piatte applicate sull’estradosso del gancio impone una larghezza minima dei ganci di sicurezza che, in alcuni casi, possono comunque consentire lo sgancio e la caduta degli utensili durante le operazioni di sostituzione (in particolare nel caso di utilizzo di utensili frazionati di dimensioni molto ridotte).
EP 1 884 298 B1 descrive un dispositivo di bloccaggio comprendente una prima ganascia e una seconda ganascia, reciprocamente mobili, e dei ganci di sicurezza interposti tra la prima e la seconda ganascia, provvisti di un dente di ritegno atto a inserirsi in una cavità prevista nel codolo dell’utensile. Nella seconda ganascia è prevista una sede nella quale detti ganci di sicurezza sono alloggiati in maniera mobile, detta sede essendo chiusa, sul lato opposto rispetto alla prima ganascia, da una parete arcuata che coopera, deformandosi elasticamente, con una porzione del gancio di sicurezza durante il serraggio e il rilascio della seconda ganascia. Nella sede della seconda ganascia è inoltre alloggiata una barra trasversale che impegna una porzione uncinata del gancio di sicurezza per sorreggerlo all’interno di detta sede.
Anche tale dispositivo presenta una complicazione costruttiva elevata dovuta sia alla forma del gancio di sicurezza sia all’elevato numero di parti da assemblare. Con tale dispositivo inoltre la forza di serraggio è trasferita all’utensile attraverso un elemento elastico che può essere soggetto a rotture dopo un elevato numero di cicli di serraggio e rilascio del dispositivo. Tal elemento elastico inoltre deve essere progettato e calibrato per funzionare correttamente con utensili piccoli e leggeri come anche utensili molto pesanti.
In questo contesto è scopo del presente trovato quello di ideare un dispositivo di bloccaggio di utensili in una pressa piegatrice, che superi gli inconvenienti della tecnica nota sopra citati.
In particolare è scopo del presente trovato quello di ideare un dispositivo di bloccaggio di utensili in una pressa piegatrice che consenta di mantenere gli utensili sospesi nelle ganasce sia durante la fase di serraggio sia durante la fase di rilascio delle stesse, garantendo le necessarie condizioni di sicurezza per operatori addetti al cambio utensili.
Più in dettaglio scopo del presente trovato è quello di mettere a disposizione un dispositivo di bloccaggio di utensili in una pressa piegatrice che consenta di installare più utensili frazionati di larghezza ridotta e di garantire il loro mantenimento sia durante il rilascio delle ganasce sia durante la rimozione o l’installazione di altri utensili nello stesso dispositivo di bloccaggio.
Un altro scopo del presente trovato è quello di realizzare un dispositivo di bloccaggio di un utensile in una pressa piegatrice che sia di semplice realizzazione, economico da produrre e il più possibile robusto e affidabile.
Non ultimo scopo del presente trovato è quello di realizzare un dispositivo di bloccaggio di utensili in una pressa piegatrice che consenta di eseguire le operazioni di cambio utensile in maniera rapida e senza sforzo da parte dell’operatore addetto.
Gli scopi sopra evidenziati sono raggiunti dal dispositivo di bloccaggio per utensili in una pressa piegatrice, del presente trovato, che comprende una prima ganascia e una seconda ganascia, reciprocamente mobili in avvicinamento e in allontanamento l’una rispetto all’altra, e almeno un gancio di sicurezza interposto fra detta prima e detta seconda ganascia provvisto di un dente di ritegno atto a inserirsi in una scanalatura definita nel codolo di un utensile, caratterizzato dal fatto che su un lato interno di detta seconda ganascia rivolto verso la prima ganascia è ricavata almeno una superficie di spinta atta a cooperare in appoggio scorrevole con almeno una corrispondente superficie di appoggio ricavata su un lato esterno del gancio di sicurezza, detto gancio di sicurezza essendo provvisto di una porzione a sbalzo in aggetto verso la prima ganascia, un cuneo alloggiato scorrevolmente nella prima ganascia, insistendo su detta porzione a sbalzo definendo un fulcro di rotazione del gancio di sicurezza.
La rotazione del gancio di sicurezza attorno a detto fulcro è necessaria nella fase di estrazione dell’utensile per disimpegnare il dente di ritegno dal codolo dell’utensile. Per attuare la rotazione del gancio di sicurezza l’utensile deve essere contestualmente spinto verso l’alto e successivamente ruotato lungo un asse longitudinale, manovra che difficilmente può essere compiuta per sbaglio o per un urto accidentale.
In un aspetto del trovato detta superficie di spinta e detta superficie di appoggio, in scorrimento, giacciono sostanzialmente parallele lungo un piano di spinta inclinato in direzione opposta alla prima ganascia di un angolo compreso fra 30° e 60° rispetto a un piano verticale.
Vantaggiosamente per mezzo di questa conformazione si ottiene una traslazione del gancio di sicurezza che consente sia di portare l’utensile a battuta durante il serraggio delle ganasce sia di mantenere l’utensile sospeso in maniera sicura fra queste ultime quando sono rilasciate.
Un angolo ottimale è sostanzialmente pari a 45°.
In un altro aspetto del trovato sul lato interno della seconda ganascia sono ricavate più superfici di spinta che giacciono su altrettanti piani spinta paralleli e sfalsati fra loro lungo una direzione sostanzialmente verticale mentre sul lato esterno del gancio di sicurezza sono ricavate un egual numero di superfici di appoggio in appoggio scorrevole su una corrispondente superficie di spinta.
Preferibilmente il numero di dette superfici di spinta e di appoggio è compreso fra due e sei e, ancora più preferibilmente, uguale a quattro.
In un ulteriore aspetto del trovato il cuneo è alloggiato in una sede ricavata nella prima ganascia e sono previsti dei mezzi elastici per mantenere detto cuneo spinto al di fuori della sede verso la porzione a sbalzo.
In un ulteriore del trovato la punta del cuneo rivolta verso la porzione a sbalzo del gancio di sicurezza è rastremata in maniera da favorire la rotazione del gancio di sicurezza stesso attorno al fulcro di rotazione.
In un altro aspetto ancora del trovato una faccia inferiore della porzione a sbalzo è inclinata dal basso verso l’alto in direzione della prima ganascia di un angolo compreso fra 90° e 150° rispetto a un piano di riscontro verticale situato su un lato interno del gancio di sicurezza.
Ulteriori caratteristiche e vantaggi della presente invenzione appariranno maggiormente chiari dalla descrizione indicativa, e pertanto non limitativa, di un esempio di realizzazione preferita ma non esclusiva di un dispositivo di bloccaggio di utensili in una pressa piegatrice, come illustrato nelle figure allegate in cui:
la figura 1 è una vista laterale, parzialmente sezionata, del dispositivo di bloccaggio secondo il trovato;
la figura 2 è una vista frontale, parzialmente sezionata, del dispositivo di bloccaggio secondo il trovato;
la figura 3 è una vista in sezione laterale del dispositivo di bloccaggio secondo il trovato, in corrispondenza dei mezzi attuatori delle ganasce;
la figura 4 è una vista in sezione laterale della prima ganascia del dispositivo secondo il trovato;
la figura 5 è una vista in sezione laterale della seconda ganascia del dispositivo secondo il trovato;
la figura 6 è una vista in sezione laterale del gancio di sicurezza del dispositivo secondo il trovato;
le figure da 7a a 7d sono rispettivamente viste laterali che mostrano le fasi di inserimento di un utensile nel dispositivo di bloccaggio; le figure 8a e 8b sono rispettivamente viste laterali che mostrano le fasi di serraggio delle ganasce del dispositivo di bloccaggio;
la figura 9 è una vista laterale che mostra la fase di rilascio delle ganasce del dispositivo di bloccaggio;
le figure da 10a a 10d sono rispettivamente viste laterali che mostrano le fasi di estrazione di un utensile dal dispositivo di bloccaggio.
la figura 11 è una vista laterale che mostra un codolo di utensile di tipo noto.
Con riferimento alle figure allegate con il numero 1 è indicato un dispositivo di bloccaggio di utensili in una pressa piegatrice, nel suo complesso.
Tale dispositivo è utilizzabile per vincolare un utensile, indicato con 5, realizzato in un copro monolitico o frazionato in una pluralità di sottomultipli.
Una pressa piegatrice o pressa di piegatura, non illustrata nelle figure allegate, comprende in genere da un basamento inferiore che definisce un piano fisso di appoggio della lamiera e che porta una matrice di piegatura secondo il cui profilo la lamiera deve essere piegata.
Una trave superiore è supportata in maniera mobile in avvicinamento e in allontanamento dal basamento, lungo un piano sostanzialmente verticale. Il movimento è generato da mezzi attuatori, idraulici, meccanici o elettrici, che forniscono la forza necessaria per l’operazione di deformazione. La trave porta solidale un utensile di piegatura atto a cooperare con la matrice per conferire alla lamiera la sagoma desiderata. Il dispositivo di bloccaggio 1 è associabile a una trave di una pressa piegatrice per bloccare rispetto ad essa uno o più utensili 5.
Nella presente descrizione, con riferimento al dispositivo di bloccaggio, i termini verticale e orizzontale saranno utilizzati riferendosi alla sua posizione in uso in una pressa piegatrice. In particolare il termine verticale indica una direzione parallela a quella di scorrimento della traversa superiore della pressa.
L’utensile 5, conformemente alla tecnica nota, è costituito da un corpo la cui estremità inferiore è conformata per cooperare con la superficie di appoggio della matrice e una porzione superiore che definisce un codolo 51 al dispositivo di bloccaggio 1.
Su almeno una faccia del codolo è ricavata una scanalatura 52 avente, in sezione, una forma sostanzialmente a “C” che consente sia di mantenere l’utensile 5 sospeso quando il dispositivo di bloccaggio è rilasciato per le operazioni di sostituzione, sia di portare detto utensile 5 nella corretta posizione di lavoro quando il dispositivo di bloccaggio è serrato.
Il dispositivo 1 comprende una prima ganascia 2 e una seconda ganascia 3 reciprocamente mobili in avvicinamento e in allontanamento l’una rispetto all’altra e almeno un gancio di sicurezza 4 interposto fra detta prima e detta seconda ganascia.
Detto gancio di sicurezza, alla base, è provvisto di un dente di ritegno 41 conformato per alloggiare nella scanalatura 52 del codolo 51 e che è atto mantenere l’utensile sospeso quando il dispositivo di bloccaggio è rilasciato, ad esempio al termine della fase di inserimento e all’inizio della fase di rimozione dello stesso.
In una forma di realizzazione preferita, il dispositivo di bloccaggio 1 è provvisto di una pluralità di ganci di sicurezza 4 disposti affiancati longitudinalmente, vale a dire lungo la direzione di sviluppo della trave.
La prima ganascia comprende un corpo 20 a sua volta associabile alla trave superiore della pressa per mezzo di un codolo 21 posto alla sommità. Detto corpo è provvisto di una superficie di scorrimento 22 rivolta verso la seconda ganascia 3 che si sviluppa su un piano sostanzialmente verticale e parallelo allo sviluppo longitudinale della trave superiore. Su detta superficie di scorrimento 22 può scorrere la faccia 53 del codolo 51 opposta alla faccia 56 sulla quale è ricavata la scanalatura 52. Alla base di detto piano di scorrimento 22 è definita una superficie di battuta 23 che si estende in una direzione sostanzialmente ortogonale ad esso e che è atta a contattare uno scalino 54 che si estende ortogonalmente dalla faccia 53 del codolo 51.
La seconda ganascia 3 è associata scorrevolmente alla prima ganascia 2, in avvicinamento e in allontanamento da essa, tramite mezzi attuatori 6 di tipo noto.
In una forma di realizzazione preferita, detti mezzi attuatori comprendono almeno un perno di comando 61. Detto perno di comando 61 è passante attraverso un foro 31 ricavato nella seconda ganascia 3 ed è avvitato, con possibilità di un limitato parziale avvitamento o svitamento, in un foro filettato 26 nella prima ganascia 2. Il perno di comando 61 comprende inoltre una testa 62, alloggiata in una sede 33 ricavata sulla faccia esterna della seconda ganascia 3, che impedisce al perno stesso 61 sia di sfilarsi da quest’ultima, sia di operare la spinta sulla detta ganascia per mezzo di una battuta nella sede 33.
Agendo con un apposito attrezzo sul perno di comando 61 è possibile traslare la seconda ganascia 3 verso la prima ganascia 2 per serrare l’utensile 5 nel dispositivo di bloccaggio o, viceversa, allontanarla dalla prima per rilasciare ed estrarre l’utensile.
Dei perni di guida 63, alloggiati in fori passanti ricavati nella prima ganascia (non indicati nelle figure), fungono da guida per lo scorrimento della seconda ganascia 3, in avvicinamento o allontanamento dalla prima ganascia 2, lungo una direzione sostanzialmente orizzontale.
Per facilitare l’allontanamento delle ganasce 2, 3 detti perni guida sono preferibilmente associati a molle o simili interposte fra le facce interne di dette ganasce.
In una variante alterativa, non illustrata, detti mezzi attuatori manuali possono essere sostituiti con attuatori di tipo pneumatico o idraulico ben noti nel settore.
La seconda ganascia 3 comprende un corpo 30 con un’appendice inferiore 34 atta a cooperare con il gancio di sicurezza 4 durante le varie fasi di funzionamento del dispositivo di bloccaggio.
Secondo una forma di realizzazione preferita, su un lato interno 35 dell’appendice 34 è ricavata almeno una superficie di spinta 36 che opera in appoggio scorrevole su una corrispondente superficie di appoggio 43 ricavata su un lato esterno 42 del gancio di sicurezza 4. In pratica dette superfici 36, 43 scorrono sostanzialmente parallele lungo un piano di spinta P inclinato, in direzione opposta alla prima ganascia 2, cioè visto frontalmente come nelle figure allegate dal basso verso l’alto e da destra verso sinistra, di un angolo a compreso fra 30° e 60°.
In una forma di realizzazione preferita detto piano di spinta P è inclinato di un angolo sostanzialmente pari a 45°.
Quando la seconda ganascia 3 è serrata in avvicinamento alla prima ganascia 2, la superficie di appoggio 43 striscia dunque sulla superficie di spinta 36 causando la traslazione del gancio di sicurezza 4 che, come apparirà più chiaro in seguito, consente di portare in battuta l’utensile 5.
In una forma di realizzazione preferita, sull’appendice 34 della seconda ganascia 3 sono ricavate più superfici di spinta 36 parallele fra loro che giacciono su altrettanti piani spinta P. Allo stesso modo in corrispondenza del lato esterno 42 del gancio di sicurezza 4 sono ricavate un egual numero di superfici di appoggio 43 ciascuna di esse scorrevole in appoggio su una superficie di spinta 36.
Ciò consente di aumentare la superficie totale di scorrimento e spinta fra la seconda ganascia 3 e il gancio di sicurezza 4, nonostante uno sviluppo orizzontale molto limitato del gancio di sicurezza 4, il quale influisce positivamente sull’ingombro in senso orizzontale del dispositivo di bloccaggio 1.
Questa configurazione del gancio di sicurezza 4 risulta inoltre efficace per ridurne notevolmente anche lo sviluppo longitudinale, vale a dire la larghezza se osservato frontalmente, con il vantaggio, che apparirà più chiaro nel seguito, di garantire una maggiore sicurezza anche durante il cambio di utensili frazionati o sottomultipli di dimensioni ridotte.
Una maggiore superficie totale di spinta consente anche di ridurre la pressione di contatto riducendo l’usura delle superfici e lo sforzo da applicare ai mezzi attuatori 6 per serrare le ganasce.
La dislocazione sfalsata delle superfici di appoggio 43 consente infine di distribuire la spinta sul gancio di sicurezza 4 in maniera più uniforme lungo il suo sviluppo verticale.
Vantaggiosamente il numero delle superfici di spinta 36 e delle superfici di appoggio 43 può essere compreso fra due e sei.
Nella variante realizzativa preferita il numero delle superfici di spinta 36 e delle superfici di appoggio 43 è rispettivamente pari a quattro.
Dalla base della seconda ganascia 3, e nello specifico dell’appendice 34, si estende, verso la prima ganascia 2, un piede di arresto 37 sul quale può andare in appoggio il gancio di sicurezza 4 quando le ganasce 2, 3 sono rilasciate, e che definisce una posizione di arresto inferiore del gancio di sicurezza 4 stesso.
Alla sommità il gancio di sicurezza 4 è provvisto di una porzione a sbalzo 45 che si protende verso la prima ganascia 2 e che sovrasta la sommità 57 del codolo 51.
Un cuneo 7 è alloggiato scorrevolmente in una sede 25 ricavata nel corpo della prima ganascia 2 e sporge da una faccia 24 di detta prima ganascia 2 rivolta verso la porzione a sbalzo 45.
Come sarà meglio descritto nel seguito, la punta 71 di detto cuneo 7, in collaborazione con un uncino 47 ricavato all’estremità della porzione a sbalzo 45, definisce un fulcro di rotazione 73 del gancio di sicurezza 4 durante l’estrazione dell’utensile 5.
Fra la base del cuneo 7 e la sede 25 sono interposti mezzi elastici 72 per mantenere detto cuneo 7 in una posizione sporgente verso la porzione a sbalzo 45 del gancio di sicurezza.
In una forma di realizzazione preferita detto cuneo è realizzato nella forma di una barretta che si estende per tutta la larghezza delle ganasce, o in alternativa che sovrasta solamente una o più porzioni a sbalzo 45 di relativi ganci di sicurezza 4.
I mezzi elastici possono essere preferibilmente, ma non esclusivamente, delle molle elicoidali che insistono sulla base del cuneo 7.
La porzione a sbalzo 45 presenta inoltre una faccia inferiore 45a inclinata verso la prima ganascia 2, cioè vista frontalmente come nelle figure allegate dal basso verso l’alto e da sinistra verso destra, di un angolo b compreso fra 90° e 150° rispetto al piano di riscontro verticale 49 del gancio di sicurezza 4.
Un angolo che si è riscontrato essere ottimale è di circa 100°.
Il dente di ritegno 41 del gancio di sicurezza 4 definisce una superficie di impegno 46 sulla quale poggia in battuta una faccia 55 della scanalatura 52 ricavata nel codolo 51.
La suddetta superficie di impegno 46 si estende in direzione sostanzialmente ortogonale rispetto a un piano di riscontro verticale 49 che si trova in corrispondenza di un lato interno 44 del gancio di sicurezza 4.
Su un lato opposto rispetto alla superficie di impegno 46, il dente di ritegno presenta uno smusso 48 che funge da invito per facilitare l’inserimento del codolo 51 fra la prima ganascia 2 e il gancio di sicurezza 4.
In una forma di realizzazione preferita nell’appendice 34 della seconda ganascia 3 è ricavata almeno un sede 38, di forma preferibilmente ad asola passante con sviluppo verticale, nella quale è inserito passante un perno di posizione 39 la cui estremità è fissata al gancio di sicurezza 4. La funzione di detto perno di posizione 39 è quella di vincolare il gancio di sicurezza 4 a una traslazione lungo una direzione longitudinale, vale a dire parallela allo sviluppo della traversa.
Il funzionamento del trovato è il seguente.
Il dispositivo consente di inserire e di estrarre l’utensile 5 con un movimento verticale e di estrarlo con un movimento combinato di rotazione e traslazione.
Nelle figure 7a-7d sono rappresentate in sequenza le fasi di inserimento del codolo 51 di un utensile 5 fra le due ganasce del dispositivo di bloccaggio 1.
La prima ganascia 2 e la seconda ganascia sono mantenute distanziate dai mezzi elastici che, quando il perno di comando 61 che, ruotato in condizione di rilascio, fanno allontanare la seconda ganascia 3 dalla prima ganascia 2.
L’utensile 5 viene infilato manualmente esercitando su di esso una spinta verticale dal basso verso l’alto come indicato dalla freccia in figura 7a.
La sommità 57 del codolo contatta lo smusso 48 del dente di ritegno 41 spingendo il gancio di sicurezza verso l’alto sino a che la porzione a sbalzo 45 è portata a contatto con la punta 71 del cuneo 70.
Continuando a spingere, il cuneo 7 oppone resistenza all’estremità della porzione a sbalzo 45 provocando la rotazione del gancio di sicurezza 4, in senso orario osservando le figure allegate, facendo si che il dente di ritegno 41 arretri verso la seconda ganascia 3. A questo punto superato lo smusso 48 la superficie 56 scorre verso l’alto a contatto con il dente di ritegno 41 (figura 7b).
Una volta che la faccia 55 della scanalatura 52 ha superato in altezza la superficie di impegno 46 il peso stesso del gancio di sicurezza 4 fa si che questo ruoti leggermente in senso opposto, antiorario osservando le figure, facendo entrare il dente di ritegno 41 all’interno della scanalatura 52. (figura 7c).
A questo punto l’utensile se rilasciato scenderà lievemente sino a quando la faccia 55 della scanalatura 52 è in appoggio sulla superficie di impegno 46 del dente di ritegno 41, come visibile in figura 7d. In questa condizione l’utensile 5 è mantenuto nel dispositivo di bloccaggio in maniera stabile. Il peso dell’utensile 5 difatti fa si che il gancio di sicurezza sia trascinato verso il basso e contestualmente, in virtù dell’inclinazione delle superfici di spinta 36, verso la faccia 56 del codolo 51.
Nelle figure 8a e 8b sono rappresentate in sequenza le fasi di serraggio delle due ganasce.
Il perno di comando 61 è ruotato in senso di avvitamento nella prima ganascia 2 in maniera da spingere, lungo una direzione sostanzialmente orizzontale, la seconda ganascia 3 verso la prima ganascia 2. Contemporaneamente le superfici di spinta 36 della seconda ganascia premono sulle superfici di appoggio 43 del gancio di sicurezza 4 che, in forza dell’inclinazione del piano di spinta P sui cui giacciono le suddette superfici, è spinto contestualmente verso l’alto e verso la prima ganascia 2, trascinando l’utensile 5. Durante la risalita la porzione a sbalzo 45 contatta il cuneo 7 che è spinto all’interno della sede 25 in contrasto con i mezzi elastici 72 (figura 8a). Si rileva che in questa condizione il gancio di sicurezza 4 non può ruotare attorno al fulcro di rotazione 73 poiché a contatto con le superfici di spinta 36 della seconda ganascia.
Quando lo scalino 54 e la faccia 53 dell’utensile 5 sono rispettivamente a contatto con la superficie di battuta 23 e la superficie di scorrimento 22 della prima ganascia 2, l’utensile è serrato e pronto per l’utilizzo (figura 8b).
Con riferimento alla figura 9 è rappresentata la fase di rilascio delle due ganasce per l’estrazione dell’utensile 5.
Il perno di comando 61 è ruotato in senso di svitamento dalla prima ganascia 1 in maniera consentire la traslazione della seconda ganascia 3 in allontanamento dalla prima ganascia 2. In questa condizione il peso dell’utensile 5, scaricato sulla superficie di impegno 46 del dente di ritegno 41, causa un graduale scorrimento del verso il basso del gancio di sicurezza 4 sino a quando l’estremità inferiore dello stesso è a battuta con il piede di arresto 37 della seconda ganascia 3. In questa fase anche la forza elastica dei mezzi elastici 72 scaricata sulla porzione a sbalzo 45 per mezzo del cuneo 7, contribuisce alla discesa del gancio di sicurezza verso il piede di arresto 37.
Come accade durante la fase di inserimento dell’utensile, l’inclinazione delle superfici di spinta 36 e delle relative superfici di appoggio 43 fanno si che il gancio si sicurezza 4, durante la discesa, rimanga spinto verso la faccia 56 del codolo 51 così che il dente di ritegno 41 rimanga impegnato nella scanalatura 52.
Per l’estrazione dell’utensile 5, come illustrato nelle figure 10a-10d è necessario esercitare su di esso una spinta verticale verso l’alto fintanto che la sommità 57 del codolo 51 raggiunge in appoggio la faccia inferiore 45a della porzione a sbalzo 45 (figura 10a).
Da questa posizione, continuando a spingere verso l’alto, la sommità 57 del codolo genera una spinta sulla porzione a sbalzo 45 che, a contatto con il cuneo 7, causa la rotazione in senso orario del gancio di sicurezza 4 attorno al fulcro di rotazione 73, come visibile in figura 10b. In questa fase l’inclinazione della faccia inferiore 45a rispetto alla sommità 57 fa sì che le stesse entrino in contatto lungo una linea (in direzione longitudinale), invece che su una superficie, facilitando la rotazione del gancio di sicurezza 4. La rotazione del gancio di sicurezza 4 causa quindi la fuoriuscita del dente di ritegno 41 dalla scanalatura 52 del codolo (figura 10b).
A questo punto è necessario esercitare sull’utensile 5 un’azione di rotazione applicando allo stesso una forza diretta verso la seconda ganascia 2, come illustrato dalla freccia in figura 10c. Così facendo, lo spigolo frontale della superficie di battuta 23 si appoggia sulla faccia 53 del codolo 51, fungendo da fulcro di rotazione per l’utensile 5 il quale, a seguito della rotazione, si appoggia sul piano di riscontro verticale 49 del gancio di sicurezza 4 con spigolo frontale della sommità del codolo 57.
Da questa posizione è necessario esercitare, almeno per un breve tratto, una azione combinata di estrazione verso il basso e di trazione verso seconda ganascia 3 per far sì che il codolo possa discendere senza che il dente di ritegno 41 interferisca con la scanalatura 52 del codolo 51 (figura 10d). Una volta che detta scanalatura 52 è uscita dalla zona di azione del dente di ritegno 41 è sufficiente esercitare un’azione di trazione verso il basso per rimuovere l’utensile 5 dalle ganasce.
Come può apparire chiaro dalla descrizione sopra, il presente trovato risolve le problematiche che affliggono i dispositivi noti raggiungendo gli scopi preposti.
Nel dettaglio il dispositivo di bloccaggio consente di eseguire le operazioni di installazione e/o rimozione di uno o più utensili in maniera semplice, rapida e sicura. La particolare conformazione del gancio di sicurezza 4 unitamente a quella della seconda ganascia 3 garantisce difatti che l’utensile 5 sia mantenuto sospeso fra le ganasce sia prima del loro serraggio sia dopo i loro rilascio.
In particolare la ridotta larghezza del gancio di sicurezza 4, raggiungibile grazie alla particolare conformazione delle superfici di spinta 36 e appoggio 43, garantisce una maggiore sicurezza anche nel caso in cui nel dispositivo di bloccaggio siano installati utensili frazionati di larghezza molto ridotta (ad esempio meno di 20 mm). Ciò poiché si riduce la probabilità che il codolo 51 di due utensili frazionati affiancati siano impegnati dal medesimo gancio di sicurezza 4.
Il dispositivo di bloccaggio del presente trovato presenta inoltre una conformazione meccanicamente robusta, semplice e affidabile.
Il presente trovato, così come descritto e illustrato, è suscettibile di numerose modifiche e varianti tutte comprese nell’ambito del concetto inventivo; inoltre, tutti i dettagli potranno essere sostituiti da altri elementi tecnicamente equivalenti.
Claims (9)
- RIVENDICAZIONI 1. Dispositivo di bloccaggio di utensili in una pressa piegatrice comprendente una prima ganascia (2) ed una seconda ganascia (3), reciprocamente mobili in avvicinamento e in allontanamento l’una rispetto all’altra, ed almeno un gancio di sicurezza (4) interposto fra detta prima e detta seconda ganascia provvisto di un dente di ritegno (41) atto a inserirsi in una scanalatura (52) definita nel codolo (51) di un utensile (5), caratterizzato dal fatto che su un lato interno (35) di detta seconda ganascia (3) rivolto verso la prima ganascia (2) è ricavata almeno una superficie di spinta (36) atta a cooperare in appoggio scorrevole con almeno una corrispondente superficie di appoggio (43) ricavata su un lato esterno (42) del gancio di sicurezza, detto gancio di sicurezza (4) essendo provvisto di una porzione a sbalzo (45) in aggetto verso la prima ganascia (2), un cuneo (7) alloggiato scorrevolmente nella prima ganascia (2), insistendo su detta porzione a sbalzo (45) definendo un fulcro di rotazione (73) del gancio di sicurezza (4).
- 2. Dispositivo di bloccaggio, secondo la rivendicazione 1, in cui caratterizzato dal fatto che detta superficie di spinta (36) e detta superficie di appoggio (43), in scorrimento, giacciono sostanzialmente parallele lungo un piano di spinta (P) inclinato in direzione opposta alla prima ganascia (2) di un angolo (a) compreso fra 30° e 60° rispetto a un piano verticale.
- 3. Dispositivo di bloccaggio, secondo la rivendicazione 2, caratterizzato dal fatto che detto angolo (a) è sostanzialmente pari a
- 4. Dispositivo di bloccaggio, secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che sul lato interno (35) della seconda ganascia (3) sono ricavate più superfici di spinta (36) che giacciono su altrettanti piani spinta (P) paralleli e sfalsati fra loro lungo una direzione sostanzialmente verticale, sul lato esterno (42) del gancio di sicurezza (4) essendo ricavate un egual numero di superfici di appoggio (43) in appoggio scorrevole su una corrispondente superficie di spinta (36).
- 5. Dispositivo di bloccaggio, secondo la rivendicazione 4, caratterizzato dal fatto che dette superfici di spinta (36) e dette superfici di appoggio (43) sono in numero comprese fra due e sei.
- 6. Dispositivo di bloccaggio, secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detto cuneo (7) è alloggiato in una sede (25) ricavata nella prima ganascia, essendo previsti mezzi elastici (72) per mantenere detto cuneo (7) spinto al di fuori di detta sede (25) verso la porzione a sbalzo (45).
- 7. Dispositivo di bloccaggio, secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che la punta di detto cuneo (7) rivolta verso la porzione a sbalzo (45) è rastremata in maniera da favorire la rotazione del gancio di sicurezza (4) attorno al fulcro di rotazione (73).
- 8. Dispositivo di bloccaggio, secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che una faccia inferiore (45a) di detta porzione a sbalzo (45) è inclinata dal basso verso l’alto in direzione della prima ganascia (2) di un angolo b compreso fra 90° e 150° rispetto a un piano di riscontro verticale (49) situato su un lato interno (44) del gancio di sicurezza (4).
- 9. Dispositivo di bloccaggio, secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che nella seconda ganascia (3) è ricavata almeno un sede (38) nella quale è inserito passante un perno di posizione (39) una cui estremità è fissata al gancio di sicurezza (4).
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